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Introduzione alla Meccanica Quantistica PDF

Introduzione alla
Meccanica Quantistica
Storie di Gatti per cercare di capire la Meccanica Quantistica
rivolte ai non addetti ai lavori
A cura di Marco Gentili
Maggio 2022
MARCO GENTILI
1
Indice
Premessa
3
Di cosa si occupa la Meccanica Quantistica?
3
Quando nasce e chi inventa la Meccanica Quantistica ?
4
La Meccanica Quantistica è veri;icata o è pura speculazione?
5
Quali sono i principi fondamentali della Meccanica Quantistica?
5
Concetto di Quanto
6
Concetto di Dualismo Onda-Particella
6
Principio di Sovrapposizione
7
Principio di Complementarità
8
Concetto di Misura
8
Principio di indeterminazione
9
Fenomeno dell’Entanglement
10
Perché la Meccanica Quantistica è dif;icile da capire?
11
Perché la Meccanica Quantistica dif;icile da raccontare?
13
Come si può interpretare la Meccanica Quantistica?
14
1926 - Interpretazione di Copenaghen
15
1952 - Interpretazione a Variabili Nascoste
16
1957 - Interpretazione a Molti Mondi
17
1989 - Interpretazione del Collasso Oggettivo
17
1996 - Interpretazione Relazionale
18
Storie di gatti per confrontare le diverse interpretazioni
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20
2
Premessa
Come si racconta la Fisica dei Quanti, che peraltro i Nisici chiamano
Meccanica Quantistica, così si continuerà a chiamarla nel proseguo, a chi
non sa cosa sia?
Facendosi le domande tipiche di chi non è un addetto ai lavori e cercando di
trovare le risposte adeguate!
Chi non sa cosa sia la Meccanica Quantistica potrebbe chiedersi:
• Di cosa si occupa la Meccanica Quantistica?
• Quando nasce la Meccanica Quantistica e chi l’inventa?
• La Meccanica Quantistica è stata veriNicata o è pura speculazione?
• Quali sono i principi fondamentali su cui si fonda la Meccanica
Quantistica?
Altre due domande non verrebbero spontaneamente in mente al non
addetto ai lavori ma è necessario aggiungerle alle precedenti:
• Perché la Meccanica Quantistica è difNicile da capire?
• Perché la Meccanica Quantistica è ancor più difNicile da “raccontare”?
Sono domande essenziali perché servono ad introdurre l'ultima ed
importante domanda:
• Come si può interpretare la Meccanica Quantistica?
Di cosa si occupa la Meccanica Quantistica?
La Meccanica Quantistica fornisce una visione del mondo naturale come
costituito dalla luce (energia), dalla materia e dalle reciproche interazioni
tra luce e materia. Dove luce e materia sono costituite da microscopiche
particelle, dette quanti, dal comportamento “stravagante” perché
contraddistinto da fenomeni completamente estranei all'esperienza
quotidiana limitata al mondo macroscopico. I fenomeni indagati dalla
Meccanica Quantistica sono infatti caratterizzati da ordini di grandezza di
dimensioni e energia tipici dell'atomo e dei suoi costituenti, dove la
preesistente Fisica Classica di Galileo, Newton, Boltzmann, Maxwell e la
Relatività di Einstein risultano inadeguate.
Questa "stravaganza" della Meccanica Quantistica sarà meglio
comprensibile successivamente, quando si analizzeranno i principi
quantistici fondamentali.
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Quando nasce e chi inventa la Meccanica
Quantistica ?
La Meccanica Quantistica nasce a partire dal 1900 come conseguenza di una
serie di esperimenti volti ad analizzare le proprietà microscopiche della
materia, inspiegabili nell'ambito delle teorie Nisiche note Nino a quel
momento. Di seguito una sintetica cronologia del suo sviluppo.
• 1900-1920, la nascita della Teoria dei Quanti:
• 1900, Max Planck introduce l'idea che l'emissione di energia
elettromagnetica (radiazione luminosa) sia quantizzata, riuscendo
così a giustiNicare teoricamente la legge empirica che descrive la
dipendenza della radiazione emessa da un corpo nero dalla frequenza.
• 1905, Albert Einstein spiega l'effetto fotoelettrico sulla base
dell'ipotesi che l'energia del campo elettromagnetico sia trasportata
da quanti di luce, successivamente, nel 1926, chiamati fotoni.
• 1913, Niels Bohr interpreta le linee spettrali dell'atomo di idrogeno
ricorrendo alla quantizzazione dei livelli energetici dell'elettrone.
• 1915, Arnold Sommerfeld generalizza i precedenti metodi di
quantizzazione, introducendo le cosiddette regole di BohrSommerfeld.
• 1920-1950, la maturità della Meccanica Quantistica:
• 1924, Louis de Broglie elabora una teoria delle onde materiali,
secondo la quale ai corpuscoli materiali possono essere associate
proprietà ondulatorie (Dualismo onda-particella).
• 1925, Werner Karl Heisenberg, Max Born e Pascual Jordan formulano
una prima base matematica per la Meccanica Quantistica, la cosiddetta
Meccanica Matriciale (anticommutativa).
• 1926, Erwin Schrödinger elabora una teoria matematica alternativa
per la la Meccanica Quantistica, la cosiddetta Meccanica Ondulatoria
che introduce la Funzione d'Onda, equivalente dal punto di vista
matematico alla Meccanica Matriciale formulata precedentemente.
• 1926, Max Born interpreta probabilisticamente la Funzione d'onda.
• 1 9 2 7 , We r n e r K a rl H e i s e n b e rg fo r m u l a i l P r i n c i p i o d i
indeterminazione.
• 1927, Niels Bohr, Werner Karl Heisenberg, Max Born, Pascual Jordan,
Wolfgang Pauli, formulano l'Interpretazione di Copenaghen che include
l'interpretazione probabilistica della Funzione d'onda.
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• 1927, Paul Dirac include nella Meccanica Quantistica la Relatività
Ristretta.
• 1932 John von Neumann assicura ancor più rigorose basi matematiche
alla Meccanica Quantistica.
• 1940, Richard Feynman ed altri uniNicano l'elettromagnetismo di
Maxwell della Fisica Classica e la Meccanica Quantistica, formulando la
teoria dell'Elettrodinamica Quantistica (QED).
• 1950-OGGI, Nuove interpretazioni della Meccanica Quantistica:
• 1952, David Bohm propone l'Interpretazione a variabili nascoste.
• 1956, Hugh Everett III propone l'Interpretazione a Molti Mondi
(Multiverso).
• 1964, John Stewart Bell formula l'omonimo teorema che conferma la
natura essenzialmente probabilistica e non deterministica della
Meccanica Quantistica.
• 1996, Carlo Rovelli propone l'Interpretazione Relazionale.
La Meccanica Quantistica è verificata o è pura
speculazione?
Dagli anni '60 ad oggi la Meccanica Quantistica è stata accuratamente
veriNicata da una miriade di esperimenti, tanto da essere oggi la teoria
scientiNica più scientiNicamente convalidata per quanto concerne l'ambito
microscopico.
In aggiunta il funzionamento di una buona parte delle tecnologie moderne
si basa sulla Meccanica Quantistica, come ad esempio, senza alcuna pretesa
di essere esaustivi: il transistor, i microprocessori e tutto ciò che li utilizza
(dai computer ai sintetizzatori musicali), il laser, il microscopio elettronico,
la risonanza magnetica nucleare, ecc. .
Quali sono i principi fondamentali della
Meccanica Quantistica?
Volendo drasticamente limitarsi i principi della Meccanica Quantistica di cui
è imprescindibile parlare sono i seguenti:
• concetto di Quanto;
• concetto di Dualismo onda-particella;
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• Principio di Sovrapposizione;
• Principio di Complementarità;
• concetto di Misura;
• Principio di indeterminazione;
• fenomeno dell’Entanglement.
Concetto di Quanto
Tra il 1900 ed il 1905 Max Plank e Albert Einstein, per questo poi premiati
con il Nobel rispettivamente nel 1918 e nel 1921, introducono l'idea che
l'energia elettromagnetica (radiazione luminosa) non sia continua (come
un piano inclinato) ma piuttosto discreta (come una scalinata), ovvero
quantizzata (o sei su un gradino o su un altro, mai nel mezzo).
Ciò introduce il concetto di Quanto, dal latino "quantum",che signiNica
quantità, per indicare la quantità elementare discreta e indivisibile di una
certa grandezza. Per estensione il termine Quanto è utilizzato anche come
sinonimo di particella elementare.
Concetto di Dualismo Onda-Particella
Nel 1924 chi per primo intuisce la duplice natura, corpuscolare ed
ondulatoria della materia è il matematico e Nisico francese Louis De Broglie,
per questo premio Nobel nel 1929.
Per la Fisica Classica tutto l'Universo, l'Uomo e la Realtà ad esso manifesta, è
costituito da:
• energia, sotto forma di onde luminose;
• materia, costituita da atomi e dalle particelle elementari che li
compongono.
Per la Meccanica Quantistica sia l'energia che la materia sono costituiti dai
Quanti, che possono pensarsi come minuscoli concentrati non
ulteriormente divisibili di energia e altre grandezze. Questi Quanti hanno
una duplice natura, da cui il Dualismo Onda Particella:
• ondulatoria, a livello microscopico la materia presenta le caratteristiche
tipiche delle onde, solo all'atto dell'osservazione (misura) assume un
comportamento corpuscolare tipico delle particelle;
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• corpuscolare, all'atto dell'osservazione (misura), una particella prende
vita occupando uno degli stati probabilistici calcolabili con la Funzione
d'Onda corrispondente alla particella di cui tratta l'Equazione d'onda.
L'Esperimento della doppia fenditura mostra con evidenza il Dualismo ondaparticella.
L'esperimento, che era già stato utilizzato da
Young nel 1801 per dimostrare la natura
ondulatoria della luce, prevede una sorgente di
particelle che le spara su una prima lastra opaca
alla luce con due fenditure parallele. dietro alla
quale è posta una seconda lastra di rilevazione.
Se le particelle sono onde, come nel caso della
luce, sulla lastra di rilevazione si produrranno
delle Nigure di interferenza (immagine in alto a
destra).
Se le particelle sono oggetti macroscopici, come
sassi sparati uno dopo l'altro, essi si
concentreranno sulla lastra di rilevazione
principalmente in corrispondenza delle
fenditure (immagine al centro a destra).
Se le particelle sono microscopiche come elettroni emessi uno alla volta, si
veriNica che (immagine in basso a destra della pagina precedente):
• la lastra di rilevazione non viene impressionata in maniera continua, ma
si formano singoli punti luminosi indicativi di un comportamento
corpuscolare;
• i punti però non rispettano la distribuzione corpuscolare classica che li
vorrebbe localizzati in corrispondenza delle fenditure, ma risultano
inizialmente diradati e dall'apparente distribuzione caotica, per poi,
aumentando man mano di numero, evidenziare le frange di interferenza
tipiche del comportamento ondulatorio.
Principio di Sovrapposizione
Nel 1926, due anni dopo l'intuizione del Dualismo Onda-Particella, le
proprietà delle onde quantistiche sono descritte matematicamente dal
matematico e Nisico austriaco Erwin Schrödinger che formula l'Equazione
d'onda, per questo premio Nobel nel 1933. L'Equazione d'onda determina
l'evoluzione temporale dello stato di un sistema,(ad esempio una particella
o un atomo), la sua soluzione è la Funzione d'Onda che rappresenta uno
stato Nisico di un dato sistema.
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Coerentemente all'Equazione d'onda il Principio di sovrapposizione afferma
che, proprio come le onde della Fisica Classica:
• due o più stati quantistici di un dato sistema possono essere sommati
(sovrapposti), e il risultato sarà un altro stato quantistico valido del
sistema;
• al contrario, ogni stato quantistico di una dato sistema può essere
rappresentato come somma di due o più altri stati distinti del sistema.
Principio di Complementarità
Nel 1928 Niels Bohr generalizza il concetto di Dualismo Onda-Particella
enunciando il Principio di complementarità che, analogamente al fatto che
"vedo" un'onda o una particella ma non le due cose contemporaneamente,
allo stesso modo non posso osservare (misurare) contemporaneamente,
con lo stesso esperimento, due diverse rappresentazioni (grandezze)
Nisiche dei fenomeni a livello microscopico, come ad esempio:
• posizione e velocità;
• energia e tempo.
In questo modo, con l'estensione del dualismo anche agli esiti della misura,
il controintuitivo aspetto della Meccanica Quantistica legato al Dualismo
Onda Particella appare in qualche modo meno stridente con la Fisica
Classica.
Concetto di Misura
In conseguenza del Dualismo Onda-Particella e del Principio di
complementarità la Meccanica Quantistica introduce una revisione del
concetto di misura della Fisica Classica:
• per la Fisica Classica è sempre possibile concepire un osservatore
passivo (non interagente con il sistema misurato) in grado di conoscere
ogni dettaglio di un dato sistema;
• per la Meccanica Quantistica non ha senso assegnare un valore a una
qualsiasi proprietà di un dato sistema senza che questa sia stata
preventivamente misurata da un osservatore.
La novità nel passaggio dalla Fisica Classica alla Meccanica Quantistica per
quanto riguarda il concetto di misura riguarda:
• l'impossibilità di conoscere lo stato di una particella senza perturbarlo
in maniera irreversibile;
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• il fatto che il processo di misura non è descrivibile come la semplice
evoluzione temporale del sistema osservato, ma riguarda in una visione
olistica il sistema osservato, l'osservatore e gli apparati sperimentali
utilizzati per la misura.
Questa rivisitazione del concetto di misura ha diverse stranianti
conseguenze, una volta misurata una grandezza di un sistema, prendendo
come esempio la misura della posizione di una particella:
• non si può in alcun modo determinare quale era il valore della posizione
della particella prima della misurazione;
• acquisire conoscenza sulla posizione della particella distrugge ogni altra
informazione sulla sua velocità, rendendo così impossibile il calcolo
della sua traiettoria futura;
• misurando prima la posizione della particella e poi la sua velocità si
ottengono risultati diversi da quando si misura prima la velocità della
particella e poi la sua posizione.
Rivisitando il concetto di misura la Meccanica Quantistica rivela la sua
natura statistica per cui può permettere di calcolare solo la probabilità con
cui una una grandezza di un sistema può presentarsi, ovvero la probabilità
che una particella abbia una determinata posizione, o una determinata
velocità, così rinunciando al concetto stesso di traiettoria.
Questo signiNica abbandonare il determinismo della Fisica Classica, la
conseguenza di ciò è che lo stesso tipo di misurazione, eseguita su due
sistemi in buona approssimazione identici, può portare a risultati diversi.
Principio di indeterminazione
Nel 1932 il Nisico tedesco Werner Karl Heisenberg, premio Nobel nello
stesso anno per la creazione della Meccanica Quantistica, coerentemente
alla revisione del concetto di misura, introduce il Principio di
Indeterminazione per cui non è possibile conoscere simultaneamente la
velocità e la posizione di una particella, poiché quanto maggiore è
l'accuratezza nel determinarne la posizione, tanto minore è la precisione
con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. Cosa che come già
detto si sintetizza affermando che posizione e velocità sono grandezze
complementari.
Sia chiaro che l'indeterminazione della Meccanica Quantistica non dipende
dai limiti degli strumenti utilizzati che, come già in Fisica Classica,
comportano necessariamente un’interazione con l'oggetto da sottoporre a
misurazione, cosa che si lega ad un errore intrinseco della misura, bensì
rappresenta una caratteristica intrinseca dell'energia e della materia.
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Oltre alla posizione e alla velocità della particelle, il Principio di
indeterminazione pone limiti anche alla misura simultanea di altre
grandezze complementari, come ad esempio l'energia e il tempo: se si cerca
di determinare con precisione l'energia di una particella, diminuirà
inevitabilmente il grado di accuratezza con cui conosciamo la sua durata, e
viceversa.
Tale aspetto produce una conseguenza del tutto incompatibile con la nostra
esperienza ordinaria: il grado d’indeterminazione esistente tra energia e
tempo fa si che delle particelle, come ad esempio una coppia elettronepositrone (un elettrone carico positivamente, l’antiparticella dell’elettrone),
possano emergere dal nulla (violando temporaneamente la conservazione
dell'energia) per una frazione inNinitesimale di tempo, prima di svanire
nuovamente annichilandosi reciprocamente.
Un vero e proprio atto di creazione spontaneo che è stato veriNicato in
esperimenti di laboratorio.
Fenomeno dell’Entanglement
Il termine Entanglement, il cui signiNicato letterario in inglese è "groviglio" è
introdotto da Erwin Schrödinger a proposito dell'esperimento ideale
chiamato Paradosso EPR dalle tre iniziali dei Nisici che lo propongono nel
1935: Albert Einstein, Boris Podolsky e Nathan Rosen.
Il Paradosso EPR vuole evidenziare l'incompatibilità della Meccanica
Quantistica con la Relatività:
• che considera la velocità della luce la massima alla quale può viaggiare
qualunque tipo d'informazione;
• per cui vale il il Principio di Località secondo il quale oggetti distanti non
possono avere inNluenza istantanea l'uno sull'altro.
SempliNicando il fenomeno dell'Entanglement può essere così descritto: se
due particelle si fanno interagire per un certo periodo, diventano particelle
correlate (entangled); se poi vengono separate, quando si sollecita una
delle due, in modo da modiNicarne lo stato, istantaneamente si manifesta
sulla seconda una analoga simmetrica sollecitazione, a qualunque distanza
si trovi rispetto alla prima.
In altre parole, le due particelle seppure separate da grandi distanze
rimangono soggette a una correlazione a distanza che agisce in maniera
istantanea.
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L’Entanglement è sorprendente proprio perché sembra reintrodurre nella
Fisica quell’Azione a distanza tipica della Fisica Classica e della gravità di
Newton.
Azione a distanza che tanto infastidiva René Descartes, che vi riconosceva
una sorta di azione magica, irriducibile al meccanicismo, che per lui era
sempre e solo un’azione a contatto; poi esorcizzata dalla Relatività di Albert
Einstein, per cui un segnale non può propagarsi a velocità maggiore di
quella della luce.
L’Entanglement è inquietante perché, se le particelle agiscono
simultaneamente l’una sull’altra, allora l’Universo deve avere un orologio
globale, negato esplicitamente dalla Relatività, come se il tempo della
Meccanica Quantistica fosse un ritorno al tempo della Fisica Classica.
La più spettacolare applicazione del fenomeno dell'Entanglement è il
Teletrasporto quantistico, una procedura che permette di trasferire lo stato
Nisico di una particella a un'altra particella, anche molto lontana dalla
prima.
Il fenomeno dell'Entanglement e del Teletrasporto quantistico, sono stati
dimostrati sperimentalmente nel 1982 dal Nisico francese Alain Aspect e,
successivamente, confermati nel 1997 da due gruppi di ricerca che
riuscirono a teletrasportare un singolo fotone, uno diretto dal Nisico
austriaco Anton Zeilinger a Vienna, l'altro dal Nisico italiano Francesco De
Martini a Roma, fornendo così una inconfutabile prova sperimentale a
sostegno del carattere non locale della Meccanica Quantistica.
Nessuno sa oggi con certezza se il Teletrasporto quantistico si potrà
realizzare anche per atomi e molecole, o addirittura per oggetti
macroscopici, esseri umani inclusi.
Perché la Meccanica Quantistica è difficile da
capire?
La Meccanica Quantistica, come del resto tutta la Fisica, ricorre ad un
linguaggio rigoroso ed astratto, la Matematica (tendenzialmente quella che
non s’insegna alle scuole superiori, Analisi Funzionale e Meccanica
Hamiltoniana, Algebra Lineare e Algebra delle Matrici), per descrivere il
mondo microscopico, essendo il linguaggio comune del tutto inadatto. Si
vuole sottolineare, che non signiNica sottilizzare, è importante per il
proseguo, la distinzione tra:
• capire la Meccanica Quantistica signiNica conoscere il formalismo
matematico in cui è scritta, saperlo utilizzare per fare conti e predizioni
sul comportamento di sistemi Nisici;
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• comprendere come interpretare la Meccanica Quantistica signiNica saper
tradurre il linguaggio formale matematico con cui è formulata in
signiNicato esprimibile nel linguaggio comune del quotidiano.
Relativamente alla comprensione di come interpretare la Meccanica
Quantistica c’è ancora oggi una grande difNicoltà, anche da parte dei Nisici
più grandi, inclusi quelli che hanno contribuito a crearla. Se ne da evidenza
riportando di seguito alcune delle citazioni più famose.
Albert Einstein
Nella Nisica prequantistica, non c'era alcun dubbio sul modo di
intendere queste cose: nella teoria di Newton, la realtà era
rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo … Nella
meccanica quantistica, la rappresentazione della realtà non è cosi
facile.
Alla domanda se … la teoria quantistica rappresenti una situazione
reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali … si
esita a rispondere con un semplice "si" o "no". Perché?
Più la teoria dei quanti ha successo, più sembra una sciocchezza.
Dio non gioca a dadi con l'universo.
Niels Bohr
Non esiste alcun mondo quantistico. C'è solo una astratta descrizione
Nisica. È sbagliato pensare che il compito della Nisica sia di scoprire
com’è la natura. La Nisica riguarda quello che noi possiamo dire a
riguardo della natura ...
Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi (rispondendo ad
Einstein).
Erwin Schrödinger
Se questi dannati salti quantici dovessero esistere, rimpiangerò di
essermi occupato di meccanica quantistica!
Non mi piace, e mi spiace di averci avuto a che fare.
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Richard Feynman
Penso si possa tranquillamente affermare che nessuno capisce la
meccanica quantistica.
Se credete di aver capito la teoria dei quanti, vuol dire che non l'avete
capita.
Fritjof Capra
La meccanica quantistica ci costringe a vedere l'universo non come una
collezione di oggetti Nisici separati, bensì come una complicata rete di
relazioni tra le varie parti di un tutto uniNicato.
Perché la Meccanica Quantistica difficile da
raccontare?
Questa domanda è fondamentale per rafforzare il fatto che, capire la
Meccanica Quantistica, non signiNica necessariamente comprenderne come
interpretarla. Del resto, raccontare signiNica aver capito quello che si
racconta ed offrirne una interpretazione, possibilmente condivisa, in un
linguaggio adatto a chi riceve il racconto.
La Meccanica Quantistica appare una Nisica contro intuitiva, che fa a pugni
con il senso comune, dell’Uomo comune, come dei Nisici stessi, e con
quell'immagine del mondo costruita, nella nostra mente, attraverso anni di
percezioni date dai nostri sensi, sin da quando esistiamo. I suoi principi
fondamentali precedentemente esposti dovrebbero averlo chiaramente
evidenziato. Questo accade perché la Meccanica Quantistica parla, grazie
alla Matematica, di un mondo microscopico che non esperiamo
direttamente, inaccessibile alla nostra esperienza sensoriale diretta.
Diversamente il linguaggio dell'Uomo ed i concetti su cui si fonda, sono
afferenti ad un mondo macroscopico che, pur costruito sull’aggregazioni di
moltitudini di particelle microscopiche dal comportamento Nisico
quantistico, esibisce “comportamenti mediati”, frutto dell’interazione di
molte particelle, del tutto diversi, caratterizzati:
• dalla rassicurante predominanza della materia, che c’appare più
facilmente caratterizzabile in termini di volume, pressione e
temperatura.
• dalla confortante sensazione di continuità dei fenomeni, che ne facilita
la previsione;
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• dall’illusione di temporalità, che ci permette di immaginare movimento
e traiettorie;
Per far capire meglio cosa s'intende per “comportamenti mediati”, si prende
in considerazione un esempio che non riguarda la Meccanica Quantistica.
Si pensi al concetto di temperatura che tutti hanno ben presente quando
hanno caldo o freddo. Se posso misurare la temperatura di un qualsiasi
oggetto si potrebbe immaginare di poterlo fare anche per un singolo atomo
o per una delle particelle che lo costituiscono. Non è possibile, la
temperatura è un concetto esclusivamente macroscopico, che non è
applicabile alla singola particella. La temperatura è un esempio di
“comportamento mediato” che trae origine dal movimento degli atomi e
delle particelle che li costituiscono, o meglio dalla loro energia, che, non ha
caso, è un concetto molto meno intuitivo per chi Nisico non è. Controprova è
che del concetto di energia s’appropriano misticismi e pseudoscienze di
tutti i generi.
Ritornando alla Meccanica Quantistica, allo stesso modo della temperatura,
anche altre grandezze potrebbero emergere a livello macroscopico, senza
essere applicabili a livello microscopico: ad esempio il tempo, che appare
escluso da alcune equazioni alla base della Gravità Quantistica a Loop, che
cerca di uniNicare Meccanica Quantistica e Relatività Generale, come se il
tempo fosse solo l’illusione che l'universo ci regala attraverso il nostro
essere macroscopici e complessi.
Come si può interpretare la Meccanica
Quantistica?
La distinzione tra capire e raccontare la Meccanica Quantistica mette in luce
l’importanza del fatto interpretativo. Più precisamente, si può ora dire che
l’interpretazione della Meccanica Quantistica è l'insieme degli enunciati
volti
• a stabilire un ponte tra il formalismo matematico su cui è stata basata la
teoria e la realtà Nisica che questa astrazione matematica dovrebbe
rappresentare;
• a determinare il comportamento di tutto ciò che non è osservato in un
esperimento.
L'importanza di stabilire in che modo si comporta un dato sistema Nisico
anche quando non osservato dipende dal fatto che in Meccanica Quantistica
il processo di misura interagisce in maniera irreversibile con il sistema
stesso, in modo tale che non è possibile ricostruirne completamente lo
stato originario.
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Secondo alcuni Nisici questo rappresenta una limitazione insuperabile della
nostra conoscenza del mondo Nisico, che sancisce una divisione fra quello
che è possibile stabilire in merito al risultato di un esperimento e la realtà
oggetto dell'osservazione.
Usualmente una teoria Nisica già vecchia di cento anni di interpretazioni ne
possiede solo una. Per la Meccanica Quantistica non è così, se ne possono
rintracciare almeno una ventina, per questo il dibattito tra Nisici ancora
prosegue incessantemente e le interpretazioni sono molteplici. Paradossale
ma è così.
Di seguito sia accenna esclusivamente alle interpretazioni più in voga
esaminandole in ordine cronologico rispetto all'anno in cui vengono
proposte:
• 1926, Interpretazione di Copenaghen di Niels Bohr;
• 1952, Interpretazione a Variabili Nascoste di David Bohm;
• 1957, Interpretazione a Molti Mondi di Hugh Everett III;
• 1989, Interpretazione del Collasso Oggettivo di Roger Penrose;
• 1996, Interpretazione Relazionale di Carlo Rovelli.
1926 - Interpretazione di Copenaghen
L'Interpretazione di Copenaghen della Meccanica Quantistica nasce nel 1926
dalla visione, di Niels Bohr, il nome deriva dal fatto che molti dei Nisici che vi
aderiscono sono collegati, per diversi motivi, alla città di Copenaghen: oltre
lo stesso Niels Bohr, anche Werner Heisenberg, Max Born, Pascual Jordan e
Wolfgang Pauli. L'Interpretazione di Copenaghen accompagna la
formulazione della Meccanica Quantistica più nota e maggiormente
insegnata in ambito accademico, che coincide con la Meccanica Ondulatoria
di Erwin Schrödinger, pubblicata nel 1926 pochi mesi dopo la
matematicamente equivalente Meccanica Matriciale di Werner Karl
Heisenberg, Max Born e Pascual Jordan.
Secondo l'Interpretazione di Copenaghen le affermazioni probabilistiche
della Meccanica Quantistica sono irriducibili, nel senso che non riNlettono la
nostra conoscenza limitata di qualche variabile nascosta.
Si ricorda che nella Fisica Classica, si ricorre alla probabilità, pensate al
lancio di un dado, anche se il processo è deterministico, solo per sopperire
ad una conoscenza incompleta dei dati iniziali inerenti il dado (altezza da
cui viene lanciato, angolo d'inclinazione, velocità) che con le equazioni
fornite dalla Fisica Classica permetterebbero di calcolare il risultato, cioè
conoscere a priori come poserà il dado sul tavolo.
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Per contro, l'Interpretazione di Copenaghen sostiene che in Meccanica
Quantistica i risultati delle misurazioni sono fondamentalmente non
deterministici, ossia, anche conoscendo tutti i dati iniziali, è impossibile
prevedere il risultato di un singolo esperimento, perché come già detto
l'esperimento stesso inNluenza il risultato. Sono prive di senso domande
come “Dov'era la particella prima che ne misurassi la posizione?”, in quanto
la Meccanica Quantistica studia esclusivamente quantità osservabili,
ottenibili mediante processi di misurazione. L'atto della misurazione, ad
esempio della posizione di una particella, causa il “collasso” della particella,
più tecnicamente della Funzione d’Onda di Schrödinger, nel senso che la
particella è costretta dal processo di misurazione a trovarsi in una speciNica
posizione tra tutte quelle permesse.
Nell'Interpretazione di Copenaghen la Funzione d’Onda non è un oggetto
Nisico come invece è l'onda-particella, così che anche il collasso non è un
processo Nisico. La Funzione d’Onda è solo uno strumento matematico il cui
valore assoluto elevato al quadrato permette di calcolare la distribuzione di
probabilità della posizione della particella. Questa è unica informazione
possibile nell'ambito della Meccanica Quantistica per sopperire al concetto
di traiettoria della Fisica Classica.
1952 - Interpretazione a Variabili Nascoste
Delle molteplici Interpretazioni a variabili nascoste che nascono dalla
volontà di recuperare il determinismo della Fisica Classica, la migliore è
proposta da David Bohm nel 1952; egli parlando di Potenziale Quantico per
indicare le variabili nascoste riprende l'idea di Onda pilota inizialmente
proposta da Louis de Broglie nel 1924. Questo permette a Bohm di rigettare
il carattere ontologicamente probabilistico della Meccanica Quantistica
(legato alle caratteristiche intrinseche della teoria), in particolare
ritenendone le formulazioni sotto forma di Meccanica Ondulatoria, come
anche di Meccanica Matriciale, delle teorie incomplete. Come prova della
incompletezza della Meccanica Quantistica, cioè della presenza di variabili
nascoste, Bohm richiama il suo carattere non locale, evidenziato dal
fenomeno dell'Entanglement portato in evidenza dal Paradosso EPR.
L'Interpretazione a variabili nascoste di Bohm prevede che a ogni particella
sia associata un'onda detta Onda pilota che ne guida il moto ed evolve in
base all'Equazione d'onda di Schrödinger. Per Bohm la Funzione d'onda non
collassa, diversamente da quanto previsto nell'Interpretazione di
Copenaghen, né si può parlare di Dualismo onda-particella: la particella e
l'Onda pilota sono entità distinte, benché correlate, entrambe reali e non
meri strumenti matematici come la Funzione d'Onda nell'Interpretazione di
Copenaghen.
MARCO GENTILI
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Secondo questa interpretazione nell'Esperimento della doppia fenditura
l'elettrone attraversa una sola delle due fenditure, mentre l'Onda pilota ad
esso associata le attraversa entrambe. Bohm ritiene che quello che chiama
Potenziale Quantico, espressione delle variabili nascoste, possa spiegare
l’Entanglement senza richiedere una trasmissione di informazione tra due
particelle superiore alla velocità della luce (l'azione a distanza di Newton)
ed al contempo ripristinare il determinismo della Fisica Classica.
1957 - Interpretazione a Molti Mondi
L'Interpretazione a Molti Mondi della Meccanica Quantistica è formulata nel
1957 da Hugh Everett III, poi afNinata negli anni '70 da Bryce Seligman De
Witt. Anche questa come l'Interpretazione a variabili nascoste è
un'interpretazione della Meccanica Quantistica che riNiuta l'irreversibile e
non deterministico collasso della particella associato all'operazione di
misura previsto nell'Interpretazione di Copenaghen, o più precisamente il
collasso della Funzione d’Onda di Schrödinger ritenuta reale e non solo
mero strumento matematico di calcolo.
L'Interpretazione a Molti Mondi sostiene che, ad ogni atto di misurazione su
una particella, l’Universo si scinde in un insieme di universi paralleli, molti
mondi che complessivamente formano il Multiverso, uno per ogni possibile
risultato del processo di misurazione.
Di conseguenza anche gli oggetti macroscopici oggetto di misura, come
quelli microscopici che li costituiscono, si separano ripetutamente in storie
mutuamente non osservabili, ovvero universi distinti all'interno di un unico
Multiverso.
1989 - Interpretazione del Collasso Oggettivo
L'Interpretazione del Collasso Oggettivo differisce dall'Interpretazione di
Copenaghen perché considera sia la Funzione d'Onda che il processo del suo
collasso Nisicamente reali, in particolare:
• il collasso della Funzione d'Onda di Schrödinger, avverrebbe sia
casualmente che oggettivamente, ovvero quando vengono raggiunte
alcune soglie deNinite da parametri Nisici, così generando la
localizzazione spontanea della particella;
• gli osservatori ed il processo di misura non assumerebbero un ruolo
particolare e non inNluenzerebbero la localizzazione della particella.
E' quindi un'interpretazione della Meccanica Quantistica non deterministica
e priva di variabili nascoste , come l'Interpretazione di Copenaghen.
MARCO GENTILI
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Al contempo l'Interpretazione del Collasso Oggettivo induce a ritenere al
Meccanica Quantistica incompleta visto che in qualunque sua formulazione
(Meccanica Ondulatoria o Meccanica Matriciale) il procedimento del
collasso non è speciNicato.
Un esempio di Interpretazione Nisica del Collasso è il modello Objective
Reduction, OR, della "riduzione oggettiva", dove per "riduzione" s'intende il
collasso della Funzione d'Onda, elaborato nel 1989 da Roger Penrose.
Egli ipotizza che il collasso della Funzione d'Onda possa realizzarsi non solo
quando una particella è soggetta a misura o interazione con l'ambiente, ma
anche essere indotto dalla gravità (curvatura dello Spazio-Tempo) in
funzione del rapporto massa/energia del sistema in fase di collasso, motivo
per cui un elettrone per collassare ci metterebbe 107 di anni, mentre una
massa di un chilo collasserebbe in solo 10-37 secondi.
1996 - Interpretazione Relazionale
L'Interpretazione relazionale è suggerita da Carlo Rovelli nel 1996, si
differenzia nettamente dalle interpretazioni della Meccanica Quantistica,
successive a quella iniziale di Copenaghen, che assumono che la Funzione
d'Onda di Schrödinger sia qualcosa di reale con il prezzo di dover così
aggiungere qualcosa come:
• inaccessibili Variabili Nascoste,
• irraggiungibili Mondi Multipli,
• mai osservati processi di Collasso Oggettivo.
Rovelli riparte dall'Interpretazione di Copenaghen per aggiungervi il
"distillato" di quanto metabolizzato con l'avvento della Relatività Ristretta e
Generale: l'osservatore ed il suo strumento di misura, così come il sistema
Nisico osservato, sono parte di un unico Universo.
Di conseguenza la Meccanica Quantistica descrive come una parte
dell'Universo (la particella) si manifesta ad un altra parte (l'osservatore ed i
suoi strumenti).
Generalizzando la Meccanica Quantistica descrive come un qualunque
sistema Nisico si manifesta a qualunque altro sistema Nisico.
Scrive Rovelli.
Il mondo che conosciamo, che ci riguarda, ci interessa, ciò che
chiamiamo Realtà, è la vasta rete di entità in interazione che si
manifestano l'una all'altra interagendo, e della quale facciamo parte.
MARCO GENTILI
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Una idea semplice che genera due importanti conseguenze così
sintetizzabili:
• niente interazioni, niente proprietà; signiNica che è impossibile separare
le proprietà di un sistema Nisico dalle interazioni in cui queste proprietà
si manifestano e dagli oggetti a cui si manifestano; attribuire sempre e
necessariamente proprietà ad un sistema Nisico anche quando non
interagisce è superNluo e fuorviante, è parlare di qualcosa che non
esiste; non ci sono proprietà (variabili, come la posizione o la velocità di
una particella) al di fuori delle interazioni (ecco perché la traiettoria
perde senso, trascende l'interazione);
• relatività delle proprietà; per cui le proprietà (variabili) di un oggetto
(osservato), che sono reali rispetto ad un secondo oggetto (osservatore
1), non lo sono necessariamente rispetto ad un terzo oggetto
(osservatore 2), esattamente come insegna la Relatività, ad esempio
relativamente alla simultaneità relativa al moto dell'osservatore.
Nell'Interpretazione relazionale la Meccanica Quantistica è molto più
radicale della Relatività nell'evidenziare la relatività della Realtà: tutte le
proprietà (variabili) di tutti i sistemi Nisici sono relazionali, come è la
velocità. Ovvero un sistema Nisico non ha proprietà di per sé, ha proprietà
solo rispetto ad un altro sistema con cui si interagisce (la particella
elementare ha posizione solo rispetto all'osservatore che la misura). La
Funzione d'Onda di un sistema:
• è uno strumento di calcolo probabilistico per sapere dove accadrà il
prossimo evento che lega il sistema osservato all'osservatore;
• non è unica, è relativa, ce ne è una diversa per ogni altro osservatore con
cui il sistema ha interagito
Ciò equivale a dire che lo stato quantistico del sistema descritto dalla
Funzione d'onda è sempre relativo, gli eventi che si realizzano non
interagendo con l'osservatore non inNluiscono sulla probabilità di futuri
eventi che si realizzano rispetto ad esso.
Questo ha un impatto anche sul concetto di Entanglement,
precedentemente descritto come correlazione tra due particelle che hanno
interagito per un certo periodo.
Una descrizione che nel rilevare un anomalia come l'azione a distanza non
mette adeguatamente in evidenza un'importante terzo protagonista: le
proprietà delle due particelle correlate sono tali rispetto ad un terzo,
l'osservatore. L'Entanglement non riguarda solo due sistemi, ma tre.
MARCO GENTILI
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Storie di gatti per confrontare le diverse
interpretazioni
Per capire meglio le differenze tra tra le diverse interpretazioni esaminate
si può ricorrere ad un drammatico esperimento condotto su un gatto,
quello di Schrödinger.
La Nisica è sperimentale, si regge su una fondamentale attività di
osservazione, misurazione, ricerca di prove che hanno lo scopo di veriNicare
o falsiNicare la teoria proposta. L'esperimento è per questo necessario ma
non temano gli animalisti si tratta solo di un esperimento ideale, mai
eseguito realmente, il Paradosso del gatto, formulato nel 1953 da
Schrödinger.
Schrödinger immagina una diabolica macchina nella quale inserisce il
povero gatto. All’interno della macchina, un atomo radioattivo può
decadere, trasformandosi in un altro tipo di atomo ed emettendo
radiazione, cosa che farebbe scattare un sensore a sua volta in grado di
azionare un martelletto in grado di rompere una Niala di cianuro, cosa che
inevitabilmente ucciderebbe la povera bestiola.
La Meccanica Quantistica può calcolare con precisione la probabilità che
questo evento avvenga dopo un certo tempo. Così si può ingabbiare il gatto
e fare in modo che, dopo un certo tempo, la probabilità che l'atomo sia
decaduto, il sensore scattato e dunque che il gatto morto, sia pari, ad
esempio, al 50%. O meglio la probabilità di ciascuno dei due “stati”
complementari sia il 50%:
• 50% atomo decaduto e quindi gatto morto;
• 50% atomo non decaduto e quindi gatto vivo.
Vediamo adesso come interpretare l'inquietante storia del gatto, per capire
se è vivo o morto, alla luce delle diverse interpretazioni della Meccanica
Quantistica, ne escono inquietanti storie del gatto, non tanto per la tragedia
che vive, ma per il pazzesco signiNicato intrinseco a queste storie.
Secondo l'Interpretazione di Copenaghen, è sufNiciente considerare che il
gatto, o più in generale l'apparato di misura, esegue una osservazione del
sistema quantistico, il cui risultato è sempre ben deNinito. Di conseguenza
Ninché non si apre la macchina e si va a vedere cos’è realmente successo
eseguendo dunque una misura, non si può dire che non sappiamo se il gatto
sia vivo o morto, piuttosto bisogna affermare una cosa ben differente: lo
stato del gatto è la sovrapposizione di due distinti stati, gatto-vivo e
gatto-morto, entrambi con probabilità del 50%.
MARCO GENTILI
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Che signiNica? Come si sente il gatto in questa sovrapposizione di vita e
morte? questa è l'irrisolta domanda conseguenza dell'Interpretazione di
Copenaghen.
La difNicoltà rispondere a queste domande rimarca il conNine arbitrario che
deve essere tracciato tra un sistema microscopico (l'atomo radioattivo che
decade), che si comporta secondo le regole della Meccanica Quantistica, e
l'osservatore macroscopico (il gatto), che sembra ubbidire alle leggi della
Fisica Classica.
Secondo l'Interpretazione a variabili nascoste, per cui non esiste il
collasso della Funzione d'Onda e che nega il Principio di Sovrapposizione per
cui un sistema è sempre in uno stato determinato, il gatto è in un solo
stato, gatto-vivo o gatto-morto.
La Funzione d'Onda del gatto ha due componenti; una corrisponde al gatto
reale, l'altra è un onda "vuota", senza gatto reale, che può interferire con
l'onda del gatto reale.
Questo tipo di formalismo e le relative soluzioni si applica facilmente nel
caso di una singola particella, diversamente già per il sistema quantistico a
due stati (atomo radioattivo decaduto e non decaduto) che controlla la Niala
del veleno, non è possibile introdurre un tale formalismo.
Nonostante questo, la visione corrente dell'Interpretazione a variabili
nascoste è che lo stato non osservato (gatto vivo o morto) è descritto da
un'onda vuota che coesiste con il nostro universo.
Secondo l'interpretazione a Molti Mondi, lo stato del gatto, non è più la
sovrapposizione degli stati opposti gatto-vivo e gatto-morto, piuttosto
entrambi questi stati sono presenti: il gatto è in entrambi gli stati gattovivo e gatto-morto, ma in universi diversi.
Non è possibile rendersene conto solo perché la sovrapposizione degli stati
non riguarda solo il gatto ma l'intero Universo, per cui:
• 50% Universo con atomo decaduto e gatto morto;
• 50% Universo atomo non decaduto e gatto vivo;
Un osservatore vede realizzarsi solo una delle due alternative, perché egli
stesso fa parte di uno solo dei due possibili stati dell'intero Multiverso,
l'unione dei Molti Mondi possibili, l'insieme degli inNiniti mondi paralleli che
contengono tutte le possibilità.
Quando si apre la scatola si entra, o nell’universo col gatto-vivo, o in quello
col gatto-morto, l’altro universo rimando precluso per sempre. In questo
modo ognuno degli universi del Multiverso è deterministico.
MARCO GENTILI
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Secondo l'Interpretazione del Collasso Oggettivo essendo il collasso
della Funzione d'Onda non legato esclusivamente alla misura ma anche al
Collasso Oggettivo indotto dalla gravità in funzione del rapporto massa/
energia del sistema, nella certezza che il gatto sia un oggetto macroscopico,
nell'arco di un tempo in;initesimo il gatto sarebbe in un solo stato,
gatto-vivo o gatto-morto, indipendentemente dall'apertura della
scatola che lo contiene.
Secondo l'Interpretazione relazionale bisogna anche provare a mettersi
nella situazione del gatto, al suo posto.
Se chiusi nella scatola di Schrödinger siamo in un solo stato, al 50 % siamo
vivi o al 50% morti, ma non siamo di certo vivi e morti e non esperiamo di
certo la sovrapposizione di questi due distinti stati.
Se invece recuperiamo la condizione prevista dal Paradosso del gatto, di
osservatori indipendenti dal gatto, fuori dalla scatola, non interagiamo, né
con l'atomo radioattivo che decade, né col gatto, per questo possiamo
osservare fenomeni di interferenza tra gatto-vivo e gatto-morto. Fenomeni
che non si veriNicherebbero se precedentemente avessimo visto il gatto
nello stato gatto-vivo o gatto-morto.
Per questo possiamo concludere che lo stato del gatto è la
sovrapposizione di due distinti stati, gatto-vivo e gatto-morto,
entrambi con probabilità del 50%.
Per il gatto l'atomo radioattivo e decaduto o non decaduto, il gatto è vivo o
morto; per l'osservatore il gatto non è né vivo né morto, ma piuttosto la
sovrapposizione di due stati gatto-vivo e gatto-morto.
MARCO GENTILI
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