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Underground growing, classificazione, piante

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GROWING UNDERGRAUND: sei favorevole o no?
In una delle zone trafficate di Londra è in corso una coltivazione di moltissime piantine. Si tratta di micro
ortaggi dalle numerose proprietà. Vengono coltivate in un rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale,
coltivati dal 2015. Si tratta della prima fattoria sotterranea al mondo. Cosa ne pensi? Prima di prendere una
posizione, documentati approfonditamente con il materiale a disposizione.
La classificazione dei viventi
La tassonomia è la scienza che cataloga i viventi in gruppi. Identificare un vivente significa trovare il nome
che ad esso è stato assegnato e la sua posizione nella classificazione.
Il raggruppamento più piccolo è la
specie, che è l’unità di base della
classificazione. Appartengono alla stessa
specie tutti gli individui in grado di
generare figli fertili1. Cavallo e asino non
appartengono ala stessa specie perché
mulo2 e bardotto3 sono sterili4.
Il genere è un insieme di specie diverse. Una famiglia è un insieme di
genere e così via. Ogni specie si può chiamare con un doppio nome: si
tratta della nomenclatura binomiale, inventata da Carlo Linneo5. I nomi
sono in latino perché all’epoca di Linneo quella era la lingua parlata dagli
scienziati di tutto il mondo. Il primo nome indica il genere e il secondo la
specie. Felis silvestrus quindi indica un organismo del genere Felis e della
specie silvestrus: il gatto domestico. Attenzione: il genere si scrive con la
maiuscola, mentre la specie con l’iniziale minuscola!
La categoria più grande di tutti (che racchiude anche i 4 regni: ) è il
dominio. Esistono solamente 3 domini: gli archei (unicellulari procarioti, sono gli organismi più antichi
comparsi sulla terra), i batteri (anch’essi unicellulari procarioti) e gli eucarioti (contiene 4 regni: protisti,
unicellulari e gli altri pluricellulari: funghi, piante, animali).
Esistono chiavi di identificazione dicotomiche, chiamate così
perché le domande hanno solamente due tipi di risposta
(dicotomia=divisione in due parti), possono aiutarci a
classificare i viventi, come in questa qua rappresentata.
LE PIANTE
1
Fertile = in grado di riprodursi (cioè di avere figli)
Il mulo nasce dall'incrocio tra un asino e una cavalla
3
Bardotto è il figlio che nasce da un cavallo e un’asina
4
Sterile = non in grado di riprodursi
5
Carl Nilsson Linnaeus, divenuto Carl von Linné in seguito all'acquisizione di un titolo nobiliare e chiamato Carlo
Linneo in italiano (Råshult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778), è stato un medico, botanico, naturalista e
accademico svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
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COSA SONO: sono organismi pluricellulari fotosintetici, autotrofi, appartenenti al regno delle piante
COME SI NUTRONO: sono organismi autotrofi, in grado di prodursi il cibo da sé, quindi compiono la
reazione
della
fotosintesi
clorofilliana, durante il giorno, grazie
alla luce solare:
Sono quindi capaci di trasformare il diossido di carbonio (CO2) presente nell’aria, che reagisce con l’acqua
assorbita con le radici dalla terra, grazie all’energia solare che viene catturata dalla clorofilla presente nei
cloroplasti, in energia (sotto forma di glucosio C6H12O6), liberando anche ossigeno, O2 (si dicono anche i
polmoni della terra proprio perché producono l’ossigeno che serve a noi per vivere). Questa reazione
avviene nelle foglie perché dall’atmosfera assorbono la CO2 e immettono O2, attraverso gli STOMI, che sono
sulla pagina inferiore della foglia (NdR: vedi la foglia).
COME RESPIRANO: anche le loro cellule compiono come le nostre la respirazione cellulare, sempre, di
giorno e di notte. Si ha quindi una
reazione di combustione (reazione
con l’ossigeno) del glucosio, con
produzione di diossido di carbonio (o
anidride carbonica), acqua ed energia
(sotto forma di ATP, una sigla che
indica la molecola adenosina
trifosfato). Respirano attraverso le
foglie
perché
dall’atmosfera
assorbono O2 e immettono CO2,
attraverso gli STOMI, che sono sulla pagina inferiore della foglia (NdR: vedi la foglia). La quantità di ossigeno
che producono con la fotosintesi è maggiore di quella consumata con la respirazione, per cui
complessivamente producono ossigeno.
COME SI SONO EVOLUTE: le antenate delle piante sono le alghe
pluricellulari (protisti): sono formate da cellule tutte uguali, il corpo delle
alghe è detto TALLO. Esistono verdi, rosse e brune. Hanno colori diversi
perché contengono pigmenti che nascondono il colore della clorofilla
verde e vivono a profondità diverse in mare.
Dalle alghe acquatiche le piante si sono adattate alla vita terrestre, ad
esempio per ottenere l’acqua, che è presente solamente nelle profondità
del terreno. Nel corso di milioni di anni si sono poi sviluppate diverse
strutture per compiere diverse funzioni: radici, fusto e foglie. Le tracheòfite sono proprio le piante dotate di
radici, fusto e foglie.
E’ curioso poi pensare che le piante evolute sono “tornate” in acqua marina, proprio come Posidonia
oceanica (come è un po’ avvenuto con i mammiferi tornati in acqua come le balene e i delfini), che forma
praterie (come se fossero boschi) marini. Nel mare producono ossigeno e sono da habitat per molte specie.
COME SI MUOVONO: le piante sono in grado di compiere movimenti in risposta agli stimoli dell’ambiente.
Si orientano per esempio verso il sole: fototropismo (sono capaci di curvare fusti e foglie in direzione della
luce). Sono in grado anche di effettuare il geotropismo: radici e fusti avvertono la gravità e si orientano di
conseguenza, anche se questo causa un cambiamento di direzione delle radici (per seguire la forza di
gravità). Effettuano anche il tigmotropismo: alcune piante (come la vite) si sostengono agggrappandosi ai
vari oggetti con i loro viticci (foglie modificate)
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RADICI
3 FUNZIONI:
1. assorbire acqua dal suolo,
2. ancorare (fissare) la pianta al suolo
3. immagazzinare sostanze di riserva
3 ZONE:
1. APICE RADICALE: rivestito dalla cuffia,
protegge la radice mentre si addentra
nel terreno
2. ZONA DI ACCRESCIMENTO: qua le
cellule si dividono per allungare la
radice
3. ZONA DI ASSORBIMENTO: ricca di peli
radicali che assorbono l’acqua e i sali
minerali disciolti
3 TIPI:
1. A FITTONE: c’è una radice principale
sviluppata che entra nel terreno (es.
carota)
2. FASCICOLATE: la radice principale e le
secondarie non si distinguono, partono
tutte dal fusto come se fossero
raggruppate in fascetti (es. porro)
3. AVVENTIZIE: si formano lungo il fusto e
permettono di arrampicarsi (es. edera)
A NOI A COSA SERVONO:
1. In cucina: alcune radici sono molto
gustose
2. Difendono il suolo: trattenendo il
terreno, impediscono frane
FUSTO
3 FUNZIONI:
1. Dà sostegno alla pianta
2. Collega le radici alle foglie, permettendo così il trasporto della LINFA (liquidi) a tutta la pianta, grazie al
SISTEMA VASCOLARE: è formato da XILEMA (trasporta la linfa grezza, cioè quella prima della
fotosintesi, perciò ricca di acqua e sali minerali, dalle radici alle foglie) e FLOEMA (trasporta la linfa
elaborata dalla fotosintesi, perciò ricca di glucosio, dalle foglie alle radici)
STRUTTURA:
Nel fusto degli alberi i diversi tessuti sono distribuiti in anelli concentrici, che segnano la crescita di un
albero: ogni anno le piante producono un nuovo cilindro di xilema e di floema, in cui scorrono i nuovi vasi
necessari alla pianta.
TIPI:


Fusti legnosi (come negli alberi, che hanno un fusto principale e rami secondari e negli arbusti, che
hanno rami che partono dal suolo, senza un fusto principale)
Fusti verdi e non legnosi (piante erbacee)
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
Fusti sotterranei (o ipogei):
a) bulbi (cipolla, giglio, tulipano): fusti ingrossati con funzione protettiva o di riserva
b) tuberi (patate): fungono da deposito di sostanze nutritive
c) rizomi (primula, asparago): crescono orizzontalmente
 Fusti succulenti (piante grasse): adattamenti al clima arido, con funzione di immagazzinare molta
acqua (le foglie si trasformano in spine per non perdere troppa acqua)
FOGLIA
FUNZIONI:
1. Svolgere la fotosintesi
2. Respirare
3. Traspirare (perdita di acqua sotto forma di vapore)
STRUTTURA:
Le foglie sono formate dal picciòlo (il gambo che unisce la foglia al
ramo), la pagina superiore (generalmente più scura, la parte della foglia
che è “sopra”, rivolta al sole), la pagina inferiore (quella che è “sotto”,
non rivolta verso il sole), l’apice (la punta della foglia), il margine (il
bordo della foglia) e le nervature (continuazione dello xilema e del
floema, dove scorre la linfa). La foglia è ricca di cloroplasti, che
contengono la clorofilla, che permette la fotosintesi. Tutta la foglia è avvolta dall’epidermide, un tessuto
protettivo e della cuticola (uno strato di sostanze impermeabili che evitano l’eccessiva perdita di acqua).
Sulla pagina inferiore della foglia ci sono delle strutture dette STOMI. Ogni
stoma è formato da due cellule, chiamate CELLULE DI GUARDIA (che
assomigliano per forma a due fagioli). Dagli stomi entrono ed escono i gas
(diossido di carbonio, ossigeno e vapor acqueo). Quando le cellule di guardia
sono gonfie d’acqua, lo stoma è aperto e permette lo scambio di gas.
Viceversa lo stoma, se le cellule non sono piene d’acqua, è chiuso e impedisce
gli scambi gassosi con l’esterno. Quando le cellule di guardia permettono di
far fuoriuscire il vapor acqueo in eccesso, si ha la traspirazione della pianta (il
sole causa la continua evaporazione di acqua dagli stomi, che è compensata
dall’assorbimento di acqua da parte delle radici).
FORMA:
Ci sono moltissimi tipi di foglie, in base alla forma della foglia e a quella del margine.
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SEME
Alle tracheòfite (piante dotate di radici, fusto e foglie) appartengono le spermatofite, le piante che si
riproducono per via sessuale, attraverso i semi (sperma=seme in greco). Le briòfite (come i muschi e i
licheni), più primitive, non producono invece semi.
FUNZIONE:
1. Proteggere l’embrione
2. Riproduzione della pianta
3. Dispersione della pianta nell’ambiente (ha consentito alle piante di diffondersi in tutti gli ambienti)
STRUTTURA:
Il seme è formato del tegumento (la parte più esterna, che impedisce di seccarsi e permette di resistere), e
dai cotiledoni (ricchi di sostanze nutritive, per far crescere l’embrione). Alcune piante hanno solamente un
cotiledone (monocotiledoni, come il grano, l’orzo e il mais), altre sono formate da due cotiledoni
(dicotiledoni, come il fagiolo, i piselli e le lenticchie).
DISSEMINAZIONE E GERMINAZIONE:
Quando il seme trova le condizioni adatte (di acqua e temperatura) germina: prima spunta la radichetta,
poi il fusticino (nutrendosi delle sostanze di riserva dei cotiledoni). Infine spuntano le foglioline, i cotiledoni
si raggrinziscono e cadono perché non servono più, in quanto è ormai partita la fotosintesi.
I semi si spostano grazie agli animali, al vento: questo fenomeno che permette loro di raggiungere anche
posti molto più lontani è detto disseminazione.
FIORE
Tra le piante con seme, quelle più evolute sono le
angiosperme, ossia le piante con fiore. Nel fiore sono
prodotti sia i gameti (le cellule sessuali) maschili (il polline)
che quelli femminili (gli ovuli). Si può quindi avere sia
l’autofecondazione che la fecondazione incrociata, ad opera
degli insetti o del vento. I sepali sono verdi e hanno una
funzione protettiva. I petali sono colorati e attraggono gli
insetti. La parte maschile è costituita dagli stami, formati da
filamenti (il gambino) e le antere (che contengono il
polline). La parte femminile è costituita dal pistillo, formato
da stimma, stilo e ovario (che contiene gli ovuli).
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GROWING UNDERGROUND: I VANTAGGI DELLA COLTIVAZIONE SOTTERRANEA
Sottoterra. Trentatré metri, per la precisione. Sopra, il bailamme di Clapham, una delle aree più trafficate di
Londra. Sotto, un’area di 528m2 di tunnel occupati da piante. O meglio, microgreens, micro ortaggi dalle
numerose varietà e proprietà organolettiche. Sono quelli che crescono in un rifugio antiaereo della Seconda
Guerra Mondiale della capitale inglese, coltivati dal 2015 da Growing Underground, la prima fattoria
sotterranea al mondo che rifornisce alcuni degli Chef e dei supermercati più sofisticati della City, e che
pianifica già di espandersi. Ecco come è stata realizzata questa insolita piantagione e quali traguardi
promette di raggiungere. L’idea è di Richard Ballard e Steven Dring che, grazie al supporto dell’Università di
Cambridge, sono riusciti a realizzare un impianto idroponico (un tipo di coltura fuori suolo), privo di terreno
e alimentato automaticamente da acqua e luce artificiale. L’illuminazione è infatti garantita da file di LED
per diciotto ore al giorno, con una temperatura costante di 22°C che consente a ogni pianta di crescere quel
tanto che basta per essere raccolta e imbustata, dopo sole due settimane dalla nascita. Non solo, il
processo di coltivazione è completamente privo di pesticidi e altamente sostenibile: una caratteristica
imprescindibile per i due imprenditori e raggiungibile solo attraverso i più avanzati strumenti
dell’agricoltura 4.0 o di precisione. È proprio nelle fasi preliminari del progetto che sono stati coinvolti i
ricercatori del prestigioso istituto inglese, che ancora oggi monitorano la piantagione. Il gruppo guidato da
Melanie Jans-Singh, dottoranda del Dipartimento di ingegneria di Cambridge, si è occupato di installare 25
sensori nell’orto verticale per misurare con esattezza tutto ciò che avviene al suo interno: i nutrienti
presenti, il livello di acqua, luce, calore, CO2, umidità, corrente d’aria e persino il grado di crescita minuto
per minuto, per un totale di 89 variabili. I dati raccolti quotidianamente vengono trasmessi tramite WiFi a
una piattaforma online che replica esattamente la coltivazione secondo un processo noto come digital twin
(gemello digitale). In questo modo, gli agricoltori di Growing Underground riescono a tenere sotto controllo
la fattoria in tempo reale, ma anche prevedere possibili mutamenti nelle condizioni climatiche e di crescita,
anticipando e correggendo con interventi mirati eventuali ricadute negative. Secondo un recente rapporto
della FAO, nei prossimi trent’anni la popolazione mondiale crescerà del 34% raggiungendo i 9,1 miliardi di
persone entro il 2050. Una crescita importante che necessita di un equivalente nella produzione di cibo con
un aumento stimato del 70% in più. Sono valori enormi, difficili da immaginare anche se tradotti in quantità
numeriche: i cereali dovranno passare dagli attuali 2.1 miliardi di tonnellate annue a circa 3 miliardi e la
carne da 200 milioni di tonnellate a più del doppio. Tra le possibili soluzioni, oltre all’ottimizzazione dei
terreni già arati, la stessa FAO indica proprio l’home farming e il vertical farming, come quello di Growing
Underground. Valide alternative ai metodi classici proprio perché capaci di ridurre sensibilmente gli sprechi
alimentari e quelli legati all’uso di risorse naturali e artificiali, le coltivazioni verticali possono contribuire
significativamente alla produzione di cibo: basta pensare che oggi dalla sola Growing Underground escono
annualmente tra le 5 e le 20 tonnellate di ortaggi. Le coltivazioni sottoterra non sono esposte agli agenti
atmosferici e a eventuali fenomeni climatici imprevedibili, evitando così la perdita di interi raccolti;
occupando zone apparentemente prive di interesse agricolo non danno luogo a episodi di deforestazione.
Al contrario, costituiscono un esempio virtuoso di riutilizzo di superfici viceversa inutilizzate e di
riqualificazione urbana;“green” non è solo il prodotto, ma anche l’approccio: come abbiamo visto infatti la
piantagione fa ricorso solo a fonti rinnovabili con un impatto ambientale sensibilmente inferiore rispetto
all’agricoltura tradizionale (si calcola ad esempio che venga utilizzato circa il 70% in meno di acqua); ciò che
si produce sotto viene venduto in superficie secondo una logica di distribuzione iper locale che limita a
poche centinaia di metri il trasporto e le emissioni ad esso legate: i microgreens sono disponibili sulle tavole
dei consumatori in sole 4 ore dalla raccolta; a proposito di emissioni: è evidente che, crescendo indoor, i
mini ortaggi non sono esposti ad alcun tipo di smog, e sono pertanto “zero carbon food”; trattandosi di
prodotti freschi la loro durata a scaffale (in gergo shelf life) o nel frigorifero di chi li acquista è decisamente
superiore alla media di qualunque altro ortaggio importato o coltivato a chilometri di distanza; assenza di
pesticidi e vicinanza al luogo di acquisto non possono che contribuire al gusto dei microgreens, che
mantengono intatte le loro proprietà organolettiche. Alla lista si può aggiungere anche che si tratta di un
modello potenzialmente replicabile in zone del mondo in cui acqua e terreno fertile scarseggiano, per far
fronte alle difficoltà di accesso al cibo e alla mancanza di occupazione. A condizione che ci siano politiche di
sviluppo sostenibile attive e investimenti adeguati in questa direzione. Sono 12 le varietà di micro ortaggi
coltivati da Growing Underground e si va dal micro broccolo (Brassica oleracea) al mini coriandolo
(Coriandrum sativum), fino al ravanello viola o al cavolo rosso. Tutto in formato mignon: un concentrato di
nutrienti (fino a 90 volte in più rispetto all’analogo adulto) disponibile per Chef e consumatori finali.
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