UNIIVERSITÀ DEG TUDI LI ST Corso dii Laurea in Ingegneriaa Civile e Am mbientale Esam me: STORIIA DELL’ARCHITETT TURA STRUTTUR RAZIONE DI D PIAZZA VITTORIO EMANUEL LE II IN CAROVIGNO A O” “RIS DOCE ENTE: PROF F.SSA OLIMP PIA NIGLIO DATO: BUON NGIORNO FIL LOMENA CAR RMINE CANDID MATR RICOLA N. 14 44224 Anno acc cademico 2012-2013 2 Indice Indice 2 1. Introduzione 3 2. Carovigno, le sue origini, la sua Storia 3 3. Uno scorcio del Centro Storico di Carovigno, il "Rione Terra" 5 4. La Ristrutturazione di Piazza Vittorio Emanuele II 6 5. 4.1 La piazza Vittorio Emanuele II oggi 4.2 La Piazza prima dell’intervento 7 10 13 Bibliografia 2 1. Introd duzione Carovvigno è il mio o paese da sem mpre, è una realtà r che eco onomicamen nte si regge suulle ricchezze che la terra felice e fertilee della Puglia gli dona geneerosamente e a cui sono profondamen p nte legato. Nell’uultimo perio odo la crisi economica, l’endemica emigrazionee dei giovan ni verso le realtà metro opolitane del nord e il maalgoverno loccale hanno traasformato l’aaspetto del paaese che da ridente r realtàà produttiva sii è avviata veerso una decaadente cittadin na lasciata al degrado d e dalll’incuria. L’amo ore e l’attaccaamento dei suoi cittadini hanno h però dato d origine ad a un’azione “di rottura” ch he si è concrretizzata in un na serie di op pere volte a riprendere r il patrimonio p architettonico ar o e a ridare luustro al cuoree storico del paaese. Ed è in questo con ntesto che si inserisce l’inttervento presso ad oggetto o di questo lavvoro, il recup pero di Piazzza Vittorio Em manuele II, una u piazza nel n centro sto orico del paese all’area an ntistante il Palazzo Muniicipale, il Mon numento ai Caduti C e la Ch hiesa del Carm mine. Posizione della Piazza o di Carovigno o all’interno Per ccapire il conteesto storico in i cui nasce architettoniccamente la co ostruzione deella Piazza biisogna fare un u breve excuursus sulle oriigini storiche del comune di Carovigno o 2. Carovvigno, le su ue origini,, la sua Sto oria Le orrigini di Caro ovigno, si perrdono nella notte n dei tem mpi, come testimoniano le l numerose grotte rese abitabili dallaa mano delll'uomo ed i campioni di pietra scheeggiata e levvigata rinvenuuti sul territo orio, ma anch he da quanto o rimane dellle antiche mura, m dell'Acro opoli, e dai reperti r archeo ologici rinven nuti nel suo territorio, t rico onducibili al paleolitico p ed al neolitico. 3 Significativi resti di insediamenti umani, sono tuttora visibili in alcune contrade (contrada Carisciola) e nei pressi di alcune zone periferiche (lama di Mezzaluna). Sul nome della città le ipotesi sono varie: la più accreditata lo fa derivare dal greco Karpene, i romani la chiamavano Corvineum, trasformato poi in Carbina, quindi Carvinea nel periodo medioevale e finalmente nell'attuale Carovigno. Carbina è il nome della città edificata anticamente sulla collina sovrastante l’attuale territorio del comune di Carovigno, e secondo alcune ricerche sorse al tempo in cui gli Japigi dominavano le terre pugliesi (circa 1000 a.C.). Divenne una città fiorente con la civiltà messapica, come dimostra l'importantissimo materiale archeologico esposto nei musei di Egnazia, Brindisi e Taranto, tanto fiorente da meritarsi di essere catalogata fra le 13 città più importanti della Japigia dallo scrittore greco Clearco Solense. La città sorse, secondo lo stile delle città greche, circondata da 3 cinte murarie concentriche erette intorno alla collina alla cui sommità vi era l'Acropoli, il centro in cui si svolgeva la vita politica e religiosa della città. Nella fascia intermedia si ergeva la città abitata, dove si svolgeva la normale vita quotidiana mentre la terza ed ultima fascia era la necropoli adibita a sepoltura, molto interessante per i reperti archeologici che vi sono stati ritrovati. I Messapi, all’epoca dominatori dell’odierna penisola salentina, si impadronirono della città, ma a loro volta furono sconfitti dai Tarantini nel 473 a.C., che ne sterminarono gli abitanti. La città risorse più forte di prima, e più tardi, durante le guerre messapiche, si alleò e si federò con Brundusium, (l'attuale Brindisi), una colonia fondata alcuni chilometri più a sud dai romani nel III secolo a.C., condividendone le sorti: la moneta urbica federale coniata a Carovigno, al tempo della guerra italica, recante la legenda CARB-BRUN (Carovigno- Brindisi), attesta gli stretti rapporti militari e politici tra le due città. Durante la guerra tra Taranto e Roma, le due città consociate si schierarono con i romani, e tali rimasero anche durante la seconda guerra punica (218-216 a.C.), mentre altre città si arresero ad Annibale, sicché ogni tentativo di conquista da parte dei cartaginesi si rivelò vano. Caduto l'impero romano, Carovigno conobbe le dominazioni successive di: Visigoti, Bizantini, Longobardi, Saraceni, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Veneziani, Spagnoli, Austriaci e Borboni. 4 La parte più antica del paese è quella che un tempo ne costituiva la rocca: questa fu in seguito cinta da alte muraglie e da 4 torri, 2 rotonde e 2 rettangolari ed il Castello completava la cittadella fortificata. I segni del feudalesimo sono rappresentati non solo dal Castello, costruito a difesa dai turchi e dalle scorrerie dei pirati, ma anche dai resti delle mura innestate sulla più antica muraglia messapica. Molti i feudatari di Carovigno: dal normanno Goffredo III di Montescaglioso (1163), allo svevo Robert de Biccari (1194), passando per il Cavaliere angioino Adamo de Tremblay (1306), il Principe di Taranto Raimondo del Balzo Orsini (1382), i vari Baroni napoletani, la famiglia Serra di Genova (1619), e quindi i Costaguti (1653), il Principe di Francavilla Fontana Michele Imperiali (1742), dal Principe Gerardo Dentice di Frasso (1792),e così via fino all’Unità d’Italia e ai giorni vostri. Purtroppo a causa della rigida politica fiscale tenuta dai signorotti del tempo, ricca di tasse e balzelli che gravavano sulla popolazione, Carovigno non ha potuto ricevere la spinta verso il grande sviluppo economico che avrebbe meritato se non fino alla fine del dominio feudale, cioè a partire dal XIX secolo. 3. Uno scorcio del Centro Storico di Carovigno, il "Rione Terra" Il Centro storico medievale di Carovigno è situato all’interno delle antiche mura di cinta delimitate da Porta Brindisi, Porta Nuova e Arco Del Prete. Il Rione Terra, così conosciuto, si snoda attraverso un intrigo di strette viuzze che costituiscono il suggestivo Borgo medievale, cuore dell’antica Carbina, le cui bianche mura tinteggiate a calce, gli archi ed i giochi architettonici, potrebbero essere delizia per gli occhi ed i cuori dei visitatori. Qui ci sono lo storico forno pubblico ancora attivo di lu Scattusu che produce il tipico ed inimitabile pane cotto al forno utilizzando le fascine di ulivo, l’antica Piazza Coriolano, centro culturale ed economico del borgo. Il borgo medievale, nonostante sia ancora oggi teatro di manifestazioni culturali, folkloristiche e sagre paesane è versato a lungo in uno stato di degrado e abbandono la cui sola vista era motivo di tristezza e amarezza dei cittadini che come me sono visceralmente legati al loro paese. È stato quindi presentato un progetto che vede il recupero la ristrutturazione dell'intero "Rione Terra", attraverso una grossa opera di ripavimentazione di tutta l'area compresa fra Corso Vittorio Emanuele, Via Regina Margherita e Via Giacomo Matteotti. 5 4. La Riistrutturazzione di Piiazza Vitto orio Eman nuele II Il pro ogetto è statto realizzato per dare un n nuovo asssetto urbanistico all’area riguardante Corso Vittorrio Emanuelle II ed in particolare, p sii è posto co ome obiettivo o quello di riqualificare l’area intereessata e di risstabilire quellla valenza sttorica di luoggo d’incontro o tipica dellee piazze antisstanti i palazzzi municipalii, in modo daa restituirle il ruolo di polo o culturale e sociale a servvizio dei cittaddini di Carovvigno che haa avuto in passato p e rend derla scenariio ideale in cui c collocare lo svolgimen nto di eventti sociali e maanifestazioni. Il pro ogetto nasce e si fonde con c le struttture esistenti,, riqualificanddole ed adatttandole alle n nuove esigen nze di cui sopra detto. L’’area interessaata si pianificca sull’asse dii Corso Vitto orio Emanueele II a partirre dall’incrociio con via Addua, sino all’in ncrocio con vvia Garibaldi.. La prrogetto realizzato s’inserissce in modo coordinato c e continuativo o nel disegno o di riqualificaazione del ceentro storico o avviato attrraverso una serie d’intervventi già attuuati come il recupero di Porta Brinddisi e lo sgom mbero dell’areaa dell’ex postte. L’areaa individuataa dal progettto riguarda un u asse vario o centrale ch he funge da cerniera capace di relazionare in mod do trasversalee, gli elementti d’autenticitàà storica-artisstica del borggo antico agli edifici seicen nteschi. Nel progetto è previsto p anch he la sistemazzione dell’areea antistante l’accesso al borgo antico o occupata fin no a poco tem mpo fa dall’uufficio delle po oste. 6 4.1 La piazza Vittorio Emanuele II oggi È stata realizzata un’isola pedonale che riguarda il tratto del corso che va da via S. Martino fino a via Regina Margherita, che, in ogni caso, risulta transitabile mediante un pavimentazione in lastre di pietra di Trani che si diversifica per lavorazione, dimensioni e spessore in modo da evidenziare le aree carrabili e pedonali. A partire dall’incrocio fra corso Vittorio Emanuele II e via Cattedrale, il pedone incontra zone di transito caratterizzate dalla presenza di aiuole, terrazze, gradinate, panchine, fioriere che favoriscono l’intrattenimento e la socializzazione dei cittadini, fino a raggiungere la piazza vera e propria antistante la Chiesa del Carmine ed il Municipio. Nella sistemazione proposta, questo ultimo spazio risulta essere il centro della prospettiva del corso che sfrutta la scenografia dell’architettura degli edifici prospicienti. Inoltre, il progetto ha realizzato la sistemazione del Monumento ai Caduti eliminando la recinzione in ferro battuto in modo da esaltarne la presenza. Particolare attenzione è stata posta nella redazione del progetto per garantire un comodo accesso ai mezzi di soccorso, nonché ai diversamente abili. Il progetto ha previsto anche la realizzazione di un piccolo parcheggio all’altezza di via Cesare Battisti di n° 7 posti auto riservati al Comune oltre ad un altro adatto e riservato alla sosta dei disabili. In particolare per la pavimentazione sono state utilizzate: Per le aree carrabili, lastre di pietra di Trani dello spessore di cm. 5 con lavorazione di tipo pettinato nella faccia a vista e allettate su massetto di c.a. poste a spina e delimitate da una fascia centrale e due laterali lavorate a grana ordinaria; Per le aree pedonali, lastre di pietra di Trani dello spessore di cm. 4 con lavorazione di tipo bocciardato a puntillo con fasce lisce da cm. 2,5 Nella faccia a vista e allettate su massetto in c.a. delimitate da riquadri in lastre di pietra di Trani lavorate a grana ordinaria; Per la piazza, lastre di pietra di Trani dello spessore di cm. 5 con lavorazione di tipo bocciardato a puntillo con fasce lisce da cm. 2,5 nella faccia a vista e allettate su massetto in c.a. delimitate da riquadri in lastre di pietra di Trani lavorate a grana ordinaria; 7 Per le terrazze, in lastre di pietra di Trani dello spessore di cm. 2 con lavorazione di tipo bocciardato a puntillo nella faccia a vista posate su massetto in c.a.; Per i gradini, lastre di pietra di Trani della lunghezza non inferiore a cm. 70 lavorate e bocciardate a puntillo e scorniciate. Per l’arredo urbano sono stati utilizzati : Griglie per alberi in ghisa; Fioriere circolari in c.a. sabbiato e con trattamento antidegrado, con fasce decorative in rame complete di panchina circolare in legno di iroko; Portabiciclette a tre elementi in c.a., sabbiato e con trattamento antidegrado; Cestone portarifiuti in c.a., sabbiato e con trattamento antidegrado con copertura in rame; Dissuasori a tre elementi in ghisa del tipo removibile completi di catene; Lampioni con palo in ghisa dell’altezza di cm. 285 dotati di gruppo illuminante ad una o due lanterne in alluminio; Lampioni con palo in ghisa dell’altezza di cm. 347 dotati di gruppo illuminante a quattro lanterne in alluminio; Ringhiere in ferro per i terrazzamenti. Per quanto riguarda gli interventi apportati alla Piazza, penso che sia stato ripreso un po’ lo spirito che ha permeato la piazza in passato, caratterizzato da materiali particolari tipici del luogo e forme degli elementi che richiamano da vicino quelle originarie. Mi lascia perplesso l’inserimento di alcuni elementi di modernità, come le suppellettili elettriche, lampioni, cestoni ecc. che pur se realizzati in ghisa o trattati con sabbiatura per renderli stilisticamente uniformi allo stile della Piazza senza far perdere loro la funzionalità moderna a cui adibiti, risultano forse troppo anonimi e comuni. Sicuramente non sono d’accordo con l’operazione che ha visto estirpare gli alberi di leccio secolari inizialmente presenti per fare posto a dei comuni alberi di palme mediterranee. 8 9 4.2 La Piazza prima dell’intervento L’intervento ha trovato motivazione nel diffuso degrado individuato nell’area, risultato del graduale abbandono del nucleo antico il quale, a sua volta, versando in uno stato che necessita di un repentino intervento, ha perso la sua fruibilità e, complessivamente, la sua vivibilità. Attraversando l’area su cui ancora non si è intervenuti ci si rende conto che il numero di residenti è bassissimo e l’affluenza di pedoni sporadica; è impossibile segnalare una qualunque attività di rilievo ad eccezione del castello medievale che dovrebbe costituire il cuore del nuovo polo culturale. Naturalmente tale situazione non è altro che il risultato di un diffuso abbandono e disinteresse nel territorio di Carovigno che ha radici profonde nel disagio sociale e nella dilagante mancanza di posti di lavoro in una struttura sociale basata su un’agricoltura non adeguata alle richieste attuali di mercato. Nonostante gli ultimi anni abbiano visto una discreta ripresa dell’economia con la nascita di nuove piccole attività industriali, commerciali e turistiche, il tasso di disoccupazione giovanile è alto ed il disagio sociale ha dei picchi nella zona del centro storico, dove sono carenti le opere di urbanizzazione primaria (la pubblica illuminazione è insufficiente, la manutenzione stradale non avviene da anni, la rete elettrica e quella di scarico fognario sono da rivedere) e mancano totalmente gli altri servizi quali scuole, centri sociali e culturali, attività commerciali, uffici, etc. Tutti i fabbricati esistenti in tale rione sono insufficienti a soddisfare le attuali esigenze abitative in quanto di ridottissime dimensioni (comprendendo in media due vani) e necessitano di una ristrutturazione e consolidamento utili ad ottenere adeguate condizioni di abitabilità mediante consolidamento statico, alla miglioria della salubrità dei locali, all’adeguamento impiantistico, alle opere di finitura adeguate e, dove necessario, all’ accorpamento di unità abitative differenti. Al fine di rendere attuabili tali necessari interventi è obiettivo primario la ristrutturazione e l’adeguamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria esistenti ad una attuale esigenza di vivibilità, provvedendo altresì al rifacimento delle strade rispettando materiali e tecniche locali, al rifacimento dell’impianto di pubblica illuminazione, alla fogna, alla realizzazione della rete del gas metano, alla dotazione opportuna di un arredo urbano comprendente fonti, panchine, cestini, spazi per affissioni pubblicitarie, ecc.. Tali interventi sono naturalmente distribuiti sull’intera area di progetto ma saranno in questa fase concentrati nelle zone di maggior carenza e maggior visibilità come l’area dell’ex ufficio postale che il Comune ha provveduto ad acquisire e demolire al fine di dare al paese una zona verde di aggregazione sociale nelle immediate pertinenze del centro antico, adiacente al castello stesso , lì dove è individuabile l’antico pomarium. 10 Il nucleo antico di Carovigno, che coincide con il quartiere Terra, dà un’immagine di se che è il risultato del progressivo abbandono da parte degli abitanti, acutizzato da una mancata manutenzione e opportuno adeguamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria alle attuali esigenze di vita. In buona sostanza la Piazza Vittorio Emanuele II, al centro di Carovigno, prima dell’intervento appariva fortemente degradata a causa di fenomeni più o meno evidenti di infiltrazioni d’umidità, patina biologica, superfetazioni scoordinate dovute a maldestre trasformazioni d’uso (apertura di nuovi vani, superfetazioni, demolizioni, disposizioni di nuovi carichi, ecc.). Si potevano notare un degrado delle superfici dovuto a problemi di umidità che si attestava con rigonfiamenti o distacchi dell’intonaco ed erosione. Inoltre si poteva notare anche il fenomeno dell’efflorescenza e la presenza di vegetazione sulle facciate stesse degli edifici, in genere disabitati. Questo è lo stato in cui tuttora versa gran parte del Centro Storico su cui ancora si deve intervenire: si può assistere a punti in cui episodi puntuali hanno provocato dissesti più o meno grossi ed in alcuni casi hanno anche portato al crollo di strutture. Percorrendo il centro storico di Carovigno, anche nelle immediate pertinenze del nucleo antico, si assiste spesso allo spettacolo di interi vicoli dove sulle facciate degli edifici vi è la presenza di muschi, licheni e piante che costituiscono uno strato di deposito dovuto alla mancata manutenzione. Le stesse facciate, tradizionalmente intonacate a calce, presentano spesso macchie di altri colori, dovute alla presenza di materiale estraneo al substrato; si possono notare anche fessurazioni più o meno profonde e diffuse sia all’esterno che all’interno delle abitazioni, a volte manifestazioni di cause di natura strutturale indice della compromessa staticità dell’edificio. Infatti non sono rari gli edifici la cui stabilità strutturale sembra essere compromessa da problemi di diverso grado, dovuti a vetustà e abbandono oppure alle trasformazioni d’uso poco oculate di cui sopra. Questo stato è reso evidente dalla presenza di temporanee strutture di sostegno, messe in attesa di urgenti interventi di consolidamento. Vi sono tuttavia casi in cui gli edifici sono ormai ridotti allo stato di ruderi, come nei pressi del complesso di S.Anna in cui vi è stato già il crollo delle volte e si osserva una struttura fatiscente. Lo stato di abbandono, la mancata manutenzione hanno innescato un meccanismo di disfacimento che non risparmia totalmente anche quelle abitazioni tuttora in uso, abitazioni che non soddisfano più le attuali esigenze abitative, sia come distribuzione interna sia come salubrità e adeguamento impiantistico. 11 Le op pere di urban nizzazione priimaria sono, come c detto in n precedenzaa, carenti e in nadeguate e saarebbe oppo ortuno un nuuovo interven nto impiantiistico. Per quuanto riguard da l’arredo urbano u si sofffre la caren nza di una suffficiente illum minazione: neecessita, quin ndi, un progettto di illumin nazione che rispetti r l’abitaabilità dei luo oghi e ne so ottolinei le bellezze. b Lo stato delle strade, s percorse ormai so olo ed esclussivamente peer l’attraversaamento imm mediato e non n per la sostta, o per ragggiungere le poche resideenze ancoraa qui ubicatte, presenta una situazio one di diso omogeneità in cui l’origginaria pavim mentazione in n basole di piietra, ormai consumata, c è stata sostituitta nelle parti mancanti in modo casuaale con materriali di fortun na. Mancano o totalmente elementi di arredo a urban no quali cestiini per l’imm mondizia, con ntenitori, pancchine, fonti, vasi v per piantte, etc. Spero o che la ristrrutturazione della d Piazza qui trattata dia d il via al rilancio r che ili centro storrico di Carovvigno, in attuuale stato di degrado, d meritta. Vi è lla necessità dii una progetttazione attentta e accurata che c lo riqualifichi, lo restittuisca agli abiitanti e a queella originariaa bellezza chee aspetta di essere e svelataa e di cui il riicordo è mosstrato nelle foto f di seguitto riportate. 12 5. Bibliografia AA.VV. “Scheda Tecnica Intervento di Ristrutturazione Piazza Vittorio Emanuele II“, Ufficio Tecnico Comune di Carovigno; AA.VV, “Tante Carovigno fa “, Volume II, Schena Editore, 2006. 13