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HOW BEAN SAVED CIVILIZATION . Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione sull’artiolo di Umberto Eco “Best Invention: How the bean saved
civilization”
Il 18 aprile 1999 il New York Times Magazine pubblica l’articolo di Umberto Eco “Best
Invention: How the Bean Saved Civilization”.
Eco sottolinea l’importanza della scoperta del timone a poppa, senza il quale non ci sarebbe
stato il secolo delle grandi navigazioni, delle scoperte geografiche, del viaggio di Colombo; la
nuova forma dell’aratro e il nuovo giogo per gli animali da soma, decisivi per aumentare la
produzione agricola, insieme a nuove tecniche come la rotazione delle coltivazioni...
Ma perché tanto interesse per gli anni del Medioevo? La spiegazione è in queste poche
righe: in Europa vivevano appena “22 million Europeans in 950; others speak of 42 million in
1000. In the 14th century, Europe's population hovered between 60 million and 70 million.
Though the figures differ, on one point there is agreement: in the five centuries after the year
1000, Europe's population doubled, maybe even tripled.” (traduzione: 22 milioni di europei
nel 950; altri parlano di 42 milioni nell’anno 1000. Nel XIV secolo la popolazione europea si
aggirava tra i 60 milioni e i 70 milioni. Sebbene le cifre differiscano, su un punto c'è un
accordo: nei cinque secoli successivi all'anno 1000, la popolazione europea è raddoppiata,
forse addirittura triplicata.)
Ed ecco il nucleo della questione: perché la popolazione europea è raddoppiata? Eco
individua una delle cause nella ripresa dell’agricoltura (con la riforma di Carlo Magno) e nella
diffusione della coltivazione dei legumi (fagioli, ma anche lenticchie e ceci).
Come è noto, i fagioli che mangiamo oggi hanno origine dall’America centrale, dunque
sono arrivati in Europa nei primi anni del 1500. Si tratta di piante che hanno sostituito quelle
originarie, perché si sono rivelate assai più tenaci e produttive (il raccolto raddoppia per unità
coltivata). Ma che incidenza hanno sull’alimentazione? Eco cita soltanto in generale le
proprietà proteiche dei fagioli, la bistecca dei poveri, ma è utile fornire qualche informazione
di dettaglio: un etto di fagioli crudi fornisce 23,6 g di proteine (circa un terzo del fabbisogno
giornaliero di un individuo di 80 kg), 51,7 g di carboidrati, 1,5 g di grassi, 17 g di fibre, 1445
mg di potassio, 437 mg di fosforo e 345 kcal. I fagioli hanno un importante contenuto di
vitamine, soprattutto C (efficace per il sistema immunitario e inibente la sintesi di sostanze
cancerogene, soprattutto nello stomaco), e anche di minerali. Si è trattato dunque di un
alimento fondamentale per la sopravvivenza di molte persone.
Nel penultimo paragrafo, Eco scrive “In the first place, it tells us that ecological problems
must be taken seriously. Secondly, we have all known for a long time that if the West ate
unmilled brown rice, husks and all (delicious, by the way), we would consume less food, and
better food.” (traduzione: Prima di tutto questo ci dice che i problemi ecologici devono essere
presi sul serio. In secondo luogo, sappiamo da molto tempo che se l'Occidente mangiasse riso
integrale non macinato, bucce e tutto (delizioso, tra l'altro), consumeremmo meno cibo e cibo
migliore).
Sono chiari dunque i vantaggi offerti dalla variazione nella dieta alimentare, in grado di
produrre effetti macroscopici, la cui portata si tende a sottovalutare.
FONTI:
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https://www.nytimes.com/1999/04/18/magazine/best-invention-how-the-beansaved-civilization.html
https://www.viversano.net/alimentazione/mangiare-sano/fagioli-proprieta/
Roma, 08/11/2019
Isabella Tokos 3A