Scrivi una relazione sull’artiolo di Umberto Eco “Best Invention: How the bean saved civilization” Il 18 aprile 1999 il New York Times Magazine pubblica l’articolo di Umberto Eco “Best Invention: How the Bean Saved Civilization”. Eco sottolinea l’importanza della scoperta del timone a poppa, senza il quale non ci sarebbe stato il secolo delle grandi navigazioni, delle scoperte geografiche, del viaggio di Colombo; la nuova forma dell’aratro e il nuovo giogo per gli animali da soma, decisivi per aumentare la produzione agricola, insieme a nuove tecniche come la rotazione delle coltivazioni... Ma perché tanto interesse per gli anni del Medioevo? La spiegazione è in queste poche righe: in Europa vivevano appena “22 million Europeans in 950; others speak of 42 million in 1000. In the 14th century, Europe's population hovered between 60 million and 70 million. Though the figures differ, on one point there is agreement: in the five centuries after the year 1000, Europe's population doubled, maybe even tripled.” (traduzione: 22 milioni di europei nel 950; altri parlano di 42 milioni nell’anno 1000. Nel XIV secolo la popolazione europea si aggirava tra i 60 milioni e i 70 milioni. Sebbene le cifre differiscano, su un punto c'è un accordo: nei cinque secoli successivi all'anno 1000, la popolazione europea è raddoppiata, forse addirittura triplicata.) Ed ecco il nucleo della questione: perché la popolazione europea è raddoppiata? Eco individua una delle cause nella ripresa dell’agricoltura (con la riforma di Carlo Magno) e nella diffusione della coltivazione dei legumi (fagioli, ma anche lenticchie e ceci). Come è noto, i fagioli che mangiamo oggi hanno origine dall’America centrale, dunque sono arrivati in Europa nei primi anni del 1500. Si tratta di piante che hanno sostituito quelle originarie, perché si sono rivelate assai più tenaci e produttive (il raccolto raddoppia per unità coltivata). Ma che incidenza hanno sull’alimentazione? Eco cita soltanto in generale le proprietà proteiche dei fagioli, la bistecca dei poveri, ma è utile fornire qualche informazione di dettaglio: un etto di fagioli crudi fornisce 23,6 g di proteine (circa un terzo del fabbisogno giornaliero di un individuo di 80 kg), 51,7 g di carboidrati, 1,5 g di grassi, 17 g di fibre, 1445 mg di potassio, 437 mg di fosforo e 345 kcal. I fagioli hanno un importante contenuto di vitamine, soprattutto C (efficace per il sistema immunitario e inibente la sintesi di sostanze cancerogene, soprattutto nello stomaco), e anche di minerali. Si è trattato dunque di un alimento fondamentale per la sopravvivenza di molte persone. Nel penultimo paragrafo, Eco scrive “In the first place, it tells us that ecological problems must be taken seriously. Secondly, we have all known for a long time that if the West ate unmilled brown rice, husks and all (delicious, by the way), we would consume less food, and better food.” (traduzione: Prima di tutto questo ci dice che i problemi ecologici devono essere presi sul serio. In secondo luogo, sappiamo da molto tempo che se l'Occidente mangiasse riso integrale non macinato, bucce e tutto (delizioso, tra l'altro), consumeremmo meno cibo e cibo migliore). Sono chiari dunque i vantaggi offerti dalla variazione nella dieta alimentare, in grado di produrre effetti macroscopici, la cui portata si tende a sottovalutare. FONTI: https://www.nytimes.com/1999/04/18/magazine/best-invention-how-the-beansaved-civilization.html https://www.viversano.net/alimentazione/mangiare-sano/fagioli-proprieta/ Roma, 08/11/2019 Isabella Tokos 3A