caricato da peppe.giambra

IUAV - lezione 03 involucroopaco1

annuncio pubblicitario
Componenti per l’involucro opaco
negli edifici
Prof. Ing. Piercarlo Romagnoni
Università IUAV di Venezia
Dorsoduro, 2206 – 30123 Venezia
[email protected]
Il calore è definito come quella forma di energia che è
trasferita attraverso i confini di un sistema ad una data
temperatura ad un altro sistema (o verso l'esterno) ad una
temperatura più bassa in virtù della sola differenza di
temperatura tra i due sistemi
qest < qint
qint
Definizioni…
Regime stazionario
le caratteristiche termofisiche non dipendono dal tempo
le temperature interna ed esterna non dipendono dal tempo
 trasmittanza termica in regime stazionario U
condizioni di progetto invernale
Regime variabile
le caratteristiche termofisiche dipendono dal tempo
le temperature interna ed esterna dipendono dal tempo
 capacità termica
sfasamento temporale
smorzamento
 trasmittanza termica dinamica YIE
La trasmittanza termica U è la proprietà valorizza
trasmissione termica dei materiali componenti la parete.
1
U 
Rint 
N
RR
i 1
i
est
Rint = resistenza lato interno [m2 K/ W];
Ri = resistenza i-esimo strato [m2 K/ W];
Rest = resistenza lato esterno [m2 K/ W]
la
DPR 26/6/2015
Appendice A
Edificio di riferimento
Parametri relativi al
fabbricato
I valori di trasmittanza delle precedenti tabelle si considerano comprensive
dell’effetto dei ponti termici.
Edificio di riferimento
Parametri relativi al fabbricato
Per le strutture opache verso l’esterno si considera il coefficiente di assorbimento
solare dell’edificio reale.
Edificio di riferimento
Parametri relativi al fabbricato
Come si qualifica un edificio a basso consumo energetico?
Passive houses:
richiesta energetica per il riscaldamento ≤ 15 kWh/(m2 anno)
riscaldamento, acqua calda sanitaria ed usi elettrici ≤ 120 kWh/(m2 anno)
L’isolamento si traduce con una bassa trasmittanza U dei componenti dell’involucro
Parete esterna
Copertura
Pavimento
Porte e finestre
Vetro
U ≤ 0,15 W/(m2K)
U ≤ 0,15 W/(m2K)
U ≤ 0,15 W/(m2K)
U ≤ 0,8 W/(m2K)
U ≤ 0,8 W/(m2K)
Coeff. lineico
ponte termico lineare
Tenuta all’aria
(EN 13829)
y ≤ 0,01W/(m K)
n50 ≤ 0,6 h-1
E’ bene ricordare che sin dal D.Lgs. 192/05 si richiede che la
trasmittanza termica limite Ulimite è riferita alla struttura a ponte
termico corretto.
Nell’Allegato A del D.Lgs. 311/2006 si definisce “ponte termico
corretto” quando la trasmittanza termica della parete fittizia (il
tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico) non
supera di più del 15% la trasmittanza termica della parete corrente
Um 
Acorr Ucorr  Lpt y
Acorr
 Ulimite
La parete opaca
spessori s [m];
conducibilità termiche l [W/(m K)];
conduttanze C [W/(m2 K)];
densità r [kg/m3];
calore specifico c [J/(kg K)]
La parete ha superficie A [m2]
la resistenza totale di scambio Rtot è la somma delle
resistenze termiche definite di seguito (UNI EN ISO 6946):
Rtot = Rt + R't + Rsi + Rse
Rt = resistenza termica di strato omogeneo;
R’t = resistenza termica di strato non omogeneo;
Rsi = resistenza superficiale interna;
Rse = resistenza superficiale esterna.
Rt = resistenza termica di uno strato omogeneo di
spessore s [m] e conducibilità termica l [W/(m K)]:
s m2 K
Rt  [
]
l
W
l è ricavata da valori tabulati o secondo UNI EN ISO
10456
R’t = resistenza termica di uno strato non omogeneo
di spessore s [m] e conduttanza termica C [W/(m2
K)]:
1 m2 K
R' t  [
]
C
W
I materiali
Isolanti: materiali a struttura fibrosa o cellulare e di bassa densità
La bontà dell’isolante è misurata dalla
conducibilità l < 0.05 W/(m K)
Può essere inserito nelle strutture
Materiale
l [W/(m K)]
r [kg/m3]
Lana di roccia
0,035 – 0,05
20 – 140
Lana di vetro
0,035 – 0,05
20 – 140
Perlite espansa
0,05 -0,055
90 - 100
Vetro cellulare
0,045 – 0,06
125 - 150
Argilla espansa
0,130 – 0,25
400 - 1800
Fibra di cellulosa
0,045
35 – 60
Sughero espanso
0,04 – 0,05
120
Fibra di legno
(pannello)
0,050 -0,06
130 - 270
Fibra di legno
mineralizzato
0,09
360 - 570
Paglia e giunco
0,06 – 0,130
-
Lana di pecora
0,04
-
EPS pol. Espanso
0,035 – 0,04
15 – 30
XPS pol. estruso
0,030 - 0,04
20 - 50
PUR poliuretano
0,020 – 0,035
30 - 35
UNI EN 10456
Materiali e prodotti per
edilizia
Proprietà igrometriche
Valori tabulati di progetto e
procedimenti per la
determinazione
dei valori termici dichiarati e
di progetto
Intercapedini d’aria
Le superfici devono essere parallele e avere emissività maggiore di 0,8;
l’intercapedine deve avere spessore minore di 0,1 volte ciascuna delle altre 2 dimensioni,
e non più grande di 0,3 m;
non c’è scambio d’aria con l’ambiente interno
Valori di resistenza termica di intercapedini non ventilate
[m2K/W]
spessore
Direzione del flusso termico
[mm]
Ascendente
Orizzontale
Discendente
5
0,11
0,11
0,11
7
0,13
0,13
0,13
10
0,15
0,15
0,15
15
0,16
0,17
0,17
25
0,16
0,18
0,19
50
0,16
0,18
0,21
100
0,16
0,18
0,22
300
0,16
0,18
0,23
Per la valutazione dello scambio termico in regime stazionario (indipendenza
dal tempo) è possibile scrivere:
qtrasmesso 
(qi  q e )
 U  (qi  q e )
R totale
ovvero trattare i singoli materiali come resistenze termiche
Conduttive
Rt = s/l
Convettive
Rt = 1/h
Radiante
Rt 
1 1
1 1  2


1
F12
2
 (T1  T2 ) (T12  T22 )
U = trasmittanza termica della struttura =1/ Rtot
Nel caso della radiazione…
A1 = A 2 = A
1 =  2 = 
F12 = 1
q1  2
  A   (T14  T24 )

2
è il caso di due superfici affacciate
Se
A1 <<A2
F12 ≈ 1
q1  2    A   (T14  T24 )
è il caso di una superficie che emette in un ambiente molto grande
Il calore scambiato per radiazione è tanto più piccolo (a parità dei
valori delle temperature superficiali) quanto minore è il valore del
coefficiente di emissione superficiale (o dell’assorbimento)
Spessore totale  0,007 m
Pannelli sottovuoto formati da
polvere di silicio pressata
avvolti in un involucro di
poliestere e polietilene.
Isolante sottovuoto l = 0,005 W/(m K)
L’utilizzo di ricoprimenti riflettenti e/o basso-emissivi
Ricoprimento
riflettente
isolamento
Barriera low-e
Resistenze superficiali Rsi, Rse
[(m2 K)/W]
Rsi
Rse
Direzione del flusso termico
Ascendente
Orizzontale
Discendente
0,10
0,13
0,17
0,04
0,04
0,04
Per pareti verticali, andranno utilizzate le resistenze riportate
nella colonna centrale.
Un flusso termico ascendente è considerato tale su soffitti
disperdenti; un flusso termico è discendente sotto pavimenti
disperdenti.
E' considerato orizzontale anche un flusso termico inclinato fino
a 30° sul piano orizzontale.
Ponte termico
Il ponte termico è una configurazione strutturale o
geometrica che produce una deviazione del flusso termico
dalla condizione di flusso monodirezionale tra superficie
interna ed esterna di una parete.
a) Ponte termico di forma
b) Ponte termico di struttura
Il ponte termico
Radiatori in nicchia
all’interno
Cordolo interpiano
Nel caso di una parete con elementi disposti in parallelo di materiale a conducibilità
termica diversa, si ha una concentrazione delle linee del flusso termico nel
materiale a conducibilità termica maggiore
l1
q1
l2 > l1
l1
q1
T2
T2
T1
T1
l2
l2
q2
q2
T2
T2
q1
q1
T1
T2
T1
T2
Schema con flusso
monodirezionale
Schema con flusso
bidimensionale
Resistenze in parallelo
Distorsione linee di flusso
Ponte termico
Effetti
- disomogeneità di temperatura su superficie interna
- aumento delle dispersioni termiche
Caratterizzazione
Coefficiente di eterogeneità di temperatura superficiale interna rm
rm 
Ti  T p,n
Ti  T p,o
Ti = temperatura aria interna;
Tp,n = temperatura sulla sup. interna nella zona del ponte termico;
Tp,o = temperatura sulla sup. interna nella zona indisturbata
Il calcolo dei flussi termici dovuti ai ponti termici può essere effettuato
con precisione utilizzando metodi numerici dettagliati in accordo con
UNI EN ISO 10211
flusso termico bi o tridimensionale
UNI EN ISO 14683
consente di calcolare i flussi termici
attraverso metodi semplificati
UNI EN ISO 14683 consente di calcolare il valore della trasmittanza
termica lineica Yk
Generalmente l’influenza dei ponti termici puntuali, esplicitata dal
termine ci, può essere trascurata.
La trasmittanza termica lineica Y può essere determinata con al
relazione
Y = L2D – S Ui li
L2D è il coefficiente di accoppiamento termico lineico ottenuto con
un calcolo bidimensionale del componente che separa i due
ambienti considerati;
Ui è la trasmittanza termica dell’i-esimo componente
monodimensionale che separa i due ambienti considerati;
li è la lunghezza del modello geometrico bidimensionale cui si
applica il valore Ui.
E’ necessario precisare il sistema di dimensioni utilizzate per il
calcolo della trasmittanza termica lineica Y.
Il Prospetto 2 della UNI EN ISO 14683 riporta i valori di
progetto per Y basati su tre sistemi di valutazioni delle
dimensioni dell’edificio:
dimensioni interne, misurate tra le superfici interne finite
di ogni ambiente (escluso lo spessore delle partizioni interne);
dimensioni interne totali, misurate tra le superfici interne
finite degli elementi dell’edificio (incluso lo spessore delle
partizioni interne);
dimensioni esterne, misurate tra le superfici esterne
finite degli elementi esterni dell’edificio.
Esempi da UNI EN 14683
Calcolo con UNI EN ISO 10211
yL = 0,0044 W/(m K)
yL = 0,0645 W/(m K)
Energia richiesta per riscaldamento e raffrescamento
Procedura di calcolo
Energia scambiata per trasmissione
QT 
 k [ H T , k ( q i  q e , k )] t
HT,k = coefficiente di trasmissione con l’ambiente a temperatura qe;
qi = temperatura della zona termica o dell’edificio;
t = periodo
HT è calcolato in accordo con UNI EN 13789- 2008
Per computare il coefficiente di perdita di calore per trasmissione HT :
HT = LD + LS + HU
LS è il coefficiente di accoppiamento tra spazio riscaldato e terreno
Hu è il coefficiente di perdita di calore verso ambienti a temperatura diversa
dall’ambiente considerato
LD il coefficiente di accoppiamento (perdita per dispersione) tra lo spazio
riscaldato e l’esterno attraverso l’involucro edilizio
LD  i Ai Ui  k l k Yk   j c j
Ai = superficie dell’elemento i – esimo dell’involucro edilizio [m2];
Ui = trasmittanza termica dell’elemento i-esimo[W/(m2K)];
lk = lunghezza del ponte termico lineare, [m];
Yk = trasmittanza termica lineica del ponte termico lineare k, [W/(m K)];
cj = trasmittanza termica puntuale del ponte termico j, [W/K]
Capacità termica
In generale al concetto di capacità termica si associa anche il concetto di ritardo
temporale.
In realtà tale concetto andrebbe integrato dal valore della diffusività termica [ a=
l/ (c r)] che esprime il rapporto tra la capacità di condurrre energia termica
rispetto alla capacità di immagazzinare energia.
Bassa diffusività significa che il materiale impiega più tempo per raggiungere
un nuovo equilibrio termico, elevata diffusività significa rapida risposta ad una
variazione termica
Alternativamente, è stato usato il concetto di massa termica
areica m [kg/m2]
Secondo UNI 10344 (ritirata), è il minimo tra:
a) Massa fisica degli strati compresi tra l’aria interna e
lo strato di isolante concentrato
m = S m i = S si r i
b) m = r d
r = densità del primo strato interno (escluso intonaco)
d = spessore efficace [m]
d = 3,71 (l/r)0,5
Massa termica areica m [kg/m2]
Esempio
Descrizione
Intonaco interno
Calcestruzzo
Isolante
Mattoni
Intonaco esterno
s [m]
0,02
0,24
0,05
0,08
0,02
l[W/(m K)]
1,2
0,36
0,045
1,8
0,8
d = 3,71 · (0,36/ 2200)0,5 = 0,047 m
a) m = 0,02 · 1200 + 0,24 · 2200 = 552 kg/ m2
b) m = 0,047 · 2200 = 103,4 kg/m2

r [kg/m3]
1200
2200
40
1000
1600
Ma cosa succede in uno strato di una certa profondità, quando all’esterno la
temperatura varia tra un minimo ed un massimo in un certo periodo
temporale (es. 24 h)?
q
?
qmedia
tempo
q
Variazione esterna
Ad una generica profondità
qmedia
t1 - t2
q
tempo
Dqmax,0 – Dqmax,A
t0 – tB
Dqmax,0 – Dqmax,B
qmedia
A profondità maggiore
t0 - tA
tempo
Osservazione n°1
L’oscillazione di temperatura alla generica ascissa di profondità x = A presenta lo stesso
periodo dell’oscillazione imposta in x = 0 nello stesso generico istante t
Osservazione n°2
L’oscillazione di temperatura alla generica ascissa di profondità x = A risulta in ritardo
(sfasata) rispetto alla oscillazione imposta in x = 0
Osservazione n°3
L’oscillazione di temperatura alla generica ascissa di profondità x = A risulta smorzata
rispetto alla oscillazione imposta in x = 0
Osservazione n°4:
Lo smorzamento e lo sfasamento aumentano al crescere della distanza x
Lo smorzamento e lo sfasamento aumentano al crescere del parametro b e quindi al
diminuire della diffusività termica, ovvero all’aumento del calore specifico e della densità del
materiale
w
p cr
b

2a
P l
w = 2 p /P
P = periodo (es. 24 h = 86 600 s)
a = diffusività termica [m2/s] = l/(c r)
r = densità [kg/m3]; l = conducibilità termica [W/(m K)]
c = calore specifico [J/(kg K)]
Come sarebbe possibile ridurre le escursioni di temperatura?
Quali proprietà dell’involucro occorre ottimizzare in modo più
accurato?
Massa termica (densità)
Capacità /calore specifico
Conducibilità termica
La norma UNI EN 13786 consente di
valutare il comportamento di una
singola parete come risposta ad una
sollecitazione periodica, ma non
dell’intero edificio.
q
q
tempo
tempo
Ma tutto l’edificio risponde
alla sollecitazione termica
Il comportamento dinamico di una struttura edilizia può essere valutato
mediante la norma UNI EN ISO 13786
Parametri significativi
trasmittanza termica dinamica (periodica) Yie
rappresenta una sorta di extra flusso termico
dovuto alla variazione della temperatura oltre il
valore medio
fattore di decremento
ritardo temporale (time shift)
In pratica bassi valori del fattore di decremento f congiuntamente ad alti
valori della capacità termica areica interna e alti valori nello sfasamento
della trasmittanza termica periodica denotano migliori caratteristiche delle
pareti nell’attenuazione degli effetti delle sollecitazioni termiche esterne
estive.
Trasmittanza Termica Periodica Yie
Fe
θ0
Fi
θe
θ
B
F0
A
θe
Δt
θi
P
t
Fi = F0 + B sin [ω (t + Δt)]
P
t
θe = θ0 + A sin (ω t)
F
Fmax = U (θe - θi) + A Yie [W /m2 ]
A = semi ampiezza escursione termica
B = semi ampiezza escursione flusso termico
P = periodo (24 h)
ω = 2π/P = freq. ang.
Trasmittanza Termica Periodica
• La trasmittanza termica periodica tra esterno ed
interno è definita come:
Yie = B / A = U f
[ W /(m2 K )]
• La potenza termica max trasmessa è quindi
pari a:
Fmax = U (θe - θi) + A Yie
[ W /m2 ]
Fmax = U [(θe - θi) + A f ] [ W /m2 ]
Per esempio il tetto:
descrizione (dall'interno)
s
l
r
c
Legno mineralizzato PV 50
0,05
0,077
360
1550
guaina
0,0015
0,1
680
1700
Fibra di canapa
0,05
0,033
80
1600
Legno mineralizzato PV35
0,05
0,077
370
1550
guaina
0,0015
0,1
680
1700
intercapedine d'aria
0,05
0,026
1,2
1005
tavolato
guaina impermeabilizzante
0,035
0,0015
0,13
0,1
500
680
1600
1700
coppi
0,02
2
1250
2700
con s = 5 cm di fibra di canapa
con s = 10 cm di fibra di canapa
Ucopertura = 0,291 W/(m2 K);
Ms = 86,1 kg/m2
Ucopertura = 0,202 W/(m2 K);
Ms = 90,1 kg/m2
YIE = 0,126 W/(m2 K);
time shift = 9,6 [h]
YIE = 0,068 W/(m2 K);
time shift = 11,6 [h]
Costante di tempo dell’edificio

Cm
3,6  (HT  HV )
Cm = capacità termica interna dell’edifico
Cm = Sj ki Aj
k = capacità termica areica secondo UNI EN ISO 13786 dell’elemento jesimo
A = superficie dell’elemento j-esimo
Sono considerati tutti gli elementi in contatto diretto con l’aria ambiente
interno.
In alternativa, come indicato nell’Allegato A della norma UNI EN ISO 13786,
va considerato la stratigrafia degli elementi interni fino al valore massimo
dello spessore pari a 0,10 m.
edificio residenziale
Vigo di TON (TN)
GG = 3143  Zona F
Trasmittanza termica di
componenti di involucro:
Muro esterno: U = 0,24 W/(m2 K)
Tetto: U = 0,27 W/(m2 K)
Geometria:
Volume: 727 m3
Area: 242 m2
Area finestrata / Area disperdente totale
= 0,08
22 July
40
AMBIENTE
INTERNO
AMBIENTE
ESTERNO
°C
35
35
30
30
25
25
20
20
15
15
10
10
5
5
3
6
9
12
15
18
21
24
3
6
9
12
15
18
21
24
3
h
6
0
22/ 07/ 2004 0.00
23/ 07/ 2004 0.00
t i m e [ d d / m m / y y h h :m m ]
Valori misurati – Vigo di TON (TN) estate 2004
July week
40
Smorzamento
35
S = Ai / Aest
30
S1(soggiorno)
S2(camera da letto)
25
20
0,15 ÷ 0,35
0,07 ÷ 0,18
15
Sfasamento orario sulla text massima
10
s1t
s2t
5
ext
0
16/ 07/ 2004 0.00 17/ 07/ 2004 0.00
18/ 07/ 2004 0.00 19/ 07/ 2004 0.00
20/ 07/ 2004 0.00 21/ 07/ 2004 0.00
t i me [ dd / mm / gg hh:m m ]
22/ 07/ 2004 0.00 23/ 07/ 2004 0.00
F1(soggiorno) =
5h10m
F2(camera da letto) = 7h
Qualche considerazione sulla trasmissione periodica del
calore
Quando lo strato di isolamento termico viene spostato sul lato
esterno della parete, la trasmittanza termica periodica Yie
diminuisce, e così il fattore di decremento f.
Ugualmente, poiché il flusso di calore periodico dovuto alla
differenza di temperatura tra interno ed esterno aumenta quando
il fattore di decremento aumenta, se lo strato di isolamento
termico viene spostato sul lato esterno della parete, il flusso di
calore diminuisce il suo valore.
Con lo spostamento dell’isolante verso la parte esterna della
parete, si può verificare che il time shift si allunga.
L’uso di materiale isolante sul lato esterno della parete è quindi
suggeribile per il clima dell’area mediterranea
Tetti verdi
Bass - National Research Council - Canada, 2003
16 luglio 2001
Cliff Davidson
The ONCenter Green Roof in Syracuse (USA)
Potenziale di risparmio energetico per un tetto verde per un
edificio con diversi gradi di isolamento (Atene, Grecia)
da: Castleton H.F., Stovin V., Beck S.B.M., Davison J.B.
Green roofs; building energy savings and the potential for
retrofit
Energy and Buildings, Vol. 42, pp. 1582–1591, 2010
Alcune note
1. I tetti verdi possono ridurre in modo significativo l'uso di energia
negli edifici scarsamente isolati, sia nel caso del raffrescamento
estivo che nel riscaldamento invernale.
2. Più spesso è il substrato del suolo sul tetto, migliore è il
guadagno / perdita di calore nell'edificio.
3. Un terreno meno denso ha più sacche d'aria ed è quindi un
isolante migliore.
4. Il contenuto di umidità del suolo influenza l'entità del calore
perso attraverso l'evapotraspirazione. In caso di terreno umido, è
stato dimostrato che il calore è disperso dall’edificio grazie ad un
maggiore effetto dell'evapotraspirazione. La conduttività del
terreno aumenta anche con il contenuto di umidità, il che significa
che le condizioni del suolo più asciutte offrono un migliore
isolamento termico.
https://www.ideegreen.it/stratigrafia-tetto-verde-estensivo73710.html#p4xJ2ojQ7yrqkf2r.99
1. Solaio di copertura – Base
Il solaio di copertura può essere realizzato con diversi materiali edilizi
anche se in genere è costituito da laterocemento.
2. Primer bituminoso – Strato fissativo
La superficie da coprire con il tetto verde dovrà necessariamente
essere trattata con un primer bituminoso, cioè una sostanza che
penetra nelle porosità del tetto per bloccare le polveri e favorire
l’adesione degli strati successivi.
3. Barriera al vapore – Strato isolante I
La barriera al vapore costituisce un vero e proprio strato isolante e ha
il compito di proteggere il tetto dalla condensa. Da un punto di vista
edilizio, lo strato isolante o barriera al vapore è dato da una
membrana di bitume armata con lamina di alluminio accoppiata a un
monostrato di poliestere.
4. Isolamento termico – Strato isolante II
Ha il compito di coibentare l’abitazione proteggendola dagli sprechi
energetici. Evita la condensazione interna del vapore acqueo sulle
parti fredde quindi serve a prevenire infiltrazioni e problemi correlati
quali umidità e muffa. Nella stratigrafia di un tetto verde
estensivo, lo strato termoisolante può avere un ruolo più o meno
rilevante sullo spessore complessivo della copertura verde. In base ai
materiali scelti e al grado di coibentazione, lo strato termoisolante
può impegnare uno spessore che va dai 2 ai 16 cm.
5. Membrana impermeabile e 6. Membrana antiradice
Si tratta di due membrane, la prima impedisce il passaggio dell’acqua
attraverso la copertura e la seconda blocca un eventuale
attraversamento delle radice negli strati sottostanti. Queste
membrane hanno uno spessore di qualche millimetro. Sono resistenti
alla lacerazione, flessibili al freddo e ottima tenuta al calore. In realtà,
la membrana antiradice non è altro che una membrana impermeabile
che ha subito un trattamento con additivo antiradice così come
disposto dalla normativa EN13948.
7. Strato drenante
Serve a gestire l’acqua piovana. Questo strato occupa uno spessore
piuttosto elevato, in genere tra gli 8 e i 10 cm anche se si possono
usare dei granuli di argilla espansa per uno spessore che può
raggiungere i 15 cm.
8. Strato filtrante
Confina la crescita delle radici delimitando lo strato successivo, quello
del terreno. L’unico materiale che riesce ad attraversare questo strato è
l’acqua che sarà poi gestito dal sottostante strato drenante. Questo
strato ha uno spessore ridottissimo: si utilizzano tessuti geotessili, cioè
foglie spessi circa 1 mm.
9. Substrato di coltura – Vegetazione
Il substrato di coltura termina con la vegetazione superficiale. Questo
substrato occupa uno spessore importante e i materiali normalmente
impiegati prevedono una miscela di minerali (pomice e laterizio) con
componenti organiche che consentono l’attecchimento delle piante
(torba, fibra di cocco…).
Questo strato occupa uno spessore che in genere va tra gli 8 e i 15 cm.
In alcune circostanze si raggiungono anche i 20 cm.
www.daku.it/sistemi/estensivo
1.Vegetazione DAKU SEDUM ed erbacce perenni-graminacee
2.Substrato DAKU ROOF SOIL 2, spessore 10 cm (assestati)
3.Filtro DAKU STABILFILTER SFE
4.Pannello di accumulo e drenaggio DAKU FSD 20 Impianto irrigazione a pioggia
Facciate a “doppia pelle”
•
Sono costituite da una facciata esterna in vetro e
una facciata interna (che potrebbe anche essere
anch’essa in gran parte di vetro) separate da uno
strato d'aria che non è attivamente riscaldato o
raffreddato
•
Può contenere dispositivi di ombreggiamento
regolabili nello spazio tra le due facciate
•
Permette la ventilazione passiva (attraverso finestre
funzionanti) anche in edifici molto alti
•
Risolve il problema del surriscaldamento in edifici
fortemente vetrati, in particolare per le facciate
rivolte a ovest
•
Non elimina la necessità di limitare la frazione di
vetratura al fine di ottimizzare il progetto da un
punto di vista energetico
Pareti ventilate
Sistemi opachi
Sistemi trasparenti
I possibili modelli per l’analisi delle prestazioni delle facciate
ventilate sono, in ordine di complessità decrescente:
- Modelli termofluidodinamici dettagliati che risolvono le
equazioni di campo per le equazioni di conservazione
(continuità, quantità di moto, energia) insieme con le equazioni
fenomenologiche (leggi di Fourier, di Stefan- Boltzmann,
costitutive del fluido e del solido ecc.);
- Modelli semplificati integrali e/o a parametri concentrati sia per
il fluido sia per il solido:
• non capacitivi (ipotesi stato quasi stazionario)
• capacitivi
La resistenza specifica al flusso d'aria richiesta nello strato di
ventilazione dipende da quanto velocemente l'aria fluisce nello
strato di ventilazione, e da quanto è elevata la permeabilità all'aria
dell'isolamento sottostante.
Una muratura potrebbe essere progettata senza ventilazione, con
scarsa ventilazione o con più o con un grado più o meno elevato
grado di ventilazione.
Il grado di ventilazione è controllato dalle aperture di ventilazione
della facciata. La tabella 1 mostra diversi tipi di sistemi di
isolamento a parete in base alle dimensioni delle bocchette di
aerazione.
Av è l'area dell'apertura di ventilazione nella parte inferiore della
parete per metro lineare di larghezza della parete.
Schermo all’acqua
I sistemi di rivestimento a parete ventilata possiedono una
naturale propensione a proteggere efficacemente l’edificio
dall’azione combinata di pioggia e vento.
Questo grazie alla presenza sia dei giunti aperti tra gli elementi
di rivestimento, sia di una netta discontinuità fisica tra il
rivestimento esterno e la retrostante muratura cieca, realizzata
da una intercapedine che, all’uopo, dovrebbe avere uno spessore
ovunque non inferiore a 2-3 cm.
In caso di eventi meteorici prolungati o di eccezionale intensità,
ciò impedisce che la pioggia possa giungere a bagnare in modo
significativo lo strato isolante, posato anche sulla faccia esterna
del tamponamento murario, o addirittura la massa della
muratura, evitando in tal modo che vi sia il temporaneo
incremento della trasmittanza termica e/o l’innesco di fenomeni
di degrado della parete.
Per garantire l’effetto sopra descritto l’intercapedine deve
essere continua e non soggetta, sotto l’azione del vento, ad una
pressione sensibilmente inferiore a quella presente sulla faccia
esterna del rivestimento.
In caso contrario, sotto l’azione di pioggia e vento, verrebbe
facilmente richiamata acqua in quantità nell’intercapedine.
Funzionale ed utile all’equalizzazione della pressione dell’aria tra
la faccia esterna e quella interna del rivestimento è di
conseguenza la non sigillatura dei suoi giunti verticali e/o
orizzontali tra elemento ed elemento.
Non tamponando o sigillando i giunti tra lastre e possibile che, nel corso
di eventi meteorici di una certa intensità (accompagnati da stravento),
una modesta quota parte dell’acqua battente e di ruscellamento si
infiltri nell’intercapedine ed una sua ulteriore frazione minima riesca a
raggiungere la faccia esterna dell’isolante.
Tuttavia, se lo strato coibente e continuo, non vi saranno apprezzabili
conseguenze né per il medesimo né per la parete retrostante. Al
massimo potrà esservi un lieve temporaneo calo prestazionale che
cesserà non appena l’acqua o l’umidità assorbita rievaporeranno.
Vari sono i materiali termoisolanti
impiegabili nei sistemi a parete
ventilata,
in
forma
di
pannelli
rigidi/semirigidi oppure in materassini,
la cui forma e dimensioni dipendono
delle caratteristiche fisico-meccaniche
del materiale, dalle modalità di
trasporto, movimentazione e messa in
opera del medesimo e dal valore di
trasmittanza termica da assegnare
alla parete.
Tra essi, gli isolanti in lana di roccia
hanno dimostrato una più che buona
propensione all’impiego in sistemi a
parete ventilata. Al riguardo merita
segnalare che fra i più interessanti
prodotti in lana di roccia in commercio
vi sono i pannelli a doppia densità,
disponibili anche con rivestimento
superficiale in velo minerale di colore
nero.
La trasmissione dei rumori aerei
attraverso un elemento di chiusura
non e facilmente stimabile con
strumenti analitici semplici, in quanto
le leggi fisiche da utilizzare nella
modellazione della trasmissione delle
vibrazioni nell’aria non sono sempre
riconducibili a formule elementari ed i
modelli sono fortemente influenzati
da: dettagli della chiusura, continuità
degli strati assorbenti e di quelli di
tenuta all’aria, discontinuità degli
strati di separazione (ponti acustici in
grado
di
compromettere
la
prestazione prevista) e dalla tipologia
di parete.
Le soluzioni di rivestimento a parete ventilata possono contribuire in
maniera significativa all’abbattimento del rumore garantendo adeguati
livelli di comfort all’interno degli edifici. Il funzionamento dell’intero
sistema di rivestimento può essere assimilabile ad una “trappola
acustica”.
La riduzione dei livelli di pressione sonora avviene tramite la parziale
riflessione dell’onda acustica incidente ad opera dalle lastre di
rivestimento, l’assorbimento e la dissipazione di una quota parte della
medesima mediante vibrazione dei singoli elementi (possibile grazie
alle particolari modalità di fissaggio degli elementi di rivestimento alla
sottostruttura) e l’assorbimento e lo smorzamento determinati anche
dall’intercapedine e dallo strato di isolamento termico quando esso
abbia proprietà fonoassorbenti (come nel caso della lana di roccia).
Efficace può risultare un isolamento in pannelli di lana di roccia,
posati a giunti sfalsati e dotati di due differenti densità: più bassa
nello strato a diretto contatto della muratura di tamponamento e
maggiore in quello più esterno.
In tal caso il sistema a parete ventilata può garantire una buona
riflessione dell’onda acustica ad opera del rivestimento esterno ed
un elevato valore di assorbimento della stessa per effetto dell’azione
combinata intercapedine-isolante.
Ciò favorisce il raggiungimento di un elevato valore dell’indice
d’isolamento acustico standardizzato, superiore ai livelli minimi
prestazionali previsti dalle vigenti Normative
.
Nei sistemi micro o pseudo ventilati, solitamente non dotati di griglie di
immissione ed espulsione aria, la circolazione dell’aria in intercapedine
risulta si presente ma in misura molto limitata, ciò in funzione dell’area
libera dei giunti verticali e/o orizzontali del rivestimento.
In tal caso la funzione primaria dell’intercapedine abbinata al
rivestimento sarà quella di protezione della parete retrostante da
condizioni meteoriche avverse.
Nelle pareti ventilate vere e proprie la portata d’aria dipende invece
dalle dimensioni delle aperture (griglie) di ingresso ed espulsione ed e
definita dal documento tecnico DTU P 50-702 janvier 1997 “Regles Th
– K: Regles de calcul des caracteristiques thermiques utiles des parois
de construction”, paragrafo “2,14 Parties courantes comprenant une
lame d’air ventilee”.
Tale procedura di calcolo e riproposta anche all’interno della normativa
italiana UNI 11018:2003 - Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per
facciate ventilate a montaggio meccanico - Istruzioni per la
progettazione, l’esecuzione e la manutenzione - Rivestimenti lapidei e
ceramici 4.
Con riferimento alla tipologia di ventilazione in intercapedine si
possono identificare i tre casi seguenti:
- pareti molto debolmente
microventilate);
- pareti debolmente ventilate;
- pareti fortemente ventilate.
ventilate
(dette
anche
La ventilazione dell’intercapedine e caratterizzata:
- dal rapporto tra l’area totale delle aperture superiori e
inferiori di ventilazione s [m2] e dalla lunghezza della parete L [m],
nel caso di pareti verticali o assimilabili che formano con
l’orizzontale un angolo superiore a 60°;
- dal rapporto tra la sezione totale dei fori di ventilazione s
[m2], e la superficie della parete A [m2], nel caso di pareti inclinate
che formano con l’orizzontale un angolo uguale o inferiore a 60°.
Pareti molto debolmente ventilate
Le pareti molto debolmente ventilate sono definite in base ai valori:
-- s/A < 0,0003 m2/m2 per le pareti inclinate (α ≤ 60°);
-- s/L < 0,002 m2/m per le pareti verticali o assimilabili (α > 60°).
Il calcolo della trasmittanza termica e effettuato supponendo
un’intercapedine d’aria non ventilata, ovvero utilizzando la formula
qui di seguito riportata:
1
1
1

 Ri  Rlama  Re 
U
hint
hest
- U è la trasmittanza termica totale della parete [W/(m2K)];
- hi è il coefficiente di scambio termico superficiale convettivo-radiativo
interno [W/(m2K)];
- Ri è la resistenza termica della parte interna della parete [m2K/W];
- Rlama è la resistenza termica della lama d’aria [m2K/W];
- Re è la resistenza termica della parte esterna della parete [m2K/W];
- he è il coefficiente di scambio termico superficiale convettivo-radiativo
esterno [W/m2K].
Pareti debolmente ventilate
Le pareti debolmente ventilate sono definite in base all’angolo
d’inclinazione rispetto alla verticale:
- pareti verticali o assimilabili, (α > 60°);
- pareti inclinate (α ≤ 60°).
Le pareti debolmente ventilate che formano con l’orizzontale un
angolo uguale o inferiore a 60° sono definite da: 0,0003 ≤ s/A <
0,003 m2/m2.
Il valore della trasmittanza è dato dalla formula:
U  U0  l (
U0 2
)
Ue
- U0 e la trasmittanza termica della parete supposta non ventilata
[W/(m2 K)];
- l è il coefficiente funzione della somma (Ui + Ue) [W/(m2 K)];
- Ue è la trasmittanza termica della parte esterna della facciata
[W/(m2 K)];
- Ui è la trasmittanza termica della parte interna della parete [W/(m2
K)];
1
1
R

 Ri  lama
Ui
hint
2
R
1
1

 Re  lama
Ue
hest
2
Le pareti debolmente ventilate che formano con l’orizzontale un
angolo superiore a 60° sono definite da: 0,002 ≤ s/L < 0,05 m2/m.
Il valore della trasmittanza e dato dalla formula:
U  U0  J (
U0 2
)
Ue
In questa formula, J e un coefficiente funzione del rapporto s/L e
U0/Ue e della somma (Ui + Ue), mentre Ui, Ue e U0 hanno lo stesso
significato sopra riportato.
Il valore di J, espresso in W/(m2K) è cosi calcolato:
- per 0,002 ≤ s/L < 0,02 m2/m, dalla lettura dell’abaco;
- per 0,002 ≤ s/L < 0,05 m2/m, moltiplicando per 1,35 il valore letto
sull’abaco
Pareti fortemente ventilate
Anche per le pareti fortemente ventilate, si effettua una distinzione
a seconda dell’esposizione (orientamento rispetto ai punti
cardinali) e dell’inclinazione:
- s/A ≥ 0,003 m2/m2, per le pareti orizzontali (α ≤ 60°);
-s/L ≥ 0,05 m2/m, per le pareti verticali (α > 60°).
Il calcolo viene effettuato trascurando il rivestimento esterno e
considerando ferma l’aria nell’ambiente esterno.
Il valore della trasmittanza è dato dalla formula:
1
1
1

 Ri 
U
hint
hest
con:
1/hi + 1/he = 0,22 [m2 W/K]
Igro-sensibilità
Un aspetto essenziale del comportamento delle soluzioni tecniche d’involucro e
quello del controllo delle formazioni di condensazione superficiale ed interstiziale
che, oltre ad influire sulle condizioni di igiene e salubrità degli ambienti, può
avere influenza sulla prestazione energetica, nonchè sulla durabilità e
sull’aspetto estetico delle soluzioni stesse.
Al riguardo va tenuto presente che la formazione di condensa avviene quando il
flusso di vapore acqueo che lambisce ed eventualmente anche permea un
componente edilizio, a seguito della progressiva diminuzione della temperatura,
giunge a saturazione e subisce una transizione di fase da vapore a liquido.
Qualora la formazione di condensa avvenga su una delle due facce della parete
si parla di condensazione superficiale (ciò si manifesta quando la temperatura
superficiale interna o esterna della parete e inferiore a quella di rugiada).
Se invece la transizione di fase avviene all’interfaccia tra due strati, oppure
all’interno dei pori di uno dei materiali costituenti la parete di facciata, la
condensazione si dice interstiziale.
Sulla superficie interna di una parete si ha la formazione di condensa quando la
sua temperatura e inferiore a quella di rugiada per l’aria che la lambisce,
giacchè il valore della temperatura di rugiada non è fisso ma funzione della
temperatura e dell’umidita relativa dall’aria presente nell’ambiente.
High school example: Grandschule in
Riedberg, Frankfurt
South facade
Source: Danny Harvey
Triple-glazing throughout, maximized passive solar heat gain
Source: Danny Harvey
Retractable external shading
Source: Danny Harvey
Passive ventilation and night-time cooling; mechanical
system shut off from ~ early May to end of September
Source: Danny Harvey
Corridor DSF, Centre for Cellular and
Molecular Biology, University of Toronto
Source: Sandy Kiang,Toronto
Scuola media
Empoli - 2001
Superficie riscaldata o superficie lorda
1.800 m2 Superficie netta
1.800 m2 Volume riscaldato o raffrescato
7.500 m3 Superficie dell´involucro edilizio
600 m2 Numero medio di occupanti
70 occupanti
Elemento Costruttivo Trasmittanza Termica
(W/m2K)
Muro esterno in laterizio
0,28
Finestra
1,7
Copertura ventilata
0,28
Solaio: spazi tecnici e magazzino
0,50
Valore medio di trasmittanza termica
0,43
Dispositivi di controllo solare ed ombreggiatura ben progettati riducono
drammaticamente il guadagno termico di picco dell’edificio e la necessità di
raffrescamento oltre a migliorare la qualità della luce diurna all’interno
dell’edificio stesso.
La scuola riduce la quantità di consumo energetico annuale per il raffrescamento
dal 5 al 15 %. Il controllo solare e l’uso di dispositivi di ombreggiatura migliorano
anche il comfort visivo degli utenti, controllando il bagliore e riducendo il rapporto
di contrasto.
Ciò spesso porta ad un aumento di soddisfazione e comfort.
Riscaldamento
Recuperando ed impiegando il calore che andrebbe disperso lungo la
canna fumaria, le migliori caldaie ad alta efficienza possono funzionare
con efficienze stagionali superiori al 90%.
Recuperando il calore della canna fumaria, la temperatura dei fumi arriva
ad un valore in cui il vapore prodotto dalla combustione viene condensato.
Un effetto collaterale è dovuto al fatto che la condensa, normalmente
acidula, deve essere eliminata attraverso un sistema di drenaggio.
Tutte le caldaie a condensazione producono pennacchi di fumo dalla
canna fumaria che sembrano vapore. I pennacchi di fumo possono
arrivare alle proprietà confinanti provocando fastidio e condensa sul vetro
o sui profili delle finestre per cui è necessario un attento posizionamento
della canna fumaria soprattutto quando può avere effetti sulle proprietà
confinanti.
Il raffrescamento naturale viene garantito dalla presenza della “finestra
intelligente” che si compone essenzialmente di due componenti di base in profili
estrusi di PVC: la parte superiore (trasparente) che ospita i sistemi di controllo
della radiazione solare e dell’isolamento, mentre la parte inferiore, opaca,
contiene il sistema di ventilazione e lo scambiatore di calore.
Questi due componenti possono anche essere utilizzati in modo indipendente, ed
assemblati in configurazioni “normali” di infissi, in modo da fornire le prestazioni
richieste.
I componenti accessori che integrano la parte superiore del blocco finestra, e che
possono essere montati in modo indipendente, sono costituiti da:
* un pannello esterno (apribile) costituito da vetro temperato
* un pannello interno (apribile) con vetrocamera 4-6-3+3 con la lastra interna
bassoemissiva
* una tenda oscurante motorizzata
* una tenda motorizzata parzialmente riflettente (40%)
* il modulo di controllo in fuzzy logic ed i sensori ambientali di temperatura, e
rilevazione persone
* accessori.
Il consumo energetico totale è stato monitorato per dodici mesi tra ottobre 2000
e settembre 2001 con un risultato di 80 kWh/m2 annuo.
Il diagramma dimostra che i sistemi passivi adottati riducono il consumo
energetico sia dell’impianto elettrico che di quello meccanico.
L’impianto tecnico prevede:
la centrale elettrica
un impianto di riscaldamento di tipo misto a pannelli radianti ed a radiatori
un sistema di purificazione dell’aria
un sistema di raffrescamento notturno realizzato con l’uso di tre gruppi di
filtri per lo scambio di aria esterna.
Scarica