A mamma Maria Cristina, la bellezza, la vita e la musica di cui sono fatte le stelle e a papà Giuseppe, albero sempreverde nel giardino della mia vita 4 Si ringraziano: o o o o o o o L’Amministrazione comunale di Gallipoli L’Associazione Pro Loco di Gallipoli La Basilica Concattedrale Sant’Agata di Gallipoli La Venerabile Arciconfraternita delle SS. Anime del Purgatorio di Gallipoli Luisa Cosi, musicologa Enzo Della Rocca, priore della Confraternita di Maria SSma del Monte Carmelo e della Misericordia Alessandro Magni, cultore appassionato delle tradizioni popolari di Gallipoli ______________________ Finito di stampare nel mese di novembre 2020 presso PressUP, Nepi (VT) 5 Indice_____________________________ o La pastorale, musica povera e ricca di storia di Enrico Tricarico, pag. 6 o Prefazione di Dinko Fabris, pag. 9 o Fonti scritte e tradizione orale, nuova luce sulle pastorali custodite a Gallipoli di Giacomo Sances, pag. 10 o Grato suono di pastorali accenti di Elsa Martinelli, pag. 15 o Prefazione di Don Antonio Parisi, pag. 18 o Il prodotto scrittorio di Vincenzo Alemanno e le sue caratteristiche personalizzanti di Emanuele Fontana, pag. 19 o Apparato critico delle cinque pastorali settecentesche di Giacomo Sances, pag. 24 o Edizione anastatica delle cinque pastorali settecentesche, pag. 30 o Analisi critica, documentaria e comparativa della Tradizionale pastorale gallipolina di Enrico Tricarico, pag. 35 1. Pastorale in DO “La capricciosa”, pag. 46 2. Pastorale in MIb “La nobile”, pag. 49 3. Pastorale in SOL “La bucolica”, pag. 51 4. Pastorale in RE “La gioiosa”, pag. 53 5. Pastorale in SIb “La natalizia”, pag. 56 6. Tarantella pizzicata, di Enrico Tricarico, pag. 58 7. “Prima” Pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 60 8. “Seconda” Pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 65 9. La vera pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 71 10. Pastorale gallipolina dell’Ottocento di Vincenzo Alemanno/Trascrizione di Ettore Vernole, pag. 77 11. Pastorale gallipolina di Vincenzo Alemanno/Trascrizione di Enrico Tricarico, pag. 79 12. Tradizionale pastorale gallipolina variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno, pag. 83 ______________________________________ Trascrizioni per quartetto/orchestra d’archi I. Pastorale in DO “La capricciosa”, pag. 86 II. Pastorale in MIb “La nobile”, pag. 90 III. Pastorale in SOL “La bucolica”, pag. 93 IV. Pastorale in RE “La gioiosa”, pag. 96 V. Pastorale in SIb “La natalizia”, pag. 100 VI. Tarantella pizzicata di Enrico Tricarico, pag. 102 VII. “Prima” Pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 105 VIII. “Seconda” Pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 112 IX. La vera pastorella, di Vincenzo Alemanno, pag. 119 X. Tradizionale pastorale gallipolina, pag. 125 > Parti staccate, da pag. 128 6 La pastorale, musica povera e ricca di storia di Enrico Tricarico Per lungo tempo hanno aspettato di uscire dal silenzio dove erano relegate le cinque pastorali custodite nel Fondo Vernole della Biblioteca Civica di Gallipoli e le tre Pastorelle custodite nell’archivio musicale della Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio di Gallipoli: è musica che riecheggia spiritualità, immagini di soleggiati cortili, antichi profumi e gioia di vita. Le ricche sfumature cromatiche, insieme a singolari e interessanti accezioni contenute in queste pastorali le elevano a squisita, armoniosa ed elegante arte. È ignota la paternità delle prime cinque pastorali risalenti al XVIII secolo ed è possibile che alcune di esse siano della stessa mano creatrice, poiché alcuni singolari e riconoscibili stilemi ricorrono frequentemente. Si potrebbe allora pensare ai compositori attivi nel Settecento gallipolino ossia i cugini Francesco e Bonaventura Tricarico, fondatori di una fortunata scuola musicale rinomata soprattutto per l’educazione al canto, Giuseppe Chiriatti, Nicola Caputi, Crispino Pasanisi, Nicola Brancaccio, Bonaventura Allegretti e il francescano fra’ Giovanni Maria. Tuttavia nessuna fonte accerta che queste pastorali siano effettivamente opera di compositori di Gallipoli, anche se le si vogliono credere ad ogni modo “gallipoline” in quanto conservate negli archivi storici della città e rimandano ad una genuina tradizione locale. In questa edizione le cinque pastorali settecentesche sono corredate di nomi di fantasia per una facile identificazione delle stesse: o la pastorale in Do “La capricciosa” o la pastorale in Mib “La nobile” o la pastorale in Sol “La bucolica” o la pastorale in Re “La gioiosa” o la pastorale in Sib “La natalizia” Le partiture originali di tali musiche sono per strumento a tastiera, vengono qui trascritte fedelmente ed emendate dai refusi dei copisti. Quindi sono proposte nella trascrizione per quartetto o orchestra d’archi. Le pastorali, insieme alle tarantelle, rappresentano un vasto patrimonio etnocoreutico del meridione d’Italia: sono due forme musicali “sorelle”, le prime dal carattere riflessivo e dolce e le seconde dalla personalità spiritosa e spavalda. Per questo motivo alla Pastorale in Sib “La natalizia”, così chiamata in quanto contenente una citazione del Tu scendi dalle stelle, è stata associata a una inedita Tarantella pizzicata, come a chiudere il cerchio delle due forme musicali fra loro imparentate. Il termine “Pizzica - pizzica”, rintracciato per la prima volta sul finire del XVIII secolo, indicava, non a caso, una “nobilitata tarantella”. 7 Una presentazione a sé esige l’ultima pastorale della presente antologia: si tratta della Tradizionale pastorale gallipolina che ancora oggi accompagna gli usi e i costumi del Natale gallipolino. È una musica da sempre ritenuta anonima in relazione alla quale miei recenti studi e indagini legano le sue origini ad una Pastorella dell’arguto compositore gallipolino Vincenzo Achille Alemanno (16 agosto 1827 - post 1913). L’indagine porta a conclusione che la Tradizionale pastorale gallipolina ha una lunga storia di circa 150 anni. Essa fa parte di un ciclo di tre composizioni a tema scritte in età giovanile: due Pastorelle in Sol e La vera pastorella in Re, musiche elaborate per un ricco organico orchestrale nelle quali le melodie sgorgano finemente ricamate come sorgente d’acqua fresca. Dalle parti d’orchestra superstiti sono state ricavate le riduzioni per strumento a tastiera e le trascrizioni per quartetto o orchestra d’archi qui edite. _______________________________ Il mistero dell’Incarnazione è sentito con grande intensità nella tradizione carmelitana. La grande Santa Teresa d’Avila amava fare da sceneggiatrice e “regista” di piccole drammatizzazioni nelle “ricreazioni” in cui la comunità interpretava i vari personaggi del presepe. Erano per lo più rime d’occasione, ma non mancavano di grazia, come queste strofette dove la Santa immagina il dialogo con un pastore al quale ha dato il nome convenzionale di Biagio e la “pastorella” raffigura la Vergine Maria: Nella notte di Natale (Poesie, XIII) Teresa: Biagio, mio servo, guarda giù chi canta. Biagio: Son angeli, signora! Sì, son angeli! Angelo: E tutto il cielo di candor si ammanta. T: Vaga e palpita d'intorno una dolce cantilena, Biagio, ormai che si fa giorno, vieni e rapido mi mena a veder la pastorella che ha la voce così bella. A: Biagio, mio servo... T: Di che luce fulgoreggia! Donde vien questa fanciulla? Fra l'onor di qualche reggia ebbe certo la sua culla. B: Essa è figlia dell'Eterno e risplende in sempiterno. A: Biagio, mio servo… 8 La popolarità della prima Pastorella di Vincenzo Alemanno, in cui si rintracciano i motivi che compongono l’odierna Tradizionale pastorale gallipolina, è dovuta con ogni probabilità ad una già conosciuta ninna nanna che veniva intonata sulle sue melodie e che sin da allora ebbe una notevole diffusione orale. Il soggetto di questa ninna nanna popolare è l’allattamento del Figlio di Dio da parte della Vergine Madre, un aspetto dell'Incarnazione cantato dalla Chiesa per secoli. Santa Teresa d’Avila ha accolto questa tradizione dalla liturgia e da diversi autori spirituali, “cantandola” in molte sue poesie e “ricreazioni”, come poi farà anche Santa Teresa di Lisieux qualche secolo dopo. Si può interpretare così, quindi, il legame devozionale del popolo gallipolino a Santa Teresa d’Avila che ha ispirato questo testo popolare prestato alle note della pastorale gallipolina che viene eseguita, oggi, proprio a partire dal giorno della sua ricorrenza, il 15 ottobre, nell’omonimo monastero gallipolino: Maria sciaquava, Giuseppa spandìa, lu fiju chiangìa, ca u latte ulìa. Statte quetu fiju meu ca moi te piju, te tau lu latte e te portu a curcà. Statte quetu fiuju meu ca lu latte nu je meu, me l’ha tatu Gesù Bambinu cu te criscu comu nu piru, me l’ha tatu lu Patreternu cu te criscu beddhu beddhu. Maria lavava, Giuseppe stendeva i panni, il figlio piangeva, perché voleva il latte. Fa’ silenzio figlio mio, ora ti prendo, ti do il latte e ti porto a dormire. Fa’ silenzio figlio mio, perché il latte non è mio. Me lo ha dato Gesù Bambino per farti crescere come un pero, me lo ha dato il Padre Eterno per farti crescere bello bello. L’atmosfera amabile dei nostri antichi che hanno goduto della purezza di questa musica, sembra magicamente rinnovarsi ogni volta che le vie di Gallipoli sono cullate dalle onde musicali della Tradizionale pastorale natalizia. 9 Dinko Fabris Musicologo dell’Università della Basilicata e del Conservatorio di Napoli Last President della International Musicological Society 2017-2022 La tradizione della musica legata alla Natività è molto sentita nell’Italia meridionale e anche in Puglia, in particolare grazie alle radicata presenza francescana che introdusse dapprima le rappresentazioni del presepe vivente e poi, durante il rinascimento, le sue raffigurazioni plastiche in scene presepiali in pietra di straordinaria efficacia. A Gallipoli questo legame sembra essere ancora più forte che nel resto della Puglia. Basta entrare nella chiesa di San Francesco d’Assisi per rendersene conto: lascia senza fiato la scena della Natività che un anonimo scultore dei primi decenni del Cinquecento - per tradizione attribuito a Stefano da Putignano - ha creato in pietra con il Bambino circondato dai genitori e dagli animali, ma soprattutto con in alto un concerto angelico formato da alati suonatori con strumenti fedelmente rappresentati: flauto e tamburo, viola d’arco e al centro un putto che canta e suona il liuto poggiando con il piede sul mondo. Il simbolo dell’armonia universale prodotta dalla nascita del Verbo bambino, tocca in quest’opera d’arte una delle sue vette nella produzione rinascimentale europea. Sopra il presepe, in cantoria, lo splendido organo costruito nel 1726 dagli organari gallipolini Pietro e Simone Chircher riluccica nei preziosi ori barocchi. Era questa per secoli l’atmosfera sonora incantata che i cittadini di Gallipoli ritrovavano nelle funzioni che preparavano il Natale, in cui protagonista assoluta era una melodia armonizzata in maniera assai personale in città, conosciuta in tutta l’Europa come la Pastorale. La stessa linea melodica era stata usata fin dal secolo XV in tante forme diverse, non a caso anche nella canzoncina Tu scendi dalle stelle, composta a Napoli nel Settecento da Sant’Alfonso da Liguori sulla base del più antico Quanno nascette o ninno. Nella città che vide nascere la prima scuola di canto in Puglia, per opera dei membri della famiglia Tricarico famosi in tutta Europa, risuonavano nelle varie chiese e nelle feste organizzate dalle confraternite le diverse intonazioni e varianti sulla Pastorale come una festosa gara popolare. Negli anni scorsi erano stati individuati manoscritti di Pastorali in altre città della Puglia, in particolare nel prezioso fondo musicale sette-ottocentesco delle monache benedettine del Monastero di San Lorenzo a San Severo. I manoscritti conservati gelosamente a Gallipoli per secoli, ed ora divulgati per la prima volta dall’edizione del compositore e ricercatore Enrico Tricarico, sono un documento di straordinario interesse che riporta a quelle meravigliose sensazioni del passato. Sono certo che questa edizione potrà essere di stimolo non soltanto per far nascere simili iniziative in altre città pugliesi, ma soprattutto potrà rinverdire il rapporto di Gallipoli con il suo passato artistico - musicale, a partire dalla rievocazione dei suoni magici del Natale. 10 Fonti scritte e tradizione orale, nuova luce sulle pastorali custodite a Gallipoli di Giacomo Sances Musicologo Quando a Gallipoli riecheggia la Pastorale, la città si veste di un magico alone di mistero e si trasforma in un presepe a cielo aperto dove passato e presente convivono pacificamente. Le melodie della nenia natalizia hanno il potere di accendere sorrisi meravigliati sui volti dei bambini che le ascoltano per la prima volta e quesiti nostalgici nella testa degli adulti che le conoscono da tempo immemore: “Da dove viene questa musica? Apparteneva ai nostri avi, ma chi l’ha composta e quando?”. Sono quesiti destinati a non ricevere grandi risposte per il semplice fatto che la tradizione della pastorale gallipolina rientra nell’oralità. È il risultato di secoli di trasmissione del sapere musicale ‘per imitazione’, da padre in figlio, secondo un processo di modifiche e innovazioni che dipendevano dagli organici, dalle occasioni, dal gusto e dalla contesa tra due volontà opposte: quella di rinnovare e quella di tutelare un humus storico-musicale secolare, ma passibile di evoluzioni, come caratteristico di ogni tradizione orale. Nonostante la preminenza della tradizione orale, oggi si rintracciano molteplici fonti scritte di composizioni esplicitamente definite ‘pastorali’, intese non come mero aggettivo affibbiato ad altri brani, ma come composizioni che coniugano in sé, o fanno emergere, alcuni elementi basilari: - ritmo ternario che favorisce la concezione di una ninna nanna; - riferimenti all’ambiente bucolico (sia pur come motivo melodico riferibile a particolari strumenti pastorali); - contenuto devozionale dedicato al periodo natalizio.1 Le fonti di pastorali si dividono essenzialmente in due tipologie: vocali e strumentali. Le prime, riconducibili soprattutto all’area napoletana ed ivi conservate, hanno una paternità accertata, si arricchiscono di voci umane, soliste o corali, e si mescolano terminologicamente con generi quali arie,2 mottetti,3 cantate con basso 1 Secondo il New Grove, probabilmente i prototipi stilistici musicali delle pastorali, prima di essere resi celebri da Corelli, sono da rintracciarsi nella collezione Pastorali concenti al presepe di Francesco Fiamengo del 1637, eseguiti a Messina per uso domestico e devozionale (cfr. The New Grove Dictionary of Music and Musicians, 2nd edition, London-New York, Macmillan, 2001, voce “Pastoral”, 4) Christmas and instrumental pastorals in Italy). Non è forse un caso che il Capriccio fatto sopra la Pastorale di Girolamo Frescobaldi sia proprio dello stesso anno. 2 Si veda, ad esempio, la coppia di “arie pastorali” di Francesco Recupero dall’incipit Insolita portenta terra (Dormi care Puer) ed Eia mortales (Dormi puer et quiesce) entrambe contenute in I-Nc, segnature M. Rel 1918 ed M. Rel. 1919. Il testo delle due composizioni si riferisce esplicitamente al presepe e alla nascita di Cristo e, propriamente, si tratta di arie con strumenti, precedute da un recitativo, fattore che le imparenta con le cantate. 3 Tale poteva essere anche il Mottetto pastorale a più voci con vv. [violini] del Sig:r Gennaro Manna, del quale rimangono le parti staccate strumentali presso I-Nf AMCO MS 142.2. Tuttavia il brano poteva essere dedicato non al Natale, ma ad altre occasioni religiose, come il Mottetto Pastorale in lode | del S.S.mo Crocifisso del Carmine | A nove Voci con Violini, Tromba, due Cornetti, e | due Flauti del | Sig:r Gaetano Veneziani […] conservato in I-Nf AMCO MS 179.5. Altri compositori di “scuola napoletana” che hanno lasciato “mottetti pastorale” o “mottetti in pastorale” 11 continuo o, addirittura, vere e proprie cantate orchestrali e corali.4 Da un punto di vista testuale queste composizioni si legano al Natale e al presepe; pertanto le liriche si concentrano sulla descrizione di azioni ed emozioni dei personaggi del presepe (la Sacra Famiglia e i pastori) i quali non disdegnano di dialogare tra loro o di intonare canti per venerare il Bambinello nella grotta.5 Il secondo tipo di pastorali, invece, consta di semplicissimi brani strumentali, quasi sempre adespoti e solitamente per strumento a tastiera. Avevano funzione artistica, devozionale e, in alcuni casi, liturgica.6 Molto probabilmente questi brani erano eseguiti in successione con altri, anche se oggi si conservano come fonti manoscritte su poche carte sciolte, utili a far circolare musica d’uso. Queste pastorali risalgono ai secoli XVII e XVIII e geograficamente sono legate al Meridione d’Italia, anche se il fenomeno non è esclusivo del Sud d’Italia e si rintracciano pastorali per il Natale in tutta l’Europa del tempo.7 Proprio di questo secondo tipo sono le pastorali risalenti ai secoli XVIII e XIX che oggi sono custodite in altrettanti manoscritti conservati nella Biblioteca Comunale di Gallipoli (I-GALc), fondo Vernole, sezione Musica, che sono il fulcro di questa edizione. Eccone lo spoglio:8 Segnatura in I-GALc L 1/6 Incipit Tonalità Metro Data Organico Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre Do maggiore 12/8 [XVIII sec] [Str. a tastiera] L 1/2 Pastorale | Larghetto 12/8 21 Feb.ro 1784 [Str. a tastiera] L 1/3 Pastorale And.[ant]e 12/8 [XVIII sec] [Str. a tastiera] L 1/5 à tempo 12/8 [XVIII sec] [Str. a tastiera] L 1/4 Pastorale [XVIII sec] [Str. a tastiera] L 1/7 Pastorale gallipolina | dell’Ottocento [Pastorale gallipolina dell’800] Mi b maggiore Sol maggiore Re maggiore Si b maggiore Sol maggiore Sol maggiore 6/8 [XIX sec] [Violino] 6/8 [XIX sec] [Str. a tastiera] L 1/7 bis 12/8 9 Info codicologiche 3cc 230 x 320 bb. 2cc 185 x 280 2cc 220 x 300 2cc 220 x 280 10 1c 220 x 285 Parte 210 x 285 Parte 210 x 285 34 51 40 55 28 94 77 sono Fenaroli (cfr. I-Nc Mus.Rel. 571(1-12) olim X.1788; Pacco 1788), Durante (cfr. I-Mc Noseda M.38.16 olim. 2620; 3624) e Paisiello (cfr. I-Fp F.P.Ch.639). 4 Da non confondersi con le “cantate pastorali” che rientrano nello sterminato corpus di cantate a voce sola e bc, le cui tematiche sono in gran parte di carattere bucolico. Esse non hanno alcun riferimento al periodo natalizio. Solo a titolo d’esempio, in questo senso, interessantissima è la “Cantata Pastorale” Se chiudi il ciglio di Giacomo Maraucci conservata presso la biblioteca del conservatorio di Napoli (I-Nc, Cantate 185) che, nella semplice struttura di aria recitativo - aria (A-R-A), vede la Madonna stessa intonare due deliziose ninnenanne al nato Bambino. 5 Sono innumerevoli le composizioni con questo soggetto: oltre ai lavori citati nelle note precedenti e agli autori citati in seguito da ELSA MARTINELLI, Grato suono di pastorali accenti, infra, si cita la Pastorale a 5 Voci con V.V. per la nascita di N. S. del 1670 di Cristoforo Caresana (I-Nf AMCO MS 166.9) e le pastorali cantate in latino, legate al tema del presepe di Gaetano Veneziani: Vos pastores (I-Nf AMCO MS 181.5) e Pastores ne mora laetantes (I-Nf AMCO MS 182.2). 6 Cfr. New Grove, cit., voce “Pastorella”. Una semplice ricerca su cataloghi e repertori di uso comune, tra l’altro, dimostra l’esistenza di un cospicuo numero di fonti scritte con musica di “Pastorali per l’Elevazione”. Una citazione di tutte le fonti in questa sede sarebbe inopportuna. 7 A questo il New Grove, cit., dedica un intero paragrafo della voce “Pastoral”: 17th- and 18th-century Christmas and instrumental pastorals outside Italy. 8 L’ordine delle pastorali, in tabella, deriva dalla disposizione della trascrizione delle stesse nella presente edizione. 9 Sul ms. è segnato erroneamente 8/12 invece di 12/8. 10 Sul verso della carta è copiata una toccata. 12 Presso l’archivio della Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio di Gallipoli, della quale non esiste una sigla RISM, ma che possiamo indicare con I-GALa, si ritrovano tre fonti manoscritte inerenti al tema qui trattato. I titoli riportati sulle prime carte di ogni manoscritto sono: 1) Pastorella In Sol maggiore; segnata con n. 6a; presenta, in ordine, le seguenti parti staccate: “primo violino secondo; violino secondo; primo clarinetto; secondo clarinetto; ottavino; prima tromba; seconda tromba; due corni; fagotto; trombone; ophicleide [SIC]; contrabbasso; baritono Sib”; 2) Pastorale [definita Pastorella a c. 2v] In Sol maggiore; segnata con n. 7; presenta, in ordine, le seguenti parti staccate: “violino secondo; viola; oboè [SIC]; fagotto; tromba | Sib; basso sax; contrabbasso; basso d’ottone [SIC]; clarino; violino terzo”; 3) La vera pastorella | Per Organo e soli Istrumenti d’Arco RE In Re maggiore; segnata con n. 8; presenta, in ordine, le seguenti parti staccate “Violino II, contrabbasso, flauto - nonostante la dichiarazione del titolo - e viola «in chiave di sol»”. Si tratta di materiale già noto ai musicologi.11 Gianfranco Boellis, ad esempio, proprio a partire dalle fonti di I-GALc, ha compiuto un’analisi storica, musicologica ed etnomusicologica dell’argomento ‘pastorale’, proprio in relazione all’ambito gallipolino, anche se non abbiamo dati per dimostrare che tutta questa musica fosse autenticamente gallipolina,12 ossia composta e copiata nella città ionica. Nonostante lo stato degli studi su queste specifiche pastorali sia abbastanza avanzato, un’edizione come questa curata dal M° Enrico Tricarico, oggi realtà concreta, era auspicabile per vari motivi. Innanzitutto, la trascrizione in notazione moderna, emendando gli errori di copiatura presenti negli antichi manoscritti, si configura come strumento utile ed immediato per i musicisti moderni che vogliano eseguire queste musiche del passato, così come fissate su carta e, quindi, ipoteticamente, così come risuonavano al tempo. In più, oltre all’aspetto meramente esecutivo, il presente lavoro getta nuova luce sul versante storico, svelando protagonisti e tasselli di un passato che sembrava svanito nell’inaccessibile velo d’ombra di fonti credute adespote e inconoscibili, se non ad un occhio esperto e ad uno spirito curioso, sagace e innamorato della sua terra come quello di Tricarico. Egli, infatti, ravvisa nella Pastorale segnata I-GALc L1/7 il tratto grafico di Vincenzo Alemanno (1827-post 1913), compositore gallipolino, grazie alla collazione con le Pastorelle in SOL conservate alle Anime (segnate I11 Sebbene tutti questi manoscritti non siano stati ancora schedati sui principali repertori e cataloghi online, come internetculturale e il RISM, alcuni studiosi hanno già reso pubbliche queste fonti. Cito, ad esempio, LUISA COSI, Giardini stellati e cieli fioriti. Tradizione sacra e produzione musicale a Gallipoli dal XVI al XIX secolo, Lecce, Conte editore, 1993, pp. 159-179. 12 GIANFRANCO BOELLIS, La Pastorale di Gallipoli in MAURIZIO AGAMENNONE - GINO L. DI MITRI (a cura di), L’eredità di Diego Carpitella. Etnomusicologia, antropologia e ricerca storica nel Salento e nell’area mediterranea, Atti del convegno Galatina 21, 22 e 23 giugno 2002, Nardò, Besa editrice, 2003, pp. 113-123. 13 GALa 6a e 7). Il confronto stilistico-musicale, realizzato da Tricarico,13 e quello grafologico, effettuato da Emanuele Fontana,14 convalidano quella che fino ad ora, sebbene già presupposta da Luisa Cosi,15 era solo un’ipotesi. Tricarico, inoltre, ha anche motivi per attribuire paternità di copista al manoscritto I-GALc L 1/7bis ad Ettore Vernole, come si leggerà nel suo articolo presente in questo volume.16 Con questa edizione, tra l’altro, Tricarico ha svolto anche un lavoro divulgativo non indifferente: ha svelato tesori che rischiavano di essere dimenticati e li ha donati non solo alla comunità di musicisti e musicologi, ma anche al semplice appassionato di storia, musica, costumi del Sud Italia. Tale operazione divulgativa è stimmatizzata dalla libera volontà di affibbiare epiteti alle cinque pastorali settecentesche conservate a Gallipoli, in modo da distinguerle non solo in base alla segnatura o alla tonalità, mezzi maneggiati solo dagli addetti ai lavori, ma anche in virtù del carattere di ciascuna composizione e dell’emozione che la stessa riesce a trasmettere anche all’ascoltatore più semplice. Così, la pastorale in Do Maggiore, segnata I-GALc ms. L 1/6, diviene La Capricciosa e sulla stessa scia, procedendo secondo l’ordine riportato nella tabella precedente, abbiamo La Nobile, La Bucolica, La Gioiosa e La Natalizia. La pubblicazione si completa con la realizzazione in partitura della Tradizionale pastorale gallipolina, sia nella versione eseguita oggigiorno sia con la ricostruzione completa dei temi attualmente dimenticati dalla tradizione orale, ma trasmessici dai manoscritti storici. L’accostamento dei pezzi così pensato fonde il passato al presente in un excursus che acquisisce, ora che è affidato alla carta, tutto il sapore di una tradizione orale perpetrata, e trasformata, nel corso dei secoli, ma finalmente salda. Sulla medesima scia di una commistione temporale, infine, Tricarico ha voluto impreziosire il presente volume pubblicando una sua composizione in Si bemolle maggiore, finora inedita, dal titolo Tarantella pizzicata. È un brano tastieristico che sembra voler legare lo spirito delle pastorali all’indole più folkloristica del Salento, richiamando motivi che ben si legano alla danza, soprattutto nella prima e nella seconda parte. Nonostante l’atmosfera bucolica, finanche dionisiaca propria di una cultura di tradizione orale - ricreata con maestria dalla pulsazione ternaria, dai moduli melodici tipici della pizzica e da cambi di agogica nel corpo centrale traspare dal brano la mano del compositore consapevole e d’esperienza. Le armonie, che in un primo momento sembrano voler ricreare la semplicità dei passaggi I-V, diventano finezze compositive nel corpo centrale e in quello conclusivo della composizione, aprendosi prima a modulazioni sapientemente preparate e poi a progressioni che ricordano stilemi barocchi. Questi ultimi, del resto, emergono 13 Cfr. ENRICO TRICARICO, Analisi critica, documentaria e comparativa della “Tradizionale pastorale gallipolina”, variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno, infra. 14 Cfr. EMANUELE FONTANA, Il prodotto scrittorio di Vincenzo Alemanno e le sue caratteristiche personalizzanti, infra 15 Cfr. COSI, Giardini, cit. p. 163, nota 21. 16 ENRICO TRICARICO, Analisi, cit. 14 anche contrappuntisticamente: si ravvisano soprattutto nei fraseggi per seste e per decime tra le due voci. Si conclude con un cromatismo discendente della linea melodica del basso che aggiunge nuova verve e nuovo materiale musicale ad un pezzo mai scontato e sempre cangiante, prima di chiudere con massima stabilità, ribattendo l’accordo conclusivo della tonalità d’impianto secondo un modello ritmico ripreso dal finale della Pastorale in Sib maggiore, in quest’edizione definita La Natalizia, prima della citazione del motivo del Tu scendi dalle stelle. Dalla stessa Pastorale, non a caso, Tricarico aveva preso in prestito le prime due battute d’apertura, sviluppando sotto una nuova luce il suo componimento. Credo profondamente che questa edizione, riportando in auge le musiche di tempi antichi e affidandole alle dita di esecutori moderni, ci riavvicinerà ai nostri avi e alle loro tradizioni. Queste, per noi, saranno nostalgica fonte di ispirazione e catartico propulsore di nuova bellezza. La Tarantella pizzicata di Tricarico, non a caso, ne è l’esempio lampante. 15 Grato suono di pastorali accenti di Elsa Martinelli Musicologa del Conservatorio di Lecce Sentirete bensì nominare gustose zampogne, armoniose cornamuse, dilettevoli fischi, grati zufolamenti, tutte voci soavi all’orecchio, perché voci di affetto che incantano... BENEDETTO MARIA GALLI Prediche del Sagro Avvento (1755) Dopo aver dominato la produzione religiosa popolare, l’evocazione di atmosfere proprie del presepe ha avuto un’ampia diffusione tra Sei e Settecento nei repertori della musica colta per organo. Secondo una pratica assai diffusa, documentata da musiche a stampa, in occasione del Santo Natale gli organisti erano soliti suonare pive e musiche pastorali a imitazione di quelle in uso degli zampognari. In alcuni casi, si trattava di autentiche trascrizioni ampliate di sonate per zampogna o di stravaganze scritte per l’organo da virtuosi zampognari. Citazioni musicali ed evocazioni sonore del mondo agreste comparivano in varie forme vocali e strumentali da eseguirsi durante il periodo natalizio. Nelle Cantate, nelle Laude spirituali e negli Oratori la riproposizione della musica dei pastori giunti al cospetto del Bambino Gesù, come nel Vangelo secondo Luca, era spesso mediata da orchestrazioni tese ad ammorbidire il suono aspro e rustico delle zampogne, col recupero della sola linea melodica, mondata dagli arcaici suoni di bordone e dal grezzo timbro degli strumenti originali. A Napoli Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) radunava i lazzari in piccoli gruppi di preghiera o “cappelle serotine”, facendo loro cantare Canzoncine spirituali accompagnate dal suono grave della zampogna “gigante”, alta circa 2 metri. Le sonorità di tale strumento, diffuso nel Regno di Napoli per sostenere questo tipico repertorio, sono state poi ricercate e imitate nella composizione delle Pastorali per organo. Mentre i lazzari apprendevano i principi fondamentali della fede cristiana, Alfonso Maria de’ Liguori consegnava alla posterità il celebre canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”, che ha trovato larghissima fortuna dalla seconda metà del Settecento fino ad oggi. Nei repertori per organo il rapporto con le musiche originali risulta molto stretto grazie anche alla suggestione timbrica offerta dai caratteristici registri ad ancia “Zampogna” o “Cornamusa”, documentati già nel primo Seicento nel trattato di Giovan Battista Doni (Compendio del Trattato de’ Generi e de’ Modi della Musica, Roma, per Andrea Fei, 1635, p. 53 e sgg.): L’Organo senza fallo è l’instrumento più capace d’ogni altro di quelle varietà che si possino far sentire nella Musica; rispetto al gran numero di canne, e di Sistemi, о Registri, che senza molta difficoltà, vi si possono accomodare; [...] in alcuni si sente qualche diversità di suono, secondo la qualità de’ Registri; che 16 talvolta ve n’è uno che imita le Zampogne [...]; e s’usano massimamente ne’ regali, le quali per cagione d’una propria foggia di linguella, simile a quella delle zampogne pastorali ma di metallo, rendono certo suono squacquerato, e crespo; quasi come la voce dell’Anitre: il quale fa ottimo effetto ne gl’organi, mescolato col registro ordinario. Fin dalle prime Pastorali per organo conosciute è costante una pulsazione in tempo 6/8, 9/8 o 12/8, la linea melodica per terze e la presenza di un pedale, cioè di un suono tenuto per tutta la durata del pezzo, corrispettivo dei bordoni delle zampogne. Il pedale, di regola, ha la stessa intonazione degli aerofoni a sacco pastorali usati nell’area d’attività del compositore, per dar modo ai fedeli di riconoscere, nell’evocazione suscitata dall’organo, l’impasto sonoro proprio degli strumenti suonati per le strade dagli zampognari nel periodo dell’Avvento, durante le novene dell’Immacolata e del Natale. Il Capriccio fatto sopra la Pastorale (1637) di Girolamo Frescobaldi è il più antico esempio a stampa di composizione pastorale organistica: nell’esposizione (prime 8 battute) figurano due moduli melodici che tuttora appartengono al repertorio delle zampogne del Lazio, del Molise e della Campania, mentre nel Capriccio si susseguono variazioni, esplorazioni tematiche e modali che recano la firma inequivocabile del compositore colto. Se le Favole pastorali furono tra le prime importanti espressioni teatrali della storia del melodramma, nel Sei e Settecento la forma strumentale della Pastorale andò via via sempre più proliferando, manifestandosi anche nei movimenti dei concerti per orchestra d’archi (come nei lavori di Corelli, Torelli, Locatelli e Tartini), anche se i loro riferimenti alla musica delle zampogne non vanno intesi quali pedissequi rifacimenti delle sonate dei pastori, ma quali formule musicali standardizzate. Tra i numerosi autori di Pastorali per organo spiccano, almeno, il maestro della cappella musicale del Duomo di Messina Bernardo Storace (1637-1707), la cui Pastorale ricorda le sonate natalizie delle zampogne dei monti Peloritani, il clavicembalista e organista toscano Bernardo Pasquini (1637-1710), il gesuita, musicista e missionario pratese Domenico Zipoli (1688-1726), il maestro della Real Cappella di Napoli Leonardo Leo (1694-1744) da San Vito dei Normanni, il faentino Giuseppe Sarti (1729-1802) maestro di cappella della Cattedrale di Milano, il napoletano Nicola Zingarelli (1752-1837) maestro di cappella del Santuario della Santa Casa di Loreto e maestro del coro del Duomo di Napoli. Recuperate dal “Fondo Vernole” della Biblioteca Civica di Gallipoli grazie all’opera di trascrizione e revisione del compositore Enrico Tricarico, Sei Pastorali per organo del XVIII e XIX secolo, di autore ignoto, e la tradizionale nenia natalizia gallipolina tornano a risuonare sui “manuali” dei numerosi organi a canne storici custoditi nelle chiese barocche della Città Bella, alcuni peraltro dotati della caratteristica “zampogna”. Oltre al meritorio processo di riscrittura, correzione e interpolazione degli antichi manoscritti, il revisore di questa utile edizione a stampa prova a dare loro 17 una paternità, a suo avviso riconducibile ai protagonisti del mondo musicale gallipolino del tempo, animato dalle figure dei Tricarico, di Chiriatti, Caputi, Pasanisi, Brancaccio e Allegretti. Con serie motivazioni Tricarico attesta che l’autore di almeno una delle pastorali riscoperte è da individuarsi nella figura del musicista gallipolino Vincenzo Alemanno (1827-post 1913), al quale ha di recente dedicato un interessante studio critico circa il suo oratorio sacro Mira! o fedel, il suo pensiero musicale, gli stilemi della sua notazione, il cursus scrittorio e l’ambiente musicale gallipolino che lo circondava. È assai lodevole il desiderio di studiare e riordinare le testimonianze di un passato musicale da riscoprire, decifrare e restituire a nuova vita, ma potrebbe forse non dispiacere poi tanto se le nenie gallipoline dovessero ancora a lungo restare adespote. L’anonimato di queste suggestive pastorali, riaffiorate dal passato grazie allo scavo appassionato e diligente degli archivi, a noi sembra un valore aggiunto alla qualità intrinseca dei contenuti sonori espressi. Con i loro suoni cullanti queste musiche continuano ad avvolgerci nell’alone magico e scintillante di una tradizione che si perde nel tempo e reca con sé un messaggio universale di gioia e di speranza. 18 Don Antonio Parisi Compositore, liturgista e membro della CEI per la musica sacra Da serio studioso, il maestro Tricarico ha curato ancora una volta delle preziose pagine del patrimonio musicale della comunità di Gallipoli. Un grazie all’impegno responsabile e documentato di giovani maestri come lui che tengono vive le tradizioni musicali locali con rinnovato slancio e giudizio critico. La produzione di canti e pastorali natalizie riportano alla memoria atmosfere del passato che è bene tenere sempre in vita, come nel caso della Tradizionale pastorale gallipolina. Il suo lavoro certosino, di confronto, di sovrapposizione, di comparazione, di umile ricerca lo ha fatto approdare ad una paternità musicale certa e documentata, come ho avuto modo di appurare. Congratulazioni, con l’auspicio di portare avanti questa ricerca di un patrimonio musicale ancora presente negli archivi parrocchiali dei nostri Paesi. 19 Il prodotto scrittorio di Vincenzo Alemanno e le sue caratteristiche personalizzanti di Emanuele Fontana Avvocato Grafologo forense Criminologo Investigativo e Vittimologo forense Consulente Tecnico del Tribunale di Bari e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari La musica ha sette lettere, la scrittura ha venticinque note JOSEPH JOUBERT L’analisi di quella che comunemente viene chiamata “scrittura”, della quale tutti i giorni ne facciamo uso - a volte inconsapevolmente ed incautamente - è l’orma, la scia, il solco che lasciamo nel tempo e alla storia con il nostro patrimonio personale, culturale ed intellettivo. E questa traccia, che compone la scrittura, ci rivela al mondo: certo, non può denudarci a fronte della nostra immensa complessità ma ha il potere di far emergere aspetti consci ed inconsci di noi stessi, aggregando e condensando, in una combinazione di varianti, fattori individuali, costituzionali e collettivi, nonché quelli ereditari, ambientali ed educativi, influenzati, a loro volta, dal bagaglio esperienziale della vita. L’analisi grafologico-forense di quella “traccia” costituente “l’eredità scrittoria” del M° Vincenzo Alemanno non è stata tanto difficile, quanto piuttosto giungere alle conclusioni sul temperamento dell’artista che, come potrete leggere nei paragrafi successivi, è un turbinìo di forza e movimento occlusi all’interno di una palla di cristallo, per stesso volere del Maestro di non perdere quell’approvazione sociale tanto agognata in una società che, all’epoca, non permetteva anticonvenzionalismo. Cerco di esprimere il concetto con maggiore chiarezza. Le partiture manoscritte che mi sono state fornite in visione, certamente attribuibili alla mano del M° Alemanno, sono, per la maggiore parte di esse, precedute da un frontespizio di presentazione dell’opera: generalmente il Maestro vi indicava la denominazione dell’opera, gli eventuali strumenti e le voci coinvolte, l’autore del testo, e indicava se stesso come compositore della parte musicata (sempre se non fosse l’autore anche della parte testuale), e, seppur meno frequentemente, l’anno di composizione e l’edizione. Spesso - molto spesso - vi apponeva la formula “riservata propietà” (ove il sostantivo “propietà” non è da ritenersi scritto in modo erroneo ma era d’uso popolare del tempo, senza l’interposizione della “r” tra la “p” e la “i”). Non di rado, il nome dell’opera e del suo compositore veniva adornato da orpelli ondeggianti e risvoltanti. Per opere cantate, lungo la partitura, il Maestro vergava il testo lungo la linea inferiore del pentagramma. Possiamo ammirare, in tutte le opere, la stesura della notazione musicale, particolarmente iperdeterminata, con un’impostazione ordinata ma non statica con movimento vivace. 20 La disamina delle opere manoscritte, da un punto di vista grafologico-forense, verte, pertanto, su due distinti profili: da quello scritturale vero e proprio, nel senso dell’usus scribendi dei grafismi e dei numerali, a quello della modalità grafodinamica con la quale l’artista vergava la notazione musicale. Com’è noto, l’attività artistica a Gallipoli del M° Vincenzo Alemanno è nella sua acme nella seconda metà dell’Ottocento, e fino ai primi decenni nel XX secolo (la sua ultima firma appare datata 1913), momento storico in cui in Italia (e fino agli anni Sessanta del secolo scorso), l’arte della “bella scrittura”, la “calligrafia”, era impartita come vera e propria disciplina agli studenti delle scuole primarie. Nel corso dell’Ottocento, i dettami del modello calligrafico transitavano da quello più semplificato dello stile della scrittura italiana a quello più forbito ed elegante dello stile inglese. Il M° Alemanno acquisisce i modelli calligrafici dell’epoca fondendo elementi dello stile della scrittura italiana con quelli dello stile inglese, introducendovi anche quelli del gotico, in un connubio di un grande impatto estetico. L’Alemanno estrae dal modello calligrafico dello stile della scrittura italiana: la pendenza (pur non disdegnando, per mera scena estetica, anche qualche versione rovesciata) la forma dei grafemi che ripercorre il corsivo da stampa, lo stile delle “b”, delle “d” e delle “l” che hanno un’asolatura stretta, la “s” maiuscola vergata sulla linea verticale, come fosse una “f” senza la traversa mediana, la “d” onciale. Al contempo, vi accorpa lo stile inglese: il tracciato, eseguito con un pennino metallico a punta smussata o lievemente arrotondata, è un avvicendarsi di pieni e filetti, ottenendo un effetto di chiaro-scuro, con l’abbellimento di paraffi, risvolti e lievi ingorghi di inchiostro che, nei legamenti e negli ovali, davano l’effetto di una stilla. Le lettere maiuscole vengono vergate nel medesimo stile, non prive di una certa personalizzazione, ornate di risvolti, paraffi e acuminate. Non mancano, inoltre, grafismi vergati in un modello, personalizzato dall’Alemanno, che ricorda le linee, a volte tozze, del gotico. La Chiesa delle Anime in Gallipoli conserva una raccolta ordinata di partiture manoscritte che si attribuiscono al prodotto grafico del M° Alemanno. La storia tramanda che negli ultimi decenni della sua vita, il Maestro abbia operato nelle mura della predetta Confraternita e che lì abbia depositato la sua eredità musicale. E’ fervente, infatti, l’opera di rivisitazione e rinnovazione, acclarata negli anni 19101911, di alcune sue opere: l’ “Ave Maria” nella IV edizione corretta del Maggio 1910, “All’Augustissima Vergine de’ Fiori” composta nel maggio 1859 e rinnovata e ritrascritta nel maggio 1911, “I fiori a Maria S.S.” riveduta e trascritta nel 1911, nella raccolta delle “Canzoni da cantarsi dai devoti nel mese di maggio dedicato a Maria”, tutte potenzialmente trascritte tra il 1910 e il 1911, le composizioni “Giovanetti cantano all’Unisono Uniti”, “Coro di Giovanetti” composta nel maggio 1859, e rinnovata e trascritta nel maggio 1910, “Colloquio tra l’Anima ed il Cuore Eucaristico di Gesù”, “Litanie della Beata Vergine” e “I fiori a Maria S.S.” riveduta e trascritta nel 1911. Del medesimo periodo, trascrizioni di opere originali come: la “Salve Regina” dell’agosto 1906, la “Antifona Divae Agathae” del 1909, il “O sacrum Convivium” e il “O Salutaris Ostia” del 1910. 21 Il M° Alemanno “anziano” è accurato, attento, non tralascia nulla: sta redigendo il suo testamento ed insieme lasciando ai posteri la sua eredità musicale. Seppur si noti qualche lievissima stentatezza e si manifestino impercettibili fenomeni tremorigeni, dovuti all’età ormai avanzata, il tracciato non perde tono: il Maestro sa coniugare quel senso estetico, quel rigore, quell’ordine, conferendo tuttavia uno slancio vivido sia alle scritture in senso stretto che a quelle inerenti le notazioni musicali che non ne determinano l’immobilità dei segni sul foglio pentagrammato. Il M° Alemanno intende tramandare la sua musica alla storia e lo fa con precisione e accuratezza. Eppure, si scorge tra le righe del pentagramma un intrinseco movimento scrittorio che non è solito scorgere in un uomo che vive l’ultima parte della sua vita: anzi, l’energia che trasmette la vividezza del tracciato grafico, pur debolmente influenzato dagli aspetti fisiologici dell’invecchiamento sulla scrittura, e l’organizzazione spaziale indicano una mente ancora brillante. Sicché, ammirando le partiture manoscritte dall’Alemanno più giovane come il “Concerto a Maria Addolorata” composto nel 1875 e il “Tantum Ergo” eseguita, come lo stesso musicista annota sulla partitura, nel 1860, e, pertanto, composta e trascritta prima o nel corso del medesimo anno, nonché la “Cantata per Coro di Fanciulli all’Unisono sulla Tomba di Cristo” I edizione del 1860 (conservata nella Confraternita del SS. Crocifisso di Gallipoli) si rileva una notazione musicale dall’andamento del tracciato sul pentagramma soltanto più fluido: l’Alemanno, in questo frangente, pur sempre con quell’occhio da esteta, traccia la partitura con maggior movimento, rilasciando maggiore spontaneità scrittoria rispetto all’accuratezza degli scritti poc’anzi descritti. Medesime caratteristiche si rinvengono ne “La Vera Pastorella”, nelle due Pastorelle in sol, prive di datazione ufficiale, ma che possono essere attribuiti al prodotto grafico di un Alemanno potenzialmente più giovane, la cui fluidità del tracciato grafico delle notazioni musicali e di alcuni grafismi collima nelle opere giovanili con data certa. Tirando le somme, il M° Alemanno non mancava, quindi, di senso estetico, perfezionismo, un convenzionalismo che lo stesso si imponeva ma che, nelle sue scritture più spontanee, rivela un temperamento in cerca di conferme e di approvazione sociale. Le forme convenzionali, seppur variabili nello schema stilistico, che adotta sulla base del proprio gusto estetico, sono accomunate da una tenuta del rigo perfettamente orizzontale, un’impostazione rigida ed ordinata, il movimento ostacolato dai continui stacchi ed una generale mancanza di progressione. Eppure, la scrittura dell’Alemanno, con la sua pendenza, la prevalente angolosità, le finali allungate ed acuminate, che spesso risvoltano come una rotazione o un colpo di bacchetta di un direttore d’orchestra atto a scandire i tempi di attacco, di battuta, delle sfumature e delle dissolvenze musicali, e dei momenti di maggior tensione e delle parti più maestose, sono sindromi grafiche che indicano forza ed energia che inietta con il pennino nelle sue partiture con lo stesso impeto di una bacchetta durante un concerto che scandisce, seppur con tecnica, controllo e disciplina, le battute durante l’esecuzione dell’opera. Tutto deve essere perfetto: il suo obiettivo è la perseverante soddisfazione del suo pubblico, e non ammette imperfezioni che gli procurino critiche. 22 Analogo perfezionismo pervaso della medesima forza ed energia, con quel piglio di ambizione e vanità rivela anche il modus delle notazioni musicali: straordinariamente ordinata, esteticamente perfetta, attenta in ogni dettaglio ma anche ricca di intensità e mai immobile, perché il Maestro doveva avere il controllo su tutta l’opera e pretendeva che la si eseguisse così come Egli l’aveva creata. La propensione dell’Alemanno alla perfezione formale e sostanziale non soltanto nell’estetica della scrittura ma anche nelle notazioni musicali, particolarmente iperdeterminate, associata a quel riservato dominio che Egli imprimeva con la formula “propietà riservata”, che infondono la percezione che il Maestro fosse particolarmente geloso delle sue opere e che le stesse fossero tramandate nel tempo nella sua originaria musicalità. Non si può non riconoscere all’Alemanno un’ampia variabilità del suo usus scribendi, e così anche nella sua modalità di esecuzione dei segni musicale. Si riconoscono, infatti, moti personalizzanti del M° Alemanno e alcuni segni tra i quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la modalità redattiva della chiave di sol con bottone iniziale e finale, la linea di chiusura della battuta, che viene vergata dall’alto verso il basso scendendo al di sotto del rigo di base del pentagramma, del caratteristico “diesis” (#) le cui due linee parallele orizzontali sono più corte di quelle orizzontali e presentano un appoggio pressorio maggiore; la tracciatura nastrata orizzontale, favorita dall’uso del pennino, ottenuta nel modo di ricongiungere le aste delle note nelle crome e in quelle di durata inferiore ad esse e quella dei tagli addizionali; le acuminazioni della traversa orizzontale delle crome singole e delle pause; nell’inclinazione degli ovali, di forma ovoide; nel criterio di organizzazione spaziale, diminuendo o aumentando lo spazio tra le note musicali sempre in modo proporzionale, prediligendo l’inserimento dell’introduzione in un unico rigo del pentagramma, sì da dover necessariamente rimpicciolire il calibro delle notazioni e lo spazio tra i segni. Permangono in tutte le sue scritture (comprese quelle delle notazioni musicali e delle parti scritturali inseriti nelle partiture) i medesimi gesti grafo-motori e dinamici, che rendono indistinguibile il prodotto grafico vergato dalla mano del M° Alemanno. Le medesime caratteristiche grafiche e grafologiche si rilevano nel prodotto grafico della partitura musicale della “Pastorale” conservata nel fondo Vernole della Biblioteca Comunale, che, a seguito di un’attenta analisi peritale, si attribuisce certamente alla mano del M° Vincenzo Alemanno. L’opera si presenta nelle sue parti scritturali totalmente compatibile sia con il gesto grafomotorio dell’Alemanno, che con lo stile, in tale ambito, più vicino a quello della scrittura italiana. La notazione musicale appare redatta in maniera più sbrigativa, è più ordinata alla prima pagina, più rilasciata nella seconda, la congiunzione della linea dei raggruppamenti delle crome è vergata, seppur mantenendo una tracciatura nastrata, in modo celere. Gli ovali delle note non sono ben disegnati ma frutto di una stesura celere. Permangono l’ordine e la chiarezza che caratterizzano l’Alemanno, ma la pastorale gallipolina conservata nel fondo Vernole della Biblioteca Comunale 23 potrebbe essere una trascrizione effettuata dal M° Alemanno, per uso personale o di studio, probabilmente già in età avanzata: l’andamento del tracciato porta i pochi segni di senilità scrittoria che sono stati rinvenuti nella opere dell’Artista composte o rinnovate nel primo decennio del XX secolo. Che fosse una partitura destinata all’uso privato dell’artista, probabilmente un “bozzetto”, lo indicano anche i segni vergati con il pennarello ceroso di colore blu (segni dei ritornelli, il grafismo “Coda”), anch’essi riconducibili all’Alemanno, non soltanto per la gestualità grafomotoria, ma anche per il dato di fatto che si intuisce che il Maestro abbia iniziato ad utilizzare un similare pennarello ceroso di colore blu nei primi anni del 1900, redigendo anche i titoli delle sue copertine. Quale fosse il fine ultimo della partitura della “Pastorale” conservata nel fondo Vernole della Biblioteca Comunale è un mistero che il M° Alemanno ha portato via con sé, ma certamente è riuscito nel suo intento: quello di non lasciare morire con sé la sua musica. A dirla come Napoleone Bonaparte, “L'immortalità è il ricordo che si lascia nella memoria degli uomini. Quest'idea spinge a grandi imprese. Meglio sarebbe non aver vissuto che non lasciare tracce della propria esistenza”: Ed è proprio grazie alla scrittura, a queste “tracce” che ha lasciato alla storia, che il M° Vincenzo Alemanno ha reso immortali le sue creazioni e fa vibrare, ancora oggi, con la sua musica, le emozioni dei Gallipolini. 24 Apparato critico delle cinque pastorali settecentesche di Giacomo Sances Criteri generali: Simboli o note aggiunte dal trascrittore, mancanti nei manoscritti, sono indicate tra parentesi tonde e segnalati nell’apparato critico, eccezion fatta per le legature di portamento e di frase, distinte volta per volta; le chiavi di Do, ove necessario, sono sostituite con quelle di Sol o di Fa (basso); le alterazioni sono indicate secondo le regole moderne, segnalando tutti gli interventi nell’ apparato critico. In particolare: le alterazioni che vengono ripetute nella stessa battuta o già presenti in armatura di chiave sono soppresse; le alterazioni mancanti sono state aggiunte e indicate tra parentesi tonde; le alterazioni di cortesia sono state conservate solo nel caso di presenza delle stesse negli abbellimenti; gli abbellimenti, pur non standardizzati, sono fedelmente trascritti come rilevati nei manoscritti; pause di lunga durata possono essere composte da più pause di durata minore secondo la moderna prassi. In tal caso vengono segnalate nell’apparato critico; aggiunte testuali sono inserite tra parentesi quadre [ ]; l’altezza dei suoni è indicata facendo riferimento al DO centrale (DO3); abbreviazioni: ms. = manoscritto b. = battuta bb. = battute m. sx. = mano sinistra m. dx. = mano destra note e simboli musicali sono posizionati e normalizzati secondo la prassi moderna. Pastorale “La capricciosa”17 in DO maggiore Fonte: I-GALc ms. L 1/6 Si tenga C sol fa ut fisso grave sempre b. 1, q. = 60, scelta del trascrittore. Dato assente nel ms. b. 1, m. sx: chiave di basso eliminata e sostituita con chiave di violino. b.1, m. sx: la chiave di tenore, inserita nel ms. originale dopo l’indicazione di tempo, risulta già sostituita con quella di violino nella trascrizione. b. 1, m. dx: penultima nota (RE4 semiminima) manca legatura di valore al RE4 precedente. b. 4, m. dx: manca il SI3, necessario per parallelismo con b. 1. b. 5, m. dx: manca il DO3, necessario per parallelismo con b. 1. b. 19, m. sx: nel ms. manca il punto di valore alla minima (DO3). b. 20, m. dx: i bemolli sui mordenti, assenti nel ms., sono inseriti dal trascrittore come alterazione di cortesia (MIb4). b. 20, m. dx: il bemolle sul terzo RE4 della battuta (semiminima), presente nel ms., è soppresso nella trascrizione. b. 20, m. sx: nel ms. manca il punto di valore alla minima. b. 21, m. sx: chiave di tenore del ms. originale. Normalizzata in chiave di violino nella trascrizione. bb. 24-25, m. dx: legature non presenti nel ms. originale. = 17 L’epiteto “La capricciosa”, attribuito dal trascrittore, è di invenzione. 25 bb. 24-25, m. sx: il trascrittore utilizza la chiave di FA (basso) per le note più gravi. b. 27, m. dx: nel ms. manca il bequadro al secondo FA4 (croma legata a croma puntata). b. 34, m. sx: nel ms. manca il punto di valore alla seconda minima (SOL3). b. 36, m. sx: nel ms. manca il punto di valore ad entrambe le minime. b. 37, m. sx: nel ms. manca il bemolle al MI2. b. 41, m. dx: legature non presenti nel ms. bb. 41-42, m. sx: il trascrittore utilizza la chiave di FA (basso) per le note più gravi. b. 42, m. dx: legature non presenti nel ms. b. 44, m. dx: il FA4 croma non ha il bequadro nel ms. b. 45: si mantiene l’originale bemolle del LA4 sul nono ottavo come alterazione di cortesia. b. 45, m. dx: nel ms. il FA4 croma non ha il bequadro nel ms. b. 46, m. dx: il ms. presenta un superfluo bemolle accanto al LAb croma sull’ottava suddivisione (LAb4). b. 46, m. dx: il FA4 croma non ha il bequadro nel ms. bb. 47-48, m. sx: nel ms., a partire dal quarto ottavo della b. 47, si riscontra una chiave di FA basso. Nella trascrizione è in uso la chiave di violino che traspone la frase un’ottava sopra rispetto al ms., fino a b. 48. b. 49 m. sx: chiave di tenore del ms. originale viene normalizzata in chiave di violino nella trascrizione. Pastorale “La nobile”18 in MI bemolle maggiore Fonte: I-GALc ms. L 1/2 21. Feb.ro [Febbraio] 1784 Pastorale | Larghetto L’intera parte di basso, segnata in chiave di contralto nel ms., è trascritta un’ottava inferiore nella trascrizione. I numeri accanto alle note, in questo apparato critico, si riferiscono alla posizione del DO centrale (DO3) della trascrizione, anche in riferimento al ms. b. 1, q. = 56, scelta del trascrittore. Dato assente nel ms. b. 1, m. sx: chiave di contralto normalizzata in chiave di FA basso. b. 1, m. sx: l’indicazione “Ped” è aggiunta dal trascrittore. b. 2, m. dx: legatura tra SOL3 e SIb3 aggiunta dal trascrittore. b. 2, m. dx: legatura tra LAb4 e DO4 aggiunta dal trascrittore. b. 3, m. dx: legatura tra SOL4 e SIb3 aggiunta dal trascrittore. b. 3, m. dx: legatura tra LAb3, SIb3 e LAb3 aggiunta dal trascrittore. b. 4, m. dx: legatura tra SOL4 e SIb3 aggiunta dal trascrittore. b. 4, m. dx: legatura tra MIb4 e SIb3 aggiunta dal trascrittore. bb. 5-6, m. dx: legature della b. non presenti nel ms. b. 7, m. dx: legatura tra LAb4, FA4 e RE4 aggiunta dal trascrittore. b. 7, m. dx: legatura tra MI4 e SIb3 aggiunta dal trascrittore. b. 8, m. dx: legatura tra SOL4 e SI3 aggiunta dal trascrittore. b. 9, m. dx: legatura tra SOL4 e SI3 aggiunta dal trascrittore. b. 9, m. sx: presente nel ms., fra il 2° e 3° movimento di battuta, un simbolo crociato [in figura]. = 18 L’epiteto “La nobile”, attribuito dal trascrittore, è di invenzione. 26 b. 10, m. sx: nel ms. la nota più grave (Ped) è LAb1 invece di SIb1; corretta dal trascrittore. bb. 10-12, m. sx: legature di valore del SIb1 non presenti nel ms.; aggiunte dal trascrittore. b. 11, m. dx: legature della battuta non presenti nell’originale. b. 11, m. sx: manca il punto di valore della semibreve (SIb1, erroneamente segnato LAb1 nel ms.). b. 12, m. sx: il pedale di SIb indicato nella trascrizione è assente nel ms. b. 12, m. dx: legature della battuta non presenti nell’originale ad eccezione di quella relativa alle ultime tre crome. b. 13, m. dx: SIb al basso è raddoppiato con ottava inferiore nel ms. originale. b. 13, m. dx: manca il bemolle del LA2, secondo la prassi del tempo. b. 13, m. dx: dopo la sovrapposizione di RE e SIb, rilevate semiminime nel ms., vi è pausa di croma. Nella trascrizione si predilige una semiminima puntata. b. 13, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 14, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 15, m. sx: l’accordo sul primo movimento della b., nel ms., è SIb-MIb-SOL. Nella trascrizione viene indicato un bicordo. b. 15, m. dx: l’accordo sul primo movimento della b., nel ms., è SOL-SIb-MIb. Nella trascrizione viene indicato un bicordo. b. 15, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 15, m. dx: il bicordo di semiminime puntate presente in trascrizione, nel ms. è indicato con la figurazione semiminima seguita da una pausa di croma. b. 16, m. sx: SIb al basso è raddoppiato con ottava inferiore nel ms. originale. b. 16, m. dx: nel ms. il bicordo RE-SIb è rilevato col valore di semiminima seguita da una pausa di croma. Nella trascrizione si predilige la semiminima puntata. b. 16, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 17, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 17, m. dx: nella trascrizione viene rimosso il SIb3 dall’accordo. b. 18, m. sx: nella trascrizione viene aggiunto il RE2 nell’accordo. b. 18, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 19, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 20, m. sx: nel ms. manca il punto di valore alla semibreve. b. 20, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 21, m. sx: nel ms. manca il punto di valore alla semibreve. bb. 21-22, m. sx: legatura di valore mancante nel ms. alle semibrevi a cavallo di battuta. b. 21, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 22, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 23, m. dx: le prime 4 semicrome hanno una legatura nel ms. originale. Viene eliminata nella trascrizione, anche per analogia con la b. successiva. b. 24, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 25, m. dx: legature tra semiminime e crome della battuta non presenti nel ms. b. 25, m. sx: manca il punto di valore alla semibreve nel ms. bb. 25-26, m. sx: legatura di valore mancante nel ms. alle semibrevi a cavallo di battuta. b. 26, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 27, m. sx: manca la minima puntata SIb a capo battuta, aggiunta dal trascrittore. b. 27, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 28, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 29, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 30, m. dx: prima legatura della battuta non presente nel ms. b. 31, m. dx: terza legatura della battuta non presente nel ms. bb. 31-32, m. sx: legatura di valore mancante nel ms. alle semibrevi a cavallo di battuta. b. 32, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 33, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. b. 33, m. sx: manca il punto di valore alla minima nel ms. b. 34, m. dx: legature della battuta non presenti nel ms. 27 b. 34, m. sx: seconda nota (FA2) è una semiminima nel ms. originale. È corretta in croma nella trascrizione. b. 34, m. dx: nel ms., l’ultimo accordo riscontra un SOL3, omesso nella trascrizione. b. 34, m. dx. e sx: manca il punto di valore alle due pause di semiminima. Pastorale “La bucolica”19 in SOL maggiore Pastorale And.[ant]e Fonte: I-GALc ms. L 1/3 Le legature di portamento e di frase sono sempre realizzate dal trascrittore, mai presenti nel ms., salvo ove indicato. b. 1, q. = 60, scelta del trascrittore. Dato assente nel ms. b. 5, m. dx: ultimo accordo della battuta, aggiunto il DO nella trascrizione. b. 9, m. dx: il trascrittore aggiunge un mordente sul SOL3 al primo movimento di battuta. b. 11, m. dx: la terza semicroma della battuta, SI3 nel ms., è corretta in DO4 nella trascrizione. b. 13, m. dx: nell’accordo SI-RE-SOL del ms. sul primo movimento della battuta, viene omesso il RE. b. 13, m. sx: in trascrizione è aggiunto un SOL1, minima puntata, nei primi due movimenti della b. e viene legato al SOL1 della b. precedente. b. 13, m. dx: le pause di semiminima e croma del ms. sono normalizzate in pausa di semiminima puntata nella trascrizione. b. 17, m. dx: manca il bequadro al FA3 nel ms., viene aggiunto nella trascrizione. b. 17, m. dx: nel ms. l’accordo rilevato sul terzo movimento della battuta è MI-SOL-DO; viene omesso il SOL nella trascrizione. bb. 17-19, m. sx: in trascrizione si conserva il pedale di DO, mancante nel ms. b.18, m. dx: nel ms. l’ultimo FA4 della battuta conserva il bequadro di cortesia, omesso in trascrizione. b. 19, m. sx: la battuta si divide a metà tra il recto e il verso della carta. La seconda metà della battuta presenta un DO minima puntata. Nella trascrizione il bordone occupa l’intera battuta indicato con una semibreve puntata. b. 20, m. sx: nel ms. il pedale è indicato con una minima puntata, anziché una semibreve puntata. b. 23, m. dx: la prima semiminima omette il bequadro nel ms. Rettificato nella trascrizione. b. 23, m. dx: nel ms. l’accordo indicato sul terzo movimento della battuta è MI-SOL-DO; viene omesso il SOL in trascrizione. b. 25: nel ms. il pedale di SOL si rileva con il valore di minima puntata, rettificato nella trascrizione in semibreve puntata. b. 30, m. dx: le note segnate tra parentesi in trascrizione sono una variante del trascrittore. Non sono presenti nel ms. b. 31, m. dx: le note tra parentesi in trascrizione sono supplementi del trascrittore, facoltative in fase di esecuzione. Non sono presenti nel ms. b. 31, sul ms., per refuso del copista, la b. risulta di 18/8 invece di 12/8. Ne consegue uno sfasamento tra la trascrizione, rettificata in 12/8, e il manoscritto. In riferimento al ms. la sfasatura termina alla b. 35 della trascrizione. b. 32-33, m. dx: nel ms. sul FA#2 viene utilizzata la chiave di FA (basso) per sole due note. Nella trascrizione si mantiene la chiave di violino. b. 36, m. sx: nel ms. manca la legatura di valore del pedale con la b. 37. b. 38, m. dx: nel ms. l’ultima nota della m. dx è l’accordo SI-RE-SOL. b. 38, nel ms. le pause conclusive sono rilevate con un’unica pausa di semiminima puntata su entrambi i pentagrammi piuttosto che con tre pause di crome. Nel pentagramma superiore, inoltre, il copista tralascia una pausa di croma. b. 38, m. sx: nel ms., nell’ultima b., manca il pedale che è implementato nella trascrizione e legato alla b. precedente. = 19 L’epiteto “La bucolica”, attribuito dal trascrittore, è di invenzione. 28 Pastorale “La natalizia” 20 in Si bemolle maggiore Pastorale Fonte: I-GALc ms. L 1/4 Le legature di portamento e di frase sono sempre realizzate dal trascrittore, mai presenti nel ms., salvo ove indicato. b. 1, nel manoscritto è presente l’erronea indicazione di tempo 8/12 invece di 12/8. b. 1, q. = 68, scelta del trascrittore. Dato assente nel ms. b. 4, m. dx: ultime tre crome del ms. non visibili distintamente per abrasione della carta. b. 21, m. dx: la prima croma è un MIb nel ms. Rettificata in RE nella trascrizione. b. 22, m. sx e dx: la scansione ritmica risulta differente nel ms.: semiminima - tre crome semiminima puntata - croma - con battuta risultante di 9/8. Il copista ha omesso il punto di valore della prima semiminima e la pausa di semiminima che precede l’ultimo ottavo di battuta. b. 28, m. sx: nel ms. mancano i punti di valore alle semiminime. = Pastorale “La gioiosa”21 in Re maggiore ‘a tempo’ Fonte: I-GALc ms. L 1/5 Le legature di portamento e di frase sono sempre realizzate dal trascrittore, mai presenti nel ms., salvo ove indicato. b. 1, q. = 66, scelta del trascrittore. Dato assente nel ms. b.1, nella trascrizione la b. in levare è conteggiata come b. numero 1. b. 5, m. sx: il termine “pedale” del ms. viene riportato nella trascrizione (Ped.). b. 5, m. sx: sul terzo movimento della b. del ms. alla minima del pedale LA è omesso il punto di valore. bb. 5-9, nel ms. il pedale rilevato è LA2. In trascrizione viene riportato a LA1 nelle bb. 5-8. b. 6, m. sx: nel ms. il pedale rilevato ha il valore di una minima puntata anziché semibreve puntata in quanto la battuta si divide a metà tra il recto e il verso della carta. b. 7, m. sx: nel ms. il pedale è rilevato come minima invece di semibreve puntata e occupa la parte conclusiva della b. Nella trascrizione l’intera b. è rettificata con il pedale. b. 7, m. sx: la figurazione del secondo movimento LA2 (semiminima) e SOL#2 (croma), inserita tra parentesi dal trascrittore, è assente nel ms. b. 7, m. dx: la figurazione del terzo movimento LA3 (semiminima) e il SI3 (croma), inserita tra parentesi dal trascrittore, sono la rettifica del SI3 e DO#4 del ms. b. 8, m. sx: nel ms. il pedale è indicato col valore di semibreve anziché semibreve puntata. b. 9, m. sx: il trascrittore aggiunge il pedale nei primi due movimenti della b. omesso dal copista. b. 9, m. sx: la figurazione del secondo movimento LA2 (semiminima) e SOL#2 (croma), inserita tra parentesi dal trascrittore, è assente nel ms. b. 17, m. dx: nel ms. manca il punto di valore sul LA4 in battere all’ultimo movimento della b. b. 19, m. sx: l’accordo sul terzo movimento tra parentesi in trascrizione è un bicordo (RE-SI) nel ms. b. 20, m. sx: gli accordi sul secondo e terzo movimento tra parentesi in trascrizione sono due bicordi (FA#-RE e SOL-RE) nel ms. bb. 20-21 e 23-24, m. dx: le note segnate tra parentesi in trascrizione sono aggiunte del trascrittore, facoltative in fase di esecuzione. Non sono presenti nel ms., il riferimento è alla voce inferiore del pentagramma (note dal MI4 al DO#4). b. 24, m. sx: il basso dell’accordo del terzo movimento nel ms. risulta, erroneamente, DO#. = 20 21 L’epiteto “La natalizia”, attribuito dal trascrittore, è di invenzione. L’epiteto “La gioiosa”, attribuito dal trascrittore, è di invenzione. 29 b. 24 e ss., m. sx: nel ms., sull’ultimo movimento di b. 24, si rileva una chiave di DO contralto. In trascrizione viene utilizzata la chiave di SOL. La chiave di FA basso, come nel ms., sarà ripristinata all’ultimo movimento di b. 27. b. 27, m. dx: in trascrizione il mordente sul RE4 è aggiunto dal trascrittore. Non presente nel ms. b. 31, m. sx: nell’ultima suddivisione di battuta nel ms. è omesso il FA# dall’accordo. b. 32, m. sx: il bicordo segnato tra parentesi in trascrizione nel ms. risulta essere l’accordo RE-FA#SOL. b. 33, m. sx: l’accordo sul secondo movimento DO#-MI-SOL, segnato tra parentesi in trascrizione, nel ms. è rilevato SI-MI-SOL. b. 33, m. sx: il bicordo sul terzo movimento segnato tra parentesi in trascrizione nel ms. è rilevato RE-MI-LA. b. 34, l’indicazione (Ped) è aggiunta dal trascrittore. b. 35, m. sx: nel ms. gli accordi sul secondo e sul quarto movimento della b. sono rispettivamente REFA#-SI e RE-FA#-LA. Vengono rettificati nella trascrizione. b. 38, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. b. 39, m. dx: il bequadro sul mordente è aggiunto dal trascrittore. È assente nel ms. b. 39, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. b. 41, m. dx: i FA#3 tra parentesi sono aggiunti dal trascrittore. Non sono presenti nel ms. b. 41, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. b. 41, m. sx: il bicordo di crome MI-SOL della trascrizione nel ms. è rilevato RE-SOL. b. 42, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. b. 42, m. dx: il LA3 indicato tra parentesi in trascrizione è indicato SI3 nel ms. b. 43, m. dx: il bequadro sul mordente è aggiunto dal trascrittore. È assente nel ms. bb. 43-48, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. bb. 45-48, m. dx: nel ms. i primi due SIb3 sono preceduti dal simbolo del bemolle. In trascrizione viene omesso il secondo bemolle. b. 50, m. dx: nel ms. i DO della b. vengono naturalizzati con il bemolle invece del bequadro. Si normalizza in trascrizione. bb. 50-51, m. sx: il simbolo (Ped) è aggiunto dal trascrittore. Non è presente nel ms. bb. 51-52, m. dx: il bequadro sul mordente è segnato dal trascrittore. Non è presente nel ms. bb. 51-52, m. dx: nel ms. i DO della b. non sono naturalizzati. In trascrizione è aggiunto il bequadro dal trascrittore. b. 56, m. sx: l’accordo dell’ultimo movimento nel ms. è RE-FA#-LA. b. 57, la b. conclusiva in trascrizione è del trascrittore. Il ms. conclude a b. 56 a cui segue l’indicazione “siegue il Canto” [in figura]. 30 Edizione anastatica delle cinque pastorali settecentesche Pastorale “La capricciosa” in DO Fonte: I-GALc L 1/6 31 ______________________ Pastorale “La nobile” in MI bemolle Fonte: I-GALc L 1/2 32 ______________________ Pastorale “La bucolica” in SOL Fonte: I-GALc L 1/3 33 ______________________ Pastorale “La natalizia” in SI bemolle Fonte: I-GALc L 1/4 ______________________ 34 Pastorale “La gioiosa” in RE Fonte: I-GALc L 1/5 ______________________ 35 Analisi critica, documentaria e comparativa della Tradizionale pastorale gallipolina, variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno di Enrico Tricarico Di tutta la produzione musicale gallipolina dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento si conservano componimenti natalizi esclusivamente di Vincenzo Alemanno (1827 - post 1913): Messa di Natale, Messa in pastorale, Le nove lampade nella novena in preparazione alla festività del Santo Natale di N.S.G.C., L’Era nuova/Notte di Natale 25 dicembre composizione a pastorale, Dormi, dormi canto natalizio, La notte di Natale canto pastorale, I pastori oratorio di Natale, due Pastorelle in Sol e La vera pastorella in Re. La pastorella è un genere di composizione sacra per il Natale ed è intesa come diminutivo di “pastorale”, diffuso in Europa tra la seconda metà del XVII secolo e il XX secolo in ambito cattolico. È costituita da uno o più movimenti ed è generalmente musicata per coro o solisti - quindi in forma dialogica, oratoriale - con accompagnamento di una piccola orchestra, ma è possibile trovarla solo in versione strumentale, come nel caso delle tre Pastorelle di Alemanno. Di seguito le fonti delle Pastorelle di Vincenzo Alemanno: o Pastorella in Sol, I-GALa 6a, da cui è tratta la Tradizionale pastorale gallipolina, (parti conservate nell’archivio musicale delle Chiesa delle Anime, 34 fogli: violino II; violino III; viola; contrabbasso; oboe; fagotto; clarino; tromba; basso sax; basso d’ottone) di seguito denominata “prima Pastorella”; o Pastorella in Sol, I-GALa 7 (parti conservate nell’archivio musicale delle Chiesa delle Anime, 42 fogli: primo violino II; violino II; contrabbasso; ottavino; clarinetto I; clarinetto II; fagotto; tromba I; tromba II; due corni; trombone; ophicleide; baritono Sib) di seguito denominata “seconda Pastorella”; o La vera pastorella in Re, I-GALa 8 (parti conservate nell’archivio musicale delle Chiesa delle Anime, 15 fogli: flauto; violino II, viola; contrabbasso); o Pastorella in Sol, I-GALc L 1/7 (parte di Violino conservata nel Fondo Vernole della Biblioteca Comunale di Gallipoli) di seguito denominata “Pastorale del Fondo Vernole” (Fig.re 6 e 7). Le melodie che compongono la Tradizionale pastorale gallipolina d’oggi si rintracciano nei manoscritti di Vincenzo Alemanno conservati nel Fondo Vernole della Biblioteca Civica di Gallipoli e nell’archivio della Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio di Gallipoli. La Pastorale del Fondo Vernole è una parte di Violino allegata insieme ad una sua trascrizione per strumento a tastiera (I-GALc ms. L 1/7 bis) redatta, probabilmente, dallo storico gallipolino Ettore Vernole (1877 - 1957) il quale donò il fondo musicale che porta il suo nome alla Biblioteca Comunale. Tale trascrizione (vedi pag. 77) reca sul frontespizio la scritta “Pastorale gallipolina dell’Ottocento” e si può considerare degli anni ‘40 del Novecento quando il Vernole ha ricoperto l’incarico di Ispettore 36 bibliografico onorario per il Comune di Gallipoli per la tutela dei codici, degli antichi manoscritti, delle stampe ed incisioni rare e di pregio. L’attribuzione di tale trascrizione al Vernole è data dalla verosimiglianza di questa grafia con i manoscritti di alcune canzoni gallipoline da egli compilate e pubblicate postume dalla figlia Maria nel suo libro Salento, arte e storia edito a Gallipoli nel 1987 da edizioni Nuovi orientamenti oggi. Nell’archivio della Chiesa delle Anime sono conservate le tre Pastorelle di Alemanno insieme ad altre 43 sue composizioni. Si evince dalle comparazioni fra i manoscritti del compositore che queste sono per la maggior parte ritrascritte in diverse copie o versioni corrette e rivedute come, per fare qualche esempio, l’Ave Maria (1910) sul quale frontespizio reca la scritta «alla quarta edizione inedita manoscritta, nuovamente corretta e migliorata», oppure l’Inno Egli è morto la cui prima versione (1860), conservata nella Chiesa del Crocefisso, è composta da quattro strofe mentre la seconda versione (1913), conservata nella Chiesa delle Anime, omette inaspettatamente la terza. Anche la sua prima Pastorella, da cui è tratta la Tradizionale pastorale gallipolina, è passata al vaglio dei suoi rimaneggiamenti, infatti si riscontrano alcune differenze tra la versione della Chiesa delle Anime e quella della Fondo Vernole: la prima appare riconducibile agli anni della gioventù (1860-1875), i più prolifici della vita compositiva del maestro, e la seconda all’ultimo decennio della sua vita (1903-1913) come confermato dal grafologo Avv. Emanuele Fontana. Dal confronto tra le due versioni della prima Pastorella si rilevano alcuni temi e due Introduzioni differenti. In relazione a queste ultime, una è di 8 battute, nell’esemplare conservato presso il Fondo Vernole, e una di 27 battute, in quello della Chiesa delle Anime. Nessuna delle Introduzioni è riportata nella trascrizione del Vernole (I-GALc L 1/7 bis). La quasi totalità dei temi musicali della Pastorale del Fondo Vernole sono ugualmente rintracciabili negli spartiti dell’archivio della Chiesa delle Anime come si appura dalle foto allegate: Fig. 2 Oboe, Fig. 3 Clarinetto, Fig. 4 Tromba, Fig. 5 Clarino, Fig. 6 Pastorale del Fondo Vernole (prima pagina), Fig. 7 Pastorale del Fondo Vernole (seconda pagina). La trascrizione del Vernole (Fig. 8) rappresenta, pertanto, una sintesi delle due versioni dell’Alemanno e “fotografa” evidentemente lo stato della pastorale gallipolina per com’era conosciuta nel momento in cui è stata trascritta. Si constata che la versione dell’Alemanno anziano, ossia la Pastorale del Fondo Vernole, è “ordinata” nei modi e nelle forme più vicine alla Tradizionale pastorale gallipolina attuale. _______________________________ La Tradizionale pastorale gallipolina che si esegue oggigiorno ha un solo tema certamente non attribuibile all’Alemanno (tema D in Fig. 9). Questo compare per la prima volta in una registrazione della pastorale - nell’inedita tonalità di Si bemolle effettuata a Roma nel 1959 nella trascrizione del gallipolino prof. Gino Metti (1905 1982) con l’orchestra del marchigiano Febo Censori per l’etichetta S.I.R.E. Non è da escludere che questo tema sia del Metti stesso, infatti ha un andamento e un profilo melodico assai differente rispetto agli stilemi compositivi di Alemanno e non a caso non è presente nella trascrizione del Vernole. 37 Tratto dal Quanno nascette Ninno, composto nel 1754 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori a Nola (Napoli), è il celebre canto Tu scendi dalle stelle, il cui motivo iniziale viene impiegato come introduzione alla Tradizionale pastorale gallipolina di oggi. Questo preambolo con ogni probabilità è stato aggiunto successivamente alla succitata registrazione del professor Gino Metti la quale non contiene né tale introduzione, né le due Introduzioni di Alemanno. Nella registrazione, tra l’altro, si ha modo di ascoltare alcuni temi della Pastorale del Fondo Vernole oggi non più eseguiti. Anche la velocità di esecuzione è assai più celere di come viene interpretata oggi. Queste difformità fanno di questa incisione un documento fondamentale, in quanto provano come la pastorale gallipolina abbia certamente sperimentato, sia nella prassi esecutiva sia nei documenti cartacei, un susseguirsi di varianti succedute nel tempo. Dagli anni ‘50 del secolo scorso una generazione di musicisti formata da Giovanni Carrozza “Mesciu Ninu Trumbetta”, Giacinto Serrano “Cintuzzu”, Cosimo Frisenna “Culutu”, Sebastiano Campa, Salvatore Nascente “Catiessi”, Ippazio Frisenna, Cosimo Murra, Pasquale Coppola, Nino Cataldi “Caremma”, Giuseppe Sansò “Pippi zumba”, Giovanni e Salvatore Monterosso, Giorgio Selvaggio, Tommasino Chiodo, Clatinoro Cataldi, Giorgio Zullino e tanti altri ha tenuto viva la tradizione della pastorale e con ogni probabilità ha influenzato l’esecuzione della Tradizionale pastorale gallipolina attraverso l’aggiunta o la dispensa di alcuni temi: l’apparizione del Tu scendi dalle stelle introitale, il cambio della tonalità (da Sol a Re), la rimodulazione delle successioni dei temi, le “varianti” apportate al profilo melodico e l’uso dei ritornelli (la registrazione del Metti non esegue ritornelli) evidentemente introdotti per esigenze esecutive da corteo. In una condizione dove la musica non è eseguita attraverso la lettura di spartiti, ma tramandata a memoria e “ad orecchio”, è facile che avvengano delle varianti e dei mutamenti rispetto alla concezione originaria del brano. A riguardo, è significativo l’esempio della caratteristica volatina di note del clarinetto aggiunta dal prof. Salvatore Coppola nel modo minore della pastorale nei primi anni ‘80, complementare e imprescindibile ad ogni esecuzione della pastorale d’oggi. La Tradizionale pastorale gallipolina veniva eseguita anche con l’organico bandistico, forse risentendo dell’influsso della tradizione tarantina con le composizioni tardo-ottocentesche dei capobanda Francesco Battista, Francesco de Benedictis e Giovanni Ippolito, cui a volte si aggiungeva un coro. Nella “Città Bella” prevale, però, la più caratteristica formazione nella quale predominano timbricamente i cordofoni: Mandolini, Violini, Flauto, Clarinetto, Fisarmonica e Chitarra. Il canto Ti voglio tanto bene, ancora oggi in uso nelle Chiese gallipoline durante il bacio di Gesù Bambino il giorno della Solennità dell’Epifania, è da sempre ritenuto anonimo, ma le mie osservazioni presso l’archivio della Chiesa delle Anime possono attribuirlo proprio all’Alemanno: è un “Andante pastorale” avente titolo originale A Gesù Bambino nel presepio. Il testo di questo canto, di Sant’Alfonso Maria de Liguori, è stato indirizzato al maestro Alemanno attraverso uno scambio epistolare avuto con un suo estimatore di Alezio il quale gli aveva commissionato di musicare il testo inviatogli alla maniera della «… sua pastorale che si canta in Gallipoli… o pure a suo bellaggio [piacimento] la musica». Tale corrispondenza, datata 14 dicembre 1903, è conservata nell’archivio della Chiesa delle Anime. 38 A memoria d’uomo si hanno testimonianze della Tradizionale pastorale gallipolina cantata, e ciò può aver contribuito al “successo” della musica e, inoltre, spiega il motivo del cambio di tonalità dall’originale tonalità di Sol all’attuale tonalità di Re, comoda all’intonazione del canto, altrimenti troppo acuta e disagevole per le voci comuni. Il testo della ninna nanna veniva cantato nella parte centrale della pastorale (modo minore), sui temi musicali che, non a caso, hanno subìto in misura assai minore influssi e varianti in relazione ai temi del modo maggiore. Si può ritenere che lo stesso Alemanno, attento agli indirizzi della Chiesa e innovatore della tradizione musicale liturgica e paraliturgica, può aver cantato, o addirittura proposto, questa ninna nanna: si sa, infatti, che oltre a suonare l’organo durante le funzioni religiose nelle Chiese gallipoline egli è stato anche un cantore in qualità di tenore, come risulta dai verbali della Confraternita del Carmine per le esecuzioni degli oratori sacri a Maria SSma Addolorata, tradizione musicale ancora oggi molto partecipata e proprio dall’Alemanno iniziata col suo oratorio per soli, coro e orchestra Mira! o fedel (1875). _______________________________ Nelle tre Pastorelle di Vincenzo Alemanno le caratteristiche melodiche, stilistiche e formali sono sempre le stesse: lunghezza dei brani, Introduzioni, ordine dei ritornelli (spesso le frasi ripetute non sono indicate coi ritornelli, ma scritte per esteso), proporzioni dei periodi, impianto formale “maggiore - minore - maggiore” conformano un preciso disegno compositivo impreziosito da una proprietà di scrittura elegante, raffinata e originale. Sono frequenti, infatti, in tutte e tre le composizioni soluzioni armoniche ardite e l’uso della scala minore ‘napoletana’. A conclusione della prima Pastorella segue un’appendice (es. Fig.re 2 e 4) contenente alcune delle melodie della Tradizionale pastorale gallipolina eseguita oggi. I profili melodici che tendono a lanciarsi in un lirismo salottiero e la forma “maggiore – minore – maggiore” utilizzati dal maestro Alemanno si inseriscono in quelle che sono le tendenze musicali del tempo, staccandosi così dalle maniere barocche della scuola musicale napoletana, cui si rifanno anche le cinque pastorali settecentesche della Biblioteca Comunale, dove la prassi spesso ricalca la ridondanza dei temi nella forma monotematica e bipartita. _______________________________ In Fig. 8 la trascrizione del Vernole (I-GALc L 1/7 bis) della Pastorale del Fondo Vernole (I-GALc L 1/7) di Vincenzo Alemanno (i temi che compongono il brano sono indicati con numeri in alto alla battuta); in Fig. 9 la Tradizionale pastorale gallipolina come viene eseguita oggi (i temi che compongono il brano sono indicati con lettere maiuscole in alto alla battuta); in Fig. 8 la tonalità è quella originale in Sol dell’Alemanno; in Fig. 9 la tonalità è in Re come viene eseguita oggi. 39 Indagine compositiva e comparativa della trascrizione del Vernole [Fig. 8], contenente esclusivamente temi musicali composti da Vincenzo Alemanno tratti dalla Pastorale del Fondo Vernole: la trascrizione del Vernole conta 12 temi (i ritornelli); i temi 6 e 11 sono ripetuti; il tema 1 si trova indicato alla Fig. 6 del Violino (primo riquadro); il tema 2 si trova indicato alla Fig.2 dell’Oboe (primo riquadro) e alla Fig. 6 della Pastorale del Fondo Vernole (secondo riquadro); le note di volta in semicrome al tema 2 sono una variante del primo ritornello dell’Oboe alla Fig. 2 (variante indicata in partitura Fig. 8). Notare che tale variante nella versione dell’Oboe è con le crome, mentre nella versione della Pastorale del Fondo Vernole (al secondo riquadro della Fig. 6) è con semicrome, a conferma che questa è una trascrizione sempre di Alemanno fatta successivamente rispetto alla versione della Chiesa delle Anime; il tema 3 si trova indicato alla Fig. 4 della Tromba (riquadro). Si noti alla terza battuta del riquadro il cromatismo (RE DO# DO§) ripreso dai temi 4 e 5, per cui nella trascrizione del Vernole è da intendersi “variante”; il tema 4 si trova indicato alla Fig. 3 del Clarinetto (riquadro); il tema 5 si trova indicato alla Fig. 2 dell’Oboe (secondo riquadro); il tema 6 (e 11) si trova indicato alla Fig. 6 della Pastorale del Fondo Vernole (terzo riquadro). Si noti nella trascrizione del Vernole una variante sulla coda finale del tema attinta da cadenze ricorrenti in altri punti della pastorale. La seconda battuta del tema 6 (il Re tenuto fino alla penultima suddivisione della battuta) viene eseguita oggi “riempita” dell’accordo spezzato (vedi seconda battuta lettera I della Fig. 9). Si noti che gli accordi spezzati impiegati come profilo melodico sono accuratamente evitati da Alemanno in tutta la Pastorella e quindi questa è riconducibile ad una delle “varianti popolari”. Un altro uso di accordo arpeggiato riconducibile ad una variante popolare è il primo movimento della prima battuta del tema H [Fig. 9], mentre il relativo originale passaggio al tema 8 [Fig. 8] è in posizione di stasi; i temi 7 e 9 si trovano indicati alla Fig. 5 del Clarino (primo e secondo riquadro). Nel manoscritto in Fig. 5 si rileva inoltre che il primo tema del modo minore (primo riquadro) è ripetuto due volte: le ultime quattro battute sono una ripetizione fiorita delle prime quattro battute; le prime 5 battute del tema 8 sono rilevate nella parte di Clarinetto (battute 6 - 11 della Fig. 3), dopodiché il Vernole trascrive le ultime 4 battute del tema 8 uguali alle ultime 4 battute del tema 10 con la seguente variante ritmica: e. x e diventa e e. x; i temi 1, 2, 3 e 4 sono estinti e non vengono più eseguiti oggi. Indagine compositiva e comparativa della Tradizionale pastorale gallipolina eseguita oggi [Fig. 9]: la Tradizionale pastorale gallipolina eseguita oggi conta 9 temi (i ritornelli) più l’introduzione tratta dal motivo del Tu scendi dalle stelle. Di questi 9 temi ben 7 si riscontrano nei manoscritti di Alemanno e quindi nella trascrizione del Vernole, ossia: le lettere B, E, F, le ultime cinque battute di G, le prime cinque battute di H, I e L della Fig. 9, corrispondono in ordine ai temi 5, 7, 9, le ultime cinque battute di 8, le prime cinque battute di 8, 11 e 12 della Fig. 8; 40 il tema 5 corrisponde al tema B; il tema 6 (e 11) corrisponde al tema I (varianti indicate in partitura); le prime quattro battute del tema 7 corrispondono al tema E; le prime cinque battute del tema 8 corrispondono alle prime cinque battute del tema H. Di contro le ultime cinque battute del tema 8 corrispondono alle ultime cinque battute del tema G. Il tema G, invece, è rilevato come nella versione di oggi nella parte di Violino della Pastorale del Fondo Vernole (secondo ritornello alla seconda pagina Fig. 7) ulteriore conferma che questa è una trascrizione sempre di Alemanno fatta successivamente rispetto alla versione della Chiesa delle Anime; il tema 9 corrisponde al tema F; il tema 12 corrisponde al tema L; il tema 12, l’ultimo nella trascrizione del Vernole, è assente nella parte di Violino della Pastorale del Fondo Vernole dove però il suo ultimo ritornello (alla seconda pagina Fig. 7) è interpretabile quale “seconda voce” in quanto il trillo indicato non ha funzione tematica che si desume sia affidata ad altro strumento. Sono 4 le battute, infatti, sia del tema 12 che dell’ultimo manoscritto ritornello del Violino dove, qui, l’ultima battuta combacia esattamente con la “seconda voce” della relativa battuta al tema 12 (note: RE DO SI – LA SOL FA#); La terza e quinta battuta del tema H hanno la chiusa di frase (al primo movimento della battuta) con appoggiatura superiore, mentre le versioni manoscritte di Alemanno hanno la chiusa con appoggiatura inferiore. La chiusa di frase con appoggiatura inferiore - in particolare quando la frase successiva è acefala - ricorre spesso nelle musiche in pastorale di Alemanno: si tratta di gusto personale e di un dettaglio stilistico che contraddistingue la sua proprietà di scrittura come un marchio. Nonostante ciò il Vernole fa la sua trascrizione indicando la chiusa di questa frase con appoggiatura superiore, cioè come viene eseguita oggi, ed è da considerare, quindi, una variante popolare da lui “segnalata”. Ciò emerge dal confronto tra la sua trascrizione del tema H con l’originale tema rilevato al Violino della Pastorale del Fondo Vernole (seconda pagina, primo ritornello in Fig. 7), al Clarinetto (battute 8 e 10 del primo rigo in Fig. 3) e al Clarino (battute 4 e 6 dell’ultimo rigo in Fig. 5); il tema C non si trova nei manoscritti di Alemanno, ma per la sua lunghezza e caratteristiche melodiche/armoniche si può ritenere una variante del tema B; Si può ritenere che il Vernole per la sua trascrizione non abbia attinto il materiale musicale esclusivamente dalla parte di Violino del Fondo Vernole, ma anche dalle parti della Chiesa delle Anime o altre possibili trascrizioni a noi sconosciute e, soprattutto, da una conoscenza diretta di alcune varianti popolari già in uso, ciò almeno in riferimento alle interpolazioni coi manoscritti originali dei temi 6 e 7 della Fig. 8. Si leggano gli strumenti traspositori in Si bemolle (Clarinetto, Clarino e Tromba) in La anziché in Sol, tono reale. Singolarità dell’autore: non indica l’armatura di tonalità ad ogni capo rigo, ma solo all’inizio del brano, inoltre il cambio di tonalità dal modo maggiore al modo minore, e viceversa, viene indicato con le alterazioni momentanee anziché col cambio di armatura di chiave, ciò avviene in tutte le parti, sia delle tre Pastorelle della Chiesa delle Anime sia della parte di Violino della Pastorale del Fondo Vernole. 41 Fig. 1 Oboe, prima Pastorella, particolare dell'Introduzione - Archivio Chiesa delle Anime (I-GALa 6a) Fig. 2 Oboe (appendice), prima Pastorella - Archivio Chiesa delle Anime (I-GALa 6a) Fig. 3 Clarinetto, prima Pastorella - Archivio Chiesa delle Anime (I-GALa 6a) Fig. 4 Tromba (appendice), prima Pastorella - Archivio Chiesa delle Anime (I-GALa 6a) 42 Fig. 5 Clarino, prima Pastorella - Archivio Chiesa delle Anime (I-GALa 6a) Fig. 6 Violino (pagina 1), Pastorale del Fondo Vernole (I-GALc L 1/7) Fig. 7 Violino (pagina 2), Pastorale del Fondo Vernole (I-GALc L 1/7) 43 Fig. 8 Trascrizione di Ettore Vernole (I-GALc L 1/7 bis) dalla parte di Violino autografa di Vincenzo Alemanno (I-GALc L 1/7) - Fondo Vernole della Biblioteca Comunale 44 Fig. 9 La Tradizionale pastorale gallipolina come viene eseguita oggi 45 Firma autografa di Vincenzo Alemanno 46 PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" Fonte: I-GALc ms. L 1/6 Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre Ignoto del XVIII sec. (q. = 60) 12 8 12 8 4 ( ) ( ) 7 9 12 Revisione e trascrizione di Enrico Tricarico 47 15 18 ( ) 21 24 26 29 32 ( ) ( ) 48 35 ( ) 38 41 43 46 49 49 PASTORALE "LA NOBILE" Fonte: I-GALc ms. L 1/2 21 febbraio 1784 Ignoto del XVIII sec. Pastorale larghetto (q. = 56) 12 8 12 8 (Ped.) 4 7 10 ( ) 13 ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) 16 ( ) ( ) ( ) Revisione e trascrizione di Enrico Tricarico 50 19 22 24 27 ( ) 30 32 ( ) 51 PASTORALE "LA BUCOLICA" Fonte: I-GALc ms. L 1/3 Ignoto del XVIII sec. Pastorale and[ant]e (q. = 60) 12 8 12 8 4 Ped. ( ) 7 ( ) 10 ( ) 13 ( ) ( ) ( ) 16 ( ) ( ) Revisione e trascrizione di Enrico Tricarico 52 19 22 ( ) ( ) 25 28 ( ) 31 ( ) ( ) *( ) 34 ( ) 36 ( * Le note tra ( ) alla ba uta 32 della m.s. da ome ere in fase di esecuzione. ) 53 PASTORALE "LA GIOIOSA" Fonte: I-GALc ms. L 1/5 "a' tempo" Ignoto del XVIII sec. (q. = 66) 12 8 12 8 5 ( ( ) ) (Ped.) 8 ( ) 11 14 17 ( ) Revisione e trascrizione di Enrico Tricarico 54 20 ( ( ) ) 23 ( ) ( 26 ( ) ) (Ped.) 29 ( 32 ( ) ( ) ( ) (Ped.) 35 ( ) ( ) ) 55 ( ) 38 ped. ( ) 41 ( ( ( ) ) ( ) ) ped. 44 47 ( ) 50 ( ) ( ) ( ) (Ped.) 53 "siegue il Canto" ( ( ) ) ( ) 56 PASTORALE "LA NATALIZIA" Fonte: I-GALc ms. L 1/4 Ignoto del XVIII sec. (q. = 68) 12 8 12 8 4 7 10 13 Revisione e trascrizione di Enrico Tricarico 57 16 19 21 ( ) 24 26 Da capo subito ( ) 58 TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 12 8 12 8 4 ( ) 7 10 13 16 19 Seconda volta più lento (q. = 86) e gradualmente accelerando 59 22 25 28 31 34 37 39 A tempo 60 "PRIMA" PASTORELLA Fonte: I-GALa 6a Vincenzo Alemanno Introduzione Larghetto (q. = 48) 86 86 f p f p 8 f p 15 22 And.te 29 34 Riduzione su strumento a tastiera dalle parti originali d'orchestra, revisione e ricostruzione delle parti mancanti a cura di Enrico Tricarico 61 39 45 52 57 f p f p 62 68 Minore 62 74 79 ( 85 91 97 103 Maggiore ) 63 108 113 118 CODA 124 D.C. poi CODA 130 Dim. poco a poco 135 p sotto voce 142 dim. pp ff 64 (Fine) 149 pp 156 162 167 172 177 182 ff pp PASTORELLA 65 "SECONDA" PASTORELLA Fonte: I-GALa 7 Vincenzo Alemanno Introduzione All.tto assai mod.to (q. = 52) 68 68 f 8 13 ff f 19 24 Riduzione su strumento a tastiera dalle parti originali d'orchestra, revisione e ricostruzione delle parti mancanti a cura di Enrico Tricarico 66 30 f 35 Assai sostenuto (q. = 48) Allarg. p espress. (Ped.) 40 staccato 45 50 55 Accel. 67 60 65 71 Poco più 76 mf 81 p f p 86 p f p 68 91 97 mf 102 107 112 117 Accel. 69 122 f 128 p 133 138 143 148 70 153 158 163 169 f 175 Morendo 179 f p pp 71 LA VERA PASTORELLA Fonte: I-GALa 8 Introduzione Vincenzo Alemanno And.te moderato (q. = 50) 86 p e sotto voce 86 86 7 12 17 staccato Riduzione su strumento a tastiera dalle parti originali d'orchestra, revisione e ricostruzione delle parti mancanti a cura di Enrico Tricarico 72 22 a piacere (cadenzando) 5 26 32 38 43 6 73 49 55 60 65 sf 74 71 77 83 89 94 Minore sotto voce 75 98 103 106 111 115 Maggiore 76 120 126 131 Dim. poco a poco 136 140 77 PASTORALE GALLIPOLINA DELL'OTTOCENTO Fonte: I-GALc ms. L 1/7 bis Vincenzo Alemanno Versione conservata nel Fondo Vernole della Biblioteca Civica di Gallipoli 86 86 6 11 Trascrizione, attribuibile a Ettore Vernole, su strumento a tastiera del manoscritto di Vincenzo Alemanno conservato nel Fondo Vernole della Biblioteca Civica (I-GALc L1/7) 78 79 PASTORALE GALLIPOLINA Vincenzo Alemanno Trascrizione di Enrico Tricarico Introduzione Andante q. = 50 A 86 86 7 B 12 17 21 25 C D 80 30 E 36 41 F G 46 H 50 Larghetto q. = 46 55 I 81 1. 60 2. L 65 70 1. 2. M 74 79 85 N O 82 90 95 Andante q. = 50 P Q 100 105 R 109 La presente trascrizione raccoglie temi rilevati nei manoscritti di Vincenzo Alemanno, temi estinti e non più eseguiti, temi aggiunti postumi e le varianti popolari. ________________________________________ A: melodia dell'"Introduzione" tratta dal manoscritto conservato nella Biblioteca Civica. B - C - D - F - Q (e H) sono temi originali di Alemanno, oggi estinti e non più eseguiti. Il tema E (originale di Alemanno) compare in una registrazione del prof. Gino Metti, viene oggi eseguito come nella variante del tema P. Il tema G è attribuibile al prof. Gino Metti. Il tema H è una variante del tema Q (originale di Alemanno), comparso in una registrazione del prof. Gino Metti. Il tema M compare nella seconda Pastorella, ne La vera Pastorella e in una registrazione del prof. Gino Metti. 83 TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno Largo (e = 66) 86 86 8 14 * 18 3'04,9" 22.2,81 Hit 01 Clarinetto 22 27 ** 7 * Tema attribuibile al prof. Gino Metti ** Motivo ornamentale del clarinetto apportato dal prof. Salvatore Coppola 7 Trascrizione di Enrico Tricarico 84 31 7 7 7 7 33 7 7 35 7 7 7 7 38 7 7 40 7 7 7 7 85 42 7 7 7 7 44 7 48 7 , 1. , 2. ( 53 59 62 ) 86 PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" "Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 60) Violin I Violin II Viola Violoncello 12 8 f p 12 8 f p 12 8 f p 12 8 f p 5 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 8 p mf p mf p mf p mf Vln. I Vln. II Vla. Vc. 11 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 87 14 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 18 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 21 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 24 f Vln. I Vln. II f Vla. Vc. 88 f 27 Vln. I p p Vln. II f Vla. p p Vc. f 30 f Vln. I p Vln. II f f Vla. p Vc. f 33 Vln. I f p Vln. II f Vla. p f Vc. 36 f p Vln. I p f Vln. II p f Vla. p Vc. f 89 39 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 42 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 45 p f p f p f p f Vln. I Vln. II Vla. Vc. 48 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 90 PASTORALE "LA NOBILE" "21 febbraio 1784" Ignoto gallipolino del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Larghetto (q. = 56) mf Violin I 12 8 Violin II 12 8 Viola 12 8 Violoncello 12 8 mf mf mf f 4 Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 7 mf Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 91 10 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. f 13 p Vln. I f p Vln. II f p Vla. f Vc. 16 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 19 Vln. I Vln. II Vla. Vc. p 92 22 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 25 dim. mf dim. mf dim. mf Vln. I Vln. II Vla. dim. Vc. 29 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 32 Vln. I Vln. II Vla. Vc. mf 93 PASTORALE "LA BUCOLICA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Andante (q. = 60) Violin I Violin II Viola Violoncello 12 8 mf 12 8 mf 12 8 mf 12 8 mf 4 molto p Vln. I molto p Vln. II molto p Vla. molto p Vc. 7 mf molto p Vln. I mf molto p mf molto p mf molto p Vln. II Vla. Vc. mf 10 Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 94 13 f molto p f molto p f molto p Vln. I Vln. II Vla. f Vc. f 17 Vln. I f molto p f molto p Vln. II Vla. f molto p Vc. 20 mf molto p Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf molto p Vc. 23 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 95 26 f molto p f molto p f molto p Vln. I Vln. II Vla. f Vc. 29 Vln. I Vln. II Vla. molto p Vc. 32 mf Vln. I molto p mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 35 mf dim. molto p rall. molto p Vln. I mf dim. molto p Vln. II molto p mf dim. molto p molto p mf dim. molto p Vla. Vc. 96 PASTORALE "LA GIOIOSA" "A' tempo" Ignoto gallipolino del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 66) Violin I 12 8 Violin II 12 8 Viola 12 8 Violoncello 12 8 mf mf mf mf 5 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 9 f p f p Vln. I Vln. II f p f p Vla. Vc. 97 13 mf Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 17 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 20 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 24 p cresc. f p cresc. f p cresc. f Vln. I Vln. II Vla. p cresc. Vc. f 98 28 Vln. I Vln. II Vla. Vc. energico 32 Vln. I energico Vln. II energico Vla. energico Vc. 36 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. f 40 Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 99 p 44 Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 48 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 51 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 54 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 100 PASTORALE "LA NATALIZIA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 68) Violin I 12 8 mf mf Violin II 12 8 mf Viola 12 8 mf Violoncello 12 8 5 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 9 f p f p f p f p Vln. I Vln. II Vla. Vc. 101 13 f p f p f p f p Vln. I Vln. II Vla. Vc. f dim. 17 Vln. I f dim. Vln. II f dim. Vla. f dim. Vc. 20 (Rall.) (Più lento q. = 48) p Molto p ed espressivo p Molto p ed espressivo p Molto p p Molto p Vln. I Vln. II Vla. Vc. 24 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 102 TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 f Violin I f Violin II f Viola f Violoncello dim. 5 Vln. I dim. Vln. II dim. Vla. dim. Vc. 8 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 11 cresc. Vln. I cresc. Vln. II cresc. Vla. cresc. Vc. 103 Seconda volta più lento (q. = 86) e gradualmente accelerando 14 mf Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 17 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 21 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 25 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 104 A tempo 29 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 32 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 35 Vln. I Vln. II Vla. Vc. Rall. 38 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 105 "PRIMA" PASTORELLA I-GALa 6a Introduzione And.te moderato q. = 48 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico f p f p 86 f p f p p f p Viola 86 f f p f p Violoncello 86 86 Violin I Violin II 8 f f p Vln. I f p f p f p Vln. II Vla. Vc. p f f p f f p f f p f 16 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 23 f And.te p Vln. I f p f p f p Vln. II Vla. Vc. 106 31 Vln. I Vln. II div. sempre Vla. Vc. 38 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 45 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 52 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 107 58 f p f p f p f p f p f p f p f p Vln. I Vln. II Vla. Vc. 64 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 71 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 77 Vln. I Vln. II Vla. Vc. Minore 108 84 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 91 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 97 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 103 Vln. I Vln. II Vla. Vc. Maggiore 109 109 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 115 Vln. I Vln. II Vla. Vc. CODA 121 Vln. I D.C. poi CODA Vln. II D.C. poi CODA Vla. D.C. poi CODA D.C. poi CODA Vc. 128 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 110 Dim poco a poco 134 p sotto voce Vln. I p sotto voce Vln. II p sotto voce Vla. p sotto voce Vc. 142 dim. pp ff pp dim. pp ff pp dim. pp ff pp dim. pp ff pp Vln. I Vln. II Vla. Vc. 150 ff pp ff pp ff pp ff pp (Fine) Vln. I (Fine) Vln. II (Fine) Vla. Vc. 158 Vln. I Vln. II Vla. Vc. (Fine) PASTORELLA 111 164 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 170 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 176 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 182 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 112 "SECONDA" PASTORELLA I-GALa 7 Introduzione And.te moderato q. = 52 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico f Violin I 6 8 f Violin II 6 8 f Viola 86 f Violoncello 86 9 ff Vln. I ff Vln. II ff Vla. ff Vc. 16 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 24 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 113 Assai sostenuto q. = 48 31 f p espress. Vln. I f p espress. f p espress. f p espress. Vln. II Vla. Vc. 38 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 44 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 50 Vln. I Vln. II Vla. Vc. staccato 114 57 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 63 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 70 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 77 mf Poco più p Vln. I mf p Vln. II mf p mf p Vla. Vc. 115 84 f p Vln. I f f p f f p f f p f Vln. II Vla. Vc. 90 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. mf 96 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 102 Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. 116 109 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 116 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 123 f Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 130 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 117 137 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 143 Vln. I div. Vln. II Vla. Vc. 149 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 155 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 118 161 Vln. I Vln. II Vla. Vc. f 168 Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 175 p f p f p f Vln. I Vln. II Vla. f p Vc. 179 p pp p pp p pp p pp Vln. I Vln. II Vla. Vc. 119 LA VERA PASTORELLA I-GALa 8 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 50 Violin I Violin II 86 86 p e sotto voce Viola 86 p e sotto voce Violoncello 86 p e sotto voce mf p e sotto voce mf div. mf 8 p p mf Vln. I mf mf Vln. II mf div. mf Vla. mf Vc. 14 p staccato Vln. I p staccato Vln. II p staccato Vla. p staccato Vc. 20 Solo a piacere (cadenzando) Tutti p Vln. I 5 6 p Vln. II p Vla. p Vc. 120 25 Vln. I espress. Vln. II espress. Vla. espress. Vc. f 32 Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. 39 p pp Vln. I p pp espress. p pp espress. p pp espress. Vln. II Vla. Vc. 46 p Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. div. 121 54 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 60 Vln. I Vln. II Vla. Vc. f 66 Vln. I f Vln. II f Vla. f Vc. p 73 Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. 122 espress. 80 Vln. I espress. Vln. II espress. Vla. espress. Vc. 87 sotto voce Vln. I sotto voce Vln. II sotto voce Vla. sotto voce Vc. 93 mf p Vln. I mf p Vln. II mf p mf p Vla. Vc. mf 98 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 123 103 Vln. I mf Vln. II mf Vla. mf Vc. p 107 Vln. I p Vln. II p Vla. p Vc. cresc. 112 Vln. I cresc. Vln. II cresc. Vla. cresc. Vc. 117 p mf Vln. I mf p Vln. II mf p mf p Vla. Vc. 124 mf mf 123 Vln. I mf mf Vln. II div. mf mf Vla. mf Vc. 129 f f f f f f Vln. I Vln. II Vla. f Vc. 135 dim. mf dim. mf dim. sempre dim. mf dim. sempre Vln. I Vln. II Vla. dim. mf Vc. 140 dim. sempre p pp p pp dim. p pp dim. p pp Vln. I Vln. II Vla. Vc. 125 TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno Andantino assai moderato q. = 36 p espress. Violin I Violin II 86 86 Viola 6 8 Violoncello 86 p espress. p espress. p espress. 8 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 15 Vln. I Vln. II Vla. Vc. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico 126 20 Vln. I Vln. II Vla. Vc. Poco più lento 25 1. pp intenso Vln. I pp intenso Vln. II pp intenso Vla. pp intenso Vc. 31 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 37 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 1. 2. 2. 127 43 Vln. I Vln. II , mf , mf , mf Vla. mf Vc. 1. 49 Vln. I , , Vln. II , 2.Tempo I mf mf mf Vla. mf Vc. 55 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 62 Vln. I Vln. II Vla. Vc. 1. 2. 128 Violin I PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" "Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 60) 12 8 4 p 7 f 9 mf f p 12 14 17 20 23 p f 129 Violin I f 25 28 f 32 f f f 35 38 p f 41 43 46 49 p f 130 Violin II PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" "Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 60) 12 8 4 p 7 f 9 mf f p 12 14 17 21 24 p f 131 Violin II 26 p 30 p 33 f p p 35 38 f 41 43 45 p 47 f 49 p 132 Viola PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" "Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 60) 12 8 4 p 7 f f mf p 10 13 16 p 20 f 24 28 f f f 133 Viola 32 p 36 f 40 44 47 49 f f p f 134 Violoncello PASTORALE "LA CAPRICCIOSA" "Si tenga C sol fa ut grave fisso sempre" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 60) 12 8 4 p 7 f f p mf 10 13 16 p 19 f 22 26 p p 135 Violoncello 30 34 p p p f 38 f 41 45 48 p f 136 Violin I PASTORALE "LA NOBILE" "21 febbraio 1784" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Larghetto (q. = 56) mf 12 8 f 5 8 mf 11 14 f p f p 17 20 dim. 23 26 30 32 mf 137 Violin II PASTORALE "LA NOBILE" "21 febbraio 1784" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Larghetto (q. = 56) mf 12 8 5 f mf 9 p 13 16 f p f 20 24 28 31 dim. mf 138 Viola PASTORALE "LA NOBILE" "21 febbraio 1784" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Larghetto (q. = 56) 12 8 mf 5 mf f 9 p f 13 p f 16 20 24 28 32 dim. mf 139 Violoncello PASTORALE "LA NOBILE" "21 febbraio 1784" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Larghetto (q. = 56) mf 12 8 6 mf f 11 f p 15 p f 19 25 29 dim. mf 140 Violin I PASTORALE "LA BUCOLICA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Andante (q. = 60) 12 8 mf 5 mf molto p 8 mf molto p 11 f 15 f molto p molto p 18 21 mf p 25 f molto p 29 32 35 mf molto p rall. mf dim. molto p 141 Violin II PASTORALE "LA BUCOLICA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Andante (q. = 60) 12 8 mf 4 7 molto p mf 11 f 15 molto p 19 molto p 23 p 27 37 f mf f 30 34 mf molto p molto p mf molto p mf dim. rall. molto p 142 Viola PASTORALE "LA BUCOLICA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Andante (q. = 60) 12 8 mf 4 molto p 8 molto p 12 mf mf f 16 f molto p 20 mf molto p p 24 27 f molto p 31 35 mf molto p rall. mf dim. molto p 143 Violoncello PASTORALE "LA BUCOLICA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Andante (q. = 60) 12 8 mf 8 molto p 16 mf molto p molto p f mf f molto p p mf 24 28 36 f rall. mf dim. molto p mf molto p molto p 144 Violin I PASTORALE "LA GIOIOSA" "A' tempo" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 66) 12 8 mf 4 f 7 p 10 13 mf 16 f 19 22 25 p cresc. p f 145 Violin I 28 31 34 p energico 37 40 43 46 49 52 54 f p 146 Violin II PASTORALE "LA GIOIOSA" "A' tempo" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 66) 12 8 mf 5 f 8 11 p mf 14 17 f 20 p 23 26 p cresc. f 147 Violin II 29 32 energico p 35 38 41 44 47 50 53 f p 148 Viola PASTORALE "LA GIOIOSA" "A' tempo" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 66) 12 8 mf 5 8 f 11 mf p 14 17 f 20 p 23 27 p cresc. f 149 Viola 31 energico 35 p 39 44 49 53 f p 150 Violoncello PASTORALE "LA GIOIOSA" "A' tempo" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 66) mf 12 8 f 5 p 11 mf 14 17 f 20 p 23 27 31 p cresc. f energico 151 Violoncello 35 40 45 50 54 p f p 152 Violin I PASTORALE "LA NATALIZIA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 68) 12 8 mf 5 p 8 f 11 p f 14 17 20 22 25 p f dim. (Rall.) (Più lento q. = 48) p Molto p ed espressivo 153 Violin II PASTORALE "LA NATALIZIA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 68) 12 8 mf 5 p 8 f 11 p 14 f 17 20 22 25 p f dim. (Rall.) p (Più lento q. = 48) Molto p ed espressivo 154 Viola PASTORALE "LA NATALIZIA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 68) 12 8 mf 4 p 7 f 10 13 f 16 25 f dim. p (Rall.) 19 22 p p (Più lento q. = 48) Molto p 155 Violoncello PASTORALE "LA NATALIZIA" Ignoto del XVIII sec. Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico (q. = 68) 12 8 mf 4 p 7 f 10 13 f 16 25 f dim. p (Rall.) 19 22 p p (Più lento q. = 48) Molto p 156 Violin I TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 f dim. 5 p 7 9 11 cresc. Seconda volta più lento (q. = 86) e gradualmente accelerando 13 15 17 mf 157 19 22 25 27 30 A tempo f 33 36 38 Rall. 158 Violin II TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 f 5 8 dim. p cresc. 10 Seconda volta più lento (q. = 86) e gradualmente accelerando 13 15 17 19 mf 159 21 23 25 27 30 A tempo f 33 36 38 Rall. 160 Viola TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 f 4 dim. 7 p 10 13 16 19 22 cresc. Seconda volta più lento (q. = 86) e gradualmente accelerando mf 161 25 27 30 A tempo f 33 36 38 Rall. 162 Violoncello TARANTELLA PIZZICATA ENRICO TRICARICO Allegro q. = 130 f 4 dim. 7 p 10 cresc. Seconda volta più lento (q. = 86) 13 16 19 22 e gradualmente accelerando mf 163 25 27 30 A tempo f 33 36 38 Rall. 164 Violin I "PRIMA" PASTORELLA I-GALa 6a Introduzione And.te moderato q. = 48 f 86 8 22 28 f p f 15 f Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico p p p f f And.te p 38 44 50 56 61 f p f p 165 Violin I 68 Minore 72 79 86 94 99 104 Maggiore 110 116 CODA 123 D.C. poi CODA 166 Violin I 130 Dim poco a poco 135 142 150 157 163 169 175 182 pp dim. ff p sotto voce pp (Fine) PASTORELLA ff pp 167 Violin II "PRIMA" PASTORELLA I-GALa 6a Introduzione And.te moderato q. = 48 f 86 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico f p 8 16 f f p f p 24 28 f And.te p 31 37 43 50 57 p f p f p 168 Violin II 64 Minore 71 78 86 93 99 104 Maggiore 110 117 CODA 123 D.C. poi CODA 129 169 Dim poco a poco 135 143 150 157 163 169 176 182 Violin II p sotto voce pp ff pp (Fine) PASTORELLA dim. ff pp 170 Viola "PRIMA" PASTORELLA I-GALa 6a Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 48 f 86 9 f p f p 17 p f 22 28 f p f And.te p 31 div. sempre 38 45 52 59 f p f p 171 Viola 65 Minore 71 77 83 89 95 100 104 Maggiore 110 116 CODA 122 D.C. poi CODA 172 Viola 129 Dim poco a poco 135 143 151 158 164 169 174 180 183 p sotto voce pp pp (Fine) PASTORELLA ff dim. pp ff 173 Violoncello "PRIMA" PASTORELLA I-GALa 6a Introduzione And.te moderato q. = 48 86 f 8 p f f 15 p p f 21 28 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico p f f And.te p 31 39 47 55 f p f p 174 Violoncello 62 68 Minore 72 78 85 92 98 104 110 116 Maggiore 175 CODA 123 Violoncello D.C. poi CODA 130 136 Dim poco a poco 144 151 159 166 173 180 184 p sotto voce pp pp (Fine) PASTORELLA dim. ff pp ff 176 Violin I "SECONDA" PASTORELLA I-GALa 7 Introduzione And.te moderato q. = 52 86 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico f 8 13 ff f 19 25 f 30 35 42 48 54 Assai sostenuto q. = 48 p espress. staccato 177 Violin I 59 65 mf 71 78 Poco più 84 f 90 p p f p mf 96 102 108 114 120 f 178 Violin I 127 p 134 141 146 151 158 164 f 172 177 f p p pp 179 Violin II "SECONDA" PASTORELLA I-GALa 7 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 52 86 f 8 14 ff f 21 29 35 41 47 53 59 f Assai sostenuto q. = 48 p espress. 180 Violin II 65 71 77 mf p 83 89 p f f p 96 mf 103 110 116 122 128 f p 181 Violin II 134 140 146 div. 152 158 164 170 176 f f p p pp 182 Viola "SECONDA" PASTORELLA I-GALa 7 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 52 86 f 8 ff 15 f 22 f 29 35 41 47 53 59 Assai sostenuto q. = 48 p espress. 183 Viola 65 71 77 mf p 83 89 f f p p mf 96 103 110 116 121 127 f p 184 Viola 133 139 145 151 157 163 169 175 179 f p f p pp 185 Violoncello "SECONDA" PASTORELLA I-GALa 7 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 52 f 86 8 14 ff f 20 27 33 40 47 54 f Assai sostenuto q. = 48 p espress. 186 Violoncello 61 68 75 mf f 82 88 f mf 108 115 122 p p 94 101 p f 187 Violoncello 129 p 136 143 150 157 164 f 171 177 f p p pp 188 Violin I LA VERA PASTORELLA I-GALa 8 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 50 86 2 mf p e sotto voce 9 mf 15 p mf staccato Solo a piacere (cadenzando) 20 24 5 Tutti p 45 54 6 f 31 39 p p pp p 189 Violin I 60 f 65 p 72 77 83 espress. sotto voce 89 94 mf p mf 98 103 190 p Violin I 106 cresc. 111 mf 115 p 120 126 mf mf 132 f f dim. mf 137 141 p dim. sempre pp 191 Violin II LA VERA PASTORELLA I-GALa 8 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 50 2 86 p e sotto voce mf 9 div. mf p mf p staccato 15 20 24 p espress. 30 36 f 40 p pp espress. 192 Violin II 45 51 p div. 57 63 69 f 75 p 79 83 89 94 espress. sotto voce mf p 193 Violin II 99 mf 104 109 cresc. p 115 mf 120 p 131 mf mf 125 f f dim. 137 141 mf dim. sempre p pp 194 Viola LA VERA PASTORELLA I-GALa 8 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 50 p e sotto voce 86 mf 7 13 div.mf p staccato 19 24 p espress. 30 36 41 f p pp espress. 195 Viola 47 p 53 59 65 f 72 p 77 82 88 94 espress. sotto voce mf p 196 Viola mf 100 106 p 112 cresc. 117 mf 122 mf p 127 div.mf 133 139 f mf dim. sempre f dim. dim. p pp 197 Violoncello LA VERA PASTORELLA I-GALa 8 Vincenzo Alemanno Trascrizione per quartetto d'archi di Enrico Tricarico Introduzione And.te moderato q. = 50 86 p e sotto voce 8 mf p staccato 15 21 28 p f espress. 37 46 p 55 62 69 pp espress. p f 198 Violoncello 76 p 83 sotto voce espress. 90 97 mf mf p 104 111 117 p cresc. mf p 124 mf f 131 138 mf dim. 2 dim. p pp 199 Violino I TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Andantino assai moderato q. = 36 86 Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno p espress. 10 16 20 Poco più lento pp intenso 25 1. 2. 1. 33 2. 40 , 47 1. 53 60 64 , mf Tempo I 2. mf 1. 2. 200 Violino II TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Andantino assai moderato q. = 36 86 Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno p espress. 10 16 20 Poco più lento pp intenso 25 1. 2. 1. 33 2. 40 , 47 53 60 64 1. , mf Tempo I 2. mf 1. 2. 201 Viola TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Andantino assai moderato q. = 36 86 Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno p espress. 9 16 20 Poco più lento 25 pp intenso 1. 2. 1. 33 2. 40 , 47 53 60 64 1. , mf Tempo I 2. mf 1. 2. 202 Violoncello TRADIZIONALE PASTORALE GALLIPOLINA Tradizionale nenia natalizia gallipolina Variante popolare di una Pastorella di Vincenzo Alemanno Andantino assai moderato q. = 36 p espress. 86 9 14 20 Poco più lento pp intenso 25 1. 2. 31 38 1. 2. 45 mf Tempo I 52 59 64 1. 2. mf 1. 2.