Pensare come un antropologo Antropologia Culturale Università degli Studi di Messina 28 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) PENSARE COME UN ANTROPOLOGO (Ma�hew Engelke 2017 , traduzione di Luigi Giacone del 2018, Piccola biblioteca Enaudi) INTRODUZIONE : FAMILIARITà ED ESTRANIETà Negli ul�mi 150 anni , la disciplina dell'antropologia ha trovato la propria forza motrice nella curiosità per le espressioni, le is�tuzioni e i doveri culturali dell'umanità. L'antropologia ha sempre operato all'intersezione tra natura e cultura, universale e par�colare, modelli e diversità, somiglianze e differenze.Il modo in cui essa svolge esa�amente questo lavoro é cambiato nel tempo. All'epoca di Cushing , le teorie dell'evoluzione sociale, modellate sulle scopertew di Charles Darwin nel campo della biologia, infuenzavano il modo in cui la nuova disciplina dell'antropologia, allora emergente, si accostava alla diversità culturale.Oggi un'antropologa come Catlin Zaloom avrebbe molte più probabilità di sostenere che l'economia di bara�o e scambio di società di piccole dimensioni debba essere analizzata nella stessa cornice dell'etrading nel cyber spazio. Sono risulta� dominan� in antropologia anche altri approcci, ed esistono ancora oggi impostazioni metodologiche ben dis�nte : vi sono gli antropologi cogni�vi e quelli post-moderni; i marxis� e gli stru�uralis�; la maggior parte degli studiosi non aderisce a nessuna e�che�a , preferisce comune usare farina del proprio sacco. In ogni caso ciò che lega tu�e le diverse scuole é l'a�enzione per l'elemento culturale.Partendo dal lavoro svolto da Cushing e Zaloom , si parte da quella che spesso viene chiamata antropologia sociale o culturale. Non tu� gli antropologi ,lavorano con esseri umani in carne ed ossa, in diverse tradizioni di studio nazionali, gli aspe� biologici ed evolu�vi dell'uomo sono considera� accan� a quelli culturali. Il primo conta�o: una storia personale The Original Affluent Society 1972 (L'originaria società opulenta) un famoso ar�colo di Marshall Sahlins, una delle figure più significa�ve della disciplina. In questo ar�colo espose in de�aglio le ipotesi alla base delle moderne concezioni occidentali di razionalità e comportamemento economico,come per esempio descri�o nei classici manuali di economica. L'autore chiariva in tal modo un certo pregiudizio e un evidente equivoco nei confron� dei cacciatori-raccoglitori: quei piccoli gruppi di persone che nel deserto del Kalahari ( nelle foreste del Congo, in Australia) e altrove conducono uno s�le di vita nomade, tu� con pochi beni personali e nessuna cultura materiale elaborata,si tra�a di gente che cacciava fauna selva�ca , che raccolgono bacche e si spostano secondo necessità.Queste persone vivono in estrema miseria, denutrite e costre�e a lo�are per la sopravvivenza. Quello che gli antropologi studiano di queste società é che essi avrebbero potuto lavorare di più ma non volevano , perchè non avevano alcun impulso di �po borghese , i loro sono valori diversi dai nostri. Dalla le�ura di Sahlins si comprende che l'antropologia ha la straordinaria capacità di me�ere in discussione sia i conce� che sia il buon senso comune. Gli antropologi sono molto interessa� alle cose di ogni giorno . L'interesse fondamentale dell'antropologia comprende: la cultura, la civiltà, i valori, il valore, il sangue, il senso dell'iden�tà, l'autorità, la ragione e la natura. L'antropologia non punta soltanto a formulare delle cri�che, nè indica i modi in cui le nostre interpretazioni, di ricchezza, di civiltà , di sangue risultano legate a una data cultura.L'antropologia offre delle spiegazioni , come e perchè la cultura sia fondamentale per la nostra formazione di esseri umani. L'ambiente svolge un ruolo preciso, come pure le tradizioni culturali, ma anche le più ampie corren� della poli�ca e della società. Quando Sahlins nel suo ar�colo "l'originaria società opulenta" dice che la povertà è l'invenzione della civiltà, intende a dire che se troviamo effe�vamente dei cacciatori- raccoglitori ciò va considerato come il risultato di due secoli di imperialismo europeo, in quanto l'espanzione coloniale aveva spesso portato all'appropriazione o alla ridistribuzione delle terre da cui dipendevano i gruppi nomadi. Da L'originaria società opulenta si può comprendere che nessuna cultura esiste isolata dal resto,che nessuna cultura é mai veramente originaria, ogni cultura vive sempre in una realtà nomadica. L'antropologia vera e propria Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Gli antropologi hanno teso tradizionalmente a concentrarsi sul mondo non occidentale , ma ciò non toglie vi siano delle eccezioni.L'antropologia come oggi la conosciamo ha circa 160 anni . Il Royal Anthropological Ins�tute di Gran Bretagna e Irlanda fu cos�tuito nel 1848.Qualche anno dopo ,nel 1851 Lewis Henry Morgan , un avvocato di New York ,pubblicò il suo League of Iroquois (La lega degli Irochesi ) e con�nuò a produrre una serie di studi fondamentali sui legami consanguieni basandosi sul lavoro svolto con na�vi americani.In Francia, la prima ca�edra di antropologia fu is�tuita nel 1855 al Museo nazionale di storia naturale di Parigi. Questo per quanto riguarda le origini degli studi antropologici a cui la moderna genealogia può risalire. In ogni caso non è insolito che gli antropologi rivendichino come antena� figure più an�che come : Montaigne, ma anche Erodoto, dota� entrambi di quella che poi é divenuta la sensibilità antropologica. Da ques� possiamo definire e dis�nguere due aspe� fondamentali degli studi antropologici : 1)l'importanza del lavoro sul campo ; 2) il principio del rela�vismo culturale. Non é possibile capire l'antropologia senza comprendere ques� due aspe�. Il lavoro sul campo rappresenta da tempo il fondamentale rito di passaggio dell'antropologo.Anche se alcuni padri fondatori della disciplina vengano descri� piu�osto come antropologi da poltrova, in quanto di basavano principalmente sul lavoro e sulle relazioni di altri, e anche se alcune tradizioni di studio van�no da lungo tempo divisioni più ne�e tra la ricerca empirica e la formulazione teorica.Un antropologo in henere non viene preso molto sul serio se non ha trascorso almeno un anno o più tra la gente che sta studiando. Alcuni antropologi iniziano la loro carriera dire�amente sul campo, con�nuando i loro studi rivolgendosi ad aspe� più teorici o conce�uali. L'aspe�o principale del lavoro sul campo é l'osservazione partecipe. Il significato di questo aspe�o può assumere varie differenze, in genere comunque l'osservazione parecipe dovrebbe significare quasi un'immersione totale. L'antropologo però non dovrebbe mai trasformarsi nel na�vo che studia , questo porterebbe alla privazione di quella distanza cri�ca indispensabile a un'analisi accurata. L'antropologia è stata spesso iden�ficata come l'ancella del colonialismo e per alcuni aèse� essa assunse forme neocoloniali e neoimperialiste. Nel caso del Regno unito, in Francia, in Germania, in Belgio , nei Paesi Bassi e in Portogallo , gli antropologi lavorarono spesso per lo stato o comunque al fianco di funzionari coloniali dell'epoca dei rispe�vi imperi. Eppure, anche nelle prime generazioni , l'impegno verso lo studio antropologico e i legami che gli antropologi seppero creare con i popoli che studiavano riuscirono spesso a me�ere in ombra i programmi coloniali. Oggi mol� antropologi sono senza dubbio a�vi difensori delle comunità che studiano .Essi promuovono i diri� del gruppo , cri�cano apertamente proge� di governi e di ONG che risultano deleteri e controproducen�. Il rela�vismo culturale é la modalità che contrassegna l'antropologia, in quanto si fonda su esso. Il rela�vismo culturale é la consapevolezza cri�ca del fa�o che i nostro termini di analisi,comprensione e giudizio non sono universali e non possono essere da� per scona�. Il rela�vismo culturale é uno degi aspe� maggiormente fraintesi della sensibilità antropologica, in quanto non tu� gli antropologi sono rela�vis� culturali, ma tu� ne ricorrono per svolgere il proprio lavoro. Spesso è u�le spiegare il rela�vismo culturale, chiarendo innanzitu�o cosa non é.Uno dei saggi più importan� sull'argomento é quello di Clifford Geertz,porta infa� come �tolo An� an�-relavi�smo.Il rela�vismo non ci impone di acce�are tu�o ciò che gli altri fanno e che normalmente troveremmo ingiusto o sbagliato; non significa mancanza di solidi valori, nè tanto meno che non si possa mai affermare ,come studioso nulla di vero o anche solo di generale, sulla condizione umana, o nulla da potersi riferire a un contesto mul�culturale .Il rela�vismo culturale non richiede di censurare i da� sta�s�ci.Nella sua forma fondamentale, il rela�vismo dovrebbe perme�ere una chiara valutazione di quello che Malinowski definiva il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita; l'obie�vo é la capire la sua visione del suo mondo. La nascita di una disciplina scien�fica Sono occorse un paio di generazioni affinchè l'antropologia rendesse professionale una ricerca della conoscenza originariamente amatoriale oppure appannaggio di gen�luomini della buona società.Quando Cushing par� alla volta degli Zuni, negli atenei americani non esistevano dipar�men� di antropologia , egli aveva frequentato la Cornell University ma senza conseguire la laurea. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) In Gran Bretagna , Tylor che alla fine avrebbe occupato la ca�edra di antropologia all'Università di Orxford , non aveva mai compiuto studi universitari ma era diventuto un antropologo. A causa della salute cagionevole, fu mandato dai genitori nei Caraibi , nella speranza che potesse trarre giovameno dal clima. Fu li che Tylor connobbe Henry Christy, un esploratore , insieme andarono in Messico, qui Tylor provò a cimentarsi con un famoso genere le�erario dell'epoca vi�oriana : il libro di avventure eso�che. Il suo lavoro dedicato ai viaggi in America La�na, portò ad uno studio più sistema�co "Primi�ve culture" (Alle origini della cultura) del 1871. All'Università di Cambridge , la prima frande spedizione antropologia fu intrapresa nel 1898, da un poccolo gruppo di studiosi con una formazione in psichiatria, biologia e medicina. I primi paladini dell'antropologia lo�arono duramente affinchè la disciplina fosse inclusa tra gli insegnamen� del sistema universitario. Malinowsky , conosciuto come il fondatore dell'antropologia sociale britannica, scrisse una cri�ca appassionata della ricerca amatoriale e un manifesto che propugnava <<le legge e l'ordine del metodo>>. Egli diede una veste is�tuzionale a ciò che Cushing aveva fa�o trent'anni prima : il lavoro sul campo accompagnato dall'osservazione partecipe.Nel suo studio classico "Argonau� del Pacifico occidentale " del 1922 , basato sui suoi due anni di a�vità sul campo nelle Isole Trobiand, Malinowsky seppe trarre il massimo dalla esperienza . Negli anni 20 e 30 , alla London school of Economics, preparò ed influenzò quasi tu�e le grandi figure della generazione succeviva. Negli Sta� Uni�, l'emigrato tedesco Franz Boas realizzò alla Columbia University, ciò che Malinowsky aveva fa�o alla London School of Economics , questa volta per un periodo ben più lungo dal 1896 al 1942. Tra i suoi studen� figuravano Margaret Mead, Ruth Benedict ,Melvill Herskovits, Zola Neale Hurston ,Edward Sapir ,Robert Lowie e Alfred Kroeber,alcuni dei quali divennero nomi molto conosciu�. Altri proseguirono nella creazione di nuovi centri di antropologia , tra cui per esempio il dipar�mento dell'Università della California,a Berkeley, dove Kroeber insegnò per oltre quarant'anni e Lowie per più di trenta. Per queste prime generazioni di antropologi, specialemente negli Sta� Uni� , la missione di <<un'etnografia di salvataggio >> rappresentava spesso una mo�vazione importante, in quanto si registravano i modi di vita di quei popoli in via di es�nzione , a causa della loro distruzione fidica e sia della loro assimilazione negli ingranaggi della modernità . Questo é ciò che fece Kroeber , che negli anni dieci lavorò per un certo periodo a stre�o conta�o con l'ul�mo membro ancora in vita del popolo Yahi della California. Franz Boas , è spesso ricordato per la prodigosa quan�tà di documentazioni da lui prodo�a, alcuni dei quali figuravano come studi ormai classici sui sistemi di scambio e bara� tra i na�vi americani.Boas viene di fa� considerato molto importante in quanto modellò il paradigma metodologico dell'antropologia con cui ancora oggi gli antropologi lavorano. Caveat emptor! Nell'introduzione all'antropologia é importante considerare anche le tradizioni di studio formatesi nel Regno Unito e negli Sta� Uni�, é fondamentale delineare dei pun� fermi. Il primo è che la sezione britannica e quella americana, pur avendo esordito a tu� gli effe� come tradizioni di studio già ben definite, conobbero entrambe un cambiamento e si ada�arono nel tempo a maggiori aperture. Malinowsky e Boas erano personalità for� e avevano programmi solidi, che condussero il loro lavoro al quanto lontano e ne facilitarono una certa diffusione.Sono due autori entrambi le� ancora oggi , ma tu�avia non furono le uniche due figure dominan�.Non mancan tu�'oggi aspe� in cui "l'antropologia sociale britannica" e "l'antropologia culturale americana" si differiscono, anche se mol� americani insegnarono in Regno unito e viceversa.Non deve essere dimen�cato che il fondatore dell'antropologia sociale britannica era polacco, e il fondatore dell'antropologia culturale americana era tedesco, da ciò si passa al secondo punto fermo cioè , la con�nua presenza di abbondan� scambi internazionali.So�o questo aspe�o, un'altra figura chiave è Radcliffe-Brown ,considerato per cer� versi l'erede di Malinowsky in Gran Bretagna, fu una figura molto influente negli Sta� uni� , insegnò all'Università di Chicago , anche in Australia e Sud Africa. Un altro paese con un'influente tradizione di studi antropologici fu la Francia, che col�vò importan� legami con Gran Bretagna e Usa, sopra�u�o durante l'esilio di Levi-Strausse nel periodo bellico.Levi-Strauss trascorse parte degli anni quaranta a New York e il suo lavoro fondamentale sullo stru�uralismo fu reso noto e possibile grazie agli studi etnografici di Boas e studen�. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) L'antropologia é ben più di una disciplina accademica.Si tra�a di una disciplina a cui, a giudicare dalle apparenza, si potrebbe a�ribuire scarso valore pra�co o professionale.Nel clima intelle�uale di oggi é qualcosa che delle essere sempre più spiegato o gius�ficato.La disciplina dell'antropologia offre un modo profondamente u�le di rifle�ere sul mondo moderno. CAPITOLO PRIMO : CULTURA La Cultura é il conce�o più rilevante dell'antropologia, ed é al tempo stesso il più difficile da riassumere.La cultura è un modo di vedere le cose, un modo di pensare, è un modo di dare un senso. La cultura è inoltre ciò che riempie la nostra testa mentre elaboriamo il pensiero in un par�colare modo : i de�agli della storia coloniale, della storia coloniale bri�annica , delle a�vità dei contadini dell'Africa in determina� periodi del ciclo agricolo.La cultura é una cosa in sè ed un insieme di cose, da ciò si determina l'aspe�o materiale della cultura, che prende corpo e vita.Gli antropologi, collocano la cultura nella paradossale posizione di essere in antropologia il termine comunemente usato e quello più comunemente contestato. Occhiali culturali (Pun� di vista su pun� di vista) L'approccio antropologico alla cultura che ha avuto maggiore importanza fu quello di Malinowsky , in quanto tu�a la sua intera ques�one dell'antropologia si riduceva a congliere "il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita e la sua visione del suo mondo". In questo senso "avere un punto di vista" ha un valore globale, che si rifle�e in ciò che avve�amo come buon senso o come l'ordine corre�o delle cose. La figura più importante nello sviluppo di questo ambito della teoria sulla cultura fu Franz Boa.Nato e cresciuto in Germania , solo successivamente intraprese la carriera dell'antropologo negli Sta� Uni�. Fu una figura molto amata dai suoi studen�, dai giornalis� considerato come una figura enigma�ca.Mitchell , uno dei più grandi giornalis� e cronis� nella vita quo�diana newyorkese verso la metà del XX secolo ,era riuscito alla fine degli anni 30 ad o�enere un'intervista da Boas , ormai in pensione. Mitchell lo descrive come un uomo dallo sguardo penetrante , un uomo difficile da intervistare. In origine Boas aveva studiato fisica all'Università di Kiel, in Germania, ma a quel tempo si era in un'epoca in cui non era cosi facile mantenere una salda dis�nzione tra le scienze naturali e quelle umane. Boas rimase par�colarmente influenzato dall'opera di Wilhelm von Humboldt ,uni dei principali archite� della moderna teoria della cultura. Nel pensiero tedesco, la cultura era divenuta un conce�o di par�colare rilevanza all'inizio del XIX secolo tra quan� contestavano gli eccessi del discorso illuminis�co, gli esponen� di tale controcultura erano molto sce�ci verso l'approccio universale e totale alla ragione e alla storia. Per Homboldt , die Kultur era divenuta un conce�o organizzatore con cui esprimere tale impegno verso la par�colarità.Non è un caso che Humboldt fosse anche un grande linguista, finendo per considerare il linguaggio e la cultura come fenomeni in�mamente lega�. La tesi discussa da Boas nel 1881 a Kiel , portava il �tolo "Contribui� alla conoscenza del colore dell'acqua",con par�colare riferimento all'acqua del mare. Nel 1883 par� per la Terra di Baffin, dove manifestò maggiore l'interesse per il popolo degli INUIT che per la acque polari. Infa� questo viaggio segnò la sua conversione al nascente campo dell'antropologia. Da qui si possono definire due elemen� fondamentali della sua missione : 1) L'importaza del lavoro sul campo, al fine di comprendere la realtà delle cose . Non si tra�a solo di un ordine metodologico , ma informa dire�amente sulla natura del conce�o anali�co fondamentale dell'antropologia.Allorchè l'antropologia inizio a godere dello status professionale, anche perchè il lavoro sul campo servì a rimanrcare l'importanza dell'essere presen�, poichè la cultura doveva essere osservata in situ: cioè luogo.La cultura e il luogo erano due facce della stessa moneta. 2) Il lavore primario della percezione,della visione. Boas non offrì mai una definizione di cultura, il suo approccio ad essa emergeva dalle sue tante opere. Boas parlava di Occhiali culturali , cioè quelle len� che tu� noi indossiamo , a�raverso i quali diamo un senso al mondo e alle cose.Nell'interpretazione di Boas , la cultura riguarda il significato , la percezione ha a che fare con l'ordinamento del mondo in base a un certo insieme di termini ben localizza�. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Fino agli anni sessanta , gli antropologi scrivevano della cultura Kwakiutl, della cultura balinese o della cultura dell'isola di Dobu in Papua Nuova Guinea. Scrivendo anche in termini più generali ,riferendosi per esempio alla cultura mediterranea,alla cultura melanesiana, a quella islamicao anche a quella primi�va. In questo modo l'interpretazione era in termini generali, riferendosi a una serie di variegate culture specifiche , legate dal fa�o di possedere occhiali culturali simili.Boas ebbe decine di studen� , mol� dei quali ritenu� importan�. Se parliamo di cultura, quello che considerato più influente dopo Boas vi é Clifford Geertz Geertz svolse la propria a�vità negli anni 50 , la pubblicazione di una sua raccolta di saggi nel 1973 rappresenta uno spar�acque. Geertz si riferiva alla cultura come a un testo che gli antopologi leggono guadando sopra le spalle dei na�vi. Risulta così possibile vedere i diversi modi in cui gli antropologi tra�ano la cultura come un ogge�o. Nella metofora della cultura come testo, vi é la percezione a rives�re importanza, poichè ciò che facciamo con tali tes� é interpretarli. Geertz definica "semio�co" il suo approccio alla cultura, sostenendo che l'antropologia "non é una scienza sperimentale in cerca di leggi ,ma una scienza interpreta�va in cerca di significato" . Per Geertz se si voleva capore che cosa significava una cultura, se si voleva capire che cosa in essa rives�va importante e che cosa la rende piena di significa� , era fondamentale prima di tu�o concentrarsi sul par�colare , e non sul generale. Questo è un approccio che viene usato ancora oggi in mol� studi di antropologia. Gli ogge� della cultura Nel proge�o di studio antropologico, la cultura è da sempre legata alle cose. L'espressione "cultura materiale" é un termine comune quasi quanto la parola "cultura". Poichè gli antropologi sono prima di tu�o osservatori , sarebbe impossibile non considerare l'aspe�o materiale di una cultura. Gli esseri umani u�lizzano la cultura materiale ed altre cose, per fare un senso complessivo ed espressioni a ciò che essi sono. Esistono fondamentali modi in cui la concretezza della cultura assume importanza, e uno di essi é applicato al meglio in archeologia. Gli Archeologi hanno fa�o molto di più di antropologi per so�olineare la centralità della cultura materiale nello sviluppo della storia umana. Uno dei studiosi più autorevoli ha descri�o l'archeologia come " lo studio dei popoli passa� basato sulle cose che hanno trasme�o ai posteri e sui modi in cui hanno lasciato la loro impronta nel mondo". Le cose rivestono un'importanza da non so�ovalutare e rappresentano una risorsa preziosa per scoprire il nostro passato. L'a�enzione deglia archeologi verso la cultura materiale ci aiuta a tracciare lo sviluppo delle società umane. L'ogge�o di studio e le scoperte dell'archeologia racchiudono un'importante lezione : il punto non é semplicemente che la cultura sia un veicolo di significa� , ma che essa stessa ,cioè la capacità di essere un na�vo e avere in primo luogo un proprio punto di vista, risulta impossibile senza questa infrastru�ura materiale. Sono le cose che contribuiscono a creare le condizioni in cui si rende possibile il significato.Quelle cose sono parte del complesso di creazione seman�ca. La generazione che precede Boas e Malinowsky, é un generazione il cui proge�o di studio antropologico era legato molto di più a un preciso interesse per il lungo raggio d'azione delle storia. Nella prima teoria antropologica basata sulla cultura materiale esiste un altro importante filo condu�ore: l'evoluzionismo sociale. Questo rappresenta il primo importante approccio metodologico dell'antropologia , ispirato dalla teoria di Darwin con Sull'origine delle specie del 1859. Il testo ebbe un profondo impa�o sull'emergente disciplina dell'antropologia: la storia naturale era come la storia sociale. L'americano Morgan e i britannici Spences e Tylor furono sostenitori influen� dell'evoluzionismo sociale all'interno dell'antropologia dagli anni Sessanta del XIX secolo fino ai primi decenni del XX secolo. Anche mol� altri esponsen� delle discipline allpra nascen� di antropologia e sociologia furono evoluzionis� ; di fa�o fu un idioma del mondo accademico alla fine dell'800. Furono ques� stessi uomini a stabilire la maggior parte del paradigma metodologico ed applicarsi per so�olineare l'equivalenza tra organismo sociale e naturale.In par�colare Spencer con il suo lavoro sull'evoluzione della società é pieno di analogie con il mondo della biologia.Egli passa con estrema facilità e spesso con all'interno della stessa frase, da una discussione sulle celluce epa�che , all'analisi dei sistemi di governo ,iden�ficazione di gruppi sociali . Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Tylor invece fu colui che applicò la cultura alla maggior parte degli elemen� teorici evoluzionis�, usando il conce�o di evoluzione per descrivere quelle che egli chiamava le "le fasi della cultura" cioè delle tappe che potevano essere classificate e conosciute secondo misure materiali.Tylor e gli altri discutevano in termini di stato selvaggio barbarie e civiltà : intesi ciascuno come denominazione di qualcosa che fosse facilmente individuabile a�raverso un calcolo materiale, per esempio se si tra�ava di stato selvaggio si considerava la vita nomade o capanne di fango utensili di legno; mentre se si tra�ava di macchine a vapore,case di ci�à allora vi era lo stato di civiltà. In base a tale impostazione, ogni aspe�o della cultura era tra�ato come se fosse un fagiolo da contare. Vi é un errore estremamente grave nell'evoluzionismo sociale. Infa� Boas cri�cò apertamente l'evoluzionismo sociale , che dagli anni ven� era stato relegato ai margini dell'antropologia accademica. Nelle opere di ques� scienzia� sociali, a differenza di Darwin ,l'evoluzione assume una connotazione teleologica , ha un preciso disegno ed una finalità. L'uomo di ci�à non è soltanto culturalmente evoluto rispe�o del selvaggio delle capanne di fango é soltanto un organismo più complesso. L'evoluzionismo sociale non é altro che una filosofia morale mascherata da scienza. Comunque sia l'evoluzionismo sopravvisse in forma più vaga , e lo si può trovare ancora indire�amente in qualche lavoro, allo stesso modo infa� non perse mai tu� i suoi sostenitori,anzi connobbe una rinascita negli anni 50-60 nell'opera di Lesli White e Julia Steward , non rifiutarono il linguaggio generale sviluppato nel XIX dai più importan�, anzi ritenevano che dopo Boas, l'antropologia si fosse troppo immersa nei de�agli della cultura. Anche se per White e Steward , la scienza con�nuava ad avere un accento autorevole ,gli studen� di Boas avevano sensibilità più umanis�che. Cultura e/come Natura Esistono svaria� modi in cui un approccio globale alla cultura può combinare aspe� diversi di quanto finora abbiamo considerato. Il fa�o di ragionare in termini di Occhali della cultura , non significa sconfessare gli aspe� materiali della cultura o viceversa. Si rilevano comunque delle tensioni tra le diverse teorie della cultura. L'ambito che alimenta queste tensioni é quello che concerne : l'eterna ques�one se siamo creature della natura o dell'educazione. La biologia e la natura hanno quasi sempre avuto un ruolo di secondo piano nelle concezioni antropologiche della cultura. Eppure non tu�e le teorie della cultura sono cosi culturali come le altre. La tradizione boasiana , ancora una volta appare la più autorevole all'estremità dello spe�ro della cultura. All'interno di questa tradizione , Ruth Benedict ha offerto l'argomentazione più famosa. Nel suo "Modelli di cultura" del 1934 ha sferrato un a�acco al determinismo biologico. Ponendo le sue osservazioni in relazioni sia al dato etnografico e sia alla scenario contemporaneo americano, la Benedict si è prodigata per collocare tu�e le culture nella medesima cornice , al fine di sgombrare il capo da divisioni noi-loro di alcuni suoi predecessori.Il bersaglio più immediato della Benedict era il razzismo.Boas e mol� dei suoi studen� erano par�colarmente a�vi in ambito accademico e sociale nella lo�a contro il razzismo .In America, la disciplina antropologica era spesso parte integrante del tenta�vo di legi�mare le differenze razziali su base scien�fica. Non tu�e le teorie della cultura gravate dall'elemento naturale puntarono alla razza. Il meno culturale di tu� fu Claude Lèvi-Strauss , era come Boas fortemente an� razzista. Fu definito il padre dell'antropologia stru�uralista ,aveva nei confron� della cultura un a�eggiamento decisamente paradossale. Da un lato , provava un intenso interesse per la cultura, se con essa intendiamo ogni minimo par�colare di un popolo,delle pra�che sciamaniche , e delle conoscenze e conquiste tecnologiche; nutriva un profondo apprezzamento per il lavoro Boas e dei suoi allievi. Dall'altro lato, tu�o questo de�aglio e par�colarismo culturale non forniva altro che da� da usarsi per porre evidenza quello che era il suo auten�co interesse, ovvero la stru�ura universale della mente umana. Per Lèvi-Strauss , la giusta unità di analisi non era il punto di vista dell'indigeno , ma lo schema mentale dell'indigeno.Il compito dell'antropologia non è concentrarsi sul materiale di cui sono fa�e le cose , ma sul modo in cui sono create. Diviene la mente, piu�osto che il corpo , ogge�o di interesse negli ul�mi decenni, dei sostenitori più naturalis�ci della teoria della cultura. Gran Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) parte di questo lavoro si colloca in un ambito noto come antropologia cogni�va ,su cui convergono un diverso insieme di influssi : lo stru�uralismo, vari se�ori della psicologia ,la linguis�ca, la filosofia. In generale , l'approccio alla conoscenza e alla culura si trova a lo�are con le modalità in cui i meccanismi della mente plasmano le espressioni, i valori e conce� culturali. Tanya Luhrmann lavora appunto seguento questo filone di pensiero che si trova tra antropologia e psicologia. L'antropologia cogni�va solleva importan� sfide, per troppo tempo gli antropologi hanno ignorato se non rinnegato i risulta� e impostazioni delle scienze cogni�ve. Allo stesso modo , anche se mol� antropologi cogni�vi vogliono far vedere la storia della cultura in stre�o rapporto con la storia naturale, é importante riconoscere che la maggior parte di loro non si è liberata del tu�o dalla cul�ura. I migliori antropologi cogni�vi rimangono in sostanza degli antropologi, restando consapevoli del valore a lungo termine dei da� qualita�vi e impegna� nello studio nel tempo su un par�colare popolo in un par�colare luogo. In tal senso, sostengono il valore della cultura come quello dei loro predecessori. Limi� della cultura Il termine cultura , nei suoi primi usi nella lingua inglese, secondo l'Oxford English Dic�onary , si riferiva alla lavorazione della terra ; le sue radici sono eviden� in termini come col�vazione,agricoltura e cosi via, Per i teorici della cultura nella Germania del XIX secolo , questo era un aspe�o importante, il fa�o di affondare in un luogo e in un tempo che sfidava la logica universale e astra�a di gran parte del pensiero illuminista. Il legame con il luogo é un elemento fondamentale della conoscenza antropologica . Avere un punto di vista significa avere un proprio luogo, una propria collocazione. Proprio come sostenevano Malinowsky e Boas , cioè per capire una cultura si doveva essere in quel preciso luogo che la ospitava. In Argonau� del Pacifico Occidentale, Malinowsky parla di un certo numero di popoli, di "culture" come se fossero dis�n� e separa�. Il contributo più importante é lo studio dell'Anello del KULA, un sistema di scambio simbolico di doni che interessava diverse isole sparse per cen�naia di chilometri. Le culture, stabiliscono tra loro almeno un conta�o , prendono in pres�to l'una dall'altra , si infiltrano l'una nell'altra, al punto che ci si chiede se sia una cultura tout court. Vi é un'altra considerazione da fare : agli inizi del XX secolo , le isole Trobiand era una cosa, la vita era plasmata in parte dall'Anello del kula, esisteva un certo traffico tra culture , che tu�a via dimostra essere molto lontano da ciò che possiamo trovare oggi nell'era di Internet. Sono state mosse varie cri�che a proposito degli studi sulla cultura : 1)La cultura non è legata al luogo. 2)La cultura non é fissa nel tempo.Le culture cambiano, anche se gli antropologi non sempre ne abbiamo saputo prendere a�o, tanto che un teorico contemporaneo della cultura sos�ene che gli antropologi cadono ancora su questo punto. Questa visione trova espressione nell'epoca coloniale. Partendo dall'opera classica di Turner , egli trascorse i primi anni 50 con la tribù Ndembu (Rhodesia se�entrionale) producendo con la moglie Edith alcuni dei più importan� studi sui rituali di tu�a la storia dell'antropologia. Tale tribù fu presentata come un popolo incontaminato , infa� in alcuni dei loro saggi classici , i Turner menzionano appena il contesto coloniale. Questo appare al quanto strano in quanto, la Rhodesia se�entrionale , negli anni 50-60 , era diventato un vero e proprio laboratorio antropologico , con antropologi che studiavano i cambiamen� culturali e le dinamiche sociali dei centri urbani emergen� , in par�colare nella zona del Copperbelt. Mol� di ques� antropologi erano in stre�o legame , con MAX GLUCKMAN , professore all'Università di Manchester e ispiratore della " Scuola di Manchester", favorevole all'impostazione marxista e molto più impegnato nello studio dei cambiamen� e dei confli� sociali in Gran Bretagna. Vi furono mol� studi della Scuola che ebbero come tema il colonialismo e la modernizzazione .Tra tu� ques� lavori, gli studen� di antropologia leggevano sopra�u�o le opere dei Turner, le quali a proposito delle storie raccontate sui Ndembu sono manchevoli di qualsiasi analisi di macrolivello riguardan� aspe� poli�ci o cambiamen� 3) La coerenza culturale, argomento su cui si basa il terzo filone di cri�ca. Tu�o il flusso, i mutamen� e la frammentazione del colonialismo e della globalizzazione , lasciano intendere che Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) la cultura , sopra�u�o quella intesa come associazione di idee, espressioni e pun� di vista , rappresen� in qualche modo un tu�o perfe�amente ordinato. Non era del tu�o insolito negli anni 50 che gli antropologi offrissero nei loro scri� delle generalizzazioni alquanto indisriminate di ciò che le persone apparteneni ad una data cultura credevano, sen�vano o pensavano. Ma nel tempo divennero sempre più difficili da gius�ficare non solo a causa dell'impa�o con il colonialismo e la globalizzazione, ma perchè si presumeva che la cultura fosse un fenomeno assoluto. Talvolta la versione ufficiale di una cultura , risulta essere in pieno disaccordo con quanto realmente sta avvenendo . In sintesi, tu� e tre i filoni di cri�cano si legano perfe�amente all'essenzialismo, ovvero " la fede nell'essenza reale ed auten�ca delle cose, in proprietà invariabili e fisse che definiscono appunto l'essenza di una determinata en�tà" .Negli anni 80 , alcuni grandi antropologi , a�ngendo al femminismo, agli studi post-coloniali , al post-modernismo e a determinate tradizioni della sociologia, cominciarono ad abbandonare e persino rinnegare il conce�o di cultura ,spesso proprio a causa dei diversi rischi dell'interpretazione del termine. Le idee di Foucault e Bordieu offrivano visioni alterna�ve.L'interpretazione di Foucault per il potere e la sogge�vità , e la sua analisi del discorso come strategia per inquadrare euris�camente un da�, aderivano a quelle imostazioni emergen�. Lo stesso valeva per la "teoria della pra�ca" di Bordieau , racchiusa nel suo conce�o di Habitus,equivalente per mol� aspe� alla parola cultura. Secondo la concezione di Bordieau , l'habitus é una tendenza che si traduce in un sistema di schemi perce�vi, di pensiero, di azione e di proge�azione nel contesto di una stru�ura, ma che non é mai del tu�o determinato da quella stessa stru�ura. In altre parole siamo plasma� dal mondo in cui viviamo, ma non semore siamo lega� ad abitudini e consuetudini. Non tu� gli antropologi che inziarono ad occuparli di potere o dell'habitus smisero di fare riferimento alla cultura. Per esempio l'antropologo Appadurai , uno degli esponen� di maggiore esperienza in questo ambito di studi, lavorò principalmente in India, egli mise in guardia dalla rigidità e dall'obie�vità del conce�o di cultura, e lo definì in un libro che aveva come so�o�tolo " le dimensioni culturali della globalizzazione". Un'altra figura di primo piano ,Abu-Lughod dichiara tra i suoi principali interessi tra "forme culturali e potere". Ciò che entrambi stanno realmente facendo é chiedersi di pensare maggiormente secondo termini di agge�viche di sostan�vi, ciò si basa sull'allonatamento da conce� ogge�vi simili a cose concrete. Gran parte del diba�to sulla cultura ha avuto svolgimento nel mondo accademico nordamericano. In Gran Bretagna , la cultura era caduta ormai da lungo tempo, il reale interesse per la teoria della cultura in campo antropologico scomparve con la partenza di Malinowsky. Tale interesse era riemerso altrove , nei lavori di cri�ci come Richard Hoggart, Raymond Williams e più tardi con Stuart Hall. Tali lavori divennero no� come "studi culturali" , i loro autori , si domandavano in che modo fa�ori come razza, classe sociale , genere ,sessualità e gioventù plasmassero la società contemporanea occidentale , contrapponendosi alle esigenze e alle aspe�a�ve dei detentori del potere e dei responsabili di programmi poli�ci. In buona parte di ques� lavori, gli studiosi si rifacevano a Marx, Gramsci e Foucault. Dopo la partenza di Malinowsky per l'America, in Gran Bretagna Radcliffe-Brown, diventò famoso con una serie di saggi in cui il termine chiave dell'analisi e l'ogge�o di primario interesse non era tanto la cultura ma la società.Da quel momento in poi l'antropologia britannica venne definita come antropologia sociale, concentrandosi su quelle che Radcliffe-Brown definiva stru�ure sociali o is�tuzioni sociali, intendendone i rappor� di parentela , le stru�ure e i ruoli della poli�ca, le pra�che religiose. In generale, la maggior parte degli antropologi britannici non si preoccupava di avanzare cri�che al conce�o di cultra, ma si limitavano a procedere con la loro missione facendo riferimento a combinazioni dei idee tra�e dai teorici sociali dell'Europa con�nentale del XIX secolo e degli inizi del XX( come Durkheim , Mausse e Marx). Tu� gli antropologi condividono un medesimo impegno : prestare un'a�enzione molto profonda alle storie sociali dell'umanità ed essere molto cau� nel fare riferimento al senso comune, alla natura umana, e alla ragione. Uno dei mo�vi per cui é importante insistere sulla cultura nasce Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) dalla misura stessa in cui le altre discipline si avvalgono troppo o troppo poco del ruolo centrale che essa ha nella vita umana. CAPITOLO SECONDO : CIVILTà Nel pensiero antropologico cultura e civiltà erano stre�amente legare. Per Tylor i termini erano addiri�ura sinonimi. Durante tu�a l'era vi�oriana esse furono collegate quanto meno per necessità,anzi sarebbe più corre�o dire che gli antropologi di quel periodo erano più interessa� alla civiltà che alla cultura. Vi sono delle personalità ispirate a me�ere in discussione quelli che sono i simboli esteriori e le narrazioni ufficiali della civiltà,ques� furono Thoreau e Conrad. Quest'ul�mo scrisse Cuore di tenebra nel 1899, all'interno del quale mise a nudo le atrocità del colonialismo nello stesso momento in cui degli antropologi erano comodamente sedu� in poltrona a raccogliere le informazioni fornite proprio dagli agen� coloniali. Come Conrad, un certo numero di antropologi(tra cui Boas) iniziò a porre sub judice l'idea di civiltà come forza animatrice dell'antropologia. La connotazione morale del termine civiltà ha dato filo da torcere all'antropologia. Oggi la scienza antropologica appare abbastanza coerente nella sua cri�ca alla civiltà ,anche se vi é il dubbio che questa sia stata un elemento centrale nell'ambito degli studi antropologici.Insomma potremmo dire che la Civiltà è divenata una parola pericolosa, molto più di cultura. Per valutarne le cause , é necessario ritornare agli albori della disciplina antropologica e considerare il posto che la civiltà occupava all'interno del paradigma dell'evoluzionismo sociale. Da selvaggio a civilizzato Dopo la sua permanenza nei Caraibi e in Messico ,Tylor pubblicò un reso conto dei suoi viaggi che riscosse grande popolarità, e questo avvenne grazie a Primi�ve Culture (1871) , con il quale divenne uno dei protagonis� nel campo dell'antropologia. Tylor non era l'unico pionere dell'antropologia , vi furono anche Spencer e Morgan ,entrambi furono figure molto influen�. Morgan era un avvocato americano , con alcuni giovani fondò un circolo , i cui membri condividevano il fascino per i na�vi americani , questo circolo fu chiamato The Grand Order of the Iroquois. Tylor, Morgan e altri dello stesso periodo lavoravano in un'epoca segnata sopra�u�o da Darwin, tu�e queste figure u�lizzavano il linguaggio dell'evoluzione , applicandolo al mondo sociale.In Primi�ve Culture, Tylor riconosce il fa�o di collocare vegetali ed esseri umani nella medesima cornice potrebbe essere di disturbo per alcuni suoi le�ori devo� alla religione. Per Tylor tu�avia, la fisica , biologia e antropologia erano un insieme omogeneo.Egli sosteneva per esempio che l'antropologo doveva rapportarsi ad arci e frecce come fossero delle specie, rimarcando che ogni determinata cultura doveva essere sezionata nei sioi elemen� par�colari.L'idea di portare l'evoluzione nell'ambito della sfera sociale richiedeva un nuovo corredo di termini, che fossero organizza� a�orno ad un conce�o di civiltà. Una delle cose più importan� da tenere a mente riguardo la civiltà é il suo cara�ere compara�vo : essa acquista davvero un senso , se vi sono altre condizioni di vita e pun� di vista a cui contrapporla. Infa� nel XIX secolo i due conce� chiave erano : Barbarie e selva�chezza.La parola Barbaris era un termine dispregia�vo , usato per descrivere la lingua dei popoli che sembravano parlare una sorta di balbe�o. Il termine selvaggio deriva dal la�no sylva, cioè bosco , ciò sta ad indicare persone , che conducevano una vita più simile a quella degli animali. Mentre Morgan si a�eneva a un'impostazione molto de�egliata di determinare in quale delle se�e fasi si collocasse una società. La vita selvaggia e la barbarie possedevano ognuna delle fasi inferiori, mediane e superiori, ciò avveniva a secondo delle invenzioni e acquisizione di capacità ; la civiltà appariva uniforme, veniva fa�a iniziare con l'alfabeto fone�co e l'uso della scri�ura. In base a uno schema del genere, la classificazione diventava un compito semplice, tale schema di Morgan ci aiuta ad avere immagini ni�de e precise del mondo. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Al centro dell'approccio di Tylor e Morgan , vi era il principio dell' <<Unità psichica dell'umanità>>, essi erano convin� sostenitori dell'idea che le capacità mentali dell selvaggio fossero le stesse di un gen�luomo civilizzato; l'umanità era cos�tuita da un'unica razza e al centro di essa vi era una sola mentre. Questo é un principio che si fonda su due ragioni : 1)Prima di tu�o offriva agli evoluzionis� sociali ciò di cui necessita ogni uomo di scienza, cioè una costante. Presupponendo che l'unità psichica diventa possibile costruire una storia e persino una preistoria dell'umanità con quello che fu definito " metodo compara�vo" 2) In secondo luogo, esso facilitava un approccio che poteva trovare fondamento in un'analisi quan�ficabile basata su singole par�. "Se da qualche parte vi é una legge, essa è ovunque". Questo era ciò che Tylor scriveva , sostenendo che una cultura poteva essere sezionata nei suoi elemen� par�colari. Nell'esaminare una cultura con il metodo compara�vo , il de�aglio da considerare è il rapporto tra i consanguinei , perché é un legame is�tuzionalizzato che non può mancare in un'interpretazione antropologica , e ciò perme�e allo studioso di calcolare a che punto della scala evolu�va tale cultura si trovasse. Seppur fondato so�o un certo aspe�o da un chiaro interesse per la storia e quindi per lo sviluppo dell'umanità nel corso di decine di migliaia di anni, so�o un altro aspe�o l'evoluzionismo sociale fu definito anche astorico. Da questa ne deriva una profonda cri�ca di Boas, che appare in un ar�colo del 1896. Boas cri�cava il lavoro degli evoluzionis� perchè affermavano l'esistenza di leggi che governavano lo sviluppo sociale e culturale dell'umanità.Secondo Boas, cosi si andava ad ignorare la misura secondo cui i tra� culturali e modelli di socialità sono spesso presi in pres�to e quindi ada�a�. L'approccio che aveva portato avan� Tylor genera un approccio dedu�vo, essi lavoravano passando dal generale al par�volare , e secondo Boas ciò era sbagliato. L'antropologia deve essere studiata a�raverso un'indagine indu�va e ha bisogno di costruire le proprie tesi passando dal par�colare al generale. Ancora una volta come nel capitolo precedente, L'evoluzionismo sociale viene definito come una filosofia morale mascherata da scienza. A proposito di una logica di razzismo, l'evoluzionismo sociale finì per promuoverne e leggi�marne una diversa, cioè l'impianto dei vi�oriani era gius�ficato dal fa�o che vi fossero differenze maggiormente quan�ta�ve, anzichè qualita�ve. In questo schema , gli altri non erano creature del tu�o diverse, ma erano ciò che noi siamo sta� in precedenza. Questo �po di paternalismo era perfe�amente congeniale agli scopi dell'impero. Pra�camente mol� a�ori o�ocenteschi , come truppe coloniali francesi missionari tedeschi, si stavano appropriando della gramma�ca della civiltà per spiegare l'imperialismo . La Missione civilizzatrice, é un aspe�o molto presente nella storia dell'era colonialem anzi proprio rappresenta il contesto stesso entro cui va le�a l'esperienza coloniale. Uno degli studi che meglio coglie le dinamiche di tale missione appar�ene ai coniugi Comaroff .Esper� del popolo Tswana del Botswana e del Sud Africa , essi documentarono in grande de�aglio il modo in cui, nel corso del XIX secolo , la retorica di "cris�anesimo, commercio e civiltà" modellò l'incontro coloniale e la rappresentazione occidentale dell'Africa come il "con�nente nero". Nelle loro ricerche, avvenute tra gli anni 70 e 80 , i Comaroff ricostruiscono quella che essi chiamano " una lunga conversazione" tra i missionari (originari in gran parte di ambien� non conformis� ) e il loro greggi di futuri fedeli. Gli autori si concentrano molto di più sui missionari anzichè su funzionari coloniali o merca�, in quanto erano spesso i missionari ad arrivare per primi e si fermavano a lungo , facendosi un'idea della situazione, fino a quando non arrivavano gli antropologi finanzia� dal governo.I Comaroff mostrano un elemento impoerabre che è rappresentato dal modo in cui l'opera di civilizzazione andava intesa e realizzata rispe�o sia a Dio che al mercato. Buona parte di ciò che i missionari facevano nell'Africa coloniale andava ben oltre l'opera di evangelizzazione in sè. I missionari riorganizzarono quasi tu�o non solo pra�che rilevan� come gli usi lega� alle unioni matrimoniali, ma anche de�agloi apparentemente secondari, come la planimetria in un villaggio o l'uso di utensili. Essere civilizza� significa anche essere civili, overo concre�zzare una società educata e a�enersi ai suoi costumi. I missionari si feceso spesso paladini della scienza, cercando di eliminare dalla realtà indigena tu�o ciò che veniva inteso come irrazionalità e supers�zione, fondarono ospedale e scuole. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) La "colonizzazione", non fu mai un unico proge� controllato da un vescovo o primo ministro, a tal proposito i Comaroff e mol� altri studiosi della storia imperiale e coloniale lo hanno dimostrato. Ciò che essi dimostrano é anche l'importanza che riveste " la gramma�ca della civiltà" , i Comaroff stessi la definiscono come la colonizzazione della coscienza. Con ciò vogliono intendere che i suddi� dell'impero so�opos� all'opera di evangelizzazione, erano chiama� a prendere parte a una lunga conversazione in cui dovevano acce�are come termini di discussione quelli stabili� da europei e americani. In un capitolo di un'opera dei Comaroff, gli autori illustrano tale passaggio discutendo un passaggio del lavoro di David Lingstone , probabilmente il più grande e popolare missionarioesploratore dell'era vi�oriana. Nel passaggio in ques�one, Livingstone racconta di un vivace scambio di vedute avuto con un uomo di etnia Tswaana.In tale scambio di idee, Livingstone fa appello alla scienza, alla ragione e alla teologia, nel tenta�vo di convincere l'uomo in merito alla pioggia. I Comaroff sostendono, che il racconto é rappresenta�vo di uno "scontro tra due culture". Buona parte di ciò che i Comaroff documentano nella loro antropologia storica, corrisponde a un'africanizzazione del pensiero occidentale, nella misura in cui perfino queste denominazioni acquistano senso solo se messe in rapporto l'una con l'altra. Il dato etnografico , chiarisce che la gramma�ca della civiltà ebbe un effe�o potente sulle dinamiche coloniali e postcoloniali e sull'immaginario culturale. Un'altra importante considerazione sulla civiltà si ebbe con Hun�ngton che nel 1993 pubblicò un ar�colo molto autorevole : Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale,in cui esponeva la sua visione sulla futura poli�ca mondiale. Egli definisce la civiltà come "il più vasto raggruppamento di uomini e il più ampio livello di iden�tà culturale che l'uomo possa raggiungere dopo quello che dis�ngue gli esseri umani dalle altre specie". Hun�ngton non parla di razze primi�ve , nè di selvaggi. La civiltà è il minimo comune denominatore dell'umanità, una grande civiltà potrebbe esistere anche in Africa. L'autore dice che le civiltà si differiscono l'una dall'altra , sia per elemen� ogge�vi comuni, quali la lingua, la storia, la cultura , la religione , e sia per il progeto sogge�vo di autoiden�ficazione dei popoli. Queste differenze sono reali e importan�. Si incorre spesso nell'errore di prendere in considerazione l'idea culturalmente condizionata che il potere di una potente civiltà avrà sempre la meglio su ciò che può fare una società o un nemico meno sviluppato. A tal proposito esiste un'espressione per definire tale fenomeno. Espressione che fu coniata dall'antropologo Fabian : " Negazione della contemporaneità" , ovvero negare che s�amo vivendo nella stessa epoca di qualcun'altro.Fabian ideò l'espressione negli anni 80 come una cri�ca al modo in cui gli antropologi spesso tra�avano i loro sogge� di studio. Nella sua argomentazione,Fabian si riferiva al tra�amento dell'Altro come un �po di an�chi campioni fossili sopravvissu� in altri paradigmi teorici. L'antropologia, secondo Fabian, é vissuta come una macchina dl tempo, cioè quando l'antropologo lascia gli studi universitari, si trova nel tempo del presente , quando inzia a lavorare sul campo si trova nel tempo del passato. L'Antropologia , in parte é so�o l'influenza dell'idea che per capire veramente la condizione umana si abbiano bisogno di eliminare tu� i simboli esteriori della civiltà e della modernità.Dopo la seconda guerra mondiale, alcuni antropologi furono coinvol� nell'elaborazione e nell'a�uazione di una "teoria della modernizzazione". Per esempio,all'inizio della sua a�vià Geertz diresse all'Universitù di Chicago il Commi�ee for the Compara�ve Study of New Na�on, sostanzialmente si tra�ava di un tenta�vo su basi socio-scien�fiche di capire in che modo le ex colonie avrebbero dovuto e potuto modernizzarsi. La parola civiltà oggi sembra essere usata in modi che spesso suggeriscono una superiorità so�o quasi tu� gli aspe�. In maniera esplicita o eno, il suo uso tradisce spesso un debito verso gli schemi dell'evoluzionismo sociale che animarono i primi tempi dell'antropologia e diedero via libera al colonialismo europeo. CAPITOLO TERZO : VALORI Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Gli antropologi hanno spesso usato i valori per spiegare i �pi o i generi di culture studiate. A�raverso gli studi etnografici sono sta� diverse le discussioni e anima� diba�� sulla natura delle "società egualitarie" , sulle "culture dell'onore". Onore e vergogna Una delle discussioni più importan� sui valori è nata tra gli antropologi che lavoravano nell'area del Mediterraneo. Alla fine degli anni 50, ques� antropologi iniziarono a pensare che le persone che essi studiavano sembravano organizzare la loro vita a�orno aia valori di onore e vergogna. In alcuni dei resocon� etnografici del periodo, uomi e donne, sembrano essere preoccupa� di promuovere e proteggere il loro onore. A volte si tra�ava di onore personale, anche di onore della famiglia e quindi vi é l'onore del gruppo. Mol� di ques� antropologi che erano impegna� in Grecia, Algeria, Sicilia, Egi�o e Spagna, scoprirono anche delle comunità in cui la vita sociale sembrava ruotare a�orno ad una serie di a�eggiamen� e norme contraddi�orie.Le dinamiche e le relazioni sociali presentavano dunque elemen� in comune, e mol� di ques� paradossali rappor� sembravano innescare problema�che di onore e vergogna. Un momento di fondamentale importanza per quanto riguarda gli studi in tale campo si ebbe quando, un gruppo di antropologi si riunì in Austria per discutere di ciò che avrebbe potuto unire i loro proge� apparentemente cosi dispara�.Tu� ques� antropologi, lavoravano nell'area del Mediterraneo. Da questo incontro si determinò la pubblicazione di un libro Honour and Shame: the values of mediterranean society , che venne pubblicato nel 1965, conteneva dei capitoli a sè sta� dedica� ai vari paesi del mediterraneo. Uno dei capitoli più pres�giosi appar�ene a Pi�-Rivers, divide in due sezioni principali il suo saggio Honour and Social status,nella prima sezione dà un'ampia visione d'insieme della storia del conce�o di onore, la seconda é un'analisi della situazione presente nel villaggio andaluso in cui lo studioso aveva condo�o ricerca sul campo. Il potere rela�vo dello stato é stato spesso considerato un fa�ore chiave della forza acquisita da una cultura dell'onore,cioè più forte è il sistema di un'autorità poli�ca centrale organizzata a�orno a un apparato impersonale e un modello di gius�zia, di conseguenza minore sarà l'importanza acquisita dall'onore come valore fondamentale. Secondo mol� antropologi, che lavoravano in ques� contes�, l'autorità risiedeva sopra�u�o nel'unità familiare. Le esibizioni di potere avvenivano nelle singole persone e a�raverso di esse.Pa�-Rivers intendeva inoltre so�olineare il potente legame esistente tra l'onore e il corpo fisico, é appunto questo legame che fa della violenza un mezzo di importante riparazione o vende�a per chi si é sen�to disonorato. Gli aspe� che Pi�-Rivers ha tra�ato , riguardano le dinamiche che a volte risultano essere contraddi�orie dell'onore e della vergogna. Le sue osservazioni ,dimostrano come i valori che più contano risultato stabili e al tempo stesso flessibili,egli é un importante antropologo in questo senso, non solo per capire le culture dell'onore del mediterraneo, ma per comprendere i valori di ogni cultura e società: i valori non vanno tra�a� come pun� fissi,anche se spesso pensiamo lo siano.I valori sono come delle banderuole: sono fissi ma spesso si spostano o cambiano a seconda di ciò che si muove nell'aria. Mentre Pi�-Rivers ed altri pionieri dello studio sull'onore e sulla vergogna , non seppero chiedersi il perchè ciò avveniva maggiormente nell'area mediterranea, Jane Schneider offre una risposta molto semplice : l'ecologia. La studiosa sos�ene che le culture dell'onore tendono a svilupparsi tra pastori , tra coloro che nel corso del tempo si sono sen�� minaccia� dall'influenza di agricoltori e che quindi hanno affrontato vari �pi di insicurezza rispe�o all'accesso alle risorse, ovvero di quelli che vivevano in luoghi e tempi in cui risultava assente un'autorità poli�ca centrale.Fondamentalmente queste comunità agricole erano orhanizzare come quelle dei pastoni : notevole frammentazione, a�enzione incentrata sulla famiglia, tendenza a confli� interni.L'ipotesi della Schneider era che queste par�colari comunità agricole fossero un tempo formate da pastori e che avessero tramu�ato la loro vita in qualcosa di più sedentario. Questo modello di vita però si ada�ava male alla realtà degli ulive�. Perchè una ques�one importante Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) sorgeva quando bisognava suddividere l'eredità .Eppure diceva la Schneider queste comunità non vanno in pezzi, non finiscono nel caos, questo perchè le società di questo genere possiedono codici d'onore e vergogna molto for�, codici in grado di regolare tensioni. Un'altra figura chiave nello studio delle culture dell'onore,é Herzfeld . In un saggio pubblicato nel 1980 , ha esaminato una vasta gamma di termini nella lingua inglese della parola HONOUR , cioè onore, ciò che si determina é una vas�tà di significa�. Nell'area del mediterraneo non esiste nulla che possa definirsi una cultura dell'onore e della vergogna ,a meno che non si prenda l'onore come termine vuoto. In sostanza , Herzfeld sta compiendo un passo in più rispe�o alla Pa�-Rivers, mentre quest'ul�mo aveva considerato l'ambiguità e la fluidità dell'onore, Herzfeld riconosce un vizio, ovvero quello della generalizzazione. L'approccio alla cultura dell'onore si perse alla fine degli anni 80 per tre principali ragioni : 1) per via degli stereo�pi problema�ci che esso generava. 2) a causa di un cambiamento più generale nelle ambizioni e nei programmi di mol� antropologi, il problema degli anni 80 non era solo il fa�o che generalizzare delle tesi riguardo alla culture poteva giungere a delle differenze , ma piu�osto che l'abitudine a generalizzare prima di tu�o apparteneva a studi scien�fici di ca�ve qualità . 3) nessuno esempio di questa le�eratura ha mai beneficiato di una stru�ura sistema�ca, cioè nessuno di ques� antropologi ha mai teorizzato i valori di per sè. Nello stesso periodo in cui avvenivano queste numerose disamine della cultura dell'onore , era in corso un tenta�vo più sistema�co di teorizzare i valori. Olismo e individualismo Dumont é noto per un importante libro pubblicato nel 1966, sul sistema delle caste in India, "Homo Hierarchicus".Secondo l'autore, si tra�a di un sistema fondato su idee e valori. L'idea di casta viene interpretata dagli antropologi. La parola casta , secondo lingue come spagnolo, inglese e portoghese,significava in origine razza, gruppo ,tribù o propriamente qualcosa di non mescolato, Nella maggior parte delle lingue indiane, il termine viene trado�o spesso come �po o specie. Esistono migliaia di caste ,non sempre rigidamente fissate. Negli ul�mi due secoli , possiamo risalire a un buon numero di fa�ori storici, socialie culturali che hanno riconfigurato il sistema delle caste. Gli antropologi hanno studiato la maggior parte di ques� cambiamen� ,andando anche oltre. Chiaro é che la casta sia o meno una dimensione visibile della vita di tu� i giorni. Dumont rivolse altrove il proprio interesse personale, ovvero ai valori del sistema. Il suo approccio antropologico non si concentrava sul fa�o che i bramini di un certo villaggio indiano possedessero tu�a la terra oppure che se ne fossero appropria� i contadini, Dumont era uno stru�uralista , e come tale si accostò al fenomeno delle caste quasi come un archite�o. L'interesse di Dumont si rivolgeva alle caste in quanto insieme di valori, e i valori sono sopra�u�o un a�egiamento della mente , un'ideologia e delle idee. Tali valori hanno una valenza sociale , e come egli scrive "la società è presente nella mente di ogni uomo". L'interesse di Dumont per la gerarchia si manifestava a due livelli, e ad a�rare la sua a�enzione era sopra�u�o il libello più alto.La gerarchia, secondo Dumont,non fa confusa con la stra�ficazione sociale , che era a suo giudizio , ciò che facevano spesso i cri�ci occidentali del sistema delle caste. Nella sua tra�azione sui valori occidentali, egli si impegnò a smontare alcune delle tesi in merito all'importanza di quello che egli considerava il valore cardine dell'Occidente: l'INDIVIDUALISMO . Per lui definito , per prima cosa come parte di una gerarchia essendogli a�ribuito un valore molto importante. Quando Dumont parla di gerarchia di valori, vuole portare avan� la tesi secondo cui tu�e le società possiedono valori dominan� che avvolgono quelli minori o inferiori. Tornando in India, e al sistema delle caste, Dumont sos�ene che qui il valore fondamentale é l'OLISMO,ciò che conta Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) non è mai una singola parte ma il tu�o , composto da par� tra loro complemetari , chiamate a lavorare tu�e insieme per realizzare il bene supremo . Vi sono studi antropologici che fanno buon uso delle idee teoriche di Dumont, uno di ques� riguarda un piccolo gruppo di indigeni degli altopiani di Papua Nuova Guinea che alla fine degli anni 70 vissero un dras�co cambiamento. Un caso di tormento morale Gli Urapmin sono un gruppo di circa 390 individui , che abitano nelle estreme regioni occidentali di Papua Nuova Guinea. La maggior parte di ques� territori sono par�colarmente isola� a causa di alte catene montuose e fi�e forteste.Per tu�o il periodo coloniale , questo significò che mol� gruppi melanesiani ebbero pochissimi conta� dire� con gli estranei. Anche se negli anni 70 questo gruppo non aveva avver�to il pieno impa�o dell'a�vità missionaria,ciò nonostante un piccolo gruppe�o di uomini Urapmin aveva ricevuto un'istruzione nella scuola dei missionari e al ritorno a casa a�raverso la loro opera di vangelizzazione si giunge a una conversione di massa, quasi tu� gli indigeni erano diventa� cris�ani. Jole Robbinson par� per studiare questo gruppo all'inizio degli anni 90, non si aspe�va di trovarsi di fronte a persone rinate a nuova fede. Robbins intendeva studiare le tradizioni locali della segretezza rituale, trovò invece dei cris�ani devo� ,per i quali mol� dei rituali non avevano valore.La Robbins , osservò ,come altri studi di antropologi della Melanesia, che il valore tradizionalimente dominante non era nè l'individualismo e nè l'olismo, ma bensì il relazionalismo, cioè ciò che i melanesiani apprezzano é entrare in relazione , stabilire relazioni con altre persone. Il lavoro di Robbins divenne molto importante. La situazione degli Urapmin é diventata uno di quei casi studio molto discussio dagli antropologi non solo rispe�o al teorizzazione dei valori, ma anche argomen� più specifici come cris�anesimo, cambiamento culturale. Dalle ricerche etnografiche si può ben individuare la centralità della lo�a tra i valori nel comportamento di noi esseri umani. I valori so�olineano l'importanza degli esseri umani , non sono centrali solo per l'organizzazione della vita ma anche per il modo in cui ne valu�amo la qualità . I valori svolgono un ruolo funzionale pur non essendo mai del tu�o defini�, cer� valori si ada�ano di più degli altri a determinate forme di organizzazione sociale. Quando impariamo a conoscere i valori delle persone, apprendiamo anche le stru�ure e i contes� delle loro vite : i loro sistemi poli�ci, i rappor� famigliari e sociali , le re� economiche. CAPITOLO QUARTO : VALORE Un'altro tema che ha affascinato gli antropologi è : il tema dello scambio . Per valutare il punto di vista antropologico sul valore, il tema dello scambio ci aiuta ad iniziare la compresione di ques� argomen�. Il <<Kula>> Malinowsky nelle Isole Trobiand svolse un lavoro molto importante, esso riguardava lo scambio di collane di conchiglie rosse e bracciale� di conchiglie bianche nelle isole che si estendolo per cen�naia di chilometri al largo della costa orientale di Papua Nuova Guinea,divenute delle le�ure note come <<l'Anello del kula>>. Malinowsky descrive il kula come una <<forma di scambio, il cui obie�vo principale è di scambiare ar�coli che non hanno u�lità pra�ca>>. Le collane e i bracciale� circolano lungo l'Anello in direzioni opposte: le prime si muovono in senso orario, i secondi in senso an�orario. Come osservava Malinowsky si tra�a non solo di ogge� privi di u�lità prarica, ma anche di qualità scadente dal punto di vita ornamentale, tanto che non vengono mai indossa�. Mol� dei bracciale� sono trippo piccoli perfino per i bambini. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Per i popoli che partecipano al kula , essi possiedono un valore tale che gli uomini intraprendono traversate lunghe e pericolose per scambiare alcuni di ques� gioielli con altri. Tale scambio è in effe� un fenomeno, più complesso .Lo scambio reale di collane con braciale� si traduce in un cerimoniale formale, non la regola che, contemporaneamente, cioè l'ogge�o non viene scambiato ma piu�osto donato. La par�colarità di questo dono é che il suo valore non potrà mai essere messo in discussione , rispe�o a ciò che si o�ene in cambio. Ad effe�uare questo scambio sono sempre gli uomini, i quali partecipano alla kula. L'anello del kula pone in rilievo proprio la ques�one del valore, poichè questo me�e in gioco parecchi elemen� che sono collega� alle dinamiche generali della socializzazione. Malinowsky formulò riguardo al kula, delle conclusioni che però potrebbero apparire contraddi�orie . Da un lato sos�ene che lo scambiodel kula era effe�uato per se stesso , per soddisfare un desiderio profondo di possesso, dall'altro sosteneva che possedere è donare. La discussione di Malinowsky sul valore , nel caso del kula, innescò una serie di diba�� sulla natura delle relazioni sociali che domina ancora oggi l'a�enzione degli antropologi,chiedendosi se si tra� di un interesse personale o meno. Il dono e il dono gratuito Dalla ques�one dello scambio, e dell'interesse personale , collocando tu�o ciò al mondo contemporaneo acquista rilevanza , il mercato. I principi del libero mercato descri� da Friedman , sostenu� da un forte interesse personale, me�ono in risalto le idee in merito agli scambi commerciali maggiormente. L'enfasi sull'interesse personale ha determinato le prime teorie moderne sul contra�o sociale, venendo spesso elaborata in una teoria della natura umana in cui il nostro desiderio di avere di piu non ha limi�. Ed è a questo punto in cui si inserisce l'argomentazione di Marshall Sahlins circa <<l'originaria società opulenta>>, ciò che lui dimostra nella sua analisi delle piccole società di cacciatori-raccoglitori in Australia ed Africa é in sostanza il fa�o che l'affermazione di Malinowsky circa il profondo desiderio di possesso degli indigeni delle isole Trobriand deve essere intesa come un'elaborazione culturale. L'autore sos�ene come questa inea di pensiero rientra nel ricorrente tenta�vo di fare dei bisogni e dell'avidità individuale la base della socialità. Tre anni dopo la corposa descrizione del kula offerta da Malinowsky ,l'antropologo francese Marcel Mauss pubblicò il lungo saggio "THE GIFT" (Saggio sul dono).A�ngendo a una serie di studi etnografici, Mauss concludeva che la formulazione in merito all'interesse personale contrapposta all'altruismo era sbagliata.Il punto non é come le persone calcolino realmente i processi di scambio e le relazioni sociali che essi creano.Uno dei migliori modi per capire e valutare tale situazione, é rivolgere l'a�enzione a quei generi eso�ci di economie del dono , cosi definite da Mauss, individuabili in Melanesia, Polinesia e tra le culture dei na�vi americani del Pacifico nord-occidentale.Mol� antropologi considerano il Saggio sul dono, il più importante contributo per la comprensione della reciprocità e dello scambio. Mauss si è molto concentrato nello specifico , sulla parola maori hau , che viene trado�a come <<lo spirito del dono>> . La tesi centrale del Saggio sul dono é che nessun regalo é gra�s, e non lo é mai in nessun luogo. Importante é chiarire che Mauss non sta pensando ai "regali" come quelli che si ricevono per un compleanno o per natale.Questo genere più comune di doni rappresenta solo una parte del quadro complessivo: si tra�a di cose regalate che so�ndendono un rapporto personale.Lo stesso vale per l'Anello del kula, a cui faceva riferimento Malinowski , che sulla base di Mauss, si era accostato a ciò come un par�colare �po di scambio di regali perchè tale sembrava da un punto di vista occidentale, cara�erizzato da una forte dis�nzione tra dono e merce.L'analisi di Mauss mira a cos�tuire dalla categoria del dono ,un modello di economica e società basato sul chiaro riconoscimento di legami che generano un impegno. Nella sua essenza, Mauss afferma lo scambio dovrebbe sempre riguardare la solidarietà , il legame tra esserii umani. Più di ogni altra cosa é stata l'analisi di Mauss del termine maori hau a convalidare il fa�ore della solidarietà e del legame. Il termine hau coglie perfe�aemnte la misura in cui i Maori vedono in qualsiasi ogge�o donato qualcosa della persona che dona. Mauss parlava di un dono desideroso di essere res�tuito al suo donatore, inoltre sosteneva che una logica simile è evidente nell'Anello del kula. Gli ogge� di valore scambia� nel kula, non sono stretatmente associa� ai loro proprietari e si Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) ri�ene che ne contengano una sorta di biografia, sono appunto queste che so�olineano il valore sen�mentale dello scambio. Un collegamento al pensiero di Marx, é importante nell'opera di Mauss, infa� il principio é collegato anche a quello che Marx descriveva nella sua opera sull'alienazione del lavoro.Nelle sue osservazioni sulla rivoluzione industriale, Marx sosteneva che i lavoratori delle fabbrice , rinunciavano al loro legame personale con i beni che producevano.Il padrone della fabbrica si limitava a dire che il prodo�o era fa�o per lui stesso perche lui lo venderà ed in cambio gli operai avrebbero avuto un salario.Questa è la base dell'alienazione, che ha come premessa l'idea che in merito al chi siamo noi viene a perdersi qualcosa di prezioso in quanto i fru� della nostra fa�ca sono mone�zza�. Il saggio sul dono, racchiude un'aperta cri�ca di ciò che Mauss considera il meccanismo del moderno sistema capitalista e dei suoi legami che lo sostengono, a�raverso i quali l'autore iden�fica la separazione tra le persone e le cose.Mauss non esita a offrire delle conclusioni di ordine morale ,cioè le cose hanno un valore sen�mentale oltre al loro valore venale, ammesso che esistano soltanto ques�. Venale infa� è una parola forte, che viene ricollegata a qualcosa come acquistabile o comprabile, ed é a questo punyo che il denaro fa la sua comparsa nelle discussioni riguarda� il valore. Soldi, soldi, soldi. Esiste un interesse antropologico nel confron� del denaro . Una delle osservazioni antropologiche più comuni è che il denaro altera radicalmente le relazioni sociali. Dentro di sè la banconota non conserva nulla di personae, la transazione risulta impersonale e anonima. Altre cara�eris�che del denaro hanno la loro importanza rispe�o a come esso riesce a stru�urare gli scambi e le relazioni sociali.Il denaro, ha un valore nominale , il quale é universalmente applicabile, cioè i valori nominali possono essere usa� per contrassegnare il prezzo. Questa capacità di denominare un certo valore rende tu�o commensurabile. La maggior parte degli studi antropologici sul denaro lo analizzan in contes� specifici, ve ne sono anche atri che riguardani il suo valore simbolico e le sue associazioni culturali .Per esempio Keith Hart ha scri�o diversi saggi in cui prende in esame la comune moneta come esempi pra�co. L'effigie è un simbolo del valore della moneta che contrassegna chi l a emessa: essa dunque é il marchio dello stato a cui essa appar�ene e quindi dell'arena sociale in cui ha avuto il suo corso originale. Sul verso della moneta, troviamo il suo valore nominale . La tesi di Hart é nel mondo contemporaneo , il recto della moneta abbia sempre meno importanza , é facile dimen�care il lato delle cose connesso alle relazioni sociali, cioe il fa�o che questo mezzo di scambio sia collegato so�o un certo aspe�o tu�'altro che irrilevante. CAPITOLO QUINTO : SANGUE Per il proge�o antropologico la realtà del sangue é sia inu�le che u�le. Da un lato essa fornisce un insieme di denominatori comuni, forse anche universali, ricondandoci sempre di cosia é cos�tuito l'essere umano, Dall'altro lato, quando si tra�a di valutare gli aspe� culturali connessi alla nostra stru�ura fisica e alla consanguineità , ques� stessi elemen� in comune possono condurre ad un rischioso autocompiacimento. Nel 1871 Morgan pubblico System of consaguinity and affinity of the human family(sistemi di consanguineità e affinità della famiglia umana) , molto importante per lo studio sulla parentela . Morgan giunse alle conclusioni secondo un'impostazione di evoluzionismo sociale.Il suo ampio lavoro sulle terminologie parentali, in par�colare tra i na�vi americani, forniva un modello per comprendere la consanguineitò come sistema di idee.I da� forni� da Morgan , si dis�nguevan per l'incredibile profondità e portata, cioè egli pose realmente le basi per il futuro lavoro in quest'ambito. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Nell'approccio di Morgan alla parentela, il sangue venne ad occupare il primo posto, nel suo libro l'interesse per il sangue a livello le�erale si intrecciava con quello a livello figurato.La sua definizione di famiglia, é abbastanza nota, ovvero la famiglia è una comunità basata sul sangue. Da questa definizione, uno dei più accani� cri�ci di Morgan , pubblicò un libro in�tolato American Kinship: a cultural account ( Consanguineità americana : un resoconto culturale ) egli fu David Schneider. Egli puntava a smontare la tesi di Morgan , volendo me�ere in luce i conce� di paretela ricava� dalla biologia e dalla natura all'interno del quadro della modernità.Come affermava , gli americani considerano i rappor� di sangue fondamentali e duraturi , ponendo in evidenza il legame anche tra sangue e geni .In America dunque i rappor� non sono limita� al sangue, come nella maggior parte degli altri pos�, essi si creano anche a�raverso il matrimonio. I vincoli na� da un'unione matrimoniale appaiono sogge�vi e dissolubili, mentre i rappor� di sangue non lo sono.Il sangue è la forma primaria di iden�tà, ed è in base a esso che ogni altro rapporto rientra in una determinata categoria. Schneidere afferma anche che ad un certo punto i rappor� di sangue assumono una valenza mis�ca nella cultura americana. Secondo la sua analisi, l'aspe�o più notevole di questo sistema culturale é la gerarchia delle relazioni biologiche e sociali. La biologia, cioè il sangue, rappresenta sempre la vera realtà.La consanguineità riguarda effe�vamente l'aspe�o biologico e la relatà della procreazione , ed è qui che secondo Schneider convergono l'antropologia di Morgan e gli usi americani. Nonostante i mol� meri� dell'analisi di Schneider , da essa traspare la difficoltà di fornire un resoconto culturale separato da situazioni e rappor� sociali e delle vite dei singoli individui. Il suo approccio è focalizzato su simboli e significa� a un livello molto generale. Una sola goccia Un'argomentazione importante che si collega alla ques�one del sangue é quella che concerne il mito della razza. La razza come viene spesso intesa in termini quo�diani, é un'assurdità scien�fica. Non esiste una razza bianca, africana, cinese.Dal momento però in cui noi acce�amo queste distuznzioni, esse possono essere anche culturali. Negli schemi culurali , per esempio sangue e razza sono spesso lega� tra loro. In tu�a la storia americana le leggi sul sangue indiano e il criterio di una sola goccia sono sta� usa� per definir l'iden�tà razziale delle persone. Il principio di una sola goccia é il più noto, esso so�ndenche che se si ha una sola goccia di sangue africano , anche solo di un antenato, allora possiamo definirci neri.Alcuni sta� americani hanno usato questo criterio come base di una legislazione volta a sostenere una certa idea di purezza razziale. Al sangue dunque viene a�ribuito un ruolo par�colare a seconda delle diverse interpretazioni culturali della parentela e della razza. Il sangue non é l'unica sostanza corporea che conta.Il corpo stesso , come modello sia le�erale che metaforico non è mai troppo lontano dalle nostre elaborazioni culturali. La cultura non è solo un'idea, possiede concretezza , legata al sangue e a tu�o ciò che compone i nostri corpi : fegato,cuore, capelli, unghie e forse anche il la�e, cioè il late materno in quanto candidato assolutamente speciale. Fratelli di la�e Il sangue può risultare estremamente u�le per decodificare i rappor� di parentela, eppure un altro elemento fondamentale é il la�e. Nella tradizione islamica, la parentela di la�e è una consuetudine di lunga data e crea tra le persone un legame riconosciuto giuridicamente . So�o l'aspe�o più generale ,tale legame so�ntende affe�o, cura, sostegno reciproco. Secondo la legge islamica, un rapporto di la�e comporta anche un divieto di matrimonio : un uomo e una donna che sono sta� alla�a� al seno dalla stessa donna non possono sposarsi tra loro, anche se non condividono lo stesso sangue. La parentela di la�e fornisce il modello per capire i nuovi rappor� resi possibili dai progressi avvenu� nella scienza e nella tecnologia. Il sangue non mente La scomposizione dei vari elemen� cos�tu�vi della parentela presso gli americani ha generato un rapido cambiamento quando si é tra�ato di studiare la consanguineità in termini più generali. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) Il sangue si pone simbolicamente come modello e una risorsa, come elemento a�raverso cui le comunità umane in spazi e tempi diversi hanno potuto esprimere un nucleo fondamentale di valori ed interessi. In molte culture per esempio, al sangue é anche a�ribuito un genere come sostanza femminile, cosa che contribuisce ulteriormente a plasmare le dinamiche sociali e culturali in ques�one. In merito al legame tra biologico e corporeo da una parte e il lato sociale e culturale dall'altra, una delle figure rappresenta�ve che ha messo in risalto tale legame vi è stata Janet Carsten ,docente di Antropologia sociale e culturale presso l'università di Edimburgo.La maggior parte dei suoi studi è concentra�a sulla Malesia, sia rurale che urbana, essa analizza vari aspe� di quelle che l'antropologia ha definito culture di parentela, in cui il sangue riveste una parte importante.La Carsten é stata fortemente influenzata da Schneider , a�ngendo anche allo stesso tempo dall'opera di Marilyn Strathen , i cui studi sulla parentela in Papua Nuova Guinea e nel Regno Unito , hanno definito intere aree di ricerca su consanguineità e genere.La Carsten ha ar�colato il suo approccio anali�co che mira a dare una nuova collocazione alla prospe�va di una spiegazione culturale, secondo l'antropologa è fondamentale tenere in considerazione che <<il sangue non mente>>. Tale espressione significa che il vero temperamento di una persona, alla fine si rivela sempre. La frase in ques�one, consente di evidenziare una so�le sfumatura del fa�o che non tu� i simboli sono arbitrari, cioè le proprietà materiali di un determinato simbolo possono rives�re una loro importanza rispe�o al significato del simbolo stesso. Per gli antropologi, la scienza dei segni è sempre legata all'opera del linguista svizzero de Saussure, il cui libro Corso di linguis�ca generale, pubblicato nel 1916, é ancora oggi ogge�o di grande interesse.La sua a�enzione era concentrata sul linguaggio, in par�colare sulla lingua come sistema di segni.Esistono mol� �pi di segni più tecnici , di forme semio�che.Secondo la definizione di Saussure , il segno linguis�co unisce non una cosa e un nome ma un conce�o e un'immagine acus�ca. Fin dai suoi tempo , la posizione dominante in antropologia è stata in favore dell'arbitra�età del segno, che è come dire che le parole che usiamo per definire conce�ualmente le cose del mondo sono prodo� di una convinzione. In antropologia , dunque esistono modi diversi per accostarsi al meccanismo dei segni. Il sangue dunque é dotato di sue proprietà materiali , come il colore, la forma, l'origine.La Carsten sos�ene che tali carea�eris�che contribuiscono a me�ere in risalto anche il ruolo del sangue nei vari ambi� : genere, religione, poli�ca ed economia . Genere : Il sangue non è sempre di genere, ma se lo è di solito viene accostato al genere femminile , a causa delle sue associazioni di idee con il parto e le mestruazioni.L'isolamento delle donne mestruate, cosi come il loro divieto a cucinare ed avere rappor� sessuali è una pra�ca molto diffusa in tu�o il mondo. Religione: Partendo dal sangue di Cristo, appunto è centrale in ambito religioso. All'interno del cris�anesimo troviamo anche il consumo simbolico , accompagnato in alcuni momen� della celebrazione eucaris�ca quando si ha la conversione del pane e del vino, in corpo e sangue di Cristo. In tu�o il mondo potremmo vedere come siano significa�vo lo spargimento del sangue a seguito di un sacrificio, comunemente si tra�a del sangue di un anumale di valore, come mucca o capra. Poli�ca : un altro �po di sacrificio estremo è la morte di un soldat per il proproio paese.In questo caso vengono a confondersi consanguineità, poli�ca e religione. Economia: Dalla liquidità del denaro, si evoca il sangue. Il denaro é la linfa vitale del sistema economico. Il legame tra sangue e denaro non é sempre buono però, i soldi sporchi di sangue potrebbero indicare uno scambio illecito. Tu� ques� esempi del significato materiale e metaforico del sangue , racchiudono perfe�amente alcune fondamentali lezioni antropologiche. Innanzi tu�o , il fa�o che non é cosi facile dis�nguere ciò che chiamiamo natura da ciò che chiamiamo cutura. In secondo luogo, nei simboli stessi si combinando spesso associazioni di idee apparentemente polarizzate o an�te�che. Il sangue è vita , il sangue è morte, il sangue purifica, il sangue contamina. Questo Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) par�colare elemento legato al simbolismo è stato colto con par�colare precisione da Victor Turner nella sua disamina dei simolgi che compaiono nei rituali degli Ndembu.Nel caso del sangue, la vitalità potrebbe essere il tema generale che riunisce quella che l'autore definisce "significanza disparata". Infine, il corpo stesso e la materia che lo compone cos�tuiscono le risorse principali dell'immaginazione figura�va. Le nostre culture sono la nostra carne e il nostro sangue. CAPITOLO SESTO : IDENTITà L’iden�tà non è sempre stata al centro del pensiero dell’umanità. Possiamo indicare un trentennio in par�colare 1940/1970 in cui diversi studiosi (come Erik H. Erikson) in primis e diversi movimen� poli�co/ideologici (Black power, femminismo, movimen� an�coloniali, ecc.) poi ado�ano il principio di iden�tà come base fondamentale delle loro tesi. Il conce�o di iden�tà che si va delineando, in questo clima di cambiamento, non si riferisce solo all’individuo e ai suoi diri� ma anche all’idea di gruppo e cultura specificatamente circoscri� con tu�e le implicazioni, sia di natura teorica che di natura pragma�ca che ne derivano. Dal XX secolo grazie all’azione dell’interconnessione protra�a ad opera della globalizzazione il problema legato al conce�o di iden�tà è stato imposto a tu� e in ogni luogo; fenomeni originali sono il sintomo di questo processo, per esempio in Belize (ex colonia della Gran Bretagna) l’arrivo della tv via cavo in dire�a ha suscitato una presa di coscienza iden�taria che si è manifestata nel riaffermarsi di usanze tradizionali (pensiamo ad esempio all’ascesa della musica folcloris�co/locale. Oggi giorno agli occhi di un antropologo il conce�o di iden�tà non è un qualcosa di sta�co e immutabile, piu�osto lo percepisce come un costru�o sociale RELATIVO e TARATO SULL’ALTRO. Uno studio antropologico di TOM BOELLSTORFF ha d dimostrato che nel mondo di Second life (un mondo virtuale in cui si può decidere di impersonificare un avatar creato ad hoc) le persone che è partecipano al gioco si sento realmente rappresentate (in termini di iden�tà ) dell’ avatar creato questo dimostra la natura sogge�va, rela�va e mutabile del conce�o di iden�tà. Contrariamente ai risulta� di ques� studi persiste la tendenza a pensare al conce�o d’ iden�tà come a qualcosa di fisso e duraturo, seguendo questo orientamento il conce�o di iden�tà è stato spesso associato a quello di RAZZA. Questo ha posto la sfida alla ricerca antropologica di dimostrare da una parte l’ infondatezza del determinismo biologico, associato al conce�o di razza e dall’altra parte l’ importanza significato CULTURALE dell’ associazione dell’ IDENTITA’ e RAZZA. In linea con ques� risulta� Ruth Bendict sos�ene che: <<La cultura non è un complesso che si trasme�e per via biologica>>, quindi secondo l’ autrice non sono le cara�eris�che gene�che trasmesse dalla <<RAZZA>> a modellare il conce�o di iden�tà , bensì e la cultura che trasme�e i cara�eri iden�tari di INDIVIDUI GRUPPI . questo orientamento trova fondamento anche sulla base di recen� studi di gene�s� e biologi che mappando il DNA degli esseri umani hanno dimostrato l’ impossibilità di circoscrivere determina� gruppi su base gene�ca. Da questo deriva che il conce�o di razza, essendo associato a determina� cara�eri iden�tari di gruppo è un ‘’fa�o culturale’’ piu�osto che un fenomeno biologico/gene�co. La CULTURA di per se non è un qualcosa di facilmente spiegabile e definibile, come dimostra il curioso caso giudiziario degli indiani MASPEE, che si sono vis� negare le propri rivendicazioni, di specificità culturale riconosciuta, in contrapposizione alle tesi di integrazione omologazione degli avvoca� dello stato del Massachuse�s in una famosa sentenza della fine del XX secolo. L’iden�tà culturale, come l’iden�tà razziale, è al tempo stesso un’ illusione totale e una realtà materiale. La LINGUA, come la CULTURA, e spesso legata al conce�o di iden�tà. L’ antropologia linguis�ca svolge buona parte del loro lavoro di ricerca concentrandosi sull’ uso della lingua(parole), definendosi a volte anche sociolinguis�ca o pragma�ca. Più tecnicamente, pragma�ca. Nell’alveo di questa tradizione uno degli interessi della ricerca è rivolto al valore culturale a�ribuito a una lingua da coloro che la parlano. Prendendo spunto sul senso di auten�cità associato al parlare una determinata lingua alcune ricerche, in campo etnografico, hanno evidenziato la LINGUA ha sia un cara�ere di auten�cità (cioè usata da alcuni individui in determinate zone) sia un cara�ere Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) di anonimato (cioè che può essere usata da mol� e in mol� luoghi). La lingua influenza enormemente le rappresentazioni che abbiamo del mondo, la lingua è anche il maggiore strumento di trasmissione culturale agli individui. Da questo deriva un legame inscindibile con l’iden�tà. L’appartenenza di una determinato gruppo a una determinata lingua rende più forte il senso d’iden�tà del gruppo stesso. Non è solo la lingua a determinare il senso di appartenenza a un’ iden�tà comune, spesso la ricerca ETNOGRAFICA ha mostrato come i segni esteriori (come i kilt scozzesi, gli shuka masai o il kimono giapponese) delle persone possono determinare il senso di appartenenza a determina� gruppi. Anche molte pra�che sociali (come la danza maori Haka) determinano spesso l’ appartenenza a un’iden�tà comune. Anche queste sono manifestazioni culturali che hanno un’estrema importanza dal punto di vista della specificità iden�taria di gruppo. Gli ul�mi sviluppi della ricerca antropologica hanno affermato il cara�ere mutevole e rela�vo dell’iden�tà culturale definendolo come qualcosa di rela�vamente isolabile e separabile da altre culture con cui è interconnessa. Ques� sviluppi hanno anche determinato la modificazione della sentenza che in prima istanza non aveva riconosciuto la specificità culturale degli indiani del popolo Maspee che dal 2007 ha il riconoscimento di tribù con tu� i diri� che ne derivano. Nessuna cultura può rimanere immutata al conta�o con altre culture e nessuna cultura rimane immutata nel tempo quindi determinare una specifica iden�tà culturale non può basarsi sul fa�o della stabilità e immutabilità nel tempo della stessa. CAPITOLO SETTIMO : AUTORITà L’autorità ha una grossa influenza sulla nostra rappresentazione interna del mondo in cui viviamo e sui significa� che gli diamo, essa influenza anche il modo in cui noi riusciamo a esporre le idee agli altri; a tale proposito Malinowsky ci offre una meravigliosa dimostrazione pra�ca: leggendo Malinowsky, potremmo pensare per esempio che le donne delle isole Trobriand non abbiano niente a che spar�re con il mondo della produzione e dello scambio. Il grande antropologo poneva infa� l’accento sugli scambi fa� all’interno del cerchio del kula e sugli scambi secondari fa� sempre in tale ambito, tu� ques� scambi erano effe�ua� da uomini. Nulla invece diceva sulla pra�ca delle donne di produzione e scambio di stoffe in fibra di banano che erano il fondamento di una solida discendenza matrilineare e contribuivano alla stabilità poli�ca dell’ arcipelago. In breve l’esposizione di Malinowsky era androcentrica. Dobbiamo comunque so�olineare una certa frequenza nel constatare che in molte culture il potere è detenuto da uomini e questo influenza molto i comportamen� di ques� gruppi. Possiamo dunque dare una connotazione androcentrica alla cultura? Decisamente no, è solo ques�one di pun� di vista ; se provassimo a me�ere al centro dell’analisi dello scambio di ogge� nel cerchio del kula, cose come la gravidanza ad esempio è molto probabile che la nostra esposizione sia influenzata più dal punto di vista delle donne che da quello degli uomini. Spesso non è il genere a determinare le diverse sperequazioni di potere e di autorità, molto spesso è la componente generazionale a determinare chi ha più potere; per esempio, come so�olineato da Evans Pritchard , nella tradizione Bashoto la ‘’ricchezza della sposa’’ o ‘’prezzo della sposa’’ (in cui si scambia la sposa con il bes�ame) il potere sembra, a prima vista, appartenere allo sposo che con la sua ricchezza può acquistare una moglie ma è solo apparenza; in verità il potere in questo va ricercato nella famiglia d’origine della sposa viso che la ‘’ricchezza della sposa’’ andrà interamente a loro, vista la loro autorità in questa specifica transazione tradizionale; da questo si evince un dislivello di autorità più generazionale che di genere. In effe�, potremmo benissimo sostenere che se vogliamo trovare una diseguaglianza (in termini di autorità) nelle società umane, dobbiamo allora pensare alle fasce d’età e non al genere. Ma non dobbiamo dimen�care neppure quei casi in cui la ricchezza della sposa si traduce per le donne in una fonte di autoaffermazione. Da oltre 30 anni, Yunxiang Yan si dedica allo studio delle trasformazioni della vita sociale e culturale di un villaggio della Cina nord-orientale. In termini più generali tali mutamente discendono da una sorta di ‘’ individualizzazione della società cinese’’. In passato il Pcc cinese aveva dichiarato illegale l’usanza della ricchezza della sposa, la Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) ricchezza della sposa non scomparve, la gente si limitò semplicemente a escogitare nuove forme di ‘’ transazione matrimoniale allo scopo di aggirare le norme ufficiali. Per alleviare il controllo statale le famiglie iniziarono a trasferire la somma di danaro dire�amente alle spose. La ricchezza della sposa è divenuto, per le giovani donne cinesi, un veicolo per affermare ed esercitare una reale AUTORITA’ all’interno della società d’appartenenza. Dobbiamo precisare che spesso il l’ individualizzazione viene associata alla globalizzazione ma in quest’ul�mo caso il l’intervento restri�vo dello stato ha determinato l’inizio di questo processo. Il RITUALE è spesso al centro della ricerca antropologica: in linea generale , l’opinione degli antropologi si colloca in qualche punto dello spe�ro. A una delle estremità, troviamo la tesi secondo cui il rituale trasme�e essenzialmente l’autorità è uno strumento della tradizione, un espediente usato per tenere il popolo in riga; dall’altra estremità dello spe�ro, vi è la tesi secondo cui il rito consente una partecipazione a�va delle persone, creando così delle dinamiche inclusive del gruppo. Ciò su cui la maggior parte degli antropologi è d’accordo è la natura del rituale stesso: la sua separazione da tu�o il resto. La tesi secondo cui il rituale trasme�e l’essenza dell’autorità e man�ene le code al proprio posto non è certo difficile da acce�are. Quando si partecipa a un rituale, si può spesso avver�re sudi noi tu�o il peso della tradizione, mentre gli even� stessi della nostra esistenza individuale (pensieri, sen�men� e opinioni) sono come a�u�� da un’esigenza colle�va. Secondo Maurice Bloch ( uno dei maggiori teorici sull’autorità) il rituale ha una natura a ‘’senso unico’’, che non lascia margine interpreta�vo ai partecipan� (compreso l’officiante), a de�a sua: ‘’ Non puoi me�er� ad argomentare un canto ’’. Tu� devono seguire il ‘’copione’’ del rituale, esso colloca infa� l’autorità della stessa azione rituale al di là dell’officiante e dei partecipan�; questo è descri�o da Bloch come: ‘’ deferenza rituale’’. L’autorità di quelle ‘’parole’’ si colloca al di là di ogni essere umano, che le conferisce una qualità senza tempo e trascendentale. Più un rituale può contare sul fa�o di essere senza tempo, o di esprimere qualcosa che va oltre l’ hic et nunc , più esso acquista autorità. Il rituale include spesso la RIPETIZIONE di azioni o parole. Il fa�o è che la reiterazione crea uno spazio tra ciò che viene de�o e chi lo dice. In un certo senso essa rende le parole simili a ‘’ ogge�’’ (reificazione), e pertanto svincolate da ogni possibile intenzione o opinione del singolo essere umano. Lo stesso vale per le azioni. Un rito include spesso una serie di ges� ripe��vi. Esiste un forte legame tra autorità e stabilità. Lo scopo di mol� rituali è quello di mantenere lo status quo . I rituali rappresentano altresì un �po specifico di rituali: essi rappresentano un punto di passaggio dello status dell’individuo. Circoncisioni, matrimoni e funerali sono tu� ri� di passaggio che generano una trasformazione della condizione sociale dell’individuo e questo e uno dei mo�vi per cui sono spesso al centro dell’analisi antropologica. I ves�� usa� nei diversi rituali possono dirci molto sull’autorità e sull’a�eggiamento delle persone nei sui confron�; Un esempio di questo è rappresentato dalla diversa fa�ura e colorazione tra le toghe dei giudici inglesi e quelle dei giudici statunitensi, Le prime di colore rosso acceso e con una fa�ura molto par�colare rappresentavano un’ esagerata differenziazione di status e di rango, mentre quelle più semplici degli statunitensi rappresentavano una maggiore flessibilità di status. Anche i rituali sono sogge� al cambiamento, negli anni 90, nella provincia dello Yunnan, per gli Yi le lamentazioni funebri rappresentavano l’ordine delle relazioni gerarchiche di allora, i can� funebri avevano un cara�ere distaccato e molto generalizzato focalizzandosi sui rappor� di autorità tra generazioni. Ma oggi , diversamente da allora, le lamentazioni rituali sono rivolte al defunto (in senso individuale) e il loro contenuto fa trasparire un a�eggiamento rivolto più all’individulizzazione che alla generalizzazione. Questo è un chiaro esempio della teoria dell’ << individualizzazione della società cinese>> che me�e al centro più i valori dell’individuo e meno i valori del gruppo. Se consideriamo a�entamente il cara�ere formale e stru�urato del rituale , possiamo intuire parecchio sui meccanismi dell’ autorità in generale, anche se la provenienza di quest’ ul�ma Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) sembra spostarsi tra piani diversi. Per comprendere l’ autorità, quindi, dobbiamo anche capire la natura della sua legi�mità, dobbiamo capire perché la gente acce� certe forme di autorità e non altre. Come viene autorizzata l’ autorità ? Rifle�ere sull’ autorità pensando all’ e�ca può esserci di aiuto per capire come mai le persone agiscano in un certo modo, perché si affidano a determinate is�tuzione e non ad altre, e perché a cer� valori venga riconosciuta un importanza cardinale o primaria. L'e�ca è una branca della filosofia che studia i fondamen� razionali che perme�ono di assegnare ai comportamen� umani uno status deontologico, ovvero dis�nguerli in buoni, gius�, leci�, rispe�o ai comportamen� ritenu� ingius�, illeci�, sconvenien� o ca�vi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data morale). Lewis Henry Morgan si sen� a�ra�o dallo studio della parentela presso il popolo irochese in virtù del suo interesse per la consanguineità e l’ affinità ; era altresì affascinato dalle modalità con cui l’autorità poli�ca veniva espressa in un sistema matrilineare. In questo popolo le gerarchie erano quasi assen� e le relazioni sociali erano basate su un forte senso di egualitarismo. E’ in culture simili che troviamo ciò che più si avvicina all’ egualitarismo all’ interno della famiglia umana. Esistono alcune piccole società di cacciatori-raccoglitori in cui non è facile collocare esa�amente l’ autorità e le sue varie dis�nzioni. Un altro popolo presentava medesime cara�eris�che, esso ha ca�urato l’interesse degli antropologi: I Chewong. Il loro modo di vivere è come un diverso modo di essere, questo viene definito dagli antropologi come <<alterità radicale>> , in questo popolo sono assen�: gerarchia, stato e autorità. I rappor� sociali sono egualitari e l’autonomia viene considerevolmente acce�ata. Tra loro è interessante notare come non esistano problemi lega� all’autorità. Per i Chewong, come in effe� per altre società di cacciatori-raccoglitori, la gerarchia e l’autorità sono elemen� non tanto detestabili quanto imponderabili. CAPITOLO OTTAVO : RAGIONE Si è parlato molto del punto di vista dell’indigeno, che è sicuramente la sintesi più comune di ciò su cui l’antropologia effe�ua le sue ricerche. Ne esiste tu�avia anche un’altra: come pensano gli indigeni. In realtà tu� i grandi fondatori dell’antropologia hanno rivolto la loro a�enzione, in un modo o nell’altro, al ragionamento. Per bronislaw Malinowsky l’accento sul pensiero e la mente è probabilmente è la cosa più importante. Lo stesso vale per Franz Boas e i suoi occhiali culturali (KULTURBRILLE). Questa a�enzione sul pensiero è alla base di quello di quello che più si avvicina a una do�rina antropologica: L’unità psichica dell’umanità. Benjamin Lee Whorf (un esperto linguista e antropologo dile�ante) sosteneva che la lingua che parliamo plasma il nostro modo di pensare. Ciò che Whorf intende è che il linguaggio modella la nostra stessa esperienza della realtà, la nostra comprensione dello spazio e del tempo. Per dimostrare la sua tesi Whorf mise a confronto le espressioni di spazio e tempo della lingua Hopi con quelle del gruppo SAE (Standard Average European). Dalla ricerca di Whorf emerse che la stru�ura linguis�ca del gruppo SAE predispone il parlante a ogge�vare esperienze sogge�ve, come quelle del tempo. Tendenza che invece non si trova nella lingua Hopi, in questa determinata lingua la connessione tra tempo, even� e persone è più razionale e sogge�va. In ogni stru�ura linguis�ca esiste un modo di percepire la realtà che influenza il comportamento e i modelli di pensiero. Un altro esempio fornito da Wor� è quello sulla gestualità: nelle lingue SAE si ges�cola parecchio, specialmente quando si parla di cose astra�e come la gius�zia o l’amore ( per la tendenza a ogge�vare le astrazioni ); nella lingua Hopi invece si ges�cola pochissimo. Da questo potremmo ipo�zzare che le lingue del gruppo SAE giochino un ruolo fondamentale all’interno dell’ideologia occidentale dello scambio in cui, tra l’altro, tu�o è reificato, in contrasto in contrasto con ciò che invece viene personificato. E’ un ulteriore aspe�o della tendenza occidentale all’ogge�vazione. Un altro aspe�o dell’a�enzione al linguaggio, al pensiero e alla realtà è legato a ques�oni di significato e comprensione. Lèvy-Bruhl (filosofo, antropologo. Di stampo stru�uralista) sosteneva che popoli come i Bororo (Brasile) non erano solo un popolo primi�vo collocato ad un livello più basso dell’evoluzione sociale (Taylor), erano esseri completamente diversi. In questo Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) popolo, gli uomini si riferivano a se stessi come dei ‘’pappagalli rossi’’, loro si definivano proprio: ‘’noi siamo dei pappagalli rossi’’. Per Lèvy Bruhl i Bororo usando questa espressione vogliono far comprendere ‘’un’iden�tà essenziale’’. L’autore spiega questa iden�ficazione con quella che egli definisce ‘’legge di partecipazione’’; nelle rappresentazioni colle�ve delle ‘’mentalità primi�ve’’ gli ogge�, gli esseri, i fenomeni possono essere contemporaneamente se stessi e altro da se stessi, questo per noi è incomprensibile. Marcel Mauss, sosteneva che cer� ogge� possono ‘’essere se stessi e altro da se stessi’’, nella sua teoria sul dono lo scambio dei beni, anche se di valore intrinseco non fondamentale, è uno dei modi più comuni e universali per creare relazioni umane, lui pensava infa� che un determinato ogge�o donato contenesse al suo interno anche la personalità del donante (Hou). Lèvy Brhul si spinge oltre il suo compatriota, con la ‘’legge di partecipazione’’ Bruhl affermava qualcosa di ben più significa�vo riguardo al funzionamento della mente e insisteva su una differenza che nemmeno gli evoluzionis� sociali avevano dis�nto. Questa posizione di eccessiva differenziazione è stata sempre cri�cata specialmente in campo antropologico. Edward Evan Evans-Pritchhard Durante il suo studio sugli Azande Evans-Pritchard elaborò un'intuizione des�nata a modificare sensibilmente la tra�azione antropologica dei sistemi di pensiero. Cercando di comprendere gli effe� e i presuppos� del conce�o di mangu, traducibile come "stregoneria", l'autore teorizzò l'esistenza di due diversi principi di causalità tra gli Azande: da un lato quello volto a comprendere perché un certo avvenimento è accaduto, legato a spiegazioni di �po "razionale" e scien�fico; dall'altro quello che si interroga sul perché un avvenimento è accaduto proprio a una certa persona, per il quale si ricorre a spiegazioni di �po "magico". A par�re da questa constatazione Evans-Pritchard riconobbe l'esistenza di un sistema di pensiero coerente anche dietro a quelle spiegazioni e teorie che, agli occhi di un occidentale, sarebbero potute sembrare irrazionali o prive di logica. Fino a quel momento la razionalità delle popolazioni extra-occidentali era sempre stata analizzata in base al suo conformarsi o meno alle nozioni occidentali del termine. Con la pubblicazione di "Stregoneria, Oracoli e Magia tra gli Azande", invece, si inizia a riconoscere l'esistenza di diverse �pologie di razionalità, che andranno valutate non dal punto di vista della loro verità o falsità, ma cercandone la coerenza interna e la logica pra�ca a cui rispondono. Dal punto di vista di Evans-Pritchard la stregoneria opera come collante tra il come e il perché si verificano gli even�. Tornando ai Bororo e ai pappagalli rossi lo di Crocker su questo popolo ge�a nuova luce su questa società così ’’diversa’’: I pappagalli sono un nesso simbolico che collega insieme uomini, spiri� e gruppi (clan) a�raverso un complesso sistema rituale. E’ da notare che tu� i pappagalli domes�ci (i Bororo allevano i pappagalli come animali domes�ci), come in un certo senso gli uomini, appartengono alle donne. La società dei Bororo è matrilineare e matrilocale, gli uomini in questa società hanno meno potere e più obblighi sia verso la madre e le sorelle e sia verso la moglie e i paren� con cui condivide anche l’abitazione; l’uomo in questa condizione ha una sola possibilità di fuga che si realizza appunto a�raverso il rituale, in cui svolge un ruolo significa�vo la messa in scena degli spiri�. Affermando di essere dei pappagalli rossi gli uomini operano un’associazione metaforica tra loro e i pappagalli, un associazione basata su cara�eris�che simili, come i pappagalli gli uomini sono una pare vitale dell’economia rituale; come i pappagalli sono una sorta di animale domes�co al tempo stesso potente e senza forza, sogge�o al controllo e al tempo stesso libero. Dicendo ‘’noi siamo dei pappagalli rossi’’, gli uomini intendono ‘’ esprimere l’ironia della loro condizione’’. Prestare a�enzione alle espressioni figurate diffuse all’interno di una data comunità è un buon modo per apprendere non solo i valori di de�a comunità, ma anche di come i suoi membri me�ano ordine nella conoscenza e operino dis�nzioni categoriali. E’ con il linguaggio figurato che spesso chiariamo che cosa conta per noi e che cosa no, quali dis�nzioni categoriali sono valide e quali no, che cosa comprendiamo e che cosa rimane poco chiaro. Eduardo Viveiros Castro è stato uno degli antropologi maggiormente associa� allo smantellamento della rete di sicurezza metaforica. Secondo Castro e il suo conce�o di Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) ‘’prospe�vismi amerindo’’ bisognerebbe resistere all’impulso di rendere gli amerindi comprensibili in termini occidentali, di inserirli in un paesaggio di differenze culturali costruite su un substrato di ragione universale o di realtà assoluta. Sempre secondo l’autore bisognerebbe pensare come gli indigeni, almeno quel tanto che basta a farci abbandonare il nostro normale modo di ragionare. Viveiros sos�ene che i gruppi amerindi abbiano in comune un certo di premesse e presuppos� cosmologici, nelle cosmologie amerindiane l’umanità ha una condizione ‘’originaria’’ comune agli altri esseri viven�. Questo è molto differente sia dalla concezione giudaico-cris�ana e sia dalla concezione evoluzionista (quest’ul�ma presuppone una superiorità dell’essere umano). Una cara�eris�ca comune ai gruppi amerindi è l’enfasi posta sul ‘’prospe�vismo’’; Loro ritengono che le varie creature animali mantengano una capacità di azione e una consapevolezza di sé. In parte questo significa che gli amerindi hanno una visione dell mondo molto più relazionale e interconnessa. Nella visione del mondo amerindiano tu�o è connesso e si modella reciprocamente; i confini e le dis�nzioni sono molto più permeabili degli schemi occidentali. In un modo o nell’altro, tu� gli approcci di questo capitolo hanno o�enuto lo stesso risultato. Dall’ an�conformismo di Whorf al ragionevolmente ragionevole Evans-Pritchard, fino al sedicente Castro, il punto è che non possiamo considerare come ovvie le nostre categorie ambi� di conoscenza . CAPITOLO NONO : NATURA Gran parte di ciò che abbiamo analizzato pone sopra�u�o l’ accento sulla cultura, mentre la natura è presente come una sorta di costante ronzio di fondo. Figure come Ruth Benedict , Clifford Geertz e Marshall Sahlins sono acclamate per la loro appassionata difesa della specificità culturali, sociali e storiche e per aver riconosciuto fino anche punto la realtà non sia qualcosa a cui potremo avere accesso non mediato. Il momento più serio è stato quando Ruth Benedict, Franz Boas e colleghi hanno affrontato la scienza fallace della razza. Però dobbiamo anche ricordare che Boas iniziò la sua carriera la sua carriera di antropologo in gran parte per il suo interesse verso l’ambiente della Terra di Baffin e verso il campo della fisica. Bronislaw Malinosky fu ancor più legato alla natura mediante la biologia umana, tanto da accostarsi ad ogni forma di vita culturale in termini di bisogni biologici. Egli propose tra l’altro la teoria del <<funzionalismo>>, secondo la quale, so�o tu�e le bizzarre e meravigliose elaborazioni culturali di ogni dato popolo, vi è un corpo umano spinto da bisogni e desideri. Claude Lèvy-Strauss rappresenta un’eccezione importante a questa regola appunto. Per lui, non dimen�chiamolo, la grande diversità delle culture non cos�tuisce di per sé l’interesse principale dell’antropologia. Ciò che conta davvero è quanto sta dietro a tale diversità, di cui gli parla avvolte in termini di caos e disordine. Questa forma di stru�ura interna è una ques�one di natura, un fa�o della mente. Fu Lèvy-Strauss a sviluppare lo stru�uralismo in antropologia, un’impostazione metodologica ada�ata da Ferdinande de Sussure e da un’altra importante figura della linguis�ca come Roman Jakobson. Lèvy -Strauss nutriva un enorme ammirazione e sosteneva che l’antropologia aveva bisogno di modellarsi in un modo analogo. La linguis�ca stru�urale aveva ragione su diversi pun�, sosteneva Lèvy-Strauss. Innanzitu�o, essa si concentrava su quella che egli definisce come l’<<infrastru�ura inconscia>> del linguaggio, del parlante stesso potrebbe non avere la minima idea. In secondo luogo, colloca il significato non nelle parole stesse. Terzo, tali rappor� si collocano all’interno di un sistema, ordinato e stru�urato. Infine, la linguis�ca stru�urale cerca di estrapolare delle leggi generali. Lo stesso Lèvy-Strauss chiarisce che il mito, scomposto nelle sue par� cos�tuen�, ci indica qualcosa sia sul sistema della cultura da cui è tra�ato sia, ancor più, sul funzionamento della mente. In effe� , tu� ques� elemen� saranno usa� per sostenere la tesi di Lèvy-Strauss sulle stru�ure universali di pensiero , cognizione e classificazione. Secondo Lèvy-Strauss che si tra� di un essere umano primi�vo o civilizzato, o di un Bororo, o di un ci�adino britannico, di uno sciamano o di un uomo di scienza, a livello di stru�ura mentale o di capacità cogni�va non esiste alcuna differenza. Ciò Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) che l’antropologia deve fare è vagliare tu�e le diversità di rilievo e le divisioni apparentemente incommensurabili tra le culture al fine di scoprire gli elemen� universali della condizione umana. Lèvy-Strauss è una delle rare figure dell’antropologia che possa considerarsi un naturalista sui generis. Egli non sminuì ne abbandonò mai l’idea dell’importanza delle differenze culturali, intendendole però all’interno di un registro più basilare di cognizione e pensiero. Maurice Bloch ha riconosciuto in Lèvy-Strauss il primo antropologo moderno a considerare la necessità di studiare appieno le implicazioni dei processi mentali. Buona parte di tali studi, inoltre, sono sta� condo� in rapporto alla scienza cogni�va, un campo che Lèvy-Strauss col�vò poco. Per Bloch, divenuto uno dei massimi sponen� dell’antropologia cogni�va, questa mancanza di coinvolgimento della scienza della cognizione ha indebolito fortemente la disciplina antropologica, rendendo sempre più difficile riconoscere la collocazione del genere umano all’interno della storia naturale. L’evoluzionismo sociale, nonostante la sua prepotenza, produsse ben poco a cui si possa riconoscere un valore duraturo. Parimen�, il lavoro di Lèvy-Strauss non ha dimostrato per mol� antropologi una vera capacità di resistenza. Per la maggior parte antropologi, una ques�one ancora più seria riguarda la misura in cui lo stru�uralismo sembra erodere la possibilità che l’azione dell’uomo realizzi un genuino cambiamento all’interno di un sistema dato. E’ importante capire che il conce�o di cultura non ricopre la stessa importanza per tu�e le società. Senza dubbio , nel caso di molte società vissute storicamente così ‘’vicine alla natura’’ , non dovremmo sorprenderci che il conce�o di cultura eserci� così poca a�razione o sia così poco importante .Se si trascorre la maggior parte del tempo con dei maiali, oppure in un orto, o a caccia nella foresta, o a pesca , o ad accudire il bes�ame, I’idea di appartenere a qualche ordine cultura non ha necessariamente senso. Perfino all’ interno delle tradizioni di pensiero occidentali, in realtà, il fa�o di ribadire una divisione tra natura e cultura appar�ene a tempi assolutamente recen�. Edward Burne� Tylor e Lucìen Lèvy-Bruhl : La loro tesi circa il pensiero primi�vo- il pensiero premoderno -era che esso confondesse e mescolasse le cose perché non era in grado di ges�re la separazione. Tale pensiero non era sofis�cato e si era evoluto giusto quel tanto da elaborare le informazioni a�raverso canali chiari e comprensibili. Il trionfo della modernità sta nell’aver riconosciuto il vero ordine delle cose. Peccato però che non sia così. La realtà non è soltanto che l’<<uomo moderno>> ha imposto a tu� il suo modo di pensare al mondo, ignorando del tu�o le specifiche differenze degli Arawetè, dei popoli del distre�o di Hagen, dei Bororo, dei Nuer o, già che ci siamo, dei cinesi Han. Margaret Lock è un medico antropologo della McGill University di Montrèal. Ha iniziato la sua specializzazione studiando la medicina tradizionale in Giappone. La Lock ha evidenziato, durante la sua ricerca, sostanziali differenze tra la medicina nord-americana e quella tradizionale giapponese ,nel caso di espianto degli organi per ‘’morte celebrale’’. In occidente, in stato di morte celebrale, ai pazien� possono essere espianta� gli organi sani (dato che le funzioni degli altri organi non vengono intero�e). In Giappone, al contrario, la Lock rilevò non solo una forte resistenza alla donazione degli organi, ma anche il fa�o che mol�, tra cui medici ed esper� di ques�oni e�che, rifiutavano di acce�are che la morte di un essere umano fosse determinata in rapporto alle proprie capacità mentali. In Nord America ,scrive Margaret Lock, il successo delle donazioni e l’acce�azione della morte celebrale sembra quasi derivare da un tenta�vo di considerare l’espianto degli organi come l’ul�mo dono: il << dono della vita>>. Benchè tale linguaggio a�nga ai conce� di carità cris�ana e a tradizioni sacrificali, esso è reso possibile dal passaggio, avvenuto agli inizi della modernità, dalla morte come materia religiosa alla morte come materia della medicina. Per mol� di noi, essere umani significa possedere una mente, essere a�ori consapevoli del nostro des�no. Nel nord America, la morte celebrale trasforma il corpo da qualcosa di culturale a qualcosa che tale non lo è più. La morte celebrale ci riduce allo stato di natura, dove non ce posto per la persona. In questo stato l’unico e ul�mo gesto che ci rimane e quello di offrire a qualcun altro il <<dono della vita>>. Margaret Lock indica diversi valori che orientano l’a�eggiamento giapponese. In Giappone la morte non è intesa come qualcosa che avviene in un momento scisso da tu�o il resto o dipendente dalla condizione binaria vivo/morto: La morte è un processo . La maggior parte dei giapponesi, Inoltre non privilegia la facoltà cogni�va come sede della personalità; il corpo svolge esa�amente la Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) medesima funzione. Legata a tu�o questo vi è l’idea che l’individuo non è autonomo, ma appar�ene a un tu�o ben più vasto rappresentato dalla famiglia. Le famiglie giapponesi, e perfino gli individui all’interno di esse non sono inclini ad acce�are la morte come qualcosa di atomis�co o avulso determinato dalla colle�vità. Infine, benchè la professione medica goda di un o�mo status e di un eccellente sviluppo, la scienza medica non ha quell’aria di pres�gio e di autorevolezza che ha in Nord America. La morte non ha subito un pieno processo di medicalizzazione, né il corpo è stato altre�anto naturalizzato. Tu�o questo rende difficile pensare a un cuore, a un fegato o a un rene come qualcosa di molto simile ad un ‘’ogge�o’’. Da varie ricerche antropologiche, come quella di Margaret Lock, possiamo estrapolare il fa�o che non appena abbiamo chiara la comprensione di qualcosa di naturale e privo di qualsiasi ambiguità biologica come la morte, ecco che in tale comprensione avvengono immediatamente cambiamen�. La morte, pertanto , non è più ciò che era e i progressi della tecnologia scien�fica, così come i nuovi argomen� in campo e�co, si offrono per garan�re nel lungo periodo una reinvenzione e ridefinizione Visto a�raverso le len� del progresso della medicina, << è improbabile che riusciremo mai a stabilire una linea di demarcazione tra natura e cultura>> . Un'altra ragione per cui glia antropologi si sono rivela� sce�ci sul valore della natura è data dalla misura in cui cer� studiosi si prendono delle libertà in virtù dell’ autorità scien�fica loro a�ribuita. L’antropologia è una scienza sociale e non una scienza naturale. Questo le conferisce un minor valore sociale e poiché il suo argomento di studio è legato alla cultura e alla società, è vista necessariamente come una disciplina sogge�va e interpreta�va o, come minimo, come le scienze naturali. In realtà oggigiorno mol� antropologi sociali non considerano per nulla ciò che fanno come un a�vità scien�fica; mol� si sentono a loro agio tra i filosofi e gli storici che tra biologi e geologi. Dobbiamo però tenere conto che ormai anche gli appartenen� alle scienze naturali, geologi, ingegneri, biologi, fisici ,ecc., hanno rinunciato in varia misura al conce�o di realtà; essi sono consapevoli che il loro lavoro non si realizza in un vuoto culturale, cioè a sanno benissimo che la loro interpretazione della realtà modifica in qualche modo i risulta� delle loro ricerche e teorie, e che la conoscenza assoluta non fluisce semplicemente all’esterno e brilla luminosa. Infa� l’autorevolezza sociale della scienza può creare dei pun� ciechi, delle cara�erizzazioni bizzarre e, talvolta, delle tesi assolutamente fantasiose sulla biologia, o sulla cultura e perfino sulla natura umana. La gene�ca è divenuta un aspe�o assolutamente centrale del proge�o antropologico, in special modo negli svaria� ambi� in cui operano gli antropologi sociali e fisici: diba�� sulla razza, distribuzione tra popolazione e determina� disturbi ereditario, sviluppo demografico e perfino uno studio condo�o nella Repubblica democra�ca del Congo sugli effe� che lo stress della guerra causa nell’espressione genica delle donne in gravidanza. Per alcuni studiosi la gene�ca è divenuta simile a un sistema criptografico che se decifrato perme�e di comprendere l’uomo in ogni sua cara�eris�ca. Nel 2005, l’antropologa Susan McKinnon condusse un’analisi esaus�va di questa svolta verso la gene�ca come chiave per accedere a ogni conoscenza. Come dimostra la studiosa, tale mutamento finisce per dirci di più sulle posizioni culturali e ideologiche degli autori più che del genoma umano. La Mckinnon definisce questo approccio <<gene�ca Neoliberista>> vale a dire che il quadro della natura umana da essa offerto ricorda in modo sorprendente sia la visione del mondo di Milton Friedman e Margaret Thatcher sia ciò che spinge l’uomo a farsi a�ore della realtà economica. A mantenere viva questa impostazione sono appunto: la massimizzazione dei profi�. La Mckinnon sos�ene che questo approccio è tu�o incentrato sull’interpretazione dell’impulso sessuale, i ruoli di genere, matrimonio e famiglia e naturalmente la massimizzazione del profi�o. La McKinnon fornisce decine di esempi tra� da da� etnografici per far obbie�are a ogni singola storia in questo ambito. La McKinnon rileva, per esempio, che Malinowsky sembra non aver individuato l’<<interu�ore Madonna/pu�ana>> tra gli abitan� delle isole Trobriand: uomini e donne risultano infa� abbastanza aper� nei loro rappor� e incontri sessuali; le donne delle Trobriand non rientrano nelle categorie di Madonna/ pu�ana. Questo linguaggio così carico di valenze, che alcuni psicologi evolu�vi vogliono iscrivere nel genoma stesso, era semplicemente irrilevante nelle isole Trobriand ,sia per gli uomini sia per le donne. In breve, però, il punto è che questo approccio alla gene�ca è semplicemente l’ul�mo della ricerca di una storia naturale dell’umanità, semplice e universale. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) E’ piu�osto difficile trovare nel comportamento e nei processi cogni�vi dell’uomo degli elemen� universali che contengano molto in termini di sostanza. Dai da� antropologici emergono poche prove di una natura umana perfe�amente programmata. Da uno studio di Rita Astu� incentrato su dei test psicologici somministra� ad una comunità di pescatori (Vezo). Questa comunità aveva una visione alquanto par�colare della realtà; per esempio loro sostenevano che se una donna incinta intra�eneva una buona amicizia nel corso della gravidanza, il figlio , crescendo assomiglierà a quell’amico. Dallo studio emerge che i Vezo riconoscevano che la gene�ca e gli aspe� fondamentali di <<ciò che siamo>> non sono costru� sociali né dipendono da a� performa�vi. Ciò che i ricercatori individuarono fu anche una sistema�ca negazione di tale consapevolezza da parte dei Vezo quando il discorso riguardava la propria vita. Nella loro comunità, un’eccessiva enfasi sulla correlazione biologica era considerata an�sociale e possessiva. Questo è indica�vo che esiste qualcosa di ben saldo dentro di noi che ci perme�e di riconoscere i <<fa� della vita>>, ma che ciò è chiaramente subdeterminato e dipendente dalle elaborazioni culturali. CONCLUSIONI Dopo aver tanto parlato di cultura, corriamo il rischio di restare abbaglia�. Abbiamo analizzato una vasta gamma di visioni del mondo e modi di vita: musulmani devo� del Cairo che cercano di migliorarsi a�raverso il consiglio degli sceicchi; indios boliviani ossessiona� dal gioco del calcio, ma dalla vi�oria in una par�ta; operatori di borsa di Londra a caccia di futures convin� che le transazioni per via telema�ca prome�ono un mercato più vicina alla perfezione; indigeni melanesiani pron� a me�ersi in mare su piccole canoe alla ricerca di collane e bracciale� che non potranno indossare; ucraini le cui vite e il cui mondo sono sta� irrimediabilmente distru� dal disastro nucleare di Cernobyl ; Spose intraprenden� e figlie arrabbiate con il governo in Cina, le prime determinate a negoziare il loro bo�no nuziale, le seconde decise a ricordare i tor� subi� dalla madre appena morta e a onorarla con un canto funebre. Nel mono esistono ancora molte differenze. Il colonialismo non è riuscito a fare piazza pulita, né ha saputo plasmare a colpi d’acce�a un’interpretazione ina�accabile del cris�anesimo, del commercio o della civiltà. L’antropologia intende dare dei significa� a queste differenze. Il <<punto di vista dell’indigeno>> non è un semplice problema di prospe�va; esso rappresenta ques�oni di logica e modi di ragionare, rilevando almeno in parte << come pensano gli indigeni>>. Naturalmente, non si tra�a del semplice fa�o che l’antropologia <<cerchi di spiegare>>. Dopo tu�o, anche le scienze poli�che, la filosofia e la sociologia offrono spiegazioni. Ciò che conferisce all’antropologia il suo cara�ere ben dis�nto è la misura in cui tali spiegazioni dipendono dalla conoscenza di una realtà locale. La parola hau non è solo una parola Maori: ormai da quasi un secolo, essa rappresenta un termine tecnico dell’antropologia a�o a rammentarci che le linee di demarcazione tra le persone e le cose non sono così chiare come spesso presumiamo. Il prospe�vismo, analogicamente, non cara�erizza determinate visioni del mondo amerindiane; è piu�osto un rompicapo che impone agli antropologi di domandarsi se sia possibile (doveroso) ripensare a ciò che rientra nei confini dell’umanità e del genere umano. L’antropologia ci spinge a riconsiderare non solo ciò che noi pensiamo di riconoscere – che cosa significa essere ricchi, perchè il sangue conta, che cos�tuisce la ragione -, ma anche i termini con cui noi conosciamo la realtà.; essa racchiude elemen� di stranezza e sorpresa; Per esempio laddove in occidente pensiamo in termini di una sola natura e di molte culture, in quella cosmologica amerindiana avviene l’esa�o contrario. L’approccio antropologico alla conoscenza ha sempre avuto una dimensione e�ca. Siamo persone migliori se conosciamo di più sugli altri. Il fa�o poi che ques� <<altri>> abi�no in un pueblo degli Zuni o a Londra non ne muta il valore, che per il proge�o antropologico resta iden�co. Quando Ruth Benedict sosteneva nel 1934 appare altre�anto rilevante oggi: << mai la civiltà ha avuto maggiore bisogno di individui sinceramente consci del diri�o all’esistenza di culture diverse capaci di guardare ogge�vamente, senza �more e senza recriminazioni, il comportamento socialmente condizionato di altri popoli>>. Ciò che ho anche cercato di dimostrare è che l’importanza dell’antropologia nasce aldilà di ques� casi specifici. Saper della <<mis�ca del bes�ame>> tra Basotho e altre�anto per�nente e Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected]) applicabile a una conoscenza del nostro mono quanto l’e�ca medica, i merca� finanziari e la scienza nucleare in occidente. E un esempio di come persone e luoghi a noi remo� siano tu�avia in�mamente connessi. La <<mis�ca del bes�ame>> ci parla dei Basotho, ma ci offre altresì delle informazioni sull’industria mineraria globale, su come le persone usino il denaro e altri beni per negoziare rappor� di genere, e su come le tradizioni possono essere grandi fon� di crea�vità e innovazione. Nei prossimi decenni, reiterando uno studio sulla <<mis�ca del bes�ame>> potremmo anche a�ngere a informazioni sui cambiamen� clima�ci; dopo tu�o, è stato un lungo periodo di siccità che ha posto per la prima volta in evidenza l’importanza di tal <<mis�ca>>. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Marco2702 ([email protected])