Storia dell’arte moderna Martina Stacey Mod.1 (12cfu) LET0924 18\2 Come si legge un’opera figurativa: regole\metodi: bisogna chiedersi sempre: Chi? Che cosa? Dove? Quando? Perché? Queste 5 domande poi vanno ampliate seguendo la medesima scaletta: STATO DI CONSERVAZIONE AUTORE / SCUOLA (inteso geograficamente es. scuola vicentina) CRONOLOGIA (può cambiare totalmente il significato dell’opera se datata malamente) ICONOGRAFIA COMMITTENZA COLLOCAZIONE ORIGINALE ED EVENTUALI SPOSTAMENTI FORTUNA CRITICA Le immagini devono essere codificate, quindi obbligatoriamente messe in un contesto. La storia dell’arte fin dagli inizi ha sempre dato un peso specifico ai cambiamenti (sin dagli inizi con Giorgio Vasari, che scrisse “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori” (1550) che fu uno dei primi libri che contenne le vite di tutti gli artisti dal medioevo al rinascimento, il suo libro è il primo libro organico di storia dell’arte che ci sia arrivato) Bisogna ricordare che non c’è mai nulla di nuovo, è tutto copia di una copia - bisogna chiederci sempre a cosa ci rimanda, BISOGNA CREARE UNA SERIE DI OPERE. Ogni opera è collocata in un determinato punto di un contesto sia pittorico che sociale (es: è un’opera giovanile quindi può essere collocata tra le altre opere di simil fattura) L’opera non è mai fatta senza un motivo Lo storico d’arte di basa sulla convinzione che non è tutto possibile in ogni epoca, ci sono determinate condizioni in ogni epoca e questo figura dei vincoli. Ogni rappresentazione figurativa è un artificio ed un’illusione, e soprattutto bisogna capire come si è arrivati a quel linguaggio (ogni opera ha un linguaggio) Il filo conduttore di tutta l’arte moderna e contemporanea è IL FILO DI ILLUSIONISMO che pervade l’arte moderna, attenzione però a non farsi trarre in inganno. BISOGNA SEMPRE PARTIRE O TORNARE DALLE OPERE (nel senso che sono fondamentali per capire un determinato contesto). Le opere figurative sono a differenza delle altre FISICHE, UNICHE E SINGOLE, ed ecco che ci colleghiamo alla definizione di Patrimonio artistico \ Bene culturale. Le opere hanno un valore di stile, cultura e di simbolo, e la loro perdita è irreversibile. STATO DI CONSERVAZIONE - è stata ristrutturata? Come? (inteso come grado es. pesantemente, finemente) Es. nell’800 le opere derivanti dal ‘400 durante i restauri venivano “smussate” dalla troppa durezza delle forme !! la cornice è molto importante, se cambiata può variare l’insieme dell’opera !! Es. IL CENACOLO di Leonardo, un’opera che si è rovinata precocemente Un restauro durato 22 anni compiuto da Pinin Brambilla Barcilon Si suppone che il cenacolo abbia subito 7 restauri prima di questo, infatti non si capiva bene la collocazione, il testo figurativo era compromesso Ora si ha una leggibilità più chiara, vi sono ancora molte lacune di colore e figure intere perdute. AUTORE è una delle domande primarie che ci dobbiamo porre (vi sarà poi un periodo della storia dell’arte compreso tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900 chiamato Attribuzionismo che si specializzerà ad attribuire ad un’opera un autore, o una scuola sulla base di affinità stilistiche ed indagini storiche) Collocare un’opera in un’area geografica è importantissimo (es. area vicentina), la storia dell’arte italiana è molto geografica, cosa che fin dal’400 colpisce La storia dell’arte ci fa dire di un’opera : area – caratteristiche di stile che ci permettono di collocarla in un determinato periodo. Es. Opera attribuita a Carlo Braccesco, ultimi anni del ‘400 – conservata al Louvre Per molti anni, prima dell’attribuzione a Carlo Braccesco quest’opera era chiamata con un soprannome “maestro dell’annunciazione del Louvre” L’attribuire soprannomi alle opere per i critici d’arte era un’atto molto frequente nella storia dell’arte. DATAZIONE – importantissimo Se non ci fosse ci son vari metodi per risalire alla data : 1) Attraverso documenti per lo più atti notarini (molto frequenti) 2) Se non ci fossero i documenti la datazione si ha per confronto con altre opere con date certe. ICONOGRAFIA – tutte le opere hanno un soggetto non sempre però è la parte più importante dell’opera ( per capire veramente bene la storia dell’arte moderna bisogna avere le conoscenze della storia delle religioni, dei miti greci e romani, dei santi etc…) L’iconografia molto spesso bisogna ricostruirla. Es. l’annunciazione è composta da 4 momenti diversi : - conturbazione - cogitazione - interrogazione - umiliazione Tutti questi momenti nel ‘400 vengono sintetizzati in una sola icona COMMITTENZA : è in grado di darci tante informazioni Es. 1485 – Ghirlandaio fa un contratto con Giovanni Tornabuoni per affrescare il cono della cappella di Santa Maria a Firenze (in buono stato di conservazione) Il contratto dice: Tornabuoni vuole ornare la cappella per esaltare e fare un tributo alla su casata, specifica inoltre gli episodi che vuole rappresentare. Gli affreschi hanno come tema le Scene della vita della Vergine e di san Giovanni Battista. Voleva che fosse un’opera preziosa, fatta anche da materiali pregiati come l’azzurro ultramare (uno dei materiali più costosi per l’epoca) . Tornabuoni desiderava storie piene di figure, architettonicamente ricche, che pullulavano di animali. Voleva insomma affreschi ricchi e preziosi fatti per onorare il rango/la famiglia/la città Questi affreschi sono anche un documento del tempo, ad esempio per la moda. Nel 1550 Vasari ne scrive a proposito (di questo ciclo di affreschi realizzato dal Ghirlandaio) e disse che è modernissima sia l’opera sia l’intuizione di rappresentare le persone di spicco della città di Firenze come personaggi/componenti dell’opera – così si ha un ritratto di Firenze del 1485 ancora perfetto adesso. Sposalizio della vergine – Ghirlandaio COLLOCAZIONE ORIGINALE E SPOSTAMENTI NEL TEMPO Il museo ovviamente non è pensato come primo luogo di esposizione è un secondo luogo dovuto ad uno spostamento. La collocazione d’origine e lo spostamento in seguito cambia radicalmente l’opera. Es. Il David di Donatello (1440) – ora è conservato nel Museo Nazionale del Bargello a Firenze È stato commissionato da Cosimo de Medici ed inizialmente collocato in una sala chiusa dedicata agli eroi, in seguito venne spostato (circa 20 anni dopo) e posizionato in un giardino. Questo spostare l’opera così precocemente ha fatto si che essa venisse guardata sempre nel modo sbagliato = ad altezza degli occhi. Nel 2000 uno storico fortemente appassionato di Donatello scoprì tramite documenti che l’opera era collocata su una colonna alta 180 cm, così da sollevarla, e far si che David venne guardato dal basso verso l’alto. l’opera cosi CAMBIA TOTALMETE, tant’è da sembrare una scultura totalmente diversa, emerge una muscolatura importante, lo guardo diventa fiero, la spada si allunga, le gambe diventano più grandi ecc… Questo cambiamento così radicale incide molto sul significato e sull’originalità dell’opera. SPOSTAMENTO NEL TEMPO: La morte della vergine – Caravaggio 1605-1606 olio su tela. Commissionato nel 1601 da Cherubini per la propria cappella in Santa Maria della Scala. Una volta terminato però fu profondamente rifiutato e decisero di toglierlo. Per un fatto di decoro pubblico (tema caldo del 600) Quando venne tolto venne comprato subito da un privato, entrò a far parte della collezione privata del duca di Mantova, l’acquisto caldamente consigliato da Rubens. Dopo pochi anni però per motivi di denaro parte dell’enorme collezione venne venduta e il quadro fu comprato da Carlo I re d’Inghilterra, poi quado venne ucciso passò per le mani d’un banchiere francese e poi successivamente comprata dal Louvre, dove tutt’ora si trova. (si dice che per la modella della vergine Caravaggio abbia usato una donna affogata nel Tevere, turbava anche inoltre la disposizione degli apostoli) Molti sono i modi di studiare la storia dell’arte, e molti si riflettono sulle stagioni della storia dell’arte: - la stagione in cui la storia dell’arte veniva raccontata tramite le vite degli artisti (Vasari) - la stagione in cui si abbandonano gli artisti e ci si concentrò più sulla storia degli stili - tra il secondo 800 e la pria metà dell’900 vi è un periodo chiamato d’attribuzione: Giovanni Morelli, Bernard Berenson, Roberto Longhi si impegnano per creare “una carta d’identità” ad ogni opera. Con gli studi iconografici e iconologici tramite il soggetto si creano vari collegamenti – critici come Panofsky ci colleghiamo anche al discorso della fuga di cultura dall’Europa verso l’America e l’ Inghilterra a causa della seconda guerra mondiale. - verso gli anni ’60 l’interesse per lo stile e verso i contenuti si accompagnano all’idea di un’opera come fotografia di una società – quest’idea la riscontriamo perfettamente in “Mecenati e pittori” di Francis Haskell. Messa in serie : l’opera è sempre una relazione con qualcos’altro = PARAGONE. “Paragone Arte” rivista fondata da Roberto Longhi nel 1950 (questa rivista tutt’ora in commercio cambierà radicalmente il modo di vedere la storia dell’arte italiana). Roberto Longhi batterà molto sul modo di intendere le opere, batterà sulla relazione e sul rapporto. «L'opera d'arte, dal vaso dell'artigiano greco alla Volta Sistina è sempre un capolavoro squisitamente "relativo". L'opera non sta mai sola, è sempre un rapporto» L’opera è una lacerazione. 19\2 ( a Vasari si attribuisce la prima storia dell’arte italiana) FORTUNA CRITICA Mai un opera è stata criticata e osservata nello stesso modo, IL CANONE ASSOLUTO NON è UNA COSA FISSA. Es. Il Caravaggio : nel 600\700\800 lo stile non era apprezzato. ma una sollecitazione diversa porta a rileggere, rivedere le opere in maniera diversa, ogni volta. [Le opere durate il manierismo non vengono più tutelate e il momento di fortuna o sfortuna critica incidono parecchio sul destino delle opere stesse] Questa griglia serve come primo approccio alle opere. LE OPERE VANNO SEMPRE MESSE IN RELAZIONE CON ALTRO ideologia fortemente espressa nella rivista “Paragone arte” fondata da Roberto Longhi nel 1950. Una delle cose che va sempre tenuta a mente è che gli artisti producono per un committente o per una società, quindi sono opere che vanno comprese (es. le storie narrate attraverso i cicli di affreschi), la società si nutre di immagini, si ha quindi una sensibilità allargata Il soggetto è sempre sottoposto alla domanda sociale. Le opere dovevano soddisfare il livello di attesa del pubblico – se no venivano rifiutate o comunque molto criticate. concetto di campo intellettuale - Pierre Bourdieu : un artista che produce è sempre dentro un campo minato, come incide su di lui la sua preparazione artistica, il suo percorso pittorico, il committente. Quindi l’artista non è mai libero appieno. Enrico Castelnuovo (storico dell’arte) ha cercato di usare il concetto di campo magnetico che per la storia dell’arte, producendo il libro “Arte, Industria, Rivoluzione – temi di storia sociale dell’arte” Torino, 1985 con questo libro vi è l’intento di cercare di far capire che per leggere le opere d’arte si deve usare una chiave di lettura complessa. Molti sono i fattori che influenzano gli artisti per E. Castelnuovo ( e viceversa) per esempio: Il committente Il pubblico Le istituzioni Gli artisti Le opere (il nostro compito è quello di leggere le opere d’arte in maniera più completa possibile) storia dell’arte moderna significa tutto ciò che è prodotto dal 1401 alla fine del 1700 (ricopre 4 secoli) – ed è una definizione cronologica! È una definizione convenzionale, frutto di un ragionamento sulla cronologia ( Nella storia dell’arte contemporanea cambiano molte cose, ad esempio il pubblico, i committenti ecc..) Le caratteristiche di fondo per mappare la storia dell’arte modera sono: LA GEOGRAFIA DEL PATRIMONIO FIGURATIVO – molto variegato e complesso, purché non vi è unità ed è una cosa che emerge subito Es. Firenze, Urbino, Mantova andavano molto all’epoca ma poi perderanno vitalità nel 500 (in particolare Firenze) Luigi Lanzi scrisse “Storia pittorica della Italia” a fine ‘700 – ed emerge subito il fatto che non vi è una sola storia dell’arte, ma ce ne sono molteplici che si intrecciano MOLTEPLICITÀ DI CENTRI GEOGRAFICI E FIGUARTIVI SI DEVE ADOPERARE UNA DELICATEZZA NELLA DATAZIONE – le date non sono assolute, anzi arrivano ad essere relative Es. un’opera datata “Firenze, 1492” sarà diversa (addirittura arriverà ad essere completamente diversa) da un’opera datata “Milano,1492” DIALOGO\CONFRONTO TRA TRADIZIONE CRISTIANA E TRADIZIONE CLASSICA Componente fondamentale, molto forte nel 1500 (come si può notare nelle opere scultoree romane di quell’epoca, che riprendevano molto i canoni e gli ideali classici) Questo dialogo pervade fortemente tutto l’arco cronologico STRETTO RAPPORTO TRA PRODUZIONE ARTISTICA E LETTERATURA ARTISTICA Si sente il bisogno di parlarne e quindi nasce la letteratura artistica. Es. se Vasari non avesse scritto le vite di tutti gli artisti non non avremmo avuto tantissime informazioni. GOTICO INTERNAZIONALE [seconda metà del ‘300 alla seconda metà del ‘400] 1401: novità prospettica a Firenze I cambiamenti in età moderna sono lenti, e soprattutto sono fenomeni di lunga durata La definizione di gotico nasce dall’ambito letterario per definire una scrittura medievale tedesca. È una definizione “in negativo” che serve a definire qualcosa che non piace più. Definizione trasferita in seguito per definire un certo tipo di architettura che non piace più, passa poi alla scultura e alla pittura. “Stile Tedesco, mostruoso e barbaro, disordinato, e ne abbiamo moltissime opere” gotico secondo vasari. Le architetture dell’epoca vengono descritte dallo stesso G. Vasari come fatte di carta non di pietra o di marmi. Non vi è un profilo classico nell’architettura gotica, non vi è il rapporto con l’antico. Duomo di Bologna e Duomo di Milano sono due esempi perfetti del tardo gotico ( e sembrano appunto fatti di carta) CARATTERISTICHE DEL GOTICO: Arco di tempo vastissimo (principalmente nel 400) Geografia vasta il gotico internazionale assume tanti nomi diversi: -gotico tardo -gotico cortese (purché si sviluppa grazie alle corti, ovviamente non solo italiane) -gotico fiorito (per la sua tendenza molto figurativa) È un fenomeno artistico itinerante, è internazionale, tutto questo è permesso infatti dal vasto traffico di opere e artisti nelle corti. (come quella di Napoli, dei Savoia, il ducato di Urbino ecc.…) artisti itineranti Il gotico internazionale in Italia ha un momento e una geografia importantissima: MILANO A quell’epoca Milano era dominata da Gian Galeazzo Visconti per un lungo periodo. È diventata una città internazionale (dovuto anche al fatto che sua moglie era francese) Il cantiere del duomo di Milano è un cantiere molto importante e molto variegato : ne lavorano architetti italiani, tedeschi e praghesi. È uno dei più grandi cantieri (quello del duomo di Milano) progettato e ispirato ai modelli gotici d’oltralpe. ARTE LOMBARDA RISCOPERTA: - arte lombarda compresa tra 300 e 400 fissata da Pietro Toesca nel libro “Pittura e Miniatura della Lombardia” (storico e prima cattedra di storia dell’arte a Torino) - Grande Mostra di Roberto Longhi nel 1958 chiamata “Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza” Una delle espressioni tipiche del gotico internazionale sono i manoscritti miniati Durante il 300 e il 400 molti manoscritti francesi girarono l’Italia Il termine “opere Lombarde” è una definizione per una cosa fortemente caratteristica, con un’identità stilistica non da poco. Es. Giovannino de ‘Grassi - pittore, scultore, architetto e miniatore italiano. Lavorò anche al cantiere del duomo di Milano. Esempio perfetto delle sue miniature sono le immagini contenute nel libro di preghiere di Gian Galeazzo Visconti. Giovannino de ‘Grassi Altri disegni (come quello riportato di sopra) danno la priorità alla preziosità dei materiali e all’attenzione di natura che in questo caso viene espresso tramite la raffigurazione di animali. Il foglio qui sopra riportato rappresenta due cose diverse: nella parte alta vi è una caccia al cinghiale, attività molto in voga al tempo e nella parte sottostante un leopardo in giardino. (in quegli anni vi era un amore per gli animali esotici) La scena della caccia al cinghiale è derivata da un’altra opera de “le ricche ore del duca di Berry” miniature eseguite dai fratelli Limbourg. Questo insieme di 12 miniature che rappresentano i mesi dell’anno è uno dei più grandi risultati della pittura francese dell’epoca. vi è una grandissima attenzione per la natura, grande precisone e grande felicità narrativa, caratteristica tipica della miniatura gotica. Precisone architettonica, grande importanza narrativa e soprattutto grande importanza alla natura. Vi è una continua invenzione narrativa e si può vedere perfettamente in queste 12 miniature ANTONIO PISANELLO Antonio Pisanello lavora in giro per l’Italia delle corti. In lui vi è una compresenza di caratteristiche tardo gotiche (come l’attenzione alla natura) e l’attenzione al tono fiabesco. Come si può vedere nella “visione di sant’Eustachio” realizzata tra il 1436 e il 1438, conservata tutt’oggi alla National Gallery di Londra. Possiamo notare un va varietà di bestie molto variegata, e la scena è inserita in un contesto fiabesco che sfocia in un bosco fitto fitto. L e prove di stile per la rappresentazione delle bestie sono contenute nel “codice Vallardi” una raccolta di disegni di Pisanello ora conservata al Louvre. Visione di sant’Eustachio \ 1436-1438 → “Affreschi della partenza di San Giorgio” detto anche “San Giorgio e la principessa” che si trova nella chiesa di Santa Anastasia a Verona è una delle opere più importanti e significative del tardo gotico detto gotico internazionale. È molto complesso e il suo stato di conservazione è pessimo dovuto a due fattori: 1) le infiltrazioni d’acqua dovute al tetto 2) il ritocco a secco da parte dell’artista, che rappresenta un elemento di perdita. Vi erano inoltre parti in argento che servivano a dare luce, preziosità e corpo al tutto – ora quelle parti cosi preziose e luminose si sono ossidate e risultano di un grigio spento. In questi affreschi vi è un’attenzione narrativa non da poco soprattutto nelle architetture (in cui si possono riconoscere chiaramente i castelli e le fortezze della famiglia Pellegrini) e nel dato di preziosità. Pisanello è anche famoso per le sue abilità nel RITRATTO, genere molto in voga per il tempo, per via di tutta una serie di valori del tempo nelle corti. Un esempio perfetto è il ritratto di Lionello d’Este realizzato nel 1441. Pisanello lo rappresenta di profilo (posa derivata dal mondo antico: MEDAGLIE). All’inizio si adoperava questa posa cosi da dare maestosità e importanza al soggetto poi diventò una moda. Attenzione particolare verso la preziosità dei materiali, i dettagli della realizzazione dell’abito (intarsi, sfoderi, fiori retrostanti) Insolito taglio di capelli È un’opera di piccole dimensioni (28×19 cm). Lionello indice un concorso per la realizzazione di questo ritratto e Pisanello concorre con questa tempera su tavola ma non vince. Pisanello realizza altri ritratti a Lionello d’Este sempre ritraendolo di profilo, questa volta recuperando un'altra caratteristica del mondo antico : la MEDAGLIA, in questo caso sarà una medaglia celebrativa. In questo caso sarà una medaglia in bronzo simile ad una moneta romana . Pisanello è portatore in un cultura gotica e porta con se anche la cultura classica: in cui convivono perfettamente. (Ora ne sono arrivate 20 a noi) Le medaglie hanno molto successo, è il recupero dell’antico nella tradizione gotica. 20\2 Forte sviluppo delle corti italiane durante il ‘400, vi è la mancanza del papato e quindi un vuoto di potere da parte della chiesa che lascia ampio spazio agli umanisti, che hanno nuove idee e conoscenze (soprattutto in filologia) , arrivano così nuovi strumenti per nuove visioni. Umanesimo attento alla rivoluzione del metodo prospettico PROSPETTIVA : metodo misurabile e verificabile di misurazione dello spazio. Così le arti figurative acquistano riconoscibilità da parte di intellettuali e teorici. 1401 La signoria di Firenze e la corporazione dei mercanti indice un concorso per eseguire le porte del battistero di Firenze, simbolo della città sia dal punto di vista religioso che politico. battistero di Firenze. Il concorso non era una cosa comune, anzi era una pratica antica, e doveva esprimere una sorta di celebrazione dell’importanza della città. Gli Umanisti fiorentini definiscono la città come nuova Roma o nuova Atene, comunque un’idea di città molto potente. Si ha un anno di tempo per creare una formella in bronzo della stessa grandezza di quella già esistente creata da Andrea Pisano formella del Battistero di firenze, porta sud - Andrea Pisano “Speranza” Il tema del concorso “il sacrificio di Isacco”, si è scelto proprio questo episodio perché permetteva di affrontare tutte le difficoltà dell’arte : esterno, corpi nudi, corpi vestiti, paesaggio e animali. È una scena dinamica, ma allo stesso tempo molto sintentica. Abbiamo due testimonianze: i commendatori : - Lorenzo Ghiberti, alla fine della sua vita (circa fine del 1440) - Racconto di Manetti ( un umanista) che racconta l’episodio. Lorenzo Ghiberti ha molte esperienze con la scultura a fusione a cersa persa Filippo Brunelleschi 1401 “sacrificio di Isacco” Lorenzo Ghiberti 1401 “ sacrificio di Isacco” Sono entrambe formelle decorative create apposta per il concorso indetto del 1401 , solo però quella del Ghiberti vinse, e la formella realizzata da Filippo Brunelleschi tutt’oggi è conservata al museo del Bargello di Firenze. FORMELLA DI L.GHIBERTI: Rilievo che si legge da sinistra verso destra, vi sono dei pastori che assistono alla scena. Nella metà di sinistra, al di sopra di uno sperone roccioso è scolpita la figura di un ariete. In basso, invece sono raffigurati i due servitori con l’asino. Nella metà di destra si vede Abramo che alza il coltello per uccidere il figlio nudo (studio dell’antico). Isacco è inginocchiato su un altare decorato. a destra del padre e attende il compimento del suo destino. In alto, poi, giunge un angelo per bloccare Abramo e indicare al profeta l’ariete da sacrificare al posto di Isacco. Abramo è raffigurato come un uomo anziano. È avvolto da un ampio mantello mosso dal vento. Isacco è invece nudo e raffigurato come un torso classico. Il ragazzo poggia su di un altare decorato come un sarcofago romano. La scena si svolge in un paesaggio desolato e i personaggi poggiano su costruzioni rocciose spigolose. Ghiberti non rappresenta una scena violenta o drammatica. Infatti, Isacco è inginocchiato in attesa del suo destino mentre i servitori sostano tranquilli. Solo l’espressione di Abramo rivela una certa tensione emotiva. Forma mistilinea che concede dettagli paesaggistici, si percepisce il gotico nella preziosità. FORMELLA DI F.BRUNELLESCHI: è una formella fusa in bronzo poi decorata, quindi è più pesante dell’altra. Anche qui si riscontra un’attenzione per l’antico non indifferente. Rappresenta un’momento narrativo successivo a quello rappresentato da Ghiberti: viene rappresentato il momento in cui Dio ferma Abramo. L'Effetto drammatico nell'opera di Brunelleschi è ottenuto con una serie di contrasti: le forme sono a volte taglienti e spigolose (ad esempio le rocce, il mantello e la figura di Abramo, molto"dura"), a volte sono curve e morbide (il nudo di Isacco, le forme dell'ariete e dell'asino) le superfici lisce si accostano a superfici scabre movimenti e gesti sono in contrasto mediante azioni e linee di forza che si oppongono o si scontrano. La situazione di quiete della scena in basso si oppone a quella di lotta in alto, dove la spinta in avanti di Abramo che sta per uccidere Isacco è bloccata dalla presa solida dell'angelo che si precipita contro di lui. Tutto ciò determina un senso di agitazione dovuto a un succedersi incalzante di avvenimenti e rivolgimenti come se fossero i "colpi di scena" di un dramma teatrale. Rispetto alla versione di Ghiberti, Brunelleschi presenta una composizione più mossa e dinamica, tutta impostata su linee di movimento curve e articolate, eppure, nel complesso si mantiene in una struttura unitaria. Tutto si regge su un equilibrio perfetto fatto di corrispondenze visive. Vi sono infatti due piani e quindi una profondità sfasata. Lo spazio in cui si ambienta l'episodio biblico è accennato, ma non ancora prospettico. Sono presenti citazioni di sculture antiche, per dare importanza alla sua formella. La vittoria come già detto andrà a Ghiberti, che si mette al lavoro per 45 anni sul Battistero. La complessità tecnica non è indifferente per cui ebbe moli aiutanti tra cui un giovane Donatello. Porta nord 1401-1424, narra gli episodi del nuovo testamento – maturazione stilistica notevole. La porta, (come quella di Andrea Pisano) si compone di 28 formelle: 20 sono dedicate alla Vita e Passione di Cristo, mentre otto formelle, collocate in basso, rappresentano i Quattro Evangelisti e i Quattro Dottori della Chiesa. L’ispirazione alla porta di Andrea Pisano è molto evidente, ma di nuovo gusto sono molti particolari, sia nelle architetture, più costruite in prospettiva, sia nella modellazione dei corpi, di ispirazione più classica. Ma il gusto tardo gotico di Lorenzo Ghiberti è evidente soprattutto nella cura dei particolari e dei dettagli, nonché sui ritmi compositivi ancora giocati sugli intrecci di motivi lineari sinuosi. La seconda porta, viene definita da Michelangelo la “porta del paradiso”. La porta è composta di 10 grandi riquadri o formelle narranti gli episodi del vecchio testamento. Lorenzo Ghiberti ci lavorò su dal 1425 al 1452. I dieci grandi riquadri sono collocati nei due battenti, cinque per parte: le due file verticali sono poi circondate da quattro cornici ciascuna, contenenti in tutto 24 piccole nicchie, nelle quali sono inserite dei personaggi biblici, alternate con 24 piccoli medaglioni dai quali sporgono dei busti. Si denota una grande sensibilità prospettica, quindi si riassume in : le figure più lontane sono più piccole, le più vicine invece sono più grandi. Figure a tutto tondo Es. scena di David e di Golia Prospettiva rappresentazione dello spazio es. Giotto nella “presentazione di Gesù al tempio” in si presenta un interno con piani spezzati. La prospettiva venne vista come un’avventura collettiva Brunelleschi, Donatello ecc... più avanti si unirà anche Masaccio. Fu un’invenzione lunga e collettiva in cui i termini massimi figurativi furono razionalità e ragione. Nel 1418 circa Brunelleschi sperimenta delle tavolette che si dovevano guardare attraverso un foro, tramite uno specchio si verificava la verosimiglianza. Collaborazione di artisti Metodo geometrico prospettico fu più inventivo ma non semplice. (Masaccio: carattere difficile) Vasari: nuova rappresentazione dello spazio e una nuova rappresentazione dell’uomo nello spazio, quindi un’esigenza di maggior realismo. La prospettiva si impone facilmente a Firenze e nel resto d’Italia in modo più lento. La capacità prospettica necessita di una cura e di un’attenzione notevole Leon Battista Alberti al suo ritorno a Firenze (1428) fu molto stupito dalle innovazioni e pensa che artisti come L.Ghiberti, Brunelleschi, Donatello, Masaccio non siano inferiori ad artisti del passato. Pensa anche che, c’è bisogno di una teorizzazione di queste ultime novità. L.B.Alberti parla della cupola di Santa Maria del Fiore lodando Brunelleschi. Non solo perché il cartiere di Firenze fu molto importante per la scultura contemporanea ma anche perché fu occasione di lavoro per molte persone. 25\2 (bisogna tenere a mente che molte invenzioni dell’epoca su disegno risultavano molto più raffinati che dal vero) (Le due formelle sopra citate son due rilievi ma con tecnica completamente diversa. In quella di Brunelleschi vi è una premessa della prospettiva) Ghiberti ci mise 45 anni a portare a compimento le due porte: porta nord e la porta del paradiso Nella formella di Brunelleschi vi è la premessa della prospettiva “scatola spaziale “che deriva dall’esperienza di Giotto [Le "scatole prospettiche": La pittura di Giotto è caratterizzata dalla presenza delle famose "scatole prospettiche", in cui sono collocati i personaggi ed è scandita la narrazione dei suoi dipinti. Si tratta di ambienti reali, che riportano all'interno dell'opera d'arte momenti di quotidianità e il paesaggio naturale e urbano dell'epoca] Nella cappella degli Scrovegni si vedono i primi esperimenti prospettici, si coglie già un’idea di impostazione spaziale. Il termine prospettiva deriva dal latino e significa “Tecnica geometrica che consente di ottenere, nell'ambito di una rappresentazione grafica piana, immagini corrispondenti a quelle fornite dalla visione diretta” “finestra sullo spazio” definizione coniata da Leon Battista Alberti in “DE PICTURA” 1435-1436 Vi è una dedica all’inizio in cui si riportano le grandi novità, che Alberti percepisce al suo ritorno a Firenze nel 1428, torna e trova un’arte diversa, e la espone nella dedica. “PROLOGUS [A FILIPPO BRUNELLESCHI] Io solea maravigliarmi insieme e dolermi che tante ottime e divine arti e scienze, quali per loro opere e per le istorie veggiamo copiose erano in que' vertuosissimi passati antiqui, ora così siano mancate e quasi in tutto perdute: pittori, scultori, architetti, musici, ieometri, retorici, auguri e simili nobilissimi e maravigliosi intelletti oggi si truovano rarissimi e poco da lodarli. Onde stimai fusse, quanto da molti questo così essere udiva, che già la natura, maestra delle cose, fatta antica e stracca, più non producea come né giuganti così né ingegni, quali in que' suoi quasi giovinili e più gloriosi tempi produsse, amplissimi e maravigliosi. Ma poi che io dal lungo essilio in quale siamo noi Alberti invecchiati, qui fui in questa nostra sopra l'altre ornatissima patria ridutto, compresi in molti ma prima in te, Filippo, e in quel nostro amicissimo Donato scultore e in quegli altri Nencio e Luca e Masaccio, essere a ogni lodata cosa ingegno da non posporli a qual si sia stato antiquo e famoso in queste arti. Pertanto m'avidi in nostra industria e diligenza non meno che in benificio della natura e de' tempi stare il potere acquistarsi ogni laude di qual si sia virtù. Confessoti sì a quegli antiqui, avendo quale aveano copia da chi imparare e imitarli, meno era difficile salire in cognizione di quelle supreme arti quali oggi a noi sono faticosissime; ma quinci tanto più el nostro nome più debba essere maggiore, se noi sanza precettori, senza essemplo alcuno, troviamo arti e scienze non udite e mai vedute. Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e' cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto? Ma delle tue lodi e della virtù del nostro Donato, insieme e degli altri quali a me sono per loro costumi gratissimi, altro luogo sarà da recitarne. Tu tanto persevera in trovare, quanto fai di dì in dì, cose per quali il tuo ingegno maraviglioso s'acquista perpetua fama e nome, e se in tempo t'accade ozio, mi piacerà rivegga questa mia operetta de pictura quale a tuo nome feci in lingua toscana. Vederai tre libri: el primo, tutto matematico, dalle radici entro dalla natura fa sorgere questa leggiadra e nobilissima arte. El secondo libro pone l'arte in mano allo artefice, distinguendo sue parti e tutto dimostrando. El terzo instituisce l'artefice quale e come possa e debba acquistare perfetta arte e notizia di tutta la pittura. Piacciati adunque leggermi con diligenza, e se cosa vi ti par da emendarla, correggimi. Niuno scrittore mai fu sì dotto al quale non fussero utilissimi gli amici eruditi; e io in prima da te desidero essere emendato per non essere morso da' detrattori.” Riassumendo indentifica l’invenzione della prospettiva come cosa comune a cui presero parte Brunelleschi, Donatello, Luca della Robbia, Masaccio. Ci sono periodi in cui arte e scultura viaggiano assieme, come ad inizio ‘400 e altri invece in cui son totalmente su due binari separati. Ad inizio ‘400 infatti sembrano andare alla stessa velocità allora vi è uno scambio intellettuale ed artistico. I grandi cantieri dell’epoca furono: - Santa Maria del Fiore - la chiesa di Orsanmichele La facciata di Santa Maria del fiore fu ultimata da Emilio de Forbis a metà dell’ottocento riprendendo stili e materiali dell’epoca – abbiamo una serie di disegni che ci fanno vedere ed immaginare come doveva essere originariamente un tributo alla scultura Il David di Donatello originariamente è stato progettato per questo cantiere ! [La facciata è sempre l’ultima cosa ad essere realizzata] Disegno originale della facciata facciata ai giorni nostri di De Forbis (1\2 800) Il cantiere della chiesa di Orsanmichele a Firenze: nasce originariamente come granaio per il mercato e poi successivamente trasformato in chiesa. Agli inizi del ‘400 vengono create 14 nicchie per ospitare 14 state rappresentanti le corporazioni si crea una crisi con la nuova scultura, perché essa deve dialogare e inserisri con lo spazio circostante. Es. “Quattro santi coronati” scultura di Nanni di Banco 1411 - 1414 È ritenuto il primo gruppo statuario dell’età moderna, un gurppo di statue complesso come se fosse “ una pala di altrare messa in scultura”. Molto importante è anche la predella, in questo caso è una predella narrativa. I quattro santi in semicerchio invadono lo spazio visivo e questo è dato dl piede del primo a partire da sinistra che spunta fuori dal confine, altra novità Il lavoro compituo sui panneggi non può passare indifferente, crea un gioco di luci e ombre anche accentuato dalle grandi dimensioni della statua. E il fatto che è una stauta di ordine pubblico è molto importante . Predella narrativa de “ quattro santi coronati” Rapprenseta degli scalpellini al lavoro, è risolta su un piano così da creare ombre e profondità per dare phatos Es. San Giorgio di Donatello 1415-1417 San Giorgio è rappresentato in piedi con le gambe divaricate e saldamente ancorate al suolo. Tra i piedi si trova poi la punta del pesante scudo crociato. Intorno al busto il Santo porta un mantello annodato sulla spalla destra e avvolto intorno al braccio sinistro. San Giorgio indossa inoltre la lorica e un abbigliamento da guerriero romano. Il suo volto giovane e fiero è orientato verso sinistra. Lo sguardo punta in lontananza con un’espressione seria ed eroica. Il viso infine presenta la fisionomia di un giovane uomo. Le sopracciglia sono aggrottate e lo sguardo intenso. La statua che raffigura San Giorgio è una scultura a tutto tondo realizzata in marmo apuano. È un rappresentazione piana che alludeo allo spazio nella ternza dimesione Predella del San Giorgio di Donatello – bassorielievo In questo basso rilievo inizia ad esserci un’impostazione della prospettiva: il raccordo dello sfondo è di notevole importanza perche da una parte (sx) vi è un’ambiente naturale che va poi ad unirsi con la parte architettonica messa in prospettiva. Es. San Ludovico di Tolosa scultura di Donatello 1423-1425 è una scultura molto preziosa e quindi molto costosa. Ha un’impronta figurativa e simbolista . È una statua in bronzo dorato, Il santo è rappresentato come un giovane vescovo, con mitria e bastone pastorale finemente cesellati, nell'atto di benedire con la mano destra. Indossa i guanti da vescovo e la veste da frate, sopra la quale si trova un pesante mantello. La statua, rispetto alle opere precedenti presenti nelle nicchie di Orsanmichele, era sensibilmente più grande e stava più stretta nel tabernacolo, iniziando quel rapporto di emancipazione tra le statue e le nicchie che le contenevano, in contrapposizione con la scultura gotica. La statua venne realizzata con il recupero della tecnica della fusione a cera persa, creando più pezzi separati che venivano poi assemblati. È alto 2 metri e mezzo. Quelle tuttora esposti nelle nicchie sono ovviemante copie perché quelli originali sono contenuti in museo per via degli agenti atmosferici e tutela. Tutti questi scultori erano bravi sia in marmo che in bronzo, questi anni soprattutto sono anni di grande crescita tecnica !NOVITA: nella resa dei panneggi e nelle espressioni dei volti Il “banchetto di Erode” realizzato per la fote battesimale del Battistero di Siena, dove si trova ancora oggi è stato realizzato tra il 1423 e il 1427. È na formella in basso rilievo. Si vede lo sforzo dell’applicazione prospettia da parte di Donatello. La scena rappresenta la scena del battista che viene portata davanti ad erode – una rappresentazione molto realistica ( si vede nelle pieghe della tovaglia, nei bicchieri e nelle posate rappresentate) È divisa in tre piani ( e di conseguenza tre momenti) così da accentualre lo svolgimento della scena in maniera prospettica. In primo piano abbiamo la scena dell’offerta della testa di Battista ad erode, in secondo piano abbiamo un ‘intuizione della danza della figlia Erodiade, per la presenza di un suonatore, in terzo piano oltre le arcate abbiamo l’intuizione della decapitazione del Battista. I tre momenti sono collocati in tre spazi diversi, che vengono scanditi in profondità grazie all’accorta applicazione delle leggi prospettiche, spazi e finestre si aprono per far vedere le altri parti del castello. La prospettiva è accentuata anche dai travetti che spuntano del muro e dal coltello sulla tavola dissegnato secondo l’asse prospettico. Da notare, in questo pannello, oltre alla costruzione prospettica, anche la grande ricchezza narrativa e formale dell’opera. La realizzazione a stiacciato dell’opera consente, a Donatello, di sperimentare effetti pittorici usando non le masse ma il chiaroscuro creato dai panneggi. Pavimento: decorazione geometrica che allude alla geometria dello spazio, impornta parecchio complicata, molti fuochi, molti punti di luce. Impiego del metodo geometrico per una rappresentazione molto realistica, anche per coinvolgere lo spettatore. Donatello è importate per : le sculture a 360° e per la narrazione delle reazioni psicologiche dei personaggi. Ghiberti prova ad utilizzare il metodo geometrico ma il suo essere tardo gotico cozza sempre un’po. “Cattura del Battista” è un rilievo bronzeo di Lorenzo Ghiberti, databile al 1417-1427 e facente parte della decorazione scultorea della fonte battesimale del Battistero di San Giovanni a Siena. Come in altre opere di Ghiberti il rilievo è sapientemente modulato in diversi spessori, per accentuare l'espressività della scena e amplificare il senso spaziale. Alcuni dettagli puramente disegnativi testimoniano l'altissimo livello di rifinitura dell'opera, come il fregio a festoni e bucrani che corre sulla trabeazione delle arcate. Il movimento e la concitazione della metà destra è ottenuto ricorrendo a linee spezzate e diagonali, a differenza della posata metà sinistra in cui i gesti si svolgono lungo direttrici ortogonali. Innumerevoli sono i rimandi classici, dalla foggia delle armature alla forma delle decorazioni architettoniche. È differente da quello di Donatello, le figure sono quasi completamente staccate dallo sfondo e sono porte tutte (o meglio quasi tutte) sullo stesso piano. Il basso rilievo “schiacciato” di Donatello raffiurante “il banchetto di Erode” questa volta eseguito su marmo, i cui committenti furono la famiglia de Medici. L'opera è da confrontare con l'analogo soggetto del Banchetto di Erode di Siena, fuso in bronzo da Donatello nel 1423-1427. In entrambe le opere si mostra la scena in cui viene mostrata la testa di san Giovanni Battista al banchetto di Erode Antipa, tetrarca della Giudea, che l'ha fatto decapitare su consiglio della compagna Erodiade, madre di Salomè. La rappresentazione del Banchetto di Marmo è meno drammatica, con la scena della presentazione della testa relegata all'estrema sinistra, con Erode che finisce per metà fuori dal rilievo, sottintendendo l'idea di uno spazio aperto verso l'infinito oltre il rilievo stesso. Il personaggio che si copre il volto con la mano è presente anche nel rilievo bronzeo, mentre sono nuovi alcuni accenti lievemente grotteschi, come il volto sorridente del servitore che mostra il raccapricciante trofeo della testa. Lo spavento per la consegna della testa è evidente soprattutto nella figura femminile di spalle in primo piano, che fa per allontanarsi inorridita. La danza di Salomè, che si svolge al centro, non attira l'attenzione di nessun personaggio e sembra quasi un'evocazione spettrale dello stratagemma usato per far uccidere il santo: il gruppo di soldati lì vicino infatti è rivolto al banchetto e le loro espressioni appaiono turbate dall'avvenimento. Più distaccati sono l'uomo sulla scala e il bambino dormiente, due figure che probabilmente avevano semplicemente il ruolo di accrescere la varietas di espressioni e gesti, come teorizzato da Leon Battista Alberti proprio in quegli anni (il De pictura è infatti del 1435). Questo complesso di personaggi è molto più grandioso rispetto all’altro rilievo brozeo il banchetto è collocatoa sinistra, la figura che danza è posta al centro. Le architetture man mano che andiamo a ritroso con lo sguardo si comolicano, sono presenti infatti molti piani, è come se fosse una serie di piani in successione. Nella parte destra del bassorielievo è presente una grande scala e due perosne che osservano la scena uno è appoggiato alla scala e l’altro è un bambino che si è addormentato quasi nudo sul primo gradino. È un’ambientazione all’antica, in cui si vedono imponenti strutture architettoniche . - I rilievi in bronzo dell’altare santo, sono fatti dal 1446 fino alla metà degli anni 80 e denotano una grande potenza narrativa assieme ad ìun imponente uso dell’architettura non è uno spazio unico e vi è uno SFONDAMENTO DELLO SPAZIO. In pittura in quegli anni : - GENTILE DA FABRIANO in cui tutta la tecnica e capacità si può ammirare nella pala de “l’Adorazione dei Magi” realizzata tra 1421 e 1423, commissionata da Palla Strozzi ( che come le fonti documentano era un committente molto esigente) per la chiesa della Santa Trinità a Firenze, ora conservata nella galleria degli Uffizzi a Firenze. L’ha commissionata come simbolo di se in uno spazio pubblico (doppio interesse). !! dobbiano ricordare che Gentile da Fabriano non è un pittore fiorentino, anzi nasce attorno al 1380 ma non si hanno molte informazioni sulla sua formazione, si sa che prima di questa pala lavorò a Venezia e Brescia. Nel 1421 ha come commissione questa pala, ed è un caso interessante perchè Palla Strozzi chiamò un pittore “pagano” ( pittore tardo gotico arriva a firenze e apprende le novità – arriva a firenze all’età di 45 anni quindi è un pittore con una sua tecnica) La pala è un perfetto esempio di virtuosismo, in cui è presente molto oro in tutte le sue differenti lavorazioni La cornice è molto articolata, comporta da tre arcate ( una concessione alla tradizione fiorentina) comporsta da tre cuspidi con un’arco mistilineo, ma la cosa più importante è che una CORNICE ABITATA questo vuol dire che negli spazi vuoti nascono\spuntano dei fiori - come quelle del duomo di Orvieto. Il tema: Adorazione dei magi, tema molto usto al nord dell’Europa e poi molto famoso e usato a Firenze. Inoltre è un tema di unione iconografica con la politica. Non vi è un’impostazione prospettica, il viaggio dei magi parte dall’alto (svolgimento narrativo) e man mano che camminano arrivano a finire nella parte bassa dov’è presente la famiglia sacra. La predella è molto importante rappresenta tre scene : dalla nascita di cristo, il viaggio in Egitto fino alla presentazione al tempio: Natività : è una scena rappresentata in notturno ed in esterno, l’oro è presnete nella paglia e nella resa delle stelle. Ha la stessa ambientazione della scena centrale infatti si scorge lo stesso edificio. Presentazione al tempio: la scena si svolge in un eterno chiuso, la luce è artificiale ed è emantata dalla lanterna. Viene messa a dialogo la luce naturale dell’esterno della scena con la luce artificiale del tempio volontà di dialogo Il gruppo dei magi è riconoscibile per l’uso dell’oro nei vestiti e nelle loro raffigurazioni. MOLTI DETTAGLI Da notare sono i costumi,i vestiti ricchi di tessuti,le finiture dei cavalli, i capelli dei personaggi, il cane e i passaggi che sono colmi di dettagli. Molto gusto narrativo!! accurata lavorazione su tutta la tavola come la resa dei tessuti (anche dovuta all’uso dell’oro) L’oro è usato anche a rilievo come vediamo nella fonte luminosa usato per dare intesnità e forza al particolare. La corona di Baldassarre è una corona in rilievo per l’uso dell’oro con la lavorazione della foglia oro !! grandissimo bagliore luminoso che pervade tutta la pala Dall’ultimo restauro degli anni ’90 abbiamo una mappatura di tutte le tecniche usate per la lavorazione dell’oro. Confronto tra cultura fiorentina e Gentile da Fabriano: spinge Genile d.Fabriano a far uscire tutte le tecniche da lui conosciute come provocazione. Una delle conseguenze dell’avvento prospettico è il rifiuto dell’oro nei dipinti, perché altera l’equilibrio tra luce e ombre VIRTUOSISMO STILISTICO : dare l’impressione MASACCIO È uno dei pittori più importanti dell’epoca, nasce nel 1401 e muore nel 1427 – vita molto breve ma intensa di successi- ha un incisione sulla pittura post mortem notevole. Si forma studiando Brunelleschi e Donatello, è il primo a provaresulla supperfice dipinta nuove tecniche prospettiche. Vasari scrisse di lui: ha un realismo non indifferente, è molto moderno, figure vivissime, similitudine al vero. Nel 1425 Masaccio e Donatello lavorano assieme al “polittico del Carmine” conscluso nel 1426 e una delle prime opere commissionate da un politico importante. Masaccio prova a dare un’impostazione geometrica e prospettica : punto di fuga nel piede destro del bambino. Linee costruttive usate per dare respiro e maestosità . La luce disegna il volto della madonna che appaiono massicci, austeri e seri ( non solo in quest’opera ma in generale) Un punto di fuga: trono in prospettiva con dettagli di tipo descrittivo aureola del bambino, è diversa da quella della madoa realizzata in modo tipico, quella del bambino invece è un “disco schiacciato o tridimensionale” dorato. Accompagnata alla pala vi è la predella tutt’oggi contenuta a Berlino, confrontabile con quella di Gentile da Fabriano La scena rappresentata da Masaccio è una scena sobria. Viene usato poco oro nella rappresentazione La vinvinanza tra Masaccio e Brunelleschi porta alla realizzazione dell’affresco della trinità, la scena è impostata e disegnata come se si svolgesse in una nicchia reale, disegnata da Brunelleschi per la sua forte capacità narrativa, tant’è che il muro sembra bucato. 26\2 Santa Maria del Fiore e la chiesa di Orsanmichele dovevno essere popolate di statue , realizzate con pose nuove rispetto alla tradizione precendente. Per la chiesa di Orsanmichele vengono create 14 nicchie in cui inserire statue a tutto tondo come il San Giorgio di Donatello oopure i Quattro santi coronati di Nanni di Banco ( da ricordare è la predella molto importante perche rappresenta i quattro santi al lavoro una celebrazione della scultura e agli strumenti utilizzati) Ora nelle nicchie sono posizionate copie e gli originali sono contenuti in musei per problemi di tutela. Da notate è l’imponenza delle figure, la resa dei panneggi e dalle espressioni raggiunte – l’espressione perfetta che ricorda quelle delle statue romane antiche La nicchia va intesa come spazio abitato dallo spettatore La statua di San Ludovico realizzata da Donatello è una statua molto potente. Va data parecchia importanza hai alto\basso rilievi, soprattutto a quelli di Donatello: - Il banchetto di Erode ha una grandiosa ambientazione prospettica, realizzato per la fonte battesimale del battistero di Firenze (tutt’ora è collocata lì) !! la scansione prospettica serve a dare ordine alla storia es.: le arcate del 2° e 3° piano, sono un gioco ce serve per mettere ordine: al secondo piano abbiamo il ballo di Salomè ed invece il terzo piano evoca il momento della decapitazione, in primo piano la testa viene portata ad erode durate lo svolgimento del banchetto grazie alla scansione prospettica di ha un ordine più chiaro della narrazione . Importante è l’effetto realistico dato dalle OMBRE VERE create grazie ai rilievi, donatello era molto abile in questo IMPRONTA DI FORTE REALISMO SPAZIALE E LUMINISTICO - Banchetto di erode realizzato in marmo, michelangelo cita la scalaGentile da fabriano inizio anni 20 a firenze – è un pittore tardo gotico, diverso dal resto è colui che porta al massimo livello la lavorazione dei materiali Brunelleschi è considerato l’architetto perfetto Masaccio è in diretto contatto con Brunelleschi e Donatello , infatti la cappella brancacci secondo Vasari è considerata una vera e prorpia scuola per la pittura succesiva. Cappella Brancacci Una delle opere più importanti è il “polittico del Carmine” realizzato nel 1426 a Pisa, a stretto contatto con Donatello, rappresenta una Madonna su un trono con Gesù e due angeli che suonano. Oggi le altre parti del polittico sono andate perse e altre invece sono conservate in luoghi diversi, è un polittico molto complesso e molto costoso Il fondo d’orato è un idea medievale, vi è un conflitto tra impostazione prospettica e fondo d’orato: perché le nuove impostazioni prospettiche escludevano l’oro, perch enon consente l’impostazione architettoniche purchè ne esce un fondo piatto . ( Ricostruzione del polittico. ) La madonna è quasi costretta in questo fondo d’oro, ma masaccio si inventò questo trono veramente massiccio e di grandi dimensione che occupa quasi tutta la superfice. ! Il punto di fuga è nel piede del bambino così da ingigantire la madonna Importante sollolineare la messa in prospettiva dell’aureola del bambino, diversa da quella della madonna I volti seri e auseri caraterizzano i quadri di masaccio È un polittico enorme con in punta la crocefissione, l’attenzine di masaccio si concentra sulla gestualità delle figure: il momneto è sottolineato dalla gestualità della Maddalena che viene rappresentata con due braccia aperte che sottolienano la drammaticità - Predella : è la zona più libera per il codice iconografico, è ambientata in esterno e vi è un ‘adorazione dei magi che però questa volta non presneta un fondo oro Diversa dall’adorazione dei magi di Gentile da Fabriano anche se eseguita negli stessi anni. Come già ripetuto dalla collaborazione tra Masaccio e Brunelleschi nasce l’affresco della trinità, realizzato su una parete di Santa Maria Novella, inserito in una volta a botte con il soffitto a cassettoni, ovviamente disegnato da Brunelleschi scena statica ambientata in uno spazio reale. COME SE IL MURO SI APRISSE Al di fuori della scena sacra abbiamo i due committenti inginocchiati Impostazione prospettica: idea di creare uno spazio reale agli occhi degli spettatori per insierire una scena sacra e per renderla più vicina a noi e per coinvolgere i fedeli. Il gioco di spazi sarà un’idea costante dei pittori fiorentini anche successivi Masaccio con l’aiuto di Masolino dipinsero la Cappella Brancacci nella chiesa di Santa maria del Carmine, riciesta dal committente Felice Brancacci (ricco mercante e politico italiano). Vengono rappresentate le storiedi San Pietro su due registri e 3 pareti, si ipotizza che le fasce più alte hanno una cronologia antecedente a quelle di sotto. GLI AFFRESCHI SI REALIZZANO A SCENDERE In questo caso non sono statai terminati da Masaccio, ma furono terminati da Filippino Lippi 50 anni dopo. Iniziarono ad essere svolti da Masaccio, al quale più avanti si aggiuse Masolino. Parete di sinistra, alto Cacciata dei Progenitori (Masaccio), Il Tributo (Masaccio), Predicazione di san Pietro (Masolino, dettaglio) Parete di sinistra, basso San Pietro visitato in carcere da San Paolo (Filippino Lippi, non restaurato), La resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra (Masaccio e Filippino Lippi), San Pietro che risana con l'ombra (Masaccio) Parete di destra, alto Il battesimo dei neofiti (Masaccio), La guarigione dello zoppo e la resurrezione di Tabita (Masolino), Peccato originale (Masolino) Parete di destra, basso La distribuzione dei beni e la morte di Anania e Saffira (Masaccio), La disputa con Simon Mago e la crocifissione di Pietro (Filippino Lippi), San Pietro liberato dal carcere (Filippino Lippi) Analisi del “Trinuto” Vicenda del vangelo di Matteo, vi sono gli apostoli che vogliono entrare in città per visitare il tempio, ma non gli fanno entrare percheè per entrare devono pagare, allora Gesù dice che il denaro che gli serve è nella bocca di un pesce che vive nel lago Sono tre scene distinte in ordine di importanza: Cristo con intorno gli apostoli Pietro che pesca il pesce Pietro che paga (scena molto secca) Masaccio quando giustappone diversi momenti sulla scena applica una novità nell’ambientazione: crea una scenografia unitaria che comprende lago,monti e architettura. Grandissima impronta spaziale, quasi come se foss eun circolo La faccia di San Pietro nel secondo momento è contratta per lo sforzo, Vasari dice che Masaccio inventa il volto rosso di San Pietro straziato dallo sforzo. !! Edificio tirato in prospettiva, vengono pure trovati i chiodi che vennero usati per costruire la prospettiva. Grandi novità: figure imponenti che creano ombre che sembrano quas piantati per terra. Idea di collocare dei gruppi di perosne, gesti molto importati, dei panneggi , delle figure concentrate masaccio la trae dalla scultura contemporanea vedi 4 santi coronati IDEA DI SCULTURE VIVENTI 27\2 Masaccio ha il primato di architettura\pittura\scultura ! fonti molto importanti – confronto tra Bartolomeo Facio che considera Gentile Da Fabriano come più grade pittore del momento , assime ai FIAMMINGHI considerati i più bravi in assoluto (van heyk e vander vaden) Importanza del “DE PICTURA”: la pittura ha due funzioni principali : - funzione di memoria\conservazione di essa - funzione dell’ambito sacro Concezione alta della funzione sacra incide sull’idea di preziosità dei materiali !! non c’è materiale più prezioso che la pittura non riesca a ripetere es. non oro vero ma una pittura che riproduce talmente bene l’oro da farlo sembrare vero Il de pictura è diviso in 3 libri : Il I°libro è tutto matematico Il 2° libro pone l’arte in mano all’artefice Il 3° libro istruisce l’artefice quale e come debba acquistare perfetta arte e notizia di tutta la pittura Il primo libro è dedicato ad una definizione di prospettiva. Definisce le 3 parti del libro in 3 cose della pittura Circoncisione : “attoniare l’orlo della pittura” Composizione : “la ragione di dipingere per la quale si compongono opere dipinte” Ricevere lumi : “rapporto tra luci e ombre” per ottenere un buon risultato un componente importante è il colore inteso come rapporto tra luci ed ombre : a partire da questo nasce anche il rifiuto per lo sfondo dorato. “ISTORIA”: rapporto pittorico deve avere una concatenazione delle parti, e deve rispsettare i principi chiarezza, novità e varietà. Riflessione sul fenomeno ultimo della pittura: la cosa più importante è il cinvolgimento emotivo. L’efficacia di rappresentazine di un soggetto deve suscitarema medesima reazone psicologica nell’anima e negli occhi di chi guarda 1400-1500: modi sempre nuovi di coinvolgere chi guarda Due versioni dell’” de pictura” una un latino e una in volgare Pittura dopo la morte di Masaccio: la sua morte lascia una strada spianata ai pittori nuovi, la Cappella brancacci viene presa come esempio\idea e diventa una vera e propria scuola di pittura. Per Vasari coloro che hanno studiato sulla cappella Brancacci sono diventati dei grandi artisti vedi Ghirlandaio, Perugiuno, Michelangelo, Verrocchio, Leonardo… lunghissiama fortuna pittorica: fino alla pittura nuova. Come possiamo vedere molti studi di Michelangelo sono relativi ad un dettaglio della cappella Cristiano Landino (umanista) ci fa da guida per dove va la pittura dopo Masaccio: nel commento della Divina Commendia di Dante, traccia un piccolo profilo di novità e stili di Masaccio, Filippino Lippi, A. del Castagno, Paolo Uccello, Beato Angelico. Filippo (Filippino) Lippi – allievo diretto di Masaccio si forma direttamente sulla Cappella Brancacci. Nel 1430 diventa un pittore autonomo, perché citato da Veneziano e Pietro de Medici come più bravo artista a Firenze Landino – grazioso/artificoso/ varietà nel colore/ grande inventore Due opere anazlizziamo di Filippo Lippi: -Pala Barbadori datata 1437 oggi conservata al Louvre - Madonna dell’ Umiltà oggi conservata al castello sforzesco Pala Barbadori – 1437 Madonna dell’ umiltà 1429-32 La Madonna dell’Umiltà sembra essere uno schiacciato marmoreo tradotto in pittura. Ha una composizione complicata- molta attenzione per i rilievi e la messa in prospettiva, assurda fisionomia, punti di luce e punti di ombra. La pala Barbadori si può capire dal nome che è stata commissionata da Barbadori per una chiesa, è un dipinto di grandi dimensioni. L’impostazione prospettica è usata anche nella narrazione e negli spazi, è uno spazio unificato perché non vi è una divisione in spazi. Rappresenta un dialogo Ricorda la scansione del polittico: sono le due colonne a dare questa impressione La madonna ovviamente è rappresentata al centro ed è in piedi (posa nuova) In alto vi sono i perosnaggi sacri ( madonna + angeli), in basso invece vi sono i due santi. All’ esterno, ci siamo noi (spettatori) perché vi è l’allusione di un terzo gradino su cui poggiamo. Una luce dorata avvolge le figure, ammorbidendone i volumi che appaiono comunque solidi. è l’esempio perfetto di una coposizione completa e complicata ma comunque molto ordinata. Vi sono anche dei significati simbolici: - Santi : che fungono da intermediari tra sacro e fedeli: infatti non occupano non occupano uno spazio sacro , ma bensì uno spazio intermedio Impostante è la grandiosità delle rifiniture : abiti degli angeli,i putti annoiati, e la posizione degli angeli (molto artificiale) PAOLO UCCELLO Artificioso negli scorci perché bravo in prospettiva, si forma da Ghiberti ed ha un’ espereinza diretta con le famose porte del battistero di Firenze. È un pittore co un’esperienza variegata, lavora molto nei centri culturali più importanti del tempo. Proprio a Firenze verso la metà degli anni ’30 realizza tre pannelli raffiguranti la sconfitta dei Senesi: organizzate in tre battaglie da vedere in sequenza, ora son tutte divise. Tuttte e tre sono state dipinte in poco tempo ( 1435-1438) Prima tavola – Niccolò da Tolentino alla testa dell’esercito fiorentino (tempera su tavola, cm 181,6 x 320 – Londra, National Gallery) Seconda tavola – Disarcionamento di Bernardino della Ciarda (tempera su tavola, cm 182 x 323 – Firenze, Galleria degli Uffizi) Terza tavola– Intervento nella battaglia di Micheletto da Cotignola (tempera su tavola, cm 182 x 317 – Parigi, Museo del Louvre) Il soggetto iconografico è lo stesso, ma ogni pannello ha uno stato di conservazione diverso. Come possiamo vedere la terza tavola, quella conservata al Louvre ha subito danni maggiori, invece le altre due tavole sono meglio conservate Conosciamo i committenti, e finiranno nella collezione di Lorenzo il Magnifico. Intervento nella battaglia di Micheletto da Cotignola – Louvre Impostazione prospettica molto feroce lance dei cavalieri costruiscono un reticolato prospettico a cui si accompagna un tono narrativo ( gli alberi di rose e alberi di aranci aiutano a creare un tono fiabesco come nella tavola di Firenze) Impostazione degli esseri umani e dei cavalli : sembrano quasi solidi Attenzione per il copricapo del personaggio: rralizzato come se fosse un solido Disarcionamento di Bernardino della Ciarda – Firenze (era il pannello centrale) Il reticolo delle lance (prospettico) appare come un pavimento dei rilievi di Donatello Presenta un paesaggio fantasioso con molti trutti e animali che scrorrazzano Tono e osservazione: attenzione per il descrittivo che però fa cortocircuito con l’adesione molto convinta alla cultura della prospettiva !! Molti disegni prospettici di solidi girati nello spazio Vi è una tendenza post-masaccio ANDREA DEL CASTAGNO Abile nei rilievi e gran disegnatore, famoso per portare all’estremo la sfida prospettica Trinità e santi. Soggetto iconografico della trinità da lo spunto per la realizzazione così artificiosa : virtuosismo prospettico !! secondo Giorgio Vasari i virtuosismi prospettici, quindi gli eccessi di prospettiva sono forzati, troppo. “ è come se si andasse in una strada a vicolo cieco” BEATO ANGELICO (1395 – 1455) Ebbe una prima formazione da miniatore e poi studio principalemte sulle formelle di Donatello. Attenzione particolare per le luci e per il colore : esempio perfetto “Incoronazione della Vergine” ora conservata al Louvre ( è una pala d’altare a spazio unificato) – ora il suo stato di conservazione è molto basso perché è “spellata” – ha subito inoltre un restauro violento Il punto di vista è quello dello spettatore, la scena si svolge in alto – i colori sono intensi e squillanti come si può vedere nella scala e negli abiti È una pala di fortissima luminosità , vi è un’attenzione per il colore – la luce è come se dovesse inondare la scena. La Predella: La pala è dotata di predella con i Miracoli di san Domenico e, al centro, la Resurrezione di Cristo. Gli episodi, ricchissimi di spunti narrativi, si susseguono ordinati dalle cadenze delle architetture, che determinano un magistrale ritmo di pieni e vuoti, di interni ed esterni, di prospettiva spaziale e luminosa. “incoronazione della Vergine” 1434-1435 È una pala molto celebrata fino al ‘500 Nel 1814 viene prensentata alla mostra di apertura delle sale di arte medievali del Louvre, colpisce molto il colore, e si intuisce una strada nuova rispetto a Masaccio “Deposizione della croce” 1432-1434 ora conservata a Firenze al Museo Nazionale di San Marco. Commissionata da Palla Strozzi, è un’opera che doveva essere collocata vicino a quella di Gentile da Fabriano – opera consegnata nel 1432 !! cornice abitata e cuspidata \ toni luminosi della pittura vengono ulteriormene accesi dall’oro della cornice tutto ottenuto con il gioco di luci e ombre La scena del Cristo deposto dalla croce si svolge tutta in primo piano e vi si trova una delle caratteristiche più tipiche dell'Angelico: l'uso di colori limpidi, luminosi e brillanti, accordati in una delicata armonia tonale Il suolo è coperto da una fitta serie di pianticelle descritte nei minimi particolari, che alludono alla primavera, intesa sia come periodo storico in cui si svolse la scena, sia come simbolo di rinascita. Il paesaggio dietro è molto accurato Novità: atteggiamento nuovo per la luce e il colore 1990: Luciano Bellosi mostra “pittura di luce” in Toscana DOMENICO VENEZIANO Nasce intorno al 1400 - Si sa molto molto poco della sua vita e sono rimaste soltanto poche delle sue opere, eseguì molti affreschi importanti ( lo sappiamo dalle fonti) ora sono perduti. Affreschi di Sant’Egidio (1439-1445) : nel 1439 gli venne affidata la decorazione della chiesa di Sant'Egidio con un ciclo di affreschi sulle Storie di Maria, opera a cui parteciparono anche artisti come Piero della Francesca, Andrea del Castagno e Alesso Baldovinetti. Dello stesso periodo abbiamo “tondo con adorazione dei magi” 1440 ora contenuto a Berlino, e “pala di Santa Lucia” 1445 ora conservata agli Uffizzi. Sono due opere che ci testimoniano bene le due strade della pittura fiorentina in diverse versioni del tema. Tondo con Adorazione dei Magi, ha un’impostazione di formato circolare per sottolienare la prospettiva, il punto di vista è molto lontano. È un paesaggio di lungo respiro, fatto di colline e animali, il cielo è tagliato da uccelli in volo. È una della prime vedite en plain air della pianura toscana, è evidente anche il contatto con i fiamminghi. Dato di costume: i copricapi orientali del corteo – a Firenze in quel tempo vi era il concilio delle chiede di Romma e di Bisanzio – quindi molti orientali passarono di li e questo influì sulla cultura. Ed è per questo un dipinto della cultura dell’epoca ( anche un’po orientale) Pala di Santa Lucia - 1445 È una tempera su tavola ora conservata agli Uffizzi. L'opera è uno degli esempi più antichi pervenutici di tabula quadrata et sine civoriis, come suggeriva Brunelleschi, cioè di pala moderna senza gli scomparti e senza il fondo oro tipico dei polittici medievali. Rappresenta una sacra conversazione – vi è la madonna con bambino più i santi disposti uno per parte. L’ambientazione, con i tre archi a sensto acuto ricorda la tradizionale composizione a scomparti, anche se si tratta di una suggestione. In alto sono posizonati i personaggi sacri sopraelevati da tre scalini che li separano – la prospettiva è molto sottolineata La novità sta nel colore e nelle luci, è come se ci fosse il loggiato aperto È una pala molto rovinata Si possono confrotnare i colori usati per questa pala con i colori adoperati da Beato Angelico Ombre: luce che inonda la loggia e la scena è un’idea nuova !! luce come osservazione della realtà !! Idea di ficure collocate in uno spazio, in una scenografia architettonica – allusione allo spazio di chi guarda, ottenuto tramite artifici: come il gradino. PIERO DELLA FRANCESCA Nasce nel 1410 circa, facciamo molta fatica a ricostruire la sua formazione, ma sappiamo che nel 1435-1440 va a Firenze, si forma sulle traccie di Masaccio e insieme dalle fonti sappiamo che collaborò in cantieri insieme a Domenico Veneziano. Battesimo di Cristo – la datazine è incerta lo si puo collocare all’inizio degli anni’40, oggi è collocato alla National Gallery di Londra È il solo rimasto fino ai giorni nostri, faceba parte di un grande polittico Il suo stato di conservazione non è dei migliori: infatti è una pala molto spellata, e i colori sono alterati, son diventati quasi più saturi. Questo dipinto rilfette perfettamente le esperienze di Piero della Francesca. Lo sfondo è composto da un paesaggio collinare: invenzione del riverbero( riflesso di luce abbagliante) riflesso nel fiume Processo di selezione a Firenze si ispira alle sculture contemporanee (come quelle di Luca della Robbia) : i tre angeli che si tengono per mano ricordano quelli di Luca della Robbia. Rapporto tra scenogtafia e paesaggio . battesimo di cristo Polittico della misericordia – Opera commissionata dalla Confraternita della Misericordia, ha un esecuzione lunghissima di circa 20 anni. È un insieme di 15 tavole (cinque grandi pannelli, una predella e undici tavolette) , quindi ne viente fuori un polittico complesso. Lo sfondo è dorato come richiesto dalla confraternita L’astratto fondo oro sottolinea ancora di più la concretezza volumetrica delle figure e ne evidenzia la severa solennità. La capacità prospettica e l’uso delle luci e delle ombre che sembrano disegnare i volti è un qualcosa di nuovo. È l’opera che più riassume i tratti esseniali della pittura di Piero della Francesca. ! la crocefissione richiama quella del Masaccio dipinta nel polittico di Pisa I volti presentano gia in se dei tratti della pittura fiamminga Nel 1450 Piero della Franceca si sposta, e viaggia molto, si fermerà in luoghi importani per la pittura. Per capire l’artista infatti dobbiamo sempre vedere i luoghi in cui si è fermato Urbinno sarà molto importante per Piero della Francesca storia dell’arte dal punto di vista dei luoghi Soggiorno di P.d.Francesca a Rimini , chiamato da Sigismondo Malatesta A Rimini lavora Leon Battista Alberti che fonda un’architettura nasata sul ritorno dell’antico con l’aggiunta di un sapore moderno : esempio perfetto è il tempio Malatestiano: faccianta antica sormontata da una cupola romana, tutt’oggi è incompleto. La facciata si prenseta a noi come bianca e policromatica con molte nicchie. Piero della Francesca prenderà nelle sue opere questa nuova architettura come possiamo vedere nella Flagellazione di cristo o nella Pala di Brera 4\3 fortuna dell’antico Piero della francesca è un grande protagonista sia per la forza della sua pittura che perché è un artista itinerante.La sua influenza sulla pittura successiva sarà enorme su tutto il centro italia e la pittura veneziana e milanese. Le pale d’altare sono un genere in cui si misura bene in questi anni l’evoluzione della pittura perché implicano un spazio unitario e condiviso che si deve combinare con una rappresentazione razionale ed equilibrata. Si mette in una comunicazione nuova i personaggi rappresentati. Madonna pala per la pala della misericordia: volto distaccato, potenza tridimensionale e luministica, la figura sacra sembra su un piano non umano. Dettagli molto realistici, come i membri della misericordia inginocchiati sotto il mantello della madonna. Intensità dei colori, ombre luminose e molti dettagli dei volti. La giustapposizione del colore non prevede l’uso di una linea di contorno _ Dopo gli impegni fiorentini Piero si sposta moltissimo in varie regioni e località (Emilia, Romagna, Marche, Rimini, Urbino). Eseguì importanti affreschi a Ferrara oggi perduti, così come quelli di Roma. Viene chiamato nel 1451 a Rimini da Sigismondo Malatesta che in quegli anni si circonda di artisti, pittori, architetti, letterati importanti e gli commissiona degli affreschi nel tempio malatestiano. Conservazione di alcuni dettagli delle figure, ma molto rovinati (Sigismondo vicino a Malachia Malatesta); sottolineati i capitelli e le ghirlande, scena collocata su un pavimento prospettico con motivo geometrico, presenza due cani bianco e nero. Ben conservati i volti e i dettagli delle mani. Forti lacune di colore nello sfondo. Il soggiorno riminese Ritratto di Sigismondo Malatesta (Parigi, Louvre, 1451): rifiuto della linea di contorno, campiture cromatiche su sfondo totalmente scuro, cura nei volumi e luci/ombre, posizione scelta è di profilo, un modello ormai entrato nella rappresentazione delle corti quattrocentesche per l’esibito richiamo a un modello antico. Piero però lo risolve con una soluzione fortemente realistica del volto e delle luci. A Rimini incontra Leon Battista Alberti architetto importante a cui nel 1450 viene commissionato il progetto del tempio malatestiano. Il progetto rimase interrotto per la morte di Sigismondo. Flagellazione di Cristo (Urbino – galleria nazionale, dopo il 1451): sappiamo che proveniva dalla sagrestia della cattedrale di Urbino. Si nota l’influenza dell’architettura di Alberti. Una parte della scena, la flagellazione, è perfettamente leggibile, la parte destra invece ha dato luogo a varie ipotesi: una voleva che fossero rappresentati i committenti, un’altra la interpreta come una scena altra rispetto alla flagellazione, la consegna di Barabba da parte di un dignitario romano ad un ebreo. Il contatto con la Rimini di Alberti si nota qui per la scelta di una luminosità molto chiara, i personaggi sono resi con una volumetria dei volti e delle posizioni plastiche, attenzione per la resa degli abiti. Affreschi leggenda della vera croce – chiesa di S. Francesco ad Arezzo (datazione da 1452 a seconda metà anni ’50): è uno dei pochissimi affreschi di grandi dimensioni di Piero. La commissione non viene fatta subito a Piero, che subentra ad un pittore chiamato Bici di Lorenzo a cui furono affidati in prima battuta gli affreschi. L’iconografia è molto tradizionale: rappresentano la leggenda della croce (testo redatto da Iacopo da Varagine intitolato Leggenda aurea è un romando duecentesco a tema sacro, racconta la storia del legno della croce di Cristo, che comincia dalla morte di Adamo e ha molti episodi avventurosi). La chiesa ha un’architettura gotica a dominante verticale (soluzione non molto aggiornata sugli spazi del 400). La soluzione di Piero è di tripartire lo spazio in 3 grossi rettangoli, con le storie che si vanno a collocare nei pennacchi e nelle nicchie della parte alta. Gli episodi si distendono quasi come narrazione unitaria. I tempi di esecuzione e la cronologia denota un’esecuzione dell’alto verso il basso. Inizia con la morte di Adamo con alle spalle Eva e il figlio Seth. Il secondo e terzo episodio riguardano 2 scene compresenti in uno spazio unitario, l’adorazione della croce da parte della regina di Saba (lo vede in un ponte) e l’incontro tra la regina di Saba e Salomone. ! La differenza tra le due scene è ben definita, una scena è all’esterno e una in un interno architettonico albertiano all’antica con uso marmi policromi in fondo. Sono scene coloratissime con attenzione per la descrizione di luce, colori, resa tridimensionale delle figure. Attenzione e divertimento nella resa degli abiti esotici autorizzati dal soggetto iconografico, forte vivacità cromatica. Altro episodio: sollevamento della croce per ordine di Salomone per essere seppellita. Questo dà a Piero lo spunto per una descrizione di fatica quotidiana con lo sforzo degli operai, le calze scese, la veste spostata. Annunciazione: importanza del tono luminoso. La scena è collocata sotto un loggiato diviso da una colonna in mezzo con decorazione policroma nello sfondo e nella parte superiore (la finestra rimanda ad un vano interno). Ritrovamento e prova della vera croce: Elena ritrova le tre croci e per riconoscere quella sacra la prova su un cadavere che viene resuscitato. !Presenza abiti e copricapi esotici, marmi policromi e screziati, rappresentazione architettonica di una città con echi masacceschi e fiorentini importanti. A lato della scena vi è uno scorcio paesaggistico sui campi arati e le colline. Tortura dell’ebreo: Elena ritiene che l’ebreo Giuda sappia dov’è nascosta la vera croce e lo fa torturare finché non lo rivela. Viene calato nel pozzo con una carrucola. Luce chiara nei vestiti e nel paesaggio esterno. Sogno di Costantino: la rivelazione della croce gli avviene in sogno più l’annunciazione della vittoria su Massenzio, a patto che si converta. E’ un’occasione per la rappresentazione di un notturno, con i soldati addormentati, scena a mezza luce con illuminazione molto forte per essere una notte stellata. Battaglia di Costantino con Massenzio di Ponte Milvio: Costantino vince mostrando la vera croce -> scena di battaglia molto immobile ( diversa da paolo uccello). Vi sono personaggi a cavallo, personaggi feriti, grande descrizione di tipi umani con una forte varietas diperosne, stendardi, vestiti, colori, ecc. E’ l’ultima scena della leggenda, con l’episodio finale della restituzione della croce a Gerusalemme -> rappresentata Gerusalemme sulla destra quasi completamente in ombra con la croce che viene restituita agli abitanti riconoscibili anche grazie ai costumi orientaleggianti. E’ rimasto un frammento della risurrezione di san sepolcro (Museo Civico): il restauro ha restituito una diversa leggibilità dell’affresco, con recupero di quasi tutte le parti. Scena che si intravede attraverso due colonne che aprono su un paesaggio esterno essenziale, con resurrezione di cristo che esce trionfante dal sepolcro e i soldati addormentati ai suoi piedi. Polittico di Sant’Antonio (1465-1468, Perugia): commissionato dalle suore del convento di Sant’Antonio a Perugia. Vi è una serie di scelte non molto aggiornate -> fondo dorato a cui Piero cerca di rispondere trattandolo come una tappezzeria. Il soggetto è sempre una sacra conversazione con la vergine e il bambino in trono, i santi ai lati in un piano ribassato. Nello stesso tempo le divisioni del polittico sono accennate dalla cornice, a simulare quasi delle nicchie in cui si collocano i diversi personaggi. Importante è ‘invenzione di aureole tridimensionali, in prospettiva e che sembrano specchi (il velo della madonna si riflette). Impressionante è la cimasa (cuspide), che accompagnava la predella della parte bassa. Forte sbilanciamento di dimensione rispetto alla parte centrale. Non vi è il fondo d’oro e Piero può dispiegare l’impostazione prospettica -> serie di arcate all’esterno con le ombre prodotte dalla luce che batte di lato. Vi è spazio per un accenno di paesaggio sulla sinistra. Attenzione per luce, ombre, colori realistici, peso delle figure, articolazione panneggi che creano punti di luci e ombre, aureole pensate come dischi luminosi e riflettenti. _ Soggiorno a Urbino (1470-1482): viene chiamato da Federico di Montefeltro, che aveva una corte importante e un passione per pittura fiamminga e arte rinascimentale, nonché di studi di ottica e matematica. Ha una cultura molto scientifica ed è un grande collezionista di manoscritti rari. Baldassarre Castiglione ambienta proprio presso la corte di Urbino ‘il Cortegiano’, un testo di teoria ed estetica della letteratura rinascimentale (1528), ambientato tutto alla corte dei Montefeltro. Doppio ritratto di federico e Battista Sforza (Firenze, Uffizi): componente nuova del suo linguaggio, un certo dialogo molto sottile e raffinato con la pittura fiamminga. La cornice doveva essere in origine più sottile, specialmente nella zona di separazione dei due sposi. Forte resa fisiognomica delle due figure e paesaggio che si apre sullo sfondo, ispirato da influenze fiamminghe, che rappresenta i possedimenti dei Montefeltro e che è inteso come concezione unitaria tra i due ritratti. Nel retro vi sono alcune vittorie militari dei Montefeltro con un’iscrizione su modello delle epigrafi latine. E’ ben presente il modello antico, seppur mimetizzato dalla scelta del paesaggio e dell’impostazione luminosa. Federico da Montefeltro, verso l’ottavo decennio del 500, fa realizzare uno studiolo, il primo e più completo del primo rinascimento, arrivato ancora relativamente intatto. Alla base vi è un complesso programma iconografico e una resa nuova e inedita: presenta di tarsie lignee (dipinti fatti con il legno, con accostamento di legni diversi) di Giuliano da Maiano. Forte effetto illusionistico (es. scaffali, loggiato con scoiattolo, nicchie con figure di santi o libri, clessidre) -> decorazione fortemente cromatica e illusionistica. Le tarsie adornavano o piccoli ambienti o cori delle chiese. L’incontro con questa cultura urbinate impregnata di cultura fiamminga spinge la ricerca di Piero a una sottigliezza luministica e cromatica ancora più elevata. Madonna di Senigallia (Urbino, galleria nazionale delle Marche, 1470-1485): attenzione all’illuminazione del dipinto e alla rappresentazione della luce -> velo sottilissimo della madonna con luce che batte sopra e perle e gioielli che la riflettono. Nella parte sinistra della pala la luce filtra attraverso i vetri della finestra e disegna la sua proiezione sul muro. Sembrano codici rappresentativi della pittura fiamminga. Nella parte detro vi è una scansia con scaffali decorata all’antica (colonna che si intravede) + cesta in cui è accartocciato un panneggio bianco su cui la luce batte. Luce anche sui colori molto chiari degli abiti degli angeli e della madonna. Pala di Brera (Brera, 1472) è una sacra conversazione con al centro madonna con bambino secondo un codice iconografico diverso dagli altri, non raro il bambino è addormentato (prefigurazione della morte e della passione di cristo). La madonna è su un trono sopraelevato, a destra e sinistra una serie di angeli e santi, inginocchiato in primo piano vi è Federico da Montefeltro. Fu dipinta per la chiesa di S Bernardino a Urbino, collocata sull’Altare di Francesco di Giorgio che doveva essere il mausoleo di Federico. Rappresentazione della nicchia principale dietro, con l’uovo (simbolo nascita del redentore ed dell’erede di Montefeltro) che divide a metà la rappresentazione, la luce illumina la volta, presenza marmi policromi sullo sfondo. Probabilmente fu commissionata in occasione della nascita dell’erede Guidobaldo (1472). Questa indagine si vede anche nel dettaglio dell’armatura di Federico, su cui batte la luce e che diventa una superficie riflettente (indagine che coinvolge non solo i volti e i dettagli come i diademi e le perle degli angeli, ma anche l’armatura). Non si hanno notizie della cornice del dipinto, che doveva avere una finalità di potenziamento architettonico. Piero in questi anni è sulla base delle suggestioni della corte di Urbino, umanistica ma anche matematica -> diventa teorico e scrive due trattati di prospettiva, il “Prospectiva pingendi” e il “De Corporibus Regolaribus”. Una parte delle teorie prospettiche di Piero sono tradotte nel De Divina Proporzione di Luca Pacioli (1509), un traduttore di Euclide e amico personale di Piero. Ritratto di Luca Pacioli: è un omaggio a Pacioli con riferimenti a Euclide e un frontespizio del De Divina Proporzione. E’ attribuito a Jacopo de Barbari (Napoli, Museo nazionale di Capo di Monte) Conseguenze importanti degli studi di Piero: Città ideale: eseguita sotto controllo diretto di Piero, concepita come un teorema prospettico. Proveniva dalla sagrestia della Chiesa di Santa Chiara ad Urbino, edifici caratterizzati dall’incidenza luminosa sulle facciate che disegna le ombre Cristoforus de Lendinara – 1477 – tarsia: i Lendinara erano due fratelli che realizzano importanti stalli di cori (es. a Padova, oggi perduti, a Modena). Figura di un santo con aureola in prospettiva e libro che sporge dalla nicchia -> derivazione da Piero insieme alla soluzione prospettica e illusionistica con idea delle ante che si aprono. Legame sytretto tra Piero e i fratelli, forse attraverso uno scambio di disegni e cartoni con diritto di riproduzione illimitato. I due intarsiatori stano dietro alle sue invenzioni e contribuiscono alla loro diffusioone non solo in ambito della pittura, ma anche in uno più artigianale e decorativo come la tarsia lignea. 11\3 IL RITRATTO Nella cultura cortese il ritratto ha un'importanza particolare: legami familiari successi di imprese esaltazione del potere del signore Ritratto di Lionello D’Este inizio anni 1440 impostazione di profilo, riprende il modello antico delle medaglie e monete romane più conosciute dagli artisti. Sul recupero del modello antico Pisanello gioca una partita ‘’doppia’’ interpretazione del ritratto con influenze accentuate di cultura tardo gotica nella resa dei materiali e stoffe di borchie d'oro in rilievo leggero e nello sfondo decorativo e floreale impostazione di profilo anche nel recupero dell'antichità di medaglie celebrative, avevano una grande fortuna nelle corti soprattutto italiane. Abbiamo visto come il modello di profilo possa ibridarsi con influenze fiamminghe, il doppio ritratto all'esterno, ‘’en plein aire’’ territorio di Urbino di cui i Montefeltro erano signori ed il verso era dedicato ai suoi trionfi. Ritratto a mezzo Busto di Domenico Ghirlandaio di Giovanna Tornabuoni esponente di una delle più ricche famiglie fiorentine, oggi a Madrid. Ghirlandaio fa una serie di ritratti dedicati a personaggi di Firenze importanti, tra cui questo. Il ritratto è concepito con la donna di profilo dietro una nicchia e scaffali su cui pochi oggetti selezionati, spilla, perle, libro collana di corallo e cartiglio con iscrizione e data 1488 interpretata sia come data di esecuzione o più probabilmente data di morte di Giovanna, un ritratto che non solo ha la funzione di ritratto ma in qualche modo di tramandare il ricordo di lei. Il cartiglio che Domenico Ghirlandaio dipinge recita versi del poeta latino Marziale che lui prende e adatta, si può tradurre ‘’arte se tu potessi rappresentare il carattere e l'animo non ci sarebbe allora sulla terra un ritratto più bello’’ i letterati rivendicano con forza il primato della parole su quello dell'immagine, il ritratto quindi non poteva rappresentare l'animo, solo l'esteriorità. Leon Battista Alberti, de Pictura ‘’tiene in sé la pittura forza divina non solo quanto si dice dell'amicizia, quale fa gli uomini assenti essere presenti…’’ Confronto tra ritratto poetico e ritratto dipinto acquista funzione di vero e proprio dibattito non esplicito, ma lo seguiamo nelle fonti bene. Uno degli artisti a dedicare pensiero con toni polemici è Leonardo Da Vinci nel ‘’trattato della pittura’’ pubblicato solo nel 1600 una serie di appunti e riflessioni che furono ordinati dopo la sua morte, egli dedica molte riflessioni, alcune polemiche al confronto tra la forza della rappresentazione visiva e l'ambito poetico, evidenziando: che c'era bisogno di difendere la forza della rappresentazione visiva la rappresentazione visiva non era così serenamente accettata dalla parte letteraria Leonardo afferma che la rappresentazione visiva è universale, le lingue non sono universali ed hanno bisogno di traduzione, il linguaggio visivo è comprensibile e universale. Idea che sviluppa in altre riflessioni. Il pittore deve saper: rappresentazione fisica dell’uomo, che è facile dopo anni di studi anatomici e prospettici concetto della mente sua, l’interiorità. La pittura è muta quindi è molto difficile, bisogna sottolineare gesti e movimenti. Il linguaggio dei segni deve essere imparato dai muti che li usano meglio di tutti gli altri. Leonardo si forma a Firenze, una Firenze prospettica e umanistica si trova in un ambiente culturale poi a Milano, in cui la pittura non ha riconoscimento alto. Forse grazie a queste ‘’provocazioni’’ inizia a mettere su carta una serie di riflessioni. L'idea di confronto tra poesia e pittura che nel 1400-1500 viene chiamato ‘’paragone’’, uno di tanti ragionamenti lo dedica al ritratto, sempre dal suo trattato: ‘’Tolgasi un poeta che descriva le bellezze d'una donna al suo innamorato e togliasi un pittore che la figuri: vedrassi dove la natura volerà più il giudicato re innamorato’’ se mettiamo a confronto un poeta che descrive la bellezza di una donna ed un pittore che la rappresenta si vedrà chi dei due ritratti avrà più effetto sul suo innamorato, efficacia ideologica sentimentale di fronte al ritratto dipinto e sul filo di questo Leonardo fa un esempio estremo, dicendo che ci si può innamorare di un dipinto senza che la figura in esso sia viva. Suppone quindi che il ritratto dipinto suscita molte più emozioni rispetto ad un ritratto scritto. I ritratti di Leonardo non furono molti ma furono significativi, da un ritratto di impostazione 1400 ad un ritratto moderno. Ritratto di Ginevra De Medici Nobildonna fiorentina 1480 circa, oggi conservato alla National Gallery di Washington, probabilmente venne tagliato (cioè ne vediamo oggi solo una parte), dagli studi a noi arrivati si presuppone che doveva avere delle mani intrecciate e incrociate. Questo ritratto non è lontano da quello del Ghirlandaio. Possiamo fare un confronto con il ritratto scultoreo del Verrocchio, Leonardo successivamente fece una serie fortunata dedicato ad una donna non identificata chiamata ‘’la donna col mazzolino’’ datato circa 1475, il confronto è evidente per alcune caratteristiche marcate: Stessa acconciatura Vestito stesso Posizione delle mani della scultura ci dice qualcosa su come dovevano essere le mani del ritratto. Viso simile Resa della luce sul volto Il nome Ginevra rimanda al ginepro rappresentato sullo sfondo del ritratto di Leonardo, un vero cespuglio rappresentato in maniera naturalistica con idea di controluce data da una doppia illuminazione, una che illumina il paesaggio nello sfondo da lontano ed una che illumina direttamente il volto. Posizione tre quarti leggermente, ritratto en plein air, all'aperto. Tridimensionalità resa attraverso uno studio della luce e del colore. È un’opera molto ben conservata. Leonardo ha reso l’incarnato quasi tridimensionale grazie ai giochi di luce Dopo il trasferimento a Milano Leonardo continua a produrre ritratti. Ritratto di un musico, (datazione stimata verso la metà degli anni ’80) 1485, ora conservato a Milano Vi è l’ipotesi sull'identificazione precisa, uno dei musicisti della corte milanese, impostato in maniera molto diversa. Ci sono una serie di elementi che ci fanno capire che è un musico: ha un foglio con pentagramma e dall'espressione assorta, concentrata in qualche modo. Non ha rapporti diretti con chi lo guarda, con lo spettatore, è una posizione molto accentuata di tre quarti. Il fondo è completamente nero, scuro e l'illuminazione è diretta, frontale che aveva la funzione di potenziare la tridimensionalità del volto, ma naturalmente questa maturazione mentale di Leonardo nelle sue sperimentazioni sul ritratto avviene anche grazie al contatto con le novità di Milano rispetto alla cultura fiorentina. Egli studia in maniera diretta i ritratti di Antonello da Messina, presenti in quantità maggiore, cultura fiamminga che apprende a Napoli, la sua messa a contatto con la cultura prospettica italiana, è anche un protagonista della storia del ritratto: Il ritratto di uomo- Antonello da Messina ora conservato a Londra nella National Gallery. (si è tentato un nero su nero) Lo sguardo è rivolto allo spettatore, vi è la resa della barba cresciuta, ha uno sguardo estremamente deciso, il volto in qualche modo duro e scavato, ha dei bellissimi occhi azzurri, indossa una serie di abiti a cui è stata rivolta una serie di attenzioni : la mantella di colore nero meno evidente in cui ora compare la preparazione rossastra, il collarino bianco che sporge da sotto e la berretta rossa di feltro o panneggio comunque pesante. Antonello da Messina declina il grande modello fiammingo sperimentato decenni prima da Van Eyck e altri pittori fiamminghi (Ritratto di uomo con turbante rosso 1433) Tutti i ritratti di Antonello da Messina sono stati realizzati dal 1473 al 1474 Ritratto d’uomo- Antonello da Messina – 1476 espressione estremamente simile, idea del cartiglio e ceralacca con cui viene fissato il foglio, artificio illusionistico. Forte caratterizzazione fisiognomica, sopracciglia scompigliate, accenno di barba che cresce, grande attenzione per gli abiti. Il ritratto di giovane 1474 circa ora conservato a Philadelphia Ha un’impostazione di profondità prospettica con supporto ligneo davanti alla figura. Il nero dell'abito, da cui sporge la camicia bianca ed un altro piccolo indumento azzurro sotto la fibbia che chiudeva il mantello si rivolge un’attenzione particolare nella resa dell'abbigliamento. È ragazzo giovane un po’ goffo nella sua espressione, lo sguardo è rivolto allo spettatore, il ciuffo di capelli e sguardo indeterminato lo rendono con un atteggiamento sfidante, provocatorio Tutto questo viene studiato da Leonardo a Milano, ne deriva una serie di stimoli per Leonardo che guarda in maniera originale quei ritratti di Antonello da Messina prendendo alcune delle sue invenzioni per farle sue: Visione sottinsù idea di aumentare la capacità di riempire lo spazio e la prospettiva Chiaroscuro Dama con l'ermellino – 1488 Ritratto di Cecilia Gallerani amante di Ludovico Sforza, ritratta da giovanissima, qui Leonardo sperimenta un ritratto psicologico che non si limita a rappresentare solo le sembianze esterne ma ne vuole cogliere una reazione psicologica. Il fondo è scuro L’illuminazione è diretta, la luce reale che illumina il volto può essere simbolica allusione a Ludovico, l'amante - Molta attenzioni ai dettagli di moda - Il punto di vista in basso - La posizione è curiosa sembra che si stia voltando o si è appena voltata verso qualcosa di esterno rappresentato da un fascio di luce diretto che le provoca anche un mezzo sorriso. - L’ Animale ermellino è simbolo di purezza, lei sta accarezzando l'ermellino - L’idea di movimento è data dalla mano che sta compiendo l’azione di accarezzare l’ermellino - tensione fisica e quindi psicologica, mano in movimento che in qualche modo rappresenta il concetto della sua mente attraverso appunto il gesto della mano - Il ritratto introspettivo ha un ché di ‘’inquietante’’ per quel tempo In una lettera Isabella D’Este chiede di vedere questo ritratto, Cecilia scrive direttamente ad Isabella dimostrando un allontanamento forte da quel ritratto perchè ormai era passato molto tempo, non aveva più 13-15 anni. Affermando appunto di essere una persona completamente diversa, senza ovviemente nulla da togliere all'abilità di Leonardo. 1490-1494 La bel Fernier identificazione non certa, forse è Isabella D'aragona ma non abbiamo comunque certezze. Idea di Movimento e gioco psicologico con lo spettatore reso con una serie di elementi; - Spalle di tre quarti ed il volto più frontale come se fosse attirata da qualcosa o qualcuno che ha di fronte, collocazione della balaustra da cui si affaccia - Attenzione alla moda, simile alla Dama con l’ermellino - Attenzione per la luce che sagoma e modella il volto cercando di accentuare la tridimensionalità Leonardo, Trattato della pittura Sfondo scuro che potenzia la tridimensionalità del viso che diventa più potente ed in qualche modo più potente. Non abbandona l'idea di ritratto monumentale in Paesaggio en plein air La Monnalisa Ora è conservata al Louvre, realizzata sicuramente prima del 1506. - Torna alla tipologia di un ritratto a mezzo Busto inserito in un paesaggio, dove c'è tutta la sperimentazione pittorica. - Paesaggio soffuso in cui attraverso l'artificio di un leggero sottinsù aumenta l'impressione di monumentalità. - Taglio scelto appena sotto le mani, incrociate in questo caso l'impressione di Movimento e reazione psicologica attraverso un leggero sorriso. Lavoro sulla collocazione e sulla sistemazione della donna, seduta di tre quarti con un braccio appoggiato alla sedia e l'altra mano incrociata a quella. - Relazione forte con lo spettatore, idea di reazione a qualcosa che ha di fronte. viene capita da Vasari che descrive questo ritratto sottolineando sia la capacità realistica del volto sia quest'idea di intensità psicologica ‘’gli occhi avevano quei lustri e quelle aquitrine’’ superficie riflettente degli occhi, lumi negli occhi. Attenzione per i dettagli delle ciglia, i pori, il naso, i rossori, la bocca con la sua ‘’splenditura’’ i ritratti di Leonardo sono quelli che danno idea della persona viva. L'importanza di Leonardo nel ritratto è legata alla sua influenza soprattutto per i ritratti lasciati a Firenze. Disegno che deriva dalla Gioconda e ci permette di cogliere un elemento che oggi non vediamo nel dipinto conservato: le due colonne laterali che dovevano far parte del dipinto. Il disegno di Raffaello presero molto da Leonardo. ‘’Dittico Agnolo Doni e Maddalena’’ Ritratto individualizzato quello di Raffaello, entrambi i coniugi hanno un braccio appoggiato sullo stesso parapetto e dietro si apre un paesaggio omogeneo. Molto simile infatti alla Monnalisa. Ritratto ufficiale di stato, Giulio II- 1511 Oggi conservato alla National Gallery Londra, era stato lui (Giulio II) a chiamarlo per le stanze vaticane nel 1508 . ”Papa guerriero” che si inventa un'immagine di una Roma moderna, chiama a Roma Raffaello e Michelangelo, Bramante, per il rinnovamento della Roma Rinascimentale. Commissiona un ritratto a Raffaello, dove qua rinnova profondamente il ritratto papale che aveva una sua iconografia e tradizione precisa, usando in maniera originale, appuntita, una serie di novità degli anni precedenti: - idea di punto di vista caratterizzato che richiamava le abitudini e comportamenti contemporanei è qualcosa che Raffaello mette in azione in questo ritratto: si stava in piedi davanti al Papa. - Esposto in occasioni solenni, impressione ai fedeli di avere il Papa realmente attraverso un ritratto è uno dei meccanismi che Raffaello fa - agire Forte individualizzazione sia del punto di vista laterale dal basso verso il basso, sia dell'espressione nella sua verità fisica nella sua anche anzianità con messa a fuoco sulla sua rappresentazione Questo diventerà un codice nel ritratto dei Papi, si fanno ritrarre in questo modo. Ritratto di Gruppo con Papa Leone X oggi conservato agli Uffizi, 1518 pochi anni dopo. - Attenzione particolare alla Resa materica dei tessuti - Caratterizzazione architettonica nell'ombra, accennata per concentrare l'attenzione sui tre personaggi e sulle dinamiche del Papa e dei Cardinali nipoti accanto - Virtuosismo pittorico e realismo: luce della finestra che si riflette nel pomello dorato, libro di miniature, campanello d'argento e d'oro sul tavolo, la lente che sta usando per leggere meglio, il pelo che fa contrasto col Damasco bianco ed il velluto rosso della veste papale (Vasari richiama l'attenzione su questa serie di dettagli) Il ritratto dipinto avrà la meglio sul dibattito di ritratti pittorici e poetici. Ritratto di Baldassarre Castiglione 1516 circa letterato e poeta che conosciamo anche per il successo non ancora pubblicato ‘’il Cortegiano’’, commissiona lui il suo ritratto accompagnato da un carteggio tra il pittore e poeta, che non è un dato frivolo ma da attenzione dell'importanza che vuole dare alla sua rappresentazione. - Sfondo neutro, leggera ombra dietro che segnala un punto di luce esterno - Sguardo diretto nello spettatore, bellissimi occhi azzurri, - Vestito in maniera elegante con pelliccia grigia e Damasco nero da cui fuoriesce una camicia bianca ed un cappello di velluto in testa, come si vestiva un letterato di corte del tempo. Ritratto selezionato e selettivo dove questa idea di sobrietà è ottenuta con grande sofisticatezza. - Seduto col braccio appoggiato al bracciolo, mani incrociate davanti. -!!! Punto di vista altezza occhi dello spettatore come se fossimo seduti davanti a lui, allude al rapporto diretto tra Raffaello e Baldassarre che doveva trapelare dal dipinto, grande riflessione sulle arti figurative pensate in dialogo tra di loro non solo come genere ed opere ma anche nella personalità degli artisti che devono essere in grado di parlare di tutto con vita e vivacità. Concetto di ‘’sprezzatura’’ dare l'impressione della naturalezza e della vita. Primo ritratto dipinto protagonista di un’opera, un Elegia scritta in latino nel 1519, si immagina qui che Baldassarre lasci la moglie e il figlio piccolo per andare a Roma e lascia alla moglie il ritratto di Raffaello e lei loda il ritratto come se fosse suo marito lì con lei. I ritratti hanno un messaggio allusivo che è bene decifrare. Ritratto che raffigura due letterati Andrea Navagero e Agostino Beazzano oggi conservato a Roma. Prodotto intorno al 1516 prima della partenza di Andrea che lasciava gli amici a Roma per raggiungere Venezia. Sappiamo che questo finì nella collezione di un terzo amico umanista letterato, poeta Pietro Bembo uno dei più importanti uomini della cultura Umanistica. Amicizia intellettuale, scena che allude anche al terzo amico non raffigurato Pietro e a Raffaello che li dipinge, si crea una circolazione di messaggi e messa in scena di rapporti reali e non solo trasfigurati, anche qui l'idea di ritratto di gruppo letterario ha un grande successo, per quanto riguarda la composizione Raffaello sceglie un fondo sobrio, illuminazione diretta dei volti che guardano direttamente lo spettatore richiamando in questo dialogo muto. Un altro ritrattista è Tiziano che sceglie ancora un'altra chiave caratterizzata, mettendo in azione elementi che abbiamo già visto e interpretando i suoi ritratti con forza visiva e cromatica nuova e importante. Due ritratti giovanili : ‘’Ariosto’’ 1509 oggi a Londra National Gallery, a lungo identificato con Ariosto in questo giro di letterati poeti e pittori ma non ci sono certezze. Tiziano mette in scena una serie di artifici con naturalezza, idea di impostazione prospettica col parapetto, posizione di tre quarti caratterizzata a dare questo rilievo pittorico della manica grande di Blu intenso. ‘’La Schiavona’’ tra 1510 e 1512, Taglio basso si vede buona parte del corpo sotto la vita che sporge dalla balaustra di marmo con ritratto all'antica di profilo che doveva avere un significato di Celebrazione della famiglia. 12\3 LEONARDO DA VINCI Quella che Vasari definì ‘’la maniera moderna’’ ai primissimi anni del 1500 si determina un cambiamento stilistico e di invenzione, consapevolmente, negli artisti. Il primo artista moderno è Leonardo Da Vinci che con Raffaello e Michelangelo viene identificato l'iniziatore della modernità. Leonardo nasce nel 1452 a Firenze e morirà nel 1519, la sua modernità verrà riconosciuta da: Da parte di Paolo Goglio Giorgio Vasari che sulla base delle riflessioni precedenti, fa iniziare l'età moderna con la vita di Leonardo considerandolo quindi il primo artista appartenente ad un'altra stagione culturale e stilistica Documentato a Firenze nella bottega di Andrea Verrocchio a partire dalla metà del 1460 intorno ai 13-14 anni, molto giovane, con lungo periodo di formazione. Ci rimase una decina di anni fino al 1478, la sua scelta era sicuramente buona, una delle botteghe più attive dove un giovane poteva formarsi a Firenze, inoltre Verrocchio era un artista poliedrico era uno scultore, disegnatore, pittore, orafo… Molto prestigioso per le commissioni Medicee. Sappiamo poco, sappiamo che ci passarono artisti importanti come Botticelli. Una delle basi della formazione era tramite lo strumento del disegno che in questi anni prende piede a Firenze, dalle fonti è evidente un aumento esponenziale del numero dei disegni in questo periodo. Bassorilievo di Scipione della bottega del Verrocchio, a confronto col disegno di Leonardo Verrocchio, 1470-80 Battesimo di Cristo, oggi un'opera rovinata, Vasari mise a confronto la durezza a spigolosità di Cristo e Battista rispetto alle teste dei due angeli con il profilo perduto, raccogliendo testimonianze fiorentine e dice che si vede la collaborazione con Leonardo. La prima opera autonoma di Leonardo è L'annunciazione datata all’inizio degli anni 1472-73 forse dipinta per la chiesa di San Bartolomeo ad Uliveto. Il Basamento del leggio della Madonna ha una serie di decorazioni che non è distante dai suoi disegni giovanili eseguiti in bottega Verrocchio. Formato orizzontale e probabilmente doveva essere pensato per una visione laterale. Elementi nuovi: La morbidezza del Volto della Madonna L’ampiezza del panneggio della veste della Madonna, ben condotta la forma delle gambe sottostante La luce dello sfondo in controluce verso gli alberi sullo sfondo È una scena sacra ambientata all'esterno, si svolge interamente all'aperto con una riflessione sulla compenetrazione e sul dialogo, sul rapporto delle figure ed il paesaggio sullo sfondo con dimostrazione di studio attento delle luci Leonardo si dedicava al disegno in modo furioso soprattutto a disegni di anatomia e di panneggi, difficili da datare oggi. E su questo suo nuovo modo di studiare le pieghe dei panneggi si sofferma molto Vasari ‘’studiò assai il naturale’’ descrivendo manichini vestiti di garze imbevute di gesso così da poter studiare l'incidenza della luce e delle ombre sui modelli dal vero. Di tutta l'esperienza per il disegno, Leonardo dedicherà attenzione allo ‘’schizzo’’ e all’abbozzo, l’idea di disegno progettuale ed inventivo, per provare diverse soluzioni di una composizione. È qualcosa di completamente nuovo, proprio per questo cambia la tecnica: sperimentando il disegno a penna acquerello, il disegno quindi come progetto. Leonardo ci scrive nel suo trattato della Pittura continuo confronto tra la diversità degli strumenti e nel riflettere sul disegno veloce che consente un movimento mentale per l'invenzione della scena che poi sarà definito in una seconda fase. Cambia il rapporto tra invenzione e realizzazione, ci è testimoniato da lui stesso nel suo trattato, questo spinge Leonardo ad un'attenzione per i fenomeni naturali e luminosi come le nuvole. Adorazione dei Magi, oggi conservata agli Uffizi tra 1481-1482 commissionato da un Convento canonico agostiniano di San Donato a Scopeto. Opera ad uno stato non finito, restauro finito di questi tempi con un recupero impressionante. Le reazioni psicologiche dei personaggi di fronte alla rivelazione della presenza di Cristo sulla terra, sono protagonisti in quest'opera. Impostazione rigorosamente prospettica con al centro la Madonna col Bambino, intorno i Magi inginocchiati, con un movimento ondulatorio dato da una serie di personaggi impegnati in una gestualità molto forte, come se la percezione dell'annuncio appunto della presenza di Cristo determinasse questo tipo di reazioni. Sullo sfondo una serie di rovine, significato del crollo dell'era antica e l’inizio di una nuova era, molto evidente un altro punto su cui Leonardo si soffermerà molto su cosa deve rappresentare un pittore: L'uomo con una resa fisica data da studi anatomici Il concetto della mente sua, quindi rappresentando le emozioni Il restauro ha evidenziato un misto di tempera ed olio, che doveva costituire la base poi per la seconda fase di copertura attraverso i colori. Monocromi grigi, blu, che segnalano dove vanno a battere punti di luce ed ombre, opera non lontanissima dagli studi di panneggio. Disegno preparatorio dell’Adorazione dei Magi ci testimonia differenze notevoli, l'idea iniziale è una composizione dove l'ambientazione architettonica è molto più forte ed invadente rispetto a quello che sarà l'esecuzione finale, il disegno dà anche ragione dell'impianto prospettico che domina tutta la composizione. Lo studio prospettico architettonico con indicazione del punto di fuga da cui son tirate tutte le linee che disegnano il pavimento e la scatola architettonica complessa. In quel momento a Firenze c'era una cultura neoplatonica, a Milano invece c'era una cultura eclettica scientifica che era più vicina ai suoi interessi. Leonardo va a Milano con approvazione di Lorenzo De’ Medici, e scrisse una lettera di presentazione a Ludovico il Moro della famiglia Sforza. Non è una lingua colta la sua ed è molto evidente, lui consapevole studioso scientifico che non si avvicina molto alla poesia e letteratura. Dice nella lettera che sa fare strumenti bellici, conosce argini, altezze usare l'ufficio delle bombarde, competenza quindi di ingegneria militare, una competenza ai tempi importante. Si propone anche come architetto ed ingegnere idraulico. Parte minore la presentazione come artista, si presenta come un personaggio eclettico. Ma Leonardo continuerà a dipingere e la sua concezione pittorica subirà un cambiamento evidente e questo lo vediamo nel Cenacolo per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie che dipinge tra il 1424-27 a Milano. Opera che secondo i contemporanei e Vasari, apre la strada alla cosiddetta ‘’Maniera Moderna’’ ma nel 1550 l'opera è già in rovina, la precoce degradazione dell'affresco è data dall'umidità della parete priva di fondamenta, e la tecnica usata da Leonardo che non sceglie l'affresco vero e proprio ma una tempera su muro con la presenza di olio e diverse preparazioni, l’ultimo restauro ha dato una lettura precisa della tecnica usata. La parete al fondo dello spazio usato come refettorio, soggetto comune dell'ultima cena come decorazione, viene pensato però come un prolungamento e sfondamento dello spazio reale (Trompe l'oeil) sui lati c'erano arazzi con motivi complessi floreali, che decoravano la sala. Cenacolo Domenico Ghirlandaio, cena che si svolge in ambiente esterno, gli apostoli sono ai lati di Cristo, Giuda davanti, a differenza di quella di Leonardo. Nel Cenacolo di Leonardo c'è un'impressione di Movimento del tutto nuova, Leonardo sceglie di rappresentare l'annuncio del tradimento imminente di uno di loro e quindi lo scatenamento delle reazioni emotive e psicologiche da parte degli apostoli (divisi a gruppi di tre nuclei di movimento e posizione) sono protagoniste. dettaglio del Cenacolo di Leonardo L'opera è molto degradata, mancano in molti punti pezzi di colore, le lacune sono tantissime, il colore tende a cadere e non essere fissato. Nel momento in cui ci si accinge al restauro bisogna togliere i restauri precedenti (ne furono molti) e dare una leggibilità dell'opera, quella migliore . Non è stato per il Cenacolo un'operazione facile, è durata 20 anni di lavoro quotidiano fatto col ‘’micro bisturi’’ perché non si poteva in nessun modo togliere lo sporco senza il rischio che il colore si staccasse. Un problema è stato come risolvere la leggibilità del colore e si decide di fare velature di colore su tono (non nella regola normale del tempo). Brambilla Barcilon è la restauratrice che ha scritto un libro ‘’la mia vita con leonardo’’ in cui lei racconta che sforzo significò per lei anche mentale di dialogo con Leonardo Da Vinci, passare tutte le ore della giornata col bisturi senza saperlo leggere più, ci sono dei passi bellissimi. Sappiamo definire la corposità del colore originario lo sappiamo dalla parte decorativa alta di ghirlande che furono toccate meno e conservate maggiormente. Si vede una corposità di foglie e frutti dove si intravede un lavoro di gioco tra luce ed ombre, che dava un effetto fortemente tridimensionale non solo delle decorazioni ma della composizione in sé. Abbiamo testimonianza diretta del modo di lavorare di Leonardo dalle fonti di Matteo Bandello, che scrive e descrive questo modus operandi in un preambolo alla 58esima novella al suo novelliere, in grado di spiegarci una serie di scelte che Leonardo faceva. (Dice che c'erano giorni in cui non mangiava neanche, se ne stava sul soppalco tutto il giorno e poi alcuni giorni non ci metteva mano, giorni anche in cui le guardava e basta le figure. Giorni in cui saliva, dava qualche pennellata qua e là e se ne scappava subito) Modo di lavoro lento e continuo che l'affresco non avrebbe consentito, è una tecnica veloce, dipingere sul fresco in modo che chimicamente il colore si attaccasse. Idea di dilatazione di personaggi e dilatazione delle reazioni emotive (‘’i moti dell'anima’’) fatta per velature, indagini naturali (come batte la luce su volti e panneggi) aveva quindi bisogno di una tecnica esecutiva veloce che l'affresco non gli avrebbe potuto consentire. Luca Pacioli, ‘’De divina proportione’’ dedica a Ludovico il Moro 1498 Sottolinea la grande novità del Cenacolo di Leonardo nel quale non si può immaginare più vivi i personaggi, gli apostoli, nel momento in cui Cristo disse che qualcuno di loro lo aveva tradito. Il movimento emotivo degli apostoli è anche il tratto che Vasari considera del tutto nuovo di Leonardo. Per questo lui lo considera moderno, per la vita che sapeva dare alle figure. Vasari descrive il cenacolo come ‘’cosa bellissima e meravigliosa...’’ e ‘’...si vede nel viso di tutti loro l'amore, la paura, lo sdegno, il dolore…’’ e ‘’ avvenga insino nella tovaglia ed il contraffatto dell'opera del tessuto…’’ recupero della natura morta sulla tovaglia che ha ancora segni di piegatura ma anche gruppo di peltro, piatti, bicchieri era qualcosa che prima del restauro non si riusciva a vedere, attenzione per la luce su vetro, liquido, infrangersi di certi fenomeni luminosi su argento e peltro con fetta di limone che si specchia. Idea di attenzione ad una Pittura Fiamminga è stata un'altra delle scoperte permesse dal restauro, anche di capire una descrizione fatta da un osservatore contemporaneo francese che nel 1515 vede il Cenacolo e scrive una cosa che non si era capita: vedendo il pane sulla tavola diresti che è fatto naturalmente e non similmente e così tutto il resto di oggettistica. L'impegno di Leonardo nei confronti delle espressioni e la gestualità dei ‘’moti dell'animo’’ è testimoniato da una serie di disegni preparatori a diverso livello di esecuzione che testimoniano l'impegno di Leonardo nello studio dei singoli Apostoli conservati nelle collezioni reali Inglesi in Inghilterra. Lo studio dei profili, delle ombre, eseguito con la sanguigna (matita rossa che permette di addolcire rispetto al carboncino e penna) una delle tecniche preferite da lui. Vergini delle Rocce, due versioni. Scena sacra in esterno. Quando cade il governo Sforzesco torna a Firenze e si ferma a Mantova da Isabella d’Este, momento di Firenze come repubblica, governo oligarchico di Soderini. Nel ritorno a Firenze Eseguì il Cartone con la Madonna col Bambino accentuando il rapporto umano e paesaggistico anche se poco visibile. Battaglia di Anghiari oggi perduta, commissionata su incarico del governo, doveva essere messa nel Palazzo Vecchio di Firenze, per celebrare una vittoria storica fiorentina. Forse cerò di eseguire la tecnica mista di Plinio il Vecchio. Rappresenta una lotta tra animali e uomini intravisto da una copia di Rubens e lasciò un disegno del gruppo centrale. Vasari descrive il Cartone della Battaglia di Anghiari di Leonardo accentuando la modernità l'espressione degli uomini e animali. Passioni umane della battaglia: rabbia, sdegno. 13\3 Giorgio Vasari: è una delle fonti più importanti per la storia dell'arte moderna italiana e anche medievale/Quattrocentesca. È un riferimento ineludibile è di fatto la fonte principale ma anche un lasciapassare per la comprensione di Michelangelo e Raffaello. Una delle cose più importanti è che fu uno storico (scrisse ‘’ le vite de pittori, scultori e architetti italiani’’) ma fu anche un pittore e architetto quindi conoscenza vicina ed interna delle tecniche. Nasce nel 1511 ad Arezzo, un anno prima della Cappella Sistina. In qualche modo si forma direttamente tra Firenze e Roma in quei primi due decenni del 1500. È documentato già nel 1524 a Firenze, amico di Francesco Salviati con cui condividerà molto, frequenta la bottega di Andrea del Sarto ed entra giovane nella cerchia Medicea. Vide in prima persona il Sacco di Roma e vive il tentativo di ricostruire la grandezza di Roma, da Clemente VII (famiglia De Medici) e nella sua cerchia inizia a farsi strada nella cultura italiana con la necessità di difendere la cultura (data dalla violazione di Roma da parte dell’Europa, crisi della certezza del primato culturale italiano). 1531 va a Roma, per un viaggio di Formazione, passeranno mesi a copiare tutte le novità romane, lo racconta lui stesso nella sua biografia pubblicata nel 1568. Era fondamentale per formarsi, andare a Roma, bisognava studiare l'antico. 1541: Vasari fa un primo viaggio in Italia (viaggiò molto tra Firenze, Roma, Milano, Venezia) si stabilisce però a Roma accolto dal Cardinale Alessandro Farnese, entra in contatto con una serie di storici e letterati della corte, conosce direttamente Michelangelo: i rapporti diretti tra 1542-44 costituiranno la base della vita che Vasari dedicherà a Michelangelo. Ottiene le sue prime commissioni, affreschi del palazzo della cancelleria con imprese di Paolo III , Si afferma come artista in ambito romano quindi. L’idea delle vite degli artisti nasce come idea collettiva, dedicare un'opera monumentale all'arte figurativa italiana con l'idea di raccogliere la memoria, in modo critico e presentativo per l’Europa. L'inizio viene fatto coincidere con Cimabue e Giotto: ‘’ Le vite de più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani da Cimabue insino ai tempi nostri’’ 1550, dedica a Cosimo De’ Medici, scelta azzardata. Diventa artista di Corte chiamato da Cosimo, eseguì la decorazione palazzo vecchio, costruzione uffizi, affreschi del salone del Cinquecento e l'organizzazione dell'accademia di pittura e scultura. 1568 Seconda edizione ‘’ le vite de più eccellenti pittori scultori e architettori’’ cade l'aggettivo ‘’italiani’’ ogni biografia è aperta dal ritratto dell'artista. Opera divisa in tre età, ciclo della storia dell'arte: - infanzia medioevo - adolescenza 1400 - maturità con l'età moderna, il 1500 Ognuna delle età è preceduta dal premio in cui Vasari definisce le caratteristiche più importanti. Proemio della seconda età: Gli storici non narrano e basta, si interrogano sulle cause. Storia come investigazione dei fatti. Afferma di essersi appropriato del metodo storico per investigare sugli artisti. Non sono solo una raccolta di biografia, Vasari vuole dare una storia dell'arte italiana investigata. Parlando delle Età: dalla rinascita delle arti (epoca di Cimabue) sino al secolo che viviamo. Ragionando da storico, sente il bisogno di dare delle partizioni generali senza dividere troppo. Grande problema culturale: la fine dell'età antica che ha tutto un suo sviluppo e culmine, ma finisce nel medioevo. Pensare per cicli evolutivi serviva a spiegare questo problema molto forte, la nuova cultura umanistica si fonda sul modello antico e trascura quasi completamente il medioevo, rimaneva il problema storico che da come tanta perfezione fosse finita non solo per cause esterne, ma anche per cause esterne. Nasce il concetto quindi di una rinascita dal 1400, questo ha tutta una serie di conseguenze nella necessità di rapporto con fonti antiche. Arte Antica Greca ed Arte Italiana, per Vasari, dialogano: natura grande colonna portante artistica. Lo stile non è un'impresa singola ma collettiva in cui ognuno dà il proprio contributo, in cui conta molto il dialogo tra i vari contributi. Nella seconda edizione compaiono anche maestri del legno, vetrate, ricamatori, stuccatori etc.. le arti minori dette da lui ‘’arti congeneri’’. Ha un'idea biologica ma anche evolutiva per quanto riguarda la storia dell'arte; nella seconda età vede quindi un miglioramento ‘’tolto via la ruggine della vecchiaia… ‘’. Diligenza per Vasari: rispetto delle regole, ma anche Virtuosismo tecnico. Gli artisti del 1400 fecero molti miglioramenti, non abbastanza da essere perfetti ‘’mancandoci ancora nella regola…’’ individua un punto fondamentale nel cambiamento di cultura artistica: rapporto nuovo tra regola e licenza. Gli artisti del 1400 erano stati diligenti nelle regole, gli artisti del 1500 si riservano un margine di libertà, licenza, che non deve stare al completo servizio delle regole. Si può, si deve inventare, è importante il giudizio dell'occhio e non della regola, limite sottile dei singoli artisti. Spiega poi che nelle misure dell'arte del 1400, mancava un giudizio, nel disegno le figure del 1400 hanno una durezza nell'anatomia che non ci sarà più (Leonardo è importante perché è il primo a dare il vita alle figure) Derivazione dell'idea: Baldassarre Castiglione con il ‘’Cortegiano’’ uno dei testi più importanti. Definizione di Sprezzatura, concetto non solo applicato all'arte e alla poesia, ma un poco a tutto. Bisogna nascondere l'artificio, la fatica, la regola perché genera ‘’l'affettazione’’. L'arte più vera è quella che punta tutto su un effetto di naturalezza e grazia. La differenza tra le varie arti è eliminata da un fondamento individuo ed intellettuale che pare essere il disegno, Vasari codifica un'esperienza importante ancora una volta per Leonardo, definizione del processo di aumento della concezione per le arti figurative: pratica concreta e progetto, fondamento intellettuale il disegno. È interessante il ragionamento storico: cosa cambia tra 1400 e 1500, è un cambiamento interno o c'è uno scatto? Vasari pensa ci sia uno scatto che lo permetta: la quasi perfezione doveva essere così, non potevano arrivare alla perfezione assoluta anche per questa idea di diligenza, rispetto delle regole, che rinsecchisce la maniera (irrigidisce lo stile). Questo lo trovarono gli artisti del 1500, nel confronto con l'antico, un momento di differenza fondamentale tant'è che ne fa un piccolo elenco. (Laocoonte, divino raffigurato nel momento estremo, fu di impatto che si indisse un concorso per il restauro della scultura, proporre il braccio mancante) (L’Ercole) (Torso grosso di Belvedere) (Venere) (Apollo) Il Proemio chiude con i moti dell'animo di Leonardo col grande esempio del Cenacolo. Nudi della cappella Sistina di Michelangelo a confronto coi nudi antichi greci, base per la pittura e la scultura moderna. Posizioni instabili, articolati soprattutto col modello del Laocoonte e del Torso del Belvedere. Torso del Belvedere nudo della cappella Sistina MICHELANGELO Vasari lo descrive come ‘’divinissimo’’, come colui che ha vinto la natura e gli antichi. Delle sue pitture ‘’ se ci fossero pitture greche e romane per paragonare, resterebbero pregiò’ serie di riferimenti e confronti sono profondamente radicati nella formazione di Michelangelo, su cui Vasari è informatissimo. Nato nel 1475 si forma nella bottega di Domenico Ghirlandaio a contatto con l'antico di Firenze soprattutto le sculture della collezione di Lorenzo De’ Medici il Magnifico per almeno 4 anni, fino alla morte di Lorenzo nel 1492. Michelangelo ha un'idea molto precisa di tradizione fiorentina importante e non così immediata ma che risale al 1400 a confronto Con l'antico, in particolare il dialogo con Donatello, Masaccio e Giotto è intenso, questo Vasari si legge anche attraverso una serie di opere. La Madonna della Scala 1490 circa oggi a Casa Buonarroti a Firenze, il confronto con Donatello (Banchetto di erode, idea di scala al lato). Vasari usa una definizione interessante ‘’si mette a contraffare la maniera di Donatello’’ Molti suoi disegni prendono spunto anche dalla Cappella Brancacci di Masaccio. Il recupero e riflessione per la tradizione fiorentina risale fino a Giotto, c'è una consapevolezza prima artistica e anche storica, dell'importanza e della vitalità di quella tradizione. Vasari racconta della rappresentazione di Michelangelo di un piccolo cupido dormiente in cui cerca di contraffare la maniera antica ‘’un fanciullo di marmo in una stanza che lo comprerò poi Baldassarre del Milanese…’’ poi dice che fu sotterrato a Roma e scambiato per antico e venduto poi per molto (Michelangelo rivelerà di essere lui l’artista) il Cupido Dormiente non è stato ancora ritrovato. Volontà strenua di confronto con l'antico. Il Bacco del Bargello oggi a Firenze tra 1496-97 la sfida è la rappresentazione di Bacco in un corpo giovane adolescente con tutta la sua morbidezza in cui non avevano esempio nella scultura antica. Idea di confronto con l'antico lo vediamo nel disegno oggi conservato a Berlino, eseguito da un pittore Fiammingo Martin Fan escher, rappresenta il Bacco di Michelangelo in mezzo ai frammenti di arte antica, idea di antichità del Bacco resa dal braccio mutilato. La Pietà di Michelangelo 1499, realizzata in marmo, e ora conservata nella Basilica di San Pietro in Vaticano idea di una scultura che fa carne. Maria siede su una struttura rocciosa che rappresenta il monte calvario. La giovane Madre di Cristo tiene tra le braccia il corpo del figlio morto. !! L’aspetto della Vergine è quello di una ragazza, molto più giovane di Gesù. Indossa una veste Un ampio mantello copre le spalle e la schiena. Il capo di Maria è coperto da un velo ugualmente molto panneggiato. Con la mano destra sorregge Cristo. Le sue dita stringono il torace sotto la spalla destra proteggendolo con un lembo del mantello. mossa da molte pieghe. Una fascia attraversa il busto. Su di essa vi è la firma di Michelangelo. Il panneggio di Maria è molto complesso e crea un elaborato chiaroscuro. Le pieghe infatti sono più sottili e fitte nel busto. In basso invece, sotto il corpo di Cristo, il panneggio è più ampio e disteso. Il volto della Vergine è levigato come il corpo morto di Gesù. Michelangelo che aveva maturato una fede repubblicana netta, torna a Firenze nella repubblica di Pier Soderini Incontro tra Leonardo e Michelangelo determina una nuova cultura ed ambiente per la città di Firenze. La Battaglia di Cascina commissionata a Michelangelo, contrapposta alla commissione fatta a Leonardo Battaglia di Anghiari. Michelangelo rappresenta un momento in cui i soldati per riposarsi, sono svestiti per rinfrescarsi e richiamati dalla battaglia si vestono velocemente. (Battaglia di Anghiari) Il Tondo Doni, 1504-1507 committenti da cui nome dell'opera, Agnolo Doni e Maddalena Strozzi (i cui ritratti sono stati eseguiti da Raffaello). !! Formato circolare che era comune alla tradizione fiorentina ( es. Adorazione dei Magi di Domenico Veneziano) il soggetto è complicato nella sua interpretazione e dei nudi allo sfondo. Gruppo centrale, interpretato con una forma piramidale del tutto nuova. Cornice che abbiamo, buona, progettata forse da Michelangelo. Versione in pittura di tutte le novità scultoree che Michelangelo aveva sperimentato - Bambino che si inerpica su un braccio - Posizioni articolate, impressione di bilanciamento ma anche instabilità - Posizione delle gambe, torsione della Madonna RAFFAELLO Nasce a Firenze nel 1483, formazione nell'ambiente di Urbino dopo il passaggio di Piero della Francesca e di Giorgio Martini e di Melozzo da Forlì. Figlio di un pittore e poeta, formazione tecnica avviene nella bottega di Pietro Perugino. Anche Raffaello, è fin da subito identificata virtù di generosità caratteriale a confronto di Michelangelo che pareva antipatico ed ostile. Idea di Leonardo, Raffaello e Michelangelo, grande triade per Vasari già nel 1520. Inizio peruginesco sono superati dallo Sposalizio Della Vergine di Brera (confronto capacità di assorbire e contraffare le maniere e gli stili con cui entra in contatto, con quello di Pietro Perugino, capacità di stargli molto vicino). Soggetto Matrimonio della Vergine, nella versione di Perugino nello sfondo cultura prospettica precedente, il paesaggio che si apre ed il punto di fuga dato dal pavimento. In quello di Raffaello la scena viene dilatata e distesa. Raffaello Perugino Quando Raffaello va a Firenze entra in contatto con le novità di Michelangelo e di Leonardo: uno dei primi gruppi eseguiti a Firenze soggetto Madonna col Bambino e San Giovannino, serie di novità Leonardesche, cartone della Madonna, Idea di gruppo sacro in ambiente esterno, monumentale - attenzione al rapporto affettivo e psicologico dei personaggi. Raffaello. Leonardo, ‘’Madonna del Cardellino’’ Studia come un matto le opere di Leonardo più di quelle di Michelangelo. Ma avviene un confronto poi immediato un confronto col Tondo Doni di Michelangelo con la sperimentazione del gruppo sacro immerso nel paesaggio. 18\3 Giorgio Vasari: importate per le vite degli artisti: trattato usato per introduzione all’età moderna (da Leonardo al fine manierismo) Vasari si forma sui grandi pittori. Formazione di Michelangelo: apprende dal Ghirlandaio, spesso la sua arte la si confronta con le produzioni di inizio 1400 (in particolare Donatello) La seconda fase della formazione di Michelangelo è dedicata alla scultura in cui si ha un confronto diretto con l’antico come si vede nelle opere tipo il David, la Pietà e il Bacco. il David secondo vasari ha superato tutta la scultura antica, perché è frutto di un confronto con l’antico come con l’Apollo del Belvedere - Firenze: all’epoca viveva un momento di confronto con Leonardo e Michelangelo: come si vede con i cartoni delle Battaglie. !! Il Tondo Doni è molto importante per quegli anni perché è la traduzione in pittura delle novità anatomiche della scultura. Formazione di Raffaello: la caratteristica principale è che tutte le opere di Raffaello hanno una sorta di dialogo, nel senso, Raffaello ha la capacità di assorbire stili e maniere altrui (chiaramente visibile nella crocefissione realizzata tra il 1502-1503 che è molto simile al Perugino) ! Il confronto si può fare con lo sposalizio della vergine realizzato dal Perugino, ora conservato a Cannes e lo sposalizio della Vergine realizzato da Raffaello ora conservato a Brera. stessa composizione, stesso argomento ma Raffaello ha assimilato tutto il metodo di procedere del Perugino, ma in questo caso l’ha superato Raffaello studia molto bene le opere di Leonardo e di Michelangelo !! Pala Baglioni – 1508!! Madonna con bambino di Raffaello è molto simile ai cartoni realizzati da Leonardo, la Madonna con bambino + sant’anna è la sintesi tra il modo leonardesco e le novità del Tondo Doni. Raffaello riflette a fondo sulle nuove idee di Michelangelo Influenze Leonardesche: rappresentazione dinamica della figura della Madonna d’Alba ora conservata Washinton, datata circa 1511 Raffaello realizza molte madonne con bambino, che se messe a confronto possiamo trovare un dialogo\ un filo comune 1507 a Roma realizza la Pala Baglioni ( la quale riceve molte attenzioni) Fu commissionata all’artista da Atalanta Baglioni che volle dedicarla al figlio Grifonetto, ucciso nel 1500. La Deposizione Baglioni non è altro che un racconto Rappresenta il trasporto al sepolcro + una riflessione\studio dell’esecuzione dei gruppi : è unìiconograzia che impone la scena da realizzare. Questa è una scena che presuppone molte interpretazioni Son stati creati molti disegni di prova: 1° momento: la rappresentazione con il corpo a terra 2° momento: il movimento solo del trasoporto del cristo 3° momento: la rappresentazione delle donne con Maria svenuta e il trasporto della salma Nel quadro son presenti due scene: quella di sinistra, la principale, con (da sinistra) Giuseppe d'Arimatea, Giovanni, Nicodemo e Maria di Magdala. A destra, leggermente in secondo piano, Maria, sorretta e circondata da tre pie donne, sviene per il dolore. Due corpi, uno morto e l'altro come morto, sostenuti dall'amore e dall'affetto Bisogna sottolineare che solo uno dei due gruppi è in ovimento, cioè quello di sinistra impegnato nel trasporto della sama verso il seporlcro che è accennato sulla sinistra, il che aiuta a dare un tono molto narrativo all’insieme. PerVasari questa è una nuova rappresentazione del dolore, una delle caratteristiche di Raffaello è la capacità narrativa. Studiò i grandi maestri come Giotto, Leonardo e da loro prese il meglio Raffaello riflette sui modelli antici come per esempio il Laocoonte di 30 cm, oppure molto importanti per questo tipo di scena sono i sarcofagi che raccontano delle storie, quindi si viene a trovare suna solzione narrativa, molto importante è il trasporto di Meleagro (episodio rappresentato su un sarcofago romano) Raffaello riprese una serie di elementi non solo dai sarcofaci o comunque dall’antico ma comunque dalla “moda” pittorica dell’epoca: rappresentazione del corpo morto, possiamo notare subito il braccio destro lasciato cadere, ripresa nella posa della Morte di Marat di Jacques-Louis David datata 1793. Rilessione sul corpo di Cristo di Raffaello e sul corpo di crito nella Pietà Vaticana di Michelangelo : molto simili (vedi inarcatura schiena) !! vi sono disegni non solo della scena totoale ma anche delle signole figure come per esempio lo studio della tensione del corpo di uno dei trasportatori. Ricordi dal Tondo Doni: posizione della donna che sorregge Maria, torsione sia del corpo ma anche della testa, con la sola differenza che Raffaello lo rende più naturale. - Polittico dell’annunziata: opera commissionata a Leonardo, poi nel 1505 Perugino la portò a compimento, terminò la parte bassa. Attenzione alla Vergine: facia molto dolce e imbambolata. Quando questo polittico venne scoperto, fu molto criticato perché reputato vecchio per la Firenze del tempo, così come il polittico anche Perugino non è reputato più attuale, così decise di lasciare Firenze. Perugino è un’artista di grande fascino, tant’è che Raffaello apprende tanto da Perugino Francesco Francia ha molta fortuna a Bologna, un esempio perfetto è la Pala Bentivoglio che rappresenta un’adorazione del bambino con raffigurati i membri della famiglia Bentivoglio appuno, come celebrazione. Nel 1514 Raffaello realizza la pala di Santa Cecilia, la realizza a Roma e poi la spedisce a Bologna, Vasari descrive l’episodio dell’arrivo a Bologna della pala di Santa Cecilia. Si dice che F.Francia morì davanti a questa pala. Per Vasari la pala di Santa Cecilia di Raffaello era una meraviglia: “non dipinta ma viva”. ROMA come sappiamo nel ‘400 Roma non è il centro delle novità, ma con Giulio II che diventa papa nel 1503 fino al 1513, Roma verrà completamente rinnovata, egli si inventerà una restaurazione della roma Antica. Giulio II mise in atto la cultura del “RENOVATIO URBIS” cioè del rinnovo di Roma, nei primi decenni del ‘500 roma vive il suo periodo di massimo splendore grazie alla presenza dei più grazndi maestri dell’epoca come Bramante, Raffaello e Michelangelo. I loro sforzi convergono nella prima metà del 500, nel più grande cantiere della Roma Caputmundi : quello della riedificazione della Basilica di San Pietro. Il Papa commissionò un nuovo monumento funebre per se stesso a Michelangelo che arrivò a Roma nel 1505, venne chiamato come scultore, voleva un grandissimo mausoleo. Nel 1508 Giulio II commissiona a Michelangelo l’affresco della Cappella Sistina, michelangelo accetta mal volentieri l’incarico della Cappella Sistina perché aveva poca pratica con l’affresco. Condotta dal 1508-1511 in solitario, ha un’esecuzione molto veloce. Gli viene lasciata carta bianca, è molto libero. L’affresco rappresenta 9 storie della genesi, con un’iconografia molto complessa. Michelangelo sceglie un’impostazione architettonica : al centro abbiamo gli episodi della genesi, i pennacchi invece pullulano di profeti e sibille. Le nove scene del programma iconografico hanno i seguenti soggetti: La separazione della luce dalle tenebre La creazione delle stelle La separazione delle acque dalla terra La creazione d’Adamo La creazione di Eva Il peccato originale Il sacrificio di Noè Il diluvio universale L’ebbrezza di Noe L’impostazione è: al centro vi è la scena principale, ai lati invece vi sono perone nude e medaglioniin finto rame con l’aggiunta di rami di quercia ( allegoria dello stemma papale) !! l’esecuzione della Volta Sistina fu molto faticosa: si fece chiudere dentro per 4 anni – lo sforzo fatto è descritto in un’sonetto un’po grottesco. Una delle grandi novità della volta sistina fu la rappresentazione dell’uomo sia per le posizioni sia per il nudo: vi fu uno studio del disegno del corpo umano sia maschile che femminile. Vasari individua l’intento di Michelangelo per la pittura focalizzata solo sulla pittura per il corpo umano. I conteporanei furono molto ruipi dalla grandiosità iconografica. LA CAPPELLA SISTINA PROVOCA IN MICHELANGELO UNA MATURAZIONE STILISTICA MOLTO VELOCE Tra le figure più importanti vi è Dio padre ne “la separazione delle acque dalla terra” La rappresentazione del corpo umano è una novità della cappella sistina, i corpi sono maestosi con poese tridimensionali. ARTIFICIOSITÀ NELLE POSE come quelle dei profeti e delle sibille PERFEZIONE DEGLI SCORCI Grandissima inventiva: come il profeta Geremina, oppure la sibilla libica quasi in bilico ( sta per alzarsi, è in moviento) Profeta Geremia Sibilla Libica Sono stati realizzati una serie di disegni preparativi – studi in sanguigna\ carboncino vedi studi per la Sibilla Libica Descrizione del profeta Giona: Vasari sottolinea l’adilità illusionistica, è la figura che chiude la volta. Le pose e l’abilità illusionistica sebranno modificare l’architettura della cappella. Nel frattempo Raffaello è a Roma, chiamato per dipingere le stanze vaticane. Giulio II decide di metter mano a nuovi appartamenti già precedentemente affrescati da grandi maestri tipo Piero Della Francesca, così chiama molti artisti come il perugino ecc.. 1508 chiama Raffaello che dopo averlo visto lavorare, Giulio II licenzia tutti gli altri artisti e affida l’opera interamente a Raffaello. Le stanze sono quattro: Stanza della Segnatura Stanza di Eliodoro Stanza dell’ incendio di Borgo Stanza di Costantino Il tempo d’esecuzione si aggira intorno ai 3\4 anni per stanza. Le lunette sono dedicate ad un tema iconografico: la stanza è formata da 4 lunette (l’ultimo restauro eseguito ha permesso di capire meglio la pittura di Raffaello) STANZA DELLA SEGNATURA : 1508-1511, al tempo era la biblioteca di Giulio IIGli affreschi rappresentati sono la celebrazione delle categorie del sapere (teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza). Raffaello cercò di caratterizzare e coinvolgere i personaggi in un azione, caratterizzandoli da movimenti ed espressioni. “ La scuola di Atene” è l’affresco più impegnativo della stanza, soprattutto per l’invenzione architettonica. È un affresco di grnade respiro. La scena è inserita in un’architettura classica , in cui i personaggi (per lo più filosofi) sono realizzati con i volti noti dei personaggi dell’epoca, per dare un parallelismo tra l’atene antica e la roma moderna. !! tempio antico con forme moderne simili a quelle di Bramante. (all’altezza della stanza dell’incendio sìiniziano a vedere altre mani) Una figura richedeva un giorno di lavorazione. \\ novità nelle tecniche: L’incisione diretta > si vede nelle architetture raffiguratenella scena. COLORI CHIARI – LUCE CHE PERVADE – quel cantiere è per Raffaello un’opportunità di crescita stilistica e tecnica Stilisticamnete è evidente lo stile del Perugino, e questo si vede nell’esecuzione dei volti dei filosofi come Platone e Aristotele. (Volto di giovane: si vedono le incisioni per lo studio) \\ nel parnaso è evidente la tecnica presa dal Perugino. 2 diverse tecniche: - tratteggio evidente nella musa Clio - Pennallata a colpo evidente nella temperanza Stanza della segnazione 19\3 STANZA DI ELIODORO : 1511-1514 Raffaello si trova davanti allo stupore generato dalla scoperta della resa pubblica della Cappella Sistina. Iconografia: Temi politic con rapporti stretti all’età del tempo. Quattro gli affreschi alle pareti: Cacciata di Eliodoro dal tempio (1511-1512) Messa di Bolsena (1512) Liberazione di san Pietro (1513-1514) Incontro di Leone Magno con Attila (1514) Nel soffitto sono rappresentati quattro episodi biblici che evocano la protezione di Dio al popolo di Israele, legati alle scene sottostanti. Vi è un cambiamento radicale dalla stanza della segnatura, il colore cambia!: in questa stanza vi sono più dorati, più rossi, in generale i colori sono più viv – vedi l’invenzione della sequenza di cupole. È una scena in movimento: uso del colore più ricco, dinamico, più contrastati Si compie un salto nella tecnica : sperimenta il leggero rilievo. È un cantiere di grande libertà inventiva, ne è un’esempio perfetto la scena della cacciata di Eliodoro ( come si può vedere dall’invenzione della sequenza delle cupole dorate) GRANDE INVENTIVA NEI DETTAGLI Confronto con Michelangelo: è un problema grande, Vasari intuisce tutto questo ma sottolinea che Raffaello poteva “seguire” Michelangelo, ma agisce in un modo diverso, arricchisce la sua pittura, “fa vive e belle le teste delle femmine”, aggiunge prospettive nuove e stravaganti, fa sembrare veri gli uomini. PITTURA= CAMPO LARGO. Vasari celebra Michelangelo. Nel 155° Giorgio Vasari scrive cosa è stato dopo i modelli di Michelangelo e Raffaello. [Raffaello non potendo e non volendo fare come Michelangelo si spinge verso altre parti della pittura] Vasari come pittura imita Raffaello. Nella stanza di Eliodoro si confronta con una tradizione diversa da quella del centro Italia, inizia un “dialogo” con la pittura veneneziana Sebastiano del Piombo è l’artista portatore principale della cultura Veneziana. Nella lunetta sopra la finestra è rappresentata la liberazione di San Pietro: è una vera e propria storia : Angelo che libera San Pietro + Angelo che porta via San Pietro. Raffaello rappresenta una vicenda divisa in tre momenti: al di là di una grata tra oscure e massicce cortine murarie, avviene l'apparizione radiosa dell'angelo nel carcere, dove Pietro giace ancora profondamente immerso nel sonno e avvinto dalle catene; l'apparizione luminosa dell'angelo e le sbarre in controluce generano un sorprendente effetto di profondità spaziale . L'emanazione luminosa arriva a toccare tutti gli elementi della scena, comprese le mura carcerarie, dove permangono bagliori rossicci. Pietro appare vecchio e stanco A destra l'angelo conduce l'apostolo fuori dal carcere, in un'atmosfera tra sogno e realtà, evocata anche dalle guardie miracolosamente cadute nel sonno; a sinistra altri soldati scoprono la fuga, mentre si agitano al chiarore della luna e dei bagliori delle fiaccole, che accendono le loro armature di riflessi. Sono presenti ben quattro tipi diversi di luce: la luna, che si riflette nelle armature dei soldati; la fiaccola, con il suo riverbero fluttuante; la luce divina, infine c'è la luce della finestra sottostante (nell'immagine è fotografata chiusa) che si somma alla luce dell'angelo. Luce simbolica dell’angelo: intervento divino variegata casistica di Luce es. armature dei soldati. La scena parte in noturno e poi finisce in alba \\ ricerca importante della luce in tutte le sue casistiche, tanti brillini : luna,armature,nuvole Vasari sottolinea l’importanza della rappresentazione della luce e l’attenzione per il dato naturale. Raffaello grande narratore di storie. Avendola fatta su una finestra usa la luce naturale della finestra per aumentare la potenza è la più bella e nuova rappresenzaione fatta in notturno fino a quel momento. RESTAURO: es. angelo è stato liberato da delle pitture successive che l’hanno interpretato male. Le grate nere poste in controluce illuminano ancora di più la composizione totale Giochi di luce molto importanti LIBERTÀ NELLA PENNELLATA i tocchi chiari nei capelli dell’angelo Confronto con la pittura Veneziana : pala di San Giobbe del Bellini Un altro esempio di pittura intesa come campo largo è “la messa di Bolsena”sempre di Raffaello e sempre della stanza di Eliodoro. Lunetta dal significato politico – è riconoscibile inginocchiato Giulio II, nell’insime di altri personaggi secondari. Tutti i personagi rappresentati sono trattati tutti, uno ad uno come se fossero RITRATTI. Idea della ricchezza dei tessuti - capacità narrativa e ritrattistica . Intensificazione del dialogo con la pittura veneziana. STANZA DELL’INCENDIO DI BORGO : 1513-1514 --- è la prima ad essere eseguita. Confronto con Michelangelo e le fonti antiche – narrazione storica : viene affrontato il problema di cosa vuol dire raccontare la stoia contemporanea fino al ‘700 si usano storie simboliche. Raffaello sceglie di rappresentare un’episodio di un altro Leone ( che è anche lui un altro Papa), Leone IV. Infatti sul basamento è inciso LEONE IV che è un papa carolingio colui che era riuscito a spegnere l’incendio del borgo di San Pietro affacciandosi. La riconoscibilità del luogo è data dalla smantellatura della vecchia cappella di San Pietro. In primo piano: evidente è l’incendio e le reazioni che ha scaturito, noi spettatori è come se fossimo veramente li, abitanti del borgo. Il cuore dell’affresco è al fondo. I personaggi sono inseriti in un’architettura classica e antica, come possiamo vedere dalle colonne, vasi e oggetti vari sparsi. Citazione dell’antico: Enea e Ascanio fuggono dall’incendio di Troia . Il nudo appeso: vi è una riflessione sui corpi affrescati da Michelangelo nella Volta Sistina. Corpi di diversa età : una celebrazione delle sue capacità Riglessione ed interpretazione di Michelangelo e dell’antico. L’importanza della Bottega: il disegno può essere frutto\regia di una bottega. All’interno della bottega di Raffaello c’era un clima di competizione. “La sinagoga” è il termine per definire la bottega di Raffaello. Il numero di allievi era variabile, ma una cosa li accumunava, sono tutti già formati. Tra gli allievi di Raffaello vi sono: Giulio Romano, Giovan Francesco Penni ( coloro che erediteranno davvero la bottega\scuola) ! molti disegni fatti in questa scuola, per problemi di conservazione facciamo difficoltà a stimare i disegni per ogni lunetta delle stanze, si dice siano 300 disegni per ogni lunetta. Disegni poi tradotti in cartoni. 1510: Raffaello passa da essere non famoso ad essere acclamato quanto Michelagelo. Un’altra invenzione di Raffaello (pero pensata prima da Mantegna) era: formare degli incisori, Raffaello ebbe la passione per gli Incisori. Il maestro fa lavorare gli incisori su cose nuove come per esempio “il massacro degli Innocenti” di Raimondi Marcantonio QUESTA È LA RISPOSTA A MICHELANGELO, QUESTA SERIE DI INCISIONI DI CORPI IN MOVIMENTO (pavimento impostazione prospettica) Divulgare l’invenzione è quello che importa a Raffaello Raimondi M. : è abile nel tradurre su rame le idee di Raffaello In ambito non pittorico la bottega di Raffaello produce una vasta serie di Arazzi oggetto di decorazione molto in voga all’epoca, tant’è che la Cappella Sistina era ricoperta di arazzi. 10 cartoni di invenzione Raffaelita vennero spediti e prodotti a Bruxell ( mossa utile anche per diffondere la maniera italiana) colori piatti pensati per essere tradotti in stoffa 1514: commissionati – 1519: appesi nella cappella sistina (tutto docimentato dalle fonti)