Le Dipendenze Conoscere per prevenire Il consumo di sostanze che producono dipendenza, a cominciare dall’alcol, riguarda fasce di popolazione di ogni età ed estrazione sociale; in particolare è diffuso soprattutto tra i giovani che, in modo allarmante, hanno abbassato l’età del primo contatto con esse. L’incontro con queste sostanze durante l’adolescenza può avere esiti disastrosi, impedendo la crescita e l’evoluzione dell’individuo e portandolo alla dipendenza. Ciò accade perché le droghe vengono vissute, illusoriamente, come uno straordinario mezzo per modificare lo stato mentale secondo i propri desideri, sottovalutando quegli effetti negativi che sempre accompagnano il loro uso. Negli ultimi anni sono cambiate le sostanze, le modalità d’uso e le vie di somministrazione; similmente sono cambiati anche i significati che si attribuiscono al consumo. Oggi molte droghe non sono più nemmeno percepite come tali, spesso per autentica ignoranza circa i loro veri effetti sull’organismo. Per questo motivo il drogato di oggi è di frequente un policonsumatore, fa cioè uso di diversi tipi di sostanze e non percepisce se stesso come drogato. Solo l’eroinomane, colui che utilizza l’eroina (una droga derivata dall’oppio), è considerato un “drogato”. Per i nuovi consumatori la paura della dipendenza sembra sparita: si è diffuso il cosiddetto consumo periodico (nel fine settimana), regolato in quantità e in qualità e accompagnato dall’illusione del “controllo”. Le nuove droghe sono infatti considerate “un’opportunità fra le tante”, un’occasione di identificazione col gruppo, un mezzo funzionale al divertimento, all’evasione, alla trasgressione. Non manca chi le considera utili per avere più successo nella vita sociale e professionale, o per dimenticare le frustrazioni e sfuggire alla sofferenza. Qualunque sia la motivazione dell’uso, la somma complessiva dei benefici ottenuti è erroneamente considerata superiore a quella dei danni subiti, spesso nemmeno conosciuti o non percepiti come tali. È pertanto importante acquisire informazioni corrette sugli effetti di queste sostanze per poterne fronteggiare, responsabilmente, le insidie nascoste e non cadere nella trappola delle dipendenze. L’uso di sostanze stupefacenti è spesso legato al desiderio di “star bene”, di superare situazioni difficili che appaiono insormontabili. Il benessere offerto dalle sostanze è però solo temporaneo. Anzi, esse alterano il delicato funzionamento del cervello e compromettono le capacità dell’individuo di affrontare la vita. Dipendenza • Alterato stato fisiologico provocato dalle ripetute assunzioni di una sostanza, la cui privazione provoca disturbi organici noti come sindrome da astinenza. Dipendenze • Fenomeni che modificano e stravolgono i propri livelli percettivi e lo stato di coscienza, innescando comportamenti di abuso, dipendenza e astinenza. L’uso, l’abuso e la dipendenza La progressione dall’uso all’abuso implica sempre scelte precise, ripetute e continuate, da parte del soggetto. È, un processo a catena, i cui anelli, apparentemente indipendenti, sono invece correlati gli uni agli altri, per dinamiche più psicologiche che fisiche. L’uso non dipendente è definibile come un utilizzo controllato e limitato nel tempo e nella quantità. Il soggetto può interrompere il suo legame con la sostanza. Il problema è che spesso il giovane crede di potersi sempre controllare e inizia invece un percorso che potrà condurlo alla tossicomania. L’abuso, l’uso eccessivo, si ha quando la persona crea un rapporto stabile con la sostanza. L’uso ricorrente della sostanza è correlato all’insorgere dell’incapacità di adempiere ai principali compiti connessi alla propria vita sociale (lavoro, scuola, famiglia) e conduce a un uso non più controllato, anche in situazioni fisicamente rischiose (per esempio quando si è alla guida).L’abuso si differenzia dalla dipendenza perché non si è ancora giunti alla fase in cui bisogna aumentare il dosaggio della sostanza per mantenere gli effetti costanti nel tempo; tuttavia si presenta già come “situazione patologica”. La droga diventa un bene quasi irrinunciabile. Ciò induce a non mettere alla prova le proprie risorse psichiche, impedendo così il processo di evoluzione e maturazione di sé. A questo punto, il soggetto perde progressivamente il controllo, fino a cadere nella tossicomania. Quando giunge alla dipendenza, l’individuo non può più fare a meno della sostanza e, per ottenere gli effetti desiderati, è costretto ad assumerne dosi sempre maggiori (a causa del fenomeno dell’assuefazione). Da un punto di vista psicologico, egli attribuisce un valore irrinunciabile ai cambiamenti che la sostanza è in grado di produrre: a questo punto, la sostanza crea “il mondo” in cui vivere. A volte è la pressione degli “amici”, delle persone che frequentiamo, che ci spinge a tenere certi comportamenti, per esempio a usare le droghe. Diventa quindi importante riconoscere le influenze positive e negative degli altri sulla nostra vita, e soprattutto sapere chi siamo e che cosa vogliamo. Il Tabacco Negli ultimi decenni numerose ricerche scientifiche hanno chiarito in modo inequivocabile il rapporto attivo tra tabacco e numerose malattie. È stato calcolato che nel mondo il tabacco provoca più decessi di alcool, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. I DANNI DEL FUMO Ogni anno in Europa il fumo uccide circa 700 000 persone, tante quanti sono gli abitanti di Palermo. La maggior parte dei decessi è dovuta a patologie cardiocircolatorie dipendenti dal fumo. Ma, oltre a queste, il fumo è riconosciuto responsabile di malattie quali il tumore della prostata, della vescica, del polmone e del colonretto, le polmoniti e altre malattie respiratorie come bronchite o enfisema. Persino il mal di schiena è correlato al fumo! Sono dati su cui riflettere prima di iniziare o continuare a fumare! Anche i governi di molti Paesi cercano di tutelare la salute dei cittadini con opportune legislazioni che limitano il fumo. L’Italia è all’avanguardia, avendo vietato il fumo nei locali, negli spazi Oltre il 70% dei fumatori ha acceso la prima sigaretta trai 15 e i 17 anni. Se si vuole smettere è bene sapere che meno sono gli anni di dipendenza, meno fatica si fa a dire basta! pubblici, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. L’obiettivo è di tutelare i cittadini nei confronti del cosiddetto “fumo passivo”: infatti chi è esposto al fumo passivo va incontro agli stessi rischi (sia pure in misura minore) dei fumatori. Purtroppo, nonostante tutto questo, nel mondo ci sono circa un miliardo di fumatori. LE SOSTANZE TOSSICHE LA NICOTINA Tra le 4000 sostanze nocive contenute nel tabacco, la più nota è la nicotina. È un veleno vegetale che entra nell’organismo con il fumo, assimilabile a una droga perché agisce sul sistema nervoso centrale e nel tempo provoca dipendenza e tolleranza. Gli effetti dell’intossicazione cronica portano la persona a diventare tabagista, cioè dipendente dal fumo di tabacco. La carenza di nicotina induce a una vera e propria sindrome di astinenza caratterizzata da diversi sintomi: irrequietezza, irritabilità, frustrazione, insonnia...Questa sostanza è particolarmente pericolosa per le donne in gravidanza perché nuoce seriamente al feto e può causare gravi alterazioni organiche soprattutto a livello del sistema nervoso. IL CATRAME Dopo aver aspirato ed estratto la nicotina e il vapore acqueo, nel fumo rimane il catrame, che si concentra nell’ultima parte della sigaretta, vicino al filtro, facendo diventare quelle “ultime boccate” le più pericolose. Le particelle fini di catrame inspirate, condensandosi si depositano nei polmoni e sono responsabili della maggior parte delle malattie polmonari, in particolare del tumore. L’OSSIDO DI CARBONIO La combustione incompleta del tabacco forma l’ossido di carbonio, un gas incolore e inodore in grado di fissarsi all’emoglobina del sangue sostituendosi all’ossigeno. Il sangue del fumatore risulta quindi poco ossigenato e non è più in grado di rispondere alle richieste dell’organismo, specie sotto sforzo; ciò determina una sensibile diminuzione della capacità respiratoria e della sopportazione della fatica. IL TABACCO E L’AMBIENTE Ogni giorno in Italia vengono prodotti circa 140 milioni di mozziconi, pari ad almeno 50 miliardi l’anno e, poiché troppi fumatori italiani usano gettare a terra i mozziconi di sigaretta, gran parte di questi finiscono nelle fogne, nelle falde acquifere, nei fiumi e nei mari ove costituiscono oggi un importante inquinante. I mozziconi hanno azione tossica e cancerogena. Essi infatti rilasciano i veleni contenuti nel residuo fumato: la quantità di nicotina che resta nel mozzicone, se ingerita da un bambino, può essere fatale! A contatto con l’acqua le fibre di acetato di cellulosa dei filtri col tempo si frantumano in particelle di pochi micron e vengono ingerite dai piccoli animali marini che le scambiano per plancton. Finiscono così nella catena alimentare, con danni alla salute di animali e uomini. Contribuisci anche tu a interrompere la cattiva abitudine di disperdere i mozziconi nell’ambiente e cerca di sensibilizzare amici, parenti e conoscenti sull’argomento! L’alcol L’alcol comunemente presente nelle bevande alcoliche è l’etanolo (o alcol etilico). Si ricava della fermentazione e distillazione degli zuccheri presenti nella frutta, nei cereali e in alcuni semi vegetali. È una sostanza legale, ma va introdotta nell’organismo con moderazione. Per questa ragione in Italia è vietato sia vendere sia somministrare bevande alcoliche ai minori di 18 anni. Si calcola che ogni anno in Italia 17 000 persone muoiano per cause ascrivibili all’alcol. Di questi circa 12 000 sono maschi e 5000 femmine. Gli incidenti stradali legati all’alcol sono la prima causa di morte dei giovani tra i 15 e i 29 anni! Il tasso alcolemico dei conducenti viene rilevato con l’alcol test utilizzando un etilometro. Attraverso il respiro lo strumento consente di individuare immediatamente la quantità di alcol presente nel sangue. Per legge viene ripetuto 2 volte a distanza di 5 minuti. COME AGISCE L’ALCOL L’alcol è una molecola facilmente solubile in acqua e di dimensioni ridotte, e per questo penetra rapidamente nel flusso sanguigno e da qui in tutto l’organismo. Appena ingerito, circa il 20% dell’alcol viene assorbito dallo stomaco e dal primo tratto dell’intestino e arriva direttamente nel sangue: per questa ragione se si bevono alcolici a stomaco vuoto gli effetti si manifestano subito e in modo intenso. Nel giro di alcuni minuti le molecole di etanolo attraverso il sangue giungono al fegato, dove vengono metabolizzate. Il fegato impiega però anche ore per metabolizzare le quantità di alcol nel sangue. Nel frattempo la parte non metabolizzata resta in circolo e raggiunge tutte le cellule, comprese quelle del sistema nervoso dove provoca gli effetti più evidenti. Gradualmente l’alcol viene eliminato attraverso le vie respiratorie, i reni (con le urine) e, in percentuale minore, la traspirazione. GLI EFFETTI IMMEDIATI SUL CERVELLO Il meccanismo d’azione dell’alcol sul SNC è molto complesso e provoca effetti che variano a seconda della quantità ingerita .•Da 0,2 a 0,5 grammi per litro di sangue (che corrisponde alla quantità massima ammessa per guidare): sono ridotte la capacità visiva e uditiva, calano l’attenzione e la concentrazione e si riducono la capacità di reazione, il senso critico e la capacità di giudizio, mentre aumenta la disponibilità al rischio. •Da 0,5 grammi per litro: aumenta il livello di disinibizione e si sovrastimano le proprie capacità. •Da 0,8 grammi per litro: il campo visivo si restringe (si crea un effetto tunnel), crescono lo stato di euforia e la disinibizione. •Da 1 a 2 grammi per litro: ci si trova in stato di ebbrezza con confusione, disturbi del linguaggio e dell’orientamento; tutti gli stati precedenti si accentuano; sono possibili crisi epilettiche .•Da 2 a 3 grammi per litro: stato di stordimento e di rilassamento muscolare, la memoria e la coscienza sono offuscate, cresce lo stato confusionale. •Da 3 grammi per litro: stato di paralisi, perdita di coscienza, perdita di memoria, respiro debole, ipotermia, perdita dei riflessi possibilità di coma etilico, di arresto respiratorio e di morte. GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE L’abuso di alcol protratto nel tempo danneggia il cervello e può portare alla cosiddetta demenza da alcol: sbalzi di umore, perdita della memoria e delle normali capacità cognitive. Negli adolescenti può provocare riduzione di volume nella corteccia delle aree dell’encefalo coinvolte nel controllo degli impulsi e nella risposta soggettiva all’alcol. Il secondo organo più danneggiato è il fegato, che nei casi estremi può ammalarsi di cirrosi: le cellule epatiche, vengono distrutte e l’organismo non riesce più a sostituirle e può diventare necessario il trapianto di fegato. Da ricordare che un consumo eccessivo di alcol durante la gravidanza comporta danni permanenti al bambino NASCE UNA DIPENDENZA L’alcolismo è una patologia cronica. Si diventa alcolisti quando, non riuscendo a controllare il proprio rapporto con l’alcol, l’organismo non ne può fare a meno e insorge la dipendenza Questo comporta: • forte e impellente bisogno di bere; • perdita di controllo (non si è più in grado di smettere di bere una volta iniziato); • dipendenza fisica con sintomi di astinenza; • tolleranza, ossia necessità di bere sempre più alcol per avvertire effetti appaganti. Quindi compaiono: • caratteristiche amnesie da alcol; • perdita di controllo sul comportamento; • patologie correlate all’abuso di alcol. Anche un consumo moderato aumenta il rischio di morte per incidenti stradali. Il tasso alcolemico massimo è 0,5 g/litro. Per chi supera questo limite sono previste sanzioni molto severe che varianoa seconda della quantità di alcol nel sangue. Coloro che hanno conseguito la patente B da meno di tre anni hanno il divieto assoluto di assumere sostanze alcoliche. La donna di fronte all’alcol La donna ha minori capacità di assorbimento dell’alcol rispetto all’uomo. Questa capacità dipende dal peso, che normalmente nella donna è inferiore, e dalla quantità di enzimi in grado di metabolizzare l’etanolo, che nella donna sono di meno. Come se non bastasse, prima del ciclo e durante l’ovulazione il corpo femminile è più sensibile all’alcol e i suoi effetti si fanno sentire più rapidamente. Le droghe e i loro effetti Col termine droga si intendono tutte le sostan-ze in grado di alterare le capacità del cervello e modificare gli stati psicologici e comporta-mentali. Nell’uso non dipendente, la sensazione di controllo induce a credere di poter evitare i danni causati dalla sostanza. Purtroppo, questo è un atteggiamento sbagliato: tutte le sostanze(anche quelle considerate “leggere”) agiscono sulle cellule nervose, alterandone le normali funzioni. Analizziamo, quindi, gli effetti di alcune sostanze, oggi molto diffuse ed erroneamente ritenute non pericolose.„„LA CANNABISLa cannabis (o canapa indiana) è un tipo di canapa originaria dell’Asia centrale, da cui si ottengono vari prodotti psicoattivi come: la ma-rijuana (una mistura delle parti seccate al sole); l’hashish (la secrezione resinosa delle sommità fiorite agglomerata in blocchi di grasso); la ganja(le sommità fiorite); l’olio di cannabis (un con-centrato alcolico). GLI EFFETTI Generalmente la cannabis induce una con-dizione leggermente euforica, senza perdi-ta del contatto con la realtà; tuttavia a volte si manifestano depressione, ansia, rallentamento del pensiero e dell’azione, diminuzione della memoria a breve termine, calo dell’attenzione, della coordinazione, delle idee e dei movimenti. Fumare sigarette contenenti cannabis può pro-vocare crisi asmatiche anche molto forti.La cosiddetta “canna” aumenta il rischio di cancro dei polmoni e del tratto respiratorio, perché il fumo contiene dal 50 al 70% in più di composti chimici cancerogeni rispetto a quello del tabacco.Inoltre l’uso di cannabis deprime il sistema im-munitario e altera la vita di relazione, mettendo a rischio lavoro, studio e comportamenti in cui sono necessarie lucidità, prontezza e determi-nazione. DESCRIVI Quali sono gli effetti della cannabis?Uso personale e spaccioPer la legge non esiste la distinzione tra “droghe pe-santi e droghe leggere”, ed essa punisce sia il consu-mo che la detenzione e lo spaccio.L’art. 73 del d.p.r. 309/90 (Testo unico sugli stupe-facenti aggiornato con le modifiche apportate dal D.Lgs. 29 ottobre 2016, n. 202) stabilisce pene severis-sime per tutte le condotte connesse alla produzione,al traffico e allo smercio o cessione di sostanze stu-pefacenti o psicotrope.Colui che viene colto a usare sostanze stupefacentiper la prima volta è punito con sanzioni amministra-tive che prevedono: la segnalazione in Prefettura, lasospensione della patente, del passaporto, il fermodel ciclomotore, la sospensione del permesso di sog-giorno per turismo. In caso di recidiva avrà: l’obbligo di presentarsi all’uf-ficio di polizia per almeno 2 volte allasettimana, l’obbligo di uscire e/orientrare e stare a casa in orari determinati, l’obbligo di comparire in un ufficio di polizia negli orari di entrata e uscita da scuola, il divieto di frequentare determinati locali pubblici e di allontanarsi dal comune di residenza, il divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore.Colui che viene colto a spacciare, cioè a offrire o met-tere in vendita, passare, consegnare, vendere, acqui-stare, ricevere a qualsiasi titolo, inviare, consegnare per qualunque scopo, coltivare, raffinare, fabbricare, estrarre sostanze stupefacenti, è punito con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da 26 000 a 260 000 euro. Il reato di spaccio si configura tutte le volte che avvie-ne la “dazione” ad altri di una sostanza stupefacente, indipendentemente dalla quantità: • cedere uno spinello a un’altra persona è spaccio; • è funzionale allo spaccio acquistare sostanze stupefacenti per sé o per altri, anche in assenza di lucro; • è spaccio vendere a un amico la pastic-ca di riserva che si ha in tasca.406SALUTE E BENESSERE5I minori e la legge LA COCAINAÈ una sostanza estratta da una pianta (Erytroxylium Coca) che cresce spontaneamente nell’America meridionale. Le sue foglie macerate e amalgamate formano una pasta che per raffinazione dà ori-gine a una polvere cristallina biancastra (da cui il termine improprio di “neve”). Generalmente viene assunta per via nasale, ma è anche spacciata in scaglie (flake cocaine) o in cristalli (crack). GLI EFFETTI La cocaina agisce stimolando globalmente le strutture del cervello, perché aumenta la quanti-tà dei mediatori che attivano le cellule cerebrali (in particolare la dopamina). Aumenta quindi l’energia fisica e mentale, la lucidità e le capacità psichiche, espandendo le possibilità d’azione del soggetto (la cosiddetta “fase up”). Un uso continuo, però, determina la diminuzione della quantità fisiologica di dopamina nel cervello. Il soggetto va inevitabilmente incontro al crollo delle proprie capacità di provare piacere. Subentra quindi la “fase down”, caratterizzata da stanchezza e depres-sione, preludio all’innescarsi della tossicomania.L’uso di cocaina porta in poco tempo all’abuso: cresce infatti l’esigenza di prenderne sempre di più e si aumentano così le dosi e la frequenza fino a non poterne più fare a meno, arrivando quindi alla dipendenza. L’intossicazione si ma-nifesta con tremori, tachicardia e ipertermia, ipertensione, pupille dilatate, stato confusionale e convulsioni, fino a stati d’ansia, crisi maniacali, crisi di violenza. I rischi fisici più immediati sono: collasso, infarto, ictus, perforazione del setto nasale, polmoniti, edema polmonare, epi-lessia, disturbi della sfera sessuale, gravi lesioni ai sistemi nervoso, digerente e cardiocircolatorio.L’ECSTASYComunemente definita la “droga da discoteca”, è in realtà un insieme di prodotti diversi, venduti sotto forma di pillole colorate o capsule di vari tipi e nomi, tutte accattivanti e tutte ugualmente pericolose. Non si sa mai precisamente cosa ci sia dentro; spesso si tratta di derivati sintetici delle anfetamine, con effetti sia eccitanti sia allu-cinogeni a seconda della composizione chimica. GLI EFFETTI L’ecstasy (o MDMA) agisce sul sistema nervoso impedendo il riassorbimento della serotonina. Gli effetti sono: esaltazione delle perce-zioni sensoriali, alterazione della percezione del tempo, eccitamento e benessere, facilità di comunicazione ed euforia. La maggior parte degli studiosi concorda sull’assoluta nocività di queste sostanze, che possono danneggiare in maniera significativa il sistema nervoso e provocare danni irreversibili.L’ecstasy è una droga pericolosa perché ha la capacità di ampliare la sfera vitale del sogget-to senza creare dipendenza fisica. Permette di superare i limiti di resistenza fisica e psichica, l’inibizione sessuale e i problemi di contatto con gli altri senza intaccare in modo significativo la vita di relazione, il lavoro, lo studio. Induce la sensazione di riuscire a nascondere il proprio senso di inadeguatezza, ma non potendo risol-vere il problema reale, allo svanire dell’effetto causa semmai ulteriore sofferenza. DESCRIVI Da che cosa deriva la pericolosità dell’ecstasy?407Le dipendenzePer farla apparire innocua come una caramella e favorirne lo spaccio, generalmente l’ecstasy viene confezionata sotto forma di pastiglie dai colori e disegni accattivanti. DESCRIVI Da quali fasi è caratterizzata l’assunzione di cocaina?Dopamina • Sostanza che ha il compito di indirizzare i messaggi da una cellula all’altra del tessuto nervoso.Serotonina • Ormone che svolge un importante ruolo nella regolazione dell’umore, del sonno, della tem-peratura corporea e del comportamento motorio, sessuale e alimentare. GLOSSARIO Le dipendenze comportamentaliGIOCHI IN INTERNET, VIDEOGIOCHIE SOCIAL NETWORKI giovani d’oggi usano di norma il computer per divertimento. D’altra parte trascorrere un po’ di tempo davanti a un monitor con lo scopo di battere gli avversari in rete, di “passare al livello successivo” o semplicemente di “chattare” non è di per sé qualcosa di negativo. Il problema insorge quando questo passatempo si trasforma in un bisogno ossessivo che induce il ragaz-zo-giocatore ad aumentare progressivamente il tempo trascorso al computer, trascurando tutte le altre attività, compresi gli impegni scolastici, e allontanandosi dalle relazioni sociali.In questi casi si crea una dipendenza di tipo psicologico: internet o i giochi determinano sensazioni di piacere derivanti dalla produzione nel nostro corpo di sostanze, come le dopamine, che mitigano gli stati d’ansia.Queste sostanze, per quanto prodotte dal no-stro corpo, creano dipendenza e assuefazioneesattamente come le droghe. Il profilo-tipo del dipendente da videogiochi o Sindrome del tunnel carpale • La sindrome del tunnel carpale è una malattia del sistema nervoso periferico dovuta a irritazione o compressione del nervo media-no nel suo passaggio attraverso il canale carpale a livello del polso.GLOSSARIO gaming è quello dell’adolescente maschio, ma la dipendenza da internet o video chat non è prerogativa solo maschile.Ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno sono i sintomi che caratterizzano i soggetti colpiti da questa sindrome, che è considerata una vera patologia alla quale applicare una cura simile a quella per la tossicodipendenza e l’alcolismo. Senza arrivare alla dipendenza, l’abuso di video-giochi comporta effetti fisici derivanti dalla se-dentarietà, come sovrappeso, mal di testa, mal di schiena, dolori al collo, arrossamenti agli occhi, disturbi della vista, sindrome del tunnel carpale.La dipendenza da internet (IAD, internetaddiction disorder) è un disturbo comparabile al gioco d’azzardo patologico.408SALUTE E BENESSERE5 Il giocatore d’azzardo patologico trascurale proprie normali occupazioni e ha bisognodi giocare sempre di più per ottenere lo stesso piacere. SPIEGA In che cosa consistono le dipendenze comportamentali?IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO (GAP)La massiccia invasione di videopoker e slot ma-chine e la crescente facilità con cui si possono fare scommesse legali (lotto e super-enalotto, “gratta e vinci” ecc.) sta facendo emergere un problema sociale sconosciuto in passato: la dipendenza dal gioco.Il gioco d’azzardo patologico è considerato come una vera e propria forma di “dipendenza senza droga”. La dipendenza insorge nel momento in cui chi gioca non riesce a resistere all’impulso di giocare e mostra una progressiva perdita della capacità di porre limiti al proprio coinvol-gimento, sia in termini di tempo dedicato che di denaro speso. In una prima fase il soggetto cerca di tenere nascosto ai familiari e ai conoscenti il proprio problema, ma le frequenti perdite economiche e il continuo tentativo di “rifarsi” (per esempio raddoppiando le puntate per vincere tutto in una volta e riprendere quanto perso in precedenza) lo inducono poi a chiedere prestiti sempre più ingenti. Il soggetto viene progressivamente assorbito dall’attività di gioco fino a trascurare le relazioni private e gli impegni sociali, arrivando anche a perdere il lavoro.In questo caso si parla di giocatore compulsivo: la persona si sente obbligata a giocare manifestando forme di assuefazione, cioè il bisogno di scommettere cifre sempre più alte, e di astinenza (sudorazione, tremori, tachicardia e ansia), pro-prio come avviene per la dipendenza da sostanze.Nel caso si riscontri una perdita di controllo sull’attività di gioco d’azzardo, la persona, sotto controllo medico, può sottoporsi a un trattamen-to farmacologico che limiti sia la compulsione al gioco sia i sintomi depressivi associati. Esistono poi dei gruppi di autoaiuto, come avviene per altre forme di dipendenza, che possono fornire un importante supporto psicologico.LA DISMORFIA MUSCOLAREQuando una persona pratica in maniera os-sessiva il body building si dice che è affetta da dismorfia muscolare. Un soggetto in queste condizioni soffre di un disturbo psicologico che è fondamentalmente opposto a quello dell’anoressia: è cioè ossessiva-mente preoccupato di perdere la propria massa muscolare. All’inizio le persone affette da questo problema cominciano con quantità ragionevoli di esercizi svolti per potenziare la muscolatura. A un certo punto iniziano a desiderare muscoli sempre più grossi, anche se questo può andare a discapito della salute.La malattia consiste, infatti, in un disturbo compulsivo-ossessivo che porta tali soggetti a comportamenti dannosi, quali l’esecuzione di esercizi pericolosi o l’assunzione di sostanze proibite. In questi casi le probabilità d’infortunio aumentano notevolmente.Compulsione • Bisogno di agire col fine di placare, an-che se solo momentaneamente, uno stato d’ansia ge-nerato da comportamenti, pensieri o immagini mentali che ricorrono in maniera insistente e condizionano la vita psichica di un individuo.GLOSSARIO 409Le dipendenze Che cos’è il dopingPer doping si intende “l’uso di sostanze o me-todiche che, per natura, dosaggio, metodo e applicazione, sono nocive alla salute e/o pos-sono migliorare artificiosamente la prestazione fisica” (Codice antidoping, 1° gennaio 2000).Poiché il doping altera artificiosamente i risultati ottenuti con gli allenamenti, è una pratica illecita, contraria al principio di correttezza caratteristico dello sport.UNA PRATICA ILLECITALa pratica del doping è un atto sportivo illecito per diversi motivi.•Essa costituisce un vantaggio acquisitoslealmente. Ogni sport contempla, oltre alleregole di gioco, anche dei divieti, come il di- vieto di partenza anticipata (falsa partenza) ola proibizione di far uso di equipaggiamentonon regolamentare. Il rispetto delle regoleserve a garantire che nessuno parta avvantag-giato; l’infrazione di tali regole viene dunque punita con la squalifica o con la sospensione dalle gare.•L’uso indiscriminato di farmaci provoca ri-levanti danni organici. Tutti i farmaci hanno un definito indice terapeutico che deriva dalrapporto fra effetti curativi e tossici. Nessunadelle sostanze dopanti agisce solo dove si vor-rebbe. Sono coinvolte più parti dell’organismo e i danni organici, spesso irreversibili, a voltemortali, si scoprono anche a distanza di anni.•Il doping è un reato. La legge n. 376 del 2000per la “disciplina della tutela sanitaria delleattività sportive e della lotta contro il doping”all’articolo 1 afferma che “L’attività sportiva èdiretta alla promozione della salute individuale e collettiva e deve essere informata al rispetto dei principi etici e dei valori educativi richia-mati dalla Convenzione contro il doping”. I beni tutelati sono la salute (individuale e collettiva) e la lealtà delle competizioni sportive e laviolazione della legge costituisce reato penale:prevede come pena minima la reclusione da3 mesi a 3 anni e il pagamento di una multaconsistente per chiunque procuri, sommini-stri, assuma o comunque favorisca l’utilizzodi sostanze (art. 9).•La pratica del doping promuove tra i giovani un modello sportivo distorto e mina la cre-dibilità dello sport in generale e dello sportagonistico in particolare. Nello sport l’emu-lazione di un modello sbagliato di efficienza,forza, prestazione, bellezza si sostituisce alcorretto spirito sportivo, basato sulla volontà,sul sacrificio e sulla costanza dell’allenamento. Tra i giovani si diffonde in maniera sempre più preoccupante la convinzione che per vincere sia necessario essere supportati da qualcosadi artificiale. Si insinua nelle loro abitudiniuna sorta di doping artigianale: ingerisconosostanze di cui non conoscono del tutto, o per nulla, gli effetti. DESCRIVI Perché il doping è un illecito sportivo?Il doping è contrario all’essenza stessa dello spirito sportivo e non fa male solo all’atleta ma a tutto lo sport.Il dopingDoping Malattie a trasmissione sessuale Le malattie a trasmissione sessuale (MTS), chiamate un tempo malattie veneree, rappresentano un insieme eterogeneo di malattie infettive (virali, batteriche, parassitarie) che hanno come comune denominatore la possibile, e talvolta esclusiva, trasmissione sessuale. La loro frequenza è cresciuta notevolmente in questi ultimi anni e rappresentano un importante problema sanitario in relazione alla loro gravità, alla possibilità di forme croniche e conseguente importante danno per la salute del malato e per i notevoli costi sanitari sia per la diagnosi che la cura (epatiti virali croniche, infezioni da HIV e/o AIDS). Inoltre possono provocare conseguenze sulla fecondità e sul prodotto del concepimento (nascituro) e alcune, quelle causate da Papillomavirus (HPV), hanno un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro al collo dell’utero. La notevole frequenza di forme con scarsi sintomi rende più insidiose queste malattie, ritardandone spesso la diagnosi. Sono particolarmente frequenti nei giovani. Il controllo delle MTS è una delle priorità dell’OMS e di altre organizzazioni sanitarie. La strategia adottata si basa soprattutto sulla prevenzione, con la promozione di comportamenti sessuali responsabili (informazione, attenzione nelle pratiche sessuali saltuarie e con partner occasionali, uso dei profilattici). Lo scopo quindi di questo documento è quello di aiutare a fare delle scelte sicure per la salute dando informazioni in merito alle principali MTS per quanto riguarda le modalità di trasmissione, i sintomi, i comportamenti preventivi da adottare per tutelarsi. In ogni caso, nel sospetto di una MTS, va sempre consultato il proprio medico. Infezione da HIV/AIDS Cos’e l’HIV/AIDS? L’infezione è causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). L’infezione iniziale, molto spesso asintomatica o non riconosciuta (perché simile ad altre banali infezioni virali come l’influenza), si trasforma sempre nella forma cronica che nel corso degli anni, se non trattata, compromette progressivamente le difese immunitarie. Quando tali difese non sono più in grado di proteggere l’organismo (in media 10 anni dal contagio) dall’attacco di altri virus, batteri, parassiti, o di eliminare eventuali cellule neoplastiche, la persona evolve verso la “sindrome di immunodeficienza acquisita” (AIDS conclamato). L’AIDS è quindi la comparsa di gravi malattie sia infettive che tumorali in un soggetto in cui le difese immunitarie sono state fortemente ridotte dall’HIV. Come si trasmette Il virus è presente nel sangue e in quasi tutte le secrezioni biologiche della persona che ha acquisito l’infezione e attraverso queste sostanze corporee può essere trasmesso. Quindi le principali possibilità di contagio sono: i rapporti sessuali (omo e eterosessuali) non protetti (vaginali, anali, orali), lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, la trasmissione materno-fetale principalmente durante il parto. Attualmente le trasfusioni, i trapianti di organo, le pratiche ospedaliere sono assolutamente sicure per i controlli effettuati. Il virus non si trasmette né con il bacio né con i comuni contatti sociali. Incubazione 4-12 settimane per la forma acuta; alcuni anni, fino 12-15 per lo sviluppo dell’AIDS. Sintomi e segni Nella forma acuta: febbre, dolori muscolari, diarrea, cefalea, mal di gola, rash cutaneo, ingrossamento dei linfonodi, sudorazioni; nella forma cronica: febbricola persistente, perdita di peso, diarrea, astenia, candidosi orale o genitale; nella forma conclamata (AIDS) praticamente ogni organo può essere colpito da infezioni opportunistiche (infezioni dovute alla compromissione del sistema immunitario): si possono avere meningiti, encefaliti, retiniti, polmoniti, esofagiti, coliti, ecc. Inoltre possono comparire anche vari tipi di tumori. Prevenzione Rapporti sessuali protetti con l’uso del profilattico; evitare lo scambio di siringhe o di altri strumenti taglienti infetti; terapia della donna gravida dal 3° mese e al neonato nelle prime settimane di vita; allattamento artificiale; estrema cautela e adozione di precauzioni nella manipolazione di aghi o di altri strumenti potenzialmente infetti. In caso di contatto col virus, è possibile assumere un breve ciclo di terapia post-esposizione. Attualmente non esiste un vaccino contro il virus dell’HIV. Diagnosi Test sierologico in presenza di comportamenti a rischio o punture accidentali; valutazione medica in caso di comparsa dei sintomi descritti e non altrimenti spiegati; test a tutte le gravide. Terapia Attualmente sono a disposizione numerosi farmaci (più di 20) che in associazione (almeno 3) permettono una drastica riduzione della replicazione virale e di conseguenza un ottimo recupero del sistema di difesa. Ciò comporta una riduzione delle malattie associate all’AIDS, un cospicuo allungamento della vita ed un netto miglioramento della qualità della vita. La persona malata va seguita in centri specializzati. Epatite B Cos’e l’epatite B? L’epatite B è un’infezione da un virus denominato Epatite B Virus (HBV); si può presentare nella forma acuta che molto spesso è asintomatica. La maggior parte delle volte viene diagnosticata già nella fase cronica o in base a sintomi specifici o occasionalmente. Come si trasmette? Il virus è presente nel sangue e in diversi liquidi biologici, quindi la trasmissione avviene per contagio da soggetti affetti da malattia acuta o cronica o da portatori sani, attraverso rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe tra tossicodipendenti, punture accidentali con strumenti infetti, accidentalmente attraverso l’uso in comune di rasoi o di spazzolini da denti, l’utilizzo di strumenti non sterili per piercing o tatuaggi, dalla madre al feto o neonato (in utero, al momento del parto, allattamento). Incubazione L’infezione può manifestarsi dopo 45-180 giorni. Sintomi e segni L’epatite acuta B è nella maggior parte dei casi asintomatica. In coloro in cui la malattia si manifesta, l’esordio è insidioso, con vaghi disturbi addominali, astenia, nausea, vomito, febbricola; spesso è presente ittero (colorazione gialla di cute e mucose), presenza di urine scure e feci chiare. L’epatite acuta guarisce quasi sempre. Altre volte evolve raramente nella forma fulminante (morte per insufficienza epatica) o nella forma cronica in circa 5-10% dei casi. Questa fase è spesso asintomatica e può rimanere stabile per molti anni. Nel 10% può progredire nell’arco di circa 10 anni in cirrosi epatica, che altera gravemente sia la struttura che la funzione del fegato e il più delle volte è letale. Una sua frequente e ancora più grave complicanza è il cancro al fegato (epatocarcinoma). Prevenzione E’ disponibile il vaccino per l’epatite B (obbligatorio in Italia per tutti i nuovi nati). E’ raccomandato l’uso del preservativo nei rapporti sessuali, la massima precauzione nella manipolazione di strumenti, aghi e altri oggetti potenzialmente infetti. La vaccinazione è fortemente raccomandata per i gruppi di popolazione a maggior rischio d’infezione (tossicodipendenti, conviventi di portatori cronici, personale sanitario, omossessuali, ecc.) Diagnosi Nel caso di comparsa di sintomi è necessario sottoporsi subito a controllo medico, esami del sangue, verificare la funzionalità epatica ed effettuare test sierologici specifici. Se si sono avuti comportamenti sessuali a rischio è importante sottoporsi al test per l’epatite B. Terapia La terapia della fase acuta è solitamente sintomatica (come per l’epatite A). Invece la terapia delle forme croniche si è evoluta negli ultimi anni con diversi farmaci che di solito riescono a bloccare la replicazione virale e quindi “congelano” la malattia impedendone l’evoluzione verso forme più gravi. Raramente però si ha l’eradicazione del virus. In caso di cirrosi o epatocarcinoma si utilizzano sempre gli stessi farmaci, ma in casi estremi occorre il trapianto di fegato. Epatite A Cos’è l’epatite A? L’epatite A è un’infezione del fegato causata da un virus chiamato Epatite A (HAV); si presenta in forma acuta con sintomatologia evidente o, spesso nei giovani, è in forma asintomatica. Come si trasmette In genere il contagio avviene per via oro-fecale: il virus entra nell’organismo con gli alimenti contaminati e viene eliminato con le feci. L’infezione si contrae con il consumo di acqua non potabile o cibi crudi contaminati o non cotti a sufficienza, soprattutto molluschi allevati in acque contaminate. Può essere trasmessa anche per contatto diretto da persona a persona attraverso rapporti sessuali oro-anali; il virus è presente nelle feci 7-10 giorni prima dell’esordio dei sintomi e fino a una settimana dopo, mentre è presente nel sangue solo per pochi giorni. Incubazione Il periodo di incubazione è di 15-50 giorni. Sintomi e segni La malattia, che dura 2-3 settimane, si manifesta con la comparsa di colorazione gialla di cute e mucose (ittero), presenza di urine scure e feci chiare, debolezza, inappetenza, nausea, vomito e febbre. In presenza di tali sintomi è consigliabile sottoporsi a controllo medico. Questa epatite ha generalmente un decorso benigno; tuttavia si possono avere forme con decorso protratto ed anche, molto raramente, forme fulminanti rapidamente fatali. Prevenzione E’ disponibile la vaccinazione che fornisce una protezione già dopo 14-21 giorni dalla prima dose. La vaccinazione consiste in due dosi; se effettuate tutte e due le dosi, la protezione dura circa 25 anni. E’ raccomandata nei soggetti a rischio e cioè a persone affette da malattie epatiche croniche, omossessuali, viaggiatori in aree endemiche, lavoratori in ambiente a rischio (laboratori di ricerca, fognature, ecc.), tossicodipendenti e contatti di soggetti con epatite acuta A. Molto importanti sono le norme igieniche per la prevenzione delle infezioni oro-fecali (igiene personale e delle mani, lavaggio e cottura delle verdure, cottura di molluschi, etc.) ed il controllo della coltivazione e della commercializzazione dei frutti di mare. Diagnosi La diagnosi viene formulata in seguito ad anamnesi accurata riguardante il consumo di cibi, rapporti orogenitali non protetti, e valutazione medica confermata da prelievo ematico per transaminasi e test sierologico specifico. Terapia Non esiste una terapia specifica, ma solamente il riposo ed eventualmente una terapia di supporto per alleviare i sintomi. Epatite C Cos’è l’epatite C? L'epatite C è un infezione del fegato causata da un virus denominato Epatite C Virus (HCV); si può raramente presentare in forma acuta sintomatica, ma molto più spesso è inapparente e viene diagnosticata quando è già cronica. Come si trasmette Il virus dell’HCV è presente nel sangue, quindi la trasmissione è per via parenterale tra persone che fanno uso delle stesse siringhe, in ambito sanitario se le procedure non sono rispettate rigorosamente ecc. E’ meno frequente la trasmissione materno-fetale; la trasmissione sessuale è documentata, ma meno frequente della trasmissione parenterale, in quanto il virus è meno presente nelle secrezioni biologiche. Incubazione 30-90 giorni Sintomi e segni L'infezione acuta da HCV è asintomatica in oltre 2/3 dei casi. I sintomi, se presenti, sono caratterizzati da dolori muscolari, nausea, vomito, febbre, dolori addominali, ittero, urine scure e feci chiare. L‘infezione acuta diventa cronica in circa l‘85% dei casi, che è una percentuale decisamente superiore rispetto all’epatite B. Il 20-30% di questi pazienti sviluppa nell’arco di 10-20 anni una cirrosi con evoluzione in epatocarcinoma in circa l’1-4% dei pazienti per anno. Prevenzione Attualmente non esiste un vaccino contro il virus dell’epatite C. Le uniche misure efficaci consistono nell’evitare lo scambio di siringhe o di altri strumenti potenzialmente infetti; raccomandato l’uso del profilattico nei rapporti sessuali a rischio. Diagnosi Sottoporsi a valutazione medica in caso di comparsa dei sintomi descritti e al prelievo per gli esami di funzionalità epatica e per il test sierologico specifico. È sempre importante sottoporsi al test per l’epatite C se si sono attuati comportamenti a rischio. Terapia La terapia da pochi anni è efficace e ben tollerata, di breve durata, circa 3 mesi e garantisce una elevata percentuale di guarigione tra il 90% e il 95%. È assolutamente da sottolineare che con queste terapie il virus può essere definitivamente eliminato. Sifilide Cos’è la Sifilide? La sifilide (o lue) è un’infezione diffusa in tutto il mondo causata da un batterio: il Treponema pallidum. Come si trasmette Si trasmette tramite rapporti sessuali, vaginali, anali o orali, non protetti. Si trasmette anche durante la gravidanza dalla madre al feto. Incubazione È compresa, tra i 3 e 90 giorni, in media 15-20 giorni. Sintomi e segni La malattia inizialmente si manifesta con una o più papule esulcerate, non dolorose dove è avvenuto il contagio (genitali, ano e bocca) a cui si accompagna un significativo ingrossamento linfonodale. In pochi giorni la lesione scompare. E’ la fase primaria della malattia. Se non curata la sifilide evolve nella fase secondaria, caratterizzata dalla comparsa dopo qualche settimana di macchie rosse a palmo delle mani, piante dei piedi ed al tronco, che scompaiono da sole nel giro di qualche mese. In assenza di terapia l’infezione passa, anche dopo 10-20 anni, alla fase terziaria caratterizzata da gravi lesioni cutanee, cardiache e neurologiche (neurolue). In caso di trasmissione materno-fetale ci possono essere gravi conseguenze per il bambino (aborto, danni a cute e agli organi interni). Prevenzione La principale misura preventiva è ovviamente costituita dall’uso corretto del preservativo. Nelle donne in gravidanza si effettua il test di screening. Diagnosi Viene formulata in seguito a visita medica, esami su sangue. In caso di comportamenti a rischio è sempre consigliato rivolgersi al medico per gli accertamenti. Terapia La sifilide è curata efficacemente con la penicillina, antibiotico che consente la guarigione completa. Herpes genitale Che cos’è l’Herpes genitale? Malattia causata dal virus Herpes simplex. Dopo il primo episodio la malattia può ripresentarsi più volte durante la vita, in coincidenza di stress psicofisico, calo delle difese immunitarie, malattie intercorrenti, traumi, ecc. Come si trasmette La trasmissione avviene tramite rapporto sessuale o oro-genitale non protetto. Incubazione Dal contagio alla comparsa dei sintomi possono passare dai 2 ai 20 giorni. Sintomi e segni La malattia si manifesta con la comparsa di piccole vescicole o erosioni, a genitali o ano. La prima volta che la malattia si manifesta causa bruciore o dolore intenso, talvolta febbre, difficoltà ad urinare e ingrossamento dei linfonodi inguinali. Le volte successive, le recidive hanno sintomatologia meno intensa e si risolvono più rapidamente. Prevenzione L’uso del profilattico è sempre la misura più efficace. Diagnosi Si effettua tramite visita medica. In caso di dubbio diagnostico si possono eseguire test specifici. Terapia Si basa sull’impiego di antivirali (aciclovir e derivati) per via locale o orale. Uretriti e Vaginiti Cosa sono le Uretriti e Vaginiti? Sono infiammazioni causate principalmente da batteri: Chlamydia, Mycoplasma, Gonococco (vedi oltre). Come si trasmettono La trasmissione avviene durante i rapporti sessuali vaginali, anali o orali non protetti. Incubazione L’incubazione può variare da un minimo di 2 fino a 15 giorni. Sintomi e segni La sintomatologia è caratterizzata da comparsa di bruciore, secrezioni, disturbi urinari, dolori. Talvolta invece il soggetto, pur infetto, non prova alcun disturbo. Queste infezioni, non curate, possono causare importanti complicazioni quali sterilità (sia nell’uomo che nella donna), dolori articolari, infiammazione delle ovaie (malattia infiammatoria pelvica), ecc. Quando colpiscono la donna in gravidanza possono inoltre causare problemi al bambino. La chlamydia ed il gonococco possono inoltre causare faringite o proctite (infiammazione della mucosa anorettale), con comparsa di secrezione, prurito e dolore. Prevenzione Per evitare l’infezione si raccomanda l’uso del preservativo. E’ importante che il trattamento venga esteso al partner. Diagnosi La diagnosi si basa su anamnesi, visita medica, tamponi microbiologici delle secrezioni o nella sede dell’infiammazione. Terapia Per la terapia si ricorre all’impiego di antibiotici (ceftriazone, azitromicina, doxiciclina, ofloxacina), sotto controllo medico. Gonorrea Che cos’è la gonorrea? La gonorrea è una malattia a trasmissione sessuale diffusa in tutto il mondo causata da un batterio contenuto nelle secrezioni genitali: la Neisseria gonorrhoeae. Come si trasmette Si trasmette attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e orali non protetti. Il nascituro si può infettare passando attraverso il canale del parto. Incubazione Da 2 a 7 giorni, a volte più a lungo. Sintomi e segni I sintomi e i segni più frequenti sono rappresentati da secrezioni purulente (giallastre) a livello dei genitali, da infiammazione dell’ano (proctite) o dalla gola (faringite), in relazione alle pratiche sessuali compiute. I sintomi sono molto più evidenti nei maschi. Se non trattata in maniera adeguata, nella donna, può causare problemi di sterilità. Prevenzione La misura preventiva è costituita dall’uso del profilattico durante i rapporti sessuali. Se si ritiene di essere infettati, consultare il medico, evitare contatti sessuali fino alla completa guarigione. Diagnosi La diagnosi abbastanza agevole, si effettua mediante valutazione medica dei sintomi, esame al microscopio e tampone microbiologico della secrezione nella sede dell’infezione. Terapia La terapia prevede l’uso di antibiotici (ceftriaxone). La guarigione è completa e rapida. E’ importante trattare anche il partner. Scabbia Cos’è la Scabbia? La scabbia è causata da un parassita (Sarcoptes) che scava delle gallerie nella cute e vi depone le uova. Come si trasmette La trasmissione avviene attraverso contatti intimi e prolungati, ad esempio sessuali, con una persona malata di scabbia, ma anche tramite scambio di indumenti, uso promiscuo di lenzuola e biancheria. Sintomi e segni E’ presente prurito intenso accentuato in particolare di notte (l’individuo si sveglia continuamente per grattarsi) con papule e lesioni lineari in particolare tra le dite delle mani, a polsi, gomiti, cavi ascellari. Le lesioni possono essere comunque presenti su tutta la superficie cutanea. Prevenzione Evitare il contatto intimo e prolungato con persone affette da scabbia. Evitare l’uso di indumenti infestati dall’acaro e di dormire in un letto o su lenzuola dove hanno dormito persone con questa malattia. Vanno trattate tutte le persone che hanno avuto stretto contatto con il malato e vanno disinfestati i suoi indumenti e la sua biancheria. Diagnosi La diagnosi viene fatta con la visita ed eventualmente esaminando le lesioni con una lente particolare. Terapia La terapia consiste nell’applicazione di una crema a base di permetrina al 5% dal collo in giù, da ripetere dopo 15 giorni. Vanno cambiati i vestiti e la biancheria (lenzuola, federe, ecc.) Pediculosi del Pube (“Piattole”) Cos’è la Pediculosi del Pube? Malattia causata da un parassita (pidocchio, Phthirus pubis) che si attacca alla base dei peli del pube (talvolta anche di addome, torace e barba nei soggetti con molti peli) su cui depone poi le proprie uova. Non colpisce il capo. Altro è il pidocchio del capo, Pediculus humanus capitis, che si localizza al cuoio capelluto e quello del corpo, Pediculus humanus corporis, che si annida tra le pieghe degli indumenti. Come si trasmette La pediculosi del pube si trasmette tramite rapporti sessuali ed anche tramite scambio di indumenti, asciugamani. Sintomi e segni E’ presente prurito intenso a livello pubico. Ad occhio nudo (meglio ancora con una lente) si possono vedere i pidocchi e le loro uova (“lendini”) attaccati ai peli. Talvolta riscontro di macchie di sangue negli indumenti intimi. Prevenzione Evitare il contatto sessuale e lo scambio di indumenti. Trattare tutte le persone che hanno avuto rapporti sessuali con la persona colpita. Disinfestare i suoi indumenti e la sua biancheria. Diagnosi La diagnosi viene fatta clinicamente. Terapia Applicare sulla zona colpita una crema a base di permetrina all’1% per 10 minuti e ripetere il trattamento dopo 7 giorni. Disinfestare la sua biancheria. Infezioni da Papillomavirus (HPV) Che cosa sono? Sono le infezioni causate da un virus: l’Human Papilloma Virus (HPV). Esistono più di 100 sottotipi di HPV. Alcuni provocano malattie non gravi come i condilomi, altri sono responsabili di tumori maligni come il cancro del collo dell’utero, della vulva, della vagina nella femmina; del pene, dello scroto nel maschio; dell’ano in entrambi i sessi. Alcuni possono colpire anche il tratto testa-collo (mucosa orale, faringe, laringe). Come si trasmettono L’infezione da HPV è diffusa in tutto il mondo e si contrae già in giovane età attraverso i primi rapporti sessuali, anche oro-genitali. Meno spesso tramite oggetti come sex toys, asciugamani, ecc. Circa l’80% delle persone attive sessualmente si contagia nell’arco della vita, sia maschi sia femmine. Sintomi e segni La maggior parte delle persone che si infetta guarisce spontaneamente, la grande maggioranza delle infezioni si risolve entro uno–due anni. Quando l’infezione persiste, a seconda del papillomavirus (HPV) con cui ci si è infettati, si possono sviluppare nell’area genitale neoformazioni benigne (i condilomi acuminati) o nell’arco di molti anni, neoformazioni maligne, quando ci si è infettati con papillomavirus (HPV) ad alto rischio oncogeno. I condilomi acuminati possono comparire a livello genitale esterno ed interno (vagina, cervice uterina), anale ed orale. Talvolta è presente prurito. Prevenzione Durante i rapporti sessuali va usato il preservativo che però non garantisce la protezione completa: non copre infatti aree quali scroto, pube, ano, ecc. Va usato anche nei rapporti oro-genitali. La vaccinazione è il mezzo più sicuro per proteggere sia maschi sia femmine. Un’elevata copertura vaccinale in entrambi porterà all’interruzione del meccanismo di trasmissione del virus. Vaccinarsi in un’età in cui i rapporti sessuali non sono ancora iniziati dà la massima protezione. La vaccinazione è efficace, ma il vaccino non combatte tutti i tipi di papillomavirus che possono causare il cancro a livello genitale e quindi le donne devono continuare ad effettuare regolarmente Pap-test. L’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige offre dal 2017 gratuitamente il vaccino contro l’HPV ai maschi e alle femmine tra gli 11 e i 18 anni. Diagnosi Nel caso dei condilomi la diagnosi è clinica. Talvolta occorre la biopsia con esame istologico. Nella donna le alterazioni delle cellule a livello del collo dell’utero vengono evidenziate tramite Pap-test. Terapia I condilomi possono essere asportati tramite laser, elettrocoagulazione, crioterapia o con l’applicazione di imiquimod o podofilina ecc. In caso di tumore del collo dell’utero, se in forma iniziale, si procede con la conizzazione (resenzione della cervice); se in stadio avanzato si procede con intervento chirurgico più allargato con radio e/o chemioterapia.