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trasporti ferroviari Pisa

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Università di Pisa
Anno Accademico: 2012/13
CORSO DI TECNICA ED ECONOMIA DEI
TRASPORTI
Docente: Marino Lupi
TRASPORTI FERROVIARI
PARTE C
1
La circolazione dei treni si riferisce a due serie fondamentali
di movimenti che si devono in ogni caso svolgere in
determinate condizioni di sicurezza: movimenti dei treni in
piena linea, movimenti dei treni nelle stazioni.
Della sicurezza della circolazione in piena linea si è trattato
esponendo i vari sistemi di distanziamento relativi ai vari
regimi di circolazione (blocco elettrico automatico a
circuito di binario, blocco elettrico conta assi …..).
Dobbiamo ora trattare i sistemi che vengono adottati per
realizzare le condizioni di sicurezza relativamente alla
circolazione dei treni nelle stazioni.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
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Nelle piccole stazioni viene svolto un movimento alla volta.
Nelle stazioni più grandi si rende necessario almeno
garantire la contemporaneità fra movimenti dei treni e
movimenti di manovra. Infine nelle grandi stazioni,
costituite da numerosi fasci di binari, occorre assicurare,
contemporaneamente , nelle dovute condizioni di sicurezza,
lo svolgersi contemporaneo di più movimenti di treni e di
manovre.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
3
Importanza stazione
Assicurare lo svolgersi
contemporaneo, e con le
necessarie condizioni di
sicurezza, di più
movimenti di treni e
manovre.
Contemporaneità dei
movimenti dei treni rispetto
ai movimenti di manovra
nello scalo merci.
Un movimento
alla volta.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Traffico linea
4
Nell’ambito delle stazioni vengono distinti movimenti di
arrivo, partenza, attraversamento e movimenti di manovra.
Movimenti di stazione

 PERCORSO =
PARTENZE dalla STAZIONE verso la LINEA 
ITINERARIO

TRANSITI attraverso la STAZIONE

ARRIVI dalla LINEA nella STAZIONE
MANOVRE:
PERCORSO = ISTRADAMENTO
I segnali sono disposti normalmente a via impedita e
vengono disposti a via libera una volta che è formato
l’itinerario (o istradamento) e sono verificate le condizioni
fra gli enti di stazione (deviatoi, circuiti di binario (c.d.b.),
pedali, segnali).
5
Itinerario di arrivo di un treno: è l’insieme dei tratti di
binario che devono essere percorsi dal treno atteso in
stazione. Per l’itinerario occorre acquisire le garanzie
necessarie per la sicurezza nei riguardi: sia della
disposizione dei deviatoi, sia degli accertamenti di libertà
del binario.
Fonte: Vicuna G. “Organizzazione e Tecnica Ferroviaria”, CIFI,1985
Nel caso di binario provvisto di segnale di partenza
l’itinerario di arrivo, come indicato in figura, è delimitato a
monte dal segnale di protezione (x) della stazione e a valle
del segnale di partenza (y).
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Caso A: binari di ricevimento provvisti di distinti segnali di
partenza
F.V.
Caso B: binari di ricevimento provvisti di comune segnale di
partenza
F.V.
itinerario di arrivo
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In caso di assenza di segnale di partenza dal binario.
L’itinerario di arrivo si estende dal segnale di protezione
della stazione al primo ente (traversa limite, punta di
deviatoio, paraurti binario tronco) situato oltre il punto di
normale fermata del treno di massima composizione.
punta di deviatoio
F.V.
Traversa limite
Caso C: binari di ricevimento sprovvisti di segnale di partenza
Traversa limite: traversa, generalmente segnalata in colore
bianco, posta tra due binari che si avvicinano ad un
deviatoio; indica la posizione che non deve essere superata
dai veicoli fermi su di un binario per consentire il passaggio
sul binario confluente.
8
binario di ricevimento
Caso A: binari di ricevimento provvisti di distinti segnali di partenza
F.V.
caso B: binari di ricevimento provvisti di comune
segnale di partenza
F.V.
caso C: binari di ricevimento sprovvisti di segnali di partenza
F.V.
Binari di ricevimento: Per binario di ricevimento o di
stazionamento si intende il binario, delimitato generalmente
da due scambi estremi, o da uno scambio ed un paraurti, o da
due traverse limite sul quale il treno espleta il servizio di
stazione.
9
Fonte: Vicuna G., “Organizzazione e Tecnica Ferroviaria”, CIFI,1985
Per sicurezza vengono evitati i movimenti dei treni a valle
del punto normale di arresto del treno in arrivo (segnale di
partenza). Questa zona è detta zona di uscita.
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ZONE DI USCITA
itinerario di arrivo
binario di ricevimento
zona di uscita
50 metri
Caso A: binari di ricevimento provvisti di distinti segnali di partenza
F.V.
zona di uscita
50 metri
Zona di uscita: prolungamento dell’itinerario di arrivo che deve
essere considerato, ai fini della sicurezza, alla stregua
dell’itinerario di arrivo.
⇒ 50 metri se binario di ricevimento provvisto di specifico
segnale di partenza;
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itinerario di arrivo
ZONE DI USCITA
binario di ricevimento
zona di uscita
100 metri
caso B: binari di ricevimento provvisti di
comune segnale di partenza
F.V.
zona di uscita
100 metri
zona di uscita
100 metri
F.V.
zona di uscita
100 metri
caso C: binari di ricevimento sprovvisti di segnali di partenza
⇒ Zone di uscita 100 metri se binario di ricevimento con
segnale di partenza comune ad altri binari di ricevimento o
sprovvisto di segnale di partenza.
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
ALTRI ITINERARI
Itinerario di partenza: tratto di binario, tra il punto di
stazionamento, in stazione, alla piena linea, che deve essere
percorso dal treno in partenza.
Itinerario di transito: unione dei due itinerari di arrivo e di
partenza.
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
LOGICA DI BASE DEGLI APPARATI CENTRALI
Collegamenti di sicurezza
Vincolo meccanico, od elettrico , fra gli organi di manovra
del segnale che comanda il movimento e i deviatoi ( e gli
altri eventuali enti di piazzale, come scarpe fermacarri,
barriere di P.L.): il vincolo assicura, nella posizione
richiesta per il movimento, i deviatoi e altri enti di
piazzale.
Devono soddisfare le seguenti condizioni:
⇒
possibilità di disporre il segnale a via libera solo
quando i deviatoi, e gli altri meccanismi interessati, siano
disposti ed assicurati nella posizione voluta;
⇒
possibilità di rimuovere i deviatoi e gli altri
meccanismi da tale posizione solo dopo aver disposto a via
impedita il segnale.
Apparecchi di deviazione
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Ago sinistro
Ago destro
Contrago sinistro
Contrago destro
Punta dell'ago
Primo cuscinetto di punta
Secondo cuscinetto di punta
Terzo cuscinetto di punta
Fermascambio a morsa
Apparecchio distanziatore dell'ago discosto
Tiranteria di manovra
Cerniera elastica
Fermascambio a morsa dotato di chiave
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I fermascambi a chiave sono degli elementi di base per
realizzare dei collegamenti di sicurezza. Infatti le chiavi
di risulta, ritirate dai fermascambi, possono essere
utilizzate per realizzare collegamenti di sicurezza con altri
enti che intervengono nella formazione degli itinerari (altri
scambi, segnali).
I
fermascambi a
chiave vengono rappresentati,
graficamente, nei piani schematici, con relativi numeri
racchiusi in un cerchietto: se il fermascambio assicura l’ago
sinistro (guardando lo scambio dalla parte degli aghi); in un
quadratino se assicura l’ago destro (guardando lo scambio
dalla parte degli aghi).
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Fonte: Cesari F., Rizzo V. e Lucchetti S.,
“Elementi dell’Esercizio Ferroviario”,
CIFI, 1999.
Il possesso da parte dell’operatore
della chiave 1 garantisce:
- il percorso di destra (direzione ad, detto anche, nel caso in figura,
di corretto tracciato) per la
direzione di provenienza da a;
- che la chiave 2 rimane
imprigionata in serratura e non può
essere tolta.
Il possesso della chiave 2 viceversa garantisce:
- che il binario è disposto per il binario di sinistra
(direzione a-s, detta anche, nel caso in figura, di deviata)
per la direzione di provenienza da a;
- che la chiave 1 rimane imprigionata in serratura e non può
essere tolta.
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Quindi, riassumendo,assumendo di parlare di destra e di
sinistra , guardando lo scambio dalla parte degli aghi:
-il possesso della chiave indicata nel cerchietto assicura lo
scambio sulla direzione destra (corretto tracciato nel caso
di scambio sinistro, ossia con deviata a sinistra; deviata nel
caso di scambio destro, ossia con deviata a destra)
- il possesso della chiave indicata nel quadratino, viceversa,
permette il blocco del tracciato sul binario di sinistra
(deviata nel caso di scambio sinistro, ossia con deviata a
sinistra; corretto tracciato nel caso di scambio destro,
ossia con deviata a destra).
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CONIUGAZIONE DELLE CHIAVI
In questi casi l’assicurazione del deviatoio in una determinata
posizione è condizionata dal posizionamento della chiave
coniugata del deviatoio (o scarpa fermacarri) che forma la
comunicazione.
Possesso della sola
chiave m
(n/y)
(x)
(m/x)
comunicazione tra
binari contigui
n y
x
m x
y
(y)
Possesso della sola
chiave n
x
(m)
(n/m)
collegamento con
binario tronco
dotato di scarpa
fermacarri
n
m
y
(x)
y
m
n
m
Possesso della sola
chiave n
19
La chiave di un fermascambio, che assicura lo scambio in una
posizione stabilita, è richiesta nella serratura centrale per
muovere la stecca relativa ad un segnale e consentire la
manovra a via libera. Questo rende possibile l’apertura del
segnale solo se lo scambio è assicurato nella posizione voluta.
Reciprocamente , se con la manovra a via libera del segnale la
chiave del fermascambio risulta vincolata, nella serratura
centrale, dalla stecca relativa al segnale, lo scambio non
potrà essere rimosso dalla sua posizione se non viene prima
ridisposto a via impedita il segnale stesso. Si attuano così le
due condizioni che costituiscono il collegamento di sicurezza.
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Fonte: Mayer L.“Impianti Ferroviari – Tecnica ed Esercizio”, CIFI,1970
Stazione semplice con manovra a mano degli scambi e
fermascambi. Tabelle ritiro chiavi.
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Fonte: Mayer L.“Impianti Ferroviari – Tecnica
ed Esercizio”, Cap. XXIV, CIFI,1970
Per rendere più sicuro
il corretto ritiro delle
chiavi volute si
montava, nell’ufficio
movimento, una
serratura centrale.
Serratura Centrale
La serratura centrale è costituita da una scatola metallica in
cui sono disposte le toppe in cui possono essere introdotte e
girate le chiavi dei vari fermascambi.
La rotazione della chiave provoca il movimento verticale di
una stecca di acciaio montata all’interno della serratura
centrale.
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Nell’esempio precedente l’estrazione del bottone
B
(itinerario da X in II) ha richiesto l’inserimento delle
chiavi 1 e 4 (che sono rimaste legate). L’estrazione del
bottone A (itinerario da X in I) richiede , e lega, la chiave
2 . Mentre quella del bottone C (itinerario da X in III) è
possibile solo introducendo le chiave 1 e 3 (che anche esse
rimangono vincolate).
Ai bottoni estratti viene affidata la chiusura di contatti
elettrici inseriti nel circuito di manovra del segnale
corrispondente all’itinerario realizzato ed un dispositivo
elettromeccanico che rende impossibile riportare il bottone
nella posizione iniziale (detta di “riposo” o “non estratta”), e
quindi liberare le chiavi, prima che il treno sia passato su un
dispositivo di liberazione posto a valle dell’ultimo scambio
collegato: pedale (ma ora soprattutto circuito di binario).
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
Movimenti contemporanei dei treni in Stazione
A-
Treni percorrenti itinerari indipendenti per disposizione
di impianto
B - Esistenza di collegamenti di sicurezza che garantiscono
l’indipendenza degli itinerari
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C - Sono ammessi movimenti di treni in itinerari di arrivo
contemporanei a movimenti di treni su altri itinerari
confluenti con i primi oltre la zona di uscita ed alle
seguenti condizioni:
- punto di convergenza (traversa limite dello scambio o
dell’attraversamento) protetto da segnale di partenza a
via impedita preceduto da avviso, distinto per binario e
ubicato a distanza di almeno 100 metri dal punto di
convergenza
- i binari di ricevimento non devono essere in discesa
superiore al 6‰ .
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Movimenti contemporanei dei treni in stazione : caso C
≥ 100 metri
Potenziale punto
di conflitto
≥ 100 metri
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Potenziale punto
di conflitto
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
LOGICA DI BASE DEGLI APPARATI CENTRALI
MODELLO DI PIANO SCHEMATICO DI UNA STAZIONE
CON DEVIATOI MUNITI DI FERMASCAMBI A CHIAVE
(8)
(7/8)
4
(5)
3
(1)
A
(6)
1
(11) (15)
7
II
10
(12) (16)
I
2
(2)
III
(3/4)
5
F.V.
(4)
PROSPETTO RITIRO CHIAVI
(9/10)
arrivi da A
1, 3, 7, 9, 13, 17
2, 3, 5, 7, 9, 17
2, 3, 6, 7, 9, 17
(10)
(14)
6
partenze per A
1, 3, 7, 9
2, 3, 5, 7, 9
2, 3, 6, 7, 9
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11
9
8
binario
I
II
III
(17/16)
B
(13/14)(18/15)
arrivi da B
3, 9, 13, 17
11, 13, 18
7, 12, 13, 18
partenze per B
9, 13, 17
11, 13, 18
7, 12, 13, 18
27
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
LOGICA DI BASE DEGLI APPARATI CENTRALI
(8)
(7/8)
4
III
(5)
3
(1)
A
10
(12) (16)
I
2
(2)
7
II
(6)
1
(11) (15)
(3/4)
F.V.
(4)
Chiavi da possedere
5
(9/10)
(10)
(14)
6
(17/16)
B
11
9
8
(13/14)(18/15)
da A al binario I
1
3
9 13 17 7
Materiale in sosta sui binari
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
LOGICA DI BASE DEGLI APPARATI CENTRALI
(8)
(7/8)
4
(5)
3
(1)
A
(6)
1
(11) (15)
7
II
10
(12) (16)
I
2
(2)
III
(3/4)
F.V.
(4)
Chiavi da possedere
5
(9/10)
(10)
(14)
6
(17/16)
11
9
8
B
(13/14)(18/15)
da B al binario III
18 12 13
7
Materiale in sosta sui binari
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
APPARATI CENTRALI: DEFINIZIONE
Impianto di una località di servizio (come ad esempio: una
stazione, un posto di movimento, un posto di comunicazione,)
per il comando a distanza della manovra degli enti di
stazione (deviatoi, segnali, scarpe fermacarri, passaggi a
livello) e che realizza i vincoli di sicurezza fra gli enti di
stazione stessi (segnali, deviatoi, scarpe fermacarri,
passaggi a livello, pedali, circuiti di binario).
30
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
POSTO DI MOVIMENTO E POSTO DI
COMUNICAZIONE: DEFINIZIONE
Posto di movimento: località di servizio, non adibita al
servizio pubblico, dotata di impianti atti ad effettuarvi le
precedenze dei treni nello stesso senso e, nel caso di linee a
semplice binario, gli incroci dei treni in senso opposto
Posto di comunicazione: località di servizio, poste su linee a
doppio binario, protetta da segnali di blocco, sprovvista di
impianti atti ad effettuare le precedenze, ma munite di
comunicazioni per il passaggio da un binario all’altro.
31
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
APPARATI CENTRALI:TIPOLOGIE
Questi apparati espletano il comando e controllo di tutti
gli enti di stazione (deviatoi, segnali, passaggi al livello) ed
in particolare realizzano i collegamenti di sicurezza fra
questi enti . Tali apparati inoltre interagiscono con i
sistemi di blocco che regolano la circolazione in piena linea
delle tratte limitrofe. La loro evoluzione ha seguito
l'evoluzione della tecnica ferroviaria.
32
Apparati con deviatoi manuali: il vincolo di sicurezza fra
deviatoi e segnali è costituito come abbiamo visto dalla
serratura centrale in cui sono inserite le varie chiavi dei
fermascambi.
Apparato Centrale
Idrodinamico: banco di
manovra
Fonte: Cesari, Rizzo e Lucchetti- Elementi
Generali dell’Esercizio Ferroviario, Cap.11,
2000.
Gli Apparati Centrali Idrodinamici (ACI) utilizzavano la
pressione di un liquido per manovrare gli enti di piazzale
(collegati al posto centrale tramite una rete di tubazioni).
Una serratura meccanica realizzava i necessari collegamenti
di sicurezza fra gli enti
A a partire dagli anni 20 e 30
nelle FS sono stati introdotti
gli
Apparati
Centrali
Elettrici (ACE) in cui gli enti
di stazione sono comandati
elettricamente. In un ACE i
collegamenti di sicurezza fra
le leve, che comandano gli
scambi e i segnali, sono
assicurati sia da serrature
meccaniche,
sia
da
collegamenti elettrici.
Fonte: Mayer L.“Impianti Ferroviari – Tecnica ed Esercizio”,
Cap. XXIV, CIFI,1970
La successiva evoluzione è stata quella degli Apparati
Centrali ad Itinerario (ACEI): in cui il comando di un
determinato itinerario avviene con un apposito pulsante che
predispone, globalmente, tutti gli enti (deviatoi, segnali) per
un determinato itinerario. I collegamenti di sicurezza fra i
comandi, che comandano gli scambi e i segnali, sono
assicurati da circuiti elettrici basati sulla tecnologia relè.
L’ultimo stadio dell’evoluzione tecnologica è quello, attuale,
degli Apparati Centrali Statici (ACS) o Apparati Centrali
Computerizzati (ACC) (Nel caso delle linee ad alta velocità
l’ACC è chiamato, come abbiamo visto, Nucleo Vitale
Periferico (NVC)) . Sostanzialmente sono degli apparati
simili agli ACEI nella logica (in particolare per la formazione
degli itinerari ): in cui i circuiti elettrici degli ACEI, basati
su relé, sono stati sostituiti con circuiti elettronici.
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
Ciclo di operazioni di un qualsiasi Apparato Centrale
per la formazione di un Itinerario
-Disposizione dei deviatoi interessanti il movimento del
treno
Garantire l’indipendenza dell’itinerario su cui si svolge il
movimento del treno (itinerario di arrivo + zona d’uscita)
rispetto ad altri itinerari o istradamenti facendo in modo
che:
•i deviatoi interessati siano disposti per realizzare tale
indipendenza;
•gli scambi siano vincolati fra di loro e con i segnali che
comandano il movimento che si deve svolgere sull’itinerario.
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36
-Assicurazione dei deviatoi interessanti il movimento
Opportuna fermoscambiatura dei deviatoi
- Controllo dell’efficienza (compresa la fermoscambiatura)
dei deviatoi che interessano l’itinerario.
-Controllo regolarità itinerario predisposto per il ricevimento
del treno Attraverso il prospetto ritiro chiavi (in passato) o
quadro luminoso;
- Controllo libertà itinerario predisposto per il ricevimento
del treno . Con ausilio di rilevatori elettrici (circuiti di
binario).
Caratteristica fondamentale di un apparato centrale è che i
comandi impartiti vengono accettati solo se l'apparato
verifica la fattibilità del comando stesso
37
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
APPARATI PER DEVIATOI MANUALI - ADM
Manovra
dei
deviatoi,
introducendo la chiave di
risulta,
estratta
dal
fermascambio, nell'apposita
serratura ed effettuando un
"giro di chiavi"
Manovra degli apparati lunga e
complicata incompatibile con
grandi volumi di traffico.
Itinerario formato con leve
(che azionano i segnali): i
segnali si aprono quando si
ha la garanzia che i deviatoi
sono nella posizione
corretta.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
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MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
APPARATI CENTRALI ELETTRICI ad ITINERARIO - ACEI
Per ciascun movimento di treno, il comando di tutti gli organi
operativi di piazzale interessati, viene impartito, in situazioni
normali, semplicemente premendo un pulsante di comando
d'itinerario. L’apparato procede automaticamente alle verifiche
di sicurezza necessarie e alla manovra pressoché
contemporanea degli enti interessati; infine, alla disposizione a
via libera del segnale (solo all’occorrenza l’apparato ha la
possibilità di effettuare manovre singole sui vari enti).
Tutti gli i collegamenti di
sicurezza
sono
realizzati
elettricamente tramite relè
("serratura elettrica“).
39
Riproduzione
costante
dell’aspetto dei
segnali e dello
stato dei binari
in un piano
schematico
dell’impianto
Comprende leve,
pulsanti, lampade
ausiliarie di
segnalazione
eventi.
Elemento su cui
interviene
l’operatore per
compiere azioni di
comando
sull’impianto.
Memorizzano lo
stato di particolari
eventi (aspetto
segnali, c.d.b., etc.)
e dispositivi (leve,
etc.)
Alimentazione
elettrica dell’apparato
e dei dispositivi
Unità che realizza i
collegamenti
elettrici tra il
banco e gli enti di
piazzale nel
rispetto della
logica di sicurezza
Apparati Centrali Elettrici ad Itinerari (ACEI) –
Predisposizione degli itinerari
L’apparato Centrale comanda gli enti di piazzale e controlla
che le seguenti condizioni, relative alla predisposizione e
alla verifica di un itinerario, siano soddisfatte:
- L’itinerario è compatibile con eventuali altri itinerari già
realizzati (condizione di compatibilità )
- L’itinerario da realizzare è libero (condizione di libertà).
- I deviatoi sono disposti in modo da realizzare il percorso
voluto (condizione di esistenza)
- L’itinerario una volta predisposto non può essere
modificato prima che il treno lo abbia utilizzato e quindi
“liberato” (condizione di irrevocabilità) .
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
41
Fonte: Ricci F. “Dispense del Corso di Trasporti Ferroviari,
Sapienza, Università di Roma , 2012.
Fasi di formazione
di un itinerario
(parte 1)
Il comando dell’itinerario (1),
innesca la manovra dei deviatoi
(3) e la registrazione
dell’itinerario(9)
L’attuazione di questi comandi è
subordinata alla verifica di
manovrabilità dei deviatoi(5) e di
compatibilità dell’itinerario(11).
La verifica dell’incompatibilità si
basa sulla matrice degli itinerari
(10)(è una matrice quadrata in
cui le righe e le colonne
corrispondono agli itinerari )
La matrice dei deviatoi (4) è una
matrice itinerari - deviatoi che
descrive i deviatoio (con la loro
posizione: diritta, rovescia) che
fanno parte dell’itinerario.
Fonte: Ricci F. “Dispense del Corso di
Trasporti Ferroviari, Sapienza,
Università di Roma , 2012.
Dopo la registrazione (12) viene effettuato il blocco, logico,
dell’itinerario (13) per impedire la, successiva, formazione di altri
itinerari incompatibili con quello che si è formato.
Fasi di formazione di un itinerario (parte 2)
Sono quindi effettuate le verifiche di libertà della via (15),
analizzando lo stato dei circuiti di binario che compongono
l’itinerario, e le verifiche di esistenza dell’itinerario (17), controllando
che i deviatoio abbiano assunto effettivamente la posizione
corrispondente all’itinerario prescelto. E’ attivata quindi la condizione
di irrevocabilità.
43
Fonte: Corazza G.R. e Malavasi G. “Tecnica della Circolazione”, Modulo del Master in Ingegneria
delle Infrastrutture e dei Sistemi Ferroviari, Università di Roma La Sapienza, 2013.
Esempio di matrice degli
itinerari
Casi di compatibilità e
incompatibilità
Schema di impianto e
matrice degli itinerari
44
MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI
APPARATI CENTRALI STATICI - ACS
L’ACS
(Apparto
Centrale
Statico), è detto anche ACC
(Apparato
Centrale
con
Calcolatore), ma anche NVP
(Nucleo Vitale Periferico). E’ un
“ACEI elettronico” dove il
sistema a relè, proprio degli
ACEI, è stato sostituito con
elementi statici (elettronici).
L’apparto può operare: tramite l’azione dell’uomo su organi
di manipolazione (mouse, tastiera), simili a quelli degli ACEI,
(pulsanti); telecomandato da posto centrale (anche gli ACEI
tradizionali comunque possono essere telecomandati da
posto centrale);
tramite apposito programma di
automazione e regolazione dei treni.
45
Tutti gli enti di stazione sono sottoposti al controllo di un
elaboratore che programma e gestisce il movimento dei
convogli prelevando orari ed informazioni da una determinata
memoria.
L’apparato è abilitato ad operare sia in totale autonomia
(delegando all'operatore addetto la sola funzione di controllo e
supervisione), sia in modo semi automatico (in cui l'operatore
dà il consenso definitivo dopo che l'apparato ha già predisposto
l'itinerario) ed infine in modalità totalmente manuale (quando
l'itinerario ed i comandi sono completamente gestiti
dall'operatore).
46
Nell’ evoluzione tecnologica dagli ACEI agli ACC non si
verificano tanto modifiche nella logica di base che
garantisce la sicurezza dell’esercizio, come per esempio
tutte le condizioni che devono essere soddisfatte per il
comando di un itinerario, ma si introducono sostanziali
innovazioni tecnologiche sui dispositivi di comando e
controllo, e quindi sulla possibilità di comando e controllo a
distanza di numerosi impianti, e sulla dimensione dell’area di
stazione che può essere controllata.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Fonte: Di Martire , M., Badini P., “Nuove Tecnolgoie per la Sicurezza e l’Alta Velocità Ferroviaria”, RFI 30 maggio 2007.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
48
Fonte: Calamai R., Bucarelli F., L’Apparato Centrale Computerizzato (ACC) di Pisa”,
Ingegneria Ferroviaria n.11, 2010.
Schema del Nodo Ferroviario
di Pisa
Un ACC di ultima generazione,
ed uno dei più estesi di Italia,
è stato recentemente
impiantato a Pisa.
L’impianto
accorpa
le
stazioni: di Pisa Centrale,
Pisa S. Rossore, Pisa
Aeroporto e Scalo Merci
di Campaldo in un unico
impianto con l’eliminazione
delle tratte di blocco fra
le stazioni.
Estensione dell’ACC di Pisa
Fonte: Calamai R., Bucarelli F., L’Apparato Centrale Computerizzato (ACC) di Pisa”,
Ingegneria Ferroviaria n.11, 2010.
Fonte: Calamai R., Bucarelli F.,” L’Apparato Centrale Computerizzato (ACC) di Pisa”, Ingegneria Ferroviaria n.11, 2010.
SISTEMI DI ESERCIZIO
Definizione: sistema di esercizio di una linea ferroviaria è il
tipo di organizzazione previsto per regolare la circolazione
dei treni.
Il Sistema di esercizio di una linea ferroviaria si può anche
definire come il complesso di norme e tecnologie, riguardanti
la regolarità e la sicurezza, che consentono di “organizzare”
il servizio circolazione treni sulla linea.
Da non confondere con i regimi (detti anche sistemi) di
circolazione di cui ricordiamo, qui di seguito, la definizione
“Complesso dei provvedimenti tecnici ed organizzativi
necessari per assicurare il corretto distanziamento fra i
treni”.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
52
SISTEMI DI ESERCIZIO
DIRIGENZA LOCALE (D.L.)
DIRIGENZA CENTRALE (D.C.)
DIRIGENZA CENTRALE OPERATIVA (D.C.O.)
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
53
SISTEMI DI ESERCIZIO
Sistema base: Dirigenza Locale
I Dirigenti Movimento (DM) , presenti in ciascuna stazione,
manovrano gli impianti di sicurezza per governare precedenze
e distanziamento fra i treni.
Collegamento telefonico (es: GSMR)
DM
DM
DM
DM
A
B
C
D
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54
Dirigenza Locale
Gestione della circolazione basata sui singoli Dirigenti
Movimento delle stazioni denominati Dirigenti Locali (D.L.)
che si avvalgono della collaborazione del personale dei treni,
dei manovratori e di qualsiasi agente presente in stazione.
I D.L. disciplinano la circolazione dei treni in linea in base
all’orario di servizio prendendo opportuni accordi con i
colleghi delle stazioni limitrofe e/o delle località di servizio
intermedie tramite telefono.
I D.L. regolano gli incroci (linee a binario unico) o le
precedenze (linee a doppio binario).
Dirigenza della circolazione limitata ai tratti di linea posti
tra due stazioni.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
55
SISTEMI DI ESERCIZIO
Aumento del traffico ⇒ Dirigente Centrale
Mansioni di supervisione della regolarità di marcia dei treni
– Coordinamento (via telefono in un primo tempo) dei DM
presenti localmente nelle stazioni a cui continua ad essere
affidata la manovra degli apparati di sicurezza.
DM
DM
DM
DM
A
B
C
D
Fonte:”La tecnica Professionale n.11
, novembre 2006..
DC
56
SISTEMI DI ESERCIZIO
Dirigenza Centrale
l sistema di esercizio con Dirigente Centrale (D.C.) consiste
nell'affidare la direzione della circolazione dei treni di una
linea, o tratto di linea, ad un agente speciale, denominato
Dirigente Centrale, il quale, da un determinato posto,
avendo a sua disposizione tutti gli elementi necessari, dà, in
ogni momento, le informazioni, i consigli o gli ordini
occorrenti per mantenere, o ristabilire, la regolarità della
circolazione dei treni.
Le mansione essenziali del Dirigente Centrale sono: curare
la regolarità della circolazione dei treni, eliminando le cause
dei ritardi; ottenere il migliore impiego del personale e il
più intenso sfruttamento dei mezzi di cui la linea dispone.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
57
SISTEMI DI ESERCIZIO
Dirigenza Centrale
Il Dirigente Centrale, a mezzo del telefono selettivo di cui
dispone, corrisponde coi posti collegati della sua sezione di
linea e con determinati altri situati fuori di essa sui tratti
antenna (tratti limitrofi a quelli di sua giurisdizione); segue
costantemente la corsa dei treni nella sua sezione di linea,
ne traccia il grafico reale e si tiene informato di tutti gli
elementi (trazione, personale, composizione, ecc.) e
circostanze interessanti i treni stessi.
Il sistema di dirigenza centrale: facilita quindi la scelta
delle stazioni più appropriate per precedenze ed incroci
anormali; la pronta conoscenza delle fermate prolungate in
linea o della corsa irregolare dei treni; la determinazione
delle stazioni in grado di ricevere o trattenere un treno; la
scelta del momento più opportuno per le manovre
interessanti i binari di circolazione.
58
Dirigente Centrale, vecchia scrivania :
orario grafico reale (non programmato)
fatto a mano
Scrivania DC Sezione Verona-Bologna a metà anni
‘80 ,Foto G. Baldassarro..
SISTEMI DI ESERCIZIO
Fonte:”Argomenti”, n.10, 2006, RFI..
Dirigente centrale con
sistema Controllo
Circolazione Linee (CCL):
postazione, multi-monitor,
che permette di
visualizzare, in tempo reale,
lo stato dell’intera tratta
ferroviaria di competenza.
SISTEMI DI ESERCIZIO
Dirigenza Centrale Operativa (DCO) - Basata su un sistema di
gestione centralizzata della circolazione “Centralized Traffic
Control” (CTC)
DCO / CTC
A
B
C
D
Fonte:”La tecnica Professionale n.11 , novembre 2006
L’operatore della Circolazione, Dirigente Centrale Operativo
(DCO), assume, attraverso una rete dedicata alle effettuazioni
diteleoperazioni, la contemporanea dirigenza movimento di
tutti i posti periferici.
60
Il Dirigente Centrale Operativo (D.C.O.) assume personalmente
la dirigenza movimento di tutti i posti di servizio della linea a
lui affidata; si avvale della collaborazione dei dirigenti
movimento delle stazioni porta e, per determinate operazioni
previste in situazioni particolari, si avvale anche della
collaborazione del personale dei treni, nonché di quello che,
eventualmente, presenzia i posti di servizio.
Collaboratori del D.C.O.:
⇒ Dirigenti Movimento delle stazioni
porta (sempre presenziate).
⇒ Apposito Incaricato delle località
di servizio presenziate.
⇒ personale dei treni (“agente
treno”).
Dirigenza Centrale Operativa
Il C.T.C. è costituito da un posto centrale e da posti
periferici collegati da un canale di trasmissione per le
effettuazioni di teleoperazioni che consentono l'invio di
comandi dal posto centrale verso la periferia e la ricezione
di controlli in senso inverso.
SP
PS
PS
PS
PS
SP
Tratta di giurisdizione
SP stazione porta
PS posto satellite telecomandato
Alcuni PS possono
essere presidiati da
Dirigenti
Movimento
PC posto centrale
MO.DEM.
telecomandi
telecontrolli
PC
62
SISTEMI DI ESERCIZIO
Fonte:”Argomenti”, n.10, 2006, RFI..
CTC per linee regionali
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63
Fonte:http://www.unferrovieremacchinista.it/capostazione_manovratori.html
Dirigente Centrale Operativo del nodo ferroviario di
Bologna. Primo CTC in Italia, 1957 (recentemente
sostituito con SCC). Il primo CTC, negli Stati Uniti, è del
1927 (New York Central Railroad fra Stanley and Berwick,
Ohio).
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SISTEMI DI ESERCIZIO
Sistema Comando e Controllo (SCC)
Sistema di Gestione della Circolazione Ferroviaria di ultima
generazione: governa tratte più estese di un CTC.
Normalmente: CTC 100-200 km, SCC 500 –1000 km) .
Inizialmente i sistemi SCC furono chiomati “CTC grande
rete” a sottolineare la loro nascita come evoluzione dei
sistemi CTC.
Il termine deriva dal fatto che il sistema consente l'invio di
comandi dal posto centrale verso la periferia e la ricezione
di controlli in senso inverso.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
65
Il SCC si presenta come una “sala di regia” in cui sono
presenti gli addetti al movimento che comandano e
controllano: gli apparati e le tecnologie di sicurezza lungo la
linea (segnali, scambi, circuiti di binario, passaggi a livello) e
gli apparati centrali di stazione .
Nel
“posto centrale” viene eseguita la
gestione
centralizzata della diagnostica (monitoraggio a distanza
delle condizioni degli impianti) e la manutenzione delle
infrastrutture (gestione centralizzata e coordinamento degli
interventi di manutenzione). In particolare viene esercitato
il controllo centralizzato degli impianti di trazione elettrica.
Sono inoltre esercitate le funzione di telesorveglianza e
sicurezza e di informazione al pubblico e ai clienti (aziende
di trasporto) proprie del gestore dell’infrastruttura
ferroviaria (RFI).
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Fonte: RFI, direzione Tecnica, progetto SCC
Sottosistemi fondamentali di un SCC
Circolazione
Diagnostica e
Manutenzione
Integrazione
Integrazione
sistemistica
sistemistica
Telesorveglianza
e Sicurezza
Sistemi di
Informazione al
pubblico e ai clienti.
Sistemi di telecomunicazione
Integrazione: fra le funzioni, fra gli operatori e fra le tecnologie
Sottosistema Circolazione di SCC
- Gestione della circolazione sulla parte di rete di
giurisdizione attraverso comando e controllo degli apparati
centrali di stazione e degli enti di linea (quali
deviatoi,segnali, circuiti di binario,passaggi a livello).
A questo fine nel Posto centrale vi sono diversi DCO che
hanno giurisdizioni sulle linee, o parti di linea, di cui è
composta la rete ferroviaria su cui ha giurisdizione lo SCC
nel suo complesso.
Postazione DCO
DCO “spalla”
DCO “principale”
Fonte: Mastrodonato E.,”Programma di Rinnovo ed Accorpamento dei CTC”, La Tecnica Professionale n.5 2009
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
69
I diversi DCO sono coordinati da un “master” di
circolazione, il Dirigente Centrale Coordinatore del
Movimento (DCCM) che ha sede nella sala in cui sono
riunite le postazioni dei DCO. Il DCCM, inoltre, attiva
piani di emergenza, decide cosa fare in situazione
perturbata.
Nella sala operativa è anche presente un Dirigente
Regolatore che in particolare decide dove fare le
precedenze
Ogni stazione non telecomandata è una “stazione porta”
dove i treni escono ed rientrano nel sistema “controllato”
(queste possono essere anche delle stazioni intermedie nel
tratto telecomandato).
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Primo SCC in Italia - SCC Tirrenica – Posto Centrale
di Pisa
Fonte:www.rfi.it.
Grande Quadro Sinottico
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Sala Comando
del Posto
Centrale di Pisa
71
Fonte: http://www.trenitalia.com/cms-file/allegati/rfi/SCC_direttrice_Tirrenica.pdf
Esempio : SCC di Pisa (SCC della direttrice tirrenica)
Dal posto centrale sono governati 531 km di linea (in
realtà ora sono di più)
Modulo Viareggio
–Campiglia
(compreso tratta di
linea Pisa-Empoli e linea
Pisa- Colleslvetti-Vada)
Modulo Sestri
Levante - Viareggio
Vi è un DCO dedicato
a questa parte di linea
(lo stesso per gli altri
moduli)
Modulo
Campigliamaccarese
Fonte: http://www.trenitalia.com/cms-file/allegati/rfi/SCC_direttrice_Tirrenica.pdf
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Fonte: http://www.trenitalia.com/cms-file/allegati/rfi/SCC_direttrice_Tirrenica.pdf
Fonte: http://www.trenitalia.com/cms-file/allegati/rfi/SCC_direttrice_Tirrenica.pdf
Lo SCC di Pisa ha ora giurisdizione anche sulla linea Pontremolese (La
Spezia- Parma) e sulla rete della Lucchesia (vi sono altri due DCO).
Sottosistema Diagnostica e Manutenzione
Fonte: Ducati Sistemi
Fonte: Stagni E., Meccanica
della Locomozione,Patron,
Bologna, 1980.
Fonte: Malavasi, in Cantarella (a cura di) , “Introduzione
alla Tecnica dei Trasporti e del Traffico con elementi di
Economia dei Trasporti”, UTET, Torino., 2001
Fanno capo al posto centrale i dispositivi di diagnostica come
per esempio i dispositivi di Rilevamento della Temperatura
Boccole (RTB) dei treni in transito.
I cuscinetti a rotolamento
(boccole) scaricano sugli
assi (fuselli) il peso della
cassa.
Fonte: Ducati Sistemi
Questi sistemi rilevano la
temperatura raggiunta dai
cuscinetti a rotolamento
(boccole), e la temperatura
dei sistemi frenanti.
L’addetto nel Posto Centrale valutata la eventuale severità
della condizione e
fa ridurre la velocità del treno,
eventualmente fino al suo arresto.
Per quanto riguarda la manutenzione fanno capo al Posto
Centrale la manutenzione dell’infrastruttura: binario,
impianti di sicurezza e segnalamento, telecomunicazione,
di tutta la rete di giurisdizione.
Inoltre il Posto Centrale, sede del SCC, è sede del DOTE
(Dirigente Operativo Trazione Elettrica) che cura la
gestione e la manutenzione degli impianti di alimentazione
della linea di contatto e della linea di contatto stessa .
Questa funzione viene spesso considerata come un
sottosistema a parte.
Sottosistema Telesorveglianza e Sicurezza
Fanno parte di questo sottosistema le attività e le
apparecchiature informatiche e di telecomunicazioni per la
gestione della Telesorveglianza e della Sicurezza degli
utenti: telecamere nelle stazioni, in particolare in quelle
non presenziate, per monitorare i locali: a supporto della
gestione della sicurezza delle persone e delle cose (
problema del danneggiamento delle infrastrutture da parte
di vandali ……).
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Sottosistema di Informazioni al pubblico e ai clienti
Nel Posto Centrale del SCC sono centralizzate le
apparecchiature informatiche e di telecomunicazioni per
l’informazioni agli utenti.
Si suole includere in questo sottosistema anche
l’informazione a soggetti terzi, ossia alle imprese di
trasporto. Una delle figure che è stata introdotta con
l’attivazione del SCC è quella del responsabile dei rapporti
con le imprese: in quanto RFI (Rete Ferroviaria Italiana)
svolge il ruolo di gestore dell’infrastruttura che deve
assicurare l’accesso alla rete alle vari imprese di trasporto
commercializzando le tracce orario.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
SCC della Direttrice
Adriatica
Posto Centrale:
Bari
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Progetti in corso di SCC nel 2006
M. Lupi:"Tecnica
Lupi: "Tecnicaed
edEconomia
Economiadei
deiTrasporti"
Trasporti"--Università
Universitàdi
diPisa
Pisa--A.A.
A.A.2012-13
2012-13
CLASSIFICAZIONE LINEE RFI
(giugno 2010)
totale
16.703 km
linee fondamentali, caratterizzate da un’alta
densità di traffico e da una elevata qualità
dell’infrastruttura, comprendono le direttrici
internazionali e gli assi di collegamento fra le
principali città italiane
6.431 km
linee di nodo, che si sviluppano all’interno di
grandi zone di scambio e collegamento tra
linee fondamentali e complementari situate
nell’ambito di aree metropolitane
933 km
Fonte:www.rfi.it.
linee complementari, con minori livelli di
densità di traffico, costituiscono la maglia di
collegamento nell’ambito dei bacini regionali
e connettono fittamente tra loro le direttrici
principali
9.339 km
83
CLASSIFICAZIONE LINEE RFI
(giugno 2010)
ALIMENTAZIONE
• Linee elettrificate
• Linee a doppio binario
• Linee a semplice binario
• Linee non elettrificate (diesel)
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
6.827 km
9.191 km
Fonte:www.rfi.it.
TIPOLOGIA
• Linee a doppio binario
• Linee a semplice binario
11.906 km
7.436 km
4.470 km
4.798 km
84
Linee telecomandate
(giugno 2010)
Fonte:www.rfi.it.
11.315 km di linee con
sistemi SCC, SCC-AV,
SCC-M e CTC (11.454
km al 30 giugno 2012)
85
M. Lupi:"Tecnica
Lupi: "Tecnicaed
edEconomia
Economiadei
deiTrasporti"
Trasporti"--Università
Universitàdi
diPisa
Pisa--A.A.
A.A.2012-13
2012-13
M. Lupi:"Tecnica
Lupi: "Tecnicaed
edEconomia
Economiadei
deiTrasporti"
Trasporti"--Università
Universitàdi
diPisa
Pisa--A.A.
A.A.2012-13
2012-13
Dirigenza Posto di Comando (DPC) – Sistema di esercizio per
cui una singola stazione, non presenziata, può essere
subordinata e quindi telecomandata da un Dirigente
Movimento di una stazione limitrofa.
Dirigenza Unica (Sistema “in corso di estinzione”): Sistema
di esercizio in cui un’unica persona ha la responsabilità
dell’esercizio su tutta l’estensione di una linea. Il Dirigente
Unico risiede in un posto di servizio ubicato, in genere, al
centro della linea,
Il dirigente unico compila un grafico della circolazione dei
treni simile a quello previsto per il Dirigente Centrale.
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
Il Dirigente Unico si avvale della
collaborazione:
- Capo treno che nelle stazioni assume le funzioni di
dirigente dell’esercizio alle dipendenze tramite telefono
del Dirigente unico (il capo treno si avvale della
collaborazione del personale di scorta al treno).
- Aiutante di Movimento che presenzia la stazione
- Macchinisti
Il punto debole del sistema è che non esiste collegamento,
meccanico o elettrico, fra ordini impartiti dal Dirigente
Unico e le operazioni effettivamente compiute in loco
dagli operatori designati
Sistema “in corso di estinzione”
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
RETE COMPARTIMENTALE TOSCANA
CARATTERISTICHE DI BASE
TE 2
TE 1
TD 2
90
TD 1
RETE COMPARTIMENTALE TOSCANA
REGIMI DI CIRCOLAZIONE
BAcc>4
BAcc
BA
91
BCA
RETE COMPARTIMENTALE TOSCANA
SCMT / SCC
SCMT
SSC
92
RETE COMPARTIMENTALE TOSCANA
SISTEMI DI ESERCIZIO
CTC/DCO
con SCC
CTC/DCO
DC
93
Riassumiamo infine: le principali sigle sigle relative ai sistemi
che danno sicurezza in ferrovia
BACC: Blocco Automatico a Correnti Codificate
ERTMS / ETCS - Livello 2: European Rail Traffic Management
System / European Train Control System
GSM-R: Global System for Mobile communications- Railways
SCMT: Sistema di Controllo della Marcia del Treno
SSC: Sistema di Supporto alla Condotta
ACEI: Apparato Centrale Elettrico a Itinerari
ACC:
Apparato Centrale Computerizzato
SCC:
Sistema di Comando e Controllo
M. Lupi: "Tecnica ed Economia dei Trasporti" - Università di Pisa - A.A. 2012-13
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