Locandina - Comune di Follonica

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Titolo: La storia di Erika
Autori: Vander Zee Ruth, Innocenti Roberto
Editore: C'era una volta. . .
Data di Pubblicazione: 2003
ISBN: 8886144717
Pagine: 24
Reparto: Libri per ragazzi
Le stelle sono tante...
I segni e i simboli fortemente condivisi sono un patrimonio geloso delle comunità, da rispettare,
comprendere, salvaguardare. La stella di David per il popolo ebraico ?, oggi, la memoria stessa
dell'Olocausto. Proprio perché fu ridotta a segno sprezzante che i nazisti cucivano sulle giacche e sulle vesti
degli ebrei per segnalare una discriminazione, oggi si riafferma come atto d'orgoglio e d'appartenenza di un
popolo libero. Israele pone quel segno nella bandiera nazionale. Non è una stella, quella di David, che può
essere scambiata con nessun'altra stella. Per il semplice motivo che solo quella stella ha "quel" complesso
di significati e "quel" complesso di storia.
Sorprende allora non poco che nella copertina dell'edizione americana del bel libro di Ruth Vander Zee e
Roberto Innocenti "La storia di Erica", al posto della stella di David che compare in tutte le altre edizioni
(anche in quella italiana pubblicata da 'C'era una volta!') vi sia una anonima e insignificante stelluccia a
cinque punte.
La 'storia di Erica' è quella che la protagonista racconta a due giovani incontrati per caso. è la storia di una
madre che si separa dalla figlioletta appena nata gettandola fuori dal treno che la sta portando, insieme a
centinaia di altri ebrei, al campo di concentramento. Un gesto estremo che salva la bambina da un destino
atroce.
La storia di Erica ha i colori cupi delle illustrazioni di Roberto Innocenti. Stazioni grigie di ferraglia, divise
verdastre, binari che corrono all'infinito verso il niente, cielo plumbeo. Un debole raggio di sole arriva solo su
quella carrozzina abbandonata. Un po' di colore c'è solo nella copertina rosa che avvolge la bambina.
Il racconto di Erica è fatto tutto di domande a cui la protagonista non sa nè può dare risposta. Quando sono
nata? Qual è il nome che mi aveva dato mia madre? avrà sofferto e pianto prima di lanciarmi fuori dal treno?
Mi avrà baciato per l'ultima volta? Sono domande cui si d? risposta ipotetica ma certa. E sono risposte su cui
si costruisce una memoria reale non dei ricordi del vissuto, ma dei ricordi dell'immaginato.
Il finale è pacatamente tragico: " Si diceva una volta che il mio popolo sarebbe stato numeroso come le stelle
del cielo. Sei milioni di quelle stelle si spensero tra il 1933 e il 1945... La mia stella brilla ancora!"
La scelta editoriale di togliere la stella di David dalla copertina appare, a lettura conclusa, ancor più
singolare. Tanto più pensando che il titolo che Ruth Vander Zee voleva per il suo testo era "Sei milioni di
stelle". nè c'è da pensare ad una svista tipografica, poich? Innocenti assicura di aver segnalato
ripetutamente il fatto.
? stata una scelta editoriale (sic)! L'art director di Creative Editions (l'editore americano del libro), ha ritenuto
che la stella a cinque punte fosse più accattivante e bella, meno tozza e più facilmente 'vendibilé. Il suo
giudizio è stato supportato da quello della 'reté di distribuzione e vendita. c'è qualcosa da aggiungere?
Qualcuno ha qualcosa da aggiungere?
Rosa Bianca di Roberto Innocenti
E’ questo uno di quei libri dove le immagini hanno una carica espressiva forte, dove i
colori e i dettagli di ciò che lo sguardo di Rosa Bianca coglie, colpiscono più di una
foto, più di un racconto.
La città che la bimba vede è sempre pennellata di tonalità serie e cupe: i visi trionfanti
dei soldati, le bandiere, la sicurezza del borgomastro, la guerra, la disfatta, i
bombardamenti, i campi di sterminio, le macerie. La curiosità spinge Rosa Bianca a
guardare oltre le apparenze di una realtà "sotto controllo" per farle scoprire tragiche
figure di bambini oltre un filo spinato in mezzo al bosco.
Un nodo di emozioni accompagna il lettore fino all’ultima pagina, dove finalmente
un’esplosione di colori primaverili riporta alla vita, ma non il sorriso di Rosa Bianca.
Dopo una lezione di storia sugli orrori della seconda Guerra Mondiale leggerlo a voce alta e lasciarlo aperto
sul tavolo perché si possano vedere e rivedere le immagini.
Una bambina tedesca durante l’ultima guerra scopre la dura realtà dei campi di concentramento e aiuta i
bambini deportati, procurando loro da mangiare; alla fine della storia Rosa Bianca muore uccisa dai
soldati, ma la guerra finisce, inizia la ricostruzione della città e riprende la vita normale.
Il libro è composto da stupende illustrazioni e da pochissime righe di testo; la realtà storica proposta può
essere soltanto intuita, perché il libro non offre precisazioni e il racconto scorre via come una favola un
po’ triste, ma positiva.
Un’occasione per genitori e insegnanti per approfondire con i bambini, oltre i fatti dell’ultima guerra,
alcuni temi importantissimi: l’orrore della guerra e l’odio tra le razze, la solidarietà e il sacrificio che
sempre portano il bene, la speranza, la pace; e la necessità che tutti si impegnino per ricostruire un
mondo migliore.
Rosa Bianca / idea e illustrazioni di Roberto Innocenti. – Pordenone : C’era una volta…, c1990. – 1 v. : ill. ;
29 cm € 10,33