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34764 249196 RIASSUNTO INTRODUZIONE ALLE TECNICHE

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Introduzione alla tecniche per la valutazione della personalità
I test nascono da una necessità di quantificare, di utilizzare prove oggettivamente
controllabili, ed hanno consentito alla psicologia di distaccarsi dalla filosofia e di confrontarsi
come le altre scienze cosiddette “esatte”.
Vi era una necessità di rispondere a tre tipi di bisogni fondamentali:
 Necessità di avere a disposizione strumenti che presentino le caratteristiche attribuite
alle scienze per eccellenza.
 Esigenza di individuare mezzi rapidi per rispondere alle richieste di risoluzione di
problemi pratici.

Il desiderio di disporre di strumenti più oggettivi che possano aiutare a limitare l’ansia.
EVOLUZIONE STORICA DEI TEST DI PERSONALITA’
Un test psicologico consiste in una misura obiettiva e standardizzata di un campione di
comportamento.
Con il termine test di personalità si indicano quegli strumenti che misurano le caratteristiche
emotive, motivazionali, interpersonali e di atteggiamento di un individuo, distinte dalle sue
abilità intellettive.
Storicamente è stato Kraepelin a tentare per primo di effettuare una misurazione sulla
personalità usando un test di libere associazioni.
Fondamentale può essere considerato anche il contributo di Galton (procedimenti di
discriminazione sensoriale) e di Cattell (prove o test mentali; misura le reazioni psicofisiche e i
processi cognitivi elementari).
Il prototipo dei questionari di personalità è rappresentato dal Personal Data Sheet, elaborato
durante la prima guerra mondiale da Woodworth per individuare tra le reclute chiamate alle
armi quelle che presentavano “tendenze psiconevrotiche”.
Può essere considerato come il modello che ha sollecitato la costruzione di successivi
questionari di adattamento emotivo.
Il ventennio tra il 1920 e il 1940 è il periodo di maggiore fioritura dei test, diventava sempre
più evidente la necessità di utilizzare strumenti in grado di misurare attitudini specifiche.
Tale esigenza fu supportata dall’uso di un metodo statistico: l’analisi fattoriale, che
determinò la messa a punto di strumenti per l’individuazione di tratti non intellettivi e di
batterie attitudinali multiple, in grado di misurare più attitudini.
La rapida diffusione dei test determinò nella seconda metà degli anni ’50 le prime
manifestazioni di disagio da parte dell’opinione pubblica americana, che li considerava come
una forme di intrusione della sfera privata degli individui.
Per rispondere a quello che fu definito un movimento anti-test, gli psicologi reagirono in vario
modo.
In primo luogo si preoccuparono di valutare gli effetti sociali del testing psicologico.
L’associazione degli psicologi americani si fece promotrice della pubblicazione degli Standard of
Educational and Psychological Tests, che conteneva una versione aggiornata delle indicazioni
tecniche usate per la costruzione, somministrazione e valutazione dei test, nel rispetto della
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persona e del rigore scientifico.
In secondo luogo si sforzarono di creare strumenti sempre più precisi.
Ogni strumento ha una sua peculiarità e misura aspetti diversi della personalità.
LA VALUTAZIONE DELLA PESONALITA’
Il tema della valutazione psicologica è stato oggetto di dibattuto tra sostenitori della tradizione
psicometrica e i fautori della tradizione clinica.
In ambito clinico, i test diventano strumenti preziosi per il diagnosta che può riuscire a
stabilire non soltanto come una persona si colloca rispetto all’uomo medio, ma anche
considerare il rapporto quantitativo e qualitativo tra le diverse parti del suo funzionamento.
In linea generale, nel contesto clinico, i test vanno usati quando il loro impiego fornisce
informazioni utili per valutare quantitativamente e qualitativamente condizioni momentanee o
durevoli del funzionamento psichico, normale o patologico.
In ogni caso non sono i singoli test o una batteria di test che forniscono un profilo esaustivo
della persona esaminata.
Compito essenziale del clinico è quello di integrare elementi d’informazione diversi in un
quadro coerente dell’individuo.
Un’attenta considerazione deve inoltre essere rivolta al significato che il test assume per il
paziente: per alcuni soggetti la somministrazione di strumenti psicologici rappresenta
un’esperienza inutile e talvolta minacciosa.
L’applicazione degli strumenti richiede disponibilità, accettazione e collaborazione, affinché il
soggetto comprenda la necessità e il contributo.
Il testing presuppone uno sforzo da parte del soggetto, per questo sono di fondamentale
importanza un ascolto e un’attenzione empatica da parte dello psicologo.
LA SCELTA DEGLI STRUMENTI
Per effettuare una valutazione che possa analizzare i diversi aspetti della costituzione psichica
di un soggetto è auspicabile usare una batteria di test.
In generale, gli strumenti usati per la valutazione della personalità possono differenziarsi in:
 Misure autodescrittive, che fanno parte dei cosiddetti test oggettivi e presentano
possibilità di risposte limitate (vero/falso)
 Tecniche proiettive in cui gli stimoli sono ambigui e prevedono un’ampia gamma
d’interpretazioni da parte del soggetto.
Gli inventari e i questionari autodescrittivi sono denominati test obiettivi perché prevedono
metodi applicativi, modalità di risposta e d’interpretazione dei risultati obiettivi e
standardizzati.
La somministrazione può essere effettuata sia individualmente che collettivamente.
Nella valutazione della personalità, test obiettivi occupano un posto di rilievo: sono gli
strumenti più facilmente impiegabili nella pratica professionale sia in contesti clinici sia nella
selezione del personale.
Le tecniche proiettive si caratterizzano invece per la scarsa strutturazione degli stimoli
presentati e per la libertà concessa nelle possibilità di risposta.
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Uno dei principali vantaggi offerti da questi strumenti è proprio la scarsa strutturazione del
materiale, che rende più difficile la falsificazione delle risposte rispetto alle tecniche strutturate.
I test proiettivi possono richiedere: associazioni con macchie d’inchiostro (Rorschach) o con
parole, costruzione di storie, completamento di frasi o storie, esecuzione di un disegno ecc.
I QUESTIONARI DI PERSONALITA’: MMPI-2
I questionari di personalità sono usati per rilevare tratti o caratteristiche predittivi di
comportamenti normali o patologici e per formulare una diagnosi.
Tra i test di personalità, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI) è lo strumento
più diffuso in campo internazionale.
Ideato da Hathaway e Mckinley, fu utilizzato inizialmente per identificare disturbi mentali p
comportamenti patologici in ambito psichiatrico, ma in breve tempo trovò una sua utilizzazione
in molteplici settori come i centri anti-droga, in amibito militare e nel lavoro clinico.
Con il passare degli anni, però, la necessità di un aggiornamento dello strumento diventa
sempre più evidente, in molti concordarono sui limiti e difetti dello strumento.
Le affermazioni contenute nel test risultavano ormai obsolete e potevano essere contestate per
il loro contenuto intrusivo.
Questi problemi fecero sì che l’University of Minnesota Press decidesse di formare un Comitato
che aveva il compito di ristandardizzare il MMPI.
Il minuzioso lavoro di ricerca del Comitato ha determinato la messa a punto di due nuove
forme di MMPI, il MMPI-2 per adulti e il MMPI-A per adolescenti.
LO STRUMENTO ORIGINALE
504 item formulati secondo norme comuni: brevi frasi descrittive, per lo più espresse in forma
affermativa, che usavano vocaboli d’uso comune e alle quali si poteva rispondere Vero, falso, o
Non so. Ulteriori revisioni portarono il totale degli item a 550 e poi a 566.
Il metodo utilizzato per la costruzione delle scale del MMPI si basava su una strategia empirica.
Nella redazione originale, lo strumento comprendeva scale di validità e scale cliniche di base.
Per rilevare in che modo la persona poteva tentare di distorcere le risposte del questionario,
Hathaway e Mckinley misero a punto delle scale di validità che consentivano di valutare la
veridicità delle risposte.
Inizialmente quest’ultime erano 3:
- Il numero degli item omessi o “non so”
La scala L (bugia)
- La scala F (frequenza)
In seguito venne aggiunta la scala K (correzione).
I punteggi grezzi ottenuti per ogni singola scala vengono trasformati in punti standardizzati
espressi in punti T (media= 50; devizione standard= 10).
La linea di cut-off, che determina la differenziazione tra un punteggio normale o patologico,
nel MMPI equivale a 70 (2 deviazioni standard oltre la media).
MMPI-2
Il MMPI-2 può essere considerato uno strumento che utilizza modi nuovi e più ampi nella
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valutazione delle caratteristiche di personalità e nella rilevazione di problemi clinici.
Il Comitato di Ristandardizzazione del MMPI stabilì alcuni obiettivi prioritari:
1. Rendere più attuali gli item del MMPI escludendo quelli dal contenuto opinabile.
2. Assicurare la continuità con lo strumento originale.
3. Sviluppare nuove scale che indaghino aree che non erano considerate nel MMPI
originale.
4. Raccogliere nuovi campioni in maniera casuale.
5. Sviluppare nuove distribuzioni normative di punteggio di scala che permettano
un’individuazione migliore del problemi clinici.
6. Raccogliere una buona quantità di dati per valutare cambiamenti da apportare alle scale
originali e per verificare le nuove scale.
(POSSIBILE DOMANDA!)
Partendo da queste considerazioni i cambiamenti apportati al MMPI furono:
 La creazione di nuove norme basate su un campione più rappresentativo.
 La modernizzazione de contenuto e della forma linguistica di alcuni item e l’eliminazione
di termini obsoleti.
 L’eliminazione di tutti quegli item che risultavano ambigui (o contestabili per il loro
contenuto sessista, religioso o facente riferimento a funzioni corporali)
 L’introduzione di nuovi item che esplorano aree problema più attuali.
 L’aggiunta di nuovi indicatori di validità.
 La trasformazione dei punti T da lineari ad uniformi per le otto scale cliniche di base e
per le scale di contenuto.
 La variazione della linea di cut-off da 70 a 65.
ADATTAMENTO ITALIANO DEL MMPI-2
Taratura:
Il questionario è stato somministrato a 1375 soggetti provenienti da diverse parti d’Italia, di
età media di 27 anni.
Il confronto dei dati ha permesso di rilevare un’elevata corrispondenza tra i valori riscontrati
nei campioni della popolazione italiana e quelli della popolazione americana.
Il test è composto da 567 item dicotomici (vero o falso), comprende scale di validità, scale
cliniche di base, scale di contenuto e scale supplementari.
LE SCALE DI VALIDITA’
Permettono all’operatore di rilevare non soltanto il tentativo del soggetto di distorcere le
risposte ma anche il particolare messaggio della persona e il grado di distorsione delle risposte.
La scala “Non so” fornisce indicazioni sugli item omessi.
Il suo punteggio non costituisce una vera e propria scala di validità, è il numero totale degli
item a cui il soggetto non risponde o che devono essere omessi perché il soggetto ha risposto
contemporaneamente vero o falso.
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Scala L (lie) valuta la possibilità che il soggetto tenda a distorcere le risposte fornendo
un’immagine idealizzata ed eccessivamente virtuosa.
Punteggi alti rendono il protocollo non valido, viceversa, punteggi bassi in questa scala
associati a punteggi bassi nella scala K possono riflettere lo sforzo per esagerare problemi
emozionali e difficoltà di adattamento.
Scala F (frequenza) descrive una vasta gamma di sintomi psicologici.
Il punteggio ottenuto fornisce utili indicazioni sulla disponibilità del soggetto a collaborare e a
fornire informazioni realistiche su di sé.
Alti punteggi possono indicare la tendenza ad esagerare le proprie difficoltà, ma potrebbero
anche indicare la presenza di problemi cognitivi o di incomprensione degli item.
Scala Fb (back F) si compone di 40 item situati nell’ultima parte del fascicolo e individuano
risposte devianti o fornite a caso.
La valutazione della scala Fb è legata a quella della scala F.
Se quest’ultima risulta attendibile, è necessario interpretare la Fb per verificare se il soggetto
ha mantenuto l’attenzione anche nella seconda parte del test.
Nel caso in cui questa scala risulti elevata (T>90) sarà possibile interpretare le scale di validità
e quelle cliniche, ma non sarà possibile interpretare le scale di contenuto e supplementari.
Scala K (correzione) fornisce indicazioni rispetto alla capacità del soggetto di fornire
informazioni su se stesso e costituisce un prezioso indicatore della disponibilità della persona a
collaborare nella valutazione.
SCALA DELLE RISPOSTE INCOERENTI
Nel MMPI-2 sono state incluse altre 2 scale di validità, che misurano la tendenza del soggetto a
rispondere agli item in modo incoerente o contraddittorio.
Scala VRIN: comprende item che hanno un contenuto simile o opposto.
Si basa sull’ipotesi che siano poco attendibili i punteggi di chi risponde in modo opposto a due
quesiti simili o in modo simile a due quesiti opposti.
L’elevazione di questa scala può evidenziare una confusione mentale o un deliberato tentativo
di falsificare i dati.
La scala Vrin può aiutare ad interpretare meglio un punteggio elevato nella scala F.
Scala TRIN: comprende coppie di item che hanno contenuto opposto, 14 di queste coppie
prevedono la risposta Vero, 9 la risposta Falso.
La scala Trin può aiutare ad interpretare meglio le elevazioni nelle scale di validità L e K.
PATTERN DI VALIDITA’
Per valutare l’atteggiamento del soggetto nei confronti del test è importante osservare la
configurazione delle scale di validità.
Quest’ultima consente di determinare l’accettabilità di un protocollo, e offre all’operatore
informazioni sul modo in cui la persona si pone nei confronti di una valutazione clinica.
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(POSSIBILE DOMANDA!)
Profilo di simulazione di buon adattamento:
Questa configurazione determina un’elevazione nelle scale L e K e rileva un pattern di risposta
di “buona impressione”.
Il soggetto fornisce un’immagine di sé come privo di difetti rispondendo, in maniera
probabilmente consapevole, a molti item che indicano caratteristiche di personalità molto
virtuose e che suggeriscono un buon adattamento psicologico.
Profilo di atteggiamento difensivo:
Questa configurazione evidenzia una certa difficoltà del soggetto ad aprirsi e fornire
informazioni personali.
La persona tende a difendersi nascondendo sintomi o problemi psicologici.
Quadro esagerato dei sintomi:
Questa configurazione può essere osservata valutando il punteggio della scala F.
E’ possibile ottenere profili dubbi o profili non validi.
Nel primo caso è importante rilevare il punteggio della scala Vrin.
Nel secondo caso il soggetto non può essere valutato perché è confuso o sta tentando di
esagerare i suo sintomi.
SCALE CLINICHE DI BASE
Le scale cliniche permettono una distinzione tra soggetti normali e certi quadri psicopatologici,
e sono state utilizzate come misure in grado di rilevare specifici tratti di personalità.
La maggior parte delle scale cliniche di base sono multidimensionali e hanno un contenuto
eterogeneo.
Per questo, Harris e Lingoes hanno costruito per alcune scale, delle sottoscale raggruppando gli
item della scala in gruppi di contenuto simile.
Le sottoscale devono in ogni caso essere valutate solo se il punteggio della scala clinica è
almeno moderatamente elevato (T 60-64).
Ogni scala clinica è identificata da un numero e una sigla.
Scala Hs (ipocondria): gli item che la compongono descrivono una vasta gamma di sintomi
quali malessere generale, dolori, difficoltà riguardanti il sonno, problemi di stomaco, fatica,
debolezza ecc.
Punteggi elevati indicano la presenza di molte lamentele su problemi fisici vaghi e disturbi non
ben definiti.
I soggetti che ottengono un punteggio T>65 manifestano un’eccessiva risposta somatica senza
base organica, mentre nei soggetti con dolore fisico effettivo si riscontrato elevazioni
moderate.
Scala D (depressione): gli item hanno un contenuto che risulta in relazione a sentimenti di
apatia, basso tono dell’umore, bassa autostima ecc.
Alti punteggi indicano la presenza di molte attribuzioni di sentimenti d’inadeguatezza,
deflessione dell’umore e introversione.
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Scala Hy (isteria): è stata costruita per rilevare quello che oggi definiamo disturbo di
conversione.
Gli item che la compongono descrivono aree problema differenti tra loro, in realtà riflettono le
incongruenze che spesso accompagnano il disturbo di conversione.
Gli item riguardano principalmente la presenza di disturbi somatici, la facilità nei rapporti
sociali e la negazione di problemi psicologici.
Scala Pd: (deviazione psicopatica): è stata costruita per rilevare tendenze antisociali.
Gli item che la compongono hanno un contenuto eterogeneo, ovvero rende difficile
l’interpretazione della scala.
Il punteggio totale della scala è associato a problemi comportamentali o familiari di natura
aggressiva.
Punteggi moderati sono stati riscontrati in aspiranti poliziotti, attori e paracadutisti, rilevando la
presenza di caratteristiche di personalità legate alla voglia di correre rischi e vivere in modo
non convenzionale (sensation seeker).
Scala M-F (mascolinità-femminilità): E’ la scala che ha ricevuto maggiori critiche.
E’ stata costruita per identificare l’inversione sessuale maschile e gli omosessuali che
mostravano interessi di tipo femminile.
Il gruppo di riferimento utilizzato era composto da 13 omosessuali maschi.
Alti punteggi rilevano interessi e comportamenti di tipicamente femminili per gli uomini e per
evidenziare caratteristiche quali l’assertività, la competitività e la fiducia in se stesse nelle
donne.
Bassi punteggi descrivono uomini che enfatizzano la forza fisica mostrando inoltre scarse
capacità di problem solving e donne che mostrano insicurezza e sottomissione.
Inoltre è importante tenere in considerazione il livello d’istruzione per l’interpretazione dei
punteggi negli uomini: soggetti laureati ottengono in media 5 punti in più rispetto a persone
con istruzione inferiore.
Scala Pa (paranoia): Gli item che la compongono valutano caratteristiche di personalità
legate a sospettosità, sfiducia, idee fisse e atteggiamento critico.
I soggetti che ottengono alti punteggi sono sospettosi, ostili e polemici.
Le persone con elevazioni molto alte evidenziano la presenza di manie di persecuzione o di
grandezza.
Diversi studi hanno riscontrato la tendenza dei soggetti con disturbi paranoidi a nascondere il
loro comportamento sintomatico, producendo quindi un basso punteggio in questa scala.
Bassi punteggi devono quindi essere considerati come indicativi di paranoia in particolar modo
se:
-Il punteggio della Pa è il più basso del profilo
-Almeno una scala clinica ha un punteggio maggiore a 65 punti T
-La configurazione delle scale di validità è di tipo difensivo.
Scala Pt (psicastenia): La scala
compulsivi.
è descritta come disturbo di ansia con tratti ossessivo-
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Gli item che la compongono valutano l’ansia o il disadattamento generale.
I soggetti che ottengono alti punteggi appaiono ansiosi, irrequieti e mostrano difficoltà di
concentrazione, si riscontra inoltre una difficoltà nel percorso terapeutico.
I soggetti normali che ottengono alti punteggi risultano nervosi, pieni di paure, rigidi e
moralisti.
Scala Sc (schizofrenia): Gli item che costituiscono questa scala misurano disturbi differenti
tra loro, per questo motivo è una scala lunga e complessa composta da 78 item.
I soggetti che ottengono alti punteggi tendono ad essere distanti dagli altri e preferiscono
affrontare situazioni spiacevoli chiudendosi in se stessi.
Punteggi molto elevati evidenziano la presenza di tratti schizoidi e una marcata incapacità di
espressione delle emozioni.
Scala Ma (ipomania): La scala misura tratti di personalità caratterizzati da iperattività
motoria e iperproduttività ideativa.
Studi empirici hanno riscontrati che pazienti elevazioni notevoli nella scala Ma erano
diagnosticati per la maggior parte come maniaco-depressivi, tipo maniacale, e tendevano ad
avere problemi di adattamento sul lavoro.
Tali soggetti appaiono incapaci di vedere i propri limiti e spesso vengono percepiti dagli altri
come socievoli e affidabili.
Scala Si (introversione sociale): Gli item che compongono questa scala misurano
l’insicurezza e il disagio nelle situazioni sociali, la tendenza all’isolamento e il senso
d’inferiorità.
E’ una scala bipolare e quindi devono essere interpretati sia gli alti sia i bassi punteggi.
I soggetti che ottengono alti punteggi mostrano uno scarso interesse per le situazioni sociali,
tendono ad autosvalutarsi, manifestando un atteggiamento sottomesso.
Bassi punteggi invece indicano socievolezza, estroversione e il bisogno di circondarsi di altre
persone, tuttavia alcuni individui possono risultare immaturi e superficiali.
SCALE DI CONTENUTO (sono 15)
Le scale di contenuto hanno lo scopo non solo di ritrovare una relazione empirica tra le
caratteristiche di personalità rilevate e l’appartenenza a un gruppo clinico, ma anche di
prendere in considerazione le risposte come informazioni personali fornite dai soggetti rispetto
ai propri problemi o sentimenti.
Gli item che costituiscono queste scale hanno un contenuto omogeneo.
Queste scale sono state costruite inserendo in ogni dimensione di contenuto quegli item che
avevano una buona correlazione con il punteggio totale della scala presa in considerazione.
SCALE SUPPLEMENTARI
Le scale supplementari indagano su aree specifiche, come ad esempio l’uso di sostanze
stupefacenti, l’abuso di alcool, la responsabilità sociale, la forza dell’io ecc.
Alcune di queste scale erano state già sviluppate nel MMPI, molte di esse forniscono
informazioni attendibili per l’interpretazione; altre, sviluppate nel MMPI-2 vanno usate con
cautela e in termini probabilistici.
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SCORING E COSTRUZIONE DEL PROFILO
Lo scoring può essere effettuato usando due diverse modalità:
-Lo scoring mediante computer: è possibile effettuarlo con il programma computerizzato,
quello distribuito dalle Organizzazioni Speciali di Firenza (OS).
-Scoring manuale: per determinare il punteggio grezzo di tutte le scale del MMPI-2 si utilizzano
apposite griglie di correzione.
Le griglie, vanno sovrapposte sul fascicolo per permettere di identificare le risposte date dal
soggetto.
Il calcolo del punteggio grezzo viene effettuato contando il numero degli item che sono stati
segnati con una crocetta e che rientrano negli appositi quadratini presenti nelle griglie.
Questi punteggi si riportano nella parte inferiore dell’apposito foglio di profilo che è diverso per
maschi e femmine. I punteggi grezzi vanno uniti con dei segmenti per costruire il tracciato del
profilo.
LE TECNICHE GRAFICHE (Si chiede al soggetto di realizzare un disegno)
Il disegno assume il valore di una comunicazione personale, indipendentemente dalle capacità
pratiche del soggetto, e rivela certe caratteristiche della sua personalità.
Il modo di tradurre in immagini ciò che viene visto contraddistingue la visione che ciascuno ha
dell’ambiente; questo processa dà al disegno un valore proiettivo.
L’approccio con il foglio, i gesti, la scelta delle forme, dei temi e dei colori conferiscono al
disegno anche un valore espressivo indicativo dello stato emotivo del soggetto.
Inoltre il disegno assume un valore narrativo rivelando i gusti, gli interessi e le inclinazioni di
chi lo ha realizzato, ma rivela anche turbamenti, paure e conflitti presenti.
Evoluzione storica dei test grafici
Nell’ambito delle scienze psicologiche, il disegno è considerato un importante strumento per lo
studio delle caratteristiche intellettive e di personalità, in particolare dei bambini.
La conoscenza di ciò che il soggetto può rappresentare ad una determinata età, permette di
comprendere se certi tratti grafici sono stati omessi o non ancora acquisiti, se sono stati
minimizzati o amplificati così da esprimere emozioni o preoccupazioni particolari.
-Agli inizi del ‘900, è stata Goodenough ad intuire l’esistenza di una relazione tra maturazione
intellettiva e sviluppo delle abilità grafiche.
L’autrice inoltre rilevò che i disegni dei bambini con ritardo mentale risultavano simili ai disegni
dei bambini normali, ma di età cronologica inferiore.
Tale osservazione condusse alla messa a punto del Test della Figura Umana, che prevede il
calcolo del quoziente intellettivo attraverso la sommatoria dei dettagli presenti nella figura
disegnata.
-Luquet rilevò la tendenza, anche nei bambini molto piccoli, a riprodurre sempre qualcosa che
è stato già visto.
L’autore descrive lo sviluppo dell’attività grafica attraverso 4 fasi: realismo fortuito, realismo
mancato, realismo intellettuale e realismo visivo.
-Piaget e Inhelder studiarono l’evoluzione dei rapporti spaziali, rilevarono che i primi rapporti
topologici appaiono dopo i due anni e mezzo, attraverso la rappresentazione di figure
aperte/chiuse e tramite le relazioni dentro/fuori.
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-Anche Kellog, attraverso l’analisi degli scarabocchi dei bambini in età prescolare, mostrò
l’esistenza di una convergenza tra sviluppo motorio e sviluppo grafico.
Successivamente le tecniche grafiche iniziarono ad essere considerate come metodi proiettivi
piuttosto che come test d’intelligenza.
La rappresentazione grafica della figura umana diventa uno strumento per la valutazione della
personalità attraverso il lavoro di Machover, che mise a punto la tecnica proiettiva nota come
Disegno della Figura Umana.
I livelli di interpretazione del disegno
L’analisi prevista per i testi grafici procede su tre livelli:
-Livello grafico: prende in esame le caratteristiche del tratto, la zona del foglio utilizzata, le
cancellature ecc.
-Livello formale: considera le caratteristiche strutturali degli elementi che compongono un
disegno e le relazioni tra gli stessi (ad es. forme e proporzioni)
-Livello contenutistico: analizza i singoli dettagli che compognono le figure e il significato
simbolico che i dettagli stessi assumono.
Va precisato che la distinzione tra livelli non deve essere intesa in maniera rigida, piuttosto è
auspicabile una lettura congiunta degli stessi per un corretto processo interpretativo.
Osservazione degli elementi grafico-formali
Il valore espressivo del disegno ha origine dai gesti grafici.
In particolare è utile osservare:
-Impugnatura e punto di partenza: ciò offre indicazioni relative alla coordinazione visuospaziale. Generalmente la rappresentazione si sviluppa da sinistra verso destra; i bambini
spesso iniziano dal centro esprimendo il bisogno di percepirsi al centro del mondo.
-Pressione: E’ riferita al grado di energia impiegata nell’esecuzione del compito.
Un tratto leggero indica indecisione, fragilità, timidezza; mentre un tratto forte è indice di
vitalità e sicurezza.
-Tratto: E’ connotato dalle caratteristiche di forza e ampiezza. Può risultare forte denotando
libertà di movimento o tremolante, denotando indecisioni o paure di disapprovazione.
-Forma: Le forme esprimono modi di percepirsi e relazionarsi con l’ambiente esterno.
-Disposizione sul foglio: Si riferisce alle zone che risultano occupate da ciascun elemento
della rappresentazione.
La zona superiore del foglio simboleggia la fantasia (zona dei sognatori), la zona centrale la
quotidianità (realisti); la parte inferiore l’attaccamento alle origini, la stabilità.
Collocare le figure nella zona sinistra indicherebbe la tendenza a rimanere ancorati al passato,
mentre quella destra esprime orientamento verso il futuro.
-Spazio: Si riferisce alla quantità di spazio utilizzato. Se usato in buona parte indica
estroversione e libertà, viceversa indica timidezza o inibizione.
-Dimensioni del disegno: La grandezza del disegno dà informazioni circa le modalità di
reazione del soggetto alle pressioni ambientali.
-Ritmo
-Ombreggiature, annerimenti e cancellature: Denotano la presenza di stati ansioni più o
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meno intensi.
-Movimento e sfondo
-Trasparenza: esprime la predominante presenza di un pensiero concreto e infantile,
nell’adulto tale fenomeno può essere ritenuto indice di conflitto.
IL DISEGNO DELLA FIGURA UMANA
E’ stato il primo metodo grafico che ha permesso di rilevare sia gli aspetti dello sviluppo
mentale che quelli della personalità.
Machover, il creatore, riconobbe che nel creare una figura entrano in gioco determinanti
consapevoli e inconsapevoli.
Le fasi dello sviluppo grafico mostrano una congruenza tra lo sviluppo del soggetto e le
rappresentazioni da questo prodotte.
-Nei bambini di 3 anni l’immagine si compone essenzialmente di viso e arti, indispensabili per
esplorare il mondo. Sono le zone del corpo di maggior rilievo nella percezione.
La testa è caratterizzata da un’ampia forma circolare alla quale sono attaccati gli arti che
risultano simili a dei tentacoli.
-Intorno ai 5 anni: la distinzione tra personaggi maschili e femminili è chiara.
Il personaggio disegnato viene connotato da caratteristiche sessuali distinguibili.
-Dai 6 ai 10 anni: Vi è una più completa rappresentazione delle figure le cui parti sono
integrate più armoniosamente.
-Durante l’adolescenza: Spesso la figura rappresentata risulta incompleta poiché l’immagine
del corpo risente dei conflitti e delle tensioni che caratterizzano tale periodo.; possono risultare
omesse, accentuate o eliminate parti del corpo significative.
Somministrazione:
La somministrazione del test consiste nel consegnare al soggetto una matita e un foglio di
carta.
A differenza del test di Goodenough destinato solo ai bambini, il test di Machover può essere
somministrato sia ai bambini sia agli adulti.
La consegna non è specifica, si chiede di “disegnare una figura umana” o “disegnare una
persona”.
Ciò concede al soggetto la libertà di attribuire al personaggio specifiche caratteristiche (sesso,
età, dimensioni ecc.)
Al soggetto, dopo che ha disegnato la prima figura, viene consegnato un altro foglio con
l’istruzione di disegnare una seconda figura, ma di sesso opposto a quella precedente.
Dopo l’esecuzione del compito, l’esaminatore può condurre un’inchiesta.
Al soggetto viene chiesto di costruire una storia sul personaggio, inventando delle risposte a
domande previste dall’inchiesta stessa.
Si giunge così a riconoscere il disegno come elemento che fornisce la localizzazione di un
conflitto espresso dal soggetto.
Interpretazione:
L’assunto principale che sta alla base del processo interpretativo, considera il disegno di una
figura umana come il risultato della proiezione dell’immagine soggettiva che ognuno ha di se
stesso e del proprio corpo.
Il processo di analisi prevede l’osservazione di specifici elementi:
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-Successione e confronto delle figure: La rappresentazione di una figura umana rimandano
all’autore del disegno e ciò spiega perché, nella maggioranza dei casi, sesso, età e tipologia
fisica del primo personaggio corrispondono a quelle del soggetto.
Non sempre però la figura disegnata corrisponde alla proiezione della propria immagine cosi
com’è, talvolta costituisce la proiezione di un’immagine ideale.
Se invece la prima figura possiede un sesso diverso rispetto a quello dell’autore, può essere
interpretato come una difficoltà nell’accettazione del ruolo socio-sessuale di appartenenza.
-Prospettiva e posizione della figura: Si tratta di aspetti che indicano il grado di autoesposizione.
La rappresentazione ricorrente è quella frontale che indica capacità e comunicabilità sociale; la
rappresentazione di profilo è propria dei soggetti che tendono ad essere evasivi o nascondere
conflitti; la rappresentazione di schiena implica il desiderio di ritirarsi e nascondersi.
-Espressione o atteggiamento: L’espressione della figura rimanda allo stato d’animo del
disegnatore. Se il personaggio disegnato rappresenta una persona del proprio ambiente (es.
genitore) il suo atteggiamento sarà da riferire a quest’ultimo.
-Dettagli e proporzioni: Si tratta di quei dettagli che comunemente ricorrono nella
rappresentazione di una figura umana.
In particolare, la testa e i particolari del viso sottendono alla curiosità intellettiva, alla forza e
alla vitalità investite nel rapporto con gli altri, alla manifestazione di desideri relativi alla
sessualità e alla virilità.
Se la testa rimanda alla razionalità, il tronco rimanda all’istintività, separati dal collo che
costituisce un ponte tra la razionalità e l’impulsività.
Gli arti esprimono il bisogno e la capacità di contatto con il mondo, di stabilità e sicurezza, di
scambi con l’esterno.
IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA
Il disegno della famiglia, tecnica elaborata da Corman, indaga le relazioni instaurate dal
soggetto con i membri della famiglia e offre dati sulla sua vita affettiva e sulla sua personalità.
L’osservazione e lo studio del disegno permettono di conoscere i sentimenti che il soggetto
nutre per i familiari e il posto che si attribuisce all’interno della famiglia.
Lo strumento per lungo tempo è stato utilizzato solo con i bambini, i quali nel rappresentare i
personaggi della famiglia, mostrano il percorso seguito durante il processo che li porta ad
abbandonare l’egocentrismo verso la conquista dell’autonomia:
-Intorno ai 5 anni: Il bambino vive il periodo di maggiore identificazione con i genitori.
La rappresentazione della famiglia è caratterizzata dalla presenta di personaggi schematici,
vicini tra loro e che riproducono la reale composizione del nucleo.
-Tra i 6-8 anni: Il bambino è sempre più curioso nei confronti del mondo esterno e la
rappresentazione sarà connotata da una ricchezza di dettagli e dalla presenta di uno sfondo.
-Intorno ai 9-10 anni: Il bambino è alla ricerca di posizioni più autonome, la famiglia è vissuta
in modo più conflittuale e iniziano ad avere importanza figure esterne al nucleo familiare.
Possono pertanto comparire nuovi personaggi i cui legami sono espressi attraverso relazioni di
vicinanza o rapporti a distanza.
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Somministrazione:
La consegna proposta da Corman è “Disegna una famiglia”.
Tale consegna distrae l’attenzione del soggetto dalla famiglia reale, il quale potrà scegliere di
aderire alla realtà rappresentando la sua famiglia, o porsi a un livello intermedio tra la famiglia
vera e una famiglia immaginaria.
Durante l’esecuzione del disegno è importante osservare l’ordine di comparsa dei diversi
membri della famiglia, il tempo impiegato per disegnare ciascun personaggio.
Per ridurre l’interpretazione personale dell’esaminatore, è possibile conoscere ciò che il
soggetto ha voluto esprimente tramite un’inchiesta; di ciascun personaggio vengono chiesta
informazioni circa il ruolo, il sesso e l’età.
L’inchiesta può essere conclusa chiedendo al soggetto di indicare quale personaggio vorrebbe
essere.
Terminata la prova è possibile chiedere al soggetto se è soddisfatto del disegno e se
ricominciandolo cambierebbe qualcosa.
Interpretazione:
Nel disegno, il soggetto tende a rappresentare non la famiglia reale, quanto quella dei suoi
desideri.
Per la realizzazione del processo interpretativo, pertanto, basta paragonare la produzione
immaginaria con la famiglia autentica del disegnatore per rilevare deformazioni, elementi
aggiunti o mancanti ecc.
L’analisi del disegno distingue due ordini di elementi, a seconda che si considerino:
-I tratti isolati: si riferiscono ai dettagli di ciascun personaggio.
-Le strutture d’insieme: Indicano il grado di perfezione posseduto dal gruppo familiare.
Al fine di un accurato processo interpretativo è indispensabile esaminare tali strutture
d’insieme congiuntamente ai seguenti elementi:
-Composizione della famiglia reale: La conoscenza della reale composizione del nucleo
permette di distinguere la rappresentazione di una famiglia ampliata, ridotta o fedele alla
realtà.
-Posizione del soggetto in rapporto ai familiari: Esprime in che modo il soggetto vive i
propri legami affettivi con gli altri componenti della famiglia (conflittualità, o attaccamento).
-Valorizzazione/svalorizzazione dei personaggi: Si tratta di processi concomitanti, in
quanto la valorizzazione di un personaggio comporta la svalorizzazione degli altri.
La valorizzazione di un personaggio è segno di rapporti significativi tra il soggetto e un membro
della famiglia.
Il personaggio valorizzato spesso può essere disegnato per primo, occupa una posizione
centrale, tutti sono rivolti a lui o possiede dimensioni maggiori rispetto agli altri.
Al contrario, il personaggio svalorizzato spesso viene disegnato per ultimo e con minore
accuratezza, è situato in disparte o al di sotto degli altri e ha dimensioni ridotte rispetto agli
altri.
Talvolta può risultare del tutto omesso o eliminato dopo che è stato disegnato.
Se il personaggio svalorizzato rappresenta il soggetto stesso, ciò rivela possibili vissuti di
colpa; se il personaggio svalorizzato è una figura genitoriale, ciò esprime la presenza di
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rapporti familiari difficili.
-Personaggi aggiunti: Si tratta di personaggi immaginari introdotti al fine di attribuirgli
caratteristiche che il disegnatore non osa attribuirsi.
Tale personaggio può assumere anche l’aspetto di un animale, questo è il massimo
travestimento a cui il soggetto ricorre per esprimere qualità negative censurate.
-Rivalità fraterna: Può essere suscitata dalla gelosia per la nascita di un fratello. In questo
caso la rivalità coinvolgerà in uguale misura le figure genitoriali per il desiderio di occuparne il
posto.
-Reazioni aggressive: Sono spesso usate dai bambini per esprimere i conflitti relativi alla
rivalità fraterna.
Le manifestazioni violente sono più facilmente esprimibili attraverso reazioni aggressive
indirette, come la negazione dell’esistenza del rivale o il tema del figlio unico (eliminazione del
rivale).
Reazioni più dirette sono espresse attraverso lo spostamento delle proprie tendenze aggressive
ad un personaggio diverso da se stesso.
IL TEST DELL’ALBERO
L’idea di far disegnare un albero per arrivare ad una descrizione di personalità è partita da
Jucher, ma successivamente Koch elaborò tale idea facendola diventare un metodo.
Alla base di tale tecnica proiettiva vi è l’ipotesi che l’albero rimandi simbolicamente all’uomo e
rappresenterebbe la persona stessa che lo ha disegnato.
Lo schema dell’albero diventa sempre più completo con il progredire dell’età:
-Intorno ai 4-5 anni l’albero viene realizzato attraverso tratti singoli, aperti e d elementari,
successivamente l’estremità superiore dell’albero viene chiusa ed appaiono i primi tratti che
rappresentano i rami.
-A 6 anni l’albero si arricchisce di particolari, si radica nel terreno e assume forme e
proporzioni simili alle piante reali.
-A 7 anni i rami assumano un andamento verticale e trovano una corretta collocazione nella
parte superiore del fusto.
Somministrazione
La prova può essere somministrata sia ai bambini sia agli adulti.
La consegna proposta da Koch è “La prego di disegnare un albero da frutto come meglio può.
Potrà usare l’intero foglio.”
Consegna motivata dal fatto che il disegno di un albero da frutto richiede una rappresentazione
articolata che fornisce una proiezione più completa della personalità.
Interpretazione
Una prima osservazione globale permette di distinguere i tratti essenziali da cui può risultare
un’impressione di armonia ed equilibrio o viceversa, d’incompletezza.
L’albero si sviluppa dal basso verso l’alto: il basso rappresenta le origini, la vita inconscia; l’alto
al contrario, attiene all’attualità, alla realtà e alla vita conscia.
L’evoluzione dal basso verso l’alto rappresenta la storia della persona, il passaggio
dall’immaturità alla crescita.
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La collocazione dell’albero-persona equivale allo stile personale che il soggetto adotta nelle
relazioni con il mondo esterno.
Gli elementi fondamentali da osservare ai fini interpretativi sono:
-Radici: Parte fondamentale senza la quale l’albero non avrebbe sostegno.
Rappresentano l’affettività, l’inconscio e riconducono al mondo delle emozioni e degli istinti.
-Tronco: Simboleggia il Sé ed esprime la percezione di se stessi e la sicurezza personale.
Il contorno del fusto rappresenta la zona degli scambi tra il Sé e il mondo esterno.
In questa zona la presenza di irregolarità o ombreggiature potrebbe indicare turbamenti nel
rapporto con se stessi o con l’ambiente.
-Chioma: E’ l’elemento che maggiormente rappresenta le caratteristiche della personalità, la
capacità del soggetto di esporsi al mondo e di esprimersi.
Può assumere un andamento centripeto che rimandano a caratteristiche di autonomia e
indipendenza, o centrifugo che rimandano a caratteristiche quali l’apertura e dinamismo.
-Accessori decorativi: Sono elementi costituiti dalla linea del suolo, che rappresenta la linea
che divide inconscio e conscio; dai fiori e dai frutti che indicano la presenza di risorse a
disposizione del soggetto.
IL METODO RORSCHACH
E’ lo strumento di valutazione psicodiagnostica maggiormente utilizzato nella pratica clinica
dopo il MMPI-2.
Le ragioni della sua enorme diffusione sono molteplici:
La prima è di ordine metodologico: Il Rorschach è un test proiettivo e mira a garantire una
valutazione della personalità più profonda rispetto a quella ottenuta tramite questionari o il
colloquio.
La seconda è di carattere didattico: Il metodo Rorschach è insegnato in quasi tutti i corsi di
laurea.
La terza ragione è da individuare da una sorta di passione: è uno strumento attraente che
evoca fascino.
In realtà è uno strumento molto semplice: ad un soggetto viene data la consegna di osservare
delle macchie riferendo cosa potrebbero essere, a cosa potrebbero somigliare.
Esso si basa sull’assunto che la modalità di percezione di stimoli ambigui riflette il
funzionamento della personalità.
Le origini
Il metodo Rorschach nasce nel 1921 con la pubblicazione della monografia Psychodiagnostik ad
opera di Hermann Rorschach.
Non risulta ad oggi chiaro il motivo per cui Rorschach ebbe l’idea di usare delle macchie per le
sue esplorazioni diagnostiche.
Ellengerber afferma che fosse a causa della sua passione per un gioco molto diffuso nei salotti
svizzeri, che consisteva nel creare degli stimoli visivi vaghi versando dell’inchiostro su un foglio
che poi veniva ripiegato su se stesso generando delle immagini simmetriche.
La casa editrice che si mostrò disponibile ad accogliere la proposta di Rorschach, lo invitò a
ridurre le tavole ad un numero di dieci.
Inoltre vi furono dei cambiamenti involontari, le tavole furono costruite in dimensioni ridotte e
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la tinta unita dei colori fu riprodotta in maniera erronea generando delle sfumature, errore che
fu accolto invece con molto entusiasmo.
Nonostante gli apprezzamenti dei colleghi, però, il lavoro di Rorschach non suscitò entusiasmo
e lo stesso non riuscì a seguire gli sviluppi del suo test perché un anno dopo la sua
pubblicazione, morì improvvisamente.
La nascita dei sistemi di siglatura
Negli anni successivi alla morte di Rorschach, il test si svilupperà tanto negli Stati Uniti che in
Europa.
Lo sviluppo del Rorschach in America è riconducibile all’opera di Beck che iniziò ad applicare
con passione il test, e successivamente un secondo studio fu condotto da Hertz.
Molto importante è anche il contributo di Klopfer, il quale comincia a organizzare dei seminari
per insegnare i principi di siglatura e di interpretazione del test, introducendo inoltre delle
modifiche nel sistema di siglatura originario.
Il quarto sistema di siglatura americano è stato elaborato da Piotrowki, il quale approfondì due
importanti aspetti del Rorschach:
-La discriminazione interpretativa tre le tipologie di determinanti di movimento ; ed il principio
di interdipendenza.
Il quinto sistema di siglatura americano è stato elaborato da Rapaport che valuta il come una
risposta è stata data.
La diffusione del test in Europa comincia dopo la seconda guerra mondiale ed è dovuta
inizialmente a Loosli-Usteri e Bohm.
Successivamente si svilupperà in Francia e in Italia grazie a Rizzo.
La crisi del Rorschach e la nascita del Comprehensive System
La diffusione del Rorschach in ambito clinico destò l’interesse di numerosi ricercatori che
iniziarono a eseguire ricerche scientifiche sul test.
I risultati furono una sequela di pubblicazioni dagli esiti negativi, in quanto l’applicazione del
Rorschach non consentì di prevedere le performance dei candidati esaminati.
Anche in ambito psicopatologico, il test non riusciva a prevedere scientificamente le condizioni
di salute mentale dei soggetti analizzati.
Così, negli anni ’60 Exner inizia uno studio approfondito sui 5 sistemi di siglatura americani con
lo scopo di creare un unico sistema scientificamente attendibile.
Exner decise di unificare i 5 sistemi creandone uno attraverso una selezione degli elementi più
attendibili presenti nei diversi metodi.
Exner effettuò inoltre degli studi per verificare l’attendibilità delle variabili e della procedura di
siglatura e inserì nel sistema soltanto le variabili e gli indici che avevano una solida base
scientifica.
Nel 1974 venne pubblicato il primo volume, The Rorschach: A comprehensive System.
Alla fine degli anni ’80, ben il 40% degli psicologi americani siglava il Rorschach con il
Comprehensive System.
Materiale e somministrazione
Il materiale del test consiste di dieci tavole sulle quali sono rappresentate 10 macchie
simmetriche che si diversificano per i colori: cinque sono grigie e nere, due grigie e rosse, tre
multicolori.
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Le immagini sono abbastanza ambigue e vaghe da consentire una libertà di interpretazione e
nello stesso tempo possiedono caratteristiche di regolarità e chiusura percettiva tali da
facilitare l’articolazione delle risposte.
E’ bene che l’operatore si preoccupi di creare un clima caratterizzato da collaborazione ed
empatia in modo che il soggetto non sia influenzato dall’atmosfera.
Il soggetto si siede di fronte o accanto all’operatore, le tavole vengono disposte l’una sull’altra
in modo che la macchie non vengano viste dal soggetto prima della somministrazione.
Le immagini vengono presentate dalla prima alla decima tavola, sempre nella stessa
successione.
Le risposte vengono scritte su un foglio, riproducendo esattamente tutte le parole e le
espressioni verbalizzate dal soggetto.
Il foglio spesso viene suddiviso in colonne per separare la zona delle risposte da quella
dell’inchiesta e della siglatura.
E’ importante valutare i tempi di reazione che possono rivelare la presenza di conflitti emotivi.
La consegna consiste nel chiedere al soggetto di riferire Cosa la tavola potrebbe essere o A
cosa potrebbe somigliare.
Il soggetto è libero di girare la tavola a suo piacimento e di interpretare tutta la macchia o una
parte di essa.
L’operatore osserva il comportamento del soggetto e riporta nell’apposito foglio il verso della
tavola usando i segni V (corretta) o ^ (capovolta).
La seconda fase del test è l’inchiesta, il cui scopo è comprendere quale parte della tavola il
soggetto ha utilizzato, ovvero la localizzazione, e le caratteristiche delle macchie che hanno
determinato le risposte, ovvero le determinanti.
Il soggetto viene invitato a chiarire dove vede la risposta e l’operatore segna la localizzazione
della risposta su un apposito foglio di localizzazione.
La seconda parte dell’inchiesta è la più delicata in quanto serve per comprendere quali
caratteristiche delle immagini sono state utilizzare per dare la risposta.
L’inchiesta termina appena lo psicologo ha compreso bene dove e come il soggetto ha visto la
risposta.
Localizzazione:
La localizzazione fa riferimento alla parte della macchia utilizzata per la risposta.
Vi sono 4 diversi tipi di localizzazione:
Simbolo
W
definizione
criterio
globale
Risposta che utilizza tutta la macchia. Le risposte W si
riferiscono alle capacità di sintesi e sono collegate con
l’intelligenza astratta e le capacità intuitive.
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D
Dd
S
Dettaglio comune
Viene usata una parte della macchia frequentemente
scelta dai soggetti. Sono messe in relazione con
l’intelligenza concreta.
Dettaglio inconsueto
La parte della macchia utilizzata fa riferimento a
un’area che viene scelta di rado. L’uso di dettagli rari
rinvia alla tendenza a vedere aspetti della realtà
inusuali.
Risposta spazio
Viene utilizzata un’area di spazio bianco, o all’interno di
una globale o da solo o in combinazione con un altro
dettaglio. L’eccedere nell’uso di spazi bianchi viene
messo in relazione con tendenze oppositive.
La qualità evolutiva
Valuta il grado di specificità formale delle risposte e l’elaborazione degli imput provenienti
dall’esterno.
Simbolo
Definizione
Criterio
o
Risposta ordinaria
La risposta ha una forma che la identifica in
maniera specifica.
v
Risposta vaga
La risposta non ha delle caratteristiche formali
specifiche in quanto può assumere molteplici
forme.
+
Risposta sintetizzata
Due o più oggetti vengono messi in relazione
ma almeno uno di essi ha una forma definita.
v/+
Risposta sintetizzata
Due o più oggetti vengono descritti come
separati ma relazionati tra loro.
Le determinanti
Sono le caratteristiche della macchia che contribuiscono a determinare la risposta.
Categoria
Simbolo
Criterio
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Forma
Movimento
Colore
cromatico
F
Risposta di forma. La determinante forma viene attribuita
quando la risposta è basata esclusivamente sulle caratteristiche
formali della macchia.
M
Risposta movimento umano. Risposte che contengono un
movimento, una postura o un’attività umana.
FM
Risposta di movimento animale. Risposte che contengono un
movimento animale.
m
Risposta di movimento inanimato. Risposte che implicano il
movimento di oggetti inanimati, inorganici o privi di coscienza.
C
Risposta di colore puro. La risposta viene determinata dall’uso
esclusivo del colore, senza alcun riferimento alla forma.
CF
Risposta di colore-forma. La risposta è determinata
essenzialmente dal colore con un uso secondario della forma.
FC
Risposta di forma-colore. La risposta è determinata
primariamente dalla forma mentre il colore ha un ruolo poco
rilevante.
Risposta di colore nominato. I colori della macchia vengono
denominati con l’intenzione di dare una risposta.
Cn
Colore
acromatico
C’
C’F
FC’
Chiaroscuro
testura
T
TF
Risposta di colore acromatico pur. La risposta è determinata dai
colori bianco, grigio e nero delle macchie, senza alcun
riferimento alla forma.
Risposta di colore acromatico-forma. La forma della macchia
influenza la risposta ma gioca un ruolo secondario rispetto ai
colori bianco, nero e grigio.
Risosta di forma-colore acromatico. La risposta è principalmente
determinata dall’uso della forma e secondariamente dai colori
acromatici.
Risposta di testura pura. Le caratteristiche chiaroscurali della
macchia vengono utilizzate per generare una risposta che
contiene un’esperienza tattile, senza alcun riferimento agli
aspetti formali della macchia.
Risposte di testura forma. Il chiaroscuro della macchia genera
un’esperienza tattile, e la forma gioca un ruolo secondario.
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FT
Risposte di forma-testura. Le caratteristiche tattili sono
secondarie rispetto alla forma che assume un ruolo primario.
V
Risposta di vista pura. Il chiaroscuro delle macchie viene
utilizzato per generare un’impressione di profondità o
dimensionalità.
VF
Risposte di vista-forma. Risposte in cui il chiaroscuro viene
utilizzato per dare una’impressione di profondità o
tridimensionalità con un uso secondario della forma.
FV
Risposte di forma-vista. Il chiaroscuro viene utilizzato per
fare l’impressione di profondità o dimensione ma la forma
gioca un ruolo primario.
Y
Risposte di chiaroscuro diffuso puro. La risposta viene
prodotta attraverso un uso del chiaroscuro “generico” senza
alcun riferimento all’esperienza tattile.
YF
Risposte di chiaroscuro diffuso-forma. Risposte in cui l’uso
diffuso del chiaroscuro ha un ruolo più rilevante rispetto agli
aspetti formali della macchia, senza alcun riferimento
all’esperienza tattile.
FY
Risposte di forma-chiaroscuro diffuso. Gli aspetti formali
della macchia assumono un ruolo più rilevante rispetto al
chiaroscuro diffuso.
Forma
dimensione
FD
Risposta di dimensione basata sulla forma. L’impressione di
profondità è data dagli aspetti formali e dimensionali della
macchia, senza alcun riferimento al chiaroscuro.
Pari e riflesse
(2)
Risposte pari. Risposte in cui due parti simmetriche della
macchia vengono utilizzate per identificare due oggetti
uguali.
Risposte riflesso-forma. Risposte che contengono oggetti
riflessi o immagini allo specchio. Attengono ad una immagine
narcisistica di sé.
Chiaroscuro
dimensione
Chiaroscuro
diffuso
rF
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Fr
Risposte forma-riflesso. Risposte in cui la presenza del
riflesso si accompagna ad un uso di oggetti con una chiara
definizione formale.
La qualità formale
Fa riferimento al grado di somiglianza tra la risposta e la parte della macchia utilizzata per la
stessa.
Simbolo
o
Definizione
Ordinaria
Criterio
Le risposte di qualità formale ordinaria hanno una
evidente corrispondenza estetica con la macchia, la
somiglianza è facilmente percepibile.
+
Ordinaria elaborata
Si tratta di risposte ordinarie che vengono arricchite
attraverso dei dettagli che rendono il percetto elaborato.
u
Inconsueta
Sono risposte che hanno una somiglianza con la macchia
pur essendo prodotte raramente.
-
Meno
La risposta ha un aspetto poco somigliante con la parte
della macchia utilizzata al punto da sembrare arbitraria o
distorta. La somiglianza è vista con notevoli difficoltà.
Risposte popolari
Il Comprehensive System include 13 risposte definite “popolari” in quanto si riscontrato con
frequenza elevata, in media almeno una volta ogni 3 protocolli.
Esse si riferiscono a macchie o parti di macchie la cui conformazione ha una notevole
somiglianza con la risposta.
Da un punto di vista interpretativo, le risposte popolari sono in relazione con l’esame di realtà.
I TEST DI LIVELLO: LA WAIS-R
La ricerca sull’intelligenza si è mossa su due diversi livelli:
Da una parte, l’’intelligenza teorica si è proposta di stabilire la natura di un costrutto
difficilmente definibile; dall’altra le esigenze pratiche hanno incrementato gli studi finalizzati
alla costruzione di strumenti di misura.
I test di livello hanno ricevuto numerose critiche che rimandano alla controversia inerente la
definizione stessa dell’intelligenza:
Secondo alcune teorie si tratta di una capacità generale che permette la risoluzione dei
problemi e l’adattamento all’ambiente, concezione sostenuta da Spearman.
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Secondo altre, l’atto intelligente è il frutto dell’interazione di alcune componenti tra loro
indipendenti.
Studi recenti evidenziano l’importanza di un certo numero di facoltà mentali tra loro autonome
e dipendenti da diverse aree del cervello.
Evoluzione storica del test d’intelligenza
I primi studi per la valutazione dell’intelligenza sono da attribuire a Galton che ha fornito il
primo strumento per la misurazione delle differenze individuali.
Successivamente Cattell è riuscito a misurare le reazioni psicofisiche e i processi cognitivi
elementari.
Lo studio della misurazione delle facoltà mentali più complesse è riconducibile a Binet che con
Simon, predispose la prima scala metrica per la valutazione delle capacità mentali dei
bambini in difficoltà.
La scala comprendeva prove distinte per vari livelli di età.
Lo sviluppo delle abilità intellettive possedute da un bambino era misurato attraverso 4 fattori
che costituivano un punteggio unico: Comprensione, invenzione, direzione e giudizio.
Altri ricercatori si interessarono all’impostazione di Binet, tra questi Terman propose
l’adattamento noto come la scale Standford-Binet.
Si trattava di una revisione drastica della scala Binet-Simon.
L’innovazione più importante fu costituita dall’introduzione del Quoziente Intellettivo (Q.I),
misura data dal rapporto tra età mentale ed età cronologica.
La scala WAIS-R: materiale e procedura di somministrazione
La WAIS-R può essere somministrata a soggetti di età compresa tra i 16 e i 74 anni.
Non può essere descritta solo come un test di abilità mentale poiché non si limita a valutare
soltanto le abilità possedute da un soggetto, ma permette di ottenere informazioni rispetto al
funzionamento cognitivo ed emotivo fornendo un quadro anche delle caratteristiche di
personalità.
La scala WAIS-R prevede una somministrazione individuale, è necessario disporre di un
ambiente confortevole in cui vi siano 2 sedie e un tavolo grande abbastanza da poter collocare
il materiale del test.
E’ composta complessivamente da 11 prove:
-6 prove sono finalizzare alla valutazione dell’intelligenza di tipo verbale e collocate nella scala
verbale.
-5 sono finalizzate alla valutazione dell’intelligenza pratica e compongono la scala di
performance.
Tutte le risposte fornite dal soggetto vanno registrate sull’apposita scheda di notazione,
secondo la sequenza di somministrazione prevista.
La scala verbale
I 6 subtest che compongono la scala verbale sono :
Informazione, comprensione, vocabolario, analogie,
aritmetico.
memoria
di
cifre
e
ragionamento
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Informazione
Materiale e procedura: La prova è composta da 29 quesiti di cultura generale, di difficoltà
crescente. La somministrazione inizia a partire dall’item 5 e viene interrotta dopo 5 errori
consecutivi.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: tale sub test offre informazioni su:
-Grado di adattamento all’ambiente sociale, ricchezza del background culturale del soggetto,
ambizioni intellettuali e grado di curiosità mentale dello stesso.
-Capacità di apprendimento di nozioni e memoria a lungo termine.
Le variabili emozionali che incidono sul risultato riguardano il grado di fiducia che un soggetto
ha nei confronti di se stesso e i contatti con l’ambiente circostante.
Il risultato ottenuto è poco influenzato dall’età, mentre è determinante l’ambiente di
provenienza e il tipo di educazione ricevuta.
Comprensione
Materiale e procedura: E’ un subtest composto da 14 domande che richiedono al soggetto di
motivare le sue asserzioni riguardo proverbi e prassi comportamentali da usare in specifiche
circostanze.
La somministrazione viene interrotta dopo 4 insuccessi consecutivi.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: tale subtest offre informazioni su:
-Grado di adattamento all’ambiente sociale raggiunto tramite l’acquisizioni d’informazioni
proveniente dalle situazioni quotidiane.
-Capacità di giudizio ed esame di realtà, il soggetto compie delle scelte socialmente
appropriate attraverso il ricorso al giudizio morale.
-Capacità di ragionamento pratico.
Le variabili cognitive riguardano la capacità di prestare attenzione ai particolari dell’esperienza.
Le variabili emozionali rimandano all’opinione che un soggetto possiede di sé, alle sue capacità
empatiche e d’interazione sociale.
Vocabolario
Materiale e procedura: E’ composto da una lista di 35 parole in ordine di difficoltà crescente,
cui il soggetto deve attribuire un significato.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Tale subtest offre informazioni su:
-Conoscenza e padronanza di un certo numero di vocaboli.
-Memoria a lungo termine.
-Capacità di pensiero astratto.
Le variabili cognitive rimandano alla capacità di concettualizzazione verbale e al grado di
istruzione scolastica.
Le variabili emozionali riguardano la tendenza al perfezionismo.
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Analogie
Materiale e procedura: Il materiale consta di 14 coppie di sostantivi, al soggetto viene chiesto
di indicare in che cosa sono simili i due elementi.
Ad ogni risposta è possibile attribuire un punteggio pari a zero, uno o due, secondo la
concettualizzazione operata dal soggetto che può essere di tipo:
Concreto, a cui è attribuito il punteggio 0
Funzionale, a cui è attribuito il punteggio 1
Astratto, a cui è attribuito il punteggio 2.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Tale subtest è un indicatore della logicità del
pensiero.
Le funzioni indagate sono:
-Capacità di astrazione, associazione e generalizzazione degli stimoli.
-Capacità di ragionamento induttivo.
Le variabili cognitive riguardano la capacità di comprensione verbale, la memoria a lungo
termine, la flessibilità del pensiero, il livello culturale.
Le variabili emozionali attengono a specifici atteggiamenti quali resistenza, ostilità o
negativismo.
Memoria di cifre (subtest di attenzione)
Materiale e procedura: Il subtest richiede la ripetizione immediata, diretta e inversa, di serie
numeriche di crescente lunghezza. E’ composta da 14 item: 7 per la ripetizione diretta e 7 per
quella inversa.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Tale subtest fornisce informazioni sulle abilità
cognitive di base, sui meccanismi di ricezione, sintesi e riorganizzazione delle informazioni.
In particolare le funzioni misurate sono:
-Capacità di attenzione, e in misura minore, concentrazione.
-Memoria a breve termine
-Capacità di utilizzare pattern cognitivi diversi
-Tolleranza dell’ansia situazionale e capacità di sostenere un compito potenzialmente
frustrante.
Le variabili cognitive implicate riguardano capacità quali quelle di discriminazione uditiva, di
vigilanza mentale e memoria uditiva a breve termine.
Le variabili emozionali attengono al grado di fiducia che il soggetto ripone in se stesso, alla
capacità di concentrarsi e tollerare l’ansia situazionale.
Ragionamento aritmetico (subtest di concentrazione)
Materiale e procedura: Il subtest presenta 14 problemi aritmetici di difficoltà crescente che
devono essere risolti entro un limite di tempo prestabilito, senza l’ausilio di carta e matita.
La prova è interrotta dopo 4 insuccessi consecutivi.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: In tale subtest sono implicate tutte le abilità
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di ragionamento generale e numerico.
Le funzioni misurate sono:
-Abilità nell’utilizzare concetti aritmetici di base.
-Capacità di concentrazione.
-Capacità di apprendimento e ragionamento logico, memoria a breve termine.
Le variabili cognitive riguardano funzioni quali la concentrazione, e in misura minore,
l’attenzione.
Le variabili emozionali riguardano l’ansia di stato e di tratto che incide su attenzione e
concentrazione e sui livelli di autostima posseduti.
La scala di performance
I cinque subtest che compongono la scala di performance sono: Completamento di figure,
riordinamento di storie figurate, associazione di simboli a numeri, disegno con i cubi,
ricostruzione di oggetti.
Completamento di figure (subtest dipendente dall’organizzazione visiva)
Materiale e procedura: La prova è composta da 20 cartoncini su cui sono riprodotti disegni
incompleti.
Si richiede di individuare le parti mancanti dell’oggetto raffigurato.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Le funzioni misurate da questo subtest sono:
-Capacità di concentrazione
-Vigilanza percettiva e formazione di concetti visivi
-Acuità visiva e contatto con la realtà esterna.
Le variabili cognitive riguardano la capacità di attenzione, di concentrazione e il riconoscimento
visivo dei dettagli che compongono gli elementi.
Le variabili emozionali rimandano ai livelli di vigilanza attivati, alla motivazione, alla tendenza
al perfezionismo.
Riordinamento di storie figurate (subtest dipendente dall’organizzazione visiva)
Materiale e procedura: Il subtest si compone di 10 serie di cartoncini su cui sono riportate
alcune vignette.
Il compito richiesto è quello di disporre nella giusta sequenza i cartoncini in modo che ne possa
risultare una storia di senso compiuto.
E’ utile richiedere che il ragionamento avvenga a voce alta, affinché si possa valutare il
percorso che il soggetto compie per giungere alla soluzione.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Le funzioni misurate da tale subtest sono:
-Capacità di organizzare visivamente i dati e di cogliere una situazione nel suo insieme.
-Capacità di attenzione, di analisi e di giudizio, capacità di comprendere una situazione globale.
Le variabili cognitive riguardano il pensiero sequenziale, l’apertura mentale, la flessibilità
cognitiva e la capacità di prendere decisioni.
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Le variabili emozionali rimandano al grado di accettazione del rischio, alle quote d’ansia
presenti e alla volontà di impegnarsi del soggetto.
Associazione di simboli a numeri (subtest di coordinazione visuo motoria)
Materiale e procedura: Si tratta di una serie di numeri, compresi tra 1 e 9, che devono essere
associati ad un corrispondente simbolo grafico.
Si tratta di una prova a tempo.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Le funzioni misurate da tale subtest sono:
-Capacità di attenzione e concentrazione
-Capacità di coordinazione visuo-motoria di tipo imitativo
-Velocità visuo-motoria ed efficienza mentale.
Le variabili cognitive sono costituite dalla velocità motoria, dalla capacità di concentrarsi e di
memorizzare sequenze visive.
Le variabili emozionali riguardano la capacità di adattamento e di gestione dell’ansia.
Disegno con cubi (subtest di coordinazione visuo-motoria)
Materiale e procedura: Il subtest richiede di riprodurre 9 disegni geometrici, attraverso
l’accostamento di alcuni cubetti.
I cubetti sono uguali e ciascuno possiede due facce bianche, due rosse e due metà bianche e
metà rosse.
I modelli da riprodurre sono riportati su dei cartoncini e vengono somministrati in ordine
crescente di difficoltà.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Le funzioni misurate da tale subtest sono:
-Coordinazione visuo-motoria riproduttiva
-Attenzione e concentrazione, capacità di astrazione, analisi e sintesi delle relazioni spaziali
-Velocità manipolatoria e percettiva
-Capacità di pensiero concreto e astratto
Le variabili cognitive riguardano il grado di flessibilità intellettiva, la velocità di lavoro e la
capaccità di inversione parte-tutto.
Le variabili emozionali attengono alla capacità di essere costante e riflessivo durante lo
svolgimento del compito.
Ricostruzione di figure (subtest di coordinazione visuo-motoria)
Materiale e procedura: Il subtest richiede di ricomporre 4 figure familiari, i pezzi necessari sono
presentati al soggetto secondo un ordine standard.
Funzioni indagate e interpretazione dei punteggi: Le funzioni misurate da tale subtest sono:
-Capacità di analisi e sintesi degli indizi visivi
-Capacità di coordinazione visuo-motoria di tipo produttivo
-Creatività e tenacia utili per la prosecuzione del compito.
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Le variabili cognitive riguardano la capacitò di orientamento spaziale, la flessibilità cognitiva.
Le variabili emozionali sono la costanza, la persistenza, la tenacia, la tolleranza alle
frustrazioni.
Relazioni tra subtest
Al fine di semplificare l’osservazione risulta utile raggruppare i subtest della scala in quattro
principali categorie:
-Subtest verbali (informazione, comprensione vocabolario, analogie)
-Subtest di attenzione (memoria di cifre e ragionamento aritmetico)
-Subtest dipendenti dall’organizzazione visiva (riordinamento di storie figurate e
completamento di figure)
-Subtest di coordinazione visuo-motoria (associazione di simboli a numeri, disegno con cubi,
ricostruzione di figure).
La prima categoria comprende 4 subtest verbali che offrono informazioni sul patrimonio
culturale del soggetto, sulle sue capacità di comprensione ed espressione dei messaggi verbali.
La seconda categoria comprende memoria di cifre e ragionamento aritmetico, che forniscono
informazioni rispettivamente sulle capacità di attenzione e di concentrazione del soggetto.
La terza categoria comprende riordinamento di storie figurate e completamento di figure, che
richiedono la capacità di organizzazione percettiva, soprattutto a livello visivo.
La quarta categoria, infine, comprende associazione di simboli a numeri, disegno con cubi,
ricostruzione di figure, che offrono informazioni sulle capacità di coordinazione visuo motoria
del soggetto e sulle relazioni esistenti tra coordinazione di tipo imitativo, riproduttivo e
produttivo.
L’analisi delle funzioni indagate è importante perché permette di comprendere il funzionamento
intellettuale del soggetto e di attribuire un significato alle eventuali discrepanze.
Procedure di scoring
-Calcolo dei punteggi grezzi
-Trasformazione dei punteggi grezzi in punteggi ponderati
-Trasformazione dei punteggi grezzi in punteggi ponderati per età.
La valutazione interindividuale: la misura del Q.I.
Si tratta di una misura ricavata dal confronto tra i risultati ottenuti dal soggetto e quelli
ottenuti da individui appartenenti alla stessa classe di età, quindi un confronto tra il soggetto e
il campione di standardizzazione.
Tale Q.I è definito Q.I di deviazione (media 100, deviazione standard 15) e indica quanto il
soggetto devia al di sopra o al di sotto della prestazione media.
E’ bene sottolineare che il Q.I non è sinonimo del concetto ben più vasto e unitario di
“intelligenza”, bensì esprime una serie di funzioni intellettive che risultano influenzate dalla
cultura in cui il soggetto è inserito.
Più precisamente, il Q.I è da intendersi come l’espressione di una molteplicità di fattori che
interagiscono con tre variabili principali:
-Dotazione naturale: le potenzialità che si sviluppano durante il processo di maturazione
-Ambiente psicologico: i meccanismi psicologici interni al soggetto
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-Ambiente educativo: l’insieme di conoscenze provenienti dall’ambiente educativo e
scolastico.
La scala WAIS-R non misura le potenzialità del soggetto, bensì le capacità che possiede “qui ed
ora”.
La valutazione intraindividuale: la misura della dispersione
Il confronto intraindividuale permette una valutazione più accurata delle caratteristiche
possedute dal soggetto e del suo funzionamento mentale.
Con il termine “dispersione” ci si riferisce al “modello o configurazione formata dalla
distribuzione dei punti ponderati dei subreattivi di un reattivo di intelligenza, ed è
rappresentata graficamente dal diagramma di dispersione”.
Il diagramma di dispersione mostra l’unicità di ciascun soggetto rispetto alle funzioni indagate
e consente un’immediata visione dei punti di forza e di debolezza posseduti.
L’analisi della dispersione permette di verificare se tutti i punteggi ponderati si concentrato
intorno alla tendenza centrale, oppure si discostano da essa.
Il valore medio dei punteggi ponderati di ogni subtest è pari a 10, mentre la deviazione
standard è uguale a 3.
Le misure della dispersione sono:
-Dispersione dei subtest non verbali rispetto ai subtest verbali: Tale misura è ricavata dal
confronto tra il punteggio ottenuto da un soggetto al Q.I verbale e quello ottenuto al Q.I di
performance. I due valori normalmente non si discostano troppo tra loro.
-Dispersione dalla media dei singoli subtest rispettivamente verbali e di performance: Tale
misura è ricavata dal rapporto dei singoli risultati ai vari subtest.
E’ utile perché offre informazioni sulle abilità che si collocano al di spra o al di sotto del livello
medio di competenza del soggetto.
-Dispersione dal subtest Vocabolario: Tale misura è ricavata dal confronto tra il punteggio a un
determinato subtest e il punteggio ottenuto al Vocabolario.
La scelta del subtest Vocabolario è giustificata dal fatto che la provo è più resistente e stabile.
Tale tipo di dispersione valuta la caduta di efficienza in una o più funzioni misurate dai vari
subtest rispetto all’ipotetico livello originale possduto.
-Memoria di cifre e Ragionamento aritmetico: Tale misura è ricavata dal confronto tra il
punteggio al sutest Mmemoria di Cifre e Ragionamento Aritmentico, in quanto sono due prove
che misurano rispettivamente l’attenzione e la concentrazione.
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