AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI 45° CONVEGNO NAZIONALE, 7-10 SETTEMBRE 2016 – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE AIAS 2016 – 626 INFLUENZA DEL MEATO SULLA CARATTERIZZAZIONE DI FLUIDI MAGNETOREOLOGICI AD ALTE VELOCITA’ DI TAGLIO N. Golinellia,1 Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento Scienze e Metodi dell’Ingegneria Via Amendola, 2,42122 Reggio Emilia, 1e-mail: [email protected] a Sommario I fluidi magnetoreologici (MRF) sono una soluzione oleosa con una percentuale di particelle ferromagnetiche disperse al loro interno, che li rendono sensibili ai campi magnetici causando una loro variazione della viscosità apparente. Attualmente sono molteplici le applicazioni che utilizzano fluidi magnetoreologici ad elevate velocità di scorrimento, ma il comportamento degli stessi in queste condizioni, è ancora in fase di valutazione. Lo scopo di questo lavoro è l’analisi sperimentale dei fluidi MR ad alte velocità di scorrimento e la valutazione dell’influenza dello spessore del meato di fluido. Le variabili considerate sono: lo spessore del meato di fluido, il campo magnetico applicato e la velocità angolare. Dai risultati ottenuti è emerso che lo sforzo di taglio esercitato dal fluido è moderatamente proporzionale alla velocità di scorrimento solo a basse velocità, mentre ad alte velocità è insensibile ad essa. Inoltre, a campi magnetici bassi o assenti, lo sforzo di taglio cresce col diminuire del meato, probabilmente a causa di fenomeni viscosi più marcati, mentre ad elevati valori di magnetizzazione l’influenza dello spessore del meato è quasi assente. Abstract Magnetorheological fluids (MRFs) are an oil-based solution with a percentage of ferromagnetic particles floating around in it, that causes a variation of the apparent viscosity when subjected to a magnetic field. Nowadays, the applications that use magnetorheological fluids (MRFs) under high shear rates are becoming more popular. However, the behaviour of MRFs in these conditions is still under assessment. The aim of this work is the experimental analysis of magnetorheological fluids at very high shear rates by means of a custom rotational magnetorheometer and subsequently the evaluation of the influence of the gap thickness. The variables involved are the gap thickness, the magnetic field applied and the shear rate. All the tests were carried out at controlled temperature. On the one hand, the results highlighted that at high shear rates the flow curves flatten, suggesting that the post-yield viscosity is a less influencing factor. On the other hand, the influence of the gap thickness is appreciable only at low magnetic field values. Parole chiave: fluidi magnetoreologici, magnetoreometro, modello di Ostwad de Waele, viscosità apparente. 1 INTRODUZIONE Il comportamento e la successiva caratterizzazione dei fluidi magnetoreologici (MRF) ad alte velocità di taglio, costituisce una tematica ancora parzialmente trattata in letteratura scientifica. La sfida principale in questo ambito sta nell’effettuare una corretta misurazione degli stessi. Infatti, ad elevate velocità di 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 scorrimento del fluido, è problematico separare il comportamento reologico del fluido, dipendente da un campo magnetico applicato, da altri fenomeni, di stampo puramente viscoso e fluidodinamico, come la presenza di vortici o turbolenze. Altri fattori che rendono difficile l’interpretazione di questi dati, sono il problema del cambio di viscosità, dovuto all’attrito fra le particelle ferromagnetiche [1], alla generazione di calore o la ridistribuzione delle stesse, causata dalla accelerazione centrifuga. Mazlan et. al. [2], [3] ha studiato le proprietà dei fluidi magnetoreologici, sottolineando la relazione che esiste fra la riorganizzazione delle particelle durante le fasi di compressione o trazione e la variazione di campo magnetico dovuta al cambiamento del meato di fluido e conseguentemente da una diversa concentrazione di particelle ferromagnetiche. Un simile approccio è stato usato da Spaggiari et. al. [4], [5], Becnel et. al. [6], [7] e Hegger & Maas [8] i quali hanno sperimentato il fenomeno chiamato “squeeze-strengthen”, per il quali si verifica un innalzamento della tensione di snervamento a fronte di una sollecitazione di compressione combinata ad una di taglio, che provoca la formazione di catene di particelle più spesse che portano quindi a tensioni di taglio massime più elevate. Altre considerazioni riguardanti gli effetti fluidodinamici e magnetostatici sul comportamento di fluidi magnetoreologici sono stati indagati in [9] utilizzando un magnetoreometro di tipo Searle e rotori con profili non cilindrici. Ulicny [10] invece, ha preso in considerazione la variazione dello sforzo di taglio quando il fluido MR è sottoposto a lenti transitori. In [11] vengono affrontati i fattori che influenzano i risultati di una prova eseguita con un reometro rotativo a cilindri concentrici. Tra questi vi è anche lo spessore del meato di fluido. Questo parametro influenza la non linearità del profilo di velocità all’interno del meato e quindi il calcolo della velocità di taglio. Riducendo lo spessore del meato è possibile minimizzare l’effetto di questa non linearità e ottenere risultati più precisi dal punto di vista puramente reologico. Per spessori sottili o basse velocità angolari, il flusso rimane stabile e laminare (modello di Couette) mentre ad alte velocità di scorrimento, si possono instaurare, all’interno del meato, fenomeni come i vortici di Taylor, che portano ad instabilità fluidodinamiche [12]. 2 M ATERIALI E METODI In questa sezione verranno presentati i materiali utilizzati per le prove, in modo particolare la tipologia di fluido magnetoreologico e il magnetoreometro usato per lo svolgimento delle prove. Verranno anche presentati le metodologie di prova e il processo di raccolta dai dati sperimentali. 2.1 Fluidi Magnetoreologici I fluidi magnetoreologici sono una sospensione di particelle ferromagnetiche in un fluido trasportatore non magnetico [13]. In assenza di campi magnetici, le particelle ferromagnetiche sono disperse in modo casuale e il fluido si comporta in modo Newtoniano. Quando è investito da un campo magnetico invece, le particelle tendono ad allinearsi alle linee di flusso e a formare catene resistenti allo sforzo di taglio, capaci di trasformare il fluido in un semi-solido con una certa tensione di snervamento, τy. La tensione di snervamento, τy, dipende dall’intensità del campo magnetico. Quando lo sforzo di taglio è superiore alla tensione di snervamento, il materiale torna a fluire con una legge pseudoplastica. Il modello che meglio descrive il comportamento di questi fluidi è quello di Hershel-Bulkley [14], ed è riportato in seguito: π = ππ¦ + πΎπΎΜ π (1) Dove τy è la tensione di snervamento, K rappresenta la consistenza, πΎΜ la velocità di scorrimento e n l’indice di flusso. Il fluido utilizzato in questo lavoro è il MRF 132-DG prodotto dalla Lord Corporation [15]. Questa particolare formulazione è a base di olio sintetico con una percentuale in peso di particelle ferromagnetiche pari a circa l’80 %. La tensione di snervamento massima di questi fluidi è di circa 50 kPa per campi oltre i 300 kA/m, come riportato nei datasheet del produttore. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 2.2 Magnetoreometro Searle Il magnetoreometro di tipo Searle è una tipologia di reometro in cui un rotore viene messo in rotazione, immerso in un fluido, a sua volta contenuto in uno statore fisso. Il rotore trasmette allo statore un momento torcente attraverso il meato di fluido che li separa. In questo modo, è possibile costruire le classiche curve di flusso necessarie per la caratterizzazione del fluido. Costruttivamente quindi, nel magnetoreometro utilizzato si ha una coppa esterna, un coperchio, il rotore e il sistema magnetico (Figura 1a). La coppa è rigidamente connessa ad un sensore di coppia, a sua volta connesso con il telaio dell’apparato sperimentale. All’interno della coppa è ricavato il serbatoio per il fluido magnetoreologico e l’alloggiamento per il sistema Rotore Coperchio Cuscinetti Meati attivi Circuito FM RR LP h L RS Avvolgimento Coppa (a) (b) Figura 1. Sezione parziale del magnetoreometro Searle usato (a) e principali parametri geometrici salienti (b). magnetico. Il sistema magnetico è composto da una bobina, formata da 530 avvolgimenti (AWG 24, [16]), racchiusa tra due gusci ferromagnetici. Uno dei due gusci ha tre fori, per permettere ai capi dell’avvolgimento e al sensore di temperatura di uscire dal magnetoreometro. Sul coperchio vengono installati per interferenza due cuscinetti, all’interno dei quali viene inserito il rotore, anch’esso con una lieve interferenza. Il coperchio, con il rotore annesso, viene poi chiuso sulla coppa esterna attraverso delle viti mordenti. I principali parametri geometrici sono quelli che caratterizzano il rotore e lo spessore del meato di fluido magnetoreologico (Figura 1b). Dato che si vuole valutare l’influenza del meato sulla risposta del fluido MR, tre differenti rotori, con altrettanti valori di raggio RR sono stati utilizzati, in particolare RR = 8, 8.5 e 8.9 mm. Il raggio esterno, quello statorico, è fisso ed ha un valore di RS = 9 mm. I valori dello spessore del meato sono quindi h = RS – RR = 1, 0.5, 0.1 mm. La lunghezza assiale di attivazione del meato di fluido e cioè quella interessata dal passaggio del campo magnetico, è pari a due volte LP = 6 mm. La lunghezza assiale totale del rotore immerso nel fluido è L = 24 mm. Il valore di sforzo di taglio τ, esercitato sulla parete dello statore, può essere direttamente correlata alla coppia misurata dal trasduttore, come segue [6], [7], [11]: π= π 2ππΏπ (π π + β)2 (2) 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 dove T, è la coppia misurata e come già anticipato, LP è la lunghezza assiale di attivazione del meato, RR è il raggio del rotore e h lo spessore del meato. Allo stesso modo è possibile ricavare il valore di velocità di taglio, πΎΜ , sulla superficie del rotore e sarà pari a: πΎΜ = π π β (3) nella quale, il prodotto Rω, rappresenta il valore di velocità lineare sulla superficie del rotore. L’Equazione (3) in realtà è una approssimazione, in quanto considera il fluido all’interno del meato, uniformemente sottoposto alla stessa velocità di scorrimento. Tale approssimazione risulta essere comunque accettabile, considerando meati così sottili [6]. 2.3 Simulazioni Magnetiche Differenti spessori di meato comportano differenti valori di campo magnetico, per gli stessi valori di corrente. Per una corretta interpretazione dei dati, è necessario confrontare i valori di sforzo di taglio, agli stessi livelli di campo magnetico. Per ottenere ciò, sono state effettuate delle simulazioni magnetiche agli elementi finiti, per ricavare i valori di corrente che fornissero gli stessi valori di campo magnetico, per i diversi spessori di meato. Le simulazioni sono state realizzate con il software FEMM 4.2 [17]. In Figura 2 è rappresentato il risultato di una delle analisi, dove si possono notare le linee di flusso del campo magnetico che percorrono i due gusci magnetici, attraversano i due meati di fluido e si richiudono passando per il rotore, anch’esso in materiale ferromagnetico. Per poter confinare il campo in tali zone, la coppa esterna ed il coperchio sono stati realizzati in alluminio. Dal grafico in Figura 3 si evince come, per raggiungere uno stesso livello di campo magnetico, sono necessari valori di corrente più bassi, quando il meato diminuisce di spessore a causa di una minore riluttanza del circuito. I valori di corrente ricavati dalle simulazioni, per ogni livello di intensità di campo magnetico H (222, 207, 188, 178, 166, 153, 139, 114, 77, 37, 0 kA/m) sono riportati in Tabella 1. Figura 2. Andamento delle linee di flusso del campo magnetico. (h = 1 mm, I = 2.2 A). 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 250 Campo magnetico, kA/m 200 150 100 1 mm 0.5 mm 0.1 mm 50 0 0 0,5 1 1,5 2 2,5 Corrente, A Figura 3. Corrente vs campo magnetico per ogni spessore di meato. Tabella 1. Valori di corrente per ogni spessore di meato e intensità di campo magnetico h H 1 0.5 0.1 (kA/m) (mm) (mm) (mm) 2.15 1.12 0.33 222 1.9 0.92 0.28 207 1.46 0.7 0.22 188 1.32 0.62 0.19 178 1.1 0.55 0.153 166 0.91 0.47 0.125 153 0.71 0.36 0.1 139 0.5 0.26 0.081 114 0.33 0.17 0.055 77 0.16 0.086 0.028 37 2.4 Apparato Sperimentale In Figura 4 è rappresentato l’apparato sperimentale utilizzato per le prove. Esso è composto da un basamento sul quale viene installato il trasduttore di coppia [18]. La base del magnetoreometro viene prima connessa rigidamente al trasduttore. Successivamente, il motore elettrico [19] viene fatto calare fino a poter connettere il suo albero al rotore del magnetoreometro, tramite un giunto elastico. Inoltre, il reometro è equipaggiato con un sistema di raffreddamento composto da una bobina di tubo di rame, connessa ad una pompa che fa circolare al suo interno un fluido refrigerante a temperatura controllata. Tutte le prove sperimentali quindi sono state effettuate a 21°C, termostatando il sistema. La velocità massima impostata viene raggiunta in otto gradini di uguale durata, per una durata totale della singola prova di 20 secondi. In questo modo, per ogni valore di velocità massima, è possibile ricavare otto valori intermedi di velocità e sforzo di taglio e aumentare quindi la precisione delle curve di flusso. I livelli di velocità massima scelti sono 0.5, 0.8, 1.1, 1.6, 2.1, 2.3, 2.5 m/s. Il programma LabVIEW è anche responsabile dell’elaborazione del segnale di coppia, in quanto preleva dal trasduttore il segnale di tensione, facendolo passare per un condizionatore di segnale (TM-02) e comunicandolo al PC tramite un acquisitore di segnali (BNC-2110), anch’esso della National Instruments. La corrente agli avvolgimenti è stata imposta utilizzando un generatore di corrente stabilizzata. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Motore Giunto elastico Magnetoreometro Sistema refrigeramento Trasduttore di coppia Figura 4. Apparato sperimentale. 3 RISULTATI Utilizzando i dati ricavati dalle prove sperimentali è stato possibile costruire le curve di flusso, che sono usate in reologia per studiare il comportamento dei fluidi. Questo porta ad avere tre livelli di velocità di taglio massima per ogni spessore di meato: in particolare 2500 s-1 con h = 1 mm, 5000 s-1 con h = 0.5 mm e 25000 s-1 con h = 0.1 mm. In Figura 5 a,c,e sono riportate le curve di flusso per ogni gap utilizzato. Un dato ulteriore che è possibile valutare, è la viscosità apparente del fluido, η, che è legata, come lo sforzo di taglio, al gradiente di velocità alla quale essa è misurata. In particolare, il valore di viscosità apparente è stato calcolato, puntualmente, semplicemente dividendo lo sforzo di taglio τ, al rispettivo valore di velocità di taglio πΎΜ . I fluidi MR, che appartengono ad una sottocategoria dei fluidi pseudoplastici, mostrano una diminuzione della viscosità apparente all’aumentare del gradiente di velocità πΎΜ , come si può notare dai grafici in Figura 5 b,d,f. Da una prima analisi qualitativa dei dati, è possibile notare un appiattimento delle curve di flusso, specialmente nella fase di post-snervamento nel fluido, che rende lo sforzo di taglio τ, solo lievemente dipendente dalla velocità di scorrimento. Goncalves [21] ottenne lo stesso effetto ed in tal caso era dovuto al tempo di esposizione del fluido al campo magnetico. Dal punto di vista della viscosità apparente invece, si osserva un abbassamento della stessa all’aumentare della velocità di scorrimento come prevedibile, mentre per certi intervalli di πΎΜ , valori più elevati di η sono stati misurati utilizzando meati di spessore decrescente. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 40 100 35 90 30 70 η, Pa s 25 τ, kPa h = 1 mm 80 20 15 60 50 40 30 10 20 5 10 0 0 0 500 1000 1500 2000 2500 0 πΎ Μ, s-1 500 (a) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 35 30 1500 πΎ Μ, s-1 h = 0.5 mm η, Pa s 25 τ, kPa 1000 20 15 10 5 0 0 1000 2000 πΎ Μ, (c) 3000 4000 0 5000 1000 2000 3000 35 30 h = 0.1 mm η, Pa s 25 20 15 10 5 0 10000 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 37 kA/m 0 kA/m 4000 5000 (d) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 5000 2500 πΎ Μ, s-1 s-1 40 0 2000 (b) 40 τ, kPa 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 37 kA/m 0 kA/m 15000 πΎ Μ, s-1 20000 25000 0 5000 10000 15000 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 37 kA/m 0 kA/m 20000 25000 πΎ Μ, s-1 (e) (f) Figura 5. Grafici dello sforzo di taglio τ e della viscosità apparente η, in funzione della velocità di taglio πΎΜ , con h = 1 mm (a), 0.5 mm (b) e 0.1 mm (c). 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 4 DISCUSSIONE Il tempo per raggiungere l’equilibrio tra velocità di taglio e sforzo di taglio è tanto più basso quanto è bassa la viscosità. Questo porta ad avere tempi di equilibrio bassi, ad alte velocità di scorrimento, ed alti valori nelle fasi iniziali, quindi con πΎΜ basse. Tale fenomeno provoca valori di sforzo di taglio maggiorati nelle fasi iniziali dei test, poiché non è ancora stato raggiunto tale equilibrio, come si può notare nei grafici in Figura 5 a,c,e per valori di πΎΜ inferiori a 1000 s-1. Inoltre, a causa di una parziale magnetizzazione residua del rotore o dello statore, è possibile ipotizzare una residua attivazione del fluido che, purché esigua, influenza la coppia resistente, anche in questo caso, specialmente ai valori di velocità di scorrimento più bassi [22]. Il fenomeno dell’appiattimento delle curve di flusso è stato riscontrato anche in [12], dove è stato ipotizzato che, alte velocità di deformazione interferiscono con il processo di formazione delle colonne di particelle, causando un decremento del valore dello sforzo di taglio dipendente dal campo magnetico. Dal modello, sotto un valore critico di velocità di deformazione, viene ricavato uno sforzo di taglio considerando il massimo valore di campo magnetico applicato, mentre al di sopra di tale soglia, è prevista una riduzione del numero di colonne di particelle attive e quindi una complessiva diminuzione dello sforzo di taglio indotto dal campo magnetico. Guth et. al. [23] ipotizzò anche che le stesse alte velocità siano da sole responsabili di un indebolimento del campo magnetico nel gap di attivazione, anche se ciò non è dimostrato sperimentalmente. Per poter ovviare al problema della particolare conformazione delle curve di flusso e per ottenere una più facile interpretazione dei dati ottenuti, si è scelto di analizzare più nel dettaglio le curve della viscosità apparente η (Figura 6 a). Tali dati infatti, sono più facilmente modellabili con una legge di tipo esponenziale, anziché una legge più complicata, come quella di Herschel-Bulkley. In questo modo, è possibile ricavare dei parametri caratteristici, che possono quantificare l’influenza delle alte velocità di scorrimento e dello spessore del meato, sulla risposta del fluido MR in termini di coppia resistente. In riferimento alla Figura 6 a, e ancora più visibile in Figura 7a, si può notare come per valori di campo magnetico H inferiori o uguali a 37 kA/m, i dati ottenuti hanno un andamento differente per ogni spessore di meato utilizzato. Per valori invece, superiori o uguali a 77 kA/m (Figura 6 b), gli andamenti delle viscosità apparenti sono quasi perfettamente sovrapponibili (Figura 7 b) e quindi in questo caso, non vi è una influenza apprezzabile del gap. 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 37 kA/m 0 kA/m 5 1 50 Log η, Pa s Log η, Pa s 50 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 5 1 0 5000 10000 15000 πΎ Μ, s-1 20000 25000 0 5000 10000 15000 20000 25000 πΎ Μ, s-1 (a) (b) Figura 6. Log viscosità apparente η vs velocità di taglio πΎΜ , per ogni livello di campo magnetico (a) e per campi magnetici superiori a 77 kA/m (b), considerando i tre gap. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 50 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 37 kA/m 0 kA/m 5 Log η, Pa s Log η, Pa s 50 1 222 kA/m 207 kA/m 188 kA/m 178 kA/m 166 kA/m 153 kA/m 139 kA/m 114 kA/m 77 kA/m 5 1 100 1000 10000 100000 Log πΎ Μ, s-1 100 1000 10000 100000 Log πΎ Μ, (a) (b) Figura 7. Log viscosità apparente η vs log velocità di taglio πΎΜ , per ogni livello di campo magnetico (a) e per campi magnetici superiori a 77 kA/m (b), considerando i tre gap. s-1 Per una prima valutazione dell’influenza dello spessore di parete è stato scelto il modello semplificato di Oswald e Waele [24], [25], che descrive fluidi non newtoniani con una legge del tipo: (4) π = πΎπΎΜ (π−1) nella quale K è la consistenza e n l’indice di flusso. Con una legge di questo tipo, la tensione di snervamento τy, presente nel modello di Herschel-Bulkley, è inclusa nella tensione di taglio complessiva. Utilizzando una funzione Matlab, [26], che interpola i punti sperimentali, in modo non lineare e attraverso il metodo dei minimi quadrati, sono stati ricavati i coefficienti K ed n che meglio rappresentano i dati sperimentali e che sono riportati in Tabella 2. Tabella 2. Parametri del modello di Ostwald de Waele. h = 1mm H, (kA/m) 222 207 188 178 166 153 139 114 77 37 0 K, (Pa sn) 28659,44 27484,07 24948,89 24432,38 22844,86 21564,19 20219,8 17478,5 12604,69 4176,671 663,5475 n 0,02256 0,02648 0,03018 0,02727 0,02801 0,02578 0,01864 0,01116 0,00327 0,01733 0.01554 h = 0.5 mm h = 0.1 mm K, (Pa sn) n K, (Pa sn) n 31610,48 29266,51 25623,56 22744,66 20470,62 19878,36 18494,73 14377,38 10556,79 6590,102 2949,679 0,01965 0,01810 0,02097 0,02853 0,03652 0,02945 0,02291 0,03521 0,03836 0,02931 0,03456 30867,49 28468,53 22182,33 21644,3 20873,42 19652 17758,69 14495,21 12268,82 9033,781 7923,72 0,00996 0,01557 0,03709 0,02950 0,01916 0,01623 0,01141 0,02338 0,02047 0,02686 0,00045 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Una volta determinati i valori di K e n, è stato possibile effettuare una correlazione fra tali dati e le variabili di ingresso. In Figura 8 a,b sono rappresentati K ed n, al variare del campo magnetico applicato, per ognuno dei tre gap utilizzati. Il parametro della consistenza cresce quasi linearmente con l’intensità del campo magnetico, mentre l’indice di flusso non risente particolarmente della variazione di H. Anche lo spessore del meato sembra non influenzare l’indice di flusso, come si può evincere dal grafico in Figura 9 b. La consistenza K invece, per valori nulli o molto bassi (37 kA/m), cresce col diminuire dello spessore del gap. Questa variazione risulta essere più evidente a campo nullo, dove passa da circa 663 Pa sn, con h = 1 mm, a circa 7900 Pa sn, con h = 0.1 mm. Meno marcata invece, è la variazione di K a 37 kA/m, dove vede raddoppiare comunque il suo valore. Questi risultati suggeriscono una influenza dallo spessore h, su fenomeni di tipo fluidodinamico all’interno del meato e che all’aumentare di H, le forze di tipo magnetico risultano essere preponderanti, mascherando questa dipendenza. 35 0,05 30 1 mm 0.5 mm 0.1 mm 0,04 0,03 20 n K, kPa sn 25 15 0,02 10 0,01 1 mm 0.5 mm 0.1 mm 5 0 0 50 100 150 200 0 0 250 H, kA/m (a) 50 100 150 200 250 H, kA/m (b) Figura 8. Consistenza, K (a) e indice di flusso, n (b) in funzione del campo magnetico H. 35 0,05 H <= 37 kA/m H >= 77 KA/m 30 H <= 37 KA/m H >= 77 KA/m 0,04 0,03 20 n K, kPa sn 25 15 0,02 10 0,01 5 0 0,00 0 0,5 h, mm (a) 1 0 0,5 h, (mm) (b) Figura 9. Consistenza, K (a) ed indice di flusso, n (b) in funzione dello spessore di meato h. 1 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Una ulteriore valutazione sulla influenza dello spessore del meato di fluido sulla sua caratterizzazione, è stato possibile utilizzando i parametri di Oswald de Waele ricavati tramite Matlab. Come è stato discusso precedentemente, per valori di campo magnetico sufficientemente elevati, la viscosità apparente non risente della variazione di h, quindi gli stessi parametri K e n, possono essere utilizzati per differenti spessori del meato. Per poter ottenere un modello semplificato del fluido, risulta utile poter parametrizzare l’equazione di Oswald de Waele in funzione del campo magnetico applicato. Dal momento che l’unico parametro ad essere influenzato da H è la consistenza, utilizzando un valore medio di indice di flusso πΜ , si può arrivare ad una equazione che lega direttamente la consistenza al campo magnetico, da poter poi inserire nel modello. Per cui, dopo aver calcolato il valore medio dell’indice di flusso, corrispondente a πΜ = 0.02272, sono stati ricalcolati i valori corrispondenti di K e successivamente mediati sui tre spessori di meato, ottenendo l’andamento lineare rappresentato in Figura 10. 35 30 K = 118,07H + 2688,9 K, kPa sn 25 20 15 10 5 0 0 50 100 150 200 250 H, kA/m Figura 10. Relazione fra i valori di consistenza K, con n = 0.02272 e il campo magnetico applicato. Dopo aver ottenuto la relazione fra consistenza e campo magnetico, è stato possibile rielaborare l’equazione di Oswald de Waele nel seguente modo, valido solo per il fluido MR 132-DG: ππππ = πΎ(π»)πΎΜ (πΜ −1) = (118π» + 2700)πΎΜ (0.2272−1) (5) Successivamente, i valori ottenuti calcolando la viscosità apparente tramite l’Equazione (5), sono stati confrontati con i dati sperimentali, per il rispettivo valore di campo magnetico (Figura 11 a-m). Per poter valutare la correttezza del modello con i dati sperimentali, si è scelto di calcolare il coefficiente di determinazione R2, che in statistica rappresenta la proporzione tra la variabilità dei dati e la correttezza di un modello statistico [27]. Esso misura la frazione della varianza della variabile dipendente espressa dalla regressione. R2 varia tra 0 ed 1: quando è 0, il modello utilizzato non descrive minimamente i dati, al contrario, se uguale a 1, esiste una perfetta corrispondenza fra dati sperimentali e modello. Il coefficiente di determinazione viene definito come segue: π 2 = 1 − πππΈ πππ (6) Nella quale SSE (Equazione (7)) è la somma dei quadrati residui cioè la somma degli scarti quadratici fra i punti sperimentali ed il modello mentre SST (Equazione (8)) è la somma dei quadrati totale, ovvero la somma degli scarti quadratici dei punti sperimentali rispetto alla loro stessa media. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 222 kA/m modello OdW, K(H) 50 Log η, Pa s Log η, Pa s 50 5 1 1000 Log πΎ Μ, (a) 50 10000 100000 100 1000 Log πΎ Μ, (b) s-1 188 kA/m modello OdW, K(H) 50 Log η, Pa s Log η, Pa s 5 1 100 5 1 10000 100000 s-1 178 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 100 1000 Log πΎ Μ, (c) 50 10000 100000 100 1000 Log πΎ Μ, (d) s-1 50 166 kA/m modello OdW, K(H) Log η, Pa s Log η, Pa s 207 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 10000 100000 s-1 153 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 100 1000 10000 Log πΎ Μ, s-1 (e) 100000 100 1000 10000 Log πΎ Μ, s-1 (f) 100000 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 50 139 kA/m modello OdW, K(H) Log η, Pa s Log η, Pa s 50 5 1 114 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 100 1000 10000 100000 100 1000 Log πΎ Μ, s-1 (g) 77 kA/m modello OdW, K(H) 50 Log η, Pa s Log η, Pa s 50 10000 100000 Log πΎ Μ, s-1 (h) 5 1 37 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 100 1000 10000 100000 100 1000 Log πΎ Μ, s-1 (i) 50 Log η, Pa s 10000 100000 Log πΎ Μ, s-1 (l) 0 kA/m modello OdW, K(H) 5 1 100 1000 10000 100000 Log πΎ Μ, s-1 (m) Figura 11. Confronto fra i dati sperimentali e il modello di Oswald de Waele, con parametri mediati, per ogni livello di campo magnetico H. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 π (7) πππΈ = ∑(ππ − ππππ )2 π=1 π (8) πππ = ∑(ππ − πΜ π )2 π=1 In Tabella 3 sono riportati i valori finali dei coefficienti di determinazione e degli scarti quadratici, per ogni livello di campo magnetico. Come si può osservare anche in Figura 12, il modello di Oswald de Waele descritto tramite l’Equazione (5), approssima con un R2 maggiore dello 0.99 per campi maggiori o uguali a 77 kA/m. Per valori di H nulli o molto bassi invece, tale modello non è più utilizzabile. Questo conferma che per campi sufficientemente elevati, il fluido può essere modellato utilizzando un unico set di parametri anche utilizzando gap di spessori differenti, mentre a campi nulli, differenti spessori, comportano differenti coppie di parametri per descrivere il fluido MR. Tabella 3. Valori dei coefficienti di determinazione, SSE e SST per ogni valore di campo magnetico. H, (kA/m) 222 207 188 178 166 153 139 114 77 37 0 K, Pa sn 28896 27126 24884 23704 22288 20754 19102 16152 11786 7066 2700 SSE 1422.96 1432.582 1201.313 1656.813 1432.988 1328.377 684.2229 395.6209 206.5247 8093.616 2051.91 R2 0.9978 0.9976 0.9976 0.9965 0.9966 0.9963 0.9977 0.9980 0.9979 0.5090 0.1135 SST 673770.6 616593.4 512645.6 473755 421591.7 365985.4 301118.3 208091.4 101610.7 16484.37 2314.74 R2 1 0,5 0 222 207 188 178 166 153 139 114 77 37 0 H, kA/m Figura 12. Coefficiente di determinazione R2 che misura il livello di accuratezza del modello, al variare del campo magnetico H. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 5 CONCLUSIONE Nel presente lavoro è stata valutata l’influenza dello spessore del meato di un magnetoreometro Searle, sulla risposta in termini di sforzo di taglio e viscosità apparente di un fluido magnetoreologico commerciale. Sono stati considerati tre spessori e differenti valori di campo magnetico e velocità. Dalle curve di flusso è emersa una bassa variabilità della viscosità post-snervamento del fluido, per valori di velocità di scorrimento molto elevate. È stata effettuata una analisi quantitativa dell’influenza del meato sulla viscosità apparente, utilizzando il modello di Ostwald de Waele, per fluidi non-newtoniani. Dai parametri del modello, di consistenza e indice di flusso, ricavati partendo dai dati sperimentali e utilizzando un algoritmo di interpolazione, si è notata una debole variazione della consistenza al variare dello spessore di meato, solamente a campi magnetici bassi o nulli. Invece, la consistenza varia quasi linearmente con il campo magnetico. Dopo aver ricavato l’equazione che lega la consistenza al campo magnetico, è stata inserita all’interno del modello di Ostwald de Waele. In questo modo quindi, abbiamo proposto un modello nel quale, utilizzando un indice di flusso mediato, la viscosità apparente è funzione solamente del campo magnetico e della velocità di taglio. Tale modello approssima con una ottima precisione il comportamento del fluido per valori di campo magnetico superiori a 77 kA/m, suggerendo una influenza quasi nulla del meato. Per valori nulli o molto bassi invece, l’inspessimento del meato di fluido, causa una diminuzione della consistenza, probabilmente dovuto ad un minore attrito fra le particelle ferromagnetiche e quindi il modello proposto perde di attendibilità. Attualmente, sono in corso ulteriori analisi dal punto di vista simulativo e CFD, per approfondire ulteriormente questi aspetti e chiarificare la caratterizzazione dei fluidi MR. BIBLIOGRAFIA [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] Z. D. Hu, H. Yan, H. Z. Qiu, P. Zhang, and Q. Liu, “Friction and wear of magnetorheological fluid under magnetic field” J. 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