i pickups magnetici tra storia, caratteristiche e luoghi comuni

PICKUPS ARTIGIANALI DI ALTA QUALITA’
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Luca Villani
I PICKUPS MAGNETICI TRA STORIA,
CARATTERISTICHE E LUOGHI COMUNI
■ TEORIA
Legge di Lenz: in un circuito elettrico interessato da una variazione di flusso magnetico si
genera una corrente elettrica (detta corrente indotta) di intensit€ proporzionale alla velocit€ di
variazione di tale flusso
Alla luce di questa legge fisica, la struttura di un pickup € di per s• abbastanza semplice: un magnete permanente crea
attorno a s• un flusso magnetico, un campo di attrazione stabile. Un avvolgimento di conduttore in rame (bobina)
posto attorno al magnete costituisce il circuito elettrico. Magnete ed avvolgimento sono di per s• elementi statici ed il
sistema € normalmente in stato di quiete. La presenza di un oggetto ferromagnetico in movimento all’interno delle
linee del campo magnetico genera una variazione del flusso tanto maggiore quanto il suo angolo di incidenza rispetto
alle linee del campo si approssima a 90‚. La variazione del flusso magnetico crea una differenza di potenziale elettrico
ai capi della bobina, generando una corrente indotta al suo interno. Tale corrente € comunemente compresa entro il
valore di 1Volt o poco piƒ. Nel caso dei pickups essa € di tipo alternato, in quanto generata dalla vibrazione della
corda, che oscilla avanti e indietro attorno al suo punto di riposo, allontanandosi ed avvicinandosi alternativamente al
campo magnetico, con valori negativi o positivi. La corda in realt„ oscilla in modo piƒ complesso, in quanto si muove
con un doppio movimento rotatorio, creando un ciclo di variazione in ampiezza per ogni mezza oscillazione
orizzontale. In tal modo si produce anche un secondo segnale, di frequenza doppia rispetto a quello principale, che
rende il segnale risultante piƒ complesso.
Le espansioni polari, o i singoli poli magnetici, hanno la funzione di concentrare le linee del campo in prossimit„ della
corda, ma soprattutto all’interno dell’avvolgimento. Tutta l’eventuale porzione del campo che si ponesse all’esterno
delle spire andrebbe totalmente perduta, senza che fosse stata determinata alcuna influenza sulla corrente indotta nella
bobina. Il materiale del quale le espansioni polari sono fatte ha grande importanza: deve avere una grande permeabilit„
magnetica e la maggior linearit„ possibile nel trasformare l’induzione magnetica in corrente senza generare distorsione.
A questo scopo, quando il magnete € posto al di sotto della bobina, in forma di una barretta rettangolare, si utilizzano
poli in ferro dolce; negli altri casi i magneti stessi fungono da espansioni, ed il materiale utilizzato € una lega
metallica conosciuta come AlNiCo (Alluminio, Nickel e Cobalto), nelle sue diverse gradazioni, alla quale in tempi
relativamente recenti si € aggiunto un composto di tipo ceramico, costituito da ossidi di ferro ed altri materiali,
chiamato Ferrite.
Un pickup magnetico, dunque, non funzioner€ su una chitarra classica a causa della presenza delle corde in nylon,
materiale non ferromagnetico e, al contrario di un microfono o di un trasduttore di tipo piezoelettrico, non sar€
sensibile alle vibrazioni fisiche dell’aria n‚ a quelle dei legni dello strumento, in quanto prive di influenza nei
confronti del campo magnetico.
■ I PARAMETRI COSTRUTTIVI
Possedere il controllo della sonorit„ di un pickup in effetti non € cosa semplice, n• immediata. Le grandezze ed i
fenomeni in gioco sono molteplici, nonostante l’apparente semplicit„ dell’oggetto in questione e da sempre tutti i
produttori si cimentano nella ricerca delle sonorit„ piƒ convincenti. La partita vera si gioca sulla qualit€ dei materiali e
sulle caratteristiche della bobina. L’efficienza elettrica del pickup € infatti il primo e principale obiettivo da raggiungere
per poter ottenere timbri convincenti, buon livello d’uscita e risposta dinamica ottimale!
Dal punto di vista elettronico un pickup pu† essere considerato come un filtro risonante: non possiede un suono
proprio, ma € caratterizzato da una curva di trasferimento che rappresenta la sua sensibilit„ nello spettro delle
frequenze audio che potremmo considerare, banalizzando il concetto, la sua “risposta in frequenza”.
Possiamo assimilare questo comportamento a quello di un equalizzatore grafico pre-impostato, attraverso il quale il
suono viene fatto passare: quale che sia il segnale in ingresso, in uscita esso sar„ caratterizzato fortemente ed
inevitabilmente da quella particolare colorazione. La forma della curva di trasferimento € caratterizzata dal cosiddetto
picco di risonanza, che rappresenta il punto di massima sensibilit„ del pickup all’interno dello spettro delle frequenze e
che influenza notevomente il timbro ottenibile. Per capire come tale caratteristica modifichi il suono basta pensare al
classico equalizzatore parametrico di un mixer, nel quale per† rendiamo fissi l’ampiezza del filtro (Q) e il guadagno in
dB, mentre la frequenza di taglio € normalmente variabile. Se spostiamo il valore della frequenza a parit„ degli altri
parametri sentiamo chiaramente l’effetto dello spostamento del picco di risonanza. Tale spostamento si pu† ottenere in
un pickup giocando sul numero delle spire e sulle proporzioni della bobina, mentre la forma generale della curva
dipende dall’equilibrio di molti altri fattori (le caratteristiche elettromagnetiche dell’avvolgimento, il tipo di magnete, i
poli, il filo, le correnti indotte interne all’avvolgimento), molti dei quali sono spesso di assai difficile comprensione.
Valutare la qualit„ di un pickup non € dunque, a maggior ragione, cosa facile per un utente, specie attraverso i dati resi
solitamente pubblici dai costruttori. Il numero delle spire della bobina, ad esempio, influenza effettivamente il livello
del segnale in uscita e determina la posizione del picco di risonanza, ma ƒ in funzione del diametro del conduttore,
dato senza il quale questo numero risulta poco significativo. Stessa osservazione per ci† che spesso erroneamente si
indica come “impedenza” del pickup, che € in realt„ il valore della sua resistenza in corrente continua, facile da
verificare con un semplice tester, ma dipendente da molti fattori, tra i quali la temperatura del pickup e dell’ambiente e
quindi spesso poco adatta ad poter essere presa come dato oggettivo.
Da pi‚ parti si legge che l’unico valore in grado di rappresentare il rendimento complessivo di un pickup sia
l’induttanza. Tale misura, per†, non appare all’atto pratico rispecchiare davvero le prestazioni migliori o peggiori di un
pickup rispetto ad un altro sul campo, ma € semmai un indicatore, all’interno di una medesima produzione,
dell’efficienza complessiva della bobina e con essa dell’estensione della curva di trasferimento verso le frequenze piƒ
acute.
Come valutare un pickup, allora? Per chi li produce le opzioni vanno dalle misurazioni strumentali di precisione alle
prove comparative sul campo in ambienti acusticamente trattati, fino ai giudizi ad orecchio, che restano sempre di
importanza fondamentale. Per chi li sceglie il modo migliore € sicuramente quello meno praticabile nella realt„:
provare diversi modelli sullo stesso strumento, nella stessa posizione, suonati dalla stessa persona e con la stessa
strumentazione. Solo con le corde sotto le mani ci si potr„ rendere conto delle qualit„ essenziali di un buon pickup che
potrebbero essere riassunte in questo modo: trasparenza, dinamica e definizione. Al di l„ della forma della curva di
trasferimento, che potr„ essere scelta in funzione del gusto musicale e delle preferenze personali, la qualit„ di un
trasduttore magnetico € senza dubbio data dalla sua capacit„ di rendere al meglio le sfumature espressive, il tocco
dell’esecutore dunque, in tutte le sue componenti e dalla caratteristica di restare preciso anche in distorsione, con un
segnale molto potente, ma mai poco definito o impastato, che renda sempre intelligibili le diverse frequenze e la
personalit„ del musicista.
■ VOLUME E RUMORE
Fin dalle loro prime apparizioni sugli strumenti degli anni ‘30, si € cercato di aumentare la sensibilit„ dei pickups
utilizzando avvolgimenti di conduttore in rame via via piƒ fitti di spire, sfruttando magari fili di sezione piƒ sottile. Il
limite di tale pratica € per† divenuto lampante ben presto: aumentare il livello del segnale in uscita significa anche
aumentare la quantit€ di interferenze captate. Per sua stessa natura, infatti, la bobina si comporta come un’antenna
in continua ricezione, sensibile ad ogni tipo di inquinamento elettromagnetico dello spazio che la circonda. Questo
fenomeno portƒ la Gibson, nei primi anni ’50, a sperimentare una nuova struttura con il fine di creare un trasduttore
privo di rumore di fondo. All’epoca il mercato si divideva tra i suoni dei pickups di Leo Fender, il cui mercato era in
piena espansione e quelli del P90 Gibson, entrambi apprezzati, ma affetti dal problema dei disturbi elettromagnetici.
Cos„ la Gibson decise di commissionare il compito di creare il nuovo trasduttore ad uno dei suoi pi‚ validi ingegneri,
Seth Lover. Egli allora elabor† un progetto che prevedeva l’utilizzo di due bobine identiche affiancate e collegate in
serie, ma con avvolgimenti realizzati l’uno in senso orario, l’altro antiorario (reverse wound) e caratterizzati da polarit„
magnetica opposta (reverse polarity). In questo modo le due bobine risultavano opposte in fase l’una rispetto all’altra.
Questa condizione faceva s„ che la corrente alternata generata dalla corda passasse indenne attraverso i due
avvolgimenti perch• sempre caratterizzati da segno opposto (Bobina+ =1, Bobina- = -1, somma delle due bobine = 2),
mentre le interferenze (a cominciare dal rumore della corrente di rete), captate da entrambe le bobine con uguale
valore, venivano cancellate perch• si trovavano ad essere contemporaneamente uguali, ma di segno opposto (Bobina+
=1, Bobina- = 1, somma delle due bobine = 0). Le due bobine sono poste ad una certa distanza l’una dall’altra: questo
comporta che la piccola porzione di corda che le attraversa venga “vista” dal campo magnetico allo stesso modo delle
interferenze, cosicch† le vibrazioni dalla lunghezza d’onda compatibile con tale dimensione (le pi‚ acute, quindi)
vengono anch’esse cancellate, causando uno scurimento inevitabile del timbro generale. Ecco perch• questo tipo di
pickup cancella il rumore di fondo, ma suona anche pi„ scuro di qualunque pickup costituito da una singola
bobina. Tale tipo di trasduttore, per questa peculiare capacit„, € stato definito humbucker, cio€ eliminatore di ronz…o.
Attualmente la tecnologia di cancellazione del rumore € stata applicata anche ai classici singlecoil con varie tecniche
costruttive, che hanno dato origine ai cosiddetti pickup noiseless, costituiti da una bobina che “suona” e da una seconda
bobina che interviene solo a livello della cancellazione del rumore, senza condizionare piƒ di tanto il timbro. Lo scopo €
preservare il suono tipico del pickup a bobina singola, pi€ dinamico ed esteso in frequenza dell’humbucker e
considerato di conseguenza piƒ espressivo, eliminandone il caratteristico ronzŠo. In realt„ il suono, a seconda dei
modelli e dei costruttori, non € mai quello di un vero e proprio single coil, ma ci si avvicina abbastanza.
■ STORIA E MITI DEL P.A.F.
Il primo pickup humbucker della Gibson ha dunque avuto origine dal deposito del brevetto di Seth Lover, il 22 Giugno
del 1955. Tale brevetto venne per† effettivamente rilasciato solo il 28 Luglio del 1959 con il numero 2.896.491, e la
Gibson, che nel frattempo aveva commercializzato ugualmente il trasduttore utilizzandolo sulle steel guitars, dal 1957
(anno nel quale cominci† ad installare i PAF sulle chitarre elettriche) marchi† tutti gli humbuckers con la targhetta
Patented Applied For (da cui l’acronimo P.A.F.), che significa appunto “in attesa di brevetto”. Dalla met„ del 1962
inspiegabilmente la targhetta venne sostituita dalla dicitura PATENT NO 2.737.842, che non si riferiva piƒ al pickup di
Seth Lover, bensŠ al brevetto dell’attaccacorde di Les Paul, gi„ collaboratore di Gibson da lunga data. Il reale motivo di
questa decisione non € stato mai chiarito.
I PAF costruiti dal ’56 al ’61 subirono durante quegli anni modifiche estetiche e sostanziali, sia riguardo al colore dei
rocchetti utilizzati (neri per la maggior parte, crema o zebrati in minore numero), sia riguardo alla tipologia del
conduttore in rame ed al tipo di magnete. La questione del colore dei rocchetti, che pare avere una sensibile incidenza
sul prezzo del mercato vintage, € ovviamente uno specchietto per le allodole, in quanto la colorazione delle bobine non
ha alcuna influenza sulla prestazione del pickup, trattandosi di plastica e quindi di un materiale perfettamente
trasparente al campo magnetico! Negli anni dal 1956 al 1961 la Gibson utilizz† in maniera abbastanza casuale magneti
in AlNiCo II, III e IV, per poi stabilizzarsi su barrette in AlNiCo V lievemente piƒ corte. Dal 1963 fu sostituito anche il
conduttore in rame con uno di tipo (e capacit„ elettrica) diversa; inoltre, a causa delle tolleranze delle prime bobinatrici
e dei sistemi di misura utilizzati, i valori di Resistenza in c.c. dei primi PAF oscillano tra i 7.5 ed i 9.5 kOhm per
stabilizzarsi sui 7.5 solo dopo il 1963. Tali mutamenti modificarono senza dubbio le prestazioni tra un esemplare e
l’altro, rendendo impossibile definire il suono del PAF in astratto. Anche la teoria secondo la quale il suono di questi
pickups oggi non sarebbe piƒ riproducibile perch• legato alla smagnetizzazione operata dal tempo non regge nella
maniera piƒ assoluta (il discorso vale anche per Fender e tutti gli altri), in quanto € accertato che l’AlNiCo perda la sua
magnetizzazione originale con un decadimento compreso tra 0.2 e 2% ogni 100 anni! E’ infine innegabile che i suoni
delle chitarre (e dei chitarristi) che hanno fatto la storia risalgono ad epoche nelle quali tali pickups erano poco piƒ che
“usati”, non certo vintage!
■ LE REGOLE D’ORO…
1) il sound di un pickup non € determinabile in senso assoluto, in quanto condizionato da un grande numero di
fattori, quali la scala (o diapason) dello strumento, la posizione del pickup tra capotasto e ponte, il materiale
(acciaio, nickel) e la scalatura delle corde, la qualit„ del capotasto e del ponte, le frequenze assorbite dai legni
della chitarra (i legni assorbono energia alle corde in corrispondenza delle loro frequenze di risonanza naturali,
che a loro volta possono leggermente variare tra strumento e strumento).
2) i valori di resistenza in corrente continua o di induttanza danno informazioni sul pickup che non possono
essere messe in relazione automatica con la sua qualit„, anche se possono anticipare alcune delle caratteristiche
salienti della sua curva di trasferimento
3) i pickup con il tempo non migliorano. L’invecchiamento di un pickup pu† solo peggiorarne le prestazioni in
caso di shock magnetici subiti o micro-cortocircuiti che ne pregiudichino l’efficienza. In normali condizioni le
caratteristiche elettromagnetiche restano stabili nell’arco di oltre 100 anni.
4) schermare un pickup a bobina singola ha come unico effetto quello di scurirne il suono aumentandone la
capacit„ elettrica, ma non lo render„ immune da ronzŠi ed interferenze captate dall’esterno.
5) la prova di una chitarra da spenta non dar„ informazioni interessanti su quale sar„ il suo suono una volta
amplificata in quanto il timbro che sentiremo non influenzer„ la vibrazione della corda nel modo nel quale il
nostro orecchio la percepisce. Solo le ripercussioni che le varie risonanze avranno sulla vibrazione delle corde
potranno essere percepite dal pickup e non il suono complessivo dello strumento cosŠ come si propaga in aria
ed arriva al nostro orecchio.
6) diffidate di chi vi vorrebbe far provare un pickup in distorsione. Pretendete sempre di provarlo su suoni puliti o
crunch ed a volumi non troppo elevati. Le distorsioni ad alto guadagno annullano le caratteristiche davvero
importanti, che sono la colorazione generale del suono, la risposta dinamica e la definizione. Sono queste le
cose che fanno davvero la differenza tra un pickup economico ed uno di qualit„!
■ INTERVENTI BASE SUL SUONO DELLA CHITARRA
Le possibilit„ di cablaggio in serie o in parallelo delle bobine, la possibilit„ di escludere una delle bobine di un
humbucker (split) per usarlo in modalit„ singlecoil e le mille soluzioni di installazione di potenziometri ed interruttori
occuperebbero da sole un intero volume. Mi occuper† qui di seguito solo di quegli interventi elementari, ma comunque
significativi, sui componenti base del circuito standard di uno strumento qualsiasi.
Potenziometro del volume: variando il valore del potenziometro del volume si pu† controllare un leggero incremento
delle frequenze piƒ alte. Valori bassi del potenziometro fanno perdere una maggiore quantit„ di acuti.
Condensatore del potenziometro del tono: variando il valore del condensatore si influenza la frequenza alla quale si
verifica l’intervento di taglio degli acuti da parte del potenziometro stesso.
Valori elevati del condensatore riducono maggiormente la frequenza di taglio sugli acuti.
Cover in metallo dei pickups: le cover in metallo aumentano la capacit„ elettrica del pickup condizionandone il
rendimento sulle frequenze acute e penalizzandone lievemente il livello d’uscita.
Altezza delle corde: la regolazione dell’altezza delle corde permette di trovare il miglior compromesso tra volume e
nitidezza di suono. Corde troppo vicine ai poli magnetici possono causare crolli del sustain ed effetti di stonatura o
doppie note.
■ PICCOLO GLOSSARIO DEL MONDO DEI PICKUPS
PICKUP MAGNETICO: trasduttore statico basato sugli effetti dell’elettromagnetismo. Un avvolgimento di
conduttore in rame attorno ad un nucleo magnetico (bobina) crea un campo magnetico stabile. Qualunque variazione di
tale campo magnetico € causa di una differenza di potenziale tra i due capi dell’avvolgimento, che crea una debole
corrente elettrica alternata. Questa pu† essere inviata a dispositivi che la amplificano e che provvedono poi trasformarla
in onde sonore (amplificatore ed altoparlante). A causa del principio sul quale si basa, un pickup magnetico, a
differenza di un microfono, non € sensibile alle vibrazioni dell’aria o degli oggetti, ma solo alle variazioni del valore del
proprio campo magnetico, indotte dalla presenza di oggetti ferromagnetici in movimento (le corde).
PICKUP PIEZOELETTRICO: trasduttore statico basato appunto sull’effetto piezoelettrico: un nucleo di
materiale cristallino o ceramico, contenuto in un involucro e posto a contatto con la tavola armonica, € sensibile alle
vibrazioni del legno che, a seconda della loro direzione, causano nel suo nucleo uno spostamento di elettroni in un senso
o nel suo opposto, generando cosŠ una corrente alternata che, come nel caso del pickup magnetico, pu† essere rilevata
da un amplificatore e trasformata in onde sonore dall’altoparlante.
BOBINA: avvolgimento di conduttore in rame isolato, dal diametro estremamente sottile, consistente in alcune
migliaia di spire, variabili da un pickup all’altro, avvolte attorno ad un nucleo magnetico in modo manuale o
automatizzato tramite una macchina detta “bobinatrice”.
MAGNETE: fusione di elementi metallici, che subisce un processo di “orientamento artificiale”, o polarizzazione,
delle proprie costituenti ferromagnetiche. Il risultato ˆ la capacit‰ di generare un campo magnetico permanente,
soggetto nel tempo ad un decadimento molto lento (circa il 5% ogni 100 anni). A seconda del tipo di materiale dal quale
ˆ ricavato, si parla di magnete in AlNiCo o in Ferrite.
INDUTTANZA: insieme di propriet„ elettromagnetiche di una bobina, determinata dal numero di spire e dalla
presenza di un nucleo. L’unit„ di misura utilizzata € l’henry: l'induttanza di una bobina € di 1 henry quando una
variazione di corrente di 1 amp€re/secondo induce una tensione di 1 volt nella bobina.
RESISTENZA IN C.C.: valore in Ohm della resistenza opposta dal pickup al passaggio di una corrente continua,
facilmente misurabile attraverso un comune tester. Esso offre un punto di riferimento approssimativo per valutare la
risposta in frequenza di un pickup, dal momento che si trova in relazione con il picco di risonanza: maggiore la
resistenza in cc., piƒ bassa la frequenza del picco. Il dato non € per† molto significativo in quanto dipendente dalla
sezione del conduttore in rame che, a parit„ di numero di spire della bobina, influenzer„ il valore risultante, ingannando
la valutazione. Pickups con bassi valori di resistenza ottenuti da avvolgimenti di fili grossi possono infatti competere,
quanto a picco di risonanza e livello d’uscita, con pickups con alti valori di resistenza ottenuti da fili molto sottili.
PICCO DI RISONANZA: € in sostanza la frequenza alla quale un pickup mostra la sua massima sensibilit„.
Poich• vi si arriva con una rampa di valori in rapido aumento e la si lascia con una rampa di valori in rapida decrescita,
si parla appunto di “picco di risonanza”.
Dal punto di vista timbrico il picco di risonanza determina l’aspetto piƒ generale della “curva di trasferimento”, che
rappresenta il grado di “fedelt„” del pickup nello spettro delle frequenze audio. Poich• il pickup si comporta come un
filtro, un picco di risonanza molto pronunciato determiner„ una risposta in frequenza molto caratterizzata. La posizione
del picco nello spettro delle frequenze dar„ anche indicazioni sulla propensione del pickup ad esaltare bassi o acuti, con
sensibilit„ piƒ ridotta o piƒ estesa nello spettro delle frequenze.
AlNiCo: fusione di Alluminio, Nickel e Cobalto. La percentuale del primo (non ferromagnetico) rispetto agli altri
due ne determina la classe (I, II, III, IV, V,……. XIV) e la forza crescente del flusso magnetico generato. Di norma i
magneti in AlNiCo tendono a rendere la risposta del pickup piƒ morbida verso la gamma acuta, generando timbri
naturalmente piƒ caldi, con attacco della nota meno pronunciato. In campo musicale si usano classi di AlNiCo dalla II
in su. Le prestazioni variano comunque anche in funzione del livello di magnetizzazione per ogni singola categoria
utilizzato dal produttore.
FERRITE: materiale ceramico, ottenuto per impasto di ossidi ferrosi (ferro, boro, bario, stronzio, molibdeno), dotato
di elevatissima permeabilit„ magnetica, che permette di creare flussi magnetici di potenza molto elevata. Rispetto
all’AlNiCo conferisce maggiore attacco alle note e risponde con maggiore energia alle frequenze alte. Con
un’opportuna struttura dell’avvolgimento, € in grado comunque di offrire ottimi risultati timbrici.
POLI MAGNETICI: piccoli cilindri in AlNiCo, utilizzati per centrare il polo di attrazione magnetica in
corrispondenza della posizione delle singole corde, di solito utilizzati nei pickup singlecoil (v.).
ESPANSIONI POLARI: piccoli cilindri in ferro, posti a contatto con un magnete in AlNiCo o Ferrite posto al di
sotto di essi nei pickups humbucking (v.) o di fianco, come nei pickups P90 (v.), che portano il campo magnetico
sottostante vicino alla posizione di ogni corda.
SINGLECOIL: pickup costituito da una singola bobina. Caratteristiche classiche sono il suono molto espressivo,
ampio sulla gamma acuta, ma affetto dalla sensibilit„ alle interferenze elettriche ed ai ronzŠi che vengono captati
assieme alla vibrazione delle corde.
HUMBUCKER: pickup costituito da due bobine collegate in serie, una delle quali opposta di fase e di polarit„
magnetica inversa. Il sistema fu elaborato per eliminare i ronzŠi tipici dei trasduttori a bobina singola, potenziandone
allo stesso tempo il livello d’uscita. Le interferenze, infatti, captate in modo equivalente dalle due bobine, acquistano
segno elettrico opposto grazie alla diversa fase e polarit„ delle bobine, risultando cosŠ cancellate all’uscita. Il segnale
elettrico, costituito da una corrente alternata, passa indenne. Nella realt„ dei fatti, una porzione delle frequenze piƒ acute
del segnale alternato resta intrappolata dal meccanismo di cancellazione, rendendo il timbro dei pickup humbucking piƒ
chiuso e meno espressivo rispetto a quello dei single coil.
NOISELESS: pickup che grazie a particolari tecniche, resta fedele al timbro di un single coil pur cancellandone i
rumori di fondo. Si tratta di una costruzione ibrida nella quale una bobina di cancellazione delle interferenze viene resa
il meno possibile in grado di influenzare il suono di quella che invece capta la vibrazione delle corde. Il sistema genera
solitamente un segnale di uscita appena piƒ basso ed un timbro lievemente meno brillante, rispetto a quello di un
singlecoil tradizionale.
PICKUP CERAMICO: normale pickup magnetico, singlecoil o humbucking, che utilizza magneti in Ferrite.
Solitamente € caratterizzato da livello di uscita piƒ alto, attacco delle note molto deciso e suono piƒ trasparente alle
frequenze acute.