rf Cavità risonanti superconduttive: Alcuni concetti base A.M. Porcellato ! Accoppiamento della cavità ! Fattore di qualità ! Guadagno di energia ! Multipacting Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 1 rf Accoppiamento della cavità ! ! ! ! ! ! A.M. Porcellato Le porte della cavità Gli accoppiatori Riempire la cavità Accoppiamento critico Sovraccoppiamento Sottoaccoppiamento Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 2 rf Le porte della cavità • Una cavità che accelera ha almeno 3 collegamenti con l’esterno: • Il pick-up, che è una piccola antenna (o loop) per campionare il livello di campo elettrico presente nella cavità. Permette di vedere ampiezza e fase del campo a radiofrequenza • Il coupler, che è la porta di ingresso della potenza rf • Le porte di fascio • In altre strutture ci possono essere altre aperture come la porta per il fast tuner o le porte per espellere modi di ordine superiore; questi non sono necessari in ALPI A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 Coupler Pick-up Beam port 3 rf Gli accoppiatori Coupler induttivo Il campo elettromagnetico entro la cavità si può eccitare con: 1) un accoppiamento magnetico: la potenza a radiofrequenza eccita un loop (asola) inserito nella cavità in modo tale da intercettare un alto numero di linee di campo magnetico del modo di vibrazione voluto 2) un accoppiamento di tipo elettrico attraverso un'antenna posta in zone in cui il campo elettrico è più forte La potenza che può essere trasferita alla cavità dipende dall'accoppiamento linea coassiale-cavità, cioè da quanto sono grandi le dimensione del loop (o dell'antenna) che si affacciano alla cavità, e da quanto sono intensi i rispettivi campi magnetici (elettrici) nella relativa posizione 3) Guida d’onda o fascio (non nelle cavità superconduttive di ALPI) Coupler capacitivo A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 4 rf La cavità è come un vaso: - Si può vedere dentro (tramite il pick-up) Riempire la cavità - Ha una forma conica (la velocità di salita rallenta con il livello) - Perde un po’ di acqua (come se il sole la facesse evaporare) - Il tubo di alimentazione arriva dal basso e fa schizzare l’acqua quando il vaso non è pieno. Solo quando il vaso si riempie gli schizzi si fermano. Abbiamo la possibilità di recuperare l’acqua degli schizzi e rimandarla di nuovo indietro alla sorgente. - Possiamo monitorare i flussi che vanno e vengono a monte del rubinetto. - Alimentiamo con acqua (frequenza di risonanza) altrimenti il vaso, che è astemio, ci respinge tutto CAVITA’ coupler Generatore Possiamo regolare il flusso agendo sul rubinetto ed erogare potenza inserendo o staccando (come con un innesto rapido) il tubo. A seconda di quanto il rubinetto è aperto possiamo avere 3 condizioni: 1)Accoppiamento A.M. Porcellato critico 2)Sottoaccoppiamento 3) Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 Sovraccoppiamento 5 rf Accoppiamento critico 1 Acoppiamento critico: la potenza inviata serve esattamente a bilanciare le perdite che si hanno a vaso pieno Energia in cavità Potenza che esce Fase 1: riempimento Quando attacchiamo il tubo di alimentazione al rubinetto la cavità è come un circuito aperto, l’acqua vi arriva veloce e schizza via (torna indietro tramite il raccogli gocce). Poi, piano piano l’acqua si accumula, ci sono meno schizzi e la cavità si riempie completamente. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 Potenza che entra On Off 6 rf Accoppiamento critico 2 Energia in cavità Potenza che esce Potenza che entra Fase 2: equilibrio A cavità piena la potenza che arriva serve solo a bilanciare le perdite; dalla cavità non torna indietro potenza (niente più schizzi) e l’energia in cavità resta costante A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 On Off 7 rf Accoppiamento critico 3 Energia in cavità Potenza che esce Potenza che entra Fase 3: Interrompiamo l’erogazione di potenza Se stacchiamo il tubo di alimentazione, la cavità si svuota a ritmo doppio rispetto a quello che si avrebbe a rubinetto chiuso A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 On Off 8 rf Quando il rubinetto eroga più di quanto viene consumato a cavità piena: il vaso trabocca Sovraccoppiamento Energia in cavità Potenza che esce Inizialmente, la cavità è come un circuito aperto, l’acqua arriva velocissima e schizza via (torna indietro tramite il raccogli gocce). Poi, piano piano in cavità l’acqua si accumula. Al momento in cui la cavità è piena vi è una condizione istantanea di equilibrio in cui non torna indietro niente, ma subito dopo il vaso inizia a traboccare. Quando stacchiamo il tubo il rubinetto molto aperto fa svuotare rapidamente la cavità. Attenzione che all’istante di interruzione la potenza emessa può essere fino a 4 volte quella diretta! A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 Potenza che entra On Off 9 rf Quando il rubinetto non è abbastanza aperto rispetto a quanto viene consumato a cavità piena: la cavità non può mai essere completamente riempita Sottoaccoppiamento Energia in cavità Potenza che esce Potenza che entra Inizialmente, la cavità è come un circuito aperto, l’acqua arriva e schizza via (torna indietro tramite il raccogli gocce) Poi, piano piano, in cavità l’acqua si accumula, ma non arriva mai a riempire completamente il vaso. Nella condizione di equilibrio gocce continuano a schizzare via. Il rubinetto poco aperto limita l’acqua che torna indietro quanto stacchiamo il tubo. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 On Off 10 rf Fattore di Qualità ! ! ! ! ! A.M. Porcellato Q e QL Larghezza di banda, tempo decadimento Fattore di accoppiamento β e Q Le potenze in gioco Il controllo del risonatore Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 11 rf Fattore di Qualità, Q e QL • Il Q di una cavità è indice di quanto la cavità è in grado di mantenere l’energia in essa contenuta e si definisce come rapporto tra energia immagazzinata (U ) e potenza consumata P in ogni ciclo (ω=2πf) di radiofrequenza • La potenza può essere: - dissipata nella cavità (perdite ohmiche, multipactoring, emissione di campo), - rilasciata attraverso le aperture della cavità; • Se, nel calcolo, si tiene conto anche della potenza che fuorisce dalla cavità si parla di Q caricato ovvero QL • Per conoscere le caratteristiche della cavità dobbiamo aprire in essa delle porte dalle quali fuoriesce potenza, quindi quando interagiamo con essa vediamo sempre QL. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 Q= Q L = ωU Pc ωU PTotale 12 rf Larghezza di banda, tempo decadimento Si può dimostrare che: - QL= ωτ, dove τ è il tempo di decadimento dell’energia nella cavità - QL=f/∆f, con f uguale alla frequenza e ∆f uguale alla larghezza di banda - La fase del segnale di pick- up è sfasato rispetto a quello di alimentazione di una quantità che dipende da quanto la frequenza di alimentazione sia diversa dalla frequenza di risonanza 1 Energia 0.5 Sfasamento ∆f 0 180 0 135 0 90 0 45 0 0 0 f 0 frequenza QL= ωτ = f/∆f Quanto meno la cavità dissipa (o espelle) potenza tanto più: " Q è alto "la larghezza di banda è piccola "Il tempo di decadimento è lungo A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 13 rf Fattore di accoppiamento β e Q • Per quantificare il grado di accoppiamento si usa definire il 1 parametro β che può essere calcolato dalla forma β= dell’inviluppo della potenza che torna dalla cavità; sia Pf è P f −1 2 la potenza che arriva cavità in equilibrio, l’interruzione Pe della potenza comporta una potenza di ritorno che ha il suo massimo Pe nell’istante di interruzione, allora: • In regime stazionario β, con Pr potenza riflessa si può Pr 1 ± calcolare β se si conosce se la cavità è Pf sovra/sottoaccoppiata. Nel primo caso vale il segno β= superiore, nel secondo quello inferiore. 1 m + Pr • Valgono le relazioni: Pf Q 0 = (1 + β Q L ) f ∆f = Q • In figura è presentata la relazione tra Pr e Pe (misurate come frazioni di Pf) e Q0/QL =β +1 in caso di sovraccoppiamento • Pe può essere fino a 4 volte Pf • N.B. β non è la v/c. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Pe/Pf (spegnimento) Pr/Pf (equilibrio) Qo/QL 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 14 rf Le potenze in gioco ! La potenza dissipata in una cavità superconduttiva è piccola, meno di 1 Watt, questo significa che la larghezza di banda è dell’ordine di 1 Hz ! In ALPI l’intensità di fascio è abbastanza piccola; inoltre si può aggiustare l’antenna di pick up in modo tale che essa prelievi solo una frazione piccola della potenza dissipata in cavità, entrambe queste potenze si possono trascurare. ! L’antenna del coupler è aggiustabile; quanto più è inserità tanto più rapidamente riesce a trasferire energia entro (e fuori) la cavità. A seconda della posizione del coupler possiamo trasferire più o meno potenza e quindi aggiustare il QL del risuonatore e di conseguenza la larghezza di banda. Questa potenza è solo trasferita e non dissipata a 4 K, per cui non è rilevante per quanto riguarda i consumi criogenici (a parte la frazione di potenza dissipata nei cavi all’interno del criostato). Sul coupler si può agire per aumentare la larghezza di banda. ! L’accoppiamento critico avviene quando, in condizioni di equilibrio (energia costante) e alimentando la cavità in risonanza non torna indietro potenza dalla cavità. La cavità si comporta come un carico adattato alla linea, e quindi assorbe tutto quello che arriva. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 15 rf Il controllo del risonatore ! Per operare ALPI le cavità devono operare alla stessa frequenza di risonanza, quella stabilita per il linac (o un suo multiplo) ! La cavità agisce come un filtro, se opera ad una frequenza diversa dalla sua frequenza di risonanza, diminuisce la sua capacità di immagazzinare energia, tanto più lontana la frequenza di operazione da quella di risonanza tanto più piccola sarà l’energia immagazzinata (curva a campana) !Per questo si regolano con i tuner meccanici le frequenze delle cavità alla frequenza stabilita per il linac !Una più ampia larghezza di banda rende quindi più facile l’aggancio in fase del risuonatore ! Quando più larga la larghezza di banda tanto più tollerabili sono piccole variazioni di frequenza dovute a variazioni di pressione di He, energia immagazzinata, tempertura... ! Quanto più grande la laghezza di banda tanto più piccolo sarà il tempo necessario a raggiungere la condizione di equilibrio quando si carica la cavità o a svuotarla quando si spegne la radiofrequenza. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 16 rf Guadagno di energia della cavità ! ! ! ! ! ! ! ! ! Guadagno di energia della cavità Campo effettivo, tensione continua e alternata Influenza del ritardo di fase del campo a radiofrequenza Influenza della velocità TTF(β) Stabilità di fase TTF (β) nelle cavità QWR β opt nelle cavità di ALPI TTFN in ALPI Struttura di ALPI A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 17 rf Guadagno di energia L'energia (W) guadagnata da una particella, che viaggia attraverso il risuonatore a velocità costante β/c, può essere espressa come: W[J]= q Ea [MV/m] L TTFn (β) cos Φ ! q stato di carica carica della particella ! Ea [MV/m] è il campo accelerante presente nel risonatore; è convenzionalmente definito come energia massima per stato di carica, che una particella può guadagnare percorrendo la cavità, diviso la lunghezza interna del risonatore (L) ! L [m] è la lunghezza interna del risuonatore lungo la linea di fascio; ! TTFn(β) è il fattore tempo di transito normalizzato per la particella che arriva con velocità β ! Φ = fase di arrivo della particella al centro del pacchetto rispetto alla fase del campo elettrico presente in cavità che determinerebbe il suo massimo guadagno di energia. In generale si utilizza un valore di Φ di – 200 per ottenere un effetto di bunching A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 18 rf Campo effettivo, tensione continua e alternata • Se una particella viene accelerata da una tensione V costante tra due placchette a distanza L, il suo guadagno di energia W è dato dal prodotto della carica per la tensione presente tra gli elettrodi; se il campo elettrico Ea è costante tra le placchette Ea=V/L , allora l’energia è : Ea W=q L Ea x x e quindi proporzionale all’area rossa • Se però la tensione Ea , costante nel valore massimo, cambia sinusoidalmente nel tempo, bisogna tener conto di quale sia il campo elettrico accelerante effettivo presente nell’istante di passaggio in ogni punto della sua traiettoria. Non sempre il campo viene sentito nel suo momento di massimo, la particella può addirittura sentire un campo negativo e rallentare. Il guadagno totale di energia sarà dunque proporzionale alla differenza tra le aree rosse e blu presenti tra le placchette W= q A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 W=q L Ea x x Ea x gap sen(2πf x x t) x dL 19 rf Influenza della fase del campo a radiofrequenza Una particella abbia velocità tale da percorrere la distanza L tra le placchette in un tempo che è metà del periodo T della radiofrequenza; ! Se la particella raggiunge il centro della traiettoria quando Ea assume il suo valore massimo la particella acquisterà energia in ogni punto della traiettoria ! Se la particella raggiunge il centro quando il campo raggiunge il massimo negativo la particella perde sempre energia ! In generale si avrà una situazione intermedia in cui la particella potrà sfruttare solo parte della tensione disponibile ! Il guadagno di energia di una particella dipende dal momento in cui la particella arriva in ciascun punto rispetto al momento in cui il campo assumeva nello stesso punto il suo valore massimo (ritardo di fase). A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 20 rf ! ! ! ! TTF(β) Supponiamo che la particella arrivi al centro delle placchette quando il campo è massimo il guadagno di energia dipende da quanto rapidamente cambia il campo mentre la particella attraverso lo spazio tra le placchette e cioè dal periodo (inverso della frequenza) della radiofrequenza Ovvero, se la frequenza e la distanza tra le placchette sono fissate, la particella guadagna energia in modo diverso a seconda della sua velocità o β, velocità misurata come frazione della velocità della luce (β=v/c). N.B. Questo non è lo stesso b definito per l’accoppiamento Supponendo che la particella passi per le placchette a velocità costante è possibile definire una funzione (TTF), indipendente dal tipo di particella e dall'ampiezza e fase del campo elettromagnetico che determina l'energia massima trasferibile alla particella in funzione della velocità di transito. Il valore di β per il quale la funzione TTF ha il suo massimo si definisce β ottimo (βopt.) del risonatore. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 21 rf Stabilità di fase ! Se abbiamo un pacchetto di particelle da accelerare possiamo sfruttare la variazione di guadagno di energia con la fase per far sentire alle particelle in testa un campo più debole (per accelerarle di meno) e a quelle che arrivano in coda un campo più forte (per accelerarle di più); in questo modo possiamo tenere sotto controllo la lunghezza in tempo del pacchetto evitando che, cavità dopo cavità, il pacchetto si allunghi. ! In generale si usa anticipare l’arrivo del centro del pacchetto, in modo che manchino 20° al raggiungimento del massimo valore di campo in quel punto ! Ovviamente più lungo è il pacchetto maggiore deve essere l’anticipo di fase, ma l’accelerazione della particella al centro del pacchetto si riduce; inoltre al crescere del ritardo di fase aumentano gli effetti defocalizzanti e di deflessione della cavità, cioè il fascio si apre trasversalmente. Bisogna trovare il giusto compromesso A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 22 rf TTF nelle cavità QWR ! Nelle cavità QWR di ALPI, la situazione è leggermente più complicata dato che esse hanno due intervalli (gap) dove le particelle sono accelerate; inoltre in queste gap il campo elettrico non è costante (curva nera in basso) ! Il campo effettivo che la particella vede sarà dunque il modulo del campo presente (curva nera) moltiplicato per il valore della funzione che determina l’oscillazione del campo (curva rosa). ! La particella positiva vede un campo accelerante nella prima gap, poi, mentre attraversa l’induttore centrale, il campo elettromagnetico cambia segno per cui la particella può essere accelerata anche nella seconda gap linea di beam fascio gap gap port beam port piatto di fondo 3 E(x) Ea 1.5 0 -10 5 0 5 x 10 Posizione [cm] A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 23 rf β opt nelle cavità di ALPI • In una QWR la particella con β=βopt Basso β (βc=velocità) percorre la distanza d tra i centri delle gap in un semiperiodo T/2, in modo che se il campo è massimo quando la particella è al centro di una gap esso sia nuovamente massimo quando la particella arriva al centro della gap successiva. d= βcxT/2=βc/2f • Per le cavità medio β f=160MHz e d=10 cmper cui β=0.11 • La cavità basso β di ALPI ha la stessa sezione trasversale di quella medio β per cui d è lo stesso, ma essa, avendo frequenza dimezzata, ha βopt esattamente la metà di quello delle cavità medio β • Nelle cavità alto β le gap sono più lunghe (60 mm invece di 40), questo dà un piccolo aumento di d che fa leggermente aumentare βopt A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 d medio β alto β 80 MHz; β =0.056 160MHz; 160MHz; β = 0.11 β = 0.14 24 rf TTF cavità medio β TTF in ALPI 0.95 ! La curva (misurata sperimentalmente) di TTF per le cavità medio β di ALPI è data in figura. La curva indica che il massimo guadagno possibile di energia si ha per il fascio che ha velocità (misurata in unità c) = βopt; particelle più lente o più veloci saranno accelerate con minore efficienza. ! Da notare che la particella non può sfruttare mai tutta la tensione disponibile, il TTF(βopt)<1. ! La curva di tempo di transito normalizzato definita come: TTFN(β)=TTF(β)/ TTF(βopt) indica per ogni β la frazione di energia guadagnabile dalla particella con velocità βc rispetto a quella guadagnata dalla particella con β= βopt . ! In grafico sono presentati le curve di TTFN per i tre tipi di cavità installati in ALPI 0.85 A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 0.9 0.8 0.75 0.7 βopt=0.11 0.65 0.6 0.06 0.1 0.14 0.18 0.22 β TTF normalizzato 1 cavità basso beta cavità medio beta 0.9 cavità alto beta 0.8 0.7 0.6 0.5 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 Beta 25 rf Struttura di ALPI CR12 CR13 CR14 CR15CR16 CR17 CR18 CR19 CR20 EX . B4 H AL L 3 B3 COLD BOX CR10 CR9 CR8 CR7 CR6 CR5 CR4 CR3 B2 P I A V E β=0.11, 160 MHz,Nb/Cu or Pb/Cu. β=0.056, 80 MHz, full Nb. β=0.13 160 MHz Nb/Cu. TANDEM EXPERIMENTAL HALLS 1, 2 A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 26 rf Medio β, 160 MHz, Da Pb/Cu a Nb/Cu 8 Nb/Cu installati Pb/Cu installati Nb/Cu misurati in laboratorio Da riparare Pb/Cu disinstallati 7 Ea a 7 W [MV/m] 6 5 4 3 2 1 0 CR7 CR8 CR9 CR10 CR12 CR13 CR14 CR15 CR16 CR17 CR18 CR19 CR20 (high (high Criostato Beta) Beta) Criostato medio β di ALPI. Le cavità hanno migliorato le loro prestazioni dopo che il Piombo è stato sostituito da Niobio A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 27 rf Nb, 80 MHz Sezione basso β 10 Bulk Nb resonator perforamance Ea [MV/m] 8 6 4 2 06 -3 CR 06 -1 CR 05 -3 CR 05 -1 CR 04 -3 CR CR 04 -1 0 Cavity ! 80MHz, β=0.056 ! 12 risonatori A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 28 rf Q Alto β: ALPI Nb/Cu 1.00E+10 1W 3W 1.00E+09 7W CR20-1 CR20-2 1.00E+08 CR20-3 CR20-4 1.00E+07 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 coupler pick-up beam port Ea [MV/m] ALPI β=0.13, 160 MHz; senza brasature, coupler capacitivo 4+4 risonatori A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 29 rf Multipacting • Una metafora • Cos’è il multipacting? • Come si evita? • Condizionamento, perché ? • Condizionamento, come ? • Ricaduta nel multipactoring, che fare? A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 30 MULTIPACTORING rf In una cavità normal conduttiva non ci sono strade, solo sentieri da fare a piedi… A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 31 rf Si fatica molto, arriva sera presto, non si riesce a salire tanto in alto A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 32 rf L’apertura di una superstrada rende agevole la salita. Ma la strada è aperta solo d’inverno, lo spazzaneve deve prima aprire la pista, ma poi si va veloci A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 33 rf Qualche piccolo residuo si può saltare, se il motore fila, ma attenti a non finire fuori strada! A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 34 rf Nelle buche, nei punti in ombra la neve si può riaccumulare, si slitta ci si blocca, ci si deve fermare e ripulire bene se non si vuole finire fuori strada! A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 35 rf Multipactoring: cos’è? ! Il multipactoring è un pocesso elettronico risonante in cui elettroni vengono accelerati dal campo elettromagnetico (CEM) e vanno a impattare ciclicamente sulla superficie della cavità. Se L’area di impatto è unica si parla di multipacting ad un sito;multipacting a più siti se gli elettroni vengono palleggiati ciclicamente tra più aree ! Gli elettroni possono moltiplicarsi ad ogni impatto di una quantità che dipende dall’energia di arrivo e dalle condizioni della superficie. ! Se questo carico elettronico assorbe tutta la potenza rf disponibile e impedisce al CEM di aumentare, fa perdurare la condizione di risonanza. ! La condizione risonante è possibile solo per particolari valori del CEM che corrispondano a particolari traiettorie, fasi e superfici di impatto. Il suo autosostentamento è possibile solo se la potenza che inviamo in cavità è eguaglia quella che viene assorbità dal carico elettronico. ! Il processo si blocca quando il carico elettronico non è più in grado di assorbire tutta la potenza: quella eccedente va ad aumentare il campo facendo cadere la condizione di risonanza. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 36 rf Multipacting: come si evita ! E' difficile (impossibile nelle QWR) disegnare una cavità esente da multipactoring; comunque evitare nella cavità angoli o superfici parallele affacciate aiuta ! Evitare il più possibile la contaminazione delle cavità, perché questa fa aumentare il coefficiente di moltiplicazione degli elettroni ! Il backing (riscaldamento) per alcune ore (12-24) a temperature intorno a 350 K favorisce il degasamento delle superfici, le ripulisce e quindi accelera i tempi di condizionamento A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 37 rf Condizionamento, perché? ! A furia di impatti gli elettroni ripuliscono la superficie da contaminazioni ed adsorbati vari, la moltiplicazione di elettroni non è più efficiente e il carico elettronico può non riuscire ad assorbire tutta la potenza in arrivo. La potenza eccedente vada ad aumentare l’intensità del CEM presente in cavità e fa perdere la condizione di risonanza, il processo si blocca, Il livello “salta”, non è tuttavia eliminato. ! Possiamo reincontrare il livello di multipactoring (riducendo la potenza che inviamo in cavità), ma la potenza che questo può assorbire si riduce con il tempo; è condizionato quando non può più assorbire potenza. ! La cavità superconduttiva ha Q0 alto, tempi di reazione molto lenti, il CEM cresce lentamente (quando l’accoppiamento è critico o vicino all’accoppiamento critico) e quindi può facilmente cadere nel multipactoring, il vuoto migliore che generalmente c’è a 4 K rende invece meno efficiente il processo. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 38 rf Condizionamento, come? ! Il condizionamento va fatto con buon vuoto di criostato per non ricircolare sporcizia. ! Meglio operare a temperatura ambiente o più bassa. ! Quando possibile è conveniente condizionare le cavità nello stato normal conduttivo perchè: - si dissipa potenza a temperatura più alta (1 W a 4 K corrisponde a circa 1 kW alla presa di corrente - Superfici più calde degasano meglio - possiamo trasferire più potenza entro la cavità senza farla transire - Nello stato superconduttivo è più facile perdere la condizione di risonanza quando la frequenza aumenta (di kHz!) per il multipacting - far scaricare la cavità se il livello salta e tanta potenza entra in cavità ! Nello stato superconduttivo bisogna ricondizionare gli eventuali livelli residui che impediscono alla cavità di aumentare la sua energia ! Scariche durante il condizionamento o criopompaggio di gas residui, possono sporcare la cavità che può “ricadere” sul multipactoring, i livelli che tornano vanno ricondizionati A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 39 rf Ricaduta nel multipactoring, che fare? ! Più potenza riesco a trasferire al processo di multipactoring più veloce è il suo condizionamento. ! Posso quindi sia aumentare la potenza inviata in cavita sia ottimizzare l’accoppiamento in modo da ridurre la potenza riflessa. Più potenza assorbita implica richiesta di accoppiamento più forte (coupler più dentro) Attenzione però, se il livello salta, il campo può diventare molto alto e la cavità può scaricare! ! Multipactoring implica aumento della frequenza di risonanza; per ottimizzare i tempi (riducendo la potenza riflessa) si può cercare di seguire la frequenza della cavità. Questo modo di operazione riduce i tempi di condizionamento, ma è una condizione di equilibrio instabile che va vigilata e che richiede continui aggiustamenti. Essa va perseguita solo quando si opera con una cavità alla volta e si devono ridurre i tempi di condizionamento. ! In generale, quando si hanno più cavità da controllare è meglio lavorare vicino (leggermente più in alto) della frequenza di risonanza della cavità non caricata dal multipactoring e cercare di ridurre la potenza riflessa aggiustando il coupler. A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 40 rf Sommario Ho scelto di parlare, cercando di evitare complicazioni matematiche, di alcuni concetti che penso meno intuitivi di altri: ! Accoppiamento delle cavità, definendo i concetti di accoppiamento critico, sottocritico e sovracritico ! Q del risonatore e come questo parametro influenzi il controllo della cavità ! Guadagno di energia di una particella nella cavità e dei concetti di TTF e di stabilità di fase ! Multipacting e del suo condizionamento Non ho parlato di: tecnologia di costruzione delle cavità, emissione di campo, campi magnetici critici, criostati, performance dei risonatori, …. Parlare di tutto in poco tempo avrebbe reso la pillola troppo indigesta. Spero che le immagini siano riuscite a rendere più comprensibili i concetti, che non sono proprio immediati. Grazie dell’attenzione A.M. Porcellato Corso Macchine Acceleratrici 9/1/03 41