costruiamo il futuro Il clochard racconto di Dario Martino possibili ideologie futuribili... Questo racconto è proprietà letteraria riservata, Dario Martino e “la natura delle cose”, http://www.lanaturadellecose.it Il barbone era allegro, giocoso, ebbro. Ma nessuno godeva della sua felicità alcolica con lui, era solo al mondo e per tutta risposta la prendeva con filosofia, sbevazzando in giro per le strade sudice. Quando gli si avvicinarono i tre responsabili della commissione scientifica cambiò atteggiamento e si fece serio, come conviene quando tre persone perbene si avvicinano a un disadattato. D'altra parte era stato un uomo di potere prima e sapeva sempre comportarsi. Intanto uno dei tre, con voce affabile, spiegava al vecchio che facevano parte di una commissione che prendeva in esame i reietti della società, per capire se avrebbero potuto procreare o se l'avessero fatto in passato, sterilizzare loro e la progenie in modo da “potare” i rami marci dell' albero della vita. Il vecchio era stanco di quei discorsi senza senso, se volevano dargli una moneta, che lo facessero senza tante storie insomma. Alla fine i tre membri della commissione scientifica, nonché rappresentanti teorici della Illustrazione 1: Lille 3000 Babel Expo au Musée Nuova Teoria Eugenetica, un po' seccati dalla des Beaux Arts - fotografo cinese (l'importante è disattenzione del clochard, cercarono di fargli costruire il futuro, qualunque esso sia N.d.R.) capire che non tutti potevano perpetrare la specie uomo: loro per esempio avevano ognuno diversi bambini, ma il loro staus sociale esplicava chiaramente che l'avere figli per loro era un dovere, prima di un piacere, mentre lui sarebbe dovuto essere castrato tempo addietro per il bene comune, ma si sa che la scienza ha un lento progredire. Gli dissero che ormai era vecchio e lui non avrebbe certo subito la castrazione, inutile spesa per i contribuenti. Invece era importante che desse notizie dei figli e nipoti, se esistenti, per procedere nella nuova legge morale. Il vecchio sembrava non ascoltare, ma guardava rapito uno dei tre della commissione, che ne era tra l'altro il capo. E si commosse, e con le lacrime agli occhi abbracciò il figlio perduto nella grande catastrofe che lo rese uomo di strada e lo baciò e gli disse che lo amava e mai più si sarebbero separati. Dario Martino Milano, 22 novembre 2012