Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Progetto Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee Anni scolastici 2002/03/04/05/06 I l progetto si propone di contribuire alla crescita di una cultura scientifica non settorialistica e non specialistica che, nella solidità degli apporti delle discipline scientifiche – di per se stessi già, comunque, ampiamente garantiti nell’ attività didattica ordinaria – si arricchisca della dimensione storico-critica dell’ epistemologia contemporanea e del dibattito etico attorno agli impieghi della scienza e della tecnologia, anche sul versante della metodologia delle scienze umane. Dalla crisi dello scientismo positivista, apertasi ai primi del Novecento, è scaturito un fecondo dibattito che ha attraversato l’ intero secolo, insistendo tanto sullo statuto epistemico-epistematico delle scienze storico-sociali quanto sui fondamenti della scienza newtoniana e post newtoniana. Nella sua apparente “inconcludenza”, il dibattito epistemologico si è aggregato attorno a questioni e tematiche ormai classiche che, senza esigere soluzioni definitive e apodittiche, possono costituire, tuttavia, oggetto di un intervento didattico e formativo, sia pur contenuto nei tempi, nella didassi e negli obiettivi, che si ponga in sintonia con le finalità dell’ insegnamento storico-filosofico secondario. Nella consapevolezza di tali delimitazioni, il Progetto intende conferire un valido sostrato propedeutico sia all’ inserimento nel mondo del lavoro sia alla prosecuzione degli studi, tanto nell’ area “umanistica” (semantica) quanto in quella scientifica, in continuitàcontiguità con l’ insegnamento di Storia e Filosofia. Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona Classi 3G 4G 5G / Storia e Filosofia Insegnante: Prof. Marco Paolo Allegri 1 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Sommario I l presente vademecum non ambisce ad essere un manuale di filosofia della scienza, ma solo un parziale e provvisorio prontuario didattico che, in sintonia con le indicazioni verbali dell’ insegnante, possa costituire un sostegno e un orientamento utile alle riflessioni autonome dello studente nelle ricerche e negli approfondimenti individuali e/o di gruppo. 1. Progetto: “Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee”. Anni scolastici 2002/03/04/05. 2. Sommario. 3. Introduzione. 4. Prerequisiti. 5. I termini di un percorso sistematico. 6. Un percorso storico-sistematico-analitico. 7. Fonti e percorsi multimediali/Internet. 2 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 8. Percorsi schematici e sommari. Le coordinate dell’ epistemologia di Schlick, Neurath, Wittgenstein, Ryle, Reichenbach, Hempel, Popper, Kuhn, Bachelard. 9. Lessico essenziale. Termini, problemi, sistemi. 10. Brani antologici: Hans Hahn, Otto Neurath, Rudolf Carnap, La concezione scientifica del mondo del Circolo di Vienna. Karl R. Popper, La critica al Circolo di Vienna e il carattere autocorrettivo della scienza. 3 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Introduzione G li sviluppi attuali della filosofia della scienza hanno individuato e sottolineato le difficoltà profondamente radicate che risultano connesse all’ idea che la scienza poggi su un sicuro fondamento ricavato dall’ esperienza e che vi sia un certo tipo di procedura inferenziale con la quale derivare in modo attendibile le teorie scientifiche da un simile fondamento. In realtà, non esistono metodi che consentano di provare che le teorie scientifiche sono vere o anche solo probabilmente vere. ALAN F. CHALMERS P er chi intende sviluppare o usare i metodi semantici, il punto decisivo non è la presunta questione ontologica dell’ esistenza di entità astratte, ma piuttosto la questione se l’ uso di forme linguistiche astratte o, in termini tecnici, di variabili oltre quelle su cose (o dati fenomenici) sia comodo e redditizio per quel che concerne il raggiungimento degli scopi delle analisi semantiche, ossia l’ analisi, l’ interpretazione, la chiarificazione, o la costruzione di linguaggi che vengono impiegati per comunicare, specialmente linguaggi scientifici. RUDOLF CARNAP S i parla spesso di leggi di natura. Cosa significa questa espressione? Avviene spesso di imbattersi nell’ opinione che le leggi di natura sono regole secondo le quali debbono muoversi i processi naturali, in modo simile alle leggi civili, secondo le quali devono orientarsi le azioni del cittadino. In genere se ne vede una distinzione nel fatto che le leggi civili possono anche essere trasgredite, mentre si ritiene impossibile che i fenomeni naturali deviino dalle loro leggi. Ma questa concezione della legge di natura viene scossa se riflettiamo che prendiamo, astraiamo le leggi di natura dai fenomeni stessi e che nel far questo non siamo affatto garantiti contro gli errori. ERNST MACH I l predicato “vero” è usato talvolta per far riferimento a fenomeni psicologici come giudizi e credenze, altre volte a certi oggetti fisici, vale a dire espressioni linguistiche e in particolare enunciati; e altre volte ancora a certe identità ideali chiamate “proposizioni”. Per “enunciato” intendiamo qui ciò che si intende comunemente in sintassi per “enunciato 4 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 dichiarativo”, per quel che riguarda il termine “proposizione”, il suo significato è notoriamente oggetto di lunghe discussioni tra filosofi e logici, e sembra che non sia mai stato chiarito interamente in modo privo di ambiguità. Per molte ragioni il partito più conveniente sembra essere quello di applicare il termine “vero” agli enunciati, e noi seguiremo questa via. Di conseguenza dobbiamo sempre riferire sia la nozione di verità che quella di enunciato a un linguaggio particolare: poiché è ovvio che una stessa espressione che è un enunciato vero in un linguaggio, può essere falsa o senza significato in un altro linguaggio. ALFRED TARSKI I maggiori esponenti dell’ epistemologia del Novecento attestano – nel loro cursus accademico ed euristico – che le problematiche della filosofia della scienza scaturiscono dallo stesso contesto scientifico, dalla pratica della ricerca e dall’ interrogazione teorica e sperimentale degli scienziati. T. S. KUHN studiò fisica teorica e si occupò di storia della scienza, prima di insegnare storia e filosofia della scienza presso la Princeton University e il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge. C. G. HEMPEL studiò matematica, fisica e filosofia presso l’ Università di Gottinga, di Heidelberg e di Vienna, e fu allievo di R. CARNAP, M. SCHLICK e F. WAISMANN; a Berlino fu allievo di H. REICHENBACH e discusse la sua tesi sui fondamenti logici della probabilità. Fuggito al nazismo, conobbe a Bruxelles, N. BOHR, O. NEURATH e K. R. POPPER; poi, nel 1937, divenne Research Associate in Philosophy all’ Università di Chicago. H. REICHENBACH studiò a Stoccarda alla Tecniche Hochschule, poi fisica e filosofia a Berlino, a Monaco e a Gottinga, fino ad ottenere, nel 1915, il dottorato a Erlangen con una dissertazione sulle applicazioni della probabilità in fisicamatematica. A Berlino insegnò filosofia della fisica fino al 1933, per 5 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 poi sfuggire al nazismo, rifugiandosi a Los Angeles, per insegnare all’ Università di California. G. BACHELARD si laureò in matematica nel 1912, insegnò fisica e scienze naturali presso il Collège di Bar-surAube, dove era nato, dal 1919 al 1928. Nel frattempo si era laureato in filosofia nel 1920 all’ Università di Digione. Insegnò filosofia dal 1928 al 1940 all’ università di Digione, poi ebbe la cattedra di storia e filosofia alla Sorbonne fino al 1954. A parte che tali curricola gettano fosche tinte sulla persistente separazione tra le due presunte “culture” nel contesto scolastico-istituzionale-accademico italiano, (nonostante i tenaci sforzi, negli ultimi decenni, da parte di numerosi studiosi per una loro ricomposizione/integrazione)1, se ne ricava l’ immagine di una filosofia della scienza che non è un semplice risvolto od un inutile orpello del progresso scientifico, ma, al contrario, una sua essenziale e costitutiva problematicità/problematizzazione. Acquisire, perciò, gli estremi del dibattito epistemologico sviluppatosi nell’ arco dell’ intero Novecento – attraverso, almeno, le voci più autorevoli e significative – appare rilevante per una cultura scientifica personale che non intenda essere univoca ma voglia acquisire solide consapevolezze attorno alle condizioni ed allo statuto di scientificità del sapere naturale e storico-sociale. Il dibattito epistemologico del Novecento ha maturato la consapevolezza della storicità/relatività di tutte le acquisizioni scientifiche. E’ illusorio credere, ormai, che gli asserti scientifici siano giudizi sintetici a priori (KANT) e posseggano universalità, necessità, oggettività. Contro una tale pretesa si pone la dimensione storica della scienza e l’ irriducibile perfettibilità del sapere scientifico, che ripropone l’ aspettativa di sempre nuove acquisizioni: la convinzione della definitività cancellerebbe, del resto, l’ impulso a nuove indagini. In luogo di una ingannevole certezza dogmatica circa la via piana e rettilinea, sulla quale la scienza compirebbe la sua marcia trionfale, o dell’ idea che non vi possano essere altre “rivoluzioni scientifiche”, è subentrata (POPPER) la concezione del 1 Giulio Preti, Retorica e logica. Le due culture, Einaudi, Torino 1968. 6 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 progresso scientifico per supposizioni-congetture, da sottoporre a confutazioni. Il controllo, la critica delle congetture, la confutazione delle teorie, sono di estrema importanza perché mostrano errori e inducono a ripensamenti. Nella storia della scienza non ci sono verità ma errori; e solo dove c’è critica, ripensamento, ravvedimento, c’è crescita scientifica. Credere in acquisizioni definitive è illusorio. Problematizzazione e analisi degli errori: ecco il percorso! Non risultati acquisiti e consolidati ma ricerca e interrogazione2. Non c’ è ricerca che non sia suscettibile di critica. Così POPPER. E KUHN insiste, relativisticamente, sulle rivoluzioni scientifiche che apportano nuovi paradigmi, incommensurabili rispetto ai precedenti. I programmi di ricerca sono in contesa tra loro (LAKATOS). Contro il metodo, FEYERABEND sostiene che la storia della scienza è colma di errori; la scienza non conosce meri fatti e conclusioni tratte da meri fatti, ma soltanto ideazioni in libertà3. Se la scienza è costituita da interpretazioni soggettive e non da semplici fatti, allora occorre una società libera di scienziati liberi4. La scienza, in quanto non si avvale di criteri razionali e concetti oggettivi, è arte creativa5. La storia epistemologica del Novecento comincia con il neopositivismo-neoempirismo-positivismo logico. E’ una posizione radicalmente antimetafisica, antifilosofica, che non intende produrre una visione-concezione generale del mondo (Weltanschauung), ma l’ equivalente di una “concezione scientifica del mondo”, una “filosofia scientifica” che non voglia far altro che chiarificare le proposizioni scientifiche. Il linguaggio e il significato dei segni, hanno fondamentale importanza in questo programma. Filosofia scientifica, empirismo logico, unità della scienza, linguaggio e pseudo-problemi, induzione e probabilità, logica ed esperienza, filosofia della matematica, logica, storia della logica, storia della filosofia scientifica: il neopositivismo si allarga: LUKASIEWICZ, TARSKI, POPPER, RUSSELL. NEURATH, facendo il bilancio del neopositivismo, sostiene che il 2 H. I. Brown, La nuova filosofia della scienza, Laterza, Bari 1984. P. K. Feyerabend, Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1980. 4 P. K. Feyerabend, La scienza in una società libera, Feltrinelli, Milano 1981. 5 P. K. Feyerabend, Scienza come arte, Laterza, Bari 1984. 3 7 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 linguaggio unitario del fisicalismo deve essere impiegato in tutte le scienze, anche se non si nasconde le illusioni e le contraddizioni implicite in un uso della chiarezza logica delle formule fisiche come paradigma di tutte le scienze6. Non c’è conoscenza scientifica come non c’è crescita filosofica, senza critica7. Da qui la consapevolezza (antipositivistica) che non c’è acquisto scientifico definitivo. Se la scienza non vuol scadere a complesso di “credenze” religiose o ideologiche, deve accettare la problematizzazione continua e senza tregua, convalidando non tanto i presunti risultati consolidati quanto il percorso della ricerca. E’ la stessa storia della scienza ad esigere la critica continua. Avvicendamento di fasi normali a fasi di rivoluzione che producono nuovi paradigmi (KUHN) o confronto tra programmi di ricerca (LAKATOS), la storia della scienza è sempre, e comunque, storia di errori e ripensamenti8. Per muoversi lungo le direttrici dell’ epistemologia del Novecento, occorre tener conto di due distinzioni: 1. a) Epistemologia nel senso tradizionale filosofico di teoria della conoscenza (gnoseologia). b) Epistemologia come filosofia della scienza, discorso sulla scienza, avente come oggetto lo statuto delle teorie scientifiche (semantica = significato dei termini scientifici; pragmatica = uso ed efficacia degli asserti scientifici). 2. a) Epistemologia generale: ha per oggetto la conoscenza scientifica in generale. b) Epistemologie speciali (i fondamenti delle scienze sociali, della matematica, delle scienze naturali …). Il dibattito epistemologico dell’ intero Novecento – pur nella pluralità delle voci e delle correnti – si è stabilizzato attorno a tre modi/criteri nell’ intendere la scientificità (il discrimine tra scienza e non scienza-“metafisica”): 6 O. Neurath, Il Circolo di Vienna el’ avvenire dell’ empirismo logico, Armando, Roma 1977. 7 P. Feyerabend – T. Kuhn – I. Lakatos – M. Masterman – K. Popper – S. Toulmin – J. Watkins – L. Pearce Williams, Critica e crescita della conoscenza, tr. it. A cura di G. Giorello, Feltrinelli, Milano 1970. 8 P. K. Feyerabend, Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1980. 8 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 1. Non contraddittorietà interna di una teoria. 2. Testabilità di una teoria (ogni teoria deve comportare asserti falsificatori potenziali, così da poter trarre dalla stessa teoria, almeno qualche enunciato osservativi). 3. Fecondità delle teorie: da misurarsi sulla capacità di ogni teoria a risolvere i problemi, in confronto ad altre teorie. A parte la complessa questione della scelta fra teorie per decidere quale sia da abbandonare, il problema della struttura della spiegazione scientifica si è articolato secondo alcune direttrici. 1. Secondo i neopositivisti e POPPER, vale il verificazionismo: dalla legge generale deve poter essere dedotto l’ enunciato di base (si verificherà un dato evento nel momento x). 2. Disaccordo tra i neopositivisti e POPPER vi è sui termini di accettabilità della teoria generale. 3. Il modello verificazionista della spiegazione è messo in discussione. FEYERABEND: tra enunciazione di fatti ed enunciazione di credenze non verificabili, non c’è differenza. HESSE: tra enunciati teorici ed enunciati osservativi non c’è differenza. LAKATOS: distinzione tra asserti non direttamente verificabili (“nocciolo metafisico”) e asserti falsificabili e abbandonabili (“fascia protettiva”). DUHEM: un asserto enuncia un fatto, presupponendo altri asserti come veri. Non si verifica/falsifica un’ ipotesi isolata tramite l’ esperienza, se non assumendo nello stesso momento la verità di altri enunciati. A questo proposito, c’è chi è convinto che gli asserti che descrivono fatti possono essere dedotti logicamente da più teorie e quindi, nella scelta di una teoria, non basta la sua capacità di “salvare i fenomeni”. C’è chi crede invece che, comunque, dietro gli enunciatibase ci siano altre teorie accettate (“conoscenza di sfondo”) e che quindi non c’è un linguaggio empirico neutrale-oggettivo con cui misurare le teorie. 9 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Fortemente caratterizzanti, nell’ epistemologia del Novecento, sono i rapporti tra logica e matematica, che si sono incentrati, da una parte, sul conflitto tra intuizionismo ed empirismo, e dall’ altra, sul formalismo logico-matematico. Se la geometria euclidea voleva essere una geometria intuitiva che fondava la propria validità sull’ evidenza, le geometrie non euclidee (NIKOLAJ LOBAČEVSKIJ, IANOS BÒLYAI) minavano definitivamente la certezza indiscutibile della verità intuitiva del postulato indimostrato. GIUSEPPE PEANO E GOTTLOB FREGE, a cavallo di Ottocento e Novecento, avevano superato, nel frattempo, la dimensione dell’ esperienza comune per acquisire quella metaempirica. Ai tre quarti dell’ Ottocento, JULIUS DEDEKIND rivendicava la liberazione-astrazione del pensiero da ogni vincolo-remora che ne impedisse l’ esplicazione sul piano puramente logico. Aei ho anthropos arithmetizei: auspicava DEDEKIND. Un uomo sempre e soltanto aritmetizzante, estraneo alla dimensione sensibile. La mente matematica intendeva sgravarsi di ogni vincolo sensibile e costruiva universi logici. Certo, CANTOR, FREGE, RUSSELL, erano convinti platonicamente che gli enti matematici hanno esistenza a sé. Ma POINCARÉ concepiva le costruzioni matematiche come puramente razionali e, rinunciando definitivamente all’ idea di un ordine assoluto e sicure, ne vincolava la validità alla coerenza interna, accettandone la pluralità di fondamenti e principi9. La logicizzazione e l’ estrema formalizzazione della matematica si scontrarono però con paradosi inestricabili. Hilbert e Bernays videro vanificato il loro tentativo di elaborazione di sistemi formalizzati privi di contraddizioni, da Gödel (le “proposizioni formalmente in decidibili”). Tanto contro il logicismo quanto il formalismo matematico, il neointuizionismo di BROUWER e HEYTING riscopre i diritti dell’ intuizione nella costruzione della matematica, ridando credibilità all’ intuizione kantiana almeno per quanto riguarda il tempo (l’ intuizione dell’ unità nella differenza, della persistenza nel mutamento), spodestando la logica classica e affidando il matematizzare a un soggetto attivo, come esperienza vissuta. La 9 A. Gargani, in AA. VV, Crisi della ragione. Nuovi modelli nel rapporto tra sapere e attività umane, Einaudi, Torino, 1979. 10 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 rinuncia alla matematica come acquisizione definitiva e il ripensamento di KANT, legano in BROUWER la riflessione logicomatematica a quella filosofica. E su un piano fortemente teoretico, ma non meno fortemente logico, procede anche LUKASIEVICZ (logica trivalente, vero falso possibile) che presente l’ epistemologia anarchica di FEYERABEND laddove intende le teorie scientifiche come produzioni creative dell’ uomo (lo scienziato feyerebandiano come artista). In ogni caso, il rigetto del positivismo si compie con la riduzione della verità di una proposizione ad una “concezione semantica” (TARSKI 10) mentre QUINE, prendendo atto della crisi dei fondamenti della matematica (GÖDEL) e del principio di indeterminazione di HEISENBERG, consiglia tolleranza ed elasticità nella presa di posizione ontologica11. Leggi e teorie delle scienze naturali sono ipotesi e non riproducono fatti (LUKASIEWICZ), “l’ induzione è un ragionamento riduttivo” e “su ciò che vi è” si possono produrre varie proposizioni, che non hanno comunque il sostegno dell’ esperienza. Le proposizioni relative al mondo delle cose non hanno validità assoluta. Ove lo iato fra teorie e fatti sembra costituire l’ unica certezza12 . GUIDO FRONGIA, Ludwig Wittgenstein; Id:, Gilbert Ryle; ROSARIA EGIDI, Gottlob Frege; MARIANO BIANCA, Giuseppe Peano; ANTONIO RAINONE, Henri Poincarè; MARIANO BIANCA, Luitzen Egbertus Jan Brouwer; Id., Jan lukasiewicz; Id., Kurt Gödel; Id., Alfred Tarski; ROSARIA EGIDI, Willard V. O. Quine; ANTONIO RAINONE, Nelson Goodman, in AA. VV., Novecento filosofico e scientifico. Protagonisti, a cura di ANTIMO NEGRI,Vol. II, Marzorati Milano 1991. 10 A. Tarski, La concezione semantica della verità e i fondamenti della semantica, Il Saggiatore, Milano 1969. 11 W. V. Quine, Su ciò che vi è, in Il problema del significato, Ubaldini, Roma 1966; Id., Logica elementare, Ubaldini, Roma 1968. 12 C. Cellucci, La filosofia della matematica, Laterza, Roma 1967. E. Agazzi, La logica simbolica, La Scuola, Brescia 1969. P. Rebondi, Epistemologia e storia della scienza, Feltrinelli, Milano 1978. E. Casari, La filosofia della matematica del ‘900, Sansoni, irenze 1983. U. Bottazzini, Il flauto di Hilbert. Storia della matematica moderna e contemporanea, UTET, Torino 1990. 11 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Prerequisiti L’ Epistéme antica come scienza razionale – pensiero (Lògos) della Verità Il senso ultimo delle cose e il fondamento di verità 1. L’ Arché dei naturalisti presocratici. 2. L’ ontologia di Parmenide: l’ epistéme come pensiero incontrovertibile, fondamento e senso ultimo della totalità. 3. La metafisica di Platone: l’ essere soprasensibile e puramente intelligibile; l’ epistéme come metafisica e dialettica. 4. La metafisica di Aristotele: logica, ontologia, metodologia dell’ epistéme; l’ “enciclopedia delle scienze”; la predicazione logica e il principio-fondamento ontologico. 5. La comprensività, la stabilità, l’ immutabilità dell’ epistéme secondo gli Stoici. 6. L’ infondatezza/inconsistenza dell’ epistéme nello Scetticismo. 7. Plotino, i gradi dell’ epistéme e la subordinazione della scienza 12 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 al mistico/estatico ritorno a Dio. L’ epistemologia moderna La sperimentazione, il rigore matematico e il problema del metodo 1. Le Regulae ad directionem ingenii e il Discorso sul metodo di Renato Cartesio: il fondamento del sapere e la mathesis universalis. 2. La Instauratio Magna, il Novum Organum e il De Dignitate et 13 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 3. 4. 5. 6. 7. 8. augmentis scientiarum di Francesco Bacone: le interpretazioni della natura e il metodo induttivo. Il realismo di Galileo Galilei, l’ oggettività della scienza e il metodo scientifico sperimentale. Isaac Newton, i Philosophiae naturalis principia mathemathica e le regole metodologiche. Il meccanicismo e il corpuscolarismo. Il Trattato sull’ emendazione dell’ intelletto di Baruch Spinoza e il metodo geometrico. Convenzionalismo ed empirismo in Thomas Hobbes. Sensismo, fenomenismo, corporeismo. Il Saggio sull’ intelletto umano di John Locke e l’ empirismo. Le scienze empiriche – fisiche e naturali – e la deduzione matematica come ideale metodologico di sapere rigoroso e indubitabile. La Critica della ragion pura di Immanuel Kant: la metafisica della natura. 14 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 La filosofia ottocentesca della scienza Lo scientismo L’ epistemologia del positivismo Epistemologia e metodologia: osservazione sperimentale dei fatti e formulazione di leggi. Riduzionismo: identità di leggi e fatti fisici, sociali, psicologici. Rifiuto della metafisica (delle ipotesi non verificabili). Il metodo deduttivo-sperimentale 1. Il Corso di filosofia positiva di Auguste Comte: la “filosofia positiva” come sistema generale e organico delle scienze positive. La sociologia come “fisica sociale” (metodo positivo). Ordine e progresso. 15 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Il metodo induttivo 2. Il Sistema di logica di John Stuart Mill: il fondamento psicologistico della logica e del pensiero scientifico. La fondazione epistemologica delle scienze umane. 3. Herbert Spencer: scienza, religione, filosofia, religione e In conoscibile. L’ evoluzione come principio unificante del sapere umano. Evoluzione e scienze umane. La crisi dello scientismo e la critica al positivismo 16 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 4. Il convenzionalismo di Ernst Mach. La crisi del fondamento meccanico della fisica. L’ inadeguatezza del meccanicismo in psicologia e il monismo. Praticità, economicità e convenzionalità della scienza. 5. Richard Avenarius: l’ empiriocriticismo. L’ esperienza pura. 6. Il convenzionalismo di Jules Henri Poincaré. La convenzionalità dei principi fisici e la molteplicità dei modelli in fisica. 7. Pierre Duhem: la storicità della scienza. Il metodo ipoteticodeduttivo della scienza e la convenzionalità delle teorie scientifiche. 17 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Il metodo delle scienze storico-sociali Lo storicismo tedesco contemporaneo 1. La Scuola di Marburgo: Hermann Cohen: neokantismo e filosofia come metodologia della scienza; Paul Natorp: I fondamenti logici delle scienze esatte. 2. La Scuola del Baden e l’ autonomia della conoscenza storica. Wilhelm Windelband e la filosofia dei valori; Heinrich Rickert: scienze nomotetiche e scienze idiografiche. 3. Wilhelm Dilthey: la fondazione psicologica delle scienze dello spirito. Erleben ed erlebnis. 4. Max Weber: la metodologia delle scienze storico-sociali. La sociologia del tipo ideale. Economia e società. Risorse, attività e obiettivi formativi 1. Navigazione Internet per acquisire saggi, biografie, articoli, schede, mappe, ai fini di una documentazione ampia e circostanziate sulle tematiche epistemologiche, così da poter compiere scelte e tracciare percorsi personali di riflessione e ricerca secondo interessi e motivazioni fondate. 2. Orientamento preliminare nelle questioni epistemologiche e nel contributo dei singoli filosofi della scienza, secondo una prospettiva storico-critica, avvalendosi del manuale in adozione (Giovanni Reale – Dario Antiseri, La Filosofia nel suo sviluppo storico. 3. Dal Romanticismo ai nostri giorni, La Scuola, Brescia 1997), oltre che dei brani antologici, dei percorsi schematici e sommari allegati al progetto, e dei saggi forniti dall’ insegnante per tematiche specifiche. 3. Padronanza delle problematiche epistemologiche nelle loro 18 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 coordinate essenziali; riflessione critica approfondita sul percorso di un filosofo della scienza o su una questione epistemologica; acquisizione di concetti, categorie e termini del lessico disciplinare. 4. Accertamento delle conoscenze/competenze acquisite tramite colloqui. Produzione di relazioni/saggi brevi, individuali e/o di gruppo. I termini di un percorso sistematico I nduttivismo. I fatti empirici a fondamento della scienza. Induttivismo, senso comune, deduzione, previsione e spiegazione secondo l’ induttivismo. Il principio d’ induzione. Proposizioni osservative, teoria, probabilità. Il linguaggio della scienza. Convenzionalismo, neoempirismo logico, filosofia analitica. Proposizioni protocollari e principio di verificazione. NEURATH, WITTGENSTEIN, RUSSELL. Filosofia del linguaggio, linguistica, semiotica, teoria della comunicazione. Funzionalismo, strutturalismo. Il Circolo linguistico di Praga: JAKOBSON, DE SAUSSURE, J. LACAN, LÉVI-STRAUSS, ALTHUSSER. Convenzionalismo. TOULMIN. Olismo. QUINE, KUHN. Falsificazionismo. Un criterio di valutazione delle teorie. Falsificabilità, chiarezza, precisione, progresso scientifico. Congetture, confutazioni, prove ed errori (POPPER). Programmi di ricerca. Teorie come strutture. Le teorie come complessi strutturali. I programmi di ricerca: LAKATOS. I paradigmi di KUHN. Crisi e rivoluzione. Verità, realismo, strumentalismo. Realismo ingenuo. Strumentalismo ingenuo. Strumentalismo radicale o realismo pluralistico. Materialismo e anarchia epistemologica. Oltre la storia della scienza, oltre ogni idea di progresso scientifico (FEYERABEND). 19 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Un percorso storico- sistematico analitico E – NEOPOSITIVISMO – POSITIVISMO LOGICO – austriaco (E. BLUMBERG, H. FEIGL). Salvaguardia del primato positivistico della scienza; rinuncia ad un sapere scientifico totalizzante, ricorso alla logica simbolica (G. FREGE, G. PEANO, A. N. WHITHEHEAD, B. RUSSELL). Principio di verificazione come criterio di significanza delle proposizioni. Antimetafisica. Unità della scienza. Linguaggio come calcolo. Convenzionalismo nella logica e nella matematica. • Circolo di Vienna: H: HAHN, P. FRANK, O. NEURATH, confronto con il convenzionalismo di P. DUHEM E E. POINCARÈ. M. SCHLICK con NEURATH, HAHN, FRANCK, F. WAISMANN, E. ZILSEL, B. JUHOS, K. GOEDEL, H. FEIGL, V. KRAFT, K. MENGER, R. CARNAP. • Circolo di Berlino: Società berlinese per la filosofia empirica: H. REICHENBACH, W. DUBISLAY, K. GRELLING, C. G. HEMPEL. • Stati Uniti: C. W. MORRIS E W. V. O. QUINE, legati al pragmatismo. Influsso sul neopositivismo del Tractatus di Wittgenstein (-il senso delle proposizioni filosofiche; -l’ antimetafisica). Il principio di verificazione. Le proposizioni logiche e matematiche sono tautologiche. Insensatezza dell’ etica, della metafisica, della teologia razionale. Ruolo della filosofia: riconducibilità del senso di una proposizione a fatti empiricamente osservabili. Le proposizioni protocollari registrano un evento e possono confermare una teoria. MPIRISMO LOGICO NEOEMPIRISMO CONVENZIONALISMO. Le proposizioni scientifiche non sono verificabili o falsificabili con l’ esperienza, ma nascono da convenzioni della comunità scientifica. Rifiuto del positivismo a fine Ottocento, di fronte alla fisiologia delle sensazioni, alle geometrie non euclidee, all’ elettromagnetismo, alla termodinamica chimica. H. 20 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 POINCARÈ: i principi teorici sono talmente astratti da non poter essere falsificati da alcuna esperienza. Essi possono essere falsificati solo se evidenziano l’ incapacità a produrre nuovi risultati nella ricerca. E. MACH: il principio di economicità. Le teorie e le leggi scientifiche nascono da esigenze pratiche – economiche. P. DUHEM: la critica all’ esperimento e al fatto scientifico. I fondamenti empirici sono impregnati di teorie. PRAGMATISMO. Fine Otto primi Novecento. Club di metafisica di Cambridge: C. PEIRCE, W. JAMES. La rilevanza pratica. Azione. Dinamismo. PEIRCE: volontarismo della conoscenza. Contenuti empirici dei concetti e loro uso pratico. Gli effetti pratici dei concetti. JAMES: le credenze intellettive sono adattamenti alla realtà. Dagli stimoli esterni le credenze dell’ intelletto in vista di un’ azione adeguata. Le idee non sono vere in sé ma in quanto confermate dagli eventi poiché si misurano sulla capacità di anticipare-prevedere e corrispondere alle aspettative di ciascuno. J. DEWEY: lo STRUMENTALISMO. L’ incertezza e la pericolosità dell’ esistenza spingono la ragione a cercare rassicurazioni. G. VAILATI: pragmatismo logico o critico contro W . JAMES e vicino a C. S. PEIRCE: analisi del linguaggio scientifico e storia della scienza. FILOSOFIA ANALITICA. Analisi del linguaggio per affrontare i tradizionali problemi filosofici. Chiarificazione, chiarezza, rigore, logica formale, problematicità, argomentazione rigorosa, procedimenti e metodi scientifici, esempi tratti dalla vita quotidiana e dal senso comune, contro le teorie definitive. • Anni Trenta: B. RUSSELL, G. E. MOORE, W. E. JOHNSON … • Dalla crisi dell’ ATOMISMO LOGICO alla FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO ORDINARIO. • Anni Cinquanta: G. RYLE, J. L. AUSTIN, P. F. STRAWSON, A. J. AYER (influsso di WITTGENSTEIN: i giochi linguistici). LOGICISMO. B. RUSSELL. Riduzione della matematica ad alcuni concetti logici (implicazione, disgiunzione, funzione preposizionale, 21 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 classe). COSTRUZIONISMO LOGICO. Il paradosso che si oppose al programma: “La classe di tutte le classi non membri di se stesse, è o non è membro di se stessa?”. Nei Principia mathematica (1910-13): Il cretese Epimenide sostiene che: «Tutti i cretesi sono bugiardi» Teoria delle descrizioni: «L’ attuale re di Francia è calvo» Un tale enunciato deve essere analizzato rigorosamente nel rapporto soggetto/predicato. Si scopre che esso dev’ essere riformulato così: «Non c’è alcuna cosa che nello stesso tempo sia l’ attuale re di Francia e sia calvo» I nomi logici significano l’ ente che designano, le descrizioni definite sono rese significative dal contesto. Nomi logici e descrizioni definite possono essere equivalenti dal punto di vista grammaticale; sul piano grammaticale sono equivalenti ma non su quello logico. SCIENZA, FILOSOFIA, SCIENZA COMUNE: “Esiste al mondo una conoscenza così certa che nessun uomo possa dubitarne?”. La scienza (fisica) è certa; all’ opposto vi è la vaga e incerta conoscenza derivante dal senso comune. In mezzo sta la filosofia che, se vuole sfuggire allo scetticismo, deve elaborare gli esiti della scienza, pur partendo dal senso comune. STRUMENTALISMO. Le teorie scientifiche non restituiscono la realtà; organizzano in quadri coerenti i dati empirici e prevedono altri e nuovi dati. Contro il REALISMO, lo strumentalismo concepisce le teorie come strumenti di calcolo. L’ antica astronomia fisica, dai pitagorici a PLATONE fino ad ARISTOTELE, fu realista. Ma essa coesistette con un’ astronomia matematica (EUDOSSO, IPPARCO, APOLLONIO). L’ astronomia ellenistica fu strumentalista. Il sistema copernicano fu accolto sia dai protestanti che dai cattolici come strumento di calcolo (OSIANDER contro il realismo di COPERNICO, il Cardinal BELLARMINO contro il realismo copernicano di GALILEO). Se è vero che i fatti empirici sono veri e indiscutibili, il positivismo 22 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 ottocentesco non può essere che realista ad oltranza. MACH e DUHEM sostengono il CONVENZIONALISMO: le proposizioni empirichescientifiche sono schemi utili alla previsione e all’ organizzazione dei fenomeni. Il convenzionalismo fu adottato da tutti i filosofi ostili al positivismo scientista ai primi del Novecento, nel generale clima irrazionalistico, da CROCE (la scienza è costituita da pseudoconcetti) a BERGSON. E’ difficile oggi sostenere il realismo almeno la sua forma più semplice, il REALISMO INGENUO. Nessuno può contestare che le teorie scientifiche, almeno in parte, siano strumenti di calcolo. STRUTTURALISMO. Concezione metodologica delle scienze umane che vuol cogliere relazioni sistematiche (strutturali) fra gli elementi dei fatti considerati. Nasce in Francia dall’ incontro tra l’ epistemologia neokantiana (BACHELARD) e lo strutturalismo linguistico (DE SAUSSURE). Struttura è, nella teoria linguistica di DE SAUSSURE, ciò che è permanente, formale, funzionale e non materiale, nell’ oggetto studiato. Nella complessità di un sistema lo strutturalismo coglie gli elementi e il loro ruolo: l’ insieme/totalità precede le parti. La lingua è un sistema di elementi non isolabili dal tutto. Lo strutturalismo si è dunque imposto come conoscenza scientifica che analizza le relazioni tra gli elementi matematici o segnici, che da quelle relazioni prendono senso. La rete concettuale dei modelli scientifici o il sistema delle differenze rappresentative e foniche di un sistema, danno senso a una teoria o alla lingua. Il senso nasce dalla struttura (inconscia) e non dal soggetto cosciente. Contro storicismo, spiritualismo ed esistenzialismo, lo strutturalismo ha ripensato l’ antropologia, mettendo in discussione la centralità della coscienza (LACAN, LÉVI-STRAUSS, ALTHUSSER, FOUCAULT). SEMIOTICA. Scienza dei segni (semeìon = segno). Nata come SEMIOLOGIA in Francia, si precisa come semiotica (BARTHES, Elementi di semiologia, 1962). DE SAUSSURE: ripensamento secondo lo strutturalismo, affermando il primato del sistema sul singolo (comunicazione di massa, moda). La semiotica come parte della linguistica per smembrare/dissezionare la comunicazione. Le 23 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 questioni: la natura del segno (significante e significato), l’ articolazione del linguaggio in componenti fonetiche e componenti significanti. Sistema o struttura. Svalutazione della dimensione analogica-metafisica del linguaggio. Il formalismo russo, il Circolo linguistico di Praga. La scienza dei segni linguistici (DE SAUSSURE) e la filosofia dei segni linguistici (PEIRCE): la componente semantica. MENTALISMO. Psicologia che studia i processi psichici interni, non osservabili e rilevabili direttamente (contro il COMPORTAMENTISMO). La filosofia della mente si occupa della mente nella sua specificità. Si distingue dal COGNITIVISMO, il quale si occupa dei sistemi intelligenti (naturali, artificiali) e si avvale di un rapporto interdisciplinare (intelligenza artificiale, neuroscienza, antropologia). Socratico nell’ ispirazione, il Mentalismo si interroga sulla capacità della mente di trovare definizioni vere per i concetti: Ma esistono, e dove, tali definizioni? Il FUNZIONALISMO si è imposto nella filosofia della mente (funzioni d’interazione degli eventi mentali all’ interno del sistema-mente). Nel rapporto mente-mondo la filosofia della mente ha valorizzato l’ intenzionalità di F. BRENTANO (ogni atto mentale si pone in relazione con un oggetto esterno). W. V. O. QUINE: non ci sono stati mentali intenzionali ma solo comportamenti. Il rapporto mente-corpo ha trovato risposte opposte. G. RYLE: ci sono solo comportamenti osservabili,i processi interni non esistono. I “materialisti” hanno ammesso però processi interni (il Comportamentismo non spiega il “credere” o l’ “immaginare”) esplicabili come stati del cervello o riconducibili a processi neurali. LOGICA-MATEMATICA. FREGE: la logica ideografica, l’ analisi logica del numero, la teoria dell’ oggetto e del significato. PEANO: la logica matematica, l’ assiomatizzazione dell’ Aritmetica elementare. POINCARÈ: la natura del ragionamento matematico, i fondamenti della geometria, la struttura delle scienze fisiche. BROUWER: il rifiuto dell’ assiomatizzazione della matematica, costruttivismo e concezione intuizionistica della matematica. LUKASIEWICZ: la logica 24 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 trivalente. GÖDEL: l’ indimostrabilità della contraddittorietà della matematica e la crisi dell’ ideale della matematica come disciplina razionale. TARSKI: la semantica logica e la teoria dei modelli. QUINE: la critica alla dogmatica neoempirista, l’ indeterminatezza della traduzione e il rigetto dell’ intenzionalità, olismo naturalistico e relativismo. 25 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Fonti e percorsi multimediali/Internet L a vocazione dei greci all’ esplorazione-navigazione nel mare circostante, li aveva condotti a distinguere tra una prima ed una seconda navigazione. Quando il vento non spirava più e le vele restavano immobili, i marinai greci mettevano mano ai remi, intraprendendo una rotta nuova, non tracciata precedentemente. PLATONE distinse tra una “prima navigazione” – la filosofia naturalistica che egli apprese da CRATILO – ed una “seconda navigazione”, “fuori rotta”, che lo avrebbe condotto per acque mai solcate prima di allora, fino alla scoperta della Verità. Con la “seconda navigazione”, PLATONE supera la dimensione sensibile e, sul piano del puro intelligibile, scopre il soprasensibile “mondo delle Idee”. La navigazione su Internet non può condurre, certamente, ad un approdo assoluto, definitivo e incontrovertibile; essa evoca un percorso contraddistinto da autonomia e libertà, fra incognite e incertezze. La tendenziale “anarchia” della Rete non deve trascinare, però, il “marinaio” in una gratuita e inconcludente attività ludica. La scoperta esige un sicuro, seppur non rigido, orientamento e una aspettativa dinamica e costruttiva, che sappia far buon uso – selettivo e analitico – delle fonti reperite. 26 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 L’ Enciclopedia Encarta Microsoft Online 2003 distingue i due differenti significati dell’ epistemologia come disciplina filosofica che studia la conoscenza: 1. Epistemology, nel senso anglosassone della gnoseologia tradizionale che mira alla giustificazione-esplicazione della conoscenza e delle sue forme. 2. Filosofia della scienza: l’ indagine filosofica sulla conoscenza scientifica. L’ articolo di Encarta si sviluppa attorno ad alcune questioni cruciali dell’ epistemologia: • Il problema dell’ induzione. • Il problema della descrizione. • La spiegazione. • Il realismo e lo strumentalismo. • La conoscenza oggettiva. http://encarta.msn.itMicrosoft Corporation Una selezione di Siti Web e di altre fonti Internet Per la Storia e la Filosofia della Scienza, della Tecnologia e della Medicina, a cura di THOMAS B. SETTLE, IMSS & Polytechnic University, propone – secondo i criteri determinati dalle caratteristiche dell’ Istituto e Museo di Storia della scienza – Storia della Scienza generale, Strumenti, Bibliografie, Collezioni Speciali & Archivi, Manoscritti e testi originali, oggetti, Istituti e Organizzazioni, Musei e mostre, Saggi e Corsi, Riviste e Notiziari. http://www.imss.fi.it 27 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Il Sito italiano di Filosofia della Medicina offre sezioni di Antropologia e sociologia della Medicina, Filosofia e scienza della medicina, La prassi medica, La produzione della medicina, La medicina ippocratica. http://utenti.fastnet.it/utenti/marinelli/filo.html Di grande utilità è il Dizionario enciclopedico di Rai Educational, che offre duecento lemmi – quaranta famiglie di parole – in cinque grandi aree: Società, Comunicazione, Filosofia e storia, Letteratura e arti, Scienza. http://www.educationale.rai.it/lemma/ Sul Sito Web Italiano per la Filosofia, ELISA PAGANINI, del Dipartimento di filosofia dell’ Università di Milano, ha allestito una Home page che introduce alle problematiche filosofiche relative alla scienza e segnala i materiali disponibili in rete e fuori rete. L’ indice delle pagine prevede: Riviste, Seminari e convegni, Società, centri e associazioni, studiosi italiani di filosofia della scienza. http://lgxserver.uniba.it/lei/filscienza/fsindex.htm La Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze – Webmaster PAOLO BOUQUET – Università di Trento – offre varie informazioni. http://silfs.cs.unitn.it/ La Casa Editrice Tilgher propone articoli tratti dalle riviste Epistemologia e Giornale di Metafisica, con sommari, abstract e informazioni. http://www.tilgher.it/epistemologia.html Epistemologia, Rivista italiana di Filosofia della scienza, è diretta da EVANDRO AGAZZI del Dipartimento di filosofia dell’ Università di Genova. 28 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 La Rivista Italiana di Scienze Sociali Dissensi offre, in Archivio, il Numero monografico (5) di Giugno-Ottobre 2002 su Filosofia e Scienza: FRANCESCO CONIGLIONE, Le molte facce dello scientismo. Sui difficili rapporti tra Filosofia e Scienza. GIUSEPPE GEMBILLO, Filosofia e scienza: complessità di un rapporto. FRANCESCO INDOVINA, Biogenetica, Etica e Società: la ricerca sulle cellule staminali embrionali. NICOLETTA CALVAGNA, Arte, Filosofia e Matematica. ANDREA L’ EPISCOPO, Analisi operazionale e operazionalismo fra Scienza ed Epistemologia. LIVIA GIUNTA, Scienze senza metodo e società libera. http://www.dissensi.org/archivio.htm La Società Italiana di Filosofia Analitica rinvia, tra l’ altro, ad alcuni link su FREGE, RUSSELL e WITTGENSTEIN. http://sifa:unige:it E’ da percorrere la mappa del sito dell’ Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, per soffermarsi su percorsi tematici, biografie, brani antologici, interviste, con la possibilità di Ricerche per autore e per tema. Un motore di ricerca interno consente la reperibilità di siti filosofici, enciclopedie, banche dati di testi e saggi. http://www.emsf.rai.it/mappa/ Una mappa dei Dipartimenti di Filosofia, Scienze umane, cognitive, sociali … delle Associazioni filosofiche e dei Centri di ricerca, non solo italiani, è reperibile sul sito: http://www.dif.unige.it/risorse/2istitu.htm Il Giardino dei Pensieri offre saggi rigorosi e circostanziati anche su Epistemologia e Filosofia della scienza. Si veda, ad esempio, 29 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 MARIO TROMBINO, Sintesi di La scienza: congetture e confutazioni di Popper. E’ consigliabile indagare in tutte le Sezioni. http://www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/ Filosofia contemporanea dispone di agili Schede biograficoconcettuali sui maggiori filosofi del Novecento, e consente di accedere ad indicazioni esaurienti riguardo alla bibliografia, ai siti ed alle opere in rete. http://lgxserver.uniba.it/lei/filosofi/autori Sono di rilevante interesse le Sezioni di Rescogitans, Filosofia e Scienze Umane, tra cui Scenari di ricerca (Neuroscienze e Scienze cognitive, Scienza e Filosofia, Scuola e Filosofia), che offre la possibilità di accedere a saggi e articoli. Si veda, ad esempio, MARGHERITA BOLOGNA, Scienza e filosofia a confronto, dibattito tra Carlo Sini ed Edoardo Boncinelli. http://www.rescogitans.it I piani di studio ed i programmi dei corsi istituzionali o monografici di Filosofia della scienza, secondo il vecchio o il nuovo ordinamento, consentono di acquisire buone informazioni sullo stato e sullo sviluppo delle problematiche epistemologiche in Italia, sui vari versanti di interesse e di ricerca. I siti universitari rendono disponibili le bibliografie ed alcuni offrono l’ opportunità di scaricare dispense didattiche. Si vedano, ad esempio, i masters di etica, proposti da alcune Facoltà di Medicina e Chirurgia. Alcuni siti: http://mailserver.sdf.unige.it/pages/insegnamenti/Esapp16.ht m http://www.cisiau.unipi.it/filosofia/studenti/corsi/f-scien.htm http://www.f.mag.unict.it/Magistero/edufor/eduforprog.htm http://www.form.unitn.it/ssis/didattica/insegnamenti/1007.ht ml 30 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Le Case editrici pubblicizzano i loro saggi, dandone il sommario, l’ abstract, e, talvolta, stralci. Si veda, ad esempio, BRUNO WIDMAR, Introduzione alla filosofia della scienza, Levante Editori, Bari 1993. http://www.levantebari.com/ipro1fil.htm Sono numerosi i siti – anche in italiano – dedicati ai singoli epistemologi o presso i quali sono accessibili approfondimenti delle loro filosofie. Ad esempio: DARIO ZUCCHELLO, Dai fondamenti della logica alla essenza del mondo: alle origini del Tractatus: http://www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/zucchello.htm ERNESTO RIVA, Introduzione alla filosofia di Ludwig Wittgenstein: http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Wittgenstein. htm Le origini della logica matematica: Boole e Frege, appunti tratti da alcune lezioni di storia della logica pubblicate in: L. MATUSA (a cura di), Forme del sapere filosofico, CUSL, Genova, 1974: 1. Gli algebristi inglesi e L’ analisi matematica della logica di Boole. 2. Logica dei termini nell’ Analisi di Boole. 3. La logica delle proposizioni in Boole. 4. L’ Indagine sulle leggi del pensiero di Boole (1854). 5. Boole e la fondazione della semiotica. 6. La Ideografia di Frege. 7. Frege e il linguaggio logico universale. 7.1. Capovolgimento della teoria del giudizio: la teoria del concetto come funzione. 7.2. Definizione del condizionale verofunzionale. 7.3. Derivabilità dei connettivi. 7.4. Quantificatori. 8. Frege e il calcolo logico (l’ apparato deduttivo). 31 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 8.1. 8.2. 8.3. Distinzione assiomi-regole: il Modus Ponens. Diversi sistemi di assiomi? Gli assiomi dei Principi del 1893 e la contraddizione di Russell. 9. Filosofia e teoria del significato: cos’è il significato di un enunciato? 9.1. Il significato come condizione di verità: il Tractatus di Wittgenstein. 9.2. Tautologie e contraddizioni. 9.3. Il significato come metodo di verifica. 9.4. Logica e filosofia. http://www.dif.unigew.it/epi/hp/penco/pub/boole.htm DIEGO FUSARO (a cura di), Bertrand Russell: http://www.gepocities.com/fylosofya/russell.htm Kuhn: il paradigma, la scienza normale e le rivoluzioni: http://utenti.fastnet.it/utenti/marinelli/filosof/kuhn.html Tutti gli scritti di Vailati, con vari saggi introduttivi, sono disponibili e scaricabili, sul sito: http://weblab.crema.Unimi.it/vailati/cdvailati/Idee/2-3.htm Le interviste rilasciate da Karl Popper all’ EMSF, sono reperibili sul sito: http://www.emsf.rai.it/percorsitematici/percorsopopper/main. htm Esse riguardano, tra l’ altro: • • • • Il metodo scientifico in KEPLERO, NEWTON, WHEWELL e EINSTEIN. Il metodo ipotetico-deduttivo. Il falsificazionismo. Risposte ai critici del falsificazionismo. 32 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 • • Il futuro è aperto. L’ indeterminismo e il problema dell’ evoluzione. La teoria dei tre mondi. Dall’ esplorazione dei siti elencati è possibile trarre materiali fruibili ai fini di ricerche e approfondimenti monografici e specifici. Il percorso proposto non è univoco ed obbligato, ma intende offrire opportunità per una navigazione più ampia ed estesa, che possa corrispondere ad aspettative e interrogativi circostanziati, i quali si definiscano proprio nel corso dell’ indagine. Una navigazione orientata, sia pur priva di preconcetti e schematismi, costituisce la miglior condizione ermeneutica per salvaguardare creatività e produttività. 33 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Percorsi schematici e sommari LE COORDINATE DELL’ EPISTEMOLOGIA DI SLICHK, RYLE, NEURATH, WITTGENSTEIN, REICHENBACH, HEMPEL, POPPER, KUHN, BACHELARD L e scienze fisiche e chimiche, nel loro sviluppo contemporaneo, possono essere caratterizzate epistemologicamente come campi di pensiero che rompono nettamente con la conoscenza volgare. Alla constatazione di questa profonda discontinuità epistemologica si oppone il fatto che l’ “educazione scientifica” che si ritiene sufficiente per la “cultura generale” prende in considerazione soltanto la fisica e la chimica “morte”, nel senso in cui si dice che il latino è una lingua “morta”. In ciò non c’è niente di peggiorativo, se semplicemente si vuole notare che esiste una scienza viva. GASTON BACHELARD O gni volta che un filosofo vi dirà di aver scoperta la verità definitiva, non credetegli; e non credetegli neppure se vi dirà di aver individuato il bene supremo. Egli, infatti, si limiterebbe a ripetere gli errori commessi dai suoi predecessori per duemila anni. E’ giunto il momento di por fine a tale specie di filosofia. Si pretenda dal filosofo che sia modesto come lo scienziato; allora egli potrà avere il successo dell’ uomo di scienza. Non gli si chieda che cosa dobbiamo fare. Ascoltiamo piuttosto la nostra volontà e cerchiamo di unirla a quella degli altri. Il mondo non ha alcun scopo o significato all’ infuori di quello che vi introduciamo noi. HANS REICHENBACH I n filosofia non si traggono conseguenze. “Le cose devono certamente stare così”: non è una proposizione della filosofia. La filosofia si limita a stabilire ciò che chiunque le concede. LUDWIG WITTGENSTEIN 34 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 MORITZ SCHLICK IL REALISMO SCIENTIFICO E LO STATUTO GNOSEOLOGICO DI CONCETTI E GIUDIZI CONTRO LO PSICOLOGISMO 1 923. Vienna, cattedra di filosofia delle scienze induttive. Amicizia con WITTGENSTEIN, confronto filosofico con la teoria della relatività, e approvazione di EINSTEIN13. I rapporti con WITTGENSTEIN non sono di nessun rilievo teoretico o Schlick ha ampiamente anticipato il Tractatus ???? Conoscere come riconoscere – ritrovare. Identità di ciò che viene conosciuto e come che cosa esso viene conosciuto, “autore dello scritto sullo Stato ateniese e Aristotele”. I concetti non sono configurazioni psichiche – immagini mentali. Contro lo psicologismo. Il concetto ha un contenuto (insieme di caratteristiche: sua definizione). Il concetto è segno o simbolo, non è reale, reale è la funzione concettuale in quanto si riferisce agli oggetti le cui proprietà corrispondono alle caratteristiche che ne costituiscono la definizione. Il concetto designa (nel senso di coordina). E’ un ente di ragione che designa univocamente le cose, non è un’ ipotesi mentale, non è una costituzione fittizia. 13 M. Schlick, Spazio e tempo nella fisica contemporanea, a cura di E. Galzenati, prefazione di L. Geymonat, Bibliopolis, Napoli 1983; Id., Teoria generale della conoscenza, a cura di E. Palombi, Franco Angeli, Milano 1986. 35 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Definizione concreta e definizione implicita (HILBERT). La definizione concreta giunge a concetti ultimi dell’ intuizione, partendo dall’ esperienza, dalla realtà empirica. Il concetto di punto vien chiarito mostrando un granello di sabbia, il concetto di retta mostrando una corda tesa. La definizione implicita si stacca completamente dalla realtà. I termini della deduzione (punto, retta … nella geometria assiomatica di HILBERT) prendono senso da un sistema di assiomi (che non è il senso che hanno come configurazioni intuitive nella geometria ordinaria). Le scienze di realtà, al contrario delle scienze astratte, non possono giovarsi della definizione implicita (“libero gioco con i simboli”). Rifiuto del giudizio sintetico a priori di Kant. Non c’è un’ evidenza immediata che garantisca una conoscenza intuitiva-apodittica di oggetti reali in geometria e nelle scienze di realtà. Teoria del giudizio. Distinzione concetto-intuizione, pensierorealtà, logica-psicologia. Il giudizio, più che processo psichico, è designatore (segno), designa il sussistere della relazione (designata dal concetto) tra oggetti. Il giudizio designa uno stato di fatto (reale – la neve è fredda – o concettuale – due per due uguale a quattro). I giudizi legano i concetti. I concetti legano i giudizi. Un assertogiudizio lega due concetti. Una relazione tra giudizi viene stabilita dal comparire in essi di uno stesso concetto. E un concetto, se vuol essere produttivo, deve comparire in più giudizi. I concetti sono i nodi di ogni scienza, i giudizi sono i fili che li connettono. SCIENZE ESATTE E SCIENZE STORICHE. E’ vero il giudizio che designa univocamente uno stato di fatto. Criterio di verità è la coordinazione tra fatti e scienza, tra oggetti e pensiero. Si danno due modi di coordinazione, due tipi di giudizi,due classi di scienze: scienze esatte e scienze storiche. I giudizi storici sono singolarmente indipendenti e non interconnessi da concetti come i giudizi scientifici. I giudizi storici sono “attuali” in quanto sono riferiti a fatti esperiti nel momento presente. Le proposizioni osservative, le constatazioni 36 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 (Konstatierungen) sono prive di durata. I giudizi storici, enunciati appena dopo, rispetto ai fatti verificatisi, diventano ipotetici. Le scienze esatte riducono e semplificano al massimo il numero dei giudizi fondamentali e connettono logicamente i propri giudizi. Pochi giudizi fondamentali, pochi concetti elementari, maggior potere conoscitivo di una scienza. Schlick esprime ammirazione incondizionata per WITTGENSTEIN. un’ adesione non cerimoniale soltanto, ma nemmeno, all’ opposto, la semplice conferma delle proprie tesi nel Tractatus. La differenza tra Schlick e Wittgenstein: • Schlick guarda ai progressi della fisica (relatività e quanti): nuova immagine del mondo, “nuove possibilità concettuali”. • WITTGENSTEIN ricava il principio di verificazione dalla riflessione sui principi generali del linguaggio. Prospettiva epistemologica in Schlick ed etica-estetica in WITTGENSTEIN. Il Tractatus di WITTGENSTEIN viene accolto nella dimensione epistemologica (teoria della conoscenza) dal Circolo di Vienna: esso risolverebbe i problemi della filosofia come topica (soggetto/oggetto, materia/forma, anima corpo). Purezza della filosofia, “ideale gnostico” della filosofia (RORTY su Wittgenstein). ERLEBEN e ERKENNEN: esperienza immediata – conoscenza. Demarcazione tra incomunicabile e comunicabile. Il contenuto di una esperienza non può essere comunicato (in quanto privato). La struttura formale dell’ esperienza può esser comunicata. Enuncio la parola “verde”. Esprime realmente ciò che io esperisco quando ammiro un prato verde (che mi trasmette serenità ecc.) ???? No !!!! La parola “verde” designa una relazione formale: gli oggetti che dico verdi sono connessi tra loro. Logico è ciò che è puramente formale. Il Tractatus di WITTGENSTEIN ha esplicitato in termini filosofici FREGE e RUSSELL. Ma ogni conoscenza è rappresentazione, esprime un fatto conosciuto secondo sistemi di segni o linguaggi vari, comunque caratterizzati da una forma logica. Principio di verificazione. Non si danno questioni insolubili se non quelle che ignorano le regole grammaticali e 37 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 sintattiche. Criterio empirico di significanza: il senso di una proposizione consiste nel metodo della sua verifica. La filosofia è (con WITTGENSTEIN) indagine sulle relazioni formali. Alla scienza verificare le proposizioni. Filosofia: il significato delle proposizioni. Scienza: la verità delle proposizioni14 . Ricerca del significato e ricerca della verità. La filosofia non è una scienza ma una attività. 14 M. Schlick, La svolta della filosofia, in: A. Pasquinelli, Il neoempirismo, UTET, Torino 1969. 38 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 OTTO NEURATH Il fisicalismo contro l’ assolutismo logico e l’ assolutismo della certezza Fallibilità e indeterminatezza della scienza L’ enciclopedismo L a scelta delle ipotesi nella costruzione delle teorie è del tutto infondata. Non si può suffragare un’ ipotesi né con la deduzione (logicamente) né con l’ induzione (empiricamente). Nell’ assunzione di un’ ipotesi domina la decisione soggettiva. I precedenti: DUHEM: non c’è un experimentum crucis, non c’è un criterio univoco per scegliere tra due teorie. Non si può controllare una ipotesi o una teoria al di fuori dell’ ambito delle osservazioni o degli enunciati teorici (concezione economica della scienza: decisione, selezione, semplificazione). 39 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 POINCARÈ: vi sono molteplici sistemi formali di descrizione (geometrie euclidee – geometrie non euclidee): nella descrizione dei fatti non c’è un criterio univoco, ma procedure operative preferibili (relativamente). La scienza è comunque incerta, fallibile, incompleta. Olismo di DUHEM e POINCARÈ. Rinvio alla Sociologia della conoscenza di K. MANNHEIM. Un’ asserzione vale in relazione a tutte le altre. PRINCIPIO-NEURATH: se una proposizione pare contraddittoria, o la si modifica per adeguarla al sistema, o si modifica il sistema. Svolta linguistica del positivismo logico in senso storicosociologico ed esigenza di una scienza unificata. SVOLTA FISICALISTICA (1931)15. Critica di NEURATH all’ isomorfismo proposizioni/fatti di Schlick e di altri membri del Circolo di Vienna (WITTGENSTEIN nel Tractatus): criterio empirico di significanza (il significato dei concetti scientifici si riconduce alle esperienze vissute – dati di senso – Erlebnisse). Neurath: non si può porre una relazione proposizioni/realtà oggettiva, linguaggio/mondo, salvo ricadute nella metafisica. Non si può tornare al di qua del linguaggio. Il linguaggio può parlare solo di se stesso. Critica al criterio empirico di significanza. La filosofia non è una scala da gettar via dopo che è servita per salirci (così diceva WITTGENSTEIN). La scienza unificata non può accettare la filosofia come delucidazione metascientifica. A filosofia non può avere una funzione metalinguistica di garanzia fondazionale, né può essere chiarificazione-prolegomeno 16. Contro SCHLICK, il principio fisicalistico connette il linguaggio fisicalistico al linguaggio della vita quotidiana. Non c’è un linguaggio logicista, o coscienziale o di altro tipo, che possa costituire un fondamento ultimo dei linguaggi scientifici. Il linguaggio è intersensorio e intersoggettivo, circolare e modificabile. La ricerca 15 F. Barone, Il neopositivismo logico, Laterza, Bari 1986. P. Parrini, Una filosofia senza dogmi, Il Mulino, Bologna 1980. 16 O. Neurath, Sociologia e neopositivismo, a cura di G. Statera, Ubaldini, Roma 1968. 40 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 scientifica è fallibile, incerta e indeterminata. La linea WITTGENSTEINSCHLICK non è condivisibile. Si può e si deve giungere a un linguaggio comune fisicalistico, epurando i termini metafisici, teologici … Purchè sia chiaro che non si può conseguire una rigorizzazione-assomatizzazione definitiva del linguaggio scientifico. In un linguaggio della scienza unificata vi sono comunque termini tecnici e termini quotidiani e non si può tracciare un discrimine netto tra le due aree semantiche. Non esiste un linguaggio protocollare originario, privo di approssimazionicontraddizioni. Non esiste una scienza rigorosa, autofondata, che demarchi scientifico e non scientifico, scientifico e metafisico. Contro CARNAP, le proposizioni protocollari non hanno ruolo fondazionale; i termini della vita quotidiana di cui sono in parte costituite non consentono loro di esser ridotte al calcolo logico. Schlick rifiutò di ridurre le proposizioni protocollari a ipotesi la cui scelta scaturisce da opportunità pragmatica e decisione metodologica (convenzionalismo, pragmatismo). Neurath sostituisce il fondamento delle proposizioni scientifiche sulle proposizioni protocollari, con l’ accordo tra le proposizioni. Si può accettare il principio di economia (NEURATH) e la concordanza tra le proposizioni, solo se si distinguono gli asserti fattuali, asserti che rappresentano fatti di osservazione immediata, asserti riferibili all’ “esperienza vissuta” con cui controllare le ipotesi. SCHLICK distingue gli enunciati che rappresentano fatti che sussistono nel presente dalle proposizioni protocollari. I primi riguardano ciò che è immediatamente constatato, riguardano l’ occasione che permette di enunciare le proposizioni protocollari. Sono constatazioni, non hanno durata, sono estensivi (“qui,ora, del giallo e dell’ azzurro si toccano”). Neurath ribadisce che la ricerca scientifica è plurivoca e indeterminata. La certezza di una proposizione non è logica na psicologica e sociologica. Non si può far altro che scegliere tra sistemi di proposizioni senza credere che la scelta cada sul sistema assolutamente legittimo logicamente e fondato su proposizioni protocollari. Si tratta di trovare il maggiore accordo possibile tra 41 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 proposizioni scientifiche e proposizioni protocollari senza pretendere logicizzazioni e assiomatizzazioni assolute. La scienza non è una costruzione sistematica, architettonica, gerarchizzata secondo livelli formali e di rigore assiomatico. Vi è una enciclopedia scientifica che varia nella storia e che non esclude proposizioni al momento in decidibili rispetto ai gruppi di enunciati coerenti. Enciclopedismo. Scienza come enciclopedia a mosaico, non piramidale. Critica al falsificazionismo di POPPER. Non ci sono teorie pure, sistemi di proposizioni logicamente rigorosi, precisi, distinguibili da altri, imprecisi e non mondati da enunciazioni della vita quotidiana. Solo teorie rigorose, pure, potrebbero essere falsificate. La falsificazione, come la verificazione, pecca di assolutismo logico – assolutismo della certezza. Le teorie non possono essere né verificate né falsificate, ma solo “scosse” per essere risistemate e riconfigurate. 42 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 GILBERT RYLE Oxford e la filosofia del linguaggio ordinario Mente e comportamento R ifiuto del Tractatus di WITTGENSTEIN e dei Principia di RUSSELL come analisi logica del linguaggio (confluita nel primo Circolo di Vienna) e come scoperta del “linguaggio ideale” per acquisire la presunta struttura profonda del linguaggio, formalizzabile secondo assiomi. Sino ai primi due decenni del Novecento, la logica formale aveva un impiego assai vasto: dall’ epistemologia delle scienze sperimentali ai fondamenti della matematica e della filosofia: PEANO, FREGE, WITTGENSTEIN, RUSSELL ne ridussero la portata alla storia della logica. Ciò non impediva lo sviluppo, nel contesto inglese, di una filosofia del linguaggio ordinario (non formalizzato). Essa si articolò in due direzioni: 1. Cambridge: privilegiato interesse scientifico, metodologia della scienza, terapia wittgensteiniana del linguaggio, dissolvimento dei problemi della filosofia classica. 2. Oxford: legami con la filosofia classica, orientamento costruttivo, attenzioni storiche (AUSTIN, STRAWSON, RYLE). RYLE a Oxford si forma sui classici ma finisce col rifiutare il classicismo, il tradizionalismo, che si oppongono all’ innovazione. 43 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Guarda perciò a Cambridge e studia FREGE, RUSSELL, WITTGENSTEIN (Tractatus), pur facendo l’ intera sua carriera universitaria a Oxford. Primi anni trenta. I filosofi elaborano teorie assurde quando si fanno ingannare dalla sintassi superficiale del linguaggio. “La puntualità è encomiabile” “Mario è puntuale” hanno apparentemente strutture grammaticali analoghe e qualcuno potrebbe credere che i loro soggetti logici abbiano lo stesso tipo di esistenza (puntualità, Mario), per cui vi sarebbero due classi di oggetti: gli universali (la puntualità) e i particolari (Mario). L’ analisi del linguaggio deve evidenziare che, oltre le strutture grammaticali simili, vi sono enunciati logicamente diversi, ai quali corrispondono tipi di fatti altrettanto diversi. Il Tractatus come modello: linguaggio ideale, simmetria formale tra fatti ed enunciati. Fine anni trenta: Esame di espressioni del linguaggio ordinario e distinzioni tra categorie di oggetti non evidenziate immediatamente dalle prime. Tali espressioni superficiali sono sostituite in parte, talvolta, da variabili. “x scrive un libro” è un’ espressione di questo tipo (sentence – frames). Si può sostituire la variabile in modo paradossale. “La mia automobile scrive un libro” L’ errore è categoriale ed ha importanti implicanze filosofiche se le categorie coinvolte sono filosofiche. Metà anni quaranta. Il linguaggio ordinario svolge comunque in modo egregio le sue funzioni logiche. L’ analisi categoriale mette in luce però le relazioni del linguaggio con la realtà e la funzioni del linguaggio nella conoscenza della realtà. Fine anni quaranta. Mappa degli usi dei “concetti mentali”. Le tematiche: stati mentali/comportamento, introspezione psicologica, conoscenza delle “menti altrui”, intendere/saper fare, azioni volontarie/azioni involontarie, grammatica di espressioni di sensazioni come stati d’ animo, umore …, espressioni disposizionali come “aver intenzione di …” …. 44 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 FILOSOFIA DELLA MENTE. Dietro ad un concetto mentale non c’è necessariamente un oggetto o un processo che tale concetto designi. Un’ azione volontaria non deve essere necessariamente preceduta da un atto mentale di volizione, atto che abbia un inizio, una durata, una conclusione, e che promuova un processo comportamentale. Che un’ azione sia volontaria o no dipende dall’ azione stessa. La volontarietà ne è una proprietà. L’ errore dei filosofi è di credere che un concetto entale designi comunque entità o processi sussistenti nella coscienza (privata), cui il soggetto ha accesso diretto. I concetti mentali si sono visti attribuire caratteristiche grammaticali che appartengono invece ai concetti che denotano oggetti e processi spazio-temporali, collocati nel mondo esterno, e quindi pubblicamente descrivibili. I filosofi hanno distinto due generi di entità ontologicamente distinte: mentali e fisiche, le prime private, le altre suscettibili di pubblica osservazione. Tale dualismo ontologico ha prodotto il “mito cartesiano”: il corpo fisico, la macchina; il fantasma (ghost) la forza ideativi-volitiva che determina il comportamento intelligente del corpo-macchina17 . Il mito cartesiano genera equivoci linguistici. Un concetto mentale non corrisponde necessariamente a un oggetto e non designa necessariamente un processo. Un termine che possa fungere logicamente da soggetto non designa comunque una entità. In ogni caso, comunicare a qualcuno una sensazione di dolore in una parte del corpo non è come descrivere una serie di atti fisici. Ogni genere di descrizioni ha proprie regole linguistiche. Nell’ esame del comportamento Ryle distingue tra ragioni e cause. Contro il meccanicismo rifiuta una spiegazione causale del comportamento in ogni caso. Rifiuta le cause del comportamento come eventi mentali che produrrebbero effetti nel corpo-macchina. Ryle pensa, piuttosto, alle ragioni come motivi, moventi, che non sono eventi mentali soltanto e neppure soltanto eventi fisici (biologici, verbali, gestuali …). 17 G.Ryle, Lo spirito come comportamento, a cura di F. Rossi-Landi, Einaudi, Torino 1955; Id., Dilemmi, a cura di E. Ristretta, Ubaldini, Roma 1968. 45 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Per quanto riguarda la conoscenza delle menti altrui, un soggetto avverte direttamente un evento interno (uno stato d’ animo, una sensazione …) ma può inferire un analogo evento in altro soggetto soltanto tramite il comportamento esterno di questi (mimico, verbale …). Tale asimmetria è destinata a ricomparire nelle regole verbali. Questo non vuol dire che le sensazioni altrui siano riducibili alla dimensione del comportamento ed è importante al riguardo, distinguere tra privato e pubblico. Soggetto, persona, Io: ontologicamente che cosa sono? L’ università di Oxford è la risultante dei suoi collages, non c’è una istituzione che li unifichi tutti. Il linguaggio rimanda ad una molteplicità di elementi privati e pubblici, menali e comportamentali, che, nel loro complesso, riferiamo al “soggetto”. 46 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 LUDWIG WITTGENSTEIN Le proposizioni elementari del Tractatus. I giochi linguistici. Il Tractatus logico-philosophicus N ucleo centrale : la teoria logica proveniente da RUSSELL – FREGE. Sviluppi: 1. Teoria generale del linguaggio (raffigurante “stati di cose” possibili): proposizioni elementari – nomi propri logicamente semplici = oggetti semplici. Combinazione proposizioni elementari tramite connettivi preposizionali (congiunzione, implicazione …). Il valore di verità delle proposizioni elementari dipende dalla realtà degli stati di cose che esse rappresentano. Il valore di verità delle proposizioni complesse dipende da quello delle proposizioni elementari che le costituiscono. Tavole di verità: p e q = proposizioni elementari. La proposizione complessa p . q è vera solo se sono vere entrambe le proposizioni elementari che la compongono. Se una o entrambe le proposizioni elementari sono false, la proposizione complessa è falsa. 47 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 2. Analisi di espressioni diverse dalle proposizioni sensate (elementari o complesse). a) Espressioni logiche sempre vere (tautologie) o sempre false (contraddizioni). b) Espressioni né vere né false (esprimono non stati di cose ma atteggiamenti verso le cose: le espressioni insensate dell’ etica e dell’ estetica. Ne risulta una teoria del linguaggio che distingue tra ciò che può e ciò che non può essere detto. Ciò che può essere detto si esprime in proposizioni vere o false. Le espressioni insensate non riguardano la sfera dei fatti (di cui si occupa la scienza) e hanno una propria autonomia logica. Fortuna del Tractatus presso SCHLICK, CARNAP, WAISMANN, NEURATH …. Wittgenstein antesignano del neopositivismo ??? Anni Trenta: dissenso netto di Wittgenstein nei confronti del Circolo di Vienna. 48 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 LUDWIG WITTGENSTEIN Le Ricerche filosofiche N uova teoria del linguaggio. Nuova giustificazione del senso del linguaggio come strumento di comunicazione. Nel Tractatus la funzione comunicativa del linguaggio è fondata sul rapporto di denotazione nome/oggetto (le proposizioni elementari descrivono configurazioni di oggetti, denotati da nomi propri). I nomi propri erano gli atomi delle proposizioni elementari, atomi non ulteriormente scomponibili-analizzabili. La nuova teoria del linguaggio: non vi sono elementi semplici e ultimi del linguaggio. E’ inutile cercare strutture formali che sottostiano alle consuete forme di espressione. L’ analisi logica del linguaggio dev’ essere profondamente ripensata. Il linguaggio ha 49 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 funzioni diverse in contesti diversi. Vi è una connessione strutturale fra gli elementi del linguaggio, legata ai loro diversi e vari contesti d’ uso18. Giochi linguistici (nelle Ricerche filosofiche). Espressioni linguistiche variamente elaborate e connesse ad usi pratici in vari contesti con finalità diverse. Il linguaggio si adegua a finalità diverse in situazioni diverse, e non può esser ridotto a regole logiche univoche come nel Tractatus. Pensiamo alle regole del Tractatus: ma quando parliamo il linguaggio comune, quotidiano, ci atteniamo rigorosamente a quelle regole? Questo non vuol dire che non vi sia una unità fondamentale dei “giochi linguistici”: “forma di vita”, un complesso sistematico di regole che definiscono quel che, nel contesto della comunicazione umana, è dotato di senso. Conoscere non è descrivere oggetti e rapporti tra oggetti in se sussistenti, ma costruire, col linguaggio, gli oggetti e i loro rapporti, stabilendo se ciò che è possibile è anche effettivo. Gli oggetti di cui si parla qui non sono solo quelli collocati nello spazio e nel tempo, ma anche le immagini mentali, le sensazioni …. Si tratta degli “oggetti privati”, che sarebbero accessibili solo alla coscienza del singolo soggetto e che consentirebbero la conoscenza degli oggetti esterni, attraverso le percezioni soggettive. Ma il linguaggio non denota; non ci sono oggetti che il soggetto possa conoscere con la percezione direttamente, per poi comunicarli, nominandoli, descrivendoli. Se così fosse, esisterebbe un linguaggio privato col quale ognuno identificherebbe a modo suo gli oggetti e non sarebbero possibili condivisione e comunicazione. Non esiste un linguaggio privato. Il fatto che ciascuno abbia accesso diretto alle proprie sensazioni non basta a sostenere l’ idea che i concetti psicologici (sensazione, emozione) sono legati agli oggetti privati solo da un rapporto denotativo. Non esiste una definizione estensiva privata con cui ciascuno identifica i propri stati di coscienza e assegna loro un nome. Non si può credere che al senso interno sia riferibile un uso linguistico applicabile anche ad oggetti esterni ed 18 G. Frongia, Wittgenstein. Regole e sistema, Angeli, Milano 1983. 50 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 abbia regole sottoponibili a pubblico controllo. Gli oggetti interni, in fin dei conti, come gli oggetti esterni, sono costruiti con un insieme formale di regole di natura differente, che risiedono comunque nell’ unico linguaggio che c’è e che è quello pubblico. Solo un linguaggio pubblico può consentire la comunicazione in quanto portatore di significati univoci. Logica e matematica. Nel Tractatus la struttura formale logica sottostà alle forme di espressione linguistica, i suoi principi sono tautologici e rendono manifeste delle proprietà formali del simbolismo. Non esiste una teoria logica che giustifichi i principi del simbolismo (FREGE, RUSSELL). Principi logici come quello di contraddizione non “fondano” e non hanno validità oggettiva al di là dei giochi linguistici. Non si possono produrre formalmente assiomi logici come vuole RUSSELL. Non si può dare fondazione logica alla matematica (logicismo, FREGE, RUSSELL). Polemico con realismo e/o neoplatonismo nelle concezioni degli enti matematici (FREGE, RUSSELL), con CANTOR (numeri reali), con DEDEKIND (calcolo delle sezioni), con l’ interpretazione formalistica (HILBERT) deduttivo-analitica. La matematica è “parte dell’ apparato del linguaggio”. Le matematiche generano forme e le impongono alla realtà come paradigmi che, pur essendo a priori, sono in accordo con la realtà. Le proposizioni matematiche sono sintetiche a priori (KANT). Analisi e filosofia. Nel Tractatus: funzione chiarificatrice della filosofia. La filosofia costruisce teorie costituite da pseudoproposizioni insensate, né vere né false che evidenziano aspetti fondamentali del simbolismo (il concetto di oggetto, il valore delle proposizioni dell’ etica ….). Non spetta alla filosofia decidere della bontà di un’ azione. La filosofia non costituisce teorie/sistemi integrati/coerenti di proposizioni. La filosofia chiarifica (funzione terapeutica nei confronti delle malattie del linguaggio: analisi per superare equivoci e dissipare problemi inesistenti). 51 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 HANS REICHENBACH LA FILOSOFIA SCIENTIFICA Le asserzioni sul mondo fisico non sono mai assolutamente certe 1 920: fisica e filosofia di fronte alla teoria della relatività ristretta, della relatività generale e della meccanica quantistica. La teoria della conoscenza nata dalla teoria della relatività è posta di fronte alla teoria kantiana della conoscenza: la ridefinizione dell’ a priori kantiano19. I due significati dell’ a priori kantiano: 1. A priori come necessariamente vero: dopo Einstein, le proposizioni scientifiche non sono più necessariamente vere, non costituiscono più leggi fondamentali apodittiche. 2. A priori come condizione costitutiva della soggettività. E’ da confermare l’ a priori come condizione trascendentale della conoscenza. Il nuovo significato di epistemologia dopo KANT: non ricerca atemporale dei principi apodittici della ragion pura ma dei principi della scienza in una determinata età storica. La sintesi a priori non è valida in ogni tempo, ma è relativa ad un’ età storica. 1930: studio di BERTRAND RUSSELL e LUDWIG WITTEGENSTEIN e adesione alla loro prospettiva logico-linguistica. La conoscenza scientifica non si fonda su asserti a priori bensì sulla scoperta a posteriori (esperienza). Neopositivismo20. 1928: Reichenbach è membro della Berliner Geselschaft fuer empiriche Philosophie (K. L, W. KOEHLER, G. HEMPEL...) vicina ma non coincidente con il CIRCOLO DI VIENNA. La Berliner Geselschaft è più attenta del Circolo di Berlino all’ analisi filosofica dello spazio, del 19 Hans Reichenbach, Relatività e conoscenza a priori, tr. it. S. Ciolli Parrini e P. Parrini, Laterza, Bari 1984. 20 Hans. Reichenbach, La filosofia dello spazio e del tempo, tr. it. A. Cargo, Feltrinelli, Milano 1977. 52 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 tempo, dei fondamenti della meccanica quantistica, della probabilità … La filosofia scientifica come chiarimento dei contenuti della scienza. Come si organizza teoricamente la scienza e come si sostiene su prove? La filosofia scientifica si occupa della giustificazione, non del contesto della scoperta, di come nasca una teoria. La filosofia scientifica deve chiarire la struttura e gli elementi di una teoria, non perché è nata21. La filosofia scientifica indaga sugli esiti scientifici dell’ età storica cui appartiene. Probabilità e induzione. Gli enunciati scientifici sono probabilistici. La scienza prevede, ma con asserzioni di probabilità. La probabilità di un evento futuro richiama il principio di induzione. L’ unica giustificazione di una teoria scientifica è l’ inferenza induttiva. Lo scienziato è come un giocatore che fonda le proprie previsioni su passato e presente. Su questo e non su altro può valutare un’ asserzione su un evento futuro, asserzione in sé né vera né falsa, ma probabile. 21 Hans. Reichenbach, La nascita della filosofia scientifica, tr. it. D. Parisi e A. Pasquinelli, Il Mulino, Bologna 1961. 53 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 CARL GUSTAV HEMPEL LA SPIEGAZIONE SCIENTIFICA La liberalizzazione del criterio di significanza neopositivistico22. La finzione metodologica. I termini scientifici sono di due tipi: • Termini teorici • Termini osservativi (percezione, sensazione, introspezione). Il processo scientifico si realizza con: • Dati descritti con termini osservabili • Connessioni con enunciati composti da termini teorici • Spiegazioni (previsioni di dati osservativi). La costituzione delle sistematizzazioni, necessarie alla esplicazione/previsione. I dati raccolti induttivamente sono infiniti, e una scelta per rilevanza è possibile solo se c’è un’ ipotesi scientifica provvisoria che indirizzi la ricerca. E che cosa significa “rilevante” ? Non è accettabile la costituzione induttiva delle teorie scientifiche. Non esistono processi logico-meccanici che consentano la costituzione induttiva delle teorie scientifiche. Al contrario: le teorie spiegano e predicono i dati. 1945: la conferma empirica delle teorie. Movendo dai Principia mathemathica di BERTRAND RUSSELL e ARNOLD WHITEHEAD, Hempel postula la condizione di equivalenza. Essa deve essere soddisfatta da tutti i criteri di conferma23. Tutto ciò che conferma (o non conferma): «(x) (Px → Qx)» conferma (o non conferma) l’ equivalente : «(x) (¬ Qx → ¬ Px)» Ad esempio : 22 C. G. Hempel, Semantica e filosofia del linguaggio, tr. it. A. Meotti, Il Saggiatore, Milano, 1969; Id., La formazione dei concetti e delle teorie della scienza empirica, tr. it. A. Pasquinelli, Feltrinelli, Milano 1958. 23 N. Goodman, Fatti, ipotesi, previsioni, Laterza, Bari 1983. 54 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 «Tutti i corvi sono neri» è una generalizzazione che può esser confermata anche da un oggetto che non è corvo e non è nero, ad esempio una macchina rossa. “Tutti i corvi sono neri” è asserzione non relativa solo all’ insieme dei corvi, ma a tutti gli elementi dello spazio-tempo. Se io dico “Non troverò mai qualcosa che sia non nero e non corvo”, ciò implica che qualsiasi cosa che non sia corvo e che non sia nero, è una conferma. La finzione metodologica. Non è un paradosso che l’ osservazione di una macchina rossa confermi che tutti i corvi sono neri. Se io avessi informazioni supplementari intorno all’ oggetto osservato macchina, potrei fare delle obiezioni, ma di fronte a me c’è un oggetto rosso, che non è un corvo. Perciò, il vederlo mi conferma che “Tutti i corvi sono neri”. 1950: la spiegazione storiografica secondo il modello nomologico- deduttivo della spiegazione scientifica. Il ruolo delle leggi generali (covering laws = leggi di copertura) nelle scienze della natura e nelle scienze storiche. Primo insieme: leggi generali, ipotesi universali, leggi di copertura: L1, L2, ………, Lr Secondo insieme: le condizioni iniziali che determinano l’ evento: C1,C2,………,Ck In ogni luogo e tempo in cui accadono eventi secondo quanto previsto dal secondo insieme, accadrà l’ evento e da spiegare. Le condizioni determinano l’ evento e da spiegare, ed ogni altro evento24. Leggi di copertura EXPLANANS L1, L2,……, Lr e condizioni C1, C2, ……, Ck Evento da spiegare EXPLANANDUM e La validità scientifica della spiegazione di e esige: 1. buona e ragionevole conferma di tutti gli enunciati dell’ EXPLANANS 24 W. Dray, Leggi e spiegazione in storia, Il Saggiatore, Milano 1974. 55 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 2. logica deduzione dell’ EXPLANANDUM dall’ EXPLANANS. Occorre ribadire l’ importanza delle leggi di copertura, senza le quali non si potrebbero correlare C1, C2, ……, Ck con l’ evento e. Hempel rifiuta l’ empatia nella spiegazione storica, la tendenza (DILTHEY) dello storico a rivivere, ripensare, immedesimarsi nel fatto da spiegare. L’ empatia può esser valida solo euristicamente: può sospingere a formulare un’ ipotesi generale. 1960: distinzione tra spiegazione nomologico-deduttiva deterministica e spiegazione probabilistica: EXPLANANS P(r,s) è prossimo a 1 Sj =====(rende praticamente certo) EXPLANANDUM RJ La legge statistica afferma che la probalità statistica che un evento di tipo e, sia anche di tipo g, e r P (g,e)=r Un asserto sarà legge statistica quando sarà formulato o in termini di probabilità statistica o tramite termini equivalenti definiti con probabilità statistiche. Se una legge del genere entra in una spiegazione, si avrà una spiegazione statistica25: statistico-deduttiva (S-D) statistico-induttiva (S-F) P (R,S) probabilità di R dato S Rj – Sj gli eventi particolari E e S EXPLANANS P(R,S) è prossimo a 1 Sj ======(rende praticamente certo) EXPLANANDUM Rj 25 D. Antiseri, Introduzione a C. G. Hempel. Come lavora uno storico, Armando, Roma 1977. 56 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 KARL RAIMUND POPPER Il falsificazionismo26 Dalla verificazione alla falsificazione E mpirico o scientifico è soltanto un sistema controllabile dall’ esperienza. Falsificabilità: un sistema è scientifico solo se può esser confutato dall’ esperienza. Il criterio di falsificabilità delle teorie è soltanto un criterio negativo. «Domani qui pioverà o non pioverà» non è una proposizione empirica. « Qui domani pioverà » è una proposizione empirica. Il criterio di demarcazione fra teorie scientifiche e teorie non scientifiche. Il criterio di falsificabilità non è principio di significanza ma principio di demarcazione tra scienza e non scienza, tra verificabilità e falsificabilità. Le asserzioni singolari possonofalsificare le asserzioni universali ma non possono esserne l’ origine induttiva. Si considerino infinite asserzioni singolari: esse non possono, per quanto favorevoli, convalidare una teoria. Una sola asserzione singolare può, però, falsificare una teoria. La verità di asserzioni singolari falsifica quelle universali, ma non le convalida. L’ epistemologia di Popper27: prescrizioni metodologiche: bisogna cercare di falsificare ogni teoria …. Le teorie che si impongono in un’ epoca devono essere falsificate e sostituite con teorie più verosimili, più efficaci nell’ esplicazione e previsione, più informative e controllabili. 26 K. R. Popper, Logica della scoperta scientifica, tr. it. M. Trinchero, Einaudi, Torino 1970. 27 K. R. Popper, Congetture e confutazioni, tr. it. G. Pancaldi, Il Mulino, Bologna 1972. 57 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Non esiste un criterio di verità, ma una definizione di verità (A. TARSKI). Non esiste progresso scientifico verso la Verità, ma teorie più verosimili delle precedenti. La teoria T2 è più verosimile di T1 in quanto il contenuto di verità (ma non di falsità) di T2 è maggiore di quello di T1. T2 è più verosimile di T1 perché T2 ha un maggior contenuto di verità pur restando stabile il suo contenuto di falsità, oppure perché, pur restando stabile il suo contenuto di verità, diminuisce il contenuto di falsità. La verità della scienza è un ideale regolativi: una teoria è preferibile ad un’ altra se possiede più informazioni ed è quindi meno probabile. Se Ct (a) = contenuto di informazioni dell’ asserzione a Se Ct (b) = contenuto dell’ asserzione b Se Ct (ab) è il contenuto informativo della congiunzione a e b, si ha: Ct (a) ⋜ Ct (ab) ≥ Ct (b) In contrasto con P (a) ≥ p (ab) ≤ p (b) In sostanza: aumentando il contenuto informativo di una teoria, ne diminuisce la probabilità. Ogni teoria, comunque, è per principio smentibile. Per quanti cigni bianchi abbiamo osservato, non possiamo dire che tutti i cigni siano bianchi. Potremo osservare, infatti, i cigni neri d’ Australia. L’ induzione non ha cittadinanza nella scienza, l’ esperimento è comunque la base (smentibile) delle teorie: base e non fondamento, con cui l’ immaginazione teorica deve confrontarsi. Non esiste l’ esperienza pura. Problemi, teorie, critiche: ecco i tre pilastri del metodo scientifico. La falsificazione è conclusiva logicamente e non metodologicamente. Essa conclude logicamente, se si accettano tanto le ipotesi ausiliarie quanto quelle falsificanti. Poiché tali ipotesi non sono certe, la falsificazione metodologica non è conclusiva. 58 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 L’ obiettività si attribuisce ad un uomo saggio e probo (in buona fede); l’ oggettività si attribuisce ad un asserto, ed è di pubblico controllo. Gli asserti metafisici non sono privi di senso. Campo del controllabile e campo del vero non coincidono. L’ atomismo di LEUCIPPO e DEMOCRITO è nato come teoria filosofica ed è divenuto scienza. Il metodo scientifico fondato su congetture e confutazioni è unico. L’ universo è indeterministico. Contro il soggettivismo probabilistico, Popper sostiene l’ oggettivismo, in particolare quello frequenziale di R. VON MISES, di cui non condivide però l’ assioma della convergenza (la sequenza degli eventi causali dovrebbe convergere verso un ben definito valore). Popper rifiuta che i singoli eventi probabilistici siano sempre in correlazione con una reale sequenza di eventi. L’ asserto probabilistico dev’ essere svincolato dalle proprietà di una sequenza reale. Un singolo evento può essere pensato come appartenente ad una sequenza virtuale. L’ interpretazione propensionale o disposizionale riconduce l’ asserto probabilistico alle condizioni sperimentali nelle quali si verifica quel dato evento. L’ asserto assume una forma matematica simile a quella dello stesso asserto visto secondo l’ interpretazione frequenziale. Popper è però convinto di reali forze fisiche indeterministiche – propensioni, disposizioni – per cui il lancio di un dado avrebbe una propensione a presentare quella e non un’ altra faccia. L’ interesse per il calcolo delle probabilità nasce in Popper dall’ analisi della meccanica quantistica, che conclude in senso oggettivistico. La questione della duplicità onda/corpuscolo è risolta con le forze indeterministiche (propensioni) reali ma sconosciute, che consentono di intendere il mondo non con particelle-onde ma solo con particelle. Il corpuscolo quantistico non è ce una particella che, interagendo con qualcosa, ha propensione a comportarsi in un modo (soltanto) formalizzato dalla teoria ondulatoria28. 28 K. R. Popper, Poscritto alla logica della scoperta scientifica, tr. it. a cura di A. Artosi e R. Festa, Il Saggiatore, Milano 1984. 59 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 KARL RAIMUND POPPER La metodologia delle scienze sociali29 C ritica allo storicismo e all’ olismo in nome dell’ unità del metodo scientifico nelle scienze naturali e in quelle sociali. 1. Le “profezie” dello storicismo, che pretende di cogliere l’ evoluzione dialettica della storia e di anticiparne lo sviluppo, non hanno nulla in comune con le previsioni della scienza. Non si possono confondere leggi e tendenze. Una tendenza è solo una asserzione storiografica singolare che si può spiegare con leggi. Non c’è senso nella storia se non quello che noi le conferiamo30. 2. L’ olismo pretende di cogliere la totalità di un fatto, una società, un processo, così da poterla modificare politicamente/praticamente. Ma le teorie scientifiche sono solo prospettive che selezionano parti della realtà, e possono sempre essere falsificate, oltre ad essere infinite numericamente. Chi voglia agire olisticamente sulla società è un utopista. Il metodo delle scienze naturali come quello delle scienze sociali procede per ipotesi da sottoporre al vaglio dell’ esperienza. Il metodo dello storicismo e dell’ oliamo conduce al totalitarismo. Società chiuse e società aperte. PLATONE come nemico della società aperta della democrazia ateniese. HEGEL, con l’ identità di reale e razionale giustifica lo Stato prussiano. MARX falso profeta. La scienza procede per prove ed errori. E’ preferibile un riformismo a piccoli passi. Mondo 3: mondo della cultura, delle teorie scientifiche. Mondo 2: mondo della mente umana. Mondo 1: mondo degli oggetti. Il mondo 3 è autonomo dagli altri due31. 29 K. R. Popper, Miseria dello storicismo, tr. it. C. Monteleone, Feltrinelli, Milano 1975; Id., Congetture e confutazioni, tr. it. G. Pancaldi, Il Mulino, Bologna 1972. 30 D. Antiseri, K. R. Popper. Epistemologia e società aperta, Armando, Roma 1972. 31 K. R. Popper, L’ io e il suo cervello, a cura di B. Continenza, Armando Roma 1982. 60 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 THOMAS S. KUHN Storia della scienza e mutamento scientifico I paradigmi e le comunità scientifiche32 L a struttura delle rivoluzioni scientifiche. Paradigma, scienza normale, scienza normale, scienza straordinaria, rompicapo, anomalia, sviluppo ateleologico, incommensurabilità. Paradigma e comunità scientifica: la comunità dei fisici, dei chimici …… La comunità dei meccanici quantistici, di coloro che si occupano di elettrodinamica quantistica ……. Paradigma come insieme di credenze che la comunità (quella ristretta comunità) accetta e condivide. Credenze: • Generalizzazioni simboliche: strumenti e formalizzazioni del sapere scientifico. • Paradigmi metafisici: la “metafisica influente”. • Valori: etici o scientifici, purchè condivisi da quella comunità scientifica. • Esemplari: esemplificazioni per gli studenti. Il paradigma come esemplare condiviso da una comunitàgruppo. L’ educazione scientifica si avvale in modo determinante dell’ assimilazione. Il paradigma è il modo di vedere il mondo, di quella comunità-gruppo. Un paradigma, un modo di vedere il 32 D. Antiseri, Il ruolo della metafisica nella scoperta scientifica e nella storia della scienza, in G. Boniolo (a cura di), Conoscenza scientifica e conoscenza non scientifica, Piovan, Abano Terme 1987. 61 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 mondo della natura, ha ben poco a che vedere con ogni altro paradigma. Il paradigma, come esemplare, rimanda al “gioco linguistico” e all’ “aria di famiglia” di WITTGENSTEIN. Uno studente – nota Kuhn – capisce la parte teorica del manuale ma poi non riesce a risolvere gli esercizi alla fine del capitolo. Il fatto è che lo studente non coglie la connessione/somiglianza tra problema particolare e teoria generale. Conquistare la connessione/ somiglianza significa, per lo studente, capire il modo di applicare il paradigma, cioè comprendere lo stesso paradigma. La questione della somiglianza nasce dalla riflessione sul dato, che scaturisce dalle semplici stimolazioni sensoriali, ma che è già portatore di teoria. I dati portano con sé un bagaglio teorico già condiviso della comunità/gruppo. Il padre porta il bambino allo zoo e gli dice: “Guarda, quello è un cigno”. Per il bambino tutti gli uccelli sono cigni. Non riesce ancoa a caratterizzare la classe dei cigni. Eppure gli è stato insegnato a distinguere gli uccelli. Se vede un altro uccello, dice: “Guarda, un altro cigno!”. Il padre gli suggerisce: “No! Quella è un’ oca”. E il bambino impara a dare la risposta giusta a quel dato stimolo. Insomma il bambino deve imparare la classificazione dal padre. Questo esige il ricorso ad esemplari, ad esercizi con cui applicare il paradigma, il simbolo. Qui non si tratta di seguire regole di corrispondenza, ma di agire per somiglianza/differenza. Con l’ esercizio il bambino impara a cogliere somigliane, ad adeguarsi a ciò che, per la comunità, è somiglianza. L’ apprendimento non insegna al bambino la classificazione degli stimoli, ma la classificazione delle risposte, comunque teoriche, ed è comunque fondato sulla scelta, da parte della comunità, di quel paradigma. Lo studente è come il bambino, quando “entra” nella comunità scientifica: apprende, grazie alla somiglianza, tramite gli esercizi, degli schemi, impara il paradigma33. Scienza normale e scienza straordinaria: 1. La scienza normale è quell’ attività che gli scienziati svolgono consuetamente e che si fonda sui risultati 33 T. Kuhn – J. D. Sneed – W. Stegmueller, Paradigmi e rivoluzioni nella scienza, a cura di M. Baldini, Armando, Roma 1983. 62 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 acquisiti. Essa non si pone l’ obiettivo di far scoperte teoriche o sperimentali. Dato il complesso teorico accettato e consolidato, la scienza normale lo applica e affronta rompicapi che possono trovare risposte all’ interno del paradigma. 2. La scienza straordinaria interviene quando il paradigma, a causa di anomalie, entra in crisi. Le anomalie mettono in discussione i punti fermi del paradigma e ne esigono uno nuovo. Ecco, il passaggio ad un nuovo quadro teorico è una rivoluzione scientifica. La scienza normale risolve rompicapi entro valori – credenze – norme del paradigma accettato. La scienza straordinaria agisce quando il paradigma dominante si incrina ed emergono anomalie. Se si afferma un nuovo paradigma, e uno scienziato non lo accetta, costui viene immediatamente estromesso dalla comunità che ha adottato il nuovo paradigma. La comunità non vede, ora, in modo diverso, ciò che prima vedeva; ora vede, e basta. Col nuovo paradigma la comunità assume un modo nuovo di vedere, che non ha nulla a che fare col precedente. Dice Kuhn che il cambiamento è come una conversione religiosa. E non c’è che un linguaggio comune che permetta di trasporre il linguaggio del paradigma precedente in quello susseguente. Ogni paradigma ha il suo linguaggio. I paradigmi sono incommensurabili, come il lato e la diagonale del quadrato. Possono essere posti a confronto, ma non sulla base diuna comune unità di misura. Il progresso scientifico è ateleologico. Progredisce la scienza normale, che risponde ad un solo paradigma, ma se due paradigmi sonoincommensurabili, come stabilire che il susseguente costituisce un avanzamento rispetto al precedente? Certo, lo scienziato che aderisce al nuovo paradigma lo sosterrà come un evidente progresso. La scienza non è un cammino verso la Verità. E’ soltanto un processo di successione tra paradigmi. 63 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 T. S. Kuhn, comunque, è stato anzitutto storico della scienza34. GASTON BACHELARD La fenomenologia scientifica La discontinuità epistemologica contemporanea R iflessione critica-epistemologica sulla ricerca fisica e chimica tra Ottocento e Novecento35 (che non può essere comunque chiarificata dalla teoria filosofica della conoscenza). Dalle scienze, dalla fisica e dalla chimica, la riflessione sui procedimenti conoscitivi concreti delle scienze, non certo da una astratta teoria della conoscenza, elaborata dalla filosofia. 1928-1953: epistemologia che supera le contrapposizioni tradizionali: convenzionalismo/positivismo, idealismo/realismo, razionalismo/empirismo. Il “nuovo spirito scientifico”. Realismo tecnico-razionalistico applicato. Realismo alternativo al sostanzialismo come all’ induttivismo, che rifiuta l’ immediato in nome della “ragione sperimentata” 36. La conoscenza procede dal razionale al reale e non (ARISTOTELE, BACONE) dal reale al generale. La scienza non descrive, ma realizza, produce e costruisce. La scienza non descrive e non economizza (no al convenzionalismo!). Contro la semplicità delle descrizioni scientifiche (DUHEM) Bachelard pone il momento produttivo dei procedimenti teoricosperimentali da cui scaturiscono i fenomeni: fenomenotecnica, fenomenologia scientifica, produzione sperimentale che “si istituisce mediante ciò che costruisce”. 34 Cfr. ad esempio: La teoria del buco nero e la discontinuità quantica, tr. it. Di S. Scotti, a cura di F. Bellone, Il Mulino, Bologna 1971. 35 Cfr. P. Redondi, Epistemologia e storia della scienza. Le svolte teoriche da Duhem a Bachelard, Feltrinelli, Milano 1978. 36 G. Bachelard, Il nuovo spirito scientifico, a cura di L. Geymonat e P. Ridondi, Laterza, Bari 1978. 64 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Contro l’ osservazione dell’ empirismo, Bachelard pone l’ orientamento teorico dell’ osservazione. L’ osservazione non accumula esperienze originarie ma ricostruisce, conferma o smentisce uno schema che la precede. Nell’ esperimento il fenomeno è plasmato dagli strumenti (teorie materializzate). Contro DUHEM, Bachelard rifiuta il senso comune. DUHEM: l’ olismo impone la scelta tra ipotesi scientifiche secondo il buon senso. Bachelard: le teorie si affermano nonostante l’ evidenza e l’ esperienza immediata. Le scienze sono “campi di pensiero che rompono chiaramente con la conoscenza comune”: discontinuità epistemologica. L’ evoluzione dello spirito scientifico: l’ età contemporanea è caratterizzata dallo iato tra conoscenza comune e conoscenza scientifica. Ad esempio: nella chimica di LAVOISIER si pesa il cloruro di sodio come nella vita quotidiana si pesa il sale da cucina; nella chimica contemporanea, lo spettroscopio di massa per determinare il peso degli isotopi esprime una tecnica indiretta che esige “un lungo circuito nella scienza teorica”. La frattura tra esperienza comune e tecnica scientifica, comporta metodo e procedimenti nuovi. Produrre tecnicamente i fenomeni che permettono di conoscere con procedimenti indiretti, il peso degli isotopi, esige procedimenti conoscitivi diversi dal senso comune come dalle tecniche chimiche tradizionali. I dati diventano prodotti37. La lampada elettrica è l’ esempio più eclatante della frattura con la conoscenza comune. La lampada di EDISON si basa sul principio teorico-tecnico che il filo incandescente non bruci, contro il principio tradizionale che la luce nasce dalla combustione di una materia. Antinaturalismo, antiempirismo, antisostanzialismo caratterizzano l’ età delle tecniche non naturali. 37 G. Bachelard, Il razionalismo applicato, tr. It. M. Giannuzzi Bruno e L. Temerari, Dedalo, Bari 1975. 65 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Contro il neopositivismo, Bachelard nega la separazione teoria/osservazione, costrutto/esperienza, linguaggio 38 osservativi/linguaggio teorico . Centralità e priorità dell’ attività di ricerca scientifica, senza imporle canoni di razionalità desunti dalla filosofia tradizionale. Sono gli scienziati a dire ai filosofi quali sono i metodi di ricerca. Le categorie concettuali-interpretative della razionalità scientifica, elaborate dalla filosofia tradizionale, sono inadeguate. La microfisica, ad esempio, tratta oggetti cui non è applicabile il concetto di sostanza. Il corpuscolo della fisica non è l’ atomo di LEUCIPPO e DEMOCRITO, non è impenetrabile, non ha dimensioni definite, non ha una forma. Il cosismo non ha cittadinanza nella fisica contemporanea. 38 G. Bachelard, L’ attività razionalista della fisica contemporanea, tr. it. C. Maggioni, a cura di F. Bonicalzi, Jaca Book, Milano 1987. 66 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 67 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 68 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Lessico essenziale TERMINI – PROBLEMI – SISTEMI ASSIOMA. Proposizione da non doversi dimostrare, assunto come un principio di una teoria deduttiva. Nella logica tradizionale un assioma è evidente, vero di per sé e più generale di un postulato, che pure è proposizione primitiva di una teoria ed è valido senza bisogno di essere dimostrata. Anche tradizionalmente i postulati sono validi solo in quanto evidenti. Nella logica moderna sono “assiomi specifici” e costituiscono l’ avvìo delle dimostrazioni. Un assioma è, comunque, una proposizione primitiva, logica o specifica per una certa teoria. ASSIOMATICA. Da un gruppo di assiomi assunti esplicitamente vengono dedotte varie proposizioni matematiche (teoremi). Sino all’ ottocento valevano gli Elementi di EUCLIDE, poi i contenuti della teoria passarono in secondo piano ed emerse il primato della coerenza logica del sistema. Un sistema assiomatico non è costituito da assiomi in sé veri o falsi, ma è costituito da un complesso di assiomi che stabiliscono relazioni tra alcuni concetti primitivi, di cui non è imporante tanto la natura quanto ciò che gli assiomi pongono: un sistema, ipotetico-deduttivo, struttura la rete delle relazioni tra concetti non definiti e può essere variamente interpretato secondo modelli. ASSIOMATIZZABILITÀ. Una teoria costituita da proposizioni la cui verità è relativa ad un dato ambito di realtà, è assiomatizzabile quando le proposizioni che la costituiscono sono deducibili da un 69 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 insieme di assiomi decidibili (la teoria non presenta problemi non risolvibili con algoritmo). CIBERNETICA. N. WIENER, La cibernetica controllo e comunicazione nell’ animale e nella macchina (1948). Kybernetiké Téchne = tecnica di pilotaggio. Scienza il cui oggett è costituito dalle analogie tra macchine e organismi viventi riguardo alle tecniche di controllo, comunicazione e regolazione in vista delle loro applicazioni tecnologiche. Teoria dell’ informazione, algoritmi, automi. Tecniche di controllo sui sistemi complessi dinamici. CONGETTURA (ipotesi). Le premesse delle dimostrazioni sono azzardate (coniectura, eikasìa, la conoscenza sensibile-apparente delle cose. PLATONE). Premessa non necessaria (ARISTOTELE). Hyphoteses non fingo (NEWTON): perché congetturare sulle proprietà ultime che starebbero a fondamento della gravitazione universale? Congetture come ipotesi inaccettabili. Ipotesi come principi, se accettabili (NEWTON). L’ attrazione tra idee è un’ ipotesi filosofica secondo HUME (nel senso del principio di NEWTON). PEIRCE e POPPER concepiscono le spiegazioni come creative (salti logici). CONTESTO DELLA SCOPERTA. Secondo Popper (come, del resto, i neopositivisti) occorre distinguere tra: 1. Conferma di una idea scientifica tramite misurazioniosservazioni, suo sostegno con teorie, sua accettazione, o meno, da parte della comunità scientifica (contesto della giustificazione). 2. Contesto della scoperta come complesso di condizioni da cui è nata: contesto politico, percorso psicologico dello scienziato, suoi interessi, storia della sua personale attività e ricerca. Il confine tra i due piani si è affievolito a partire dall’ epistemologia degli anni settanta, e aspetti del secondo sono confluiti nel primo. CONTINGENTISMO. E. BOUTROUX: nella natura non vi è un ordine causale deterministico, bensì la contingenza, l’ inessenziale, il non necessario. L’ epistemologia del Novecento sostituisce alla contingenza, il caso o la probabilità. 70 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 COSTRUTTIVISMO. Centralità del soggetto conoscente nel costruire la realtà conosciuta (KANT). Alla fine del Novecento è da segnalare il costruttivismo epistemologico tedesco (KUNO LORENZ) che si interroga sulla costituzione degli oggetti della conoscenza, negandone una integrale costituzione ontologica, a se stante, e cercandone, quindi, la regolarità, almeno parzialmente, nel soggetto. Ripresa del COSTRUTTIVISMO MATEMATICO (BROUWER: gli enti matematici sono costruiti e non intuiti platonicamente). Gli enunciati generali (come il principio di causalità) sono il frutto di regole espresse linguisticamente da una comunità. EMPIRIOCRITICISMO. L’ esperienza pura precede tanto il soggetto quanto l’ oggetto. AVENARIUS – MACH, a cavallo di Otto e Novecento. Tolto di mezzo ogni concetto metafisico a priori, resta il dato puro, la sensazione. Il principio di economicità che contraddistingue la scienza vuole che essa individui il sistema di proposizioni più semplice per racchiudere il numero più elevato possibile di fatti. EPISTEMICO. Gnoseologico (teoria della conoscenza). EPISTEMOLOGIA. Indagine sullo statuto delle teorie scientifiche. Discorso sulla scienza (lògos = discorso, epistéme = scienza) condotto su tre piani: 1. Piano sintattico-logico. Le relazioni formali tra enunciati scientifici. 2. Piano semantico. I significati dei termini scientifici. 3. Piano pragmatico. La funzione assertoria o confutatoria degli enunciati scientifici. EPISTEMOLOGICO. Attinente l’ indagine sullo statuto delle teorie scientifiche. ESPERIMENTO. Evento ripetibile attuato al fine di controllare una ipotesi o una teoria scientifica. SPERIMENTALISMO come concezione che intende l’ esperimento unico e oggettivo fondamento della scienza; il fatto sperimentale è contrapposto alla soggettività delle teorizzazioni. Convenzionalismo come confutazione dell’ oggettività dell’ esperimento, che è comunque carico di ipotesi e teorie. L’ esperimento non ha valore oggettivo e non impone/conferma una realtà esterna allo sperimentatore. 71 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 FALLIBILISMO. PEIRCE: la realtà naturale è indeterminata e non c’è teoria scientifica che non sia congetturale, anche quella più affermata e condivisa. POPPER anche gli “enunciati di base (“protocolli” fondati su osservazioni) sono falsificabili. FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO. La filosofia del Novecento ha assistito ad una vera e propria “svolta linguistica”, ma la filosofia del linguaggio è nata con la filosofia stessa. ARISTOTELE, i sofisti (PRODICO), gli stoici, SANT’ AGOSTINO, gli scolastici medioevali, hanno variamente affrontato il linguaggio dalle angolazioni grammaticale, logica, retorica, ontologica … I moderni, da LEIBNIZ a LOCKE, dai portorealisti (ARNAUD) agli illuministi (CONDILLAC) si occuparono del linguaggio in connessione con la logica e la gnoseologica. Nell’ Ottocento JOHN STUART MILL e BRENTANO hanno considerato il linguaggio attraverso questioni logiche e psicologiche. Chi ha sviluppato per primo una organica e autonoma filosofia analitica e una filosofia del linguaggio, è stato FREGE che, come HUSSERL e RUSSELL, si è interrogato sui fondamenti della matematica, mentre nella prima metà dell’ ottocento, WHEWELL, GALOIS e altri elaboravano linguaggi simbolici e formalizzati, liberano le inferenze logiche da interferenze semantiche. PEIRCE si poneva i problemi del linguaggio nell’ ottica della logica; CARNAP da quella della fisica. Mentre la matematica incontra il vaglio e il sostegno della logica, nel Novecento il Circolo di Vienna (SCHLICK, WAISMANN, CARNAP) connette significato e verificazione delle proposizioni. Ma non v’è contesto problematico con cui i filosofi evitino di adottare l’ analisi del linguaggio, dall’ etica alla metafisica alla teologia razionale. La FILOSOFIA ANALITICA si occupa del linguaggio comune e filosofico. L’ ERMENEUTICA, da GADAMER ad HEIDEGGER a RICOEUR, si propone come teoria dell’ interpretazione e si avvale di categorie estranee a quelle della FILOSOFIA LOGICO-ANALITICA DEL LINGUAGGIO. APEL impone il linguaggio come condizione (trascendentale) di possibilità della filosofia stessa e non più come suo semplice oggetto. FONDAMENTI DELLA MATEMATICA. Numero, insieme, infinito … costituiscono fondamentali concetti matematici. Che realtà hanno gli enti matematici? Due sono le possibili risposte: 1. REALISMO72 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 PLATONISMO. Gli enti matematici esistono oggettivamente. 2. CONCETTUALISMO-COSTRUTTIVISMO. Gli enti matematici sono frutto di astrazione mentale da oggetti reali. Nella prima metà del Novecento crebbe una riflessione sui fondamenti della matematica, di fronte ai progressi nel frattempo intervenuti nella disciplina, e movendo dall’ esigenza di eliminare possibili contraddizioni che la indebolissero. FREGE e RUSSELL tentano di ridurre la matematica alla logica. HILBERT sostiene il FINITISMO: determinate procedure matematiche non si riferiscono a totalità infinite, ma solo a oggetti concreti e finiti (matematica reale). Le argomentazioni finitiste sono perciò, controllabili-confutabili. Le tecniche infinitiste (matematica ideale, ad es. l’ analisi) sono riconducibili a quelle finitiste e perciò valide anche se si occupano di entità non reali. Il FINITISMO viene meno con l’incompletezza di GÖDEL. L’ aritmetica viene tradotta in un sistema formale (formalizzazione dell’ aritmetica). PEANO elabora una teoria formale il cui linguaggio si articola secondo: 1. quattro segni primitivi cui ricondurre gli altri concetti aritmetici: costante individuale 0 per lo zero; costanti funzionali S per il successivo; + per la somma; . per il prodotto; 2. sette assiomi, di cui i primi sei caratterizzano il significato dei segni aritmetici, mentre il settimo è l’ assioma dell’ induzione matematica. GÖDEL dimostra due teoremi: 1. Teorie adeguatamente potenti comel’ aritmetica sono incomplete perché contengono formule vere ma non dimostrabili; 2. Nessuna teoria può autogiustificarsi e autofondarsi. Occorre una teoria di maggior potenza che la giustifichi. BROUWER: INTUIZIONISMO (enti m. come costrutti dellamente). Poiché la matematica vien costruita (immediatamente) dalla mente, dal soggetto, non ha bisogno di un fondamento. Le tecniche dimostrative non debbono basarsi su enti astratti/ideali. L’ infinito non può essere considerato come attualmente dato. Secondo il FORMALISMO matematico non importa tanto l’ esistenza degli enti matematici, quanto linguaggio, struttura sintattica assiomatica, regole logiche (formali). Il LOGICISMO: i principi della matematica vanno ricercati nella logica (FREGE, RUSSELL, WHITEHEAD). Dal LOGICISMO la teoria degli insiemi. PLATONISMO M.: gli oggetti m. sono eterni, astratti e indipendenti dal 73 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 soggetto cheli pensa. CANTOR, GÖDEL. Una versione del P. M. è, con gli sviluppi dell’ algebra, lo STRUTTURALISMO M. (strutture e non enti). INTELLIGENZA ARTIFICIALE. L’ informatica che costituisce sistemi di elaborazione diretti a simulare il comportamento intelligente umano. Uno dei settori: Problem solving (metodi per risolvere problemi in condizioni di dubbio). La questione centrale: la rappresentazione della conoscenza, la codifica delle informazioni guida dell’ attività umana al fine di consentire alle macchine di impiegarle per affrontare problemi reali. Formalizzare il ragionamento logico (logica matematica) o il ragionamento di senso comune??? Logiche probabiliste e logiche non monotone oppure tecniche fondate su reti neurali artificiali per una maggior aderenza al funzionamento del cervello umano? I vantaggi che potrebbero derivare dagli studi dell’ intelligenza artificiale: macchine utili all’ uomo, comprensione del funzionamento della ente umana. LINGUAGGIO OSSERVATIVO E LINGUAGGIO TEORICO. NEOPOSITIVISMO: i termini teorici esprimono combinazioni complesse di termini osservativi, che descrivono e corrispondono a stati di fatti. E’ da proposizioni descrittive, protocollari (del tipo “qui, ora, rosso”) che si possono trarre i termini teorici. Ma si può distinguere empiricamente un bicchiere fragile da uno infrangibile se non facendoli cadere? Termini come solubile o magnetico non riferiscono una proprietà sensibile dei corpi, ma soltanto una disposizione dei corpi a un certo comportamento date certe condizioni. Distinguere tra linguaggio osservativi e linguaggio teorico è solo un’ operazione convenzionale. Non c’è proposizione che non sia impregnata di teorie, non c’è una scienza costruita su proposizioni puramente osservative (POPPER). LOGICA. Logica formale, simbolica, matematica (avente un linguaggio simbolico rigoroso, preciso, inequivoco, come quello matematico). BOOLE, FREGE, RUSSELL, WHITEHEAD, HILBERT. ARISTOTELE : la logica formale tradizionale e la corrispondenza logico-ontologica: principio di identità (A=A) e principio del terzo escluso (A o non A). Logica dei termini: ARISTOTELE. Logica delle 74 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 proposizioni: gli stoici (i connettivi: “e”, “non”, “o”, “se, allora”, “se e solo se”, i quantificatori: “per ogni”, “esiste un”, logica dei predicati). Nella logica contemporanea, logica dei termini e logica delle proposizioni sono unite: logica delle proposizioni e dei predicati. PRINCIPIO DI BIVALENZA: una proposizione è vera o falsa. Logica come calcolo: assiomatizzazione sia preposizionale che predicativa; correttezza e completezza. Vi sono logiche formali non classiche, non bivalenti: logiche polivalenti (vero, falso, indeterminato – infiniti valori). Logiche modali, dalle quattro modalità classiche (possibile, impossibile, necessario, contingente). Logiche deontiche,temporali, epistemiche. Le logiche formali non classiche possono o non possono rifiutare principi della logica classica. La logica formale classica, prendendo a modello la matematica, è deduttiva, ma vi sono anche logiche induttive (conclusioni universali da premesse particolari). Logica classica: Tertium non datur, calcolo proposizionale e calcolo dei predicati. Data una proposizione A, o è vera A o è vera la sua negazione ¬ A. A V¬ A (A o non A). Le ipotesi che conducono a contraddizioni sono negate; la doppia negazione (la negazione della negazione) implica affermazione. La logica classica è sorretta da una ontologia realistica (la realtà originariarispetto alla mente-coscienza). Il principio di bivalenza è principio metateorico e fonda la validità teorica del principio del terzo escluso. La giustificazione semantica del terzo escluso è fondata su una ontologia classica. La logica predicativa e la logica delle proposizioni sono la base della logica formale classica. La logica predicativa segue naturalmente quella preposizionale. La proposizione complessa (molecolare) pu essere scomposta in proposizioni semplici (atomiche) ma queste non sono ulteriormente scomponibili e sono quindi dati primitivi e originari. Simbolizzo “Socrate è mortale” con A. La logica predicativa analizza però la struttura delle proposizioni. Il linguaggio formale di cui si serve il calcolo predicativo classico è costituito da: 1. a, b, c … costanti individuali. A = Socrate. 2. x, y, z … variabili individuali, individui generici. 3. connettivi (logica delle proposizioni. 4. predicati, P, Q, R … costanti predicative. 75 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 5. i due quantificatori classici. ∀: “per ogni”, “tutti”. ∃: “esiste un”, “alcuni … sono”. Il calcolo predicativo non è decidibile (al contrario di quello preposizionale). Un problema è decidibile se risolvibile mediante un algoritmo, con una sequenza di operazioni che porta alla risposta con un numero finito di passi deterministici. La logica preposizionale formalizza proposizioni e si occupa delle tautologie, che sono dimostrabili nel calcolo. Il calcolo proposizionale esige un linguaggio formale, assiomi e regole di inferenza per l’ applicazione dei connettivi. 1. A, B, C, lettere proposizionali che stanno per proposizioni ordinarie (“La neve è bianca”). 2. Connettivi proposizionali: ¬ “non”… 3. Assiomi-tautologie: A Λ B → B (“se è vero A e B, allora è vero A”). 4. Regole. Modus ponens: da A e A → B si deriva B. Il calcolo preposizionale è decidibile. Negazione ¬ Congiunzione Λ Disgiunzione V Condizionale → Bicondizionale ↔ Quantificatore universale ∀ Quantificatore esistenziale ∃ ¬ A, nega la proposizione A; si legge: “non A”. A Λ B, congiunge la proposizione A con la proposizione B; si legge: “A e B”. A V B, disgiunge la proposizione A dalla proposizione B; si legge: “A o B”. A → B, la proposizione A implica la proposizione B; si legge: “se A … allora B”. A ↔ B, la proposizione A implica la proposizione B e viceversa; si legge “A se e solo se B”. ∀ x A, la proposizione A è quantificata universalmente; si legge: “per tutti gli x vale A”. ∃ x A, la proposizione A è quantificata esistenzialmente; si legge: “esiste almeno un x tale che A”. 76 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 METATEORIA. Di una teoria si parla con un linguaggio metateorico (metalinguaggio). «Il principio del minimo numero è un teorema dell’ aritmetica» è un enunciato metaaritmetico. La teoria di cui si parla col metalinguaggio è espressa con “linguaggio oggetto”. La metateoria parla della teoria, sul piano sintattico, dal punto di vista linguistico; sul piano semantico si occupa dei significanti/significati della teoria (le parole che la teoria usa per designare i suoi oggetti). L’ esempio riportato è sintattico. METODO SCIENTIFICO. Il CONVENZIONALISMO ha negato che il fine del metodo fisico sia la conoscenza. Secondo i neopositivisti il metodo è costituito da procedure di verifica empirica delle proposizioni. Il metodo, secondo POPPER, enuncia ipotesi e ne verifica la falsificabilità. FEYERABEND: il metodo scientifico è un’ invenzione dei filosofi. OLISMO. Un organismo (biologico o sociale) non è la semplice somma degli organi (òlos = tutto). La “semplificazione solistica” applicata alla biologia, parte dal tutto per giungere alle parti, riconduce i fenomeni fisici e chimici a quelli biologici, deduce dal livello più elevato i gradi meno elevati, comprendere l’ organizzarsi delle arti nel tutto finalisticamente. OPERAZIONISMO. La scienza si compone soltanto di un insieme di operazioni, Cercare concetti scientifici che significhino qualcosa di diverso da operazioni, non ha senso. BRIDGMAN. Non ha senso chiedersi cosa sia la lunghezza se non misurando la lunghezza di una cosa. Stabilite le operazioni per la misura della lunghezza, è stabilita la lunghezza. Misurare la lunghezza implica operazioni fisiche, ma ve ne sono di mentali, che implicano operazioni mentali (ad esempio la continuità matematica). BRIDGMAN si prefiggeva di evitare le smentite sperimentali. PROGRAMMI DI RICERCA. LAKATOS. I programmi di ricerca sono complessi di regole metodiche che assicurano continuità alla scienza. Ogni programma porta con sé ipotesi che producono teorie in grado di spiegare e racchiudere fatti nuovi. Una fascia protettiva di ipotesi secondarie preserva il programma di ricerca. La “metodologia dei programmi di ricerca” intendeva vincere le contraddizioni del 77 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 FALSIFICAZIONISMO di POPPER ed evitare l’ irrazionalismo di KUHN e FEYERABEND. Il progresso del sapere scientifico e i problemi legati alla logica della scoperta scientifica, si spiegano e si risolvono concependo la teoria come “serie di teorie” connesse e continue: tale è il programma di ricerca. Un programma di ricerca scientifico è progressivo se la serie di teorie che costituisce una teoria supera contraddizioni della precedente ed ha, rispetto ad essa, maggior contenuto empirico. Un sistema di ricerca è progressivo, e dunque valido, sino a che cresce teoricamente, cioè sappia predire-anticipare fatti nuovi. PROTOCOLLO. CARNAP: protocolli fenomenici: “qui, ora, rosso”. Protocolli descrittivi di cose: “qui, ora, tavolo”. NEURATH: non si esce dal linguaggio, non ha senso occuparsi della relazione linguaggio/mondo. Le proposizioni si pongono in relazione solo con altre proposizioni. RAZIONALISMO CRITICO. Dal razionalismo consapevole della fallibilità umana (PEIRCE) al razionalismo critico di POPPER. Il cammino della scienza è costellato di errori e la scienza progredisce grazie alla critica delle teorie e alla presa d’ atto degli errori. Al razionalismo e all’ empirismo moderni, POPPER obietta che il principio: «sono da rifiutare le ipotesi prive di sostegno argomentativo o empirico» sia contraddittorio,in quanto non sostenuto da una argomentazione o esperienza e perciò irrazionale. Anche le teorie apparentemente meglio argomentate e informative, debbono e rossore essere confutate (confutazione, corroborazione – dogmatismo, irrazionalismo). SEMANTICA. Scienza del significato veicolato dai segni linguistici dei linguaggi (naturali) e artificiali (logica). La semantica è la parte della linguistica che si occupa del significato, del senso e del contenuto. Il contenuto è il correlato dell’ espressione nel rapporto segnino. Il significato è il complesso dei valori potenziali che l’ unità linguistica assume nei testi a livello di sistema (di langue). Il senso è il contenuto del testo. 78 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 VARIANZA DI SIGNIFICATO. Le teorie non sono confrontabili. In esse i termini comuni hanno significati diversi. Diventa perciò impossibile stabilire quale sia la migliore. 79 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 80 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 BRANI ANTOLOGICI HANS HAHN, OTTO NEURATH, RUDOLF CARNAP La concezione scientifica del mondo del Circolo di Vienna HANS HAHN OTTO NEURATH RUDOLF CARNAP, Wissenschaftliche Weltauffassung. Der Wiener Kreis, “Veröffentlichungen des Vereines Ernst Mach“, Artur Wolf Verlag, Vien 1929, traduzione italiana: La concezione scientifica del mondo. Il Circolo di Vienna, a cura di Alberto Pasquinelli, traduzione e note di Sandra Tugnoli Pattaro, Laterza, Bari 1979. 1. Sfondo storico. Molti affermano che il pensiero metafisico e teologizzante è oggi di nuovo in ascesa, non solo nella vita, ma anche nella scienza. Si tratta di un fenomeno generale, o soltanto d un processo circoscritto a particolari gruppi? L’ affermazione di cui sopra risulta agevolmente suffragata, se si considerano i temi dei corsi universitari e i titoli delle pubblicazioni filosofiche. Tuttavia, ai giorni nostri, anche l’ opposto spirito illuministico e di ricerca positiva antimetafisica si va rafforzando, con sempre maggior consapevolezza della propria natura e del proprio compito. In alcuni circoli, l’ orientamento empiristico, avverso alla speculazione, appare più vitale che mai, rinvigorito proprio dall’ antitesi venutasi a determinare. Nel lavoro d’ indagine in tutti i settori della scienza empirica è vivo questo spirito di una concezione scientifica del mondo. Esso, però, viene approfondito in modo sistematico e sostenuto a fondo unicamente da pochi autorevoli pensatori, i quali solo di rado sono nelle condizioni dipoter riunire intorno a sé un gruppo di collaboratori aventi idee consimili. Si riscontrano tendenze antimetafisiche soprattutto in Gran Bretagna, dove la tradizione dei grandi empiristi è ancora rigogliosa: gli studi logici e l’ analisi della 81 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 realtà compiuti da Russell e Whitehead hanno attinto rilievo internazionale. Negli Stati Uniti queste tendenze assumono le forme più varie; lo stesso James, in n certo senso, sarebbe da ricordare al riguardo. Anche la nuova Russia sta, di fatto, perseguendo una concezione scientifica del mondo, benché, in parte, faccia leva su dottrine materialistiche, tutt’ altro che recenti. Infine, nell’ Europa continentale, specialmente a Berlino (Reichenbach, Petzold, Grelling, Dubislav) e a Vienna, va rilevata la convergenza di feconde iniziative tese a stabilire una concezione scientifica del mondo. Che Vienna costituisse un terreno particolarmente adatto per tale sviluppo è storicamente comprensibile. Ivi, durante la seconda metà del XIX secolo, il liberalismo rappresentò l’ orientamento politico a lungo preminente. Il suo patrimonio d’ idee appare originato dall’ illuminismo, dall’ empirismo, dall’ utilitarismo, nonché dal movimento di libero scambio dell’ Inghilterra. Entro la tradizione liberale viennese emersero studiosi di fama mondiale e vi si coltivò lo spirito antimetafisico; basti citare Thedor Gomperz (traduttore – fra il 1869 e il 1880 – delle opere di Mill), Suess, Jodl, ecc. Grazie a questo spirito illuministico, Vienna è stata all’ avanguardia nel promuovere un’ educazione popolare di indirizzo scientifico. Venne allora fondata e felicementegestita, con l’ apporto di Victor Adler e Friedrich Jodl, l’ Associazione per l’ educazione popolare; mentre Ludo Hartmann, il noto storico, che in tutta la propria opera propugnò un atteggiamento antimetafisico e una concezione materialistica della storia, istituì l’ “università popolare”. Lo stesso spirito ispirò anche il movimento della “libera scuola”, precursore dell’ attuale riforma scolastica. A Vienna, in una simile atmosfera liberale, visse Ernt Mach (nato nel 1838), dapprima come studente, quindi come libero docente (1861-1864). Egli fece poi ritorno nella capitale austriaca solo in età avanzata, qundo vi fu istituita proprio per lui una cattedra di filosofia delle scienze induttive (1895). Suo intento principale era depurare la scienza empirica, soprattutto la fisica, da nozioni metafisiche. Basterà ricordare la sua critica dello spazio assoluto, mediante la quale egli anticipò idee di Einstein, la sua battaglia 82 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 contro la metafisica della cosa in sé e del concetto di sostanza, nonché le sue indagini sulla formazione dei concetti scientifici a partire dai dati sensibili quali fattori elementari. In alcuni punti, lo sviluppo scientifico non gli ha dato ragione: per esempio, nella sua polemica contro l’ atomismo e nella sua aspettativa di un progresso della fisica sulla base della fisiologia della percezione. I punti essenziali della sua dottrina, però, sono stati successivamente utilizzati con profitto. La cattedra da lui tenuta venne in seguito illustrata da Ludwig Boltzmann (1902-1906), deciso fautore di tesi empiristiche. L’ impegno di fisici come Mach e Boltzmann nell’ insegnamento filosofico attesta l’ interesse allora dominante per i problemi gnoseologici e logici della fondazione della fisica. Da questa tematica fondazionale trasse origine anche l’ esigenza di un rinnovamento della logica; tanto più che a Vienna, pur movendo da direzione affatto diversa, Franz Brentano (fra il 1874 e il 1880 professore di filosofia nella facoltà teologica; nonché, più tardi, docente nella facoltà filosofica) aveva aperto la strada. In quanto sacerdote cattolico, Brentano, conoscendo bene la scolastica, ne riprese senz’altro le dottrine logiche, insieme con i contributi leibniziani per una riforma della stessa logica; mentre lasciò da parte Kant e i filosofi idealisti sistematici. L’ apprezzamento, da parte di Brentano e dei suoi allievi, dell’ opera di studiosi quali Bolzano (Wissenschaftslehre, 1837) e altri, volti a fondare rigorosamente la logica, divenne via via sempre più palese. Soprattutto Alois Höfler (1853-1922) ha ribadito tale aspetto della filosofia brentaniana di fronte ad un pubblico in cui risultavano assai numerosi, per l’ influsso di Mach e di Boltzmann, i seguaci della concezione scientifica del mondo. Nell’ ambito della “Società filosofica”, diretta proprio da Höfler, si tennero, infatti, all’ Università di Vienna, molti dibattiti sugli aspetti gnoseologici e logici della fondazione della fisica. Per iniziativa della medesima Società filosofica, venere edite le Vorreden und Einleitungen zu klassischen Werken der Mechanik (1899), nonché lavori specifici di Bolzano (a cura di Höfler e Hahn, 1914-1921). Circa nello stesso periodo (1870-1882), all’ interno del cenacolo viennese di Brentano, operò Alexius von Meinong (successivamente professore a Graz), la cui 83 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Gegenstandstheorie (1907) presenta comunque una certa affinità con la moderna teoria dei concetti e il cui allievo Ernst Mally (Graz) svolse parimenti ricerche nel campo della logistica. Anche gli scritti giovanili di Hans Pichler (1909) ebbero origine in siffatto contesto. Pressoché contemporaneamente a Mach, svolse la propria attività a Vienna il suo coetaneo e amico Josef Popper-Lynkeus. Oltre alle acquisizioni in campo fisico-tecnico, vanno qui menzionate le sue vaste, anche se non sistematiche, riflessioni filosofiche (1899) e il suo piano razionalistico dell’ economia (allgemeine Nährpflicht, 1878). Egli si dedicò consapevolmente alla causa dello spirito illuministico, com’è attestato con chiarezza anche dal suo libro su Voltaire. Condivise il rifiuto della metafisica con diversi altri sociologi viennesi, per esempio con Rudolf Goldscheid. Ocorre rilevare che a Vienna anche negli studi di economia si perseguì, grazie alla scuola dell’ utilità marginale (Carl Menger, 1871), un orientamento metodologico-scientifico affatto rigoroso, che prese piede in Inghilterra, francia, candinavia, ma non in Germania. Nella capitale austriaca venne coltivata e sviluppata con particolare vigore altresì la teoria marxista (Otto Bauer, Rudolf Hilferding, Max Adler, ecc.). In conseguenza di tali svariati influssi, fin dall’ inizio del secolo un notevole numero di studiosi viennesi prese a discutere, di frequente e con zelo, problemi generali strettamente connessi con la scienza empirica. Si trattò soprattutto di problemi gnoseologici e metodologici della fisica: per esempio, il convenzionalismo di Poincarè, la concezione dello scopo e della struttura delle teorie scientifiche di Duhem (il cui traduttore fu Friedrich Adler, originario di Vienna e seguace del Mach, nonché allora libero docente di fisica a Zurigo); come pure di questioni riguardanti i fondamenti della matematica, l’ assiomatica, la logistica e simili. Dal punto di vista della storia della scienza e della storia della filosofia, entro questo contesto ebbero luogo specialmente le convergenze tendenziali o tematiche sotto riferite, con l’ indicazione dei loro esponenti più letti e discussi: 1. Positivismo ed empirismo: Hume, Illuminismo, Comte, Mill, Richard Avenarius, Mach. 84 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 2. Fondamenti, scopi e metodi della scienza empirica (ipotesi in fisica, geometria, ecc.): Helmoltz, Riemann, Mach, Poincarè, Enriques, Duhem, Boltzmann, Einstein. 3. Logistica e sua applicazione alla realtà: Leibniz, Peano, Frege, Schröder, Russell, Whitehead, Wittgenstein. 4. Assiomatica: Pasch, Peano, Vailati, Pieri, Hilbert. 5. Eudemonismo e sociologia positivistica: Epicureo, Hume, Bentham, Mill, Comte, Feuerbach, Mϋller-Lyer, PopperLynkeus, Carl Menger (padre). 1. Il Circolo intorno a Schlick. Nel 1922, allorché Moritz Schlick venne chiamato da Kiel all’ Università di ienna, la sua attività s’ inserì felicemente nell’ atmosfera culturale viennese. Fisico d’ origine, egli contribuì a rilanciare la tradizione instaurata nella capitale austriaca da Mach e da Boltzmann, nonché, in un certo senso, proseguita da Adolf Stöhr, Schlick; a Praga, Mach, Einstein, Ph. Frank). Con l’ andar degli anni, intorno a Schlick si costituì un Circolo, il quale unificò gli sforzi intesi a stabilire una concezione scientifica del mondo; da questa convergenza dei vari apporti derivò un fruttuoso stimolo reciproco. Gli aderenti a tale Circolo sono menzionati nella Bibliografia, in relazione agli scritti da loro pubblicati. Nessuno di essi è un filosofo cosiddetto “puro”; anzi, tutti hanno lavorato in qualche particolare ambito scientifico. C’è di più: essi provengono da diversi rami della scienza e, in origine, da indirizzi filosofici distinti. Nel corso del tempo, però, si è delineato un indirizzo uniforme, ulteriore conseguenza del peculiare orientamento scientifico addotto: “tutto ciò che può formularsi può formularsi chiaramente” (Wittgenstein); le divergenze d’ opinione possono concludersi con un accordo, che va quindi perseguito. Via via, è risultato semprepiù chiaro che intento comune era un atteggiamento non solo ametafisico, bensì anti-metafisico. Benché non rientrino fra le questioni più direttamente discusse all’ interno del Circolo,anche i problemi della vita vi sono affrontati 85 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 con notevole identità di vedute. Ciò si salda alla concezione scientifica del mondo in maniera più organica di quanto, a prima vista, possa apparire sotto il profiloteorico. Osì, per sempio, l’ interesse nei confronti di una nuova organizzazione delle condizioni economiche e sociali, di un assetto unitario dell’ umanità, di una riforma della scuola e dell’ educazione, palesa intimo nesso con la concezione scientifica del mondo. Risulta, inoltre, che siffatto interesse, considerato con approvazione e simpatia dai membri del Circolo, viene ad opera di alcuni di questi promosso attivamente. Il Circolo di Vienna non si limita a svolgere un lavoro collettivo come gruppo chiuso; esso cerca di stabilire contatti anche con ulteriori movimenti contemporanei inclini a una concezione scientifica del mondo e alieni dalla metafisica e dalla teologia. L’ “Associazione Ernst Mach” è oggi il luogo, dal quale il Circolo si rivolge a un più vasto pubblico. Questa Associazione, com’ è asserito nel suo programma, intende “propugnare e diffondere una concezione scientifica del mondo. Essa promuoverà conferenze e pubblicazioni sullo stato attuale della concezione scientifica del mondo, per illustrare il significato della ricerca esatta nelle scienze sociali e nelle scienze naturali: Così dovrebbero venir forgiati gli strumenti intellettuali dell’ empirismo moderno, dei quali abbisogna anche l’ organizzazione della vita pubblica e privata”. Con la scelta del proprio nome, l’ Associazione vuole contraddistinguere il suo stesso orientamento di fondo: scienza indipendente dalla metafisica. Questo, però, non implica un consenso programmatico nei riguardi delle singole dottrine machiane. Mediante il proprio apporto collaborativi all’ interno dell’ Associazione Ernst Mach, il Circolo di Vienna ritiene di rispondere ad un’ esigenza attuale:quella di approntare strumenti di pensiero per la vita di tutti i giorni, nonchèper l’ attività quotidiana sia degli scienziati, sia di coloro che in qualche modo cooperano per un riassetto consapevole dell’ esistenza. L’ impegno, che si rileva negli sforzi tendenti a una trasformazione razionale dell’ ordine sociale ed economico, permea altresì il movimento della concezione scientifica del mondo. E’ sintomatico dell’ attuale situazione viennese il fatto che, allorché nel 86 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 novembre 1928 è stata fondata l’ Associazione Ernst Mach, sia sia prescelto come presidente Schlick, intorno a cui risultava massimamente concentrato il lavoro comune per una concezione scientifica del mondo. Schlick e Ph. Frank curano, insieme, la pubblicazione della collana Schriften zur wissenschaftlichen Weltauffassung, nella quale fo in prevalenza come autori i membri del Circolo di Vienna. II LA CONCEZIONE SCIENTIFICA DEL MONDO La concezione scientifica del mondo caratterizzata non tanto da tesi peculiari, quanto, piuttosto, dall’ orientamento di fondo, dalla prospettiva, dall’ indirizzo di ricerca. Essa si prefigge come scopo l’ unificazione della scienza. Suo intento è di collegare e coordinare le acquisizioni dei singoli ricercatori nei vari ambiti scientifici. Da questo programma, derivano l’ enfasi sul lavoro collettivo, sull’ intersoggettività, nonché la ricerca di un sistema di formule neutrali, di un simbolismo libero dalle scorie delle lingue storiche, non meno che la ricerca di un sistema globale dei concetti. Precisione e chiarezza vengono perseguite, le oscure lontananze e le profondità impenetrabili respinte. Nella scienza non si dà “profondità” alcuna; ovunque è superficie: tutta l’ esperienza costituisce un’ intricata rete, talvolta imperscrutabile e spesso intelligibile solo in parte. Tutto è accessibile all’ uomo e l’ uomo è la misura di tutte le cose. In ciò si riscontra un’ affinità con i sofisti, non con i platonici; con gli epicurei, non con i pitagorici; con tutti i fautori del mondano e del terreno. La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. Il chiarimento delle questioni filosofiche tradizionali conduce, in parte, a smascherarle quali pseudo-problemi; in parte, convertirle in questioni empiriche, soggette, quindi, al giudizio della scienza sperimentale. Proprio tale chiarimento di questioni e asserti costituisce il compito dell’ attività filosofica, che, comunque, non tende a stabilire specifici asserti “filosofici”. Il metodo di questa chiarificazione è quello dell’ analisi logica;a dire del Russell esso “si è 87 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 sviluppato via via nel contesto delle indagini critiche dei matematici, segnando un progresso simile a quello promosso da Galileo nella fisica: la sostituzione di risultati particolari comprovabili, in luogo ditesi generali correnti non comprovabili, motivate in termini di mera fantasia”. Siffatto metodo dell’ analisi logica è ciò che distingue essenzialmente il nuovo empirismo e positivismo da quello anteriore, che era orientato in senso più biologico-psicologico. Se qualcuno afferma “esiste un dio”, “il fondamento assoluto del mondo è l’ inconscio”, “nell’ essere vivente vi è un’ entelechia come principio motore”, noi gli rispondiamo “quanto dici è falso”, bensì a nostra volta gli poniamo un quesito: “che cosa intendi dire con i tuoi asserti?”. Risula chiaro, allora, che esiste un confine preciso fra due tipi di asserzioni. All’ uno appartengono gli asserti formulati nella scienza empirica: il loro senso si può stabilire mediante l’ analisi logica; più esattamente, col ridurli ad asserzioni elementari sui dati sensibili. Gli altri asserti, cui appartengono quelli citati sopra, si rivelano affatto privi di significato, assumendoli come li intende il metafisico. Spesso è possibile reinterpretarli quali asserti empirici; allora, però, essi perdono il proprio contenuto emotivo, che in genere è basilare per lo stesso metafisico. Il metafisico e il teologo credono, a torto, di asserire qualcosa, di rappresentare stati di fatto, mediante le loro proposizioni. Viceversa, l’ analisi mostra che simili proposizioni non dicono nulla, esprimendo solo atteggiamenti emotivi. Espressioni del genere possono, certo, avere un ruolo pregnante nella vita; ma, al riguardo, lo strumento espressivo adeguato è l’ arte, per esempiola lirica o la musica. Si sceglie, invece, la veste linguistica propria di una teoria, ingenerando un pericolo: quello di simulare un contenuto teorico inesistente. Se una metafisico o un teologo vogliono mantenere nel linguaggio la forma usuale, debbono consapevolmente e chiaramente ammettere di non fornire rappresentazioni, bensì espressioni; di non suggerire teorie, informazioni,bensì poesie o miti. Quando un mistico afferma di avere esperienze oltrepassanti tutti i concetti, non è possibile contestare la sua pretesa. Ma egli non è in grado di parlarne, poiché 88 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 parlare significa ricorrere a concetti, ricondurre a stati di fatto delimitabili scientificamente. La concezione scientifica del mondo respinge la metafisica. Ma, come possono spiegarsi le erronee pretese di questa? Si tratta di un interrogativo formulabile sotto diversi profili: psicologico, sociologico, logico. Le indagini psicologiche al riguardo appaiono ancora in uno stadio iniziale; i primi passi verso una comprensione più profonda sno forse reperibili nelle ricerche della psicanalisi freudiana. Analoga è la situazione in ambito sociologico; basti menzionare la teoria della “sovrastruttura ideologica”. Qui il campo è ancora aperto per ulteriori approfondimenti. Più avanzato è lo studio delle matrici logiche degli errori metafisici, specialmente grazie a lavori di Russell e Wittgenstein. Nelle teorie metafisiche, addirittura già nelle formulazioni stesse dei quesiti metafisici, sono presenti due errori logici basilari: un’ aderenza troppo stretta alla struttura dei linguaggi tradizionali e un inadeguato intendimento della funzione logica del pensiero. La lingua comune, per esempio, usa la medesima forma grammaticale, cioè il sostantivo, er designare sia cose (“mela”), sia qualità (“durezza”), sia relazioni (“amicizia”), sia processi (“sonno”); in tal modo, essa induce erroneamente a intendere i concetti funzionali come concetti di cose (ipostatizzazione, sostanzializzazione). E’ possibile addurre esempi molteplici di simili travisamenti linguistici, che sono del pari risultati fatali per la filosofia. Il secondo errore basilare della metafisica consiste nel ritenere che il pensiero possa, da solo, senza far leva su dati empirici, condurre alla conoscenza, o almeno sia in grado di ricavare per via d’ inferenze da elementi fattuali noti nuove cognizioni. L’ indagine logica, però, mostra che il pensiero, l’ inferenza, consistono semplicemente nel passaggio da proposizioni ad altre proposizioni, le quali ultime non asseriscono alcunché che non sia già asserito nelle prime (trasformazione tautologica). Risulta, quindi, impossibile sviluppare una metafisica a partire dal “pensiero puro”. Così, mediante l’ analisi logica, viene superata non solo la metafisica nell’ accezione stretta, classica, del termine, in particolare 89 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 la metafisica scolastica e quella dei sistemi dell’ idealismo tedesco, bensì anche la metafisica latente dell’ apriorismo kantiano e moderno. Nella concezione scientifica del mondo non si danno conoscenze incondizionatamente valide derivanti dalla pura ragione, né “giudizi sintetici a priori”, quali ricorrono alla base sia della gnoseologia di Kant, sia, ancor più, di tutte le ontologie e metafisiche pre- o postkantiane. I giudizi dell’ aritmetica, della geometria, nonché certi principi fondamentali della fisica, addotti da Kant come esempi di conoscenza a priori, costituiscono oggetto di discorso successivo. Comunque, la tesi fondamentale dell’ empirismo moderno consiste proprio nell’ escludere la possibilità di una conoscenza sintetica a priori. La concezione scientifica del mondo riconosce solo le proposizioni empiriche su oggetti di ogni sorta e le proposizioni analitiche della logica e della matematica. Tutti i fautori della concezione scientifica del mondo concordano nel rifiuto sia della metafisica esplicita, sia di quella latente, propria dell’ apriorismo. Ma il Circolo di Vienna sostiene, inoltre, che anche gli asserti del realismo (critico) e dell’ idealismo circa la realtà o irrealtà del mondo esterno e delle altre menti hanno carattere metafisico, essendo soggetti alle stesse obiezioni rivolte contro gli asserti della metafisica antica: essi sono privi di senso, in quanto non verificabili e vacui. Qualcosa è “reale”, nella misura in cui risulta inserito nel quadro generale dell’ esperienza. L’ intuizione, rivendicata in special modo dai metafisici come fonte di cognizioni, non viene generalmente respinta dalla concezione scientifica del mondo; ma, per ciascuna conoscenza intuitiva, si richiede, passo dopo passo, una giustificazione razionale ulteriore. E’ legittimo cercare con ogni mezzo; tuttavia, ciò che viene trovato deve reggere al controllo. Segue, quindi, il rifiuto della dottrina che vede nell’ intuizione un processo conoscitivo superiore, più acuto e profondo, capace di oltrepassare i dati dell’ esperienza, prescindendo dagli stretti vincoli del pensiero concettuale. Abbiamo caratterizzato la concezione scientifica del mondo essenzialmente con due attributi. Primo, essa è empiristica e positivistica: si dà solo conoscenza empirica, basata sui dati immediati. In ciò si 90 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 ravvisa il limite dei contenuti della scienza genuina. Secondo, la concezione scientifica del mondo è contraddistinta dall’ applicazione di un preciso metodo, quello, cioè, dell’ analisi logica. Il lavoro scientifico tende, quindi, a conseguire, come suo scopo, l’ unità della scienza, applicando l’ analisi logica al materiale empirico. Poiché il senso di ogni asserto scientifico deve risultare specificabile mediante riduzione ad asserti sul dato, anche il senso di ogni concetto, quale che sia il settore della scienza cui questo appartiene, deve potersi stabilire mediante riduzione graduale ad altri concetti, giù fino ai concetti di livello più basso, che concernono il dato medesimo. Se una simile analisi venisse attuata per tutti i concetti, essi finirebbero con l’ apparire ordinati in un sistema riduttivo, o “sistema di costituzione”. Le indagini dirette allo scopo, cioè la teoria della costituzione, formano così il quadro, entro cui l’ analisi logica è applicata secondo la concezione scientifica del mondo. Comunque, lo sviluppo di tali indagini mostra ben presto l’ assoluta insufficienza della logica tradizionale, aristotelico-scolastica. E’ con la moderna logica simbolica (logistica) che si riesce per la prima volta a conseguire il necessario rigore delle definizioni e degli asserti, nonché a formalizzare il processo inferenziale intuitivo proprio del pensiero comune, traducendolo in una forma controllata automaticamente mediante il meccanismo dei simboli. Le ricerche della teoria della costituzione mostrano che al livello più basso del sistema costitutivo si situano i concetti inerenti alle esperienze e alle qualità della propria mente; al livello successivo figurano gli oggetti fisici; quindi, sono costituiti sia le altre menti, sia, infine, gli oggetti delle scienze sociali. L’ ordinamento dei concetti delle diverse branche della scienza all’ interno del sistema costitutivo risulta oggi, nelle sue grandi linee, già accessibile, mentre resta ancora molto da fare per una più puntuale elaborazione. Stabilita la possibilità ed esibita la forma del sistema generale dei concetti, diventano parimenti rilevabili il riferimento di tutti gli asserti al dato e, con ciò, la struttura della scienza unificata. Nella descrizione scientifica può rientrare solo la struttura (la forma di ordinamento) degli oggetti, non la loro “essenza”. Sono le 91 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 formule strutturali che uniscono gli uomini nel linguaggio; in esse è rappresentato il contenuto intersoggettivo delle cognizioni umane. Le qualità esperite soggettivamente – il rosso, il piacere – sono, in quanto tali, mere esperienze vissute, non conoscenze; nell’ ottica fisica entra unicamente ciò che, per principio, può venir compreso anche da un cieco. III PROBLEMI 1. I fondamenti dell’ aritmetica. Nei lavori e nei dibattiti del Circolo di Vienna risulta trattata una molteplicità di questioni derivanti da vari ambiti scientifici. Lo scopo è di stabilire un’ unità sistematica, chiarendo, con ciò, i problemi aperti. La tematica dei fondamenti dell’ aritmetica presenta un peculiare significato storico per lo sviluppo della concezione scientifica del mondo, in quanto ha contribuito a promuovere lo sviluppo di una nuova logica. Dopo che la matematica, nel XVIII e XIX secolo, segnò un progresso straordinariamente ricco, contraddistinto più dall’ interesse per nuovi risultati che dal controllo rigoroso delle proprie basi concettuali, un controllo siffatto si rese inevitabile, affinché la conclamata certezza dell’ intero edificio matematico non andasse perduta. Questa esigenza divenne ancora maggiore, quando affiorarono certe contraddizioni, i cosiddetti “paradossi della teoria degli insiemi”. Ben presto fu necessario riconoscere che non si trattava semplicemente di difficoltà all’ interno di un settore della matematica, bensì di contraddizioni logiche generali, o antinomie, attestanti essenziali insufficienze nei fondamenti della logica tradizionale. La necessità di eliminare simili contraddizioni costituì un impulso determinante per l’ ulteriore sviluppo della logica. Infatti, gli sforzi per una esplicazione del concetto di numero s’ intrecciarono con quelli per una riforma (interna) della logica. Dal tempo di Leibniz e Lambert appare ricorrente l’ idea di 92 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 padroneggiare la realtà mediante un’ elevata precisione dei concetti e dei procedimenti inferenziali, precisione da conseguirsi per mezzo di un simbolismo analogo a quello matematico. Dopo Boole, Venn e altri, hanno atteso a tale compito soprattutto Frege (1884), Schröder (1890) e Peano (1895). Sulla base dei loro apporti, Whitehead e Russell (1910) poterono elaborare un organico sistema di logica in forma simbolica (logistica), sistema, che, non solo evitava le contraddizioni della vecchia logica, ma addirittura di gran lunga superava questa per ampiezza e applicabilità. Da esso sono stati quindi ricavati i concetti dell’ aritmetica e dell’ analisi, assicurando così alla matematica un più sicuro fondamento nella logica. In siffatta ricerca, volta al superamento della crisi dei fondamenti dell’ aritmetica (e della teoria degli insiemi), continuarono, comunque, a permanere talune difficoltà, che, a tutt’ oggi, non hanno ancora trovato un’ adeguata soluzione definitiva. Attualmente, in questo campo si fronteggiano tre correnti di pensiero: accanto al logicismo di Russell e Whitehead, stanno il formalismo di Hilbert, che concepisce l’ aritmetica come un mero calcolo formale retto da regole determinate, nonché l’ intuizionismo di Brouwer, secondo cui le conoscenze aritmetiche si basano su un’ irriducibile intuizione della dualità-unità. Le divergenze fra i tre orientamenti vengono seguite con il massimo interesse nel Circolo di Vienna. L’ esito della controversia appare tuttora imprevedibile; essa in ogni caso, implica, altresì, contestualmente, una prospettiva circa l’ assetto della logica, onde l’ importanza di tale problematica per la concezione scientifica del mondo. Alcuni ritengono che le tre correnti non siano affatto tanto distanti l’ una dall’ altra, quanto sembra; supponendo, inoltre, che, nello sviluppo ulteriore, le rispettive istanze essenziali si avvicineranno reciprocamente, e, quindi, con probabilità, confluiranno in una teoria definitiva, grazie all’ applicazione d’ importanti dottrine del Wittgenstein. La tesi del carattere tautologico della matematica, fondata sulle indagini di Russell e Wittgenstein, è sostenuta anche dal Circolo di Vienna. Va rilevato che questa tesi non si contrappone solo all’ apriorismo e all’ intuizionismo, bensì anche all’ empirismo 93 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 tradizionale (per esempio di Mill), incline a derivare la matematica e la logica in maniera, per così dire, induttivo-sperimentale. In connessione con i problemi dell’ aritmetica e della logica, hanno luogo anche le ricerche sul metodo assiomatico in generale (nozioni di completezza, indipendenza, monomorfismo, coerenza, ecc.), come pure sullo sviluppo di sistemi di assiomi per specifici domini matematici. 2. I fondamenti della fisica. Originariamente, l’ interesse precipuo del Circolo di Vienna era rivolto ai problemi metodologici delle scienze reali. Sotto l’ influsso del pensiero di Mach, Poincarè, Duhem, vennero dibattute le questioni della portata reale dei sistemi scientifici, in particolare dei sistemi ipotetici e assiomatici. Un sistema di assiomi, se si prescinde totalmente dalle sue applicazioni empiriche, può esser considerato anzitutto un sistema di definizioni implicite, intendendo con ciò che i concetti ricorrenti negli assiomi medesimi risultino definiti, per così dire, non con riferimento al loro contenuto, bensì solo nelle loro relazioni reciproche fissate dagli assiomi. Un sistema siffatto acquista significato reale unicamente mediante l’ aggiunta di ulteriori definizioni, ossia le “definizioni di corrispondenza”, che stabiliscono quali oggetti della realtà costituiscano modelli del sistema stesso. Lo sviluppo della scienza empirica, intesa a rappresentare la realtà per mezzo di una rete di concetti e giudizi più uniforme e semplice possibile, può così, come appare storicamente, aver luogo in uno dei due modi che seguono: le variazioni, imposte dalle nuove esperienze, sono attuabili o negli assiomi o nelle definizioni di corrispondenza. Con ciò, si tocca il problema delle convenzioni, trattato in particolare dal Poincarè. Il tema metodologico dell’ applicazione dei sistemi assiomatici alla realtà va affrontato in rapporto a ogni singolo ambito scientifico. Che le indagini relative siano state, però, finora proficue quasi soltanto nei confronti della fisica è comprensibile, se si tiene presente l’ odierno grado di sviluppo storico generale della scienza, risultando 94 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 la fisica stessa in quanto a rigore e sottigliezza nella formazione dei concetti, molto più avanti rispetto alle altre discipline. L’ analisi gnoseologica dei principali concetti della scienza della natura li ha via via sempre più emancipati dalle contaminazioni metafisiche, di cui tradizionalmente soffrivano. Grazie, soprattutto, all’ opera di Helmoltz, Mach, Einstein e altri, sono stati chiariti i concetti di spazio, tempo, sostanza, causalità, probabilità. Le dottrine dello spazio e del tempo assoluti appaiono oggi sostituite dalla teoria della relatività: spazio e tempo non vengono più intesi come dei recipienti assoluti, bensì solo come strutture d’ ordine degli eventi elementari. La sostanza materiale è stata liquidata con la teoria atomica e la teoria del campo; la causalità spogliata del suo carattere antropomorfico di “azione” o “connessione necessaria”, nonché ridotta a nesso condizionale e funzionale. Inoltre, al posto di alcune leggi naturali ritenute ineccepibili, figurano introdotte leggi statistiche; nel caso della teoria dei quanti, sussistono addirittura dubbi crescenti circa l’ applicabilità stessa del concetto di stretta dipendenza causale in rapporto ai fenomeni del mondo delle microdimensioni. La nozione di probabilità viene ricondotta al concetto empirico di frequenza relativa. Applicando il metodo assiomatico ai suddetti problemi, si riescono sistematicamente a distinguere sia le componenti empiriche della scienza da quelle meramente convenzionali, sia i contenuti enunciativi dalle definizioni. Non resta, così, più alcun posto per i giudizi sintetici a priori. La conoscenza del mondo è resa possibile, non tanto dal fatto che la ragione umana imprima al materiale la propria forma, quanto, piuttosto, dal fatto che il materiale appare ordinato in una certa maniera. Sul tipo e grado di questo ordine, però, nulla può conoscersi a priori. Il mondo potrebbe esser ordinato molto più rigidamente di quanto non sia; ma potrebbe anche risultare molto meno ordinato, senza che ne venisse pregiudicata la conoscibilità. Solo il progresso incessante della ricerca empirica può svelarci la misura della regolarità cosmica. Il metodo dell’ induzione, il procedimento inferenziale dall’ ieri al domani, è valido soltanto se esiste una simile regolarità. Tuttavia, tale metodo non si basa su 95 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 alcun presupposto aprioristico al riguardo, potendo venir applicato ovunque risulti fecondo, a prescindere dalla sua sufficiente o insufficiente fondazione; esso non procura mai certezza. Ma la critica gnoseologica esige che si attribuisca significato a un’ inferenza induttiva solo in quanto sia controllabile empiricamente. La concezione scientifica del mondo, comunque, lungi dal condannare l’ esito di un’ indagine perché attinto con mezzi inadeguati, cioè limitatamente chiariti sotto il profilo logico o non del tutto fondati sul piano empirico, perseguirà e richiederà il relativo controllo mediante procedure specifiche, quali la riduzione diretta o indiretta all’ esperienza. 3. I fondamenti della geometria. Negli ultimi decenni, tra le questioni fondazionali della fisica, ha acquisito rilievo particolare il problema dello spazio fisico. Le ricerche di Gauss (1816), Bolyai (1823), Lobačevskij (1835) e altri condussero alla geometria non euclidea, nonché, quindi, al riconoscimento che il sistema geometrico classico di Euclide, fino allora ritenuto esclusivo, è, viceversa, solo uno degli infiniti sistemi parimenti validi sotto il profilo logico. Ci si chiese, conseguentemente, quale di dette geometrie fosse quella dello spazio reale. Già Gauss tentò di risolvere tale quesito, misurando la somma degli angoli interni di un grande triangolo terrestre. Così la geometria fisica divenne una scienza empirica, un ramo della fisica. Siffatta problematica fu in seguito approfondita specialmente ad opera di Riemann (1868), Helmholtz (1868) e Poincarè (1904). Quest’ ultimo rilevò soprattutto il nesso esistente fra la geometria fisica e gli altri rami della scienza fisica, sostenendo che il quesito circa la natura dello spazio reale può venir risolto unicamente nel quadro di un sistema generale di fisica. Più tardi, Einstein giunse alla soluzione, identificando un simile sistema con una determinata geometria non euclidea. Nel processo di cui sopra, la geometria fisica venne distinta sempre più chiaramente dalla geometria matematica pura. Questa potè 96 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 esser formalizzata in misura crescente, grazie al progresso dell’ analisi logica: dapprima, risultò aritmetizzata, cioè intesa come teoria di un definito sistema numerico; poi, venne assiomatizzata, ossia stabilita per mezzo di un sistema di assiomi, rappresentanti gli elementi geometrici (punto, ecc.) come oggetti indeterminati, contraddistinti solamente da relazioni reciproche; infine, fu logicizzata, vale a dire espressa come mera teoria di specifiche strutture relazionali. La geometria divenne così l’ ambito precipuo di applicazione del metodo assiomatico, nonché della teoria generale delle relazioni, promovendo al massimo grado l’ affinamento dell’ uno e dell’ altra, divenuti quindi fattori essenziali per lo sviluppo sia della logica stessa, sia, con ciò, della concezione scientifica del mondo. Lo studio del rapporto fra geometria matematica e geometria fisica fece convergere naturalmente l’ attenzione sul problema dell’ applicabilità dei sistemi assiomatici al reale, problema che, come rilevato, giocò un ruolo cospicuo anche nelle indagini piùgenerali sui fondamenti della fisica. 4. I fondamenti della biologia e della psicologia. La biologia è sempre stata ritenuta dai metafisici preferibilmente un ambito di ricerca peculiare. Ciò trovò espressione nella dottrina di una specifica forza vitale: il vitalismo. I suoi moderni fautori si sforzano di attingerne una formulazione concettualmente chiara, in luogo di quella oscura e confusa del passato. Al posto della forza vitale, compaiono le “dominanti” (Reinke, 1899) o le “entelechie” (Driesch, 1905), che tuttavia, non soddisfacendo il requisito della riducibilità al dato, vengono respinte come nozioni metafisiche dalla concezione scientifica del mondo. Lo stesso vale per il cosiddetto “psico-vitalismo”, che afferma un intervento dell’ anima, un “ruolo direttivo dello spirituale nei confronti del materiale”. Enucleato, però, l’ effettivo contenuto empirico del vitalismo metafisico, non resta altro che la tesi, secondo cui i processi naturali organici sono governati da leggi proprie, irriducibili a leggi fisiche. Un’ analisi più 97 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 precisa mostra, infine, l’ equivalenza di detta tesi con l’ asserzione che certi domini del reale non sottostanno a regolarità uniformi e radicali. E’ comprensibile che la concezione scientifica del mondo presenti nitide conferme dei propri orientamenti basilari in rapporto maggiormente agli ambiti già evolutisi verso la precisione concettuale che ad altri: in rapporto alla fisica, più che alla psicologia. Le forme linguistiche,con le quali ancor oggi parliamo dei fenomeni psichici, hanno avuto origine nel passato sulla base di certe idee metafisiche intorno all’ anima. La formazione dei concetti psicologici è resa complessa soprattutto da questi difetti del linguaggio: sovrastrutture metafisiche e incongruenze logiche. Inoltre, si aggiungono alcune difficoltà fattuali. Ne consegue che la maggior parte delle nozioni finora impiegate nella psicologia risulta definita solo in modo piuttosto approssimato; talune non appaiono nemmeno fornite di senso, potendo ingannevolmente sembrare tali grazie al loro uso linguistico. Così, in questo campo rimane quasi tutto da fare per l’ analisi gnoseologica; qui, essa si rivela, certo, ancor più difficile che nel campo della fisica. Il tentativo della psicologia comportamentistica d’ interpretare lo psichico in termini di comportamenti osservabili si affianca essenzialmente alla concezione scientifica del mondo. 5. I fondamenti delle scienze sociali. Ogni disciplina scientifica avverte prima o poi, come già rilevato in particolare con riferimento alla fisica e alla matematica, l’ esigenza di un controllo gnoseologico dei propri fondamenti, di un’ analisi logica dei propri concetti. Ciò vale anche per le scienze sociali, soprattutto per la storia e l’ economia. Al loro interno, è in corso da circaun secolo la progressiva eliminazione degli assunti metafisici, senza che – invero – risulti ancora attinto il medesimo grado di rigore della fisica; compito, per altro, forse anche meno urgente in tale ambito. A quanto sembra, cioè, nella ricerca storico-economica l’ influsso metafisico non appare specificamente forte nemmeno 98 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 durante il periodo di maggior rigoglio della metafisica e della teologia; questo può dipendere dal fatto che i concetti relativi: per esempio, guerra e pace, importazione ed esportazione, sono maggiormente connessi con la percezione immediata che non concetti quali atomo ed etere. Né riesce troppo difficile lasciar cadere nozioni come “spirito del popolo”, per parlare, invece, di determinati gruppi d’ individui. Quesnay, Adam Smith, Ricardo, Comte, Marx, Menger, Walras, Müller-lyer – tanto per citare studiosi di tendenze diverse – hanno tutti operato in senso empiristico, anti-metafisico. Maeria della storia e dell’ economia sono uomini, cose, e il loro assetto. IV SGUARDO RETROSPETTIVO E PROSPETTICO La moderna concezione scientifica del mondo si è sviluppata sulla base delle indagini relative ai problemi sopra ricordati. Abbiamo visto come la fisica, intendendo conseguire, dapprima addirittura con strumenti scientifici approssimati o non del tutto perspicui, risultanze tangibili, sia stata sempre più indotta all’ analisi metodologica. Hanno così avuto origine i metodi ipotetico e, quindi, assiomatico, nonché l’ esplicazione logica, atti ad accrescere la chiarezza e il rigore concettuale. Come abbiamo parimenti già rilevato, anche nello sviluppo della ricerca sui fondamenti della geometria fisica, della geometria matematica e dell’aritmetica sono emerse analoghe questioni metodologiche. Soprattutto da tale matrice derivano i temi oggi in prevalenza discussi dai fautori della concezione scientifica del mondo. E’ comprensibile che all’ interno del Circolo di Vienna si riscontrino ancora con chiarezza varie origini culturali dei singoli e, conciò, orientamenti difformi,implicanti concezioni diverse; ma è altresì significativo che il perseguimento di esatte formulazioni, il ricorso a un rigoroso linguaggio logicosimbolico, la chiara discriminazione del contenuto teorico degli asserti dalle vuote connotazioni concorrono ad attenuare le differenze. Correlativamente aumenta il patrimonio delle tesi 99 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 comuni, rappresentante il nucleo della concezione scientifica del mondo, intorno al quale si coagulano gli elementi ulteriori, contraddistinti da maggior soggettività. Considerata retrospettivamente, risulta ora chiara l’ essenza della nuova concezione scientifica del mondo, in antitesi alla filosofia tradizionale, Anziché stabilire specifiche “proposizioni filosofiche”, ci si limita a elucidare proposizioni, invero proposizioni della scienza empirica, com’è stato già rilevato circa i diversi ambiti tematici presi in esame. Taluni fautori della concezione scientifica del mondo, per sottolineare ulteriormente la loro contrapposizione nei confronti dei sistemi filosofici, non vogliono assolutamente più applicare al proprio lavoro la parola “filosofia”. Comunque possa venir designato questo, è fuor di dubbio quanto segue: non si dà alcuna filosofia quale scienza basilare o universale, accanto o sopra i vari rami della scienza empirica;non si dà via di sorta per attingere cognizioni concrete oltre l’ esperienza; non si dà – infine – nessun mondo delle idee, che trascenda quello sensibile. Ciò nonostante, le indagini “filosofiche” o “fondazionali”, nel senso della concezione scientifica del mondo, mantengono la loro importanza, dato che il chiarimento logico dei concetti, delle proposizioni e dei metodi scientifici contribuisce alla rimozione dei pregiudizi tradizionali. L’ analisi logica e gnoseologica, lungi dall’ imporre limit al lavoro degli scienziati, ne rileva al massimo grado la gamma di possibilità formali, tra cui scegliere quelle meglio rispondenti alle singole esperienze (per esempio: le geometrie non euclidee, la teoria della relatività). I fautori della concezione scientifica del mondo sono fermamente ancorati al terreno della semplice esperienza umana. Essi s’ impegnano fiduciosamente a rimuovere i residui metafisici e teologici di millenni; o, come alcuni suppongono, a recuperare – dopo un intermezzo metafisico – l’ immagine unitaria del cosmo, già posta in un certo senso alla base delle più antiche credenze magiche, libere dalla teologia. L’ incremento delle tendenze metafisiche e teologizzanti, che oggi si avverte in molti gruppi e sette, in libri e periodici, in conferenze e 100 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 lezioni accademiche, sembra dipendere dai profondi contrasti sociali ed economici del presente: mentre taluni, di orientamento socialmente conservatore, sostengono tradizionali tesi metafisiche e teologiche, spesso da tempo in concreto superate; altri, aperti all’ età nuova, soprattutto nell’ Europa centrale, rifiutano simili atteggiamenti e si collocano sul terreno della scienza empirica. Questo sviluppo è connesso con quello dei moderni processi di produzione, sempre più affinato in senso tecnico-meccanico e sempre meno sensibile alle istanze metafisiche. Esso si connette, altresì, con la delusione di vaste masse per il comportamento di quanti predicano le dottrine metafisiche e teologiche tradizionali. Ne segue che, in parecchi paesi, ora le masse rifiutino tali dottrine molto più consapevolmente che per il passato, mostrandosi inclini, nel loro orientamento socialista, a una concezione empiristica e immanentistica. In precedenza, il materialismo costituiva l’ espressione di una concezione siffatta; ma, via via, l’ empirismo moderno si è liberato di alcune carenze formali, acquisendo notevole portata all’ interno della concezione scientifica del mondo. Questa, così, appare radicata nella vita odierna. Certo, su di essa incombe la minaccia di severe lotte e ostilità; ma vi sono molti, che, con riguardo alla presente situazione sociale, anziché scoraggiarsi attendono fiduciosi lo sviluppo ulteriore. Non tutti i singoli seguaci della concezione scientifica del mondo si riveleranno in effetti dei combattenti: alcuni, compiacendosi dell’ isolamento, condurranno un’ esistenza appartata sulle gelide vette della logica; altri, forse, risulteranno addirittura alieni dal contatto con la massa, deplorando l’ inevitabile “banalizzazione” del lavoro divulgativo. Comunque, anche la loro opera è destinata a inserirsi nel processo storico. Noi vediamo come in crescente misura lo spirito della concezione scientifica del mondo pervada le forme dell’ attività personale e pubblica, dell’ istruzione, della prassi educativa, dell’ architettura, nonché contribuisca a promuovere l’ organizzazione del vivere economico e sociale secondo principi razionali. La concezione scientifica del mondo è al servizio della vita, che la recepisce. 101 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 KARL R. POPPER La critica al Circolo di Vienna e il carattere autocorrettivo della scienza KARL. R. POPPER, The logic of Scientific Discovery, 1934, Logica della scoperta scientifica, traduzione di Mario Trinchero, Einaudi, Torino 1970 Sguardo su alcuni problemi fondamentali Uno scienziato, teorico o sperimentatore, produce asserzioni o sistemi di asserzioni, e li controlla passo per passo. Nel campo delle scienze empiriche, più in particolare, costruisce ipotesi, o sistemi d teorie e li controlla, confrontandoli con l’ esperienza mediante l’ osservazione e l’ esperimento. Suggerisco che il compito della logica della scoperta scientifica, o logica della conoscenza, è quello di fornire un’ analisi logica di questa procedura; cioè di analizzare il metodo delle scienze empiriche. Ma che cosa sono i “metodi delle scienze empiriche”? E che cosa chiamiamo “scienza empirica”? I. Il problema dell’ induzione. Secondo un punto di vista largamente accettato – a cui mi opporrò in questo libro – le scienze empiriche possono essere caratterizzate dal fatto di usare i cosiddetti “metodi induttivi”. Stando a questo punto di vista la logica della scoperta scientifica sarebbe identica alla logica induttiva, cioè all’ analisi logica di questi metodi induttivi. Si è soliti dire che un’ inferenza è “induttiva” quando procede da asserzioni singolari (qualche volta chiamate anche asserzioni “particolari”) quali i resoconto dei risultati di osservazioni o di esperimenti, ad asserzioni universali, quali ipotesi o teorie. 102 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Ora, da un punto di vista logico, è tutt’ altro che ovvio che si sia giustificati nell’ inferire asserzioni universali da asserzioni singolari, per quanto numerose siano queste ultime; infatti qualsiasi conclusione tratta in questo modo può sempre rivelarsi falsa: per quanto siano numerosi i casi di cigni bianchi che possiamo aver osservato , ciò non giustifica la conclusione che tutti i cigni sono bianchi. La questione, se le inferenze induttive siano giustificate, o in quali condizioni lo siano, è nota come il problema dell’ induzione. Il problema dell’ induzione può anche essere formulato come il problema del modo per stabilire la verità di asserzioni universali basate sull’ esperienza, come le ipotesi e i sistemi di teorie delle scienze empiriche. Molti, infatti, credono che la verità di queste asserzioni universali sia “nota per esperienza”; tuttavia è chiaro, in primo luogo, che il resoconto di un’ esperienza – di un’ osservazione o del risultato di un esperimento – può essere soltanto un’ asserzione singolare e non un’ asserzione universale. Di conseguenza, chi dice che conosciamo la verità di un’ asserzione universale per mezzo dell’ esperienza, intende di solito che la verità di quest’ asserzione universale può esser ridotta in qualche modo alla verità di asserzioni singolari e che la verità di queste asserzioni singolari è nota per esperienza; ciò equivale a dire che l’ asserzione universale è basata sull’ inferenza induttiva. Dunque, chiedere se ci siano leggi naturali la cui verità è nota sembra soltanto un altro modo per chiedere se le inferenze induttive siano giustificate logicamente. Tuttavia, se vogliamo trovare un modo per giustificare le inferenze induttive, dobbiamo prima di tutto tentare di stabilire un principio di induzione. Un principio di induzione sarebbe un’ asserzione con l’ aiuto della quale fosse possibile mettere le inferenze induttive in una forma logicamente accettabile. Agli occhi dei sostenitori della logica induttiva il principio d’ induzione riveste un’ estrema importanza per il metodo scientifico: “…questo principio – dice Reichenbach – determina la verità delle teorie scientifiche. Eliminarlo dalla scienza significherebbe nientemeno che privare la scienza del potere di decidere la verità o la falsità delle sue teorie. E’ 103 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 chiaro che senza di esso la scienza non avrebbe più il diritto di distinguere le sue teorie dalle creazioni fantastiche e arbitrarie della mente del poeta”. Ora, questo principio di induzione non può essere una verità puramente logica, come una tautologia o un’ asserzione analitica. In realtà, se esistesse qualcosa come un principio d’ induzione puramente logico non ci sarebbe alcun problema dell’ induzione, perché in questo caso tutte le inferenze induttive dovrebbero essere considerate come trasformazioni puramente logiche o tautologiche, proprio come le inferenze della logica deduttiva. Dunque il principio d’ induzione dev’ essere un’ asserzione sintetica, cioè un’ asserzione la cui negazione non è autocontraddittoria ma logicamente possibile. Sorge così la questione: perché un tale principio debba essere senz’ altro accettato, e come sia possibile giustificare la sua accettazione su basi razionali. Alcuni di coloro che credono nella logica induttiva sono ansiosi di mettere in evidenza, con Reichenbach, che il “principio d’ induzione è accettato senza riserve da tutta quanta la scienza, e che anche nella vita di ogni giorno nessuno può metterlo seriamente in dubbio”. Tuttavia, anche supponendo che ciò fosse vero – perché, dopo tutto, “tutta quanta la scienza” potrebbe sbagliare – io sosterrei ancora che il principio d’ induzione è superfluo, e che non può non condurre a contraddizioni logiche. Già dall’ opera di Hume si sarebbe dovuto vedere chiaramente che in relazione al principio d’ induzione possono facilmente sorgere contraddizioni; e si sarebbe anche dovuto vedere che essere possono venire evitate, ammesso che lo possano, soltanto con difficoltà. Infatti il principio d’ induzione dev’ essere a sua volta un’ asserzione universlae. Dunque, se tentiamo di considerare la sua verità come nota per esperienza, risorgono esattamente gli stessi problemi che hanno dato occasione alla sua introduzione. Per giustificarlo, dovremmo impiegare inferenze induttive; e per giustificare queste ultime dovremmo assumere un principio induttivo di ordine superiore, e così via. In tal modo il tentativo di basare il principio d’ 104 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 induzione sull’ esperienza fallisce, perché conduce necessariamente a un regresso infinito. Kant tentò di frozare la via d’ uscita da questa difficoltà assumendo che il principio d’ induzione (che egli formulò come “principio di causazione universale”) fosse “valido a priori”. Ma io non credo che il suo ingegnoso tentativo di fornire una giustificazione a priori dei giudizi sintetici abbia avuto successo. Per conto mio, ritengo che le varie difficoltà della logica induttiva qui delineate siano insormontabili. Così pure, temo, sono insormontabili quelle inerenti alla dottrina, oggi tanto di moda, che l’ inferenza induttiva, pur non essendo “rigorosamente valida”, possa raggiungere qualche grado di “credibilità” o di “probabilità”. Secondo questa dottrina le inferenze induttive sono “inferenze probabili”. “Abbiamo descritto – dice Reichenbach – il principio d’ induzione come il mezzo grazie al quale la scienza decide della verità. Per essere più esatti dovremmo dire che esso serve a decidere sulla probabilità. Infatti alla scienza non è dato di raggiungere la verità o la falsità … ma le asserzioni scientifiche possono soltanto raggiungere gradi continui di probabilità i cui limiti superiore e inferiore, peraltro irraggiungibili, sono la verità e la falsità”. A questo punto posso anche non tener conto del fatto che coloro i quali credono nella logica induttiva hanno un’ idea della probabilità che invece io respingerò più tardi come altamente inadatta per i loro stessi scopi. Posso farlo perché le difficoltà che ho menzionato non vengono neppure sfiorate dall’ appello alla probabilità. Infatti, se alle asserzioni basate sull’ inferenza induttiva si deve assegnare un certo grado di probabilità, questo dovrà essere giustificato invocando un nuovo principio d’ induzione opportunamente modificato, e questo principio dovrà essere esso stesso giustificato, e così via. Per di più, se a sua volta si considera il principio d’ induzione non come “vero”, ma soltanto come “probabile”, non si guadagna proprio nulla. In breve, come ogni altra forma di logica induttiva, la logica dell’ inferenza probabile, o “logica della probabilità, conduce o a un regresso infinito o alla dottrina dell’ apriorismo. 105 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 La teoria che sarà sviluppata nelle pagine seguenti si oppone radicalmente a tutti i tentativi di operare con le idee della logica induttiva. Potrebbe essere descritta come la teoria del metodo deduttivo dei controlli, o come il punto di vista secondo cui un’ ipotesi può essere soltanto controllata empiricamente, e soltanto dopo che è stata proposta. Prima di essere in grado di elaborare questo punto di vista (che potrebbe essere chiamato “deduttivismo” in contrapposizione a “induttivismo”) devo anzitutto render chiara la distinzione tra la psicologia della conoscenza, che tratta di fatti empirici, e la logica della conoscenza, che prende in considerazione soltanto relazioni logiche. Infatti la credenza nella logica induttiva è dovuta, per la maggior parte, a una confusione tra problemi psicologici e problemi epistemologici. Vale forse la pena d’ osservare, incidentalmente, che questa confusione reca disturbo non soltanto alla logica della conoscenza, ma anche alla psicologia della conoscenza. 2. Eliminazione dello psicologismo. Nelle pagine precedenti ho detto che il lavoro dello scienziato consiste nel produrre teorie e nel metterle alla prova. Lo stadio iniziale, l’ atto del concepire o dell’ inventare una teoria, non mi sembra richiedere un’ analisi logica né esserne suscettibile. La questione: come accada che a un uomo venga in mente un’ idea nuova – un tema musicale, o un conflitto drammatico o una teoria scientifica – può rivestire un grande interesse per la psicologia empirica ma è irrilevante per l’ analisi logica della conoscenza scientifica. Quest’ ultima prende in considerazione non già questioni di fatto (il quid facti? Di Kant), ma soltanto questioni di giustificazione o validità (il quid juris? Di Kant). Le sue questioni sono del tipo seguente. Può un’ asserzione essere giustificata? E, se lo può, in che modo? E’ possibile sottoporla a controlli? E’ logicamente dipendente da certe altre asserzioni? O le contraddice? Perché un’ asserzione possa essere esaminata logicamente in questo modo, dev’ 106 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 esserci già stata presentata; qualcuno deve averla formulata e sottoposta ad esame logico. Di conseguenza farò una netta distinzione tra il processo che consiste nel concepire una nuova idea, e i metodi e i risultati dell’ esaminarla logicamente. Per quanto riguarda il compito della logica della conoscenza – in quanto distinta dalla psicologia della conoscenza – procederò basandomi sul presupposto che esso consista unicamente nell’ investigare i metodi impiegati in qui controlli sistematici ai quali dev’ essere sottoposta ogni nuova idea che si debba prendere seriamente in considerazione. Qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe più rispondente allo scopo il considerare ufficio dell’ epistemologia la produzione di quella che è stata chiamata la “ricostruzione razionale dei passi” che hanno condottolo scienziato a scoprire – a trovare – qualche nuova verità. Ma la questione è: che cosa, precisamente, vogliamo ricostruire? Se ciò che si deve ricostruire sono i processi che entrano in gioco quando si stimola o si dà sfogo a un’ ispirazione, allora rifiuto di considerare questa ricostruzione come il compito della logica della conoscenza. I processi in parola interessano la psicologia empirica, non la logica. Se invece vogliamo ricostruire razionalmente i controlli successivi in seguito ai quali si può scoprire che l’ ispirazione è una scoperta, o diventa noto che è una conoscenza, questa è un’ altra faccenda. Siccome lo scienziato giudica criticamente, altera o respinge la propria ispirazione, possiamo, se proprio lo vogliamo, considerare l’ analisi metodologica qui intrapresa come una specie di “ricostruzione razionale” dei processi di pensiero corrispondenti. Ma questa ricostruzione non riesce a descrivere tali processi come avvengono nel fatto: essa può soltanto fornire un’ impalcatura logica della procedura dei controlli. Forse però coloro che parlano di una “ricostruzione razionale” dei modi in cui otteniamo le nostre conoscenze non intendono dire niente di più. Accade così che le argomentazioni che espongo in questo libro siano del tutto indipendenti da questo problema. Comunque, il mio modo di vedere la cosa – per quello che vale – è che non esista nessun metodo logico per avere nuove idee, e nessuna ricostruzione 107 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 logica di questo processo. Il mio punto di vista si può esprimere dicendo che ogni scoperta contiene un “elemento irrazionale” o “un’ intuizione creativa” nel senso di bergson. In modo analogo, Einstein parla della “ricerca di quelle leggi altamente universali … dalle quali possiamo ottenere un’ immagine del mondo grazie alla pura decisione. Non esiste alcuna via logica, egli dice, che conduca a queste … leggi. Esse possono essere raggiunte soltanto tramite l’ intuizione, basata su una alcunché che possiamo chiamare immedesimazione (Einfüklung) cogli oggetti d’ esperienza”. 3. Controlli deduttivi delle teorie. Secondo il punto di vista che sarà esposto qui, il metodo consistente nel sottoporre le teorie a controlli critici e nello scegliere secondo i risultati dei controlli, procede sempre lungo le linee seguenti. Da una nuova idea, avanzata per tentativi e non ancora giustificata in alcun modo – una anticipazione, un’ ipotesi, un sistema di teorie, o qualunque cosa si preferisca – si traggono conclusioni per mezzo della deduzione logica. In un secondo tempo queste conclusioni vengono confrontate l’ una con l’ altra, e con altre asserzioni rilevanti, in modo da trovare quali relazioni logiche (come equivalenza, derivabilità, compatibilità o incompatibilità) esistano tra di esse. Volendo, possiamo distinguere quattro differenti linee lungo le quali si può eseguire il controllo di una teoria. Per primo viene il confronto logico delle conclusioni tra loro: confronto per mezzo del quale si controlla la coerenza interna del sistema. In secondo luogo viene l’ indagine della forma logica della teoria, il cui scopo è di determinare se la teoria abbia carattere di teoria empirica o di teoria scientifica, o se sia, per esempio, tautologica. In terzo luogo viene il confronto con altre teorie, il cui scopo principale è quello di determinare se la teoria costituisca un progresso scientifico, nel caso che sopravviva ai vari controlli a cui l’ abbiamo sottoposta. E infine c’è il controllo della teoria condotto mediante le applicazioni empiriche delle conclusioni che possono essere derivate da essa. 108 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Scopo di quest’ ultimo tipo di controllo è di scoprire fino a qual punto le nuove conseguenze della teoria – qualunque cosa di nuovo possa esserci in ciò che essa asserisce – vengano incontro alle richieste della pratica, sia a quelle sollevate da esperimenti puramente scientifici, sia a quelle che derivano da applicazioni tecnologiche pratiche. Anche qui la procedura dei controlli rivela il proprio carattere deduttivo. Con l’ aiuto di altre asserzioni già accettate in precedenza si deducono dalla teoria certe asserzioni singolari che possiamo chiamare “predizioni”: in particolar modo, quelle che la teoria corrente contraddice. In seguito andiamo alla ricerca di una decisione riguardante queste (e altre) asserzioni derivate, confrontando queste ultime con i risultati delle applicazioni pratiche e degli esperimenti. Se questa decisione è positiva, cioè se le singole conclusioni si rivelano accettabili o verificate, la teoria ha temporaneamente superato il controllo: non abbiamo trovato alcuna ragione per scartarla. Ma se la decisione è negativa, o, in altre parole, se le conclusioni sono state falsificate, allora la loro falsificazione falsifica anche la teoria da cui le conclusioni sono state dedotte logicamente. E’ opportuno notare che una decisione positiva può sostenere la teoria soltanto temporaneamente, perché può sempre darsi che successive decisioni negative la scalzino. Finchè una teoria affronta con successo controlli dettagliati e severi, e nel corso del progresso scientifico non è scalzata da un’ altra teoria, possiamo dire che ha “provato il suo valore” o che è stata “corroborata” dall’ esperienza passata. Nel procedimento delineato qui non compare nulla che somigli alla logica induttiva. Io non presuppongo mai che si possa concludere dalla verità delle asserzioni singolari alla verità delle teorie. Non presuppongo mai che le teorie possono essere provate “vere” o anche semplicemente “probabili” in forza di conclusioni “verificate”. In questo libro intendo fornire un’ analisi più dettagliata dei metodi dei controlli deduttivi; e tenterò di mostrare che nell’ ambito 109 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 di quest’ analisi si possono trattare tutti i problemi che di solito si chiamano “epistemologici”. In particolare che si possono eliminare quei problemi a cui la logica induttiva dà origine, senza farne sorgere dei nuovi al loro posto. 5. Il problema della demarcazione. Tra le molte obiezioni che verranno probabilmente sollevate contro il punto di vista proposto in questo capitolo, la più seria è forse la seguente. Qualcuno potrebbe dire che, rifiutando il metodo induttivo, privo la scienza empirica di quella che sembra la sua caratteristica più importante; e ciò significa che elimino le barriere che separano la scienza dalla speculazione metafisica. A quest’ obiezione rispondo che la principale ragione per cui rifiuto la logica induttiva è precisamente questa: che essa non fornisce un contrassegno appropriato per distinguere il carattere empirico, non metafisico, di un sistema di teorie; o, in altre parole, che non fornisce un “criterio di demarcazione” appropriato. Chiamo problema della demarcazione il problema di trovare un criterio che ci metta in grado di distinguere tra le scienze empiriche da un lato e la matematica e la logica, e così pure i sistemi “metafisici”, dall’ altro. Questo problema era noto a Hume che tentò di risolverlo. Con Kant divenne il problema centrale della teoria della conoscenza. Se, seguendo Kant, chiamiamo “problema di Hume” il problema dell’ induzione, potremmo chiamare “problema di Kant” il problema della demarcazione. Di questi due problemi – che sono la fonte di quasi tutti gli altri problemi della teoria della conoscenza – il problema della demarcazione è, penso, il più fondamentale. In realtà la ragione principale per cui gli epistemologi con tendenze empiristiche sono propensi a puntare tutto sul “metodo dell’ induzione”, sembra essere la credenza che soltanto questo metodo può fornire un criterio di demarcazione appropriato. Ciò è vero specialmente per quegli empiristi che militano sotto le insegne del “positivismo”. 110 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 I vecchi positivisti erano bel lieti di ammettere come scientifici, o legittimi, soltanto quei concetti (o nozioni, o idee) che, secondo il loro modo di presentare la questione, fossero “derivati dall’ esperienza”; cioè, quei concetti che essi credevano riducibili logicamente a elementi di esperienza sensibile, quali sensazioni (o dati sensibili), impressioni, percezioni, ricordi auditivi o visivi, e così via. I positivisti moderni sono in grado di vedere più chiaramente che la scienza non è un sistema di concetti, ma piuttosto un sistema di asserzioni. Di conseguenza intendono ammettere come scientifiche, o legittime, soltanto quelle asserzioni che siano riducibili ad asserzioni elementari, o “atomiche”, di esperienza – a “giudizi di percezione” o “proposizioni atomiche” o “enunciati protocollari”, o dio sa che cosa. E’ chiaro che il criterio di demarcazione qui implicito è identico alla richiesta di una logica induttiva. Poiché rifiuto la logica induttiva, devo anche rifiutare tutti quei tentativi di risolvere il problema della demarcazione. Il problema della demarcazione diventa importante per la nostra indagine in seguito a questo rifiuto. Il compito cruciale di qualunque epistemologia che non accetti la logica induttiva dev’ essere il trovare un criterio di demarcazione accettabile. Di solito i positivisti interpretano il problema dela demarcazione in maniera naturalistica; lo interpretano come sse si trattasse di un problema di scienza naturale. Invece di considerare come loro compito il proporre una convenzione appropriata, essi credono di aver scoperto, tra scienza empirica da un lato e metafisica dall’ altro, una differenza che esiste, per così dire, nella natura delle cose. Tentano costantemente di provare che per sua stessa natura la metafisica non è altro che una chiacchera insensata, - “sofisticheria e illusione” – come dice Hume, che dovremmo “dare alle fiamme”. Se con le parole “insensato” o “insignificante” non vogliamo esprimere nient’ altro, per definizione, che: “non appartenente alla scienza empirica”, allora la caratterizzazione della metafisica come non-senso insignificante è assolutamente ovvia; infatti la metafisica viene di solito definita come non-empirica. Ma naturalmente i 111 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 positivisti credono di poter dire, intorno alla metafisica, molto di più che non che alcune delle sue asserzioni sono non-empiriche. Le parole “insignificante” o “insensato” suggeriscono, e si vuole che suggeriscano, una valutazione negativa; e non v’è dubbio che ciò che i positivisti vogliono veramente non è tanto una efficace demarcazione quanto piuttosto lo scalzamento e l’ annichilamento definitivi della metafisica. In qualunque modo ciò possa accadere, vediamo che ogni qual volta i positivisti hanno tentato di dire con maggior chiarezza che cosa significhi “significante”, il loro tentativo ha condotto allo stesso risultato: a una definizione di “enunciato significante” (distinto da “pseudo-enunciato insignificante”) la quale non faceva altro che reiterare il criterio di demarcazione della loro logica induttiva. Ciò “si rivela” molto chiaramente nel caso di Wittgenstein, secondo il quale ogni proposizione significante dev’ essere logicamente riducibile a proposizioni elementari (o atomiche), che egli caratterizza come descrizioni o “immagini della realtà” (caratterizzazione, questa, che tra l’ altro deve coprire l’ intiero campo delle proposizioni significanti). Da ciò possiamo vedere che il criterio di significanza di Wittgenstein coincide con il criterio di demarcazione degli induttivisti a condizione che si sostituisca la parola “significante” alle parole “legittimo” o “scientifico”. E proprio riguardo al problema dell’ induzione questo tentativo di risolvere il problema della demarcazione fallisce: i positivisti, nella loro ansia di struggere la metafisica, distruggono, con essa, la scienza della natura. Infatti le leggi scientifiche non possono, a loro volta, essere ridotte ad asserzioni empiriche elementari. Applicato coerentemente, il criterio di significanza di Wittgenstein liquida come insignificanti quelle leggi naturali la cui ricerca, come dice Einstein, è “il compito supremo del fisico”: tali leggi non potranno mai essere accettate come asserzioni genuine o legittime. Il tentativo di Wittgenstein, di smascherare il problema dell’ induzione come un vuoto pseudoproblema, è stato espresso da Schlick con le seguenti parole: “il problema dell’ induzione consiste nel richiedere una giustificazione logica delle asserzioni universali intorno alla realtà … Noi 112 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 riconosciamo, con Hume, che una giustificazione logica di questo tipo non esiste; non può esistere, semplicemente perché tali asserzioni non sono asserzioni autentiche”. Ciò mostra come il criterio induttivistico di demarcazione non riesca a tracciare una linea di divisione tra sistemi scientifici e sistemi metafisici, e perché essa debba per forza assegnar loro status eguale. Nfatti il verdetto del dogma positivistico del significato è che tanto i sistemi metafisici quanto quelli scientifici sono costituiti da pseudoasserzioni insignificanti. Dunque,invece di sradicare la metafisica dalla scienza empirica, il positivismo conduce all’ irruzione della metafisica nel dominio della scienza. In opposizione a questi stratagemmi antimetafisici – che poi sono antimetafisici solo nell’ intenzione – il mio compito, così come lo intendo io, non è quello di darmi da fare per scalzare la metafisica, ma piuttosto quello di formulare una caratterizzazione appropriata della scienza empirica, ovvero, di definire i concetti “scienza empirica” e “metafisica” in modo da essere poi in grado di dire se lo studiare più da vicino un dato sistema di asserzioni sia o no di pertinenza della scienza empirica. Di conseguenza il mio criterio di demarcazione dovrà essere considerato come una proposta per un accordo o convenzione. Le opinioni sull’ opportunità di una convenzione siffatta possono differire; ed è possibile discutere ragionevolmente queste questioni soltanto se le parti in causa hanno qualche scopo in comune. Naturalmente, la scelta di questo scopo sarà, in ultima analisi, una questione di decisione che oltrepassa l’ ambito della discussione razionale. Pertanto, chiunque abbia di mira, come scopo e oggetto della scienza, un sistema di asserzioni assolutamente certe e irrevocabilmente vere, respingerà senza dubbio la proposta che sto per avanzare qui. E così pure la respingeranno coloro che fanno consistere “l’ essenza della scienza… nella dignità” e pensano che questa dignità risieda nella sua “completezza e nella sua “reale verità ed essenzialità”. Molto difficilmente costoro dsaranno disposti a riconoscere questa dignità alla moderna fisica teorica, nella quale 113 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 invece io ed altri vediamo la realizzazione fino ad oggi più completa di ciò che chiamo “scienza empirica”. Gli scopi della scienza che io ho in mente sono differenti. In ogni caso non tento di giustificarli rappresentandoli come le mete vere ed essenziali della scienza. Questo non farebbe altro che snaturare il punto della discussione, e significherebbe una ricaduta nel dogmatismo positivistico. Per quanto posso vedere, c’è soltanto un modo di argomentare razionalmente in favore delle proposte che ho avanzato: quello, cioè, che consiste nell’ analizzare le loro conseguenze logiche: nel mettere in evidenza la loro fertilità, il loro potere di mettere in chiaro i problemi della teoria della conoscenza. Non ho perciò nessuna difficoltà ad ammettere che nell’ arrivare alla formulazione delle mie proposte sono stato guidato in ultima analisi da giudizi di valore e da predilezioni personali. Spero tuttavia che le proposte che ho avanzato possano essere accettate da coloro che tengono in pregio non soltanto il rigore logico, ma anche a libertà del dogmatismo; che cercano l’ applicabilità pratica, ma sono attratti in misura ancora maggiore dalle avventure della scienza e dalle scoperte che continuamente ci mettono di fronte a questioni nuove e inaspettate e costituiscono una sfida a scoprire risposte nuove e finora insospettate. Il fatto che le proposte che avanzo siano influenzate da giudizi di valore non significa che io stia commettendo lo stesso errore di cui ho accusato i positivisti: quello di tentare di uccidere la metafisica lanciandole improperi. Non mi spingo neppure tanto lontano da asserire che la metafisica non ha nessun valore per la scienza empirica. Infatti non si può negare che accanto alle idee metafisiche che hanno ostacolato il cammino della scienza, ce ne sono state altre – come l’ atomismo speculativo – che ne hanno aiutato il progresso. E guardando alla questione da punto di vista psicologico, sono propenso a ritenere che la scoperta scientifica è impossibile senza la fede in idee che hanno una natura puramente speculativa, e che talvolta sono addirittura piuttosto nebulose; fede, questa, che è completamente priva di garanzie dal punto di vista della scienza e che pertanto, entro questi limiti, è “metafisica”. 114 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Tuttavia, pur avendo avanzato queste catele, sostengo ancora che il primo compito della logica della conoscenza è quello di formulare un concetto di scienza empirica allo scopo di rendere l’ uso linguistico, ora piuttosto incerto, il più possibile definito; di tracciare una netta linea di demarcazione tra la scienza e le idee della metafisica, anche se queste idee possono avere favorito il progresso della scienza durante tutta la sua storia. 6. L’ esperienza come metodo. Il compito di formulare una definizione accettabile dell’ idea di scienza non è privo di difficoltà. Alcune di queste difficoltà sorgono dal fatto che esistono di necessità molti sistemi di teorie la cui struttura logica è molto simile a quell’ unica che, in un’ epoca particolare, rappresenta il sistema di scienza empirica comunemente accettato. Talvolta questa situazione si descrive dicendo che c’è una grande quantità – e presumibilmente un numero infinito – di “mondi logicamente possibili”. Tuttavia il sistema chiamato “scienza empirica” è destinato a rappresentare soltanto un mondo: il “mondo della nostra esperienza”. Allo scopo di rendere quest’ idea un po’ più precisa possiamo distinguere tre esigenze che il nostro sistema empirico di teorie dovrà soddisfare. In primo luogo esso dev’ essere sintetico, così che possa rappresentare un mondo non contraddittorio, possibile. In secondo luogo deve soddisfare il criterio di demarcazione; cioè non dev’ essere metafisico, ma deve rappresentare un mondo di esperienza possibile. In terzo luogo dev’ essere un sistema che si distingue in qualche modo da altri sistemi, come l’ unico che rappresenta il nostro mondo di esperienza. Ma in che modo dev’ essere distinto il sistema che rappresenta il nostro mondo d’ esperienza? La risposta è: in base al fatto che è stato sottoposto a controlli e li ha superati. Ciò significa che lo si deve distinguere applicandogli quel metodo deduttivo che è mio scopo analizzare e descrivere. 115 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Da questo punto di vista “l’ esperienza” si presenta come un metodo di distinzione sulla base del quale si può differenziare un sistema di teorie dagli altri; così la scienza empirica sembra caratterizzata non soltanto dalla sua forma logica, ma anche dal metodo che la distingue. (Naturalmente questo è anche il punto di vista degli induttivisti che tentano dicaratterizzare la scienza empirica in base all’ uso del metodo induttivo). La teoria della conoscenza, il cui compito è l’ analisi del metodo o della procedura peculiari alla scienza empirica, può, di conseguenza, essere descritta come una teoria del metodo empirico; una teoria di ciò che si è soliti chiamare “esperienza”. 7. La falsificabilità come criterio di demarcazione. Il criterio di demarcazione inerente alla logica induttiva – cioè il dogma positivistico del significato – è equivalente alla richiesta che tutte le asserzioni della scienza empirica (ovvero tutte le asserzioni “significanti”) debbano essere passibili di una decisione conclusiva riguardo la loro verità e falsità; diremo che devono essere “decidibili in modo conclusivo”. Ciò significa che la loro forma dev’ essere tale che sia il verificarle sia il falsificarle debbano essere logicamente possibili. Così Schlick dice: “… un’ asserzione autentica deve essere passibile di verificazione conclusiva”; e Weismann afferma ancor più chiaramente: “Se non è in alcun modo possibile determinare se un’ asserzione è vera, allora l’ asserzione non ha alcun significato. Infatti il significato di un’ asserzione è il metodo della sua verificazione”. Ora, secondo me, non esiste nulla di simile all’ induzione. E’ pertanto logicamente inammissibile l’ inferenza da asserzioni singolari “verificate dall’ esperienza” (qualunque cosa ciò possa significare) a teorie. Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente. Se vogliamo evitare l’ errore positivistico, consistente nell’ eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere verificate. 116 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema che possa essere controllato dall’ esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò, che sia capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per tutte ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter essere confutato dall’ esperienza. (Così l’ asserzione “Domani qui pioverà o non pioverà” non sarà considerata un’ asserzione empirica, semplicemente perché non può essere confutata, mentre l’ asserzione “Qui domani pioverà” sarà considerata empirica). Contro il criterio di demarcazione che ho proposto qui si possono sollevare diverse obiezioni: In primo luogo può sembrare piuttosto sciocco il suggerire che la scienza, la quale dovrebbe darci informazioni positive, si debba caratterizzare dicendo che soddisfa un criterio negativo, come la confutabilità. Ma <…> mostrerò che quest’ obiezione ha poco peso, perché la quantità di informazione intorno al mondo fornita da un’ asserzione scientifica è tanto più grande quanto maggiore è la possibilità che essa entri in conflitto, in virtù del suo carattere logico, con possibili asserzioni singolari. (Non per nulla chiamiamo “leggi” le leggi di natura: quanto più vietano, tanto più dicono). Ancora: si potrebbe tentare di rivolgere contro me stesso le critiche che ho rivolto al criterio di demarcazione induttivistico: potrebbe infatti sembrare che contro la falsificabilità come criterio di demarcazione sia possibile sollevare critiche simili a quelle che io, per parte mia, ho sollevato contro la verificabilità. Questo attacco non può darmi noia. La mia proposta si basa su un’ asimmetria tra verificabilità e falsificabilità, asimmetria che risulta dalla forma logica delle asserzioni universali. Queste, infatti, non possono mai essere derivate da asserzioni singolari. Di conseguenza è possibile, per mezzo di inferenze puramente deduttive (con l’ aiuto del modus tollens della logica classica), concludere dalla verità di 117 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 asserzioni singolari alla falsità di asserzioni universali. Un tale ragionamento, che conclude alla falsità di asserzioni universali, è il solo tipo di inferenza strettamente deduttiva che proceda, per così dire, nella “direzione induttiva”; cioè da asserzioni singolari ad asserzioni universali. Una terza obiezione può forse sembrare più seria. Si può dire che anche ammettendo l’ asimmetria, è ancora impossibile, per varie ragioni, che un qualsiasi sistema teorico possa mai essere falsificato in modo conclusivo. Infatti è sempre possibile trovare qualche scappatoia per sfuggire alla falsificazione: per esempio, introducendo ad hoc un’ ipotesi ausiliaria oppure trasformando, ad hoc, una definizione. E’ anche possibile adottare la posizione che consiste, semplicemente, nel respingere qualsiasi esperienza falsificante, senza che ciò conduca a contraddizioni. E’ vero che di solito gli scienziati non procedono in questo modo, ma tale procedimento è logicamente possibile; e il meno che si possa sostenere è che questo fatto rende dubbio il valore del criterio di demarcazione che ho proposto. Devo ammettere che questa critica è giusta; ma non per questo è necessario che io ritiri la mia proposta di adottare la falsificabilità come criterio di demarcazione < … > Secondo la mia proposta, ciò che caratterizza il metodo empirico è la maniera in cui esso espone alla falsificazione, in ogni modo concepibile, il sistema che si deve controllare. Il suo scopo non è quello di salvare la vita a sistemi insostenibili, ma, al contrario, quello di scegliere il sistema che al paragone si rivela il più adatto, dopo averli esposti tutti alla più feroce lotta per la sopravvivenza. Il criterio di demarcazione che ho proposto conduce anche a una soluzione del problema dell’ induzione di Hume; del problema, cioè, della validità delle leggi di natura. La radice di questo problema è l’ apparente contraddizione tra quella che può essere chiamata “la tesi fondamentale dell’ empirismo” – la tesi secondo cui soltanto l’ esperienza può decidere della verità o della falsità delle asserzioni della scienza – e la realizzazione humeana dell’ inammissibilità delle argomentazioni induttive. Questa contraddizione nasce soltanto se si assume che tutte le asserzioni empiriche della scienza debbano essere 118 Progetto < Filosofie della scienza ed epistemologie contemporanee > Liceo Scientifico Statale <Gaspare Aselli> Cremona/ Classi 3G 4G 5G/Storia e Filosofia/ Anni scolastici 2002/03/04/05/06/07 “decidibili in modo conclusivo”; se cioè si assume che tanto la loro verificazione quanto la loro falsificazione debbano essere entrambe possibili in linea di principio. Se rinunciamo a questa esigenza e ammettiamo come empiriche soltanto quelle asserzioni che sono decidibili in un unico senso – unilateralmente decidibili, e più specificatamente, falsificabili – e possono essere controllate per mezzo di tentativi sistematici di falsificarle, allora la contraddizione svanisce: il metodo della falsificazione non presuppone alcun’inferenza induttiva, ma soltanto le trasformazioni tautologiche della logica deduttiva, la cui validità è fuori discussione. < … > 119