■ cultura ■
Intervista
Farmacia News - giugno 2011
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La farmacia
verso nuovi orizzonti
Farmaci equivalenti, nuove tecnologie, crisi dello stato sociale, trasformazione
dell’industria farmaceutica... “La farmacia dei servizi” è la chiave di lettura
per gestire l’evoluzione che sta coinvolgendo l’intero sistema sanitario
■■di Lorena Origo
T
utto il mondo è pervaso da una serie di profondi mutamenti che ne
stanno rivoluzionando l’assetto;
queste forze, che stanno modificando il modo di vivere quotidiano di tutti noi, si riflettono anche nel campo
della sanità alterandone gli equilibri pregressi
e imponendo un profondo ripensamento di tutto il comparto, farmacia compresa. Partendo da
una profonda disamina dei macro trend in atto a
livello internazionale, gli autori de La Farmacia
dei servizi – Opportunità e soluzioni nell’integrazione all’assistenza sanitaria, pagg. 208, 22,90 €,
edito da Tecniche Nuove, Milano – Giulio Cesare Pacenti, Giancarlo Nadin e Wilson Salemme
– forniscono una prospettiva a 360° per “ripensare” il sistema farmacia anche alla luce anche
della legge 69/09.
Abbiamo posto alcune domande a Giancarlo
Nadin per comprendere in maniera più chiara
e approfondita quello che è il percorso e il filone di innovazione che la distribuzione farmaceutica sta vivendo in questi giorni.
Cosa si intende esattamente, professor Nadin,
con “farmacia dei servizi”?
Distribuire e dispensare i farmaci è l’attività
storica della farmacia, affiancata originariamente dalla pratica galenica; negli anni però
questa valenza è venuta meno perché si è fatto sempre più riferimento alla componente distributiva del farmaco che veniva prodotto, invece, dalle industrie farmaceutiche caratterizzate da maggior efficacia ed efficienza. Fatte
queste considerazioni, possiamo quindi dire
che l’attività del farmacista si è incentrata sul
servizio distributivo allontanandosi, in alcuni
casi, dal soggetto cliente.
La farmacia dei servizi, invece, riapre a pieno
titolo questa prospettiva perché pone al centro
non tanto la dispensa del farmaco quanto la
capacità del professionista di ascoltare il proprio paziente e di indirizzarlo nelle scelte e in
taluni casi non solo in quelle di prodotto, ma
anche verso una serie di attività più legate alla
diagnosi e al supporto farmacologico: si pensi,
per esempio, all’automedicazione…
Quali sono le difficoltà che gli operatori si troveranno ad affrontare?
Contributi molto interessanti per rispondere
a questa domanda sono contenuti proprio nel
libro che è incentrato sulle problematiche legate alla messa a punto dei servizi nella farmacia e al cambio di visione che ne è sotteso. Un aspetto importante riguarda le nuove competenze che saranno richieste al farmacista, tra cui la capacità di ri-strutturarsi
poiché un conto è vendere e dispensare farmaci e un altro è gestire una realtà che fornisce informazioni e servizi ai cittadini sulla
salute attraverso la comprensione delle loro
problematiche e mettendosi al fianco del paziente per valutare insieme diagnosi e percorsi terapeutici.
Immaginiamo, per esempio, la complessità
dell’inserimento nella propria offerta di un servizio di trattamento e assistenza domiciliare…
Questa è una delle opportunità contenute nella
legge 69/09 e prevede la possibilità per la struttura farmaceutica di organizzarsi per andare a
domicilio e offrire una serie di servizi determinanti per il progredire della terapia e, quindi, il
miglioramento della salute. Capiamo bene che
in tale meccanismo entrano in gioco problematiche organizzative molto rilevanti ed è anche
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Sulla base di quali spinte nasce questo
cambiamento?
Il fenomeno dell’ingresso sul mercato dei farmaci equivalenti ha determinato dei cambi
epocali per quanto attiene l’impostazione gestionale di una farmacia, perché se il prodotto “di marca” consentiva una certa marginalità, quello equivalente ha una logica di pricing completamente differente e quindi porta al farmacista una marginalità certamente
inferiore, con la conseguente necessità di ripensare il proprio modo di esercitare la professione. Inoltre, se guardiamo per esempio al
mercato americano, vediamo che il farmaco
equivalente ha un peso percentualmente superiore al 50% del totale farmaco venduto e questo dato ci deve far capire che siamo di fronte
a un trend destinato a crescere ulteriormente
anche in Europa.
In questo scenario non dobbiamo dimenticare, inoltre, un altro elemento, cioè l’attenzione
da parte dello Stato in merito al contenimento
della spesa farmaceutica e dei costi sanitari in
senso più ampio.
Quindi, in sostanza, mentre la farmacia nel
passato vedeva come prioritario cliente, e
quindi voce di introito, il Servizio Sanitario
Nazionale che pagava i farmaci dispensati dietro ricetta, questo meccanismo è andato via
via riducendosi perché lo Stato non è più in
grado di mantenere i livelli di spesa del passato e quindi è costretto a essere “diversamente” garante della salute del paziente delegando
maggior spazio all’iniziativa privata.
La legge 69/09 è un ulteriore elemento che
va nella direzione di cui sopra, perché indica
l’ingresso dei servizi in farmacia non come
percorso autonomo privato, ma come scelta
pubblica promossa dal Ministero che vuole
decentralizzare alcuni compiti oggi affidati
agli ospedali e alle strutture territoriali, con
l’obiettivo di contenere gli oneri a suo carico.
A livello pratico, quali investimenti
e cambiamenti dovrà affrontare il farmacista?
Adottare la logica dei servizi è una grande opportunità per i professionisti, ma vuole anche
dire esporsi a un rischio di insuccesso. A fronte infatti della certezza di dover sostenere un
forte impegno in investimenti sia professionali
sia economici, abbiamo la presenza di alcuni
fenomeni incerti: per esempio, non sappiamo a
oggi quale sarà la risposta del cittadino a questo innovativo modello di assistenza.
Quindi, un primo aspetto rilevante per affrontare il mutamento, è la predisposizione
dell’imprenditore a investire. In molti casi infatti sarà necessario, per esempio, modificare
il layout espositivo della farmacia… Se pensiamo agli ambienti classici ci rendiamo conto che sono organizzati per la vendita di prodotti al banco. Se noi vogliamo che la farmacia diventi un luogo di incontro dobbiamo ripensare anche la connotazione fisica perché
alla rigidità di un bancone deve essere contrapposta, invece, la flessibilità di uno spazio dove sia possibile instaurare una dialettica farmacista-paziente e dove sia garantita anche una condizione di privacy. Inoltre,
devono essere disponibili ambienti dedicati a
momenti informativi e di educazione del paziente verso certi buoni comportamenti; per
esempio, una linea d’azione internazionale riconosciuta molto valida è quella del supporto della farmacia nella riduzione della dipendenza dal fumo. Ciò richiede, per esempio,
la possibilità di organizzare incontri con più
persone negli spazi della farmacia, sulla falsa riga dell’Agorà greca.
Qui emerge la valenza credo molto interessante che il libro offre, in quanto affronta e
sviluppa tematiche fino a ieri appannaggio di
strutture non farmaceutiche.
E lo fa anche attraverso la presentazione di alcuni casi di eccellenza: 10 protagonisti italiani, che hanno già adottato la logica dell’implementazione dei servizi, mostrano come questa sia un’opportunità per creare e rafforzare
Gli Autori
Giancarlo Nadin, docente di marketing
presso l’Università Cattolica, si occupa di
tematiche di marketing e distribuzione nel
settore farmaceutico e in altri comparti industriali. All’attività di ricerca e insegnamento accademico affianca la consulenza in ambito direzionale per conto di imprese manifatturiere e di servizi sulle tematiche dello
sviluppo commerciale e della revisione del
rapporto azienda-mercato.
Giancarlo Nadin
Giulio Cesare Pacenti, laureato in Farmacia, dopo una significativa esperienza nel
marketing di una grossa industria farmaceutica ha conseguito un master in Business Administration e ha lavorato nella più prestigiosa società di consulenza italiana occupandosi di sviluppo e riorganizzazione del business. In questa collana ha già pubblicato
Il farmacista gestionale (2009) e L’evoluzione della farmacia (coautore-2010).
Wilson Salemme, farmacista, ha un’esperienza professionale pluriennale che comincia nella farmacia per poi dedicarsi al settore farmaceutico industriale nazionale e internazionale.
In quest a colla na , come coautore,
ha già pubblicato L’evoluzione della farmacia (2010).
la fiducia presso i propri clienti, due condizioni
importantissime anche da un punto di vista economico perché garantiscono una maggiore possibilità di business…
Quindi, i servizi come volano delle vendite.
Un altro contributo importante è quanto emerge da un’indagine che proponiamo, condotta su
156 farmacisti ai quali è stato chiesto di valutare il proprio atteggiamento nei confronti di questo percorso evolutivo e che raccoglie, quindi, il
sentiment dei professionisti.
Chiudiamo con un ultimo commento, professor Nadin…
La farmacia dei servizi è una dinamica evoluzionista e richiederà il ripensamento di nuovi modelli. Si tratta di un percorso non eludibile, poiché non è determinato esclusivamente da una
legge – che sarà a breve coronata da alcuni regolamenti regionali – e non è una peculiarità italiana, ma è un mutamento già ampiamente avviato all’estero, sia a livello europeo sia mondiale.
Centrale in questo cambiamento sarà anche il
contributo che la formazione universitaria potrà dare nella preparazione dei futuri laureati
che dovranno essere pronti a gestire una vera e
propria “azienda di servizi alla persona”.
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chiaro che oggi queste competenze non sono
patrimonio dei farmacisti che quindi hanno
bisogno di acquisirle.
Si tratta di un approccio assolutamente innovativo, non solo nei confronti del paziente, ma
soprattutto verso gli altri operatori del servizio
sanitario: medici di base, specialisti, personale paramedico, infermieri e così via.