Modelli di conoscenza e modelli di dati: l’analisi delle Reti Sociali tra relazioni matematiche e relazioni sociali. ALFREDO GIVIGLIANO Dipartimento di Filosofia, Università degli studi della Calabria [email protected] Sono d’accordo, questa è matematica pura, non è il mondo reale. È solo l’infinito a creare guai!1 Riassunto Il dato relazionale non è unicamente, in termini necessari e sufficienti, la base dalla quale estrarre conoscenza, ma dal e nel momento in cui viene costruito, non semplicemente rilevato, diviene esso stesso parte del processo di conoscenza del quale è una componente nella fase di indagine, come in quelle di costruzione e di analisi. Punti centrali della nostra discussione saranno: il concetto/strumento di modello; la matematica e le scienze sociali come linguaggi dai quali emerge, in relazione con il linguaggio naturale, il dato relazionale; dato relazionale che è costruito all'interno ed in funzione della prospettiva di rete, ma, nello stesso tempo, ne traccia confini e possibilità euristiche; per arrivare al complesso gioco tra strutture, soggetti e relazioni che descrive gli eventi sociali come processi. 0. Introduzione. La cornice teorica. In quale modo possiamo descrivere una lettura della interazione, che sfuma in co-costruzione, tra sociologia e matematica nell’analisi sociale, nell’analisi del sociale2? Questo interrogativo risulta essere particolarmente interessante nel momento in cui rivolgiamo lo sguardo alla Social Networks Analysis non solo come strumento tecnico, ma anche come oggetto epistemologico ed euristico. Il quadro di riferimento nel quale ci muoviamo 3 risulta dalla 1 G. CHAITIN, A Century of Controversy over the Foundations of Mathematics, in C.S. CALUDE, G. PĂUN (eds.), Finite Versus Infinite: Contributions to an Eternal Dilemma, Springer-Verlag, London 2000, pp. 75-100; trad. it. V. Manca, Un secolo di dispute sui fondamenti della matematica, in V. MANCA, Logica matematica, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 167-187, p. 176. 2 Analisi sociale come prassi di ricerca del sociologo; analisi del sociale come analisi di un determinato (anche se necessariamente vago) oggetto: il sociale. 3 Cfr. A. SALVINI, L’analisi delle reti sociali. Risorse e meccanismi, Plus, Pisa 2005; A. GIVIGLIANO, Cerchi, barche, campi. Relazioni sociali e Social Networks Analysis, in A. 1 identificazione/costruzione di dimensioni delle relazioni sociali e di caratteristiche della Social Networks Analysis che si incontrano, ma sono anche determinate e determinano, livelli di conoscenza differenti. Linea guida fondamentale risulterà, quindi, la descrizione di sociologia e matematica come linguaggi all’interno del processo conoscitivo e di analisi delle realtà sociali; linguaggi in continua tensione tra loro e con i differenti livelli della realtà stessa. 1. Livelli di realtà e dimensioni di conoscenza. La distinzione che pone G. Chaitin, nelle parole in epigrafe, tra matematica pura e mondo reale può essere un buon punto di partenza per le riflessioni che vogliamo discutere in questa analisi4. Quanti mondi dobbiamo studiare, analizzare in maniera, mutuamente esclusiva, per poter arrivare alla comprensione di ognuno di essi in termini separati, completi, scientificamente certi? Rispondere a questo interrogativo vorrebbe dire precludersi la possibilità di utilizzare strumenti, meglio oggetti di uno di questi mondi nella descrizione, analisi, di uno differente. Siamo sicuri che sia effettivamente questa la strada che dobbiamo/vogliamo seguire? Se Chaitin avesse ragione il mondo della matematica pura ed il mondo reale, la realtà della vita di tutti i giorni (il mondo della vita quotidiana), non solo sarebbero ontologicamente distinti, ma lo sarebbero anche logicamente ed in termini di possibilità di utilizzare le conoscenze dell’uno per meglio comprendere, spiegare, costruire le conoscenze del e nell’altro. Sarebbero distinte le conoscenze, le modalità di costruzione di queste conoscenze, le pratiche di queste conoscenze. Se Chaitin avesse ragione, se l’interpretazione che stiamo discutendo dell’affermazione dalla quale siamo partiti fosse convincente, allora non vi sarebbe altra possibilità che fondare logicamente, epistemologicamente ed euristicamente ogni disciplina scientifica, comprese quelle deputate alla mera riflessione, ognuna separatamente dalle altre. Tutto questo creerebbe una sorta di cortocircuito con una ben precisa e determinata idea di scienza; verrebbe preclusa la possibilità di utilizzare5 la matematica all’interno di altri domini scientifici (intesi in senso puramente insiemistico, a questo punto, sia sintatticamente che semanticamente). Cortocircuito che riguarderebbe in maniera diretta una prospettiva di SALVINI (a cura di), Analisi delle reti sociali. Teoria, metodi, applicazioni, Franco Angeli, Milano 2007, pp. 81-118. 4 La questione in generale è stata ed è molto discussa sia da un punto di vista puramente teoretico, che da uno più propriamente euristico. 5 In quali termini, secondo quali modalità, è una parte del problema. 2 modellizzazione della e nella scienza. Cortocircuito che ci viene proposto, all’interno dello specifico ambito nel quale ci stiamo muovendo come cornice ed orizzonte degli eventi nelle parole di P. Bourdieu: Per sfuggire al realismo della struttura che ipostatizza i sistemi di relazioni oggettive convertendoli in totalità già costituite al di fuori della storia dell’individuo e della storia del gruppo, occorre, ed è sufficiente passare dall’opus operatum al modus operandum, dalla regolarità statistica o dalla struttura algebrica al principio di produzione di quest’ordine e costruire la teoria della pratica o più precisamente del modo di generazione delle pratiche. 6. All’interno del nostro percorso possiamo individuare, a questo punto, l’obiettivo dell’analisi di e tramite l’uso di Reti Sociali7 come la costruzione di una comprensione della realtà sociale nei termini non dei soli attori, non delle sole strutture, bensì di una processualità ricorsiva tra soggetti sociali, strutture sociali e relazioni sociali. Processualità ricorsiva che è essa stessa modello di eventi sociali intesi come processi. All’interno di questa cornice generale è possibile individuare una linea di analisi nello stesso tempo formale e contenutistica (sintattica e semantica) della pragmatica del sociale. 2. Modelli e reti sociali. Il primo nodo da affrontare riguarda il problema della tensione tra la descrizione del concetto e la descrizione dell’uso del termine modello nella scelta dell’analisi tramite e delle Reti Sociali8. Si possono individuare almeno due linee di sviluppo lungo le quali muoversi per poter comprendere come si dovrebbe usare e cosa dovrebbe essere un modello all’interno del discorso sociologico. Le due linee sono identificate in termini, nello stesso tempo, convergenti e divergenti, attraverso e per mezzo delle analisi svolte da M. Garzia e M. Ravelli da un lato e da G. Israel dall’altro. La prima prospettiva distingue una serie di usi del termine/concetto di modello (normativi, figurativi, mentali, analogici, matematici) con la rassicurazione che quello da studiare più approfonditamente, quello che 6 P. BOURDIEU, Esquisse d’une théorie de la pratique précédé de Trois études d’ethnologie kabyle, Editions du Seuil, Paris 1972 (2000); trad. it. I. Maffi, Per una teoria della pratica. Con Tre studi di etnologia cabila, Raffaello Cortina, Milano 2003, p. 206. 7 Sia l’utilizzo di regolarità statistiche che di strumenti di descrizione algebrica sono propri di differenti approcci alla e della Social Networks Analysis. Analisi di Reti Sociali prendendo le Reti ad oggetto; analisi tramite l’uso di Reti Sociali utilizzando la formalizzazione dei fenomeni sociali in termini di reti. 8 Descrizione ed uso che determinano il processo di analisi nel momento in cui si instaura le tensione tra l’analisi delle e per mezzo di reti. Due dimensioni che permettono l’emergere di una terza all’interno della complessità del reale e della ricerca sociale stessa. 3 riguarda la sociologia come scienza empirica, quindi, con la possibilità, anzi il dovere di confrontarsi con la realtà, è propriamente quello matematico9. La seconda prospettiva, pone l’accento, invece, sulla distinzione tra meccanicizzazione e modellizzazione del discorso scientifico, nella costruzione, sviluppo, identificazione e determinazione delle possibilità euristiche delle singole discipline10. Le prospettive possono risultare complementari, ma le riflessioni che determinano fanno notare come forse sono entrambe insufficienti11, sotto determinati rispetti, per quanto concerne il discorso sociologico. Nella nostra prospettiva la rete sociale è sicuramente un modello matematico (grafico, algebrico, logico), è sicuramente un modello analogico (anche metaforico), ma nello stesso tempo ha caratteristiche diagrammatiche (ipoicona per secondità12) e simboliche13 unite alla possibilità di determinazione reale di processi sociali nel momento della costruzione dei significati sociali come insiemi di posizioni dei soggetti nello spazio sociale. 3. Linguaggi, dati, relazioni. Il secondo nodo da affrontare riguarda il linguaggio della matematica, il linguaggio delle scienze sociali, il linguaggio naturale, come dimensioni dalle quali emerge il dato relazionale; dato proprio per quanto riguarda la prospettiva della Social Networks Analysis. Come si può descrivere in termini appropriati il seguente diagramma? 9 Cfr. M. GARZIA, M. RAVELLI, Sociologica. Introduzione logico-matematica alla sociologia, Franco Angeli, Milano 1985, p. 32. 10 Cfr. G. ISRAEL, La mathématisation du réel. Essai sur la modélisation mathématique, Éditions du Seuil, Paris 1996. 11 Se prese in termini rigidi di mutua esclusività, anche perché riguardanti (o perché dovrebbero riguardare) livelli ontologici ed epistemologici differenti. 12 Cfr. C.S. PEIRCE, 1902, parti non pubblicate di ID., Syllabus of Certain Topics in Logic, Alfred Mudge & Son, Boston 1903, pubblicate in ID., Collected Papers, (C. Hartshorne, P. Weiss eds. Voll. I–VI; A. W. Burks ed. Voll. VII–VIII), vol. II, The Belknap Press, Cambridge 1931-1959. 13 Cfr. ID., On the Algebra of Logic: A Contribution to the Philosophy of Notation, in «The American Journal of Mathematics», VII, 1885, pp. 180-202, in ID., Collected Papers, cit., vol. III. 4 Figura 1: Diagrammaticità del linguaggio della sociologia e del linguaggio della matematica Il punto di partenza non può che essere la costruzione del sociologo nel momento in cui, all’interno della propria prospettiva, del proprio orizzonte, arriva ad individuare/costruire un proprio oggetto. Ogni singolo sociologo, ogni analista della realtà sociale, è inserito all’interno di un gruppo di conoscenze, usa un determinato tipo di prospettiva per la costruzione/comprensione/descrizione della realtà del mondo della vita di tutti i giorni; determina e identifica la prospettiva matematica (e logica) più idonea alla propria ricerca, costruisce, quindi, i propri concetti sociologici in termini (anche) matematici. Entra in gioco la matematica. I concetti sociologici, letti in termini e funzioni matematiche, vengono trattati come oggetti matematici; diventano (anche) oggetti matematici. Questo linguaggio opera all’interno del proprio universo di discorso, per poter, poi, restituire al sociologo oggetti del linguaggio della sociologia. Il primo livello risulta essere: Sociologia-Matematica-MatematicaSociologia14. Detto in altri termini, gli oggetti costruiti in linguaggio della sociologia diventano oggetti del linguaggio della matematica, che processati in questo, ritornano ad essere oggetti del linguaggio della sociologia. Questi ultimi sono, quindi, al tempo stesso, oggetti del linguaggio della sociologia e oggetti del linguaggio della matematica. Nel momento in cui si ha il primo passaggio dalla sociologia alla matematica, passaggio, non certamente temporale, ma più propriamente passaggio di co-costruzione logica, si ha il primo momento di costruzione di una teoria della sociologia, di costruzione della teoria sociologica. Questa, infatti, non può essere scissa dalla propria componente logico-matematica, 14 Tutti i livelli qui descritti si svolgono all’interno ed in continua tensione con il linguaggio naturale, con ed all’interno del mondo della vita di tutti i giorni. 5 nel momento in cui si pone la sociologia stessa come prassi di ricerca e non come pura speculazione. Lo stesso essere prassi di ricerca determina le modalità proprie della tensione tra sociologia e matematica nella concretizzazione che ne dà il singolo sociologo. La teoria sociologica così costruita, in ragione e funzione della processazione che avviene all’interno della matematica, si declina15 in teoria matematica. Questo declinarsi porta alla identificazione della teoria matematica nella quale la processazione stessa avviene. Quindi, al ritorno degli oggetti della matematica ad oggetti della sociologia, con la teoria matematica identificata16 come componente imprescindibile della cornice teoretica ed euristica, che contribuisce alla ridescrizione della teoria sociologica stessa. Il secondo livello risulta essere: Teoria Sociologica-Teoria MatematicaTeoria Sociologica. Detto in altri termini, gli oggetti sociologici nel diventare oggetti matematici determinano la (e sono contestualmente determinati dalla) teoria sociologica; questa con la processazione dei propri oggetti in termini matematici co-determina la teoria matematica; quest’ultima con il passare degli oggetti matematici ad essere (anche) oggetti sociologici, co-determina la teoria sociologica17. A questo punto, si possono avere due processi distinti oppure un unico processo ricorsivo che dà ragione della complessità dell’intera prassi di ricerca. Prendendo in considerazione due processi distinti, nel passaggio dalla teoria sociologica alla teoria matematica si ha la descrizione di come le relazioni sociali possano essere rappresentate come relazioni matematiche. Questa rappresentazione, unitamente al passaggio dalla teoria matematica alla teoria sociologica, permette una descrizione di come le relazioni matematiche esplicitano i rapporti delle e nelle relazioni sociali. Analogamente, il secondo processo è quello inverso che dalla esplicitazione dei rapporti delle e nelle relazioni sociali da parte delle relazioni matematiche, arriva alla rappresentazione delle relazioni sociali 15 Declinazione che è spesso vista, usata, determinata, come una pura e semplice traduzione degli oggetti della sociologia in oggetti della matematica. Non è questa l’ottica nella quale descriviamo il processo della tensione e co-costruzione di matematica e sociologia nella prassi della ricerca, in tensione con il linguaggio naturale, in questa sede. 16 Teoria matematica che parte dell’universo di discorso della sociologia e da quello della matematica contestualmente. Se così non fosse, si viaggerebbe tra mondi mutamente esclusivi, non tra dimensioni di un’unica realtà; tra modalità di conoscenza che necessitano di una traduzione, non all’interno di una sola multidimensionale. 17 La costruzione dell’intero processo e procedimento scientifico di conoscenza scientifica, è quindi, un processo ed un procedimento complesso. Non discipline separate, ognuna con il proprio ambito di applicazione e teoresi specifico, ma una scienza complessa che ha bisogno di differenti dimensioni che sfumano le une nelle altre nel momento della prassi conoscitiva stessa. 6 come relazioni matematiche. Due processi separati in alternativa l’uno all’altro, che pongono di volta in volta l’accento prioritariamente sui soggetti, sulle relazioni o sulle strutture. Due processi che non descrivono la prospettiva che stiamo qui delineando. Più che di relazioni sociali rappresentate da relazioni matematiche e relazioni matematiche che esplicitano i rapporti delle e nelle relazioni sociali, è opportuno adottare la prospettiva secondo la quale le relazioni sociali diventano relazioni matematiche e le relazioni matematiche codeterminano le relazioni sociali. Questa prospettiva, infatti, è particolarmente utile nella descrizione della complessità di questo terzo livello. Cosa vuol dire che le relazioni sociali diventano relazioni matematiche? Vuol dire che, nella stessa costruzione da parte del sociologo del passaggio da teoria sociologica a teoria matematica18, gli oggetti del quale si occupa sono contestualmente oggetti sociologici e matematici. Non possono rientrare all’interno di una sola di queste due dimensioni della conoscenza, come non possono essere letti attraverso uno ed uno solo dei due linguaggi. Cosa vuol dire che le relazioni matematiche co-determinano le relazioni sociali e non ne sono la semplice esplicitazione di rapporti? Vuol dire che sociologia e matematica, ognuna con la propria specifica descrizione di relazione, ognuna con la propria specifica modalità di costruzione delle relazioni, contribuiscono a far emergere la complessità stessa del concetto di relazione sociale. Concetto che non può essere vincolato ad un’unica dimensione conoscitiva. In questo modo si comprende come le analisi di e per mezzo delle Reti Sociali19, siano analisi al tempo stesso sociologiche e matematiche; non due momenti separati, ma due dimensioni di un unico processo che restituisce l’oggetto complesso relazione sociale. Processo, che è un insieme di relazioni tra strutture della sociologia e strutture della matematica, con il ricercatore da un lato e gli individui dall’altro, come soggetti; è un processo forte di costruzione del ruolo e della funzionalità della Social Networks Analysis all’interno della ricerca sociale. Processo che riguarda la Social Networks Analysis sia come modellizzazione della realtà sociale, sia come insieme di tecniche matematiche e sociologiche allo stesso tempo20, ma, riguarda anche, le Reti Sociali come oggetti. Punti che non possono essere trattati separatamente, in quanto l’uno presupposto 18 Della costruzione contestuale e reciproca della particolare teoria sociologica e della particolare teoria matematica. 19 Analisi dell’oggetto Rete Sociale e tramite la formalizzazione in termini di Social Networks Analysis. 20 La tensione costante tra soggetti-strutture-relazioni ne diventa presupposto teoretico ed oggetto di analisi. 7 degli altri e l’uno declinazione21 degli altri all’interno della ricorsività stessa della costruzione della ricerca e dei suoi momenti. Questa lettura della costruzione diagrammatica risulta necessaria nel momento in cui vogliamo che sia la matematica uno degli strumenti22 ai quali ci rivolgiamo per la comprensione dei processi, delle dinamiche, delle configurazioni del mondo della vita quotidiana. Comprensione che deriva direttamente dalla possibilità di costruzione di dati adeguati. Dato relazionale, quindi, che deve rispondere di più livelli di relazione23; dato relazionale che si può configurare come graduazione dell’appartenenza ad una proprietà (ed individuazione della posizione dell’oggetto) in uno spaziotempo di relazione (con n oggetti) a sua volta compreso nello spaziotempo fisico, spazio tempo di relazione che si configura come spazio delle possibilità24. 4. I confini tra dati e reti. Il terzo nodo da affrontare riguarda il dato relazionale che abbiamo tracciato come costruito all’interno ed in funzione della prospettiva di rete, ma che nello stesso tempo, ne traccia i confini25 e le possibilità euristiche. Problema dei confini che non può essere affrontato, anch’esso, all’interno di un’unica prospettiva disciplinare; riguarda, infatti, sia la composizione/costruzione stessa degli insiemi di soggetti, di strutture e di relazioni, sia la modellizzazione dell’intero processo (dimensione logicomatematica e dimensione epistemologico-sociologica). Una caratterizzazione estremamente interessante ed un buon punto di partenza per la nostra descrizione è quella proposta da M. Lamont e V. 21 Presupposizione e declinazione teoretiche, euristiche, conoscitive ed analitiche. Quale tipo di matematica, quale logica dietro la costruzione ed in funzione di questa matematica?, quale possibilità di costruzione di significati nella relazione ricorsiva tra sociologia e matematica? Ricorsività che risulta, quindi, essere bidirezionale nella descrizione che ne possiamo trovare ad esempio in E. MORIN, La Méthode I. La Nature de la Nature, Editions du Seuil, Paris 1977. 23 Tra discipline, tra soggetti, tra soggetti e strutture sociali. 24 Con le dovute specificazioni in ordine alla dimensione sociale e a quella cognitiva che identificano due differenti dati, quello sociale dovuto alle funzioni di appartenenza dei soggetti e quello sociologico dovuto allo scienziato sociale. Cfr. A. GIVIGLIANO, La costruzione del dato in sociologia. Logica e linguaggio, Franco Angeli, Milano 2006. 25 «If the notion of boundaries has become one of our most fertile thinking tools, it is in part because it captures a fundamental social process, that of relationality. This notion points to fundamental relational processes at work across a wide range of social phenomena, institutions, and locations.», M. LAMONT, V. MOLNÁR, The Study of Boundaries in the Social Sciences, in «Annual Review of Sociology», 28, 2002, pp. 167-195, p. 169. 22 8 Molnár26 i quali distinguono tra Confini Simbolici27 e Confini Sociali28. Confini simbolici e confini sociali visti all’interno di un’ottica processuale per cui non sono rigidamente determinati in maniera mutuamente esclusiva, ma descritti in modo tale da sfumare gli uni negli altri (co-determinano gli uni gli altri su più dimensioni). Confini che sono dati dalla (e determinano a loro volta la) individuazione dei vincoli e delle possibilità di quella specifica relazione sociale: da quell’insieme di relazioni sociali che individuano e sono individuate (anche matematicamente) dalla processualità sociale sotto analisi29. Vincoli e possibilità che sono declinazioni della dimensione contestuale delle relazioni sociali e nello stesso tempo principi produttori e prodotti di dimensioni relazionali delle Reti Sociali. 5. Dimensioni, processi, spazi. 26 «One general theme that runs through this literature across the disciplines is the search for understanding the role of symbolic resources (e.g., conceptual distinctions, interpretive strategies, cultural traditions) in creating, maintaining, contesting, or even dissolving institutionalized social differences (e.g., class, gender, race, territorial inequality). In order to capture this process better, we think it is useful to introduce a distinction between symbolic and social boundaries.», Ivi, p. 168. Punto di partenza da problematizzare, in quanto la logica di fondo che è dietro la costruzione e l’articolazione dei confini e delle differenti modalità di confine proposta da questi autori non coincide con quella di una gestione (e non soppressione/precisazione) della vaghezza del sociale. 27 «Symbolic boundaries are conceptual distinctions made by social actors to categorize objects, people, practices, and even time and space. They are tools by which individuals and groups struggle over and come to agree upon definitions of reality. Examining them allows us to capture the dynamic dimensions of social relations, as groups compete in the production, diffusion, and institutionalization of alternative systems and principles of classifications. Symbolic boundaries also separate people into groups and generate feelings of similarity and group membership. They are an essential medium through which people acquire status and monopolize resources.», Ibidem. 28 «Social boundaries are objectified forms of social differences manifested in unequal access to and unequal distribution of resources (material and nonmaterial) and social opportunities. They are also revealed in stable behavioral patterns of association, as manifested in connubiality and commensality. Only when symbolic boundaries are widely agreed upon can they take on a constraining character and pattern social interaction in important ways. Moreover, only then can they become social boundaries, i.e., translate, for instance, into identifiable patterns of social exclusion or class and racial segregation.», Ivi, pp. 168-169. 29 Confini simbolici lungo le dimensioni dei singoli soggetti nel mondo della vita quotidiana, ma anche lungo le dimensioni che determinano la ricerca stessa del sociologo. Confini sociali che individuano il muoversi dei soggetti, nel mondo della vita quotidiana e nella scienza, lungo una traiettoria sociale che loro stessi contribuiscono a determinare. Cfr. P. BOURDIEU, L.J.D. WACQUANT, Réponses. Pour une anthropologie réflexive, Editions du Seuil, Paris 1992. 9 Il quarto nodo da affrontare, in qualche modo una ricomposizione dialogica ricorsiva ed ologrammatica30 riguarda le dimensioni strutturali, le dimensioni relazionali, le dimensioni soggettive, come assi lungo le quali si estendono gli eventi sociali come ed in termini di processi; non assi separati o disgiunti con nel loro vertice il ricercatore sociale, ma spazi che sfumano gli uni negli altri. La realtà sociale viene letta contestualmente in termini sociologici e matematici, senza soluzione di continuità tra le due letture che sfumano l’una nell’altra. In questo modo possiamo vedere come la Social Networks Analysis, sia effettivamente una prospettiva che ha le potenzialità per andare al di là delle rigide separazioni tra soggetti, strutture e relazioni; una prospettiva che tramite le varie declinazioni dell’oggetto rete31 rende evidente la processualità non solo del sociale, ma anche delle operazioni (relazione sociale essa stessa) che il sociologo compie nel momento del suo studio. Si presentano due specificazioni da affrontare. La prima, riguarda la codeterminazione di soggetti, relazioni e strutture, senza che l’accento venga posto primariamente su uno di questi tre oggetti, ma co-determinazione che determina l’emergere di una unità complessa. La seconda, partendo dalla prima, riguarda la spazializzazione, la costruzione di una topologia del sociale, nei termini delle Reti Sociali che sono, nello stesso tempo, oggetto e modello, sociologico e matematico. Si possono, quindi, individuare insiemi di posizioni all’interno di sfere sociali con i confini che sfumano, sfere che determinano i vertici delle reti sociali stesse. Per quanto riguarda la prima specificazione, un buon punto di confronto per poter comprendere il punto di vista qui proposto può essere quello sulla discussione delle Metanetworks proposto da R. Willer32. Willer definisce le Metanetworks, prima come «a structural factor that influences the course of network dynamics and observed network probability»33 per poi descriverle come costrutti teorici34, in modo tale da arrivare alla utilità, per la ricerca sociale, di una visione che pone al centro la struttura35. In questo modo soggetti e relazioni diventano subordinati alla struttura stessa; ma sono i soggetti che attraverso e per mezzo delle relazioni determinano le strutture che a loro volta li determinano ricorsivamente. Una buona linea di sviluppo, 30 Cfr. E. MORIN, La Méthode I..., cit. Contestualmente teoretiche, modellistiche, oggettuali, analitiche, matematiche, statistiche, logiche, etc. 32 R. WILLER, The Role of Metanetworks in Network Evolution, in «Journal of Mathematical Sociology», 31, 2007, pp. 101-119. 33 Ivi, p. 102. 34 Ibidem. 35 Ivi, p. 116. 31 10 può consistere nell’inserire le Metanetworks all’interno del processo ricorsivo. Per quanto riguarda la seconda specificazione il confronto è con la proposta di C. Johnson e R.P. Gilles36 di una topologia costruita nei termini della distanza di Akerloff per l’analisi di reti costi-benefici. Anche in questo caso cadrebbe la ricorsività. Si avrebbe una topologia lineare che non tiene conto della complessità della unità soggetti-strutture-relazioni, in favore di una scelta esplicativa in termini della teoria dell’azione razionale. Quella proposta in questa sede è una topologia sia sintattica che semantica, sia di strutture e relazioni che di insiemi di significati (le posizioni dei soggetti). Per concludere, l’intera analisi che abbiamo costruito all’interno di queste riflessioni riguarda le Reti sociali e la Social Networks Analysis come punto di incontro e di reciproca determinazione di sociologia e matematica, la matematica che usa e determina il sociologo nella sua prassi di ricerca e costruzione anche teoretica. La rete e gli strumenti che si usano per analizzarla sono oggetti matematici, ma nello stesso tempo sono oggetti sociologici, non si può operare una semplice traduzione. Le relazioni sono costruite e lette contestualmente in termini matematici e sociologici. 36 C. JOHNSON, R.P. GILLES, Spatial social networks, in «Review of Economic Design», 5, 2000, pp. 273-299. 11 Bibliografia BOURDIEU P., Esquisse d’une théorie de la pratique précédé de Trois études d’ethnologie kabyle, Editions du Seuil, Paris 1972 (2000); trad. it. I. Maffi, Per una teoria della pratica. Con Tre studi di etnologia cabila, Raffaello Cortina, Milano 2003 BOURDIEU P., WACQUANT L.J.D., Réponses. Pour une anthropologie réflexive, Editions du Seuil, Paris 1992 CARRINGTON P.J., SCOTT J., WASSERMAN S. (eds.), Models and Methods in Social Network Analysis, Cambridge University Press, Cambridge 2005 CHAITIN G., A Century of Controversy over the Foundations of Mathematics, in C.S. CALUDE, G. PĂUN (eds.), Finite Versus Infinite: Contributions to an Eternal Dilemma, SpringerVerlag, London 2000, pp. 75-100; trad. it. V. Manca, Un secolo di dispute sui fondamenti della matematica, in V. MANCA, Logica matematica, Bollati-Boringhieri, Torino 2001, pp. 167-187 COLEMAN J.S., Introduction to Mathematical Sociology, The Free Press, Glencoe 1964 ID., The Mathematics of Collective Action, Heinemann Educational Books, London 1973 ID., Foundations of Social Theory, The Belknap Press, Cambridge 1990 EMIRBAYER M., Manifesto for a Relational Sociology, in «The American Journal of Sociology», 103 (2), 1997, pp. 281-317 FARARO T.J., The meaning of theoretical sociology. Tradition and formalization, Cambridge University Press, Cambridge 1989 ID., Reflections on Mathematical Sociology, in «Sociological Forum», 12 (1), 1997, pp. 73101 FREEMAN L.C., The development of social network analysis. A Study in the Sociology of Science, Empirical Press, Vancouver 2004 GARZIA M., RAVELLI M., Sociologica. Introduzione logico-matematica alla sociologia, Franco Angeli, Milano 1985 GIVIGLIANO A., La costruzione del dato in sociologia. 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Abstract The relational data are not only, in a necessary and sufficiently way, the base from which knowledge can be extract. Relational data are constructed, not simple recorded; according to this perspective they become a component of the knowledge process in the survey moment as well as in the construction and analysis ones. The central points of our discussion will be: the object model as a concept/instrument; mathematics and social sciences as languages that in relation with the natural one make relational data emerge; relational data are constructed in and in function of the networks perspective, but, at the same time, relational data build boundaries and heuristic possibilities of this perspective; finally, the complex game among structures, subjects and relationships, game that describe social events as processes. 13