Cristina Volpini naturalista, operatrice del Servizio Tutela Colonie Feline di Firenze Mario Caselli volontario associazione A.M.A. Amici Mondo Animale onlus Il caso di Mia: l'adozione di un gatto adulto di colonia Udine, 12 giugno 2014 La Legge Quadro Nazionale 281/91 e le successive leggi regionali in materia di tutela d'animali stabiliscono che il gatto di colonia ha diritto a vivere libero nel proprio ambiente e ne vietano il trasferimento (salvo alcuni casi legati al benessere dell'animale o a comprovati rischi per l'igiene e la salute pubblica). Nonostante quanto previsto dalla normativa vigente è pratica abbastanza diffusa da parte di alcuni volontari cercare un'adozione per i gatti di colonia, principalmente per i gattini, ma in alcuni casi anche per gli adulti. Per i gattini l'esito dell'adozione dipenderà: in parte dalle caratteristiche comportamentali ereditate a livello genetico, in parte da come viene condotto il loro inserimento in famiglia, ma soprattutto dal fatto che abbiano avuto esperienze positive con l'uomo e/o che si tenti l'adozione entro il periodo così detto di socializzazione, finestra temporale che non va oltre il terzo mese di vita dell'animale. Per quanto riguarda gli adulti, la maggior parte dei gatti liberi vive bene nel proprio ambiente e tentare l'adozione è la conseguenza di un'eccessiva proiezione antropomorfica da parte di alcune persone nei riguardi di tali animali. L'adozione di un gatto adulto sarà più difficile rispetto a quella di un gattino, soprattutto quando, come nella maggior parte dei casi, non è avvenuta un'adeguata socializzazione nei confronti dell'uomo nel periodo sensibile I risultati di queste adozioni forzate sono spesso o la perdita dell'animale una volta liberato nel nuovo ambiente o l'insorgere di patologie comportamentali quali fobie, aggressività, ansia, problemi eliminatori. È prassi frequente, da parte di alcune persone che si definiscono “amanti degli animali”, sottoporre i gatti da adottare a lunghi periodi di cattività in gabbioni da degenza o piccole stanze. Arriva a volte un momento in cui sembra che l'animale si sia ambientato, in realtà si è solo rassegnato e l'insorgenza dei problemi comportamentali di cui parlavamo sopra ne è la riprova. Tuttavia ci sono anche delle situazioni in cui l'adozione del gatto di colonia è auspicabile (soprattutto quando sono presenti problemi di salute che compromettono seriamente il benessere dell'animale) . Il caso di Mia è uno di questi e la modalità con cui la gatta è stata inserita nel nuovo ambiente può costituire un esempio per eseguire trasferimenti e adozioni corrette di gatti di colonia. La storia e le caratteristiche di Mia Gatta di razza comune europea di circa due anni, sterilizzata, di corporatura molto esile e a pelo lungo. Vive in una colonia in una zona industriale alla periferia di Firenze. L'habitat della colonia è abbastanza verde: sono presenti dei giardini, una siepe, un prato, alcuni alberi . Da alcuni mesi (agosto 2013) è cambiato il tutore della colonia e Mia ha iniziato ad avvicinarsi sempre di più al nuovo volontario fino a salirgli in collo e qualche volta a infilarsi nella sua giacca. Da notare che questi contatti sono stati sempre il frutto di iniziative della gatta e non è mai avvenuto il contrario. Nell'ultimo periodo (dicembre 2013-gennaio 2014) Mia è frequentemente aggredita e scacciata da altri gatti arrivati da poco in colonia. Inoltre presenta vistose perdite di pelo sulle zampe posteriori e sulle scapole e frequenti attacchi di diarrea ed è sottopeso. Per la sua sterilizzazione è stato necessario utilizzare la gabbia di cattura e durante la degenza post operatoria si è dimostrata paurosa e refrattaria nei confronti dell'uomo. Da una parte le condizioni di salute non buone, dall'altra le frequenti aggressioni subite dalla gatta convincono il volontario della colonia a tentare l'adozione. La cattura e le cure veterinarie Dopo un primo tentativo fallito la gatta viene catturata “a mano” dal volontario della colonia con l'aiuto di una seconda persona in data 29/01/2014. La gatta viene quindi ricoverata in una clinica veterinaria per accertamenti riguardo alla perdita di pelo e ai problemi intestinali. Per il primo problema risulta non avere zoonosi (e sarà trattata con antiparassitario una volta adottata), per il secondo viene sottoposta a terapia antibiotica alla quale reagisce con buoni risultati. Durante le manipolazioni del veterinario la gatta assume postura di freezing. Il trasferimento e il nuovo ambiente di vita In data 04/02/2014 la gatta viene dimessa e trasferita nel nuovo ambiente Casa in campagna ai margini del bosco, nelle vicinanze ci sono un maneggio e numerosi cani In casa è presente un altro gatto, Dodo, di circa quattro anni, maschio sterilizzato La socialità iniziale manifestata dalla gatta nei confronti dell'adottante e il contesto estremamente naturale del nuovo ambiente di vita sono i due elementi che hanno fatto ritenere possibile un esito positivo dell'adozione Il trasferimento e il nuovo ambiente di vita I grandi spazi verdi, il bosco vicino, la presenza di numerosi cani avrebbero però potuto anche costituire una fonte di pericolo per la gatta, che avrebbe potuto perdersi o rimanere vittima di qualche predatore È stata quindi ideata una procedura d'inserimento graduale che prevedeva passaggi progressivi verso la libertà Le tappe dell'inserimento La gatta è stata inizialmente collocata in una casina degli attrezzi attigua all'abitazione, in modo che potesse stare tranquilla e non fosse eccessivamente esposta ai rumori e al contatto con il nuovo proprietario. Nella casina la gatta aveva a disposizione una cuccetta con all'interno due maglioni con l'odore dell'adottante e una piccola luce indiretta per non farla stare nel buio totale della notte. Il proprietario ha evitato di toccare la gatta o di cercare di prenderla in collo, né tanto meno di farla uscire dai suoi nascondigli. Si è limitato quindi a entrare nella casina per pulire la lettiera e somministrare il cibo, cercando di evitare movimenti bruschi che potessero spaventare l'animale. Le tappe dell'inserimento Da notare che la gatta ha mangiato regolarmente fin dal primo giorno. Ci sono stati alcuni episodi di rilascio di feci liquide, non sappiamo se dovuto ad uno strascico dei problemi intestinali o per emotività e /o paura Prime due settimane: appena l'adottante apre la porta la gatta esce dalla cuccia e si nasconde in posti irraggiungibili, visibilmente impaurita Le tappe dell'inserimento Le tappe dell'inserimento Alla terza settimana però il comportamento della gatta inizia a cambiare: Mia ha cominciato a stare appollaiata sul bordo della finestrina, guardando fuori. Se la porta della casina veniva aperta con movimenti lenti lei rimaneva ferma,ma ancora non si faceva toccare. Si è quindi deciso (18/02/2014) di sostituire la porta in legno della casina con una rete da giardino, in modo che la gatta potesse guardare fuori e ricevere opportuni stimoli visivi, olfattivi, acustici Le tappe dell'inserimento La gatta appariva tranquilla e interessata all'ambiente esterno, ed è stato in questo momento che il proprietario ha cercato di passare un po' di tempo con lei durante i pasti, mantenendo una distanza di sicurezza che non la spaventasse. Alcuni giorni dopo è riuscito in alcune occasioni a farle una carezza, ma solo nei momenti in cui la gatta volontariamente si avvicinava a lui. Si è deciso quindi, dopo 4 giorni (22/02/2014), di trasferire la gatta in un recinto appositamente costruito nello spazio verde davanti alla casina, dove potesse muoversi liberamente e guardarsi intorno Le tappe dell'inserimento Anche in questo caso Mia si è dimostrata curiosa di ciò che la circondava e al tempo stesso calma. Non ci sono stati tentativi di fuga e sia il comportamento alimentare che quello eliminatorio sono stati regolari. È in questa nuova sistemazione che incontra per la prima volta Dodo: i due si annusano poi Dodo semplicemente la evita. Si è quindi deciso di liberare la gatta tre giorni dopo (25/02/2014). Inizialmente lei sale su un palo del recinto e rimane lì per diversi minuti, dopodiché esplora il territorio circostante per circa due ore, spingendosi fino al bosco. Alla fine torna sul portico dell'abitazione. Da quel giorno in poi viene collocata una cuccetta sul portico dell'abitazione e la gatta viene lasciata libera. La situazione attuale Col tempo la gatta ha imparato a usare la gattaiola presente sulla porta dell'abitazione e a entrare in casa inizialmente per mangiare. La gatta si è abituata gradualmente ai rumori di casa che prima la spaventavano (rubinetto dell'acqua, televisione). Attualmente (sono passati circa quattro mesi) la gatta dorme nella stessa stanza del proprietario e passa molto tempo in casa. È affettuosa con lui e ne cerca il contatto. Riguardo all'uso dello spazio esterno sa quali zone sono frequentate dai cani e quali no, riuscendo così a evitare i pericoli. La situazione attuale Durante le uscite effettua con alta frequenza attività predatoria a carico di piccoli roditori, piccoli rettili, uccelli e insetti, portando puntualmente la preda sulla soglia di casa. Per quanto concerne il rapporto con l'altro gatto di casa, all'inizio i due animali si sono ignorati, poi si sono gradualmente avvicinati fino a giocare insieme in alcuni momenti. Mia appare però un po' intimorita dalla differenza di dimensioni tra lei e Dodo. Da notare che cerca di appropriarsi della sua ciotola e dei suoi luoghi preferiti per il riposo. La situazione attuale Anche lo stato di salute è notevolmente migliorato: il pelo è completamente ricresciuto, non ci sono più stati problemi intestinali ed ha ripreso un po' di peso. Conclusioni Il caso di Mia rappresenta un esempio di come l'adozione del gatto di colonia sia a volte necessaria (soprattutto per motivi di salute) e possibile. Il risultato positivo di questo trasferimento è dovuto a molteplici fattori: socialità iniziale del gatto nei confronti del futuro adottante, seppure parziale; da notare che nella colonia si erano avvicendati vari volontari in passato, ma che con nessuno di loro la gatta aveva mai creato un legame né si era fatta avvicinare; presenza di molti elementi naturali nel nuovo ambiente di vita e assenza di gatti aggressivi; procedura d'inserimento graduale costituita da step successivi scelti in base all'osservazione del comportamento della gatta; capacità empatiche nei confronti dell'animale da parte del nuovo proprietario, che ha saputo osservare la gatta e rispettarne i tempi, senza mai forzarla né limitarla, arrivando così a stabilire con lei un legame di fiducia ed esclusivo che le ha permesso di adattarsi perfettamente al nuovo ambiente. Conclusioni Importanza di personalizzare ciascun progetto sulle caratteristiche individuali dell'animale che stiamo studiando. Se per Mia sono state necessarie tre settimane e mezzo di ambientamento, non è detto che per un altro gatto il tempo sia lo stesso, ma andrà stabilito in base all'osservazione del suo comportamento e ai segnali che il gatto inevitabilmente ci manderà: a noi spetta il compito di interpretarli nella maniera corretta (come è stato fatto dal proprietario con Mia) .