Indice dei prezzi al consumo_02.10.02

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ISTITUTO DI STATISTICA E MATEMATICA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI
“PARTHENOPE”
COMPITI DEGLI UFFICI COMUNALI DI STATISTICA
COSTRUZIONE DEGLI INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO:
ASPETTI RELATIVI ALLA RILEVAZIONE
Nella loro opera di rilevazione dei prezzi dei beni e/o dei
servizi inclusi nel paniere, gli Uffici comunali di statistica
dei Comuni capoluogo di Provincia devono, nel rispetto
della normativa vigente e seguendo le direttivi impartite
loro dall’Istat, predisporre i piani di campionamento, e
quindi:
-stabilire il numero di quotazioni per prodotto
-individuare nel territorio comunale le unità di vendita
-individuare in ciascuna di dette unità la referenza da
osservare mensilmente.
Prezzi al Consumo
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La rilevazione degli indici dei prezzi al consumo è
effettuata dagli Uffici comunali di statistica.
L’Istat cura solo la raccolta delle informazioni relative a
specifiche tipologie di beni e di servizi caratterizzati o
da prezzi comuni su tutto il territorio nazionale o da
particolari difficoltà di trattamento da parte degli Uffici
comunali di statistica.
Prezzi al Consumo
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Per migliorare la qualità della rilevazione, dalla seconda
metà degli anni novanta, si è cercato di riorganizzare le
attività, adottando procedure standardizzate, capaci di
assicurare il:
-trattamento omogeneo delle informazioni di base
-tempestivo ed automatizzato scambio dei flussi di dati tra
gli Uffici comunali e l’Istat.
Prezzi al Consumo
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Prezzi al Consumo
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L’Istat dal 1995 fornisce agli Uffici comunali di statistica
una procedura informatica per la gestione della
rilevazione dei prezzi al consumo, che copre tutte le fasi
dell’indagine:
-gestione degli archivi prodotti, unità di rilevazione,
rilevatori, marche, varietà
-stampa dei modelli di rilevazione
- data entry dei prezzi e dei metadati di corredo
-calcolo di indici medi elementari
-calcolo di indici aggregati
-produzione di report standard
-estrazione dei dati da trasmettere all’Istat.
Prezzi al Consumo
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L’adozione di questa procedura ha permesso di
migliorare sensibilmente la qualità dell’indagine,
riducendo i tempi per la diffusione degli indici.
È stato così possibile introdurre, senza gravare sulle
casse comunali, innovazioni metodologiche e di
processo, quali:
-l’utilizzo della media geometrica per il calcolo degli
indici elementari
-il passaggio all’indice concatenato di tipo Laspeyres
-la transizione dalla lira all’euro
Prezzi al Consumo
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Questa innovazione ha portato anche alla riduzione
dell’errore NON – CAMPIONARIO, attraverso
l’introduzione di numerosi controlli nella fasi di
immissione dei prezzi rilevati e di acquisizione dei
dati da parte dell’Istat.
Prezzi al Consumo
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Mensilmente, e per ciascun Comune, sono
registrate le quotazioni rilevate, le unità di
rilevazione e la loro composizione, i rilevatori, gli
appartamenti campionati per la rilevazione
trimestrale degli affitti delle abitazioni, le riduzioni
temporanee di prezzo, le mancate risposte, le
sostituzioni di prodotto nel complesso e quelle che
non hanno registrato alcuna variazione di prezzo, il
numero di errori e segnalazioni dei dati trasmessi
dai Comuni raggruppati in 9 tipologie.
Prezzi al Consumo
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Riportiamo le 9 tipologie di errore.
Tipo di errore
1 – Errore
Archivio ditte: tipo ditta, codice zona, Ateco; errore scrittura
archivi marche, varietà, rilevatori,; errore riscrittura ditta
2 – Errore
Ditta errata negli archivi mensili
3 – Errore
Diversa quantità o ditta senza segnalazione di sostituzione; non
segnalato tipo sostituzione effettuato
4 – Errore
Serie mancante nei mensili, bimensili, affitti o tariffe; prodotto
errato
5 – Errore
Serie non aggiornata
In tal modo si riesce ad avere un quadro esauriente di
elementi di valutazione sulla qualità della rilevazione
dei prezzi al consumo effettuata dagli Uffici comunali
di statistica dei 76 Capoluoghi di provincia che
partecipano mensilmente a detta rilevazione.
6–
Variazione superiore o inferiore alla soglia prevista nei mensili
Segnalazione
7–
Variazione superiore o inferiore alla soglia prevista nei bimensili
Segnalazione
8 – Errore
Variazione di prezzo in mese non di rilevazione
9 – Errore
Indice diverso nei mensili, negli affitti o nelle tariffe
Prezzi al Consumo
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Queste informazioni di tipo quantitativo sono
integrate con quelle acquisite dall’Istat, attraverso
i continui contatti che intercorrono durante tutte le
fasi dell’indagine con gli Uffici comunali.
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COSTRUZIONE DEGLI INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO:
ASPETTI RELATIVI AL DISEGNO DELL’INDICE
Tali contatti consentono all’Istat di monitorare
l’organizzazione di ogni singolo Ufficio comunale,
oltre che la tempestività e l’accuratezza nella
comunicazione dei dati.
Prezzi al Consumo
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Prezzi al Consumo
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Alla procedura di definizione della struttura
dell’indice dei prezzi al consumo si associano gli
aspetti relativi alla determinazione del paniere e alla
metodologia applicata, riferendosi all’indice per
l’intera collettività nazionale (NIC), che, per la sua
generalità e completezza costituisce l’indicatore di
riferimento per il sistema degli indici dei prezzi la
consumo (IPC).
I consumi finali individuali includono anche le spese
sostenute dalla Pubblica Amministrazione (PA) o dalle
istituzioni senza fini di lucro (ISP) per consumi finali
riferibili alle famiglie (medicinali, servizi medici,
prestazioni sociali).
Restano escluse tutte le spese per le quali non viene
pagato un corrispettivo monetario e per le quali viene
stimato un valore figurativo nei Conti Nazionali.
L’indice è riferito ai beni e servizi acquistabili sul
mercato ed esclude quindi tasse, contributi ed imposte.
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L’aggregato macroeconomico
al quale fa
riferimento il NIC sono i consumi finali individuali
delle famiglie residenti, originati da transazioni
monetarie effettuate sul territorio economico
italiano.
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Il dominio di riferimento del NIC non è riconducibile a
nessuno dei due aggregati dei consumi finali delle
famiglie, sui quali si basa il nuovo sistema di
Contabilità Nazionale.
Esso differisce dalle spese per consumo finale delle
famiglie per la presenza delle spese a carico della
PA o delle ISP e per l’assenza di spese imputate.
In accordo con le definizioni dell’European System
of National Accounts (ESA95) sono considerate
famiglie residenti le famiglie propriamente dette, le
persone che vivono nelle comunità (famiglie
istituzionali) ed i turisti stranieri.
Prezzi al Consumo
Prezzi al Consumo
È un sottoinsieme dei consumi finali individuali
effettivi, essendo escluse le transazioni non
monetarie (spese imputate).
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Prezzi al Consumo
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PROCESSO DI PRODUZIONE DEI COEFFICIENTI DI
PONDERAZIONE NAZIONALI
Il processo di produzione dei coefficienti di ponderazione nazionali
per il NIC si articola nelle seguenti fasi:
1. Stima dei consumi finali delle famiglie
2. Adattamento al dominio di riferimento del NIC
3. Ripartizione della spesa per voci disaggregate della
classificazione
4. Ripartizione delle voci di spesa tra le posizioni rappresentative
5. Indicizzazione della spesa per le posizioni rappresentative per
aggiornarla al tempo di riferimento
6. Determinazione dei coefficienti nazionali
Prezzi al Consumo
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STIMA DEI CONSUMI FINALI DELLE FAMIGLIE
Le stime fornite dalla CN sono provvisorie. Tuttavia, il
dato utilizzato, relativo all’anno precedente a quello di
riferimento dei pesi, al momento dell’utilizzo è già stato
oggetto di una prima sostanziale revisione e, di norma, i
successivi aggiustamenti non sono tali da alterare in
maniera significativa le proporzioni esistenti tra i differenti
consumi.
Prezzi al Consumo
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ADATTAMENTO AL DOMINIO DI RIFERIMENTO DEL NIC
Le stime dei consumi finali prodotte dalla Contabilità
Nazionale rappresentano la fonte principale per la
definizione del sistema di ponderazione degli indici dei
prezzi al consumo.
Ovviamente intervengono altre fonti, ma servono
unicamente a disaggregare la spesa fornita dalla CN, al
livello di dettaglio necessario al calcolo degli indici.
Le fonti secondarie sono utilizzate solo in termini relativi,
ossia come quota percentuale di spesa da attribuire a
ciascuna voce disaggregata, e non in termini assoluti.
Prezzi al Consumo
I consumi finali sono ripartiti in 360 voci che derivano
dall’incrocio tra le 54 macro – funzioni di consumo con le
101 branche della disaggregazione settoriale.
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Le definizioni adottate dalla CN per la costruzione dei
consumi finali delle famiglie non coincidono con il dominio
di riferimento degli IPC. Per questo occorre adattare i
consumi finali rettificandoli seguendo le definizioni e gli
scopi dell’IPC.
Sono così escluse sia le spese figurative (autoconsumi e
affitti imputati per i proprietari di appartamento) sia le
spese per i commerci illeciti (quali il contrabbando).
Prezzi al Consumo
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RIPARTIZIONE DELLA SPESA PER VOCI
DISAGGREGATE DELLA CLASSIFICAZONE
I dati di CN contengono anche le spese a carico della
PA o delle IPC per le prestazioni sociali. Ma non
tutte la prestazioni sociali rientrano nel computo
degli indici dei prezzi al consumo.
In particolare, rientrano nel campo di definizione di detti
indici:
1. Le spese per farmaci
2. Servizi medici
3. Cure balneari e/o termali
4. Case di cura private
5. Agevolazioni sui trasporti ferroviari e sui trasporti
pubblici locali
Prezzi al Consumo
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I primi tre livelli coincidono con la “Classification Of
Individual Consumption by Purpose” (COICOP), adottata
anche per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo.
Il primo livello di disaggregazione dell’indice complessivo è
chiamato Capitolo (12), il secondo livello Categoria (107), il
terzo Gruppo (38). Per i livelli inferiori si fa riferimento alla
terminologia Sottogruppo a 4 o 5 cifre.
Prezzi al Consumo
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Trasversalmente a tale classificazione, sono state
individuate le voci di prodotto (in totale 209) che
costituiscono il livello standard di pubblicazione degli indici,
in quanto derivano da una suddivisione esaustiva delle
stime di CN.
Tra gli altri, non rientrano nelle schema di
definizione:
1. i contributi per i trasporti dei militari
La suddivisione dell’indice in 209 voci di prodotto consente
anche la suddivisione tra beni e servizi e per i beni
l’ulteriore ripartizione tra alimentari, non durevoli,
semidurevoli, durevoli ed energetici.
2. i convitti ed i camping per i minori disagiati
3. l’assistenza sociale, socio – sanitaria integrativa
e per calamità naturale.
Prezzi al Consumo
Gli indici dei prezzi al consumo utilizzano una struttura
gerarchica di aggregazione, composta da cinque livelli.
Ulteriore vantaggio delle voci di prodotto è che esse sono
sostanzialmente stabili nel tempo e consentono un’analisi
delle serie storiche su un arco temporale pluriennale.
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Ciascuna delle 209 voci di prodotto rappresenta uno
strato
all’interno
del
quale,
attraverso
un
campionamento non probabilistico, vengono selezionate
una o più posizioni rappresentative.
La spesa attribuibile alla voce di prodotto viene
suddivisa tra le posizioni rappresentative prescelte,
attualmente in numero di 568.
Le posizioni rappresentative costituiscono il livello
minimo per il quale è attribuibile un peso. Così, l’indice
complessivo si ottiene come media aritmetica ponderate
degli indici delle posizioni rappresentative.
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Il paniere rappresenta la struttura di aggregazione più
elementare ed è formato da 930 prodotti o servizi.
Il più delle volte esiste una corrispondenza uno ad uno tra
posizione rappresentativa e prodotto del paniere, mentre
alcune posizioni sono composite.
Il passaggio dai prodotti componenti alla posizione
rappresentativa composita può avvenire, a seconda dei
casi, per media aritmetica ponderata di indici elementari,
per media geometrica di tali indici o con un procedimento
di selezione e perequazione (per i prodotti freschi
stagionali).
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RIPARTIZIONE DELLE VOCI DI SPESA TRA
LE POSIZIONI RAPPRESENTATIVE
A seguito della selezione campionaria operata, il
peso di ciascuna delle 568 posizioni non
corrisponde
all’effettivo
consumo
che
la
popolazione effettua di quel prodotto, ma alla
copertura campionaria che al prodotto è assegnata
nell’ambito della voce (strato) di appartenenza.
La ripartizione di dettaglio, attraverso cui si giunge alla
definizione delle 568 posizioni rappresentative e che, in
alcuni casi, consente di scendere fino al livello dei
prodotti, assume come punto di partenza le 360 voci di
consumi di Contabilità Nazionale.
Il numero dei prodotti selezionati per rappresentare una
voce aggregata dipende dalla rilevanza della spesa
della voce stessa.
Dove possibile, più è alto il valore della spesa maggiore
è il numero dei prodotti selezionati per rappresentarlo.
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La selezione della lista dei prodotti per la rilevazione dei
prezzi avviene in un periodo antecedente a quello della
determinazione dei coefficienti di ponderazione.
La raccolta di informazioni effettuata al momento della
costruzione del sistema dei pesi non produce effetti
immediati nella definizione del paniere mentre può
essere utilizzata per l’anno successivo.
In generale, anche con il ribasamento annuale, non è
opportuno inserire nel paniere degli IPC consumi
emergenti, ma solo situazioni che si sono già
consolidate nel tempo.
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Nella fase di costruzione dei coefficienti di
ponderazione è possibile effettuare solo qualche
aggiustamento marginale al paniere, ove risulti
indispensabile estendere la rappresentatività di una
voce.
In tal caso il nuovo prodotto viene inserito nella
rilevazione centralizzata dei beni e servizi effettuata
direttamente dall’Istat, in modo da acquisire una
esperienza specifica ed affinare la definizione.
Successivamente la rilevazione può essere trasferita ai
Comuni.
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La ripartizione della spesa di una voce tra i singoli beni o
servizi rappresentativi che la compongono viene effettuata
mediante l’utilizzo di fonti e stime diverse caso per caso.
Se non si può disporre di alcuna stima, la ripartizione
avviene utilizzando la spesa che era stata attribuita al
singolo prodotto nella base (anno) precedente, aggiornata
utilizzando l’indice dei prezzi al consumo.
Ciò equivale ad ipotizzare che nel periodo intercorso tra le
due basi le quantità consumate siano rimaste invariate e le
variazioni di spesa siano dovute unicamente a variazioni di
prezzo.
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La raccolta, l’aggiornamento e la ricerca di nuove
fonti rappresentano di gran lunga l’operazione più
dispendiosa e complessa dell’intero processo di
messa a punto della struttura di ponderazione degli
indici.
In ogni caso, questa operazione costituisce un
momento di verifica della rappresentatività del
paniere
e
fornisce
utili
indicazioni
per
l’aggiornamento dello stesso da effettuarsi l’anno
successivo.
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Indicizzazione della spesa per le posizioni
rappresentative per “aggiornarla”
al tempo di riferimento
Secondo la metodologia di calcolo degli indici a catena, il periodo
di riferimento dei pesi deve coincidere con quello immediatamente
precedente a quello di calcolo.
Per ciascuna posizione rappresentativa si moltiplica la spesa
stima nell’anno precedente per la variazione dell’indice dei prezzi
registrato tra dicembre dell’anno in corso e la media dell’anno
precedente.
Tutto nell’ipotesi che le quantità acquistate restino invariate.
Ipotesi plausibile, data la rigidità dei consumi nel breve periodo.
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Determinazione dei coefficienti nazionali
Il peso della posizione rappresentativa è dato, per ciascun
prodotto compreso nel paniere, dal rapporto tra spesa aggiornata
di ciascuna posizione rappresentativa ed il totale delle spese
aggiornate (moltiplicate per un milione).
La somma dei pesi delle singole posizione rappresentative
fornisce il peso di ciascuna sintesi di ordine superiore.
Il valore di un milione scelto come somma dei pesi è puramente
rappresentativo.
Per i coefficienti regionali si segue un schema analogo.
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