martedì 13 dicembre 2011 ore 21 Ridotto del Teatro Accademia Corale Vittore Veneziani Città di Ferrara direttore Giordano Tunioli Robert Schumann Fünf Lieder Op. 55 Sergej Rachmaninov Vespri Op. 37 : Come, let us Worship Bless the Lord, o my Soul Blessed is the Man Rejoice, O Virgin Benjamin Britten A Hymn to the Virgin Bruno Bettinelli O quam suavis est, Domine Igor Stravinskij Pater Noster Brani della tradizione natalizia La produzione per coro di Robert Schumann resta ancor oggi pressoché inesplorata e, soprattutto in Italia, molto raramente proposta all'ascolto. Si tratta tuttavia di un capitolo importante nell'esperienza creativa del compositore, in grado di accogliere attimi di sublime ispirazione, accorata poesia e autentica originalità musicale. I Fünf Lieder Op. 55 nascono nel 1846 durante il soggiorno a Lipsia, destinati all'arricchimento del repertorio delle società corali tedesche, cui Schumann si dedicò sempre con fecondo interesse. In queste pagine, banalmente etichettate d'occasione, la temperie varia dal brioso tono popolare al lirismo inquieto e problematico, in un perfetto equilibro tra concessione alle contingenze eventuali ed ardito fervore sperimentale. Nel Novecento la tecnica corale a cappella godette di una rinnovata fortuna, in linea con la riscoperta del repertorio gregoriano, memoria atavica sottesa al retroterra musicale europeo. Sergej Rachmaninov compose i Vespri Op. 37 nel 1915, nella Russia alle soglie della Rivoluzione d'Ottobre, al ricordo di Stepan V. Smolenskij, musicologo, maestro di coro e direttore della Scuola sinodale di canto sacro. Una profonda meditazione religiosa prende le mosse dai ricordi dell'infanzia, elaborati in una sinergia di spunti tratti dalla liturgia russa, ucraina, greco-ortodossa, e melodie originali ispirate al canto liturgico di tradizione. Ne risulta una preghiera universale ed astorica, dove l'equilibrio delle parti, i dosaggi dinamici, le antinomie timbriche concorrono a creare una solenne atmosfera di raro incanto e bellezza. A Hymn to the Virgin è opera del diciassettenne Benjamin Britten. Fu composta nel 1930, anno della sua ammissione al Royal College of Music di Londra, due anni prima della Sinfonietta per orchestra da camera op. 1 che lo impose all'attenzione del pubblico e della critica. La struttura antifonale del canto – al testo inglese risponde in eco il verso latino – rimanda alla tradizione devozionale inglese, nell'ottica di una concezione “democratica” e comunitaria della musica: l'apertura della pratica musicale anche a giovani e dilettanti costituirà la cifra caratteristica di tutta l'opera di Britten. Del contemporaneo Bruno Bettinelli sarà proposta O quam suavis est, Domine. Classe 1913, Bettinelli accolse l'eredità della “Generazione dell'Ottanta”, responsabile dell'inserimento del panorama musicale italiano nel contesto dell'Avanguardia europea. Come i suoi predecessori (i “neomadrigalisti” Casella, Malipiero, Pizzetti) egli partì da posizioni neoclassiche per poi lanciarsi nell'esplorazione delle istanze più innovative: approcciò l'universo atonale, dodecafonico, aleatorio, riletti alla luce di un mai celato legame con le grandi conquiste del passato. Quantitativamente alquanto marginale la produzione sacra di Igor Stravinskij, per lo più concentrata nell'ultimo decennio di vita; all'esiguità numerica si accompagna tuttavia un intimo ed intenso coinvolgimento legato al personale cammino di fede. Nel 1926, a 44 anni, Stravinskij si riaccostò alla fede ortodossa grazie alla frequentazione parigina del salotto dell'illustre filosofo cattolico Jacques Maritain. Pater Noster (Otche nash) fu composta proprio nel '26, in occasione dei settecento anni dalla morte di S. Francesco, e rivela una profonda consapevolezza nell'accostamento al tema sacro. Lo stile omofonico è austero e grave, costruito su armonie tradizionali o evocative della tradizione russa; un gioiello di luce e serenità incastonato nel tessuto policromo e multiforme dell'eclettico stile stravinskijano. (Annalisa Lo Piccolo) L’Accademia Corale “Vittore Veneziani” Città di Ferrara è stata fondata nel 1955 da Vittore Veneziani, già direttore del coro del Teatro alla Scala, da Renzo Bonfiglioli e da Mario Roffi, che ne fu attivissimo presidente per quarant’anni. E’ stata successivamente diretta dai maestri Emilio Giani, Pierluigi Calessi, Giuseppe Bonamico, Stefano Squarzina e attualmente dal maestro Giordano Tunioli (compositore e didatta, per anni docente e direttore del Conservatorio Frescobaldi e del Coro Ferrara Musica, protagonista di numerose produzioni liriche dirette da Claudio Abbado). L’Accademia si propone la diffusione della musica corale in ogni sua espressione, tramite un repertorio vastissimo: le principali composizioni polifoniche classiche a cappella, opere con orchestra (Mozart, Faurè, Brahms, Vivaldi, Rossini, Haendel) e alcune incisioni discografiche, tra cui quelle della “Missa Hercules Dux Ferrariae”di Des Près e dei “Canti Spirituali d’Israele” raccolti ed armonizzati da Veneziani. Ha effettuato centinaia di concerti in Italia ed in molti paesi europei, negli Stati Uniti d’America ed in Israele. Ha inoltre conseguito premi e riconoscimenti in concorsi corali a Verona, Vittorio Veneto, Barcellona e Rimini.