R EGGIO I NIZIATIVE C ULTURALI Viale Umberto 1° n. 5 - 42123 Reggio Emilia - Tel. 0522 420804 – Fax. 0522 453896 sito web: www.reggioiniziativeculturali.com / e-mail: [email protected] Giovanni Battista Martini Il Maestro di Musica Don Chisciotte una coproduzione KALEIDOS / TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA due intermezzi buffi inediti con i disegni per la scenografia realizzati da DARIO FO LAURA POLVERELLI - mezzosoprano ALDO CAPUTO - tenore MATTEO BELLI - mimo Regia GABRIELE MARCHESINI ACCADEMIA DEGLI ASTRUSI FEDERICO FERRI - direttore 1 R EGGIO I NIZIATIVE C ULTURALI Viale Umberto 1° n. 5 - 42123 Reggio Emilia - Tel. 0522 420804 – Fax. 0522 453896 sito web: www.reggioiniziativeculturali.com / e-mail: [email protected] Il lascito di un musicista dei giorni nostri di Elisabetta Pasquini «Gran musagete italiano»: con tale appellativo veniva ricordata, ancora in vita, la figura di padre Giambattista Martini (1706-1784). La fama di colui che agli occhi del mondo poteva fregiarsi dell’altisonante epiteto di ‘guida delle Muse’ si era costruita nel tempo con l’attività di musicografo, didatta e compositore, ch’egli esercitava con la consaputa acribia e abnegazione nel convento bolognese di S. Francesco, ove risiedette per la gran parte della propria vita. Il miglior biglietto da visita che Martini esibiva agli occhi del mondo erano anzitutto le sue opere a stampa, musicali e non, che gli garantivano notorietà e apprezzamenti anche oltre le mura del convento, veri e propri doni propiziatori grazie ai quali rinsaldare i rapporti con principi e prelati e con l’élite culturale di tutt’Europa. Del pari, il nome di padre Martini si riverberava anche grazie ai musicisti che a lui si rivolgevano per apprendere i rudimenti o perfezionarsi in composizione o contrappunto, i tanti allievi – presumibilmente più di un centinaio – ch’egli seguiva con quella bontà e generosità di carattere che tutti gli riconoscevano, e che con orgoglio amavano poi fregiarsi del titolo di suoi discepoli. Accanto ai nomi dei più noti Johann Christian Bach, Wolfgang Amadé Mozart e Niccolò Jommelli, figurano anche musicisti assai meno celebrati che giungevano a Bologna da tutt’Europa per svolgere il tirocinio compositivo sotto la guida del Francescano. Sopra ogni altra cosa, la figura di padre Martini è oggi cara a studiosi e appassionati di musica per l’avidità e la bravura con cui seppe raccogliere e custodire un’ingente quantità di cimeli musicali, gli indispensabili strumenti di ricerca di cui si giovava il dotto storiografo e bibliografo della musica, in un’epoca in cui le biblioteche pubbliche erano assai poche e i repertori bibliografici pressoché inesistenti. Ma non si deve dimenticare che a suoi tempi padre Martini era noto e apprezzato anche e soprattutto come compositore; fanno parte del suo catalogo numerosissime opere, in gran parte manoscritte, perlopiù legate al magistero di cappella in S. Francesco (ossia messe, mottetti, arie, cantate, oratorii, ma anche intermezzi, canoni, canzonette e musica strumentale). 2 R EGGIO I NIZIATIVE C ULTURALI Viale Umberto 1° n. 5 - 42123 Reggio Emilia - Tel. 0522 420804 – Fax. 0522 453896 sito web: www.reggioiniziativeculturali.com / e-mail: [email protected] BERSAGLIO DI SIMPATIA ovvero il melodramma per il Padre di Piero Mioli Incredibile a dirsi, il maestro del contrappunto e della dottrina musicale fu anche umorista e anche operista. Operista in età nemmeno troppo giovanile, se le cinque piccole opere conservate risultano composte all’incirca fra il 1726 e il 1746. Giambattista Martini attese all’Azione teatrale nel 1726, alla Dirindina nel ’37, all’Impresario delle Canarie nel ’44, al Maestro di musica e al Don Chisciotte nel ’46; e quasi alla chetichella, a modo suo proprio, alla maniera in fondo giusta di un frate tanto dotto quanto umile e disponibile, buttò la sua fresca parolina nel grande libro del melodramma del ’700. Melodramma? opera seria? dramma giocoso? opera buffa? Macché. Quando decise di dedicarsi al teatro, l’autore di tanta musica sacra e strumentale si divertì a trafficare con l’intermezzo, la farsetta, la commediola di due o tre voci appena; al certo fine di mettere alla berlina le convenzioni, le mattane, i vizi, le cosiddette volgarità del popolarissimo genere. L’avevano fatto un musicista letterato come Benedetto Marcello e un virtuoso del cembalo come Domenico Scarlatti, l’avrebbero fatto operisti a tempo pieno come Jommelli e Donizetti, e lo fece anche lui. Nel Maestro di musica cantano Tamburlano (tenore) e Olimpino (contralto, senza dubbio maschile), che sono un maestro che ha consegnato armi e bagagli alla nuova scuola del virtuosismo e un allievo nostalgico dell’espressione all’antica: insomma un vecchio Pistocchi e un giovane Bernacchi esteticamente e stilisticamente scambiati, protagonisti di una commediola allora senza dubbio ben profumata di divertita attualità. A illuminar la quale bastino pochi esempi: nella prima scenetta lo stile del recitativo sarà accompagnato anche per via dei singolari vocalizzi di Olimpino, che vanno “a battuta” e soprattutto sono assai più cromatici della media; e l’aria “Qualche arietta balzana” di Tamburlano, brillante Vivace in Sol maggiore, sulla sillaba tonica della terza parola abbonda di melismi, di ampi e appunto balzani intervalli e infine di virtuosistiche, meccaniche, parodistiche terzine. Intonando il Don Chisciotte, Martini escluse la solita coppia di soprano e basso comico, e ancora richiese (o fu invitato a richiedere) a un tenore e un contralto, anche per rendere Nerina più scuramente aggressiva e Chisciotte più chiaruccio, debole, vulnerabile. Lo strumentale è notevole, fin dalle introduzioni e alle code di certi pezzi che s’allungano più del consueto, ma anche la scrittura del tenore brilla per vaga ornamentazione e quella del contralto per forza, per pugnacità, per bellicosa energia. La sua aria non canta “Son guerriera”? e non affonda fin da subito la voce al Sol grave? Sì, e così, oltre alla singolarità della scelta timbrica, spicca nella partiturina l’eterna voglia di far strame o parodia del povero dramma serio. Dove Padre Martini non poteva neanche sognarsi la parodia, era solo nell’abuso dell’omoritmia del canto, allora frequentissimo: questo no, per un contrappuntista del suo calibro era troppo, e nei duetti, pur non mettendo le voci in chissà quale precipizio di fuga, preferì eventualmente la schiettezza del dialogo, dell’andamento per botta e risposta. In possibile accordo, chissà, con qualche spiritoso 3 R EGGIO I NIZIATIVE C ULTURALI Viale Umberto 1° n. 5 - 42123 Reggio Emilia - Tel. 0522 420804 – Fax. 0522 453896 sito web: www.reggioiniziativeculturali.com / e-mail: [email protected] confratello capace di cantare da musico (magari alto), da tenore, da basso e certo anche da basso comico ovvero buffo. 4