Prove Strumenti a cura di Walter Ferreri Celestron NexStar SLT C on un imballo di cartone formato 24x43x97 cm e pesante 12 kg, riceviamo il Newton computerizzato Celestron NexStar SLT da 114 mm di diametro e 1000 mm di focale. Si tratta di uno strumento compatto e di uso semplice, che secondo la visione del costruttore dovrebbe essere un telescopio di prima scelta; un primo gradino per chi desidera un telescopio computerizzato. Aperta la confezione, troviamo subito una busta con il manuale originale inglese, quello in italiano e due CD relativi al Software The Sky e al controllo dello strumento tramite PC. Il manuale è molto completo e chiaro. Lo strume n t o Per mettere in posizione lo strumento, abbiamo iniziato dal treppiede allungabile, che, con nostra lieta sorpresa, risulta già montato sulla sua montatura. La base di questa montatura è a soli 63 cm dal suolo, con il treppiede alla minima altezza. L’ingombro di 62 cm di lato. Alla massima altezza la base della montatura è a 109 cm dal suolo e l’ingombro raggiunge i 97 cm di lato. Le gambe del treppiede sono in acciaio tubolare e forniscono una buona stabilità, in relazione allo strumento che devono sostenere. Le tre gambe sono tenute insieme da tre distanziatori sopra i quali appoggia il piatto porta-accessori di forma triangolare. La montatura altazimutale a braccio singolo si presenta molto compatta e con una bolla sferica sopra una delle gambe. Il tubo appare molto compatto, e tale caratteristica rende lo strumento facilmente trasportabile. Questo tubo ha un insolito colore grigio scuro e una lunghezza di soli 48 cm, comprese le viti di re- 1. Visione generale del 114 computerizzato Celestron NexStar 114SLT, molto compatto e pratico da usare. 1 www.orione.it Consultate l’elenco delle prove di strumenti astronomici pubblicate su Nuovo Orione nella pagina Indici Generali dell’area La Rivista del sito internet di Nuovo Orione. Nell’area Servizi on line, la pagina Vetrina riporta i link ai siti dei maggiori importatori e produttori di strumentazione astronomica in Italia, per consultare cataloghi, informarsi sui prodotti, conoscere le novità del mercato. 58 ORIONE 171 AGOSTO 2006 golazione della cella del principale. Il diametro è di 14 cm. Il tappo che protegge gli specchi dagli agenti atmosferici ha un’apertura minore da 6 cm. Lo specchio secondario con la sua cella ha un diametro di 42 mm, che porta a un fattore di otturazione di 0,37. Un valore elevato, spiegabile con il forte rapporto di apertura del primario (la cui focale primaria è di mezzo metro scarso). Occorre infatti dire che alla focale di 1000 mm si arriva con l’introduzione di un sistema negativo, sistemato tra l’oculare e lo specchio secondario, esattamente nella parte anteriore del tubo di messa a fuoco. Le tre barre di sostegno della cella del secondario sono delle barre filettate da 3,5 mm di diametro. L’interno del tubo è ben annerito; tutte le parti delle viti e i dadi interni sono stati tinteggiati con vernice nera opaca. Lo specchio principale, che dimostra un’alta riflettività, è tenuto in posizione da tre linguette a 120°. Il fuocheggiatore è per oculari da 31,8 mm e ha una corsa di 4,5 cm: un valore normale per il tipo di strumento. Il movimento è morbido e regolare. Con l’oculare in do- Prove Strumenti 2 2. La montatura altazimutale a braccio singolo si è rivelata robusta e adeguata allo strumento che deve sostenere e proponibile anche per apocromatici corti sugli 80 mm di diametro. 3 3. La pulsantiera, di forma ergonomia e molto completa per comandi e informazioni. 4. La bolla sferica per la messa in piano. Come si vede, qui è ancora da centrare. tazione di focale maggiore e con il fuocheggiatore tutto estratto, la messa a fuoco minima giunge al sorprendente valore di 8 m. Questo è dovuto all’azione moltiplicatrice del sistema negativo, che raddoppia gli effetti della corsa del fuocheggiatore. In prima approssimazione, è come se tale corsa fosse di 9 cm. Vicino al fuocheggiatore troviamo l’attacco a coda di rondine per il cercatore Starpointer. Questo è uno del tipo a proiezione di una piccola macchia rossa, alimentata da una batteria a pastiglia. Anche l’attacco del tubo principale alla montatura è a coda di rondine. Qui, una vite con la testa in plastica assicura una presa sicura. Appena montato il tubo sulla montatura, può venire la tentazione di muoverlo, ma non fatelo! Come insegna il manuale, questo NexStar si muove esclusivamente tramite i motori, azionabili dalla pulsantiera. Questa operazione è molto facile da svolgere: basta accendere il telescopio e usare i tasti direzionali della pulsantiera, ignorando in questo caso i messaggi che compaiono sul display. Naturalmente, per un uso appropriato, questo telescopio va usato con il computer, altrimenti non soltanto si rinuncia al puntamento automatico, ma anche al moto orario (e lo strumento è altazimutale…). Il computer sotto esame Purtroppo, finora, il tallone d’Achille dei telescopi computerizzati, in barba a quanto dichiarato a gran voce dai costruttori/importatori, sono stati l’inizializzazione 4 CARATTERISTICHE TECNICHE • diametro utile dichiarato: 114 mm; • lunghezza focale dichiarata: 1000 mm; • fattore di otturazione: 0,37; • potere risolutivo teorico a 560 nm: 1,1”; • potere risolutivo su stelle doppie con secondaria di 3 magnitudini più debole: 2,4”; • magnitudine limite visuale: 11,7; • ingrandimento massimo utile per l’osservazione planetaria: 167x; • peso: 8 kg. del computer e il suo utilizzo. Abbiamo voluto verificare se, in questo caso, si è finalmente raggiunta quella facilità d’uso auspicata da molti. Secondo noi, questo aspetto riveste un’importanza tale da condizionare l’acquisto dei telescopi computerizzati per una grande percentuale di appassionati. È per questo che a tale aspetto abbiamo voluto dedicare più attenzione che non all’ottica stessa. In questo senso, il manuale è di grande aiuto, in quanto completo e chiaro. La prima parte che abbiamo esaminato è stata la pulsantiera. Questa ha una forma ergonomica ed è dotata di uno schermo a cristalli liquidi in due righe retroilluminate. È dotata di tasti direzionali e di tasti di accesso ai ca- 59 ORIONE 171 AGOSTO 2006 taloghi per un numero totale di 4000 oggetti in memoria. La pulsantiera “dialoga” con il telescopio tramite un cavetto dedicato, il cui attacco è alla base del braccio della montatura. Tra gli accessori in dotazione, figura un porta-pulsantiera, che si collega in modo molto pratico a una qualsiasi delle gambe. Per puntare gli astri, il telescopio deve essere allineato con alcuni oggetti celesti, sia stelle che pianeti o addirittura anche la Luna o il Sole. La modalità di allineamento che appare più allettante per il neofita è quella definita Sky Align. Scegliendo questa opzione, occorre fornire al telescopio data, ora e località di osservazione. In seguito – ed è questa la cosa più simpatica per l’inesperto – basta semplicemente puntare il telescopio su tre oggetti luminosi visibili a occhio nudo. Altre modalità sono l’Auto Two Star Align, dove l’utente deve puntare la prima stella di allineamento, mentre il NexStar sceglie automaticamente la seconda. Noi abbiamo iniziato scegliendo l’opzione Sky Align, proprio perché la riteniamo più indicata per i potenziali clienti di questo strumento. Per prima cosa, abbiamo inserito nelle apposite sedi 8 batterie a stilo tipo AA (lo strumento è alimentabile anche con un trasformatore a 12 V), quindi abbiamo messo lo strumento in bolla e infine acceso Prove Strumenti 5 TELESCOPIO CELESTRON NEXSTAR SLT • Che cosa ci è piaciuto di più: la reale facilità dell’uso del computer. • Che cosa ci è piaciuto di meno: l’impossibilità di muovere il tubo a mano. l’interruttore. Abbiamo quindi seguito le indicazioni, davvero molto chiare, riportate sul manuale. Alla fine, dopo un po’ di Enter e un Align finale, abbiamo selezionato gli oggetti che volevamo puntare, e lo strumento graziosamente ce li ha portati nel campo di veduta (con l’oculare in dotazione da 25 mm, 40x), con un rumore non fastidioso e in tempo breve. Gli oggetti non sono stati centrati proprio esattamente, ma erano in campo e questa è la cosa fondamentale. È davvero piacevole vedere che il telescopio si dirige automaticamente sull’oggetto selezionato! Il computer prevede anche una modalità Tour, con la quale si ha una lista degli oggetti più belli e luminosi tra quelli visibili nella data e ora di osservazione, naturalmente per il sito indicato. Premendo Info, è possibile leggere le informazioni relative all’oggetto visualizzato. A questo punto, basta premere Enter per puntare automaticamente l’oggetto. Con il tasto di scorrimento Down si visualizza l’oggetto successivo del “giro turistico”. 5. Visione anteriore dello strumento completo di tappo. 6. La crociera a tre barre e lo specchio principale parabolico. 7. Ecco come si presenta il focheggiatore quando è completamente estratto. 8. Il cercatore è del tipo Starpointer, molto leggero. Ovviamente, consente di puntare solo ciò che è visibile a occhio nudo. 6 La resa ottica Dopo aver verificato l’affidabilità e la semplicità d’uso del computer, siamo passati a esaminare la resa ottica. La configurazione ottica di questo strumento non ha goduto di grande credito in passato, in quanto forniva una resa ottica inferiore a quella di cui era capace il 114/900, ovvero la versione priva di complesso negativo prima del fuoco. Abbiamo però cercato di iniziare la prova scevri da questo pregiudizio, per non farci influenzare negativamente. Per prima cosa, abbiamo verifica- 7 8 60 ORIONE 171 AGOSTO 2006 to un’immagine stellare, in base alla quale lo strumento è risultato centrato. L’esame dell’immagine stellare in intra ed extrafocale è risultata incoraggiante, con un’aberrazione sferica ridotta, anelli regolari e contenuta quantità di luce Prove Strumenti 9 9. Gli oculari in dotazione dono un 25 e un 9 mm; focali entrambe utili. 10. Le batterie da 1,5 V (non fornite) nel loro alloggiamento, nella base della montatura. 11. La targhetta presente sotto il fuocheggiatore fornisce i dati principali dello strumento. 10 diffusa. Anche la scomparsa della luce è risultata quasi istantanea con la lama di Foucault, mentre il reticolo di Ronchi ha indicato una correzione nel piano focale fra 1/3 e 1/4 di lambda: un valore incoraggiante. Siamo poi passati a esaminare Saturno, che splendeva già piuttosto basso nel cielo nord-occidentale. Con l’oculare in dotazione da 9 mm (111x), l’immagine era molto nitida. Abbiamo poi sostituito l’oculare di corredo con uno da 7 mm (143x), che forniva un’immagine più dettagliata e abbastanza contrastata. Si notava la fascia equatoriale più chiara, l’incupimento della regione polare e la divisione di Cassini. L’uso di un 6 mm (167x) non forniva un’immagine migliore, ma occorre ricordare che il pianeta brillava basso. Purtroppo, anche con Giove, annidato nella Bilancia, le cose non anche notare il bordo abbastanza nitido del pianeta. Sulle stelle doppie, osservando ben alti sull’orizzonte, abbiamo trovato più utile come potere quello di 167x; siamo convinti da quanto visto su Giove e Saturno che questo sia il massimo ingrandimento utile utilizzabile sui pianeti se il seeing è favorevole e se la loro altezza sull’orizzonte è di almeno 35°. Dalle nostre considerazioni, con questo telescopio dovrebbero essere separabili doppie da 2,4”, se il divario in magnitudini è di 3 valori. Ma noi onestamente non siamo riusciti a distinguere le componenti di Delta Cygni, le cui due stelle sono proprio a 2,4” una dall’altra, mentre le relative magnitudini sono di 2,9 e 6,3. Occorre dire, a giustificazione dell’insuccesso, che il divario supera, sia pure di poco, le tre magnitudini. Abbiamo invece separato Epsilon Lyrae, la doppia-doppia che – quando è visibile – inseriamo sempre nelle nostre prove, in quanto ci indica anche l’eventuale presenza di astigmatismo, un’aberrazione che è risultata trascurabile con questo strumento. Per gli oggetti deboli c’è poco da dire, dal momento che la loro visibilità dipende quasi esclusivamente dall’apertura; in una notte in cui il limite a occhio nudo era situato fra la 4a e la 5a mag., la planetaria M57 mostrava il “buco centrale” (a 111x), mentre del globulare M13 si iniziavano a vedere le stelle (a 143x). Giudizio fi na l e sono andate molto meglio, anche se lo abbiamo esaminato durante il transito in meridiano. Per questo pianeta, il potere che si è dimostrato più vantaggioso è stato quello di 143x. Era interessante notare come i satelliti galileiani fossero ben nitidi con questo potere e come sul disco di Giove fosse visibile l’ovale della Grande Macchia Rossa, il cui interno era di tonalità biancastra. Interessante Complessivamente, la resa ottica di questo telescopio è risultata superiore a quella dei 114/1000 provati in precedenza; ci fa piacere notare che in questo vi è stata un’evoluzione. Per la parte computerizzata, effettivamente dobbiamo riconoscere che – oltre a essere affidabile – l’uso è piuttosto semplice e alla portata di tutti. Soprattutto dopo le prime volte, usarlo diventa divertente. Agli acquirenti di questo riflettore consigliamo l’integrazione con un oculare che fornisca un potere fra le 70 e le 80 volte e con un altro fra i 7 e i 6 mm, veramente ottimo per le osservazioni planetarie. Si ringrazia l’importatore ufficiale, l’Auriga di Milano, per aver messo a disposizione l’esemplare esaminato, il cui prezzo di listino, è di ❐ ? 499,00. 11 61 ORIONE 171 AGOSTO 2006