Le acque marine
Le acque marine coprono circa il 75% della superficie terrestre (360
Milioni di kmq su 510 Milioni)
Sono convenzionalmente divise in tre Oceani (Pacifico, Atlantico,
Indiano, con profondità media di 4000 km) che a loro volta vengono in
parte divisi in mari, cioè in zone marine più ridotte in superficie e in
profondità:
• Mari costieri: le parti di oceano che bagnano una costa (es. Mar
di Toscana, Mar di Norvegia)
• Mari mediterranei: le acque marine circondate quasi
completamente da terre emerse e con ridotta comunicazione
con l'oceano da cui dipendono (es. Mar Mediterraneo Romano
(il nostro), Mar Rosso, Mar Baltico)
• Mari chiusi: oggi definiti laghi, sono zone marine che hanno perso la comunicazione con
l'oceano (es. Mar Caspio, Mar Morto)
Si definiscono:
• Golfo, baia, insenatura: parti di mare (via via sempre meno estese) che sono circondate
da due parti da terre
• Stretto: zona di mare tra due terre emerse vicine
(generalmente poco profonda e più lunga che larga: Stretto di
Messina, di Gibilterra…)
• Fossa: depressione lunga e stretta che come un solco parte
dal fondo del mare scendendo fino a profondità doppie o
triple (es. Fossa delle Marianne, 11.000 km, fossa dello Ionio
4300 m, vedi il batiscafo Trieste)
•
Istmo: sottile striscia di terra che divide due mari/oceani
(istmo di Panama..)
• Penisola: lingua (lunga e sottile) di terra che si incunea nel
mare; promontorio: piccola penisola montuosa; capo: punto
estremo del promontorio o penisola
L’origine
Derivano dalle piogge primordiali che miliardi di anni fa caddero sulle prime caldissime rocce che
formavano la prima, sottile, crosta terrestre. L'acqua e parte dei sali (Cloro, Fluoro, Zolfo..) deriva
dai vapori dei vulcani mentre il resto (Sodio, Calcio...) è stato eroso dalla superficie per l'azione
delle gocce e del ruscellamento (scorrimento delle acque sulla superficie).
La composizione
Il sale marino è composto al 75% di NaCl (Cloruro di Sodio) mentre nella parte rimanente sono
presenti, in tracce o in percentuali sensibili, tutti gli elementi chimici terrestri.
Mediamente la salinità è del 35‰ (35 grammi di sale in 1 litro di acqua): essa è fortemente
influenzata dal calore (fa aumentare l'evaporazione e quindi la salinità) e dall'apporto fluviale
(diminuzione). I fiumi trasportano anche quantità variabili (composizione e percentuale) di
sostanze di origine naturale (limo..) o da attività umane (detersivi, idrocarburi..) che possono far
variare considerevolmente la composizione delle acque alla foce anche per decine di km. A loro
volta le acque marine possono "entrare" nei fiumi per decine di km quotidianamente a causa delle
maree o episodicamente (ogni tanto..) durante le magre estive.
Nota
Con il termine sale si indica popolarmente il Cloruro
di Sodio che viene estratto da millenni utilizzando le
saline (vedi quelle di Cervia), sistemi di vasche
comunicanti e poco profonde dove l'acqua di mare
veniva fatta evaporare separando il Cloruro di Sodio
dagli altri sali (più "amari" e poco commestibili).
Tipicamente veniva utilizzato per conservare le carni
e il pesce ma anche per la concia delle pelli.
Il colore
L'acqua è trasparente ma se il suo spessore aumenta tende
ad assumere una colorazione azzurra. Il colore normale è
quindi l'azzurro ma la presenza di alghe microscopiche
tende a dare una nota di verde. Le alghe dipendono dalla
quantità di "terra" presente, cioè dalla quantità di
elementi minerali “nutrienti” portati dai fiumi o,
soprattutto, dalle correnti verticali che nelle zone polari
portano verso la superficie parte del limo (fango…) del
fondo: se questi materiali nutrienti sono abbondanti si
parla di “eutrofizzazione”, cioè di una situazione che
porta ad un eccessivo sviluppo di alghe.
Quindi tipicamente i mari freddi sono verdi e quelli
caldi azzurri.
Alcuni mari hanno nomi "colorati" per motivi
particolari:
• Mar Rosso: per la presenza di alghe
microscopiche rossastre
• Mar Giallo: per la grande quantità di limo
giallastro portato dal Fiume Giallo
• Mar Nero: per i riflessi del fondale ricco di fanghi scuri
• Mar Bianco: per la presenza in superficie di numerosi cristallini di ghiaccio
Naturalmente questi mari non sono poi così colorati, hanno solo dei riflessi, in particolare se si
guarda lontano (direzione dello sguardo quasi parallela alla superficie)
Nota
La pescosità è legata al colore: infatti i mari verdi e freddi danno nutrimento a (relativamente)pochi
pesci come numero ma molti come quantità. Vi si pescano acciughe, merluzzi (vedi) e sardine (le
tre varietà largamente più importanti per l'umanità). Nei mari azzurri e caldi si trovano moltissimi
pesci come tipo ma relativamente pochi come numero totale: l'unico pesce importante a livello
globale è il tonno.
Fondamentalmente la temperatura
delle acque superficiali dipende dal
riscaldamento solare, quindi
varieranno progressivamente dal
caldo delle acque tropicali
(temperature mai inferiori ai 25°C e
massime superiori ai 30°C) al freddo
di quelle polari (vicine allo 0 tutto
l'anno)
Tipicamente le temperature degli
oceani variano poco nelle varie
stagioni (circa 5°C) mentre nei mari
mediterranei è molto forte l'influsso
delle temperature delle terre
circostanti (se sono calde è piò caldo, se fredde più freddo) e della stagionalità
Il Mediterraneo Romano (zona calda) ha massime di 28-30
°C e minime di 8) mentre l'Oceano Atlantico che bagna le
coste spagnole o francesi ha temperature che oscillano di
qualche grado attorno ai 15°C.
La temperatura superficiale è fondamentale per il
riscaldamento degli strati di aria superficiale, il loro
arricchimento di acqua (umidità) per evaporazione e la
conseguente genesi (cioè creazione) del vento e dei
successivi fenomeni atmosferici.
Nota
Le temperature diminuiscono lentamente scendendo sotto la
superficie fino ad uno strato (termoclinio) al di sotto del quale cambiano bruscamente divenendo
praticamente uguali in tutto l'oceano. La profondità del termoclinio cambia da zona a zona e da
stagione a stagione, ma sostanzialmente di può dire che al di sotto dei 500 m la temperatura degli
oceani sia la stessa (e gli stessi gli animali che li popolano).
Il popolamento
Le acque marine sono popolate da una infinità di viventi animali e vegetali.
I vegetali vengono generalmente denominati alghe e sostanzialmente sono presenti fin dove arriva
una quantità sufficiente di luce solare, cioè generalmente a profondità inferiori ai 20 m.
Possono essere bentoniche (cioè attaccate al fondale, come le posidonie (vedi) o
le grandi laminarie) flottanti
(cioè galleggianti) come il
sargasso oppure (e sono la
quantità maggiore) planctoniche,
cioè microscopiche.
Gli animali per comodità
vengono suddivisi in planctonici
(ovvero quelli microscopici,
come gli unicellulari o le uova di
molti altri), bentonici (ovvero
abitanti del fondo, come i granchi o le sogliole) e
nectonici (ovvero nuotatori che vivono tra il fondo
e la superficie, come cefali, squali o delfini.
Ovviamente all'interno di queste classificazioni "di
posizione", si possono poi utilizzare le
classificazioni per classe (es. pesci, artropodi (crostacei), mammiferi, rettili..)
.Una divisione abbastanza netta si ha poi tra le specie abissali e quelle superficiali.
• Abissali: oltre i 500 m di profondità tutti gli oceani presentano
sostanzialmente le stesse caratteristiche: gli animali che vi vivono
sono quindi gli stessi: tipicamente senza occhi (non servono) e con
olfatto sviluppatissimo (però alcuni con organi luminosi e quindi
occhi in grado di localizzarli..); in genere vivono nutrendosi di ciò
che "cade" dalla superficie (pesci morti..) ma anche (vedi il
Cauliodo a dx) predatori..
• Non abissali: sono tutti quelli che conosciamo e variano anche
notevolmente da zona a zona, specie in relazione alla temperatura
dell'acqua.
Le onde
Sono movimenti verticali della superficie marina. La parte alta si denomina cresta, quella bassa
ventre, la distanza tra due creste o ventri consecutivi è la lunghezza d'onda.
Tipicamente più esteso è il mare più alte possono essere le onde. Infatti esse sono generate dal vento
che più lungamente (cioè per più chilometri..) spira più fornisce energia alle particelle di acqua
(che oscillano verticalmente in modo sfalsato come le persone che fanno la "ola" negli stadi)
Nel Pacifico le onde possono arrivare ai 20 m di altezza, valori leggermente minori negli altri
oceani (7-8 m nel Mediterraneo).
L'onda si mantiene anche quando il vento non spira
più (onda morta) e può percorrere migliaia di km;
altre cause locali o episodiche possono essere le
variazioni di marea o le onde di maremoto (tsunami).
Nota
Quando l'onda arriva vicino alla costa acquista una
componente orizzontale (cioè l'acqua non va solo su e
giù ma anche in avanti), sbattendo contro il
bagnasciuga . Se incontra un fondale poco profondo e
con pendenza moderata diviene un frangente (il
classico cavallone con parte superiore che va più
velocemente della parte inferiore).
Le correnti
Sono praticamente dei "fiumi" che si muovono
orizzontalmente e superficialmente nel mare, cioè grandi
masse d'acqua di spessore limitato (centinaia di m) che
scorrono sulla superficie.
Tipicamente hanno temperatura e salinità leggermente
diverse dalle acque circostanti.
Sono di varia dimensioni e percorrenza e si possono
classificare come:
• Di marea: hanno percorrenza e dimensioni limitate
ma sono estremamente importanti localmente perché
possono essere molto veloci e influenzano la
navigazione e la formazione delle coste (erosione,
deposito di sabbia..). Ricordiamo ""Scilla e Cariddi, cioè le correnti dello stretto di Messina..)
• Oceaniche: sono tipicamente originate da una serie di fattori (direzione dei venti dominanti,
differenze di temperatura, salinità e composizione generale, rotazione della Terra..), hanno
lunghissima percorrenza e muovono enormi masse di acqua che per migliaia di km
sostanzialmente non si mescolano con quelle circostanti.
Sono fondamentali per la generazione del clima generale e locale (e della
pescosità) delle coste che bagnano
• Calde: la maggiore è quella Nord
Atlantica (Corrente del Golfo) che dal
Golfo del Messico attraversa l'Atlantico
portando calore e umidità fino
all'estrema punta Nord della
Scandinavia
• Fredde: la maggiore è quella di Humboldt che dai mari
Antartici risale lungo le coste pacifiche del Sud America
(vedi) fino all'Equatore
Nota
Esistono anche correnti verticali: semplificando un poco ricordiamo
che il peso specifico dell'acqua marina cambia al cambiare della
salinità e della temperatura, quindi le masse idriche diventano più
pesanti (l’acqua ha il massimo di densità a 4°C e verso i Poli, quando
raggiunge tale temperatura, scende lentamente fino al fondo facendo risalire acque più fredde e più
ricche di nutrimento: per questo le correnti fredde sono sempre più pescose) o più leggere (risalendo
alla superficie e portando i sali minerali nutrienti le alghe).
Nota 2
Le grandi correnti sono fondamentali per il clima del pianeta: in particolare le oscillazioni della
corrente di Humbold sono responsabili del fenomeno di “el Niňo”.
Molto raramente (per fortuna..) verso Natale la corrente di Humboldt non arrivava fino alle coste
del Perù e oltre, ovvero non portava acque nutrienti, i pesci diminuivano e i pescatori per primi se
ne accorgevano (da cui il nome: “il bambino”, el Nino in spagnolo).
Naturalmente la temperatura dell’aria sulla corrente invece di essere fredda era più calda e, di
conseguenza, cambiava la pressione atmosferica e, di conseguenza, la forza e la direzione dei venti.
E dato che si tratta di quantità enormi, cambiava tutto il regime mondiale dei venti, portando siccità
o piogge torrenziali anche in zone lontanissime, come l’Africa o l’Europa..)
Le maree
Quando la Luna passa sul meridiano di un luogo si ha alta marea in tutti i mari
attraversati da quel meridiano. Per un fenomeno complesso dovuto alla rotazione della
Terra, contemporaneamente si ha alta marea anche dalla parte opposta del globo. Ogni
giorno (ogni 24 ore e 50 circa) quindi ci sono due alte maree (flusso) e due basse
maree (riflusso).
In realtà il flusso è leggermente in ritardo rispetto al passaggio della Luna sul
meridiano: tale ritardo, detto ora di porto, dipende dalla conformazione del bacino,
cioè se nel mare ci sono isole o penisole che possono "rallentare" il movimento di alcuni minuti o
più.
L'altezza della marea dipende anche dall'attrazione
solare (più debole di quella lunare perché il Sole è più
grosso ma più lontano): quando Sole e Luna sono
allineati si hanno le maree massime.
Ma le cause più importanti delle diverse altezze di
marea sono:
• La forma del bacino: nei golfi e baie l'acqua entra
dalla parte "larga" e, trovando via via sempre meno
spazio, si alza anche di parecchi metri (0,7-1 m a
Trieste, 15 m a Fundy, Nuova Scozia). Nelle
lagune invece l'effetto è contrario (Laguna di
Venezia, vedi, o di Grado)
• La direzione e forza del vento, che può ostacolare
sia il flusso che il deflusso (vedi acqua alta a Venezia causata dallo Scirocco che se spira per
più di 24 ore contrasta soprattutto il riflusso)
Nota
Le maree nei mari mediterranei sono trascurabili mentre negli oceani sono sempre più alte: sono
quindi notevolmente importanti nella gestione dei porti. Molti sono a bacini (vedi Olanda), cioè
hanno paratie (portelloni) che isolano un tratto di porto per impedire che l'azione quotidiana della
marea ostacoli le operazioni portuali. In molti fiumi (F. Giallo, Amazzoni..) le grandi maree
generano un'onda ( fenomeno del "mascaret") alta anche alcuni metri che può risalire il fiume per
decine di km.