La arquitectura construida en tierra, Tradición e Innovación Congresos de Arquitectura de Tierra en Cuenca de Campos 2004/2009. Coord.: José Luis Sáinz Guerra, Félix Jové Sandoval Editor: Cátedra Juan de Villanueva, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valladolid ISBN: 978-84-693-4554-2 D.L.: VA-648/2010 Impreso en España Valladolid Septiembre de 2010 Publicación online. Para citar este artículo: GALIZIA, Filomena; GARGIULO, M. Rosaria. “Una tecnica costruttiva locale: il massone. Comportamento sismico”. En: Arquitectura construida en tierra, Tradición e Innovación. Congresos de Arquitectura de Tierra en Cuenca de Campos 2004/2009. [online]. Valladolid: Cátedra Juan de Villanueva. Universidad de Valladolid. 2010. P. 91-102. Disponible en internet: http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones/digital/libro2010/2010_9788469345542_p091102_galizia.pdf URL de la publicación: http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html Este artículo sólo puede ser utilizado para la investigación, la docencia y para fines privados de estudio. Cualquier reproducción parcial o total, redistribución, reventa, préstamo o concesión de licencias, la oferta sistemática o distribución en cualquier otra forma a cualquier persona está expresamente prohibida sin previa autorización por escrito del autor. El editor no se hace responsable de ninguna pérdida, acciones, demandas, procedimientos, costes o daños cualesquiera, causados o surgidos directa o indirectamente del uso de este material. This article may be used for research, teaching and private study purposes. 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Rosaria Gargiulo Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura, Università Federico II, Napoli, Italia Introduzione La tradizione del crudo in Italia ha origini molto antiche e la fonte principale per comprenderne gli sviluppi e la diffusione è il lavoro di E. Galdieri (1982), prevalentemente basato su quelli dei geografi O. Baldacci (1958) e R. Biasutti (1941). Gli Etruschi hanno impiegato la terra cruda per la costruzione di tutte le opere civili e religiose ad eccezion fatta delle sepolture, mentre i Romani la hanno utilizzata per la prima edificazione della città di Roma: il più grosso vanto di Augusto era quello di aver trovato una città di terra e di averla lasciata di pietra. Anche Vitruvio, nel libro X del De Architectura quando parla di lateres si riferisce agli adobes, e se vuole indicare i mattoni da fornace li specifica come lateres copti. Di tradizione altrettanto antica è l'utilizzo della terra per le fortificazioni, dall'antico agger terreus carinarum1 , documentata da Varrone, alle forme più elaborate testimoniate dalle mura di Gela (IV sec a.C.), costruite con mattoni delle dimensioni di 40x40x8 cm e quelle di Arezzo (III sec a.C.) con mattoni di 42x28x12 cm. L'uso della terra cruda, soprattutto per l'edilizia abitativa, ha avuto una evoluzione costante UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 91 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA fino agli anni '40 dello scorso secolo2’ , quando l'avvento dei processi di industrializzazione in edilizia, l'uso dell'acciaio e del calcestruzzo e le nuove esigenze abitative, legate soprattutto all'abbandono della vita rurale, hanno tacciato di inadeguatezza tutte le costruzioni tradizionali. Oggi in Italia, forse in ritardo rispetto ad altri paesi europei, si sente forte la necessità di costruire abitazioni a basso impatto ambientale e ridotto consumo energetico: da ciò la volontà di utilizzare la terra. I tecnici che si sono impegnati in questo intento si sono dovuti scontrare però con la normativa vigente che impone l'utilizzo, in edilizia, solo dei materiali riconosciuti a norma di legge e che siano certificati nelle loro prestazioni meccaniche e dinamiche come capaci di affrontare adeguatamente i possibili eventi sismici. Il presente lavoro si pone come primo step nella valutazione della vulnerabilità sismica delle costruzioni in terra cruda, partendo dall'analisi degli edifici tradizionali italiani e, più in particolare, delle pinciaie abruzzesi. L'Abruzzo soprattutto la parte di esso interessata dalle costruzioni in terra, ricade, in base alla Mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale3 , nelle zone 1 e 24 e negli ultimi anni ha risentito di eventi sismici di media entità, generatisi in aree limitrofe, a cui le pinciaie hanno resistito dignitosamente. Si procederà all'analisi di queste costruzioni dal punto di vista tecnologico e tipologico per poi passare alla valutazione dell'indice di vulnerabilità calcolato in base alla scheda di secondo livello del GNDT (Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti). La tecnica costruttiva "il massone" Le pinciaie sono abitazioni rurali costruite utilizzando i massoni, nome locale della tecnica conosciuta a scala internazionale con i termini di cob (inglese) o bauge (francese). La sua presenza in luoghi ed in epoche diversi rende impossibile tracciarne gli sviluppi. Costruzioni realizzate con la tecnica della terra impilata le troviamo nel nord della Francia dove i Galli già nel 750 a. C. utilizzavano il bauge per il riempimento di strutture lignee; tuttoggi questa tecnica è molto diffusa prevalentemente in Bretagna ed in Normandia. 92 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO In Inghilterra il cob è stato utilizzato, a partire dall'XI secolo, come tamponamento di strutture lignee nella tecnica del wattle and daub e, a partire dal XV sec, per la realizzazione di muri monolitici nella costruzione non solo di case di contadini ma anche di dimore nobiliari di campagna e, a volte di case in città. Presenti in tutta l'Inghilterra sud-orientale (Cornovaglia, Somerset, Dorset, Hampshire), nel Devon si contano ben 20.000 costruzioni in cob tra cui anche scuole e chiese. Questa tecnica è stata anche utilizzata in Germania dove prende il nome di "wellerlehm" ed è adoperata per la costruzione di architetture rurali, ed in Slovacchia dove prende il nome di "nakladana stava" o "lepenice". Fuori dall'Europa troviamo costruzioni in cob in Cina,dove ci sono resti di edifici in terra impilata risalenti al XIV sec, in Arabia come in Iran, e nel New Mexico dove le popolazioni indigene costruivano utilizzando sia l'adobe che il massone (qui chiamato coursed adobe). Da qui l'uso di questa tecnica costruttiva si diffuse in Arizona mentre dall'Inghilterra fu importata in Canada, nello stato dell'Ontario, in Australia ed in Nuova Zelanda. In Abruzzo molto probabilmente il massone è stato importato dai paesi dell'Europa orientale che si affacciano sull'Adriatico ed è presente nelle province di Chieti e Pescara, per poi sconfinare nelle Marche. In quest'area il suo uso è limitato alla costruzione di architetture rurali, a volte aggregate in piccoli borghi, altre volte completamente isolate e la loro costruzione era dovuta ai proprietari, agricoltori, in collaborazione con i vicini. Per la realizzazione di queste costruzioni il primo passo è la preparazione della terra: si predispone la terra che, scavata in loco, si lascia a sedimentare in acqua all'interno di una buca per un paio di giorni. La consistenza dell'impasto deve essere abbastanza plastica. Alla terra, sedimentata, si unisce la paglia ben essiccata in genere di orzo o comunque tubolare: la paglia si aggiunge solo quando si è pronti a formare i massoni perché altrimenti, con l'umidità, potrebbe marcire. Preparato l'impasto si passa alla formazione dei massoni: su di un piano si predispone uno strato di paglia, si preleva una porzione di impasto e si comincia a lavorarlo: le dimensioni e la forma di ogni massone sono simili a quelle di una pagnotta di pane. Dopo aver lasciato evaporare, per almeno un giorno e sotto uno strato di La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 TRADICCIÓN paglia asciutta, l'acqua in eccesso, si avvicinano i massoni al luogo in cui si deve costruire. Nel frattempo si predispone un fosso, di circa 40 cm di profondità e dello spessore del muro a disegnare il perimetro dell'edificio, e al suo interno si realizzano le fondazioni che tradizionalmente sono, a differenza di altre tecniche, realizzate con gli stessi massoni. Si procede per strati concentrici dell'altezza di circa 1,20 m: si posizionano i pani e si compattano camminandoci sopra, si lasciano asciugare per uno o due giorni (a seconda delle condizioni climatiche) e si passa poi allo strato successivo. Lo sviluppo di questa tecnica costruttiva è, ovviamente, altamente condizionato dalla qualità del terreno presente in situ. Come testimoniato dalle prove di laboratorio svolte, le argille di questa area appartengono alla famiglia degli Illiti ed in particolare sono Montmorilloniti, e quindi un'argilla opaca, untuosa al tatto, di colore bianco-grigio, con un assorbimento d'acqua pari al 240% ed un'espansione percentuale del 1400-2000%. In loco si sono poi eseguite le seguenti prove "di cantiere": - Prova di sedimentazione. E INNOVACIÓN Il massone si presenta come tecnologia appropriata: l'aggiunta di lunghi filamenti di paglia tubolare migliora le prestazioni del composto e regola il ritiro, inoltre il posizionamento a umido del materiale per filari successive e la compressione di messa in opera permettono da un lato l'assestamento del materiale e dall'altro il rilascio dei liquidi in eccesso. Tipologie edilizie Con il censimento svolto dalla Regione Abruzzo in collaborazione con le province di Chieti e Pescara, sono stati rilevati, solo in provincia di Pescara, 249 edifici in terra tutti a carattere rurale, quasi sempre situati nella parte più alta del podere, in modo da favorire l'areazione e l'illuminazione della casa e offrire la possibilità di controllare tutta l'area circostante. In provincia di Chieti, ed in particolare nei comuni di Casalincontrada e Roccamontepiano, si trovano, oltre agli edifici isolati, case aggregate intorno ad un'aia centrale a costituire dei nuclei rurali, od anche gruppi di edifici integrati all'interno del tessuto urbano. Grazie ai dati raccolti è stato possibile individuare le caratteristiche tipologiche degli edifici in massone: le pinciaie. - Prove all'olfatto e al morso. - Prova del lavaggio delle mani. - Prova di coesività. - Prova di ritiro. Si è evidenziato che il terreno presente nell'area di diffusione del massone ha un'alta componente argillosa ed una bassa percentuale di sabbia. Ciò rende chiaro il perché dell'utilizzo di questa tecnica costruttiva: per realizzare dei mattoni di terra cruda è necessario un terreno meno argilloso perché la grossa quantità di argilla comporta anche una maggiore ritenzione di acqua con un conseguente aumento del fenomeno del ritiro che, sui mattoni essiccati, genera oltre alla riduzione delle dimensioni, anche fratture ed in alcuni casi polverizzazione del materiale, mentre per il pisè sarebbe necessario un assortimento gralunometrico più vario, con pezzature più grosse, a fronte del terreno lacale particolarmente fine. Generate dall'aggregazione di un modulo base, un rettangolo con i lati che variano dai 3,00 m ai 5,00 m e di altezza variabile dai 2,20 m ai 6,00 m, con uno spessore murario di 6080 cm, si articolano in base a diverse tipologie. - Tipo a blocco: un unico ambiente, talora dotato di camino per la cottura e il riscaldamento, con accesso in genere a Sud e altre due piccole aperture a per la ventilazione, nessuna delle due a nord. È un edificio ad un unico livello con copertura realizzata con un tetto a doppia falda o a falda unica e con dimensioni in pianta che variano dai 3,00 m ai 4,50 m. - Tipo a blocco lineare: generato dall'addizione laterale di più celle elementari, è composto da due o tre ambienti con accesso indipendente dall'esterno, aggregati secondo l'asse EstOvest. Anche in questo caso il livello è unico e la copertura è a falde con colmo longitudinale. I vani abitabili misurano in genere 4,00 x 4,00 m2, mentre la stalla può avere un lato di 5,00 m. UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 93 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA Figura 1a. Tipo a torre Figura 1b. Tipo italico - Tipo a torre: le due celle elementari sono aggregate in verticale, ottenendo così un fabbricato a due livelli collegati generalmente da una scala in legno interna e con un interpiano di circa 2,30 m. La copertura è generalmente a capanna (Figura 1a). - aggregazione longitudinale con modulo unico: ad una casa del tipo italico si aggiunge un'unica cella; tra le due si dispone la scala, in genere aperta a sud e chiusa a nord; - Tipo italico: è questa una tipologia più complessa. Al primo livello ci sono due ambienti quadrangolari, generalmente destinati a stalla e cantina e sovrastati da altri due, uno destinato a camera da letto e l'altro a cucina. L'accesso agli ambienti al primo piano avviene per una scala esterna , in genere in mattoni cotti con o senza loggia. La copertura è, solitamente, a capanna con linea di colmo longitudinale. (Figura1b). - Tipo a blocco con scala interna: è questa una evoluzione urbana del tipo italico. I quattro moduli, due al piano terra e due al primo piano, sono aggregati con l'interposizione di una scala interna che li separa e li distribuisce, situata, generalmente in posizione centrale ed in corrispondenza dell'ingresso. In questo tipo, al II livello, potevano anche abitare due nuclei familiari che avevano in comune la cantina e la stalla. I cinque tipi su descritti hanno, poi, infinite varianti generate dall'aggiunta successiva di nuove unità. La tipologia che più si presta all'aggregazione è quella italica: - aggregazione longitudinale: le due case sono aggregate con un lato corto in comune e sugli altri due hanno le scale di accesso; 94 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO - aggregazione laterale: due case si aggregano con in comune il lato lungo, con un raddoppio di scale a nord e a sud; quando la pianta di tutto l'edificio è quadrata, la copertura è a padiglione e si poggia su arcarecci e puntoni d'angolo. Variazioni del tipo italico poi sono legate alla posizione e alla forma della scala, in genere costruita in mattoni cotti, che può sia trovarsi sulla facciata sud (Figura 2,a), coperta dalla falda del tetto che sporge fino a poggiarsi sui pilastri in cotto di facciata, che essere posta sul lato ad est, nel qual caso, la copertura è realizzata prolungando la copertura fino a raggiungere i pilastri sui quali è posizionata la capriata di appoggio (Figura 2,b). Il saper fare abruzzese L'area geografica in cui sono presenti le pinciaie è prevalentemente alto-collinare con temperature invernali molto rigide, frequenti nevicate e precipitazioni e ricade, come già detto, nelle zone sismiche 1 e 2. Le abitazioni analizzate mettono in evidenza un saper fare costruttivo teso a migliorare proprio la risposta del fabbricato all'attacco sia degli agenti atmosferici che dal sisma. La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 TRADICCIÓN E INNOVACIÓN Figura 2a. Scala sul fronte sud Figura 2b. Scala sul fronte est Per quanto riguarda la protezione dagli agenti atmosferici, qui come in tanti altri luoghi in cui si usa la terra cruda, si realizzano i tetti sporgenti di almeno 50-60 cm rispetto al filo murario. L'intonaco è realizzato in terra, molto fine con uno spessore di almeno 5,00 cm e senza paglia nell'impasto. Le pareti hanno poi una parte basamentale rivestita, nelle soluzioni più ricche, in laterizi o pietre, oppure con un intonaco a calce che si ritrova anche intorno alle aperture, con il duplice scopo di proteggere gli spigoli dalla corrosione del vento e favorire il riflesso della luce solare negli ambienti interni. In alcuni casi, le pareti a nord, dove potrebbero nascere muffe e che comunque sono più fredde, sono rivestite con mattoni cotti che continuano sulle pareti laterali in modo da chiudere l'angolo ed evitare ponti termici. quelle a contatto un giunto. Il profilo esterno di queste costruzioni è fatto in modo da ridurre le masse a mano a mano che si procede verso l'alto: le pareti sono a piombo all'interno e a scarpa verso l'esterno dell'abitazione. Rispetto al sisma, la prima protezione è data dalla forma delle case: le pinciaie sono generate dall'aggregazione in pianta di moduli rettangolari con forma pressoché quadrata. Nel caso del modulo unico e quindi degli edifici a blocco la simmetria in pianta garantisce una buona risposta sismica con scarsa presenza di moti torsionali. Per quei tipi generati dall'aggregazione di più moduli, l'attacco tra di essi è realizzato sempre costruendo tutte e quattro le pareti del rettangolo base e lasciando tra Le aperture presentano dimensioni ridotte e, nel caso di più piani, sono allineate e dotate di una piattabanda in legno; inoltre, all'interno del paramento murario, in corrispondenza degli stipiti e degli attacchi tra pareti ortogonali, sono annegati canne o ramoscelli tali da migliorare la coesione e l'ammorsamento tra le parti. Questi accorgimenti tecnici fanno si che le pinciaie presentino una buona risposta sismica: da un'indagine condotta sul campo è stato possibile rilevare che le case in massone raramente presentano dissesti statici e quando questi si manifestano sono dovuti o all'incuria o a cedimenti del terreno di tipo franoso. Le fondazioni, come già detto, sono realizzate con i massoni che finiscono per diventare un tutt'uno con il terreno sottostante, con due conseguenze immediate: - gli unici cedimenti fondali che possono occorrere sono quelli generati da fenomeni franosi che interessano il terreno al di sotto della costruzione, UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 95 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA Figura 3a. Intonaco sintetico Figura 3b. Strutture in c.a. innestate all'interno del massone - la frequenza, in caso di sisma, è la stessa per l'edificio e il sottosuolo. grado di stimare la vulnerabilità del costruito, è necessario individuare un parametro d di misura del danno; un parametro s di misura della severità del sisma ed infine stabilire una legge di correlazione tra il danno e la severità del sisma. Nonostante ciò, oggi molte di queste case versano in condizioni di degrado assoluto dovuto al loro abbandono e quand'anche non sono state abbandonate gli interventi impropri realizzati su di esse ne hanno peggiorato le condizioni di conservazione. Si cita, ad esempio, l'intonaco sintetico su rete elettrosaldata posto su una di queste case (Figura 3,a), che ha favorito il generarsi di muffe e, staccandosi si è portato dietro parte della muratura, oppure l'affiancamento di strutture in calcestruzzo parzialmente appoggiate su quelle in massone (Figura 3,b). Dopo aver analizzato i caratteri costruttivi degli edifici abruzzesi, si è passati alla identificazione di una metodologia capace di fornire una valutazione della vulnerabilità sismica delle pinciaie. La similitudine di comportamento meccanico tra le costruzioni in terra, nelle diverse tecniche, e quelle in muratura ha fatto intravedere la possibilità di utilizzare per le prime una metodologia, oramai consolidata, nata per le costruzioni in muratura. Metodologia per la valutazione della vulnerabilità sismica In generale la vulnerabilità V esprime la capacità di una costruzione di rispondere alle sollecitazioni indotte da un terremoto, ed è misurata dal danno d che la stessa subisce a causa della severità (s) dell'evento sismico atteso: V = d(s). Per passare da questa definizione di carattere concettuale ad una formulazione in 96 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO Sono tradizionalmente utilizzate in Italia due distinte metodologie sviluppate nell'ambito delle attività del GNDT e denominate di I e II livello. La metodologia di I livello, o delle Matrici di Probabilità di Danno (DPM: Damage Probability Matrix), è stata messa a punto da F. Braga e al. (1982 e 1987), sulla base dei danni rilevati a seguito del terremoto dell'Irpinia del 1980. Tale metodo, individua all'interno del costruito, diverse tipologie edilizie sulla base delle caratteristiche delle strutture verticali ed orizzontali attribuendo implicitamente a queste ultime la capacità di differenziare in modo significativo la vulnerabilità delle costruzioni. Determinate tali tipologie, esse vengono raggruppate in tre classi di vulnerabilità (A, B, C) così come definite dalla scala macrosismica MSK-76 e di seguito riportate: Classe A Costruzione in pietrame naturale, strutture in argilla, costruzioni con mattoni di creta e paglia, case in mattoni crudi o con malta di argilla, case con argilla e limo. Classe B Costruzioni in mattoni comuni, in grossi blocchi, in muratura con telai di legname, costruzioni in pietra squadrata. La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 TRADICCIÓN Classe C Costruzioni prefabbricate con struttura in calcestruzzo, edifici rinforzati, costruzioni armate, costruzioni prefabbricate a larghi pannelli, strutture in legno ben fatte. La severità del terremoto viene considerata in termini di intensità macrosismica ed il danno descritto attraverso i sei livelli qualitativi di danno, associati agli stati lesionativi o di collasso parziale o totale sulle costruzioni cosi come previsto dalla stessa scala MSK-76 Livelli di danno, descrizione: 0. Nessun danno 1. Danno lieve: sottili fessure e caduta di piccole parti dell'intonaco 2. Danno medio : piccole fessure nelle pareti, caduta di porzioni consistenti di intonaco, fessure nei camini parte dei quali cadono 3. Danno forte: formazione di ampie fessure nei muri, caduta dei camini 4. Distruzione: distacchi fra le pareti, possibile collasso di porzioni di edifici, parti di edificio separate si sconnettono, collasso di pareti interne 5. Danno totale: collasso totale dell'edificio Infine la distribuzione del danneggiamento, per ciascuna classe tipologica e ciascun grado di intensità, viene descritta tramite la formula: phki = 5! k k ⋅ dhi (1 − d hi )5− k ! (5 − k )! (1) dove phki rappresenta la probabilità di avere per la classe "h" (h=A,B,C) un livello di danno "k" (k=0,1,2,3,4,5), per effetto di una azione sismica di intensità "i" (i=V,…X), mentre d rappresenta il danno medio. In sintesi tale metodologia fornisce, per ogni assegnato grado di intensità sismica la probabilità che si verifichi un determinato livello di danno per una definita classe di edifici. La metodologia di II livello è basata sulla individuazione di un indice di vulnerabilità (IV), che caratterizza la propensione dell'edificio al danneggiamento. Tale indice, detto anche E INNOVACIÓN indice globale, viene ottenuto per ogni singolo edificio compilando l'apposita scheda del GNDT. Tale scheda è costituita da tre facciate le prime due, valide per tutte le tipologie strutturali, sono denominate "Scheda di 1o livello per il rilevamento dell'esposizione e della vulnerabilità degli edifici" dove sono riportate le seguenti 8 sezioni: 1. Dati re lativi alla scheda (identificazione dell'edificio, comune, scheda, squadra, data); 2. Localizzazione edificio (toponomastica, vincoli di piano urbanistico); 3. Dati metrici (superfici, altezze interpiano, altezze minima e massima fuori terra); 4. Uso (tipi di uso, stato, proprietà, utilizzazione, utenza); 5. Età della costruzione - interventi (tipi e classi di età); 6. stato delle finiture e impianti; 7. tipologia strutturale (tipi di struttura verticale, orizzontale, scale, copertura); 8. estensione e livello del danno (estensione e livello di danno più frequente e massimo rispettivamente per strutture verticali, strutture orizzontali, scale, tamponature). Dove il danno di ogni singola componente costruttiva viene ottenuto tramite la seguente formula: dij = e de + (1-e) dm / 3 de = livello del danno più esteso sulla componente i-esima del piano; e = estensione percentuale del danno; dm = livello del danno massimo presente nel piano sulla componente i-esima. i = 1,2,3,4 componenti (strutture verticali, orizzontali, scale e tamponature); j =1..n (numero di piani). Mentre il danno globale (d) dell'edificio si ottiene come media pesata degli indici di danno delle singole componenti cioè: d = ij Si Fj dij UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 97 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA Si = il rapporto tra il valore economico della componente i-esima e quello dell'intero edificio; assumendo i valori 0.50, 0.30, 0.15 e 0.05, rispettivamente, per le strutture verticali, per gli orizzontamenti, per le scale e per i tamponamenti; Fj = il rapporto tra il volume del piano j-esimo e il volume totale, nel caso di danno alle strutture verticali, alle scale e ai tamponamenti, mentre per gli orizzontamenti è il rapporto tra la superficie del piano j-esimo e la superficie totale di tutti i piani. Il valore del danno globale sarà compreso tra 0 ed 1. La terza facciata denominata "Scheda di vulnerabilità di 2° livello" contiene i dati finalizzati al calcolo dell'indice di vulnerabilità ed è specifica per edifici o in muratura o in cemento armato. Con riferimento alla Scheda di vulnerabilità 2° livello per gli edifici in muratura si riportano di seguito, in modo sintetico, gli undici parametri ivi contenuti. 1. Tipo ed organizzazione del sistema resistente: rende conto del funzionamento scatolare dell'organismo murario attraverso il rilievo della presenza di collegamenti ai piani. 2. Qualità del sistema resistente: è influente su questo parametro l'omogeneità e la fattura del tessuto murario. 3. Resistenza convenzionale: attraverso un calcolo speditivo, con l'ipotesi di solaio infinitamente rigido e di pura traslazione dei piani, in assenza di eccentricità in pianta, quantizza la resistenza in due direzioni perpendicolari delle strutture in elevazione. 4. Posizione dell'edificio e delle fondazioni: con questo parametro vengono messi in conto alcuni aspetti relativi alle fondazioni ed al terreno di fondazione. 5. Orizzontamenti: si considera la rigidezza nel piano, il tipo e l'efficacia dei collegamenti alle murature. 6. Configurazione planimetrica: mette in conto la forma in pianta attraverso la valutazione dei rapporti fra lato corto e lato lungo e fra sporgenze e lato lungo, 98 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO 7. Configurazione in elevazione: considera le variazioni e discontinuità in elevazione, quali la presenza di una torre, di un piano porticato, etc. 8. Distanza massima fra le murature: con questo parametro si vuole valutare l'efficacia dell'ammorsamento tra i muri maestri e le pareti perpendicolari. 9. Copertura: valutata la eventuale presenza di elementi spingenti. 10. Elementi non strutturali: con questo parametro si valuta l'influenza di tutti quegli elementi non portanti. 11. Stato di fatto: mette in conto la diminuzione di resistenza conseguente a lesioni, dissesti, stato di degrado, negli elementi strutturali. Per ogni edificio l'indice di vulnerabilità IV viene calcolato in funzione proprio degli 11 parametri sopra descritti. Al fine di costruire un indice numerico di vulnerabilità ad ogni parametro6 viene attribuito sia un peso pi , che una classe (da A, la classe migliore, fino a D, la peggiore)7 , alla quale è assegnato un punteggio ci. Sommando i contributi dei pesi e dei punteggi si ottiene un numero che risulterà compreso tra 0 e 382,5; o tra 0 e 100 se normalizzato, che rappresenta la misura convenzionale della propensione al danneggiamento dell' 'edificio esaminato: 11 IV = ci pi ∑ i =1 Ad ogni valore così calcolato è associata una curva che correla il danno all'accelerazione massima attesa. E' da precisare che il danno è previsto in termini economici (fd) come rapporto tra il costo dell'intervento di riparazione ed il valore dell'opera, ma può essere trasformato in danno medio tramite la funzione8. Stima della vulnerabilità degli edifici in terra Con la metodologia su esposta è stata valutata la vulnerabilità sismica degli edifici in terra utilizzando i dati ottenuti da un censimento speditivo, dalla compilazione delle schede di 1o e 2°livello, specifica per le murature. d = f d0 , 57 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 TRADICCIÓN Si è analizzato un campione di 35 case costruite in terra, tutte nel comune di Casalincontrada (CH). Tale scelta è maturata dopo aver effettuato una prima analisi cognitiva dell'edificato in terra del paese che ha consentito, da un lato, di individuare le tipologie costruttive e lo stato di conservazione dei manufatti e, dall'altro, ha permesso di eseguire una selezione mirata degli edifici che sono stati oggetto di successive rilevazioni di dettaglio. Il danno, per ciascun edificio esaminato, è stato valutato in base alle informazioni contenute nella Sezione 8 Estensione e livello del danno della scheda di 1° livello. Di fatto la stima del danno è stata valutata come media degli indici di danno globali (d) ottenendo così un indice di danno medio dM relativo all'intero gruppo di costruzioni oggetto di studio. L'indice di danno è risultato pari a: dM=0,475. Si vuole sottolineare che questo indice è stato calcolato su edifici che sono oramai in stato di abbandono da circa 50 anni e che hanno subito, negli ultimi venti, gli effetti di due terremoti: quello del 7 maggio 1984 (Appennino abruzzese) e quello del 26 settembre 1997 (Umbria-Marche) risentiti, rispettivamente, con intensità pari al VI e IV grado della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg). Si è poi passati alla compilazione della scheda di secondo livello che, si ricorda, nasce specificamente per le costruzioni in muratura e che, quindi, ha necessitato di opportune riflessioni al fine di poterla adattare alle costruzioni in terra. Le classi ai singoli parametri sono state assegnate in funzione delle seguenti riflessioni: Parametro 1. Si è considerato un buon ammorsamento tra le pareti, dovuto alla monoliticità del paramento murario, e la mancanza di cordoli o catene di collegamento; è stata pertanto assegnata la classe C. Parametro 2. Poiché dalle prove di laboratorio condotte si è rilevata una similitudine tra il legame costitutivo del provino in terra e quello di un tufo di media qualità, e data l'omogeneità del paramento, si è ritenuto assegnare la classe C. Parametro 3. Questo parametro è strettamente legato alle caratteristiche geometriche E INNOVACIÓN dell'edificio; è stato calcolato per le singole unità separatamente, ma, viste le riflessioni fatte in merito alla aggregazione tipologica (cfr. § Tipologie edilizie) e la regolarità in pianta di questi edifici, si è sempre potuto assegnare la classe A. Parametro 4. Le costruzioni in terra nascono in genere in zone lievemente scoscese se non pianeggianti; le fondazioni, realizzate con i massoni; si integrano con il terreno sottostante, come se fossero fondazioni infinite, assicurando solidarietà di comportamento; di conseguenza è stata assegnata classe A-B Parametro 5. La mancanza di catene e cordoli perimetrali e la elasticità dei solai lignei ha fatto assegnare una classe C Parametro 6. La regolarità in pianta del modulo di base, pressoché quadrato, assegna a questo parametro la classe A Parametro 7. Queste costruzioni sono altrettanto regolari in elevazione e pertanto anche a questo parametro è stata assegnata la classe A Parametro 8. Le luci ridotte del modulo di base e la grossezza degli spessori murari hanno fatto assegnare a questo parametro classe A Parametro 9. Ad eccezion fatta di quelle costruzioni a pianta quadrata dove la copertura è a padiglione, in tutti gli altri casi si è in presenza di coperture non spingenti prive di catene; la classe che risponde a queste caratteristiche è la B Parametro 10. Si è sempre assegnato la classe A, per la mancanza di elementi non strutturali sporgenti dall'edificio. Parametro 11. Questo è stato il parametro che più ha influenzato la variazione dell'indice di vulnerabilità; infatti se ad alcune case è stato possibile assegnare classe A perché ancora in uso ed in buono stato di conservazione, ad altre, oramai ridotte a ruderi, si è dovuto assegnare la classe D, con una notevole variazione del punteggio c11 e conseguentemente dell'Iv. Con i dati censiti ed in funzione degli 11 parametri sono stati calcolati gli indici di vulnerabilità per ogni edificio e in seguito è stata fatta UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 99 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA Figura 4. Curve di fragilità e danno medio per Iv=70, Iv=50 Figura 5. una media tra i valori più ricorrenti ottenendo complessivamente due soli indici di vulnerabilità e precisamente: Iv=70 ed Iv=50. L'individuazione della correlazione dannoseverità del sisma, attraverso l'indici di vulnerabilità trovati, è rappresentata dalle curve di fragilità di immagine 4, dove sono anche ripor- 100 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO tati i danni medi per i diversi gradi di intensità macrosismica. Con riferimento alla figura 4, risulta che il danno medio, per un'intensità macrosismica attesa9 dell'ottavo grado, è per gli edifici con Iv=50 pari a d=0,514, mentre per gli edifici con Iv=70 è pari a d=0,713. La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 TRADICCIÓN E INNOVACIÓN Figura 6. Distribuzione dei livelli di danno per Iv=50 ed intensità macrosismica I=8 Figura 7. Distribuzione dei livelli di danno per Iv=70 ed intensità macrosismica I=8 Infine, partendo dal presupposto che le classi di vulnerabilità costituiscono un modo per raggruppare edifici anche diversi tra loro ma caratterizzati da un comportamento analogo nei riguardi del sisma, si sono confrontati le curve di Figura 4 con quelle determinate dalle DPM. 0,475), il che significa che c'è già un diffuso livello di danno 2 (Tabella 2) La figura 5 mostra tale confronto, dal quale emerge come l'andamento delle due famiglie di curve sia qualitativamente analogo eccetto che per le zone di estremità: le curve di II livello presentano un andamento più brusco legato al fatto che, per semplicità, tali curve sono definite da un andamento trilineare, mentre le curve DPM non sono complete (mancano le informazioni sui gradi XI e XII, in quanto desunte da dati effettivamente rilevati). Emerge che alla classe A, è associato un indice di vulnerabilità IV= 70, mentre la classe B, è associato un IV=50. Conclusioni Dall'analisi dei risultati ottenuti si può concludere che: - Le pinciaie ricadono nelle classi di vulnerabilità A, così come previsto dalla scala MSK76 ma anche in classe B. - La distribuzione del danneggiamento ottenuta tramite la (1) evidenzia che il livello di danno più diffuso (32,07%) per gli edifici con un indice di vulnerabilità Iv=50 è 3 mentre per quelli con Iv=70 è di livello 4 con una percentuale del 37,09% (Figure 6 e 7). - In vista di un futuro utilizzo di questa tecnologia costruttiva per la realizzazione di nuove costruzioni, si può pensare di assimilarle, per il comportamento sismico, ad edifici realizzati con murature di media qualità (classe B), e quindi, nel rispetto della tradizione costruttiva e con l'aggiunta di opportuni accorgimenti, come travi di bordo per i solai e per le coperture, di ottenere costruzioni sufficientemente sicure. Va precisato che la metodologia adoperata non tiene conto di elementi che invece influenzano, in maniera considerevole, il comportamento delle costruzioni in terra: larghezza delle aperture, distanza delle stesse dai martelli murari, presenza di rivestimento del basamento, protezioni dagli agenti atmosferici, etc. Si ci propone, in futuro, di sviluppare una scheda di rilievo appositamente tarata per le costruzioni in terra. - L'indice di vulnerabilità ottenuto fotografa una realtà già ampiamente degradata (dM= UNA TECNICA COSTRUTTIVA LOCALE: IL MASSONE. COMPORTAMENTO SISMICO 101 La arquitectura construida en tierra. Tradición e Innovación. http://www5.uva.es/grupotierra/publicaciones.html ISBN: 978-84-693-4554-2 ARQUITECTURA CONSTRUIDA EN TIERRA Bibliografia ACHENZA, M., The use of adobe in the traditional buildings of Sardinia. 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L'uso dei ladiri in Sardegna era ancora fortemente diffuso negli anni tra il 1910 e il 1925, quando le costruzioni in pietra e mattoni cotti erano già ampiamente diffuse nella parte settentrionale dell'isola, e si è prolungato fino agli anni '60. Altra area di notevole sviluppo è quella della piana di Marengo, in Piemonte, dove la tecnica utilizzata è quella della terra compressa: la terra, opportunamente preparata, era versata all'interno di casseforme in legno e costipata mediante pestelli di varia dimensione. Per le fondazioni, che si estendevano fino al piano di campagna, si utilizzava ghiaia costipata. Con questa tecnica si è costruito fino al 1914 e tutt'oggi, in molti centri, le costruzioni così realizzate sono perfettamente integrate e difficilmente 102 FILOMENA GALIZIA Y M. ROSARIA GARGIULO 3 In allegato alla OPCM 3519 del 28 aprile 2006, All.1b e consultabile sul sito: http://zonesismiche.mi.ingv.it 4 Le zone sono definite dall' OPCM 3274 del 20 marzo 2003. 5 Pubblicata in Medvedev, S.V. (1977). 6 CNR, GNDT, 1993 Si specifica che le classi assegnate ai singoli parametri non coincidono con le calssi di vulnerabilità di cui sopra. Per ulteriori chiarimenti in merito si consulti il manuale per il "Rilevamento della vulnerabilità sismica degli edifici in muratura", per la compilazione della Scheda GNDT/CNR di II livello, in una delle versioni regionali. 7 8 S. Giovinazzi, S. Lagomarsino (2001) Ricavata dalla mappa di Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale, op. cit 9