le guide tecniche made - Studio Tecnico Francesco Giannelli

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le guide tecniche made
L’isolamento termico degli edifici
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le guide tecniche made
L’isolamento termico degli edifici
Un guscio protettivo contro
il caldo e il freddo
Conduttività e trasmittanza termica
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Le lastre e i pannelli termoisolanti
I materiali sintetici
La reazione al fuoco dei materiali isolanti
I materiali minerali
I pannelli preaccoppiati
I materiali naturali
I blocchi termici compositi con lastre
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L’isolamento a cappotto
La posa in opera
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L’isolamento termico in intercapedine
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I vespai aerati
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L’isolamento delle coperture
Le coperture a falde inclinate
I pannelli sottotegola
I sistemi di isolamento sottotegola
Il sistema a tetto ventilato
I pannelli compositi
Le membrane sottotetto
L’isolamento del tetto piano
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I serramenti e gli elementi trasparenti
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le guide tecniche made
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L’isolamento termico degli edifici
UN GUSCIO PROTETTIVO
CONTRO IL CALDO E IL FREDDO
L’isolamento termico delle pareti
perimetrali, dei solai e muri controterra
e delle coperture, piane o a falde, applicato
sia su edifici nuovi che sul patrimonio
edilizio esistente con diverse modalità
di intervento, contribuisce a garantire
un elevato comfort degli spazi interni
e la riduzione dei consumi energetici
Il decreto legislativo n.192 del 19 agosto
2005, attuazione della Direttiva 2002/91/
CE relativa al rendimento energetico in
edilizia, e il decreto legislativo n. 311 del 29
dicembre 2006, Disposizioni correttive e
integrative al decreto legislativo 19 agosto
2005 n.192, permettono di applicare
anche ai sistemi edilizi con ogni destinazione
d’uso i principi di contenimento dei consumi
energetici conseguenti all’entrata in vigore
del protocollo di Kyoto, che ha l’obiettivo
di salvaguardare l’ambiente a favore delle
generazioni future. In Europa attualmente
l’edilizia assorbe quasi il 40 per cento
dell’energia complessiva utilizzata e quindi
rappresenta uno dei principali settori che
deve contribuire con il massimo dell’efficacia
al raggiungimento del previsto risultato di
risparmio energetico. Viene calcolato che
in Italia oltre il 50 per cento dell’energia
utilizzata per il riscaldamento degli edifici
viene inutilmente sprecata senza apportare
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le guide tecniche made
benefici agli utenti e che la riduzione dei
consumi energetici, con una conseguente
limitazione di emissione di anidride
carbonica responsabile dell’effetto serra,
si potrebbe attestare sul 75 per cento dei
valori attuali se si intervenisse attraverso
una diversa attenzione al problema della
gestione delle abitazioni e dei luoghi di lavoro
e in particolare attraverso un migliore
isolamento degli edifici.
Buona parte degli edifici esistenti in Italia
è stata realizzata senza tener conto
dell’isolamento termico dell’involucro o con un
isolamento insufficiente, quindi richiede elevate
quantità di combustibile per far fronte al
riscaldamento invernale e alla climatizzazione
estiva. Una coibentazione termica eseguita
a regola d’arte, tenendo conto delle attuali
norme potrebbe permettere di ottenere un
risparmio di quasi il 50 per cento sui consumi
energetici per il riscaldamento, con una
conseguenza favorevole sul benessere interno
al fabbricato e con una notevole riduzione
delle emissioni inquinanti derivate dall’impianto
termico. I materiali isolanti presenti sul
mercato consentono di intervenire con la
migliore soluzione sugli edifici nuovi e sulle
costruzioni esistenti apportando un beneficio
in termini di comfort abitativo ed economico
all’utenza, con un ritorno sull’investimento in
tempi molto brevi grazie ai ridotti consumi e
agli incentivi fiscali proposti dallo Stato per il
settore. I sistemi di applicazione delle lastre
e dei pannelli isolanti sono molteplici, ma la
tecnica più efficace consiste nel disporre
questi componenti il più vicino possibile
all’esterno dell’involucro edilizio, sia lungo
le pareti perimetrali che in copertura,
e ottenere un guscio coibente continuo
che può essere nascosto al di sotto di un
intonaco o di un rivestimento a elementi da
paramento, sottili e incollati, nelle versioni
cosiddette a cappotto. Le varianti sono
diverse e studiate per ogni sottosistema
edilizio in modo da ottenere una completa
continuità nell’isolamento.
le guide tecniche made
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L’isolamento termico degli edifici
Conduttività
e trasmittanza termica
Per valutare le caratteristiche termiche di un materiale
coibente o di una combinazione tra diversi materiali
come avviene nelle murature perimetrali, nei solai o in
copertura, si impiegano diverse unità di misura tra le
quali la conduttività termica e la trasmittanza termica.
La conduttività termica è indicata con la lettera
greca lambda (λ) ed è la caratteristica specifica di un
determinato materiale termoisolante o non isolante,
leggero o pesante. Viene individuata dall’unità di misura
W/mK ed è la quantità di calore in Watt che attraversa
uno strato di materiale con una superficie pari a 1 m2
e uno spessore uguale a 1 m, quando la differenza di
temperatura tra le due facce e in direzione del flusso di
calore è di un grado della scala Kelvin (K).
La trasmittanza termica, indicata con la lettera
U, serve a valutare la dispersione o il passaggio di
calore attraverso un materiale termoisolante, parti
di un edificio, combinazione di vari materiali anche
eterogenei come mattoni con rivestimenti coibenti ed
è particolarmente utile per capire il comportamento
termico dei sottosistemi edilizi, pareti perimetrali,
solai, serramenti o coperture. L’unità di misura della
trasmittanza è il W/m2K che indica la quantità di
calore che attraversa uno strato di materiale con una
superficie pari a 1 m2 e con un determinato spessore o
con una stratificazione ben precisa nei diversi spessori,
quando la differenza di temperatura tra le due facce e
in direzione del flusso di calore è di un grado della scala
Kelvin (K). I requisiti di legge indicati dalle tabelle allegate
al decreto 311/06, espressi in termini di indice di
prestazione energetica per la climatizzazione invernale,
impongono valori limite di trasmittanza termica U
per la combinazione dei diversi materiali costituenti
i sottosistemi edilizi disperdenti (strutture opache
verticali, strutture opache orizzontali o inclinate, chiusure
trasparenti) che sono sempre più stringenti dal 2006 al
2010 per attuare il programma di risparmio energetico.
Questi valori di trasmittanza sono inseriti in diverse
tabelle con riferimento alle zone climatiche, dalla lettera
A alla lettera F, in cui il territorio italiano è suddiviso ai
sensi del Dpr 412/93, dalla zona più calda a quella più
fredda in base ai gradi giorno.
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le guide tecniche made
La discontinuità nell’isolamento termico di un
involucro edilizio viene chiamata usualmente
ponte termico e produce una modifica sia
del flusso termico che della temperatura
superficiale all’interno dell’edificio. Durante
le stagioni fredde i ponti termici danno
origine a basse temperature superficiali con
un aumento delle dispersioni energetiche
e dei costi di riscaldamento, con rischio
di formazione di condense soprattutto
negli ambienti dove viene prodotta molta
umidità, come il bagno e la cucina, e di
proliferazione di muffe lungo le pareti, tutte
condizioni che rendono insalubre l’interno
del fabbricato e ne riducono il comfort. Nei
nuovi fabbricati e nelle strutture esistenti,
i ponti termici vengono visualizzati tramite
un’apposita apparecchiatura termografica
che individua, con colori giallo-rossi contro il
fondo nei toni del blu delle parti termoisolate,
i punti dell’edificio in cui avvengono perdite
di calore. L’effetto della ripetizione dei
ponti termici su una parete uniforme deve
essere incluso nel calcolo della trasmittanza
termica del sottosistema parete perimetrale
o copertura e il decreto 311/06 descrive
anche il ponte termico corretto, quando la
trasmittanza termica della parete fittizia, il
tratto di parete esterna in corrispondenza
del ponte termico, non supera per più del
15 per cento la trasmittanza termica della
parete corrente. Sul mercato si riconoscono
diversi sistemi per l’isolamento termico degli
involucri edilizi: per le pareti perimetrali le
soluzioni più diffuse sono a base di elementi
in lastre e pannelli e sistemi di isolamento
a cappotto; per le coperture, i pannelli
sottotegola e i pacchetti per la realizzazione
dei tetti ventilati.
Schema indicativo delle zone climatiche
italiane secondo il DPR 412/93.
TRASMITTANZE TERMICHE (U) LIMITE
TABELLA 2.1
STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Valori limite della trasmittanza termica U
delle strutture opache verticali espressa in W/m2K
Muri e strutture verticali
TABELLA 3.1
STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI DI COPERTURA
Zona climatica
Dall’1 gennaio 2006
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2008
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2010
U (W/m2K)
A
0,85
0,72
0,62
B
0,64
0,54
0,48
C
0,57
0,46
0,40
D
0,50
0,40
0,36
E
0,46
0,37
0,34
F
0,44
0,35
0,33
Zona climatica
Dall’1 gennaio 2006
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2008
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2010
U (W/m2K)
Valori limite della trasmittanza termica U
delle strutture opache orizzontali di copertura
espressa in W/m2K (esclusa categoria E8)
A
0,80
0,42
0,38
B
0,60
0,42
0,38
C
0,55
0,42
0,38
Coperture piane, inclinate e terrazze
D
0,46
0,35
0,32
TABELLA 3.2
STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI DI PAVIMENTO
Valori limite della trasmittanza termica U
delle strutture opache orizzontali di pavimento espressa
in W/m2K (esclusa categoria E8)
Pavimenti controterra, pavimenti su locali
non riscaldati e di locali interrati riscaldati
ALLEGATO I comma 7
DIVISORI ORIZZONTALI E VERTICALI TRA UNITÀ ABITATIVE
Valori limite della trasmittanza termica U dei divisori
orizzontali interpiano e verticali delimitanti il volume
riscaldato verso unità immobiliari confinanti espressa
in W/m2K (esclusa categoria E8)
E
0,43
0,32
0,30
F
0,41
0,31
0,29
Zona climatica
Dall’1 gennaio 2006
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2008
U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2010
U (W/m2K)
A
0,80
0,74
0,65
B
0,60
0,55
0,49
C
0,55
0,49
0,42
D
0,46
0,41
0,36
E
0,43
0,38
0,33
F
0,41
0,36
0,32
Zona climatica
Dal 2 febbraio 2007
U (W/m2K)
C
0,80
D
E
F
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L’isolamento termico degli edifici
LE LASTRE E I PANNELLI TERMOISOLANTI
I componenti utilizzati nell’isolamento termico
dell’involucro edilizio sono realizzati con
molteplici varianti di materiali. Le lastre e i
pannelli disponibili sul mercato possiedono
valori di trasmittanza termica leggermente
diversi tra loro in ragione della densità, della
composizione, dello spessore e della struttura
e in sede progettuale occorre scegliere quale
tipologia è più adatta alle specifiche esigenze
operative, alle condizioni economico-costruttive
e di efficienza finale del sistema. Una prima
divisione in categorie permette di catalogare le
1. isolamento in intercapedine
2. sistema a cappotto
3. isolamento controterra
Applicazioni
dei pannelli
isolanti
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le guide tecniche made
lastre e i pannelli in base
al materiale che può
essere di derivazione
sintetica e composto
da resine polimeriche,
di natura minerale
e inorganica oppure
proveniente dal mondo
naturale vegetale o
animale.
I materiali sintetici
I principali materiali sintetici sono:
Polistirene espanso ottenuto per
polimerizzazione dello stirene e ricavato
per estrusione (XPS) o per sinterizzazione
(EPS), con una struttura cellulare alveolare
stabile nel tempo e autoestinguente al fuoco,
che racchiude piccolissime camere d’aria
separate da materiale solido. In genere le
varianti XPS hanno una densità superiore a
25 kg/m3, mentre i tipi EPS sono prodotti
con una densità di 15-30 kg/m3. Il materiale
in lastre e pannelli si presenta rigido, di
peso limitato e con un contenuto d’aria fino
al 98 per cento che determina le ottime
caratteristiche di isolamento termico,
accentuato nelle versioni additivate con
grafite. Se la struttura è a cellule chiuse,
il polistirene non è in grado di assorbire
umidità e risulta praticamente impermeabile
al passaggio del vapore d’acqua.
Poliuretano espanso derivato da polimeri
termoplastici o termoindurenti e utilizzato in
edilizia come isolante termico nella versione
La reazione al fuoco
dei materiali isolanti
rigida autoestinguente al fuoco. La schiuma
dura alveolare che compone i pannelli
possiede ottime caratteristiche termoisolanti,
è imputrescibile e resistente all’umidità e alle
alte temperature. I valori migliori di isolamento
termico si riscontrano a densità comprese
tra i 30 e i 40 kg/m3 e su componenti con
strutture fini e omogenee. I pannelli sono
disponibili anche con vari rivestimenti quali il
velo vetro saturato o bitumato per sistemi con
posa per sfiammatura,
con carta monobitumata,
con cartonfeltro bitumato
o con un sottile strato
impermeabile per
ridurre drasticamente
l’assorbimento d’acqua.
Polietilene espanso
in lastre estruse con
struttura a cellule
chiuse, prodotto sia
nella versione reticolata
che non reticolata.
Difficilmente infiammabile
e disponibile anche in
classe 1 di reazione al
fuoco, viene utilizzato in
particolare per sistemi di isolamento acustico
sottopavimento, con possibilità di estendere
l’impiego nel campo dell’isolamento termico
grazie alla bassa conducibilità termica
e alle prestazioni complementari come
l’impermeabilità al vapore. I materiali sono
prodotti a strato sottile e consentono di
realizzare pavimenti galleggianti.
Tutti i materiali sintetici, minerali o naturali
impiegati nell’isolamento termico, possiedono
un grado di reazione al fuoco variabile in base
alla composizione. I produttori non sempre
fanno riferimento alle norme italiane in materia
di reazione al fuoco e diviene praticamente
impossibile paragonare il comportamento in caso di
incendio quando è determinato in via sperimentale
secondo norme diverse.
Tutte le varianti appartengono alla classe dei
prodotti combustibili che in misura maggiore o
minore partecipano all’incendio nel caso vengano
investite dalle fiamme. Per i materiali minerali
incombustibili la classe di reazione al fuoco è 0. Per
le versioni combustibili, le norme italiane individuano
i materiali attraverso la classe 1 autoestinguente
e le classi 2, 3, 4 o 5 con l’aumentare della
partecipazione alla combustione. Per gli stessi
materiali, viene spesso utilizzata la norma Din
4102-1 che comprende le classi B1, B2 e B3. Non
esiste una correlazione automatica tra le classi
definite dalle norme italiane e quelle stabilite dalla
norma tedesca per le diverse metodologie di prova
e solo attraverso test di laboratorio può essere
verificata l’eventuale corrispondenza.
La medesima mancanza di affinità si riscontra con
le Euroclassi di reazione all’azione dell’incendio,
A1, A2, B, C, D, E, F reazione non determinata,
stabilite dalla norma EN 13501-1 “Classificazione
tramite dati di prove di reazione al fuoco. Parte
1”, che si basa sull’analisi di molteplici parametri
come indicato dalla norma EN 13823:2002 “Prove
di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione
esclusii pavimenti: esposizione ad attacco termico
mediante “Single Burning Item”(Sbi)”. La norma
riguarda un metodo generale per la valutazione
della sicurezza al fuoco dei prodotti da costruzione,
appunto lo Sbi. La certificazione che comprova
l’appartenenza a una determinata classe di
reazione al fuoco deve accompagnare sempre
i manufatti e in caso contrario il produttore è
obbligato a fornirla su richiesta.
le guide tecniche made
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L’isolamento termico degli edifici
I materiali minerali
I materiali principali derivati dal mondo
minerale sono:
Lana di roccia prodotta dalla filatura dopo
fusione di rocce naturali, di scorie d’alto forno
e di miscele di componenti vetrificabili.
La fibra è biosolubile e consente di
confezionare pannelli incombustibili e a celle
aperte di diversa densità fino a valori di oltre
80 kg/m3. Grazie alle ottime caratteristiche
termiche e acustiche permette di realizzare
componenti multifunzionali. La produzione
si estende alle versioni idrorepellenti, ai
pannelli con fibre orientate in direzione
perpendicolare alle facce, alle varianti con
rivestimenti di velo vetro o di vario tipo
in funzione di barriera al vapore, ai rotoli
composti da doghe unite su una faccia
da un rivestimento bitumato e
ai materassini a
I materiali minerali
per l’isolamento
sono utilizzati in particolare
nella tecnica con intercapedine.
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le guide tecniche made
diverse densità che vengono sistemati
direttamente sul pavimento dei locali
sottotetto.
Lana di vetro prodotta con particolari
lavorazioni che permettono di trasformare
in fibre masse vetrose composte con
materie prime selezionate. Incombustibile e
imputrescibile, viene impiegata per pannelli
con densità fino a oltre 100 kg/m3 e
possiede ottime doti termiche e acustiche
per sistemi di isolamento multifunzioni, grazie
alla struttura macroscopica delle fibre, legate
tra loro da un composto termoindurente, che
attenua i rumori e ingloba grandi quantità
d’aria. La lana di vetro resiste a temperature
molto alte e viene
prodotta anche in versione non idrofila che
mantiene le caratteristiche termiche e
acustiche in presenza di umidità. I pannelli
sono stabili, non risentono di variazioni
dimensionali e sono disponibili senza
rivestimento o con rivestimento in velo vetro
o bitumato.
Vetro cellulare in pannelli rigidi a cellule
chiuse ricavati mediante un processo
termico-chimico che trasforma la materia
prima in componenti con struttura vacuolare
chiusa e non comunicante, impermeabile al
I pannelli preaccoppiati
I pannelli termoisolanti sono
disponibili anche sottoforma
di componenti preaccoppiati
con lastre rigide autoportanti.
Adatti alla posa su nuovi edifici,
sono stati studiati in particolare
per l’applicazione nel comparto del ripristino dei vecchi
fabbricati da ristrutturare e da riqualificare, quando non
è possibile intervenire dall’esterno con gli usuali sistemi
a cappotto termico. Come strato isolante utilizzano
svariate tipologie di materiali: polistirene espanso
sinterizzato e autoestinguente, estruso senza pelle o
miscelato con particelle di grafite per migliorare le qualità
termiche, lana di vetro trattata antispolvero oppure
lana di roccia con fibre orientate in senso ortogonale al
pannello. Lo strato isolante può essere composto anche
con granuli di sughero aggregati senza collanti, da un
agglomerato in fibra di legno stabile e imputrescibile
che possiede un ottimo accumulo termico, da una
resina espansa melamminica elastificata a celle aperte
e con ottime caratteristiche fonoassorbenti oppure da
composti di gomma piombo e da strati di polietilene
reticolato accoppiati a una lamina di piombo vergine
per realizzare versioni a forte fonoimpedenza. Lo strato
rigido accoppiato all’isolante è in genere il gesso rivestito
in lastre sottili, ma alcuni tipi sono prodotti con doppio
paramento in fibre di legno mineralizzato con cemento
Portland, in fibre di legno mineralizzato con magnesite
ad alta temperatura oppure con singolo o doppio strato
esterno composto con una malta speciale idrorepellente.
Derivate dai pannelli utilizzati nelle coperture, alcune
tipologie sono composte da due paramenti esterni
in legno o suoi derivati, che racchiudono lo strato
termoisolante. La posa in opera avviene direttamente
per incollaggio sulla muratura grezza quando questa è
abbastanza planare, mentre per la posa su pareti con
dislivelli superiori a 1,5 cm il fissaggio viene effettuato su
un’orditura di legno o di profilati metallici.
1. impermeabilizzazione
2. isolamento
3. riempimento
L’isolamento
delle pareti
controterra
1
2
3
vapore acqueo e all’umidità. Totalmente
incombustibile, è rigido e indeformabile,
risulta chimicamente inerte e possiede
una elevata resistenza a compressione.
Per l’assetto chiuso crea una barriera al
vapore e si presta per l’isolamento termico
al di sotto delle fondazioni e nei controterra.
Possiede un peso specifico variabile in base
al campo di impiego e viene prodotto anche
in versione granulata per l’isolamento al di
sotto di platee di fondazione o di pavimenti
posti al piano terreno.
le guide tecniche made
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3
L’isolamento termico degli edifici
I materiali naturali
I principali materiali naturali sono:
Fibre di legno mineralizzate in pannelli
derivanti da particolari lavorazioni, che si
differenziano secondo le tipologie di manufatti
e conferiscono al materiale una completa
imputrescibilità con un’ottima resistenza
all’umidità. Tra i vari sistemi produttivi si
distingue il processo che impiega fibre di legno,
derivate in genere da colture a rotazione
di pioppo, che vengono mineralizzate con
magnesite. Il passaggio in una macchina di
formatura a pressione e ad alta temperatura,
permette di ottenere un forte legame tra
le particelle e una completa sostituzione
del contenuto organico delle fibre con
l’impregnante utilizzato nella lavorazione.
Altre versioni in fibre mineralizzate vengono
confezionate con leganti inorganici composti
da cemento Portland o da cemento bianco.
Una volta che le lastre o i blocchi sono stati
sottoposti a pressione, il legante minerale
aggrega fortemente i frammenti di legno e
10
le guide tecniche made
le fibre, realizzando una compagine che si
presenta stabile e non più soggetta alle usuali
alterazioni che in talune condizioni ambientali
estreme minacciano l’integrità dei manufatti di
legno massiccio.
Sughero derivante dalla lavorazione
della corteccia di particolari querce e
rappresenta una risorsa rinnovabile che viene
commercializzata sotto forma di granulati,
di pannelli rigidi o di teli a spessore sottile
disponibili in rotoli. Il sughero granulato, privo
di composti estranei, può essere utilizzato
tal quale per riempimenti e per realizzare
calcestruzzi alleggeriti oppure sottoposto
a un procedimento capace di comprimere
le particelle e di ottenere un conglomerato
aggregato per autosaldatura natura, quasi
insensibile all’umidità e con un peso al m3
3-4 volte superiore rispetto al materiale
non trattato. Il sughero espanso si ottiene
scaldando i granuli sottovuoto a 300-400 °C
e poi raffreddandoli in atmosfera inerte.
Fibre di legno in pannelli prodotti con scarti
di lavorazione ridotti in chips, sfibrati con vari
processi e riaggregati con un particolare
trattamento di bollitura e di pressatura
che non richiede leganti minerali o sintetici,
ma impiega le caratteristiche adesive della
lignina, composto già presente nelle cellule
del legno. I pannelli in fibra di legno possono
essere rettificati e fresati con bordi a incastro
per garantire la continuità nella posa. I
pannelli, disponibili in molteplici densità fino
a oltre 200 kg/m3, sono trattati contro
l’attacco dei parassiti e con sostanze che
I blocchi termici
compositi con lastre
riducono la combustibilità. I pannelli sono
isolanti acustici e termici e possiedono una
elevata traspirabilità al vapore acqueo.
Fibre vegetali di varia natura, derivate dalla
canapa, dal lino, dalla juta o dal cocco, che
vengono ottenute con
particolari processi di
sfibratura a partire dalla
materia prima grezza e
permettono di ottenere
pannelli o feltri isolanti
termoacustici. Questi
materiali non emettono
polveri sottili durante la
lavorazione e la posa sul
cantiere, non provocano
allergie o dermatiti da
contatto e possono a volte
essere miscelati con altri
materiali organici, come una
piccola percentuale di fibre
sintetiche di poliestere che
funge da armatura e non fa
decadere le qualità naturali
del materiale. I pannelli e
i feltri così realizzati sono
disponibili con densità
diversificate e sovente sono
trattati con sali borici per
migliorare le caratteristiche
di reazione al fuoco.
1
2
3
4
1. Fibra di legno pressato
2. Fibra di Kenaf
3. Fibra di cocco
4. Sughero
Per aumentare le
prestazioni nel campo
dell’isolamento
termico dell’involucro
dell’edificio, il mercato
propone alcune
tipologie composite di
blocchi laterizi alveolati
o porizzati oppure di
blocchi in calcestruzzo
alleggerito con argilla espansa, che formano sistemi
completi di pezzi speciali e di finitura per murature
portanti e di tamponamento, esterne e interne. Una
tipologia a taglio termico continuo è realizzata con
elementi a tre strati preassemblati in stabilimento in
modo da risultare indissolubili. Lo strato più interno
è costituito da un pannello isolante in polistirene
espanso autoestinguente, quello esterno è un blocco
portante e quello opposto è un elemento per tavolato.
In alcuni casi il pannello di polistirene è sostituito da
uno spessore di agglomerato in sughero naturale
che richiede un assemblaggio tramite tasselli, ma
in ogni caso l’elemento coibente sporge dal piano di
allettamento del blocco e dai lati così da ottenere la
continuità dell’isolante al momento della posa e della
formazione del giunto orizzontale. In verticale il blocco
non richiede malta in quanto dotato di incastri e la
malta del giunto orizzontale è disposta in due cordoli
lungo i fianchi dell’isolante.
Un’altra tipologia di blocchi portanti con inserti
coibenti è composta da usuali elementi in laterizio
porizzato, semipieni e con incastro laterale, oppure
in blocchi termici di calcestruzzo alleggerito che sono
fabbricati con i fori centrali riempiti con polistirene ad
alta densità, autoestinguente ed espanso al vapore. Si
tratta sempre di un sistema completo di fabbricazione
che comprende tutti gli elementi, compresi quelli
d’angolo e quelli a basso spessore per annullare i
ponti termici, confezionati sul medesimo principio dei
blocchi portanti e come questi da posare solo con
due strisce di malta laterali sporgenti di 1 cm rispetto
all’altezza del blocco.
le guide tecniche made
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L’isolamento termico degli edifici
L’ISOLAMENTO A CAPPOTTO
Il rivestimento esterno di un edificio
rappresenta la coltre di protezione
dell’ossatura muraria e degli ambienti
interni e il componente che completa la
struttura da un punto di vista formale. Un
particolare sistema di rivestimento, definito
a cappotto, è in grado di migliorare il
comfort per chi vive e lavora nel fabbricato
e di aumentare l’isolamento termico
sull’intero complesso impedendo l’insorgere
di particolari patologie lungo le murature,
quali macchie, condense, muffe e distacchi
della superficie di finitura. L’isolamento
dall’esterno delle pareti perimetrali, può
12
le guide tecniche made
essere attuato con più tecniche tra le
quali l’inserimento a diretto contatto della
muratura esistente o del vecchio intonaco,
di uno strato coibente composto da pannelli
termoisolanti di varia natura.
Il sistema di isolamento a cappotto
assicura un buon risparmio energetico,
grazie alla riduzione dei ponti termici
tra interno ed esterno, e può essere
applicato su ogni tipologia edilizia con
qualsiasi destinazione d’uso, dal comparto
del residenziale agli edifici industriali,
commerciali, ospedalieri, alberghieri
o scolastici. L’isolamento dall’esterno
mediante pannelli rigidi, nascosti al di
sotto di un normale intonaco, è adatto a
tutte le nuove realizzazioni ed è impiegato
con successo nelle ristrutturazioni e nella
riqualificazione dei vecchi edifici, senza
dover ricorrere a interventi demolitivi
pesanti per eliminare intonaci anche
fatiscenti oppure per ripristinare la
continuità delle murature se sono presenti
crepe o fessure dovute a movimenti
differenziali dei materiali di facciata.
Al termine dell’opera, il rivestimento finito
si presenta nell’aspetto come una normale
superficie muraria rivestita di intonaco,
è indeformabile alle usuali sollecitazioni e
possiede la stessa resistenza agli urti di
una normale coltre protettiva.
Le murature isolate a cappotto non
dissipano il calore accumulato, quando
i locali vengono riscaldati, se non verso
l’interno dei locali stessi.
Le pareti perimetrali si
comportano come volani termici
e lo scambio verso l’ambiente
abitato permette di sopperire ai cali di
temperatura durante gli intervalli quotidiani
di interruzione del riscaldamento o dopo
aver aperto le finestre per provvedere al
ricambio dell’aria. Il calore rimandato dalle
murature ripristina in breve tempo una
temperatura accettabile negli interni e
senza dover ricorrere a maggiori consumi
energetici. L’effetto è riscontrabile anche
in zone con un clima rigido e consente
alle murature di rimanere più asciutte
senza che avvenga la formazione di muffe
o di macchie a causa della permanenza
dell’acqua di condensa all’interno delle
pareti. Con ogni versione di pannello deve
però essere assicurata la continuità dello
strato coibente, condizione principale per
creare un rivestimento capace di isolare sia
dal caldo che dal freddo.
Il sistema posto in opera elimina buona
parte delle dispersioni termiche verso
l’esterno durante i mesi invernali e
impedisce un eccessivo ingresso di calore
dovuto all’esposizione solare diretta della
facciata durante i periodi più caldi dell’anno.
I maggiori benefici si hanno in ogni caso
durante le stagioni con clima rigido,
considerato che l’isolamento permette
di eliminare quasi del tutto le fughe
di calore, sia lungo gli elementi portati
o i tamponamenti che in corrispondenza
degli eventuali ponti termici.
1. discontinuitÀ
2. strutture
3. murature
L’isolamento
dei ponti
termici
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3
L’isolamento a cappotto mette
l’involucro dell’edificio in una condizione
stazionaria da un punto di vista termico
e igrometrico: le pareti esterne protette
dall’isolante non sono più soggette
alle sollecitazioni dovute agli sbalzi di
temperatura o di umidità provocate
dalle variazioni climatiche stagionali
le guide tecniche made
13
3
L’isolamento termico degli edifici
Stratificazione
del sistema a cappotto:
1. Intonaco
2. Adesivo
3. Pannello isolante
4-5. Rasatura in due
mani con rete
6. Strato di finitura
o giornaliere, mentre le murature, sia
tradizionali che in calcestruzzo armato,
non risentono di cicli di dilatazione o di
contrazione che sovente sono la causa di
problemi statici quando non sono state
calcolate accuratamente la posizione
e l’ampiezza dei giunti di costruzione.
Quando nell’isolamento a cappotto
mediante pannelli si nota un aumento
di umidità nell’interfaccia tra lo strato
isolante e la muratura o tra il livello
coibente e l’intonaco, significa spesso
che le caratteristiche fisico-chimiche dei
materiali utilizzati limitano la fuoriuscita
per traspirazione dell’umidità presente
nella muratura. Per evitare rigonfiamenti
e distacchi o situazioni di insalubrità
all’interno dell’edificio, occorre adottare
sempre sistemi che impiegano materiali
per l’isolamento o per la finitura esterna
con una limitata resistenza alla diffusione
del vapore e rivestimenti decorativi
a tinteggio o a spessore che siano
contemporaneamente idrorepellenti e
traspiranti.
14
le guide tecniche made
La posa in opera
La posa dello strato isolante viene eseguita
su un paramento planare e abbastanza
livellato, da cui sono stati asportati tutti
i materiali estranei e le parti incoerenti
così da assicurare l’ancoraggio delle
lastre mediante le apposite malte adesive.
Il sistema adesivo può essere integrato
con tasselli in plastica con testa a fungo
che aumentano le doti meccaniche e
di aderenza del sistema. Come guida
e sostegno dei pannelli in genere viene
sistemato nella parte inferiore un profilato
metallico o di plastica fissato al muro.
Durante l’operazione di posa, è necessario
controllare la continuità dei pannelli
lungo i bordi e la planarità di tutta la
superficie, nonché la loro continuità con
gli eventuali sistemi di isolamento delle
fondazioni. La posa dell’isolante riguarda
tutta la superficie esposta dell’edificio,
compreso le mazzette delle finestre e gli
eventuali porticati. Per i vari raccordi tra
le superfici con diverso orientamento si
utilizzano profilati di supporto e paraspigoli
da fissare al di sopra dell’isolante. I punti
problematici che vanno curati in maniera
particolare per eliminare o ridurre i ponti
termici sono in genere l’attacco della
parete con il sistema di copertura, i nodi
solaio muratura e il collegamento con
balconi e terrazze.
Gli elementi isolanti sono incollati con
una malta adesiva premiscelata oppure
ottenuta preparando sul cantiere un
impasto a base di resine sintetiche, con
una determinata proporzione di cemento
Portland. La stesura dell’adesivo sul
retro del pannello viene eseguita con più
tecniche: mediante blocchetti di malta
distribuiti sul rovescio in molteplici punti
quando il supporto è irregolare, per filari
perimetrali e interni da 4-5 cm
di larghezza e distanziati di circa 20 mm
1. PREPARAZIONE DEL SUPPORTO
2. STESURA DEL COLLANTE
3. POSA DEI PANNELLI
4. RASATURA
5. FINITURA
L’applicazione
del sistema
a cappotto
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5
le guide tecniche made
15
3
L’isolamento termico degli edifici
Il sistema a cappotto trova
efficace applicazione nel
risanamento energetico
del patrimonio immobiliare
esistente.
se la parete non è completamente
planare o per incollaggio totale, adatto a
piani lisci e regolari, dopo aver applicato
l’adesivo con spatola su tutto il rovescio
del pannello. Il lavoro di posa delle lastre
inizia dalla parte inferiore della parete
e prosegue per filari con giunti verticali
sfalsati di metà pannello fino alla sommità
dell’edificio. Gli elementi sono fissati
battendo le superfici con un frattazzo di
plastica così da distribuire l’adesivo sul
retro. Nel collegamento d’angolo i pannelli
tagliati a misura si sovrappongono tra loro
a incastro alternato lungo lo spigolo.
Dopo aver atteso il tempo di asciugatura
delle malte collanti, con la stessa malta
adesiva o con altri impasti dedicati al
sistema si provvede alla rasatura del
piano realizzato, per costruire un fondo
di intonaco adatto alla posa della finitura
decorativa. L’operazione viene eseguita
in due passate successive applicando,
tra una fase e l’altra, una rete di fibra di
vetro apprettata e resistente agli alcali.
16
le guide tecniche made
La rete, che viene stesa sulla superficie
partendo dall’alto, rimane inglobata al
centro della rasatura e ha il compito di
irrobustire e rinforzare l’intonaco, così
da aumentare la sua resistenza agli urti,
impedire la formazione di cavillature da
ritiro e distribuire le tensioni derivate dalle
escursioni termiche.
Nella posa della rete, i lembi dei due
spezzoni contigui vanno sormontati di
almeno 10 cm per assicurare la continuità
dell’armatura, mentre negli angoli delle
finestre e delle porte occorre inserire
pezzi rettangolari di rete sistemati di
traverso per rinforzare il collegamento.
L’intonaco che ingloba la rete di rinforzo
viene lisciato con frattazzo di acciaio e
deve aderire completamente allo strato
isolante.
Dopo aver atteso il tempo necessario per
la stagionatura dell’intonaco, è possibile
applicare la finitura costituita in genere
da un tinteggio per esterni, da pitture a
base di leganti traspiranti oppure da un
rivestimento a spessore pigmentato in
pasta e da stendere, a rullo o con spatola
metallica, direttamente sull’intonaco lisciato
o preparato con un prodotto stabilizzante.
Diverse versioni di isolamento a cappotto
possono essere finite con intonaci e tinteggi
tradizionali a base di calce, che sono
connotati da doti di bassa resistenza alla
diffusione del vapor d’acqua. Con qualunque
tipo di pannello, è più conveniente scegliere
uno strato finale decorativo di colore chiaro
per diminuire l’assorbimento del calore
solare e limitare le dilatazioni termiche
durante il periodo estivo.
La parte terminale superiore del complesso
di strati deve essere sempre protetta con
scossaline o con altri dispositivi, in modo
che non avvengano infiltrazioni d’acqua
lungo le sezioni interne. Per la stessa
ragione è indispensabile inserire degli
sgocciolatoi metallici, dove è necessario
impedire percolamenti interni, e procedere
alla sigillatura con silicone soprattutto nei
punti dove il rivestimento incontra la parte
inferiore dei davanzali delle finestre e al
contatto con i serramenti.
1. stesura prima mano
2. posa della rete
3. stesura seconda mano
La rasatura
e la finitura
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le guide tecniche made
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3
L’isolamento termico degli edifici
L’isolamento termico
in intercapedine
Il sistema con isolamento termico in
intercapedine è la tipologia più diffusa
di realizzazione delle chiusure d’ambito
esterno. Esso ha rappresentato la prima
e più significativa evoluzione della parete
perimetrale da elemento monolitico a
sistema tecnico pluristrato, costituito
da una sequenza ordinata e funzionale
di stratificazioni in grado di garantire un
corretto comportamento della chiusura
sotto l’effetto degli agenti esterni e interni.
Il sistema di isolamento termo-acustico
in Intercapedine, conosciuto col nome di
18
le guide tecniche made
“muro a cassetta”, consta di due pareti
dello stesso o di diverso materiale, di
differenti dimensioni, separate da una
camera d’aria continua al cui interno si
pone il materiale isolante; per inciso la
parete esterna è realizzata con elementi di
maggior spessore e massa.
Con gli usuali pannelli a densità media e
alta per l’isolamento termico, è possibile
realizzare su nuovi edifici sistemi coibenti in
intercapedine su pareti portanti perimetrali
o su tamponamenti per strutture a travi
e pilastri. Con questa tecnica è possibile
anche lasciare all’interno dell’intercapedine
una camera di aria libera e ferma più
o meno ampia in base al progetto di
coibentazione per migliorare le doti
termiche delle pareti. L’applicazione avviene
con blocchi laterizi o in calcestruzzo
vibrocompresso, di tipo termico o normali,
ed è effettuata con un paramento esterno
sottile e una muratura interna più massiccia
utilizzando elementi portanti o per tramezzi
1. muratura portante
2. tamponamento esterno
3. controparete
Gli schemi
tipologici
in base alle esigenze, che vengono montati
con una malta cementizia normale o
con doti termoisolanti. In ogni caso,
occorre garantire sempre la continuità
dell’isolamento termico sia tra pannelli
contigui, non lasciando spazi nei giunti, sia
in prossimità dei vani delle finestre o delle
porte dove i pannelli devono combaciare con
gli altri materiali che in questi punti evitano
la formazione di ponti termici; con una totale
continuità nei confronti dei serramenti,
che vanno sempre scelti tra le versioni a
bassa trasmittanza termica come richiede il
decreto 311/06. Per evitare che si formino
giunti aperti tra i componenti o che i pannelli
siano mal disposti all’interno della cavità,
occorre procedere per filari sovrapposti in
modo che i pannelli siano ammorsati tra i
due strati costruiti in blocchi posti all’interno
e all’esterno. Un aumento della rigidità del
sistema si ottiene con staffe in materiale
plastico resistente a trazione inserite
nei giunti, mentre per evitare fenomeni
di condensazione di umidità sull’isolante
è necessario utilizzare pannelli muniti di
barriera al vapore, anche da inserire come
componente separato, da sistemare verso
l’interno del fabbricato.
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2
3
le guide tecniche made
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3
L’isolamento termico degli edifici
I moderni sistemi
modulari prefabbricati
permettono la
realizzazione rapida
di vespai aerati
perfettamente
funzionanti.
I vespai aerati
Il progetto per assicurare benessere e
salubrità all’interno dell’edificio parte dal
sistema di fondazione e soprattutto dalla
pavimentazione posta al piano terreno che
deve possedere non solo un adeguato grado
di isolamento termico, ma anche rimanere
asciutto senza risalite capillari di umidità dal
terreno. Per queste necessità è possibile
realizzare al di sotto della pavimentazione
un vespaio aerato che si caratterizza per
la capacità di rinnovare la massa dell’aria
posta nell’intercapedine con un movimento
dall’interno verso l’esterno così da ottenere
sempre un aumento del comfort abitativo,
isolare gli strati di appoggio del piano di
marcia e rendere l’edificio più sano e sicuro.
Il vespaio comunicante con l’esterno
mediante condotti e griglie favorisce
l’espulsione dell’umidità che si infiltra al piano
terreno della costruzione dalle strutture
controterra e non solo la elimina sotto
forma di vapore al di fuori del fabbricato, ma
20
le guide tecniche made
nel medesimo tempo permette di smaltire
senza pericolo eventuali gas naturali dannosi
come il radon.
La tecnica impiegata per costruire questa
struttura portante orizzontale utilizza
manufatti di forma diversa secondo le
produzioni che in ogni variante sono
realizzati in materia plastica riciclata
resistente all’invecchiamento.
Questi manufatti, leggeri e
facilmente maneggiabili,
formano la base di
appoggio della soletta
di pavimentazione
che rimane sollevata
dal terreno o dallo
strato di ripartizione
posto direttamente a
contatto con il suolo.
Per assicurare stabilità
al sistema, gli elementi
sono connessi tra loro a
incastro, vengono sostenuti da robusti
piedini di altezza variabile secondo le
esigenze, terminanti con una larga base di
sostegno, e possiedono una forma piana,
a cupola o assimilabile a una struttura
arcuata che permette di scaricare sui
supporti i carichi di esercizio.
Un getto di completamento in calcestruzzo
armato permette di realizzare un supporto
piano per la pavimentazione e di distribuire
i carichi sui piedini del sistema che vengono
colmati dal conglomerato cementizio.
Questa soluzione è adatta alle nuove
costruzioni oppure alla ristrutturazione di
vecchi edifici, quasi sempre fabbricati senza
alcuna protezione contro l’umidità di risalita
dal terreno di fondazione. Inoltre il vespaio
aerato possiede prestazioni multifunzionali
in quanto è attrezzabile con accessori
che consentono di costruire nello stesso
tempo la struttura di pavimentazione ed
eventuali elementi portanti orizzontali
connessi alla soletta, vari tipi di
pavimentazioni continue con o
senza appoggi diretti a terra,
orizzontamenti coibentati
e vani sottopavimento di
varia capacità utilizzabili per
l’inserimento rapido, senza
l’esecuzione di scavi o sedi,
di tutte le reti impiantistiche
dell’edificio, comprese
quelle che utilizzano
condutture e tubazioni di
grande diametro.
1. posizionamento degli elementi
2. getto integrativo
3. realizzazione sottofondo
La posa
in opera
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le guide tecniche made
21
3
L’isolamento termico degli edifici
manto di copertura molto più agevoli e
veloci e che sono accostati tra loro a
formare uno strato continuo intermedio.
Lo scopo principale di questo livello è
l’isolamento termico del tetto per limitare,
fino a minimizzarle, tutte le dispersioni
energetiche e i passaggi indesiderati di
calore nella parte più elevata ed esposta
del fabbricato.
l’isolamento delle coperture
Le coperture a falde inclinate
La copertura tradizionale a falde inclinate,
costruita con piccoli elementi accostati e
sormontati a senso d’acqua, è un sistema
complesso in grado di resistere ai carichi
accidentali, di garantire la tenuta alle
intemperie al coronamento dell’edificio
e di assicurare un adeguato benessere
ambientale nei locali sottostanti. Nelle
nuove progettazioni e nel recupero dei
vecchi fabbricati, la copertura a falde
non è composta soltanto dal manto, dalla
struttura portante di copertura e dagli
accessori tecnici, ma viene dotata di un
ulteriore strato che sostiene le tegole e
i coppi e ha la funzione di aumentare il
comfort interno creando uno supporto
continuo coibente e multifunzionale.
Questo piano è spesso costruito con
pannelli preformati e presagomati che
rendono le operazioni di montaggio del
22
le guide tecniche made
I pannelli sottotegola
I pannelli sottotegola e sottocoppo
concorrono ad aumentare l’impermeabilità
del sistema tetto e, mantenendo sollevato
il manto, permettono lo smaltimento di
eventuali condense o di infiltrazioni d’acqua,
così da eliminare il pericolo di formazione di
muffe e funghi nella parte inferiore dei coppi
e delle tegole e da aumentare la durata
degli elementi di copertura. Con alcune
varianti di pannello, è possibile creare in
un’unica soluzione un tetto termoisolato
e con una camera ventilata nella parte
inferiore, quindi in grado di migliorare il
comfort estivo e di ridurre i costi per il
raffrescamento dei locali interni. Diversi
tipi di lastra sono conformati a rilievi e a
incavi da utilizzare sia per trattenere tegole
e coppi che per facilitare, grazie agli spazi
posti a distanza modulare, la posa in opera
del manto.
I sistemi di isolamento sottotegola
Tutte le versioni di pannelli isolanti
possono essere impiegati con componenti
sottotegola, in quanto garantiscono per
un tempo indefinito il mantenimento delle
qualità coibenti. Buona parte delle varianti
di pannelli è leggera e adatta per gli
impieghi in copertura dove è necessario
inserire componenti solidi e di scarso
peso, soprattutto nelle ristrutturazioni. Per
deformare un pannello isolante di adeguata
densità occorre un peso rilevante e questa
resistenza allo schiacciamento diviene
molto utile in fase di posa oppure durante la
1. liscio
2. sagomato
3. con profilato metallico
Le tipologie
di pannelli
31
2
3
le guide tecniche made
23
3
L’isolamento termico degli edifici
Schema funzionale di un tetto tipo ventilato coibentato:
1-2. copertura in laterizi
3. canale di gronda
4. griglia parapasseri
5 listello di battuta
6. supporto
7. barriera al vapore
8. strato isolante
9. strato di tenuta all’acqua
10. listello di supporto
(fonte Andil-Assolaterizi)
usuale manutenzione del tetto e dei sistemi
tecnici connessi, quando la copertura viene
temporaneamente calpestata. Quando i
pannelli non sono realizzati con un basso
assorbimento di umidità o con uno strato
impermeabile, come sovente avviene con i
materiali sintetici, la posa in opera prevede
sempre di inserire questi elementi in
contatto con la struttura del tetto, ma con
l’intercalazione di una barriera al vapore che
impedisce l’assorbimento delle condense
provenienti dall’interno del fabbricato e
mantiene le caratteristiche isolanti anche in
condizioni sfavorevoli. Molte varianti di lastre
coibenti sono connotate da un coefficiente
non elevato di resistenza al passaggio
dell’acqua sotto forma di vapore, che
permette lo smaltimento attraverso il corpo
24
le guide tecniche made
dello strato di eventuali condense formate al
di sotto dei pannelli.
Insieme alle lastre piane, semmai con
superficie goffrata per ottenere un migliore
aggrappaggio al manto in tegole e coppi,
taluni tipi sono muniti di fermategole
costituito da un profilato di acciaio zincato
e forato per consentire l’aerazione del
sottomanto e il passaggio di eventuali
infiltrazioni. In ogni versione, il perimetro del
pannello è dotato di incastro a battente o
a dente oppure è tagliato a bordi retti con
precisione in modo da ottenere, in opera,
un perfetto collegamento reciproco tra gli
elementi per evitare la formazione di ponti
termici. Tutte le versioni sono adatte a
essere montate direttamente sulla falda
del tetto, che può essere costruito con
prefabbricati eventualmente ricoperti con
una guaina impermeabile, con il sistema
tradizionale formato da controlistelli in
pendenza di falda e da listelli di aggancio,
oppure munito di tavolato di legno o di
lastre di multistrato. I pannelli a superficie
liscia non sagomata vengono inseriti tra i
Il sistema a tetto ventilato
controlistelli o sono sormontati dall’intera
struttura ortogonale di ancoraggio del
manto che viene fissata con chiodi o viti al
piano sottostante o ai correnti del tetto. Su
talune lastre isolanti sono praticati intagli
paralleli, in senso verticale e orizzontale,
distanziati tra loro per una misura adeguata
al tipo di tegola o di coppo da inserire: le
scanalature orizzontali, che vanno nella
direzione della linea di gronda, servono
per l’inserimento del dente di arresto delle
tegole, mentre quelle verticali disposte in
direzione della massima pendenza del tetto,
permettono il drenaggio rapido dell’acqua di
infiltrazione e l’aerazione della parte inferiore
del manto.
Sui tetti
a falda la
creazione di
una lama d’aria
che scorre in maniera
continua e senza perdite
dalla linea di gronda fino al
colmo della falda per effetto del
calore trasmesso al tetto dall’irraggiamento solare,
consente di raffrescare in maniera naturale il sistema
di copertura e gli ambienti sottostanti durante i
mesi più caldi, in quanto l’aria riscaldata è sostituita
continuamente da aria più fresca che entra nella
camera di ventilazione tramite le aperture praticate
in gronda. Il sistema diviene funzionale e produce
un buon risparmio energetico solo se progettato a
regola d’arte nelle diverse misure e in assenza di
ostacoli nell’intercapedine che limitano il flusso d’aria
o lo rendono vorticoso. Il funzionamento del sistema
dipende infatti da diversi fattori tra i quali l’ampiezza
della camera, la disposizione dei distanziali tra i due
paramenti chiusi, l’angolo di falda e la sezione di
entrata e di uscita dell’aria nella camera di ventilazione.
Per il tetto ventilato il mercato dispone di pannelli
prefabbricati di tipo composito a inserto coibentato,
nel quale è lasciata un’ampia fenditura, con facce
esterne rivestite con un tavolato di varia natura, anche
nobilitato e destinato a rimanere in vista all’intradosso
del tetto. Questo sistema può essere realizzato anche
in opera mediante un tavolato continuo in compensato
di legno che viene distanziato, rispetto al pannello
piano termoisolante posto alla base del sistema, con
listelli sistemati nel senso della pendenza del tetto.
Con tutte le soluzioni è possibile creare una camera di
ventilazione continua lungo la quale l’aria scorre senza
perdite e con il minor numero di ostacoli, dalla base
della falda alla sommità del tetto. Per evitare che nel
tempo piccoli animali nidifichino nell’intercapedine e
ostacolino il flusso, tutte le aperture per l’ingresso o
la fuoriuscita dell’aria sono protette con reti o pettini
parapasseri con una sezione tale da non limitare la
funzionalità del sistema.
le guide tecniche made
25
3
L’isolamento termico degli edifici
Diversi modelli sono sagomati lungo la
superficie esterna e possiedono incavi per
l’attacco delle tegole o per l’inserimento
di listelli di legno, a loro volta destinati a
impedire che gli elementi del manto scivolino
causando la perdita della tenuta all’acqua o
peggio ancora provocando danni per caduta.
Su queste versioni, il piano del pannello
è sovente stampato a canali che aiutano
lo smaltimento dell’acqua e permettono
l’aerazione della parte nascosta del manto.
La tecnica di stampaggio consente di
26
le guide tecniche made
ricavare pannelli con una serie di risalti
che separano parti concave adatte per la
sistemazione dei coppi a una giusta distanza
reciproca. Talune varianti sono costruite
con sedi di ancoraggio ai listelli ricavate sulla
faccia inferiore, per aumentare l’aderenza al
tavolato e assicurare una maggiore stabilità
all’insieme, oppure con scanalature parallele
a senso d’acqua, sempre praticate sulla
faccia nascosta, per impedire la formazione
di condense o ristagni di umidità. Non è
inconsueto l’accoppiamento tra lastre di
polistirene a superficie piana e profilati
metallici a traliccio che sono costruiti in
modo da resistere alla corrosione e vengono
muniti di fori per il passaggio dell’aria o delle
infiltrazioni. Sovente, per uno stesso modello,
sono disponibili più dimensioni e soprattutto
molteplici interassi per l’inserimento di ogni
tipo di elemento di copertura di laterizio
o di cemento. Ciò permette, in sede di
rifacimento del tetto, di inserire l’isolamento
e riutilizzare il vecchio manto quando le
tegole o i coppi sono in buone condizioni.
Le membrane sottotetto
I pannelli compositi
I pannelli compositi con anima di polistirene
espanso presentano le stesse caratteristiche
di isolamento termico del materiale di base,
ma possono essere costruiti in più versioni
utilizzando altri componenti accoppiati
allo strato coibente. La faccia superiore
del pannello è costituita da una lastra in
multistrato di legno o in agglomerato e, al
montaggio, forma un tavolato di appoggio
per le tegole e i coppi con al di sotto una
camera di ventilazione. Questa è ricavata
sagomando a risalti il pannello coibente di
base, rendendolo indissolubile con la lastra
di legno del tavolato. In molti casi, la faccia
inferiore della lastra può essere rivestita in
modo da evitare ulteriori finiture interne nei
sistemi su orditura portante in legno, mentre
alcune varianti sono disponibili con superficie
superiore impermeabilizzata mediante
membrane preassemblate al pannello.
La realizzazione di un’intercapedine d’aria
tra il manto di copertura e il piano di posa
delle tegole o dei coppi, insieme a tutti gli
accorgimenti studiati per smaltire eventuali
Negli schemi progettuali più corretti di coperture
coibentate, un ruolo fondamentale è svolto dagli
schermi flessibili per sottocopertura (o membrane
traspiranti) che assicurano la traspirazione del vapore
acqueo proveniente dal sottotetto, proteggendo
l’isolamento termico dai rischi d’infiltrazione d’acqua
e permettendo l’evacuazione continua dell’umidità.
La funzione dello strado di barriera al vapore è
mirata al controllo della formazione di condensa in
tutti quegli elementi della copertura particolarmente
sensibili all’umidità, in modo particolare lo strato
isolante. Molti di questi teli, inoltre, svolgono anche
una funzione impermeabilizzante, oppure esistono
versioni termo riflettenti in grado di dissipare calore
dallo strato più superficiale della copertura. Nella
corretta progettazione delle coperture, inoltre, è
fondamentale tenere conto delle condizioni climatiche
dell’area geografica in cui si va a intervenire. Lo strato
di barriera al vapore collocato sul lato “caldo” della
copertura, ad esempio, si rivela inutile nelle zone
caratterizzate da un clima particolarmente caldo. In
questi casi tale strato è costituito da membrane in
polietilene o in polipropilene. Lo strato di diffusione al
vapore, invece, appartiene alla categoria degli strati
complementari, la cui presenza risponde
a ragioni tecniche, legate a
materiali e tecnologie,
ausiliarie rispetto alla
funzionalità della copertura
o strettamente connesse a
destinazioni d’uso specifiche. In
genere questo strato è composto
da un foglio a base bituminosa,
adottato per evitare pressioni anomale
sulla copertura, possibili in seguito all’afflusso di vapore
proveniente dagli ambienti sottostanti.
le guide tecniche made
27
3
L’isolamento termico degli edifici
infiltrazioni d’acqua verso la gronda,
permette di eliminare per evaporazione
eventuali condense o presenze di umidità
immediatamente al di sotto dello strato di
tenuta del tetto. L’umidità viene smaltita
attraverso i giunti aperti tra le tegole e i
coppi e verso il colmo del tetto, che in genere
è aperto in modo da far passare l’aria
impedendo la nidificazione dei piccoli volatili.
Smaltire facilmente le condense e le eventuali
infiltrazioni significa aumentare la durata
della copertura, in quanto al di sotto di questa
non si formano funghi o muffe che hanno
la conseguenza di deteriorare il laterizio o il
calcestruzzo vibrocompresso del manto di
tenuta. Tutti i sistemi a pannelli preformati
sono progettati per garantire la realizzazione
di uno spazio di aerazione adeguato tra il
supporto e il rivestimento di tegole o coppi.
I pannelli impiegati nell’isolamento termico
28
le guide tecniche made
delle coperture sono sovente associati, nei
vari strati di applicazione, con guaine di tenuta
impermeabili all’acqua e permeabili al vapore.
Queste guaine impediscono il passaggio
dell’acqua di infiltrazione eventualmente
percolata dal manto di tenuta esterno,
ma possiedono un basso coefficiente di
resistenza al passaggio dell’acqua sotto
forma di vapore e, quindi, permettono lo
smaltimento rapido delle condense interne
preservando lo strato coibente naturale
dall’umidità. In tal caso le proprietà isolanti dei
pannelli vengono conservate a lungo anche
in condizioni ambientali avverse all’esterno
e all’interno dell’abitazione. Queste guaine,
commercializzate sotto forma di grandi
teli, sono facili da posare e possono essere
calpestate durante i lavori di posa senza
creare rotture o punti di tensione. Alla
notevole resistenza alle intemperie associano
la capacità di resistere nel tempo senza
alterarsi all’azione dei raggi ultravioletti e,
al pari dei diversi sistemi di coibentazione,
non contengono componenti volatili e sono
compatibili con qualunque supporto di posa.
Le guaine traspiranti sono sempre messe
in opera a freddo, permettono di risolvere
facilmente anche i punti della copertura
a geometria complessa e possiedono
una eccellente e duratura resistenza alla
lacerazione.
L’isolamento del tetto piano
Diverse varianti di pannelli termoisolanti,
prodotti in tutte le tipologie di materiali, sono
adatte alla realizzazione di strati coibenti su
tetti di forma piana, costruiti con solo una
leggera pendenza verso i punti di scarico
dell’acqua meteorica. Su strutture di questo
tipo è possibile scegliere tra svariate
tipologie realizzative che vanno studiate in
funzione della praticabilità della copertura,
se occasionale o usuale. Alla base, ogni tipo
di pannello richiede in genere la stesura
di una barriera al vapore, posata in modo
da creare uno strato continuo; talvolta al
di sotto di questo occorre stendere anche
uno strato di diffusione del vapore in velo
vetro bitumato e forato, che deve essere
collegato a terminali per lo smaltimento delle
condense. I pannelli isolanti sono sempre
sistemati sulla superficie a giunti chiusi
in modo da evitare ponti termici. Quando
l’impermeabilizzazione in doppia guaina
bituminosa viene sistemata al di sopra dello
strato coibente, i pannelli isolanti sono scelti
Lastre isolanti in grande
spessore utilizzate per
la realizzazione
di un “tetto rovescio”.
tra le varianti con superficie bitumata, per
migliorare l’aggrappaggio delle membrane,
resistente al calore del cannello impiegato
nella posa.
Nelle tipologie a tetto rovescio viene stesa
prima la membrana impermeabilizzante e
al di sopra di questa sono posati i pannelli
isolanti negli spessori richiesti dal progetto,
non necessariamente resistenti al calore
in quanto applicati sulla membrana solo
in aderenza. Il tetto rovescio richiede una
zavorra di ghiaia dopo aver interposto un
manto protettivo, oppure un carico formato
da terreno vegetale per i sistemi a tetto
verde. Nelle diverse varianti e con strati di
isolamento resistenti alla compressione
è possibile realizzare, al di sopra degli
strati coibenti e di impermeabilizzazione,
pavimentazioni pedonabili costruite su
massetto armato di rete elettrosaldata
oppure composte con lastre di cemento
vibrato e fibrorinforzato di spessore
adeguato, solo appoggiate o posate su
piedini regolabili in altezza.
le guide tecniche made
29
3
L’isolamento termico degli edifici
I serramenti e gli elementi
trasparenti
L’involucro edilizio è costituito anche
dai serramenti che sono realizzati con
ampie specchiature in vetro. Queste
aperture, se non sono dotate di una
idonea trasmittanza termica negli infissi
e nelle vetrature come indicato nelle
apposite tabelle del decreto 311/06,
rappresentano superfici attraverso le
quali avvengono forti dispersioni di calore
dall’interno verso l’esterno. La moderna
tecnologia dei telai per serramenti consente
di ottenere molteplici versioni in linea con
il Decreto per quanto riguarda la zona
geografica di installazione. I serramenti
in alluminio, con struttura mista alluminio
e legno, in pvc o in legno sono dotati di
organi di tenuta e realizzati con particolari
precauzioni costruttive che riducono le
dispersioni termiche tanto per i telai fissi
che per le ante mobili. Ogni variante nelle
gamme produttive di migliore qualità, viene
accompagnata dalla certificazione del
produttore che garantisce l’esito delle prove
effettuate o dei calcoli in merito alla misura
della trasmittanza termica del componente.
Nelle schede tecniche di accompagnamento
del serramento sono indicate anche le
precauzioni di posa per evitare che lungo
il bordo esterno del componente in opera
30
le guide tecniche made
si formino ponti
termici. Il montaggio
deve infatti
essere effettuato
garantendo la
continuità tra il telaio
fisso del serramento
e il sistema di isolamento dell’involucro.
Nelle parti vetrate ridurre la trasmittanza
termica del sistema permette di limitare
gli scambi termici per conduzione,
convezione e irraggiamento delle finestre.
Rispetto a una vetrata semplice, la vetrata
isolante con aria secca e immobile riduce
gli scambi termici per conduzione e
convezione con ulteriori vantaggi quando
l’aria all’interno dell’intercapedine tra le
due lastre viene sostituita con un gas più
pesante a conduttività termica inferiore
come l’Argon o il Kripto. Durante l’inverno
la bassa trasmittanza termica dell’aria o
del gas presente nell’intercapedine riduce
la dispersione dall’interno verso l’esterno
del calore prodotto dal riscaldamento e
permette di ottenere una temperatura della
faccia interna del vetro tanto elevata da
impedire l’effetto di parete fredda. La messa
a punto da parte dell’industria vetraria
di vetri con deposito basso emissivo e a
controllo solare consente di ottenere un
isolamento termico rinforzato con riduzione
degli scambi termici per irraggiamento.
Appunti e progetti
le guide tecniche made
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le guide tecniche made
1 Costruire con il calcestruzzo cellulare
2 Il recupero delle strutture in cemento armato
3 L’isolamento termico degli edifici
di prossima pubblicazione
La realizzazione di massetti e sottofondi
L’impermeabilizzazione delle coperture
L’isolamento acustico degli edifici
Le murature faccia a vista
Il rifaciento di balconi e terrazzi
Il rifacimento dei tetti in laterizio
La sicurezza in cantiere
Le Guide Tecniche del Gruppo Made sono realizzate dalla
Direzione Marketing e Comunicazione di Casa In S.p.A.
Si ringraziano le Aziende Basf, Brianza Plastica, Daliform,
Dörken, Ediltec, Gutta Werke, Index, Knauf,
Knauf Insulation, Laterlite, Mapei, Monier, Polibeck,
Project For Building, Sirap Gema, Tecnosugheri
per la cortese disponibilità e concessione delle immagini
e dei disegni pubblicati all’interno della Guida.
Gruppo Made è un Marchio registrato di Casa In S.p.A.
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