3 le guide tecniche made L’isolamento termico degli edifici 3 le guide tecniche made L’isolamento termico degli edifici Un guscio protettivo contro il caldo e il freddo Conduttività e trasmittanza termica 2 4 Le lastre e i pannelli termoisolanti I materiali sintetici La reazione al fuoco dei materiali isolanti I materiali minerali I pannelli preaccoppiati I materiali naturali I blocchi termici compositi con lastre 6 6 7 8 9 10 11 L’isolamento a cappotto La posa in opera 12 14 L’isolamento termico in intercapedine 18 I vespai aerati 20 L’isolamento delle coperture Le coperture a falde inclinate I pannelli sottotegola I sistemi di isolamento sottotegola Il sistema a tetto ventilato I pannelli compositi Le membrane sottotetto L’isolamento del tetto piano 22 22 22 23 25 27 27 29 I serramenti e gli elementi trasparenti 30 le guide tecniche made 1 3 L’isolamento termico degli edifici UN GUSCIO PROTETTIVO CONTRO IL CALDO E IL FREDDO L’isolamento termico delle pareti perimetrali, dei solai e muri controterra e delle coperture, piane o a falde, applicato sia su edifici nuovi che sul patrimonio edilizio esistente con diverse modalità di intervento, contribuisce a garantire un elevato comfort degli spazi interni e la riduzione dei consumi energetici Il decreto legislativo n.192 del 19 agosto 2005, attuazione della Direttiva 2002/91/ CE relativa al rendimento energetico in edilizia, e il decreto legislativo n. 311 del 29 dicembre 2006, Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005 n.192, permettono di applicare anche ai sistemi edilizi con ogni destinazione d’uso i principi di contenimento dei consumi energetici conseguenti all’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, che ha l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente a favore delle generazioni future. In Europa attualmente l’edilizia assorbe quasi il 40 per cento dell’energia complessiva utilizzata e quindi rappresenta uno dei principali settori che deve contribuire con il massimo dell’efficacia al raggiungimento del previsto risultato di risparmio energetico. Viene calcolato che in Italia oltre il 50 per cento dell’energia utilizzata per il riscaldamento degli edifici viene inutilmente sprecata senza apportare 2 le guide tecniche made benefici agli utenti e che la riduzione dei consumi energetici, con una conseguente limitazione di emissione di anidride carbonica responsabile dell’effetto serra, si potrebbe attestare sul 75 per cento dei valori attuali se si intervenisse attraverso una diversa attenzione al problema della gestione delle abitazioni e dei luoghi di lavoro e in particolare attraverso un migliore isolamento degli edifici. Buona parte degli edifici esistenti in Italia è stata realizzata senza tener conto dell’isolamento termico dell’involucro o con un isolamento insufficiente, quindi richiede elevate quantità di combustibile per far fronte al riscaldamento invernale e alla climatizzazione estiva. Una coibentazione termica eseguita a regola d’arte, tenendo conto delle attuali norme potrebbe permettere di ottenere un risparmio di quasi il 50 per cento sui consumi energetici per il riscaldamento, con una conseguenza favorevole sul benessere interno al fabbricato e con una notevole riduzione delle emissioni inquinanti derivate dall’impianto termico. I materiali isolanti presenti sul mercato consentono di intervenire con la migliore soluzione sugli edifici nuovi e sulle costruzioni esistenti apportando un beneficio in termini di comfort abitativo ed economico all’utenza, con un ritorno sull’investimento in tempi molto brevi grazie ai ridotti consumi e agli incentivi fiscali proposti dallo Stato per il settore. I sistemi di applicazione delle lastre e dei pannelli isolanti sono molteplici, ma la tecnica più efficace consiste nel disporre questi componenti il più vicino possibile all’esterno dell’involucro edilizio, sia lungo le pareti perimetrali che in copertura, e ottenere un guscio coibente continuo che può essere nascosto al di sotto di un intonaco o di un rivestimento a elementi da paramento, sottili e incollati, nelle versioni cosiddette a cappotto. Le varianti sono diverse e studiate per ogni sottosistema edilizio in modo da ottenere una completa continuità nell’isolamento. le guide tecniche made 3 3 L’isolamento termico degli edifici Conduttività e trasmittanza termica Per valutare le caratteristiche termiche di un materiale coibente o di una combinazione tra diversi materiali come avviene nelle murature perimetrali, nei solai o in copertura, si impiegano diverse unità di misura tra le quali la conduttività termica e la trasmittanza termica. La conduttività termica è indicata con la lettera greca lambda (λ) ed è la caratteristica specifica di un determinato materiale termoisolante o non isolante, leggero o pesante. Viene individuata dall’unità di misura W/mK ed è la quantità di calore in Watt che attraversa uno strato di materiale con una superficie pari a 1 m2 e uno spessore uguale a 1 m, quando la differenza di temperatura tra le due facce e in direzione del flusso di calore è di un grado della scala Kelvin (K). La trasmittanza termica, indicata con la lettera U, serve a valutare la dispersione o il passaggio di calore attraverso un materiale termoisolante, parti di un edificio, combinazione di vari materiali anche eterogenei come mattoni con rivestimenti coibenti ed è particolarmente utile per capire il comportamento termico dei sottosistemi edilizi, pareti perimetrali, solai, serramenti o coperture. L’unità di misura della trasmittanza è il W/m2K che indica la quantità di calore che attraversa uno strato di materiale con una superficie pari a 1 m2 e con un determinato spessore o con una stratificazione ben precisa nei diversi spessori, quando la differenza di temperatura tra le due facce e in direzione del flusso di calore è di un grado della scala Kelvin (K). I requisiti di legge indicati dalle tabelle allegate al decreto 311/06, espressi in termini di indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, impongono valori limite di trasmittanza termica U per la combinazione dei diversi materiali costituenti i sottosistemi edilizi disperdenti (strutture opache verticali, strutture opache orizzontali o inclinate, chiusure trasparenti) che sono sempre più stringenti dal 2006 al 2010 per attuare il programma di risparmio energetico. Questi valori di trasmittanza sono inseriti in diverse tabelle con riferimento alle zone climatiche, dalla lettera A alla lettera F, in cui il territorio italiano è suddiviso ai sensi del Dpr 412/93, dalla zona più calda a quella più fredda in base ai gradi giorno. 4 le guide tecniche made La discontinuità nell’isolamento termico di un involucro edilizio viene chiamata usualmente ponte termico e produce una modifica sia del flusso termico che della temperatura superficiale all’interno dell’edificio. Durante le stagioni fredde i ponti termici danno origine a basse temperature superficiali con un aumento delle dispersioni energetiche e dei costi di riscaldamento, con rischio di formazione di condense soprattutto negli ambienti dove viene prodotta molta umidità, come il bagno e la cucina, e di proliferazione di muffe lungo le pareti, tutte condizioni che rendono insalubre l’interno del fabbricato e ne riducono il comfort. Nei nuovi fabbricati e nelle strutture esistenti, i ponti termici vengono visualizzati tramite un’apposita apparecchiatura termografica che individua, con colori giallo-rossi contro il fondo nei toni del blu delle parti termoisolate, i punti dell’edificio in cui avvengono perdite di calore. L’effetto della ripetizione dei ponti termici su una parete uniforme deve essere incluso nel calcolo della trasmittanza termica del sottosistema parete perimetrale o copertura e il decreto 311/06 descrive anche il ponte termico corretto, quando la trasmittanza termica della parete fittizia, il tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico, non supera per più del 15 per cento la trasmittanza termica della parete corrente. Sul mercato si riconoscono diversi sistemi per l’isolamento termico degli involucri edilizi: per le pareti perimetrali le soluzioni più diffuse sono a base di elementi in lastre e pannelli e sistemi di isolamento a cappotto; per le coperture, i pannelli sottotegola e i pacchetti per la realizzazione dei tetti ventilati. Schema indicativo delle zone climatiche italiane secondo il DPR 412/93. TRASMITTANZE TERMICHE (U) LIMITE TABELLA 2.1 STRUTTURE OPACHE VERTICALI Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache verticali espressa in W/m2K Muri e strutture verticali TABELLA 3.1 STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI DI COPERTURA Zona climatica Dall’1 gennaio 2006 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2008 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2010 U (W/m2K) A 0,85 0,72 0,62 B 0,64 0,54 0,48 C 0,57 0,46 0,40 D 0,50 0,40 0,36 E 0,46 0,37 0,34 F 0,44 0,35 0,33 Zona climatica Dall’1 gennaio 2006 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2008 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2010 U (W/m2K) Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache orizzontali di copertura espressa in W/m2K (esclusa categoria E8) A 0,80 0,42 0,38 B 0,60 0,42 0,38 C 0,55 0,42 0,38 Coperture piane, inclinate e terrazze D 0,46 0,35 0,32 TABELLA 3.2 STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI DI PAVIMENTO Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache orizzontali di pavimento espressa in W/m2K (esclusa categoria E8) Pavimenti controterra, pavimenti su locali non riscaldati e di locali interrati riscaldati ALLEGATO I comma 7 DIVISORI ORIZZONTALI E VERTICALI TRA UNITÀ ABITATIVE Valori limite della trasmittanza termica U dei divisori orizzontali interpiano e verticali delimitanti il volume riscaldato verso unità immobiliari confinanti espressa in W/m2K (esclusa categoria E8) E 0,43 0,32 0,30 F 0,41 0,31 0,29 Zona climatica Dall’1 gennaio 2006 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2008 U (W/m2K) Dall’1 gennaio 2010 U (W/m2K) A 0,80 0,74 0,65 B 0,60 0,55 0,49 C 0,55 0,49 0,42 D 0,46 0,41 0,36 E 0,43 0,38 0,33 F 0,41 0,36 0,32 Zona climatica Dal 2 febbraio 2007 U (W/m2K) C 0,80 D E F le guide tecniche made 5 3 L’isolamento termico degli edifici LE LASTRE E I PANNELLI TERMOISOLANTI I componenti utilizzati nell’isolamento termico dell’involucro edilizio sono realizzati con molteplici varianti di materiali. Le lastre e i pannelli disponibili sul mercato possiedono valori di trasmittanza termica leggermente diversi tra loro in ragione della densità, della composizione, dello spessore e della struttura e in sede progettuale occorre scegliere quale tipologia è più adatta alle specifiche esigenze operative, alle condizioni economico-costruttive e di efficienza finale del sistema. Una prima divisione in categorie permette di catalogare le 1. isolamento in intercapedine 2. sistema a cappotto 3. isolamento controterra Applicazioni dei pannelli isolanti 1 2 6 3 le guide tecniche made lastre e i pannelli in base al materiale che può essere di derivazione sintetica e composto da resine polimeriche, di natura minerale e inorganica oppure proveniente dal mondo naturale vegetale o animale. I materiali sintetici I principali materiali sintetici sono: Polistirene espanso ottenuto per polimerizzazione dello stirene e ricavato per estrusione (XPS) o per sinterizzazione (EPS), con una struttura cellulare alveolare stabile nel tempo e autoestinguente al fuoco, che racchiude piccolissime camere d’aria separate da materiale solido. In genere le varianti XPS hanno una densità superiore a 25 kg/m3, mentre i tipi EPS sono prodotti con una densità di 15-30 kg/m3. Il materiale in lastre e pannelli si presenta rigido, di peso limitato e con un contenuto d’aria fino al 98 per cento che determina le ottime caratteristiche di isolamento termico, accentuato nelle versioni additivate con grafite. Se la struttura è a cellule chiuse, il polistirene non è in grado di assorbire umidità e risulta praticamente impermeabile al passaggio del vapore d’acqua. Poliuretano espanso derivato da polimeri termoplastici o termoindurenti e utilizzato in edilizia come isolante termico nella versione La reazione al fuoco dei materiali isolanti rigida autoestinguente al fuoco. La schiuma dura alveolare che compone i pannelli possiede ottime caratteristiche termoisolanti, è imputrescibile e resistente all’umidità e alle alte temperature. I valori migliori di isolamento termico si riscontrano a densità comprese tra i 30 e i 40 kg/m3 e su componenti con strutture fini e omogenee. I pannelli sono disponibili anche con vari rivestimenti quali il velo vetro saturato o bitumato per sistemi con posa per sfiammatura, con carta monobitumata, con cartonfeltro bitumato o con un sottile strato impermeabile per ridurre drasticamente l’assorbimento d’acqua. Polietilene espanso in lastre estruse con struttura a cellule chiuse, prodotto sia nella versione reticolata che non reticolata. Difficilmente infiammabile e disponibile anche in classe 1 di reazione al fuoco, viene utilizzato in particolare per sistemi di isolamento acustico sottopavimento, con possibilità di estendere l’impiego nel campo dell’isolamento termico grazie alla bassa conducibilità termica e alle prestazioni complementari come l’impermeabilità al vapore. I materiali sono prodotti a strato sottile e consentono di realizzare pavimenti galleggianti. Tutti i materiali sintetici, minerali o naturali impiegati nell’isolamento termico, possiedono un grado di reazione al fuoco variabile in base alla composizione. I produttori non sempre fanno riferimento alle norme italiane in materia di reazione al fuoco e diviene praticamente impossibile paragonare il comportamento in caso di incendio quando è determinato in via sperimentale secondo norme diverse. Tutte le varianti appartengono alla classe dei prodotti combustibili che in misura maggiore o minore partecipano all’incendio nel caso vengano investite dalle fiamme. Per i materiali minerali incombustibili la classe di reazione al fuoco è 0. Per le versioni combustibili, le norme italiane individuano i materiali attraverso la classe 1 autoestinguente e le classi 2, 3, 4 o 5 con l’aumentare della partecipazione alla combustione. Per gli stessi materiali, viene spesso utilizzata la norma Din 4102-1 che comprende le classi B1, B2 e B3. Non esiste una correlazione automatica tra le classi definite dalle norme italiane e quelle stabilite dalla norma tedesca per le diverse metodologie di prova e solo attraverso test di laboratorio può essere verificata l’eventuale corrispondenza. La medesima mancanza di affinità si riscontra con le Euroclassi di reazione all’azione dell’incendio, A1, A2, B, C, D, E, F reazione non determinata, stabilite dalla norma EN 13501-1 “Classificazione tramite dati di prove di reazione al fuoco. Parte 1”, che si basa sull’analisi di molteplici parametri come indicato dalla norma EN 13823:2002 “Prove di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione esclusii pavimenti: esposizione ad attacco termico mediante “Single Burning Item”(Sbi)”. La norma riguarda un metodo generale per la valutazione della sicurezza al fuoco dei prodotti da costruzione, appunto lo Sbi. La certificazione che comprova l’appartenenza a una determinata classe di reazione al fuoco deve accompagnare sempre i manufatti e in caso contrario il produttore è obbligato a fornirla su richiesta. le guide tecniche made 7 3 L’isolamento termico degli edifici I materiali minerali I materiali principali derivati dal mondo minerale sono: Lana di roccia prodotta dalla filatura dopo fusione di rocce naturali, di scorie d’alto forno e di miscele di componenti vetrificabili. La fibra è biosolubile e consente di confezionare pannelli incombustibili e a celle aperte di diversa densità fino a valori di oltre 80 kg/m3. Grazie alle ottime caratteristiche termiche e acustiche permette di realizzare componenti multifunzionali. La produzione si estende alle versioni idrorepellenti, ai pannelli con fibre orientate in direzione perpendicolare alle facce, alle varianti con rivestimenti di velo vetro o di vario tipo in funzione di barriera al vapore, ai rotoli composti da doghe unite su una faccia da un rivestimento bitumato e ai materassini a I materiali minerali per l’isolamento sono utilizzati in particolare nella tecnica con intercapedine. 8 le guide tecniche made diverse densità che vengono sistemati direttamente sul pavimento dei locali sottotetto. Lana di vetro prodotta con particolari lavorazioni che permettono di trasformare in fibre masse vetrose composte con materie prime selezionate. Incombustibile e imputrescibile, viene impiegata per pannelli con densità fino a oltre 100 kg/m3 e possiede ottime doti termiche e acustiche per sistemi di isolamento multifunzioni, grazie alla struttura macroscopica delle fibre, legate tra loro da un composto termoindurente, che attenua i rumori e ingloba grandi quantità d’aria. La lana di vetro resiste a temperature molto alte e viene prodotta anche in versione non idrofila che mantiene le caratteristiche termiche e acustiche in presenza di umidità. I pannelli sono stabili, non risentono di variazioni dimensionali e sono disponibili senza rivestimento o con rivestimento in velo vetro o bitumato. Vetro cellulare in pannelli rigidi a cellule chiuse ricavati mediante un processo termico-chimico che trasforma la materia prima in componenti con struttura vacuolare chiusa e non comunicante, impermeabile al I pannelli preaccoppiati I pannelli termoisolanti sono disponibili anche sottoforma di componenti preaccoppiati con lastre rigide autoportanti. Adatti alla posa su nuovi edifici, sono stati studiati in particolare per l’applicazione nel comparto del ripristino dei vecchi fabbricati da ristrutturare e da riqualificare, quando non è possibile intervenire dall’esterno con gli usuali sistemi a cappotto termico. Come strato isolante utilizzano svariate tipologie di materiali: polistirene espanso sinterizzato e autoestinguente, estruso senza pelle o miscelato con particelle di grafite per migliorare le qualità termiche, lana di vetro trattata antispolvero oppure lana di roccia con fibre orientate in senso ortogonale al pannello. Lo strato isolante può essere composto anche con granuli di sughero aggregati senza collanti, da un agglomerato in fibra di legno stabile e imputrescibile che possiede un ottimo accumulo termico, da una resina espansa melamminica elastificata a celle aperte e con ottime caratteristiche fonoassorbenti oppure da composti di gomma piombo e da strati di polietilene reticolato accoppiati a una lamina di piombo vergine per realizzare versioni a forte fonoimpedenza. Lo strato rigido accoppiato all’isolante è in genere il gesso rivestito in lastre sottili, ma alcuni tipi sono prodotti con doppio paramento in fibre di legno mineralizzato con cemento Portland, in fibre di legno mineralizzato con magnesite ad alta temperatura oppure con singolo o doppio strato esterno composto con una malta speciale idrorepellente. Derivate dai pannelli utilizzati nelle coperture, alcune tipologie sono composte da due paramenti esterni in legno o suoi derivati, che racchiudono lo strato termoisolante. La posa in opera avviene direttamente per incollaggio sulla muratura grezza quando questa è abbastanza planare, mentre per la posa su pareti con dislivelli superiori a 1,5 cm il fissaggio viene effettuato su un’orditura di legno o di profilati metallici. 1. impermeabilizzazione 2. isolamento 3. riempimento L’isolamento delle pareti controterra 1 2 3 vapore acqueo e all’umidità. Totalmente incombustibile, è rigido e indeformabile, risulta chimicamente inerte e possiede una elevata resistenza a compressione. Per l’assetto chiuso crea una barriera al vapore e si presta per l’isolamento termico al di sotto delle fondazioni e nei controterra. Possiede un peso specifico variabile in base al campo di impiego e viene prodotto anche in versione granulata per l’isolamento al di sotto di platee di fondazione o di pavimenti posti al piano terreno. le guide tecniche made 9 3 L’isolamento termico degli edifici I materiali naturali I principali materiali naturali sono: Fibre di legno mineralizzate in pannelli derivanti da particolari lavorazioni, che si differenziano secondo le tipologie di manufatti e conferiscono al materiale una completa imputrescibilità con un’ottima resistenza all’umidità. Tra i vari sistemi produttivi si distingue il processo che impiega fibre di legno, derivate in genere da colture a rotazione di pioppo, che vengono mineralizzate con magnesite. Il passaggio in una macchina di formatura a pressione e ad alta temperatura, permette di ottenere un forte legame tra le particelle e una completa sostituzione del contenuto organico delle fibre con l’impregnante utilizzato nella lavorazione. Altre versioni in fibre mineralizzate vengono confezionate con leganti inorganici composti da cemento Portland o da cemento bianco. Una volta che le lastre o i blocchi sono stati sottoposti a pressione, il legante minerale aggrega fortemente i frammenti di legno e 10 le guide tecniche made le fibre, realizzando una compagine che si presenta stabile e non più soggetta alle usuali alterazioni che in talune condizioni ambientali estreme minacciano l’integrità dei manufatti di legno massiccio. Sughero derivante dalla lavorazione della corteccia di particolari querce e rappresenta una risorsa rinnovabile che viene commercializzata sotto forma di granulati, di pannelli rigidi o di teli a spessore sottile disponibili in rotoli. Il sughero granulato, privo di composti estranei, può essere utilizzato tal quale per riempimenti e per realizzare calcestruzzi alleggeriti oppure sottoposto a un procedimento capace di comprimere le particelle e di ottenere un conglomerato aggregato per autosaldatura natura, quasi insensibile all’umidità e con un peso al m3 3-4 volte superiore rispetto al materiale non trattato. Il sughero espanso si ottiene scaldando i granuli sottovuoto a 300-400 °C e poi raffreddandoli in atmosfera inerte. Fibre di legno in pannelli prodotti con scarti di lavorazione ridotti in chips, sfibrati con vari processi e riaggregati con un particolare trattamento di bollitura e di pressatura che non richiede leganti minerali o sintetici, ma impiega le caratteristiche adesive della lignina, composto già presente nelle cellule del legno. I pannelli in fibra di legno possono essere rettificati e fresati con bordi a incastro per garantire la continuità nella posa. I pannelli, disponibili in molteplici densità fino a oltre 200 kg/m3, sono trattati contro l’attacco dei parassiti e con sostanze che I blocchi termici compositi con lastre riducono la combustibilità. I pannelli sono isolanti acustici e termici e possiedono una elevata traspirabilità al vapore acqueo. Fibre vegetali di varia natura, derivate dalla canapa, dal lino, dalla juta o dal cocco, che vengono ottenute con particolari processi di sfibratura a partire dalla materia prima grezza e permettono di ottenere pannelli o feltri isolanti termoacustici. Questi materiali non emettono polveri sottili durante la lavorazione e la posa sul cantiere, non provocano allergie o dermatiti da contatto e possono a volte essere miscelati con altri materiali organici, come una piccola percentuale di fibre sintetiche di poliestere che funge da armatura e non fa decadere le qualità naturali del materiale. I pannelli e i feltri così realizzati sono disponibili con densità diversificate e sovente sono trattati con sali borici per migliorare le caratteristiche di reazione al fuoco. 1 2 3 4 1. Fibra di legno pressato 2. Fibra di Kenaf 3. Fibra di cocco 4. Sughero Per aumentare le prestazioni nel campo dell’isolamento termico dell’involucro dell’edificio, il mercato propone alcune tipologie composite di blocchi laterizi alveolati o porizzati oppure di blocchi in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, che formano sistemi completi di pezzi speciali e di finitura per murature portanti e di tamponamento, esterne e interne. Una tipologia a taglio termico continuo è realizzata con elementi a tre strati preassemblati in stabilimento in modo da risultare indissolubili. Lo strato più interno è costituito da un pannello isolante in polistirene espanso autoestinguente, quello esterno è un blocco portante e quello opposto è un elemento per tavolato. In alcuni casi il pannello di polistirene è sostituito da uno spessore di agglomerato in sughero naturale che richiede un assemblaggio tramite tasselli, ma in ogni caso l’elemento coibente sporge dal piano di allettamento del blocco e dai lati così da ottenere la continuità dell’isolante al momento della posa e della formazione del giunto orizzontale. In verticale il blocco non richiede malta in quanto dotato di incastri e la malta del giunto orizzontale è disposta in due cordoli lungo i fianchi dell’isolante. Un’altra tipologia di blocchi portanti con inserti coibenti è composta da usuali elementi in laterizio porizzato, semipieni e con incastro laterale, oppure in blocchi termici di calcestruzzo alleggerito che sono fabbricati con i fori centrali riempiti con polistirene ad alta densità, autoestinguente ed espanso al vapore. Si tratta sempre di un sistema completo di fabbricazione che comprende tutti gli elementi, compresi quelli d’angolo e quelli a basso spessore per annullare i ponti termici, confezionati sul medesimo principio dei blocchi portanti e come questi da posare solo con due strisce di malta laterali sporgenti di 1 cm rispetto all’altezza del blocco. le guide tecniche made 11 3 L’isolamento termico degli edifici L’ISOLAMENTO A CAPPOTTO Il rivestimento esterno di un edificio rappresenta la coltre di protezione dell’ossatura muraria e degli ambienti interni e il componente che completa la struttura da un punto di vista formale. Un particolare sistema di rivestimento, definito a cappotto, è in grado di migliorare il comfort per chi vive e lavora nel fabbricato e di aumentare l’isolamento termico sull’intero complesso impedendo l’insorgere di particolari patologie lungo le murature, quali macchie, condense, muffe e distacchi della superficie di finitura. L’isolamento dall’esterno delle pareti perimetrali, può 12 le guide tecniche made essere attuato con più tecniche tra le quali l’inserimento a diretto contatto della muratura esistente o del vecchio intonaco, di uno strato coibente composto da pannelli termoisolanti di varia natura. Il sistema di isolamento a cappotto assicura un buon risparmio energetico, grazie alla riduzione dei ponti termici tra interno ed esterno, e può essere applicato su ogni tipologia edilizia con qualsiasi destinazione d’uso, dal comparto del residenziale agli edifici industriali, commerciali, ospedalieri, alberghieri o scolastici. L’isolamento dall’esterno mediante pannelli rigidi, nascosti al di sotto di un normale intonaco, è adatto a tutte le nuove realizzazioni ed è impiegato con successo nelle ristrutturazioni e nella riqualificazione dei vecchi edifici, senza dover ricorrere a interventi demolitivi pesanti per eliminare intonaci anche fatiscenti oppure per ripristinare la continuità delle murature se sono presenti crepe o fessure dovute a movimenti differenziali dei materiali di facciata. Al termine dell’opera, il rivestimento finito si presenta nell’aspetto come una normale superficie muraria rivestita di intonaco, è indeformabile alle usuali sollecitazioni e possiede la stessa resistenza agli urti di una normale coltre protettiva. Le murature isolate a cappotto non dissipano il calore accumulato, quando i locali vengono riscaldati, se non verso l’interno dei locali stessi. Le pareti perimetrali si comportano come volani termici e lo scambio verso l’ambiente abitato permette di sopperire ai cali di temperatura durante gli intervalli quotidiani di interruzione del riscaldamento o dopo aver aperto le finestre per provvedere al ricambio dell’aria. Il calore rimandato dalle murature ripristina in breve tempo una temperatura accettabile negli interni e senza dover ricorrere a maggiori consumi energetici. L’effetto è riscontrabile anche in zone con un clima rigido e consente alle murature di rimanere più asciutte senza che avvenga la formazione di muffe o di macchie a causa della permanenza dell’acqua di condensa all’interno delle pareti. Con ogni versione di pannello deve però essere assicurata la continuità dello strato coibente, condizione principale per creare un rivestimento capace di isolare sia dal caldo che dal freddo. Il sistema posto in opera elimina buona parte delle dispersioni termiche verso l’esterno durante i mesi invernali e impedisce un eccessivo ingresso di calore dovuto all’esposizione solare diretta della facciata durante i periodi più caldi dell’anno. I maggiori benefici si hanno in ogni caso durante le stagioni con clima rigido, considerato che l’isolamento permette di eliminare quasi del tutto le fughe di calore, sia lungo gli elementi portati o i tamponamenti che in corrispondenza degli eventuali ponti termici. 1. discontinuitÀ 2. strutture 3. murature L’isolamento dei ponti termici 1 2 3 L’isolamento a cappotto mette l’involucro dell’edificio in una condizione stazionaria da un punto di vista termico e igrometrico: le pareti esterne protette dall’isolante non sono più soggette alle sollecitazioni dovute agli sbalzi di temperatura o di umidità provocate dalle variazioni climatiche stagionali le guide tecniche made 13 3 L’isolamento termico degli edifici Stratificazione del sistema a cappotto: 1. Intonaco 2. Adesivo 3. Pannello isolante 4-5. Rasatura in due mani con rete 6. Strato di finitura o giornaliere, mentre le murature, sia tradizionali che in calcestruzzo armato, non risentono di cicli di dilatazione o di contrazione che sovente sono la causa di problemi statici quando non sono state calcolate accuratamente la posizione e l’ampiezza dei giunti di costruzione. Quando nell’isolamento a cappotto mediante pannelli si nota un aumento di umidità nell’interfaccia tra lo strato isolante e la muratura o tra il livello coibente e l’intonaco, significa spesso che le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali utilizzati limitano la fuoriuscita per traspirazione dell’umidità presente nella muratura. Per evitare rigonfiamenti e distacchi o situazioni di insalubrità all’interno dell’edificio, occorre adottare sempre sistemi che impiegano materiali per l’isolamento o per la finitura esterna con una limitata resistenza alla diffusione del vapore e rivestimenti decorativi a tinteggio o a spessore che siano contemporaneamente idrorepellenti e traspiranti. 14 le guide tecniche made La posa in opera La posa dello strato isolante viene eseguita su un paramento planare e abbastanza livellato, da cui sono stati asportati tutti i materiali estranei e le parti incoerenti così da assicurare l’ancoraggio delle lastre mediante le apposite malte adesive. Il sistema adesivo può essere integrato con tasselli in plastica con testa a fungo che aumentano le doti meccaniche e di aderenza del sistema. Come guida e sostegno dei pannelli in genere viene sistemato nella parte inferiore un profilato metallico o di plastica fissato al muro. Durante l’operazione di posa, è necessario controllare la continuità dei pannelli lungo i bordi e la planarità di tutta la superficie, nonché la loro continuità con gli eventuali sistemi di isolamento delle fondazioni. La posa dell’isolante riguarda tutta la superficie esposta dell’edificio, compreso le mazzette delle finestre e gli eventuali porticati. Per i vari raccordi tra le superfici con diverso orientamento si utilizzano profilati di supporto e paraspigoli da fissare al di sopra dell’isolante. I punti problematici che vanno curati in maniera particolare per eliminare o ridurre i ponti termici sono in genere l’attacco della parete con il sistema di copertura, i nodi solaio muratura e il collegamento con balconi e terrazze. Gli elementi isolanti sono incollati con una malta adesiva premiscelata oppure ottenuta preparando sul cantiere un impasto a base di resine sintetiche, con una determinata proporzione di cemento Portland. La stesura dell’adesivo sul retro del pannello viene eseguita con più tecniche: mediante blocchetti di malta distribuiti sul rovescio in molteplici punti quando il supporto è irregolare, per filari perimetrali e interni da 4-5 cm di larghezza e distanziati di circa 20 mm 1. PREPARAZIONE DEL SUPPORTO 2. STESURA DEL COLLANTE 3. POSA DEI PANNELLI 4. RASATURA 5. FINITURA L’applicazione del sistema a cappotto 1 2 3 4 5 le guide tecniche made 15 3 L’isolamento termico degli edifici Il sistema a cappotto trova efficace applicazione nel risanamento energetico del patrimonio immobiliare esistente. se la parete non è completamente planare o per incollaggio totale, adatto a piani lisci e regolari, dopo aver applicato l’adesivo con spatola su tutto il rovescio del pannello. Il lavoro di posa delle lastre inizia dalla parte inferiore della parete e prosegue per filari con giunti verticali sfalsati di metà pannello fino alla sommità dell’edificio. Gli elementi sono fissati battendo le superfici con un frattazzo di plastica così da distribuire l’adesivo sul retro. Nel collegamento d’angolo i pannelli tagliati a misura si sovrappongono tra loro a incastro alternato lungo lo spigolo. Dopo aver atteso il tempo di asciugatura delle malte collanti, con la stessa malta adesiva o con altri impasti dedicati al sistema si provvede alla rasatura del piano realizzato, per costruire un fondo di intonaco adatto alla posa della finitura decorativa. L’operazione viene eseguita in due passate successive applicando, tra una fase e l’altra, una rete di fibra di vetro apprettata e resistente agli alcali. 16 le guide tecniche made La rete, che viene stesa sulla superficie partendo dall’alto, rimane inglobata al centro della rasatura e ha il compito di irrobustire e rinforzare l’intonaco, così da aumentare la sua resistenza agli urti, impedire la formazione di cavillature da ritiro e distribuire le tensioni derivate dalle escursioni termiche. Nella posa della rete, i lembi dei due spezzoni contigui vanno sormontati di almeno 10 cm per assicurare la continuità dell’armatura, mentre negli angoli delle finestre e delle porte occorre inserire pezzi rettangolari di rete sistemati di traverso per rinforzare il collegamento. L’intonaco che ingloba la rete di rinforzo viene lisciato con frattazzo di acciaio e deve aderire completamente allo strato isolante. Dopo aver atteso il tempo necessario per la stagionatura dell’intonaco, è possibile applicare la finitura costituita in genere da un tinteggio per esterni, da pitture a base di leganti traspiranti oppure da un rivestimento a spessore pigmentato in pasta e da stendere, a rullo o con spatola metallica, direttamente sull’intonaco lisciato o preparato con un prodotto stabilizzante. Diverse versioni di isolamento a cappotto possono essere finite con intonaci e tinteggi tradizionali a base di calce, che sono connotati da doti di bassa resistenza alla diffusione del vapor d’acqua. Con qualunque tipo di pannello, è più conveniente scegliere uno strato finale decorativo di colore chiaro per diminuire l’assorbimento del calore solare e limitare le dilatazioni termiche durante il periodo estivo. La parte terminale superiore del complesso di strati deve essere sempre protetta con scossaline o con altri dispositivi, in modo che non avvengano infiltrazioni d’acqua lungo le sezioni interne. Per la stessa ragione è indispensabile inserire degli sgocciolatoi metallici, dove è necessario impedire percolamenti interni, e procedere alla sigillatura con silicone soprattutto nei punti dove il rivestimento incontra la parte inferiore dei davanzali delle finestre e al contatto con i serramenti. 1. stesura prima mano 2. posa della rete 3. stesura seconda mano La rasatura e la finitura 1 2 3 le guide tecniche made 17 3 L’isolamento termico degli edifici L’isolamento termico in intercapedine Il sistema con isolamento termico in intercapedine è la tipologia più diffusa di realizzazione delle chiusure d’ambito esterno. Esso ha rappresentato la prima e più significativa evoluzione della parete perimetrale da elemento monolitico a sistema tecnico pluristrato, costituito da una sequenza ordinata e funzionale di stratificazioni in grado di garantire un corretto comportamento della chiusura sotto l’effetto degli agenti esterni e interni. Il sistema di isolamento termo-acustico in Intercapedine, conosciuto col nome di 18 le guide tecniche made “muro a cassetta”, consta di due pareti dello stesso o di diverso materiale, di differenti dimensioni, separate da una camera d’aria continua al cui interno si pone il materiale isolante; per inciso la parete esterna è realizzata con elementi di maggior spessore e massa. Con gli usuali pannelli a densità media e alta per l’isolamento termico, è possibile realizzare su nuovi edifici sistemi coibenti in intercapedine su pareti portanti perimetrali o su tamponamenti per strutture a travi e pilastri. Con questa tecnica è possibile anche lasciare all’interno dell’intercapedine una camera di aria libera e ferma più o meno ampia in base al progetto di coibentazione per migliorare le doti termiche delle pareti. L’applicazione avviene con blocchi laterizi o in calcestruzzo vibrocompresso, di tipo termico o normali, ed è effettuata con un paramento esterno sottile e una muratura interna più massiccia utilizzando elementi portanti o per tramezzi 1. muratura portante 2. tamponamento esterno 3. controparete Gli schemi tipologici in base alle esigenze, che vengono montati con una malta cementizia normale o con doti termoisolanti. In ogni caso, occorre garantire sempre la continuità dell’isolamento termico sia tra pannelli contigui, non lasciando spazi nei giunti, sia in prossimità dei vani delle finestre o delle porte dove i pannelli devono combaciare con gli altri materiali che in questi punti evitano la formazione di ponti termici; con una totale continuità nei confronti dei serramenti, che vanno sempre scelti tra le versioni a bassa trasmittanza termica come richiede il decreto 311/06. Per evitare che si formino giunti aperti tra i componenti o che i pannelli siano mal disposti all’interno della cavità, occorre procedere per filari sovrapposti in modo che i pannelli siano ammorsati tra i due strati costruiti in blocchi posti all’interno e all’esterno. Un aumento della rigidità del sistema si ottiene con staffe in materiale plastico resistente a trazione inserite nei giunti, mentre per evitare fenomeni di condensazione di umidità sull’isolante è necessario utilizzare pannelli muniti di barriera al vapore, anche da inserire come componente separato, da sistemare verso l’interno del fabbricato. 1 2 3 le guide tecniche made 19 3 L’isolamento termico degli edifici I moderni sistemi modulari prefabbricati permettono la realizzazione rapida di vespai aerati perfettamente funzionanti. I vespai aerati Il progetto per assicurare benessere e salubrità all’interno dell’edificio parte dal sistema di fondazione e soprattutto dalla pavimentazione posta al piano terreno che deve possedere non solo un adeguato grado di isolamento termico, ma anche rimanere asciutto senza risalite capillari di umidità dal terreno. Per queste necessità è possibile realizzare al di sotto della pavimentazione un vespaio aerato che si caratterizza per la capacità di rinnovare la massa dell’aria posta nell’intercapedine con un movimento dall’interno verso l’esterno così da ottenere sempre un aumento del comfort abitativo, isolare gli strati di appoggio del piano di marcia e rendere l’edificio più sano e sicuro. Il vespaio comunicante con l’esterno mediante condotti e griglie favorisce l’espulsione dell’umidità che si infiltra al piano terreno della costruzione dalle strutture controterra e non solo la elimina sotto forma di vapore al di fuori del fabbricato, ma 20 le guide tecniche made nel medesimo tempo permette di smaltire senza pericolo eventuali gas naturali dannosi come il radon. La tecnica impiegata per costruire questa struttura portante orizzontale utilizza manufatti di forma diversa secondo le produzioni che in ogni variante sono realizzati in materia plastica riciclata resistente all’invecchiamento. Questi manufatti, leggeri e facilmente maneggiabili, formano la base di appoggio della soletta di pavimentazione che rimane sollevata dal terreno o dallo strato di ripartizione posto direttamente a contatto con il suolo. Per assicurare stabilità al sistema, gli elementi sono connessi tra loro a incastro, vengono sostenuti da robusti piedini di altezza variabile secondo le esigenze, terminanti con una larga base di sostegno, e possiedono una forma piana, a cupola o assimilabile a una struttura arcuata che permette di scaricare sui supporti i carichi di esercizio. Un getto di completamento in calcestruzzo armato permette di realizzare un supporto piano per la pavimentazione e di distribuire i carichi sui piedini del sistema che vengono colmati dal conglomerato cementizio. Questa soluzione è adatta alle nuove costruzioni oppure alla ristrutturazione di vecchi edifici, quasi sempre fabbricati senza alcuna protezione contro l’umidità di risalita dal terreno di fondazione. Inoltre il vespaio aerato possiede prestazioni multifunzionali in quanto è attrezzabile con accessori che consentono di costruire nello stesso tempo la struttura di pavimentazione ed eventuali elementi portanti orizzontali connessi alla soletta, vari tipi di pavimentazioni continue con o senza appoggi diretti a terra, orizzontamenti coibentati e vani sottopavimento di varia capacità utilizzabili per l’inserimento rapido, senza l’esecuzione di scavi o sedi, di tutte le reti impiantistiche dell’edificio, comprese quelle che utilizzano condutture e tubazioni di grande diametro. 1. posizionamento degli elementi 2. getto integrativo 3. realizzazione sottofondo La posa in opera 1 2 3 le guide tecniche made 21 3 L’isolamento termico degli edifici manto di copertura molto più agevoli e veloci e che sono accostati tra loro a formare uno strato continuo intermedio. Lo scopo principale di questo livello è l’isolamento termico del tetto per limitare, fino a minimizzarle, tutte le dispersioni energetiche e i passaggi indesiderati di calore nella parte più elevata ed esposta del fabbricato. l’isolamento delle coperture Le coperture a falde inclinate La copertura tradizionale a falde inclinate, costruita con piccoli elementi accostati e sormontati a senso d’acqua, è un sistema complesso in grado di resistere ai carichi accidentali, di garantire la tenuta alle intemperie al coronamento dell’edificio e di assicurare un adeguato benessere ambientale nei locali sottostanti. Nelle nuove progettazioni e nel recupero dei vecchi fabbricati, la copertura a falde non è composta soltanto dal manto, dalla struttura portante di copertura e dagli accessori tecnici, ma viene dotata di un ulteriore strato che sostiene le tegole e i coppi e ha la funzione di aumentare il comfort interno creando uno supporto continuo coibente e multifunzionale. Questo piano è spesso costruito con pannelli preformati e presagomati che rendono le operazioni di montaggio del 22 le guide tecniche made I pannelli sottotegola I pannelli sottotegola e sottocoppo concorrono ad aumentare l’impermeabilità del sistema tetto e, mantenendo sollevato il manto, permettono lo smaltimento di eventuali condense o di infiltrazioni d’acqua, così da eliminare il pericolo di formazione di muffe e funghi nella parte inferiore dei coppi e delle tegole e da aumentare la durata degli elementi di copertura. Con alcune varianti di pannello, è possibile creare in un’unica soluzione un tetto termoisolato e con una camera ventilata nella parte inferiore, quindi in grado di migliorare il comfort estivo e di ridurre i costi per il raffrescamento dei locali interni. Diversi tipi di lastra sono conformati a rilievi e a incavi da utilizzare sia per trattenere tegole e coppi che per facilitare, grazie agli spazi posti a distanza modulare, la posa in opera del manto. I sistemi di isolamento sottotegola Tutte le versioni di pannelli isolanti possono essere impiegati con componenti sottotegola, in quanto garantiscono per un tempo indefinito il mantenimento delle qualità coibenti. Buona parte delle varianti di pannelli è leggera e adatta per gli impieghi in copertura dove è necessario inserire componenti solidi e di scarso peso, soprattutto nelle ristrutturazioni. Per deformare un pannello isolante di adeguata densità occorre un peso rilevante e questa resistenza allo schiacciamento diviene molto utile in fase di posa oppure durante la 1. liscio 2. sagomato 3. con profilato metallico Le tipologie di pannelli 31 2 3 le guide tecniche made 23 3 L’isolamento termico degli edifici Schema funzionale di un tetto tipo ventilato coibentato: 1-2. copertura in laterizi 3. canale di gronda 4. griglia parapasseri 5 listello di battuta 6. supporto 7. barriera al vapore 8. strato isolante 9. strato di tenuta all’acqua 10. listello di supporto (fonte Andil-Assolaterizi) usuale manutenzione del tetto e dei sistemi tecnici connessi, quando la copertura viene temporaneamente calpestata. Quando i pannelli non sono realizzati con un basso assorbimento di umidità o con uno strato impermeabile, come sovente avviene con i materiali sintetici, la posa in opera prevede sempre di inserire questi elementi in contatto con la struttura del tetto, ma con l’intercalazione di una barriera al vapore che impedisce l’assorbimento delle condense provenienti dall’interno del fabbricato e mantiene le caratteristiche isolanti anche in condizioni sfavorevoli. Molte varianti di lastre coibenti sono connotate da un coefficiente non elevato di resistenza al passaggio dell’acqua sotto forma di vapore, che permette lo smaltimento attraverso il corpo 24 le guide tecniche made dello strato di eventuali condense formate al di sotto dei pannelli. Insieme alle lastre piane, semmai con superficie goffrata per ottenere un migliore aggrappaggio al manto in tegole e coppi, taluni tipi sono muniti di fermategole costituito da un profilato di acciaio zincato e forato per consentire l’aerazione del sottomanto e il passaggio di eventuali infiltrazioni. In ogni versione, il perimetro del pannello è dotato di incastro a battente o a dente oppure è tagliato a bordi retti con precisione in modo da ottenere, in opera, un perfetto collegamento reciproco tra gli elementi per evitare la formazione di ponti termici. Tutte le versioni sono adatte a essere montate direttamente sulla falda del tetto, che può essere costruito con prefabbricati eventualmente ricoperti con una guaina impermeabile, con il sistema tradizionale formato da controlistelli in pendenza di falda e da listelli di aggancio, oppure munito di tavolato di legno o di lastre di multistrato. I pannelli a superficie liscia non sagomata vengono inseriti tra i Il sistema a tetto ventilato controlistelli o sono sormontati dall’intera struttura ortogonale di ancoraggio del manto che viene fissata con chiodi o viti al piano sottostante o ai correnti del tetto. Su talune lastre isolanti sono praticati intagli paralleli, in senso verticale e orizzontale, distanziati tra loro per una misura adeguata al tipo di tegola o di coppo da inserire: le scanalature orizzontali, che vanno nella direzione della linea di gronda, servono per l’inserimento del dente di arresto delle tegole, mentre quelle verticali disposte in direzione della massima pendenza del tetto, permettono il drenaggio rapido dell’acqua di infiltrazione e l’aerazione della parte inferiore del manto. Sui tetti a falda la creazione di una lama d’aria che scorre in maniera continua e senza perdite dalla linea di gronda fino al colmo della falda per effetto del calore trasmesso al tetto dall’irraggiamento solare, consente di raffrescare in maniera naturale il sistema di copertura e gli ambienti sottostanti durante i mesi più caldi, in quanto l’aria riscaldata è sostituita continuamente da aria più fresca che entra nella camera di ventilazione tramite le aperture praticate in gronda. Il sistema diviene funzionale e produce un buon risparmio energetico solo se progettato a regola d’arte nelle diverse misure e in assenza di ostacoli nell’intercapedine che limitano il flusso d’aria o lo rendono vorticoso. Il funzionamento del sistema dipende infatti da diversi fattori tra i quali l’ampiezza della camera, la disposizione dei distanziali tra i due paramenti chiusi, l’angolo di falda e la sezione di entrata e di uscita dell’aria nella camera di ventilazione. Per il tetto ventilato il mercato dispone di pannelli prefabbricati di tipo composito a inserto coibentato, nel quale è lasciata un’ampia fenditura, con facce esterne rivestite con un tavolato di varia natura, anche nobilitato e destinato a rimanere in vista all’intradosso del tetto. Questo sistema può essere realizzato anche in opera mediante un tavolato continuo in compensato di legno che viene distanziato, rispetto al pannello piano termoisolante posto alla base del sistema, con listelli sistemati nel senso della pendenza del tetto. Con tutte le soluzioni è possibile creare una camera di ventilazione continua lungo la quale l’aria scorre senza perdite e con il minor numero di ostacoli, dalla base della falda alla sommità del tetto. Per evitare che nel tempo piccoli animali nidifichino nell’intercapedine e ostacolino il flusso, tutte le aperture per l’ingresso o la fuoriuscita dell’aria sono protette con reti o pettini parapasseri con una sezione tale da non limitare la funzionalità del sistema. le guide tecniche made 25 3 L’isolamento termico degli edifici Diversi modelli sono sagomati lungo la superficie esterna e possiedono incavi per l’attacco delle tegole o per l’inserimento di listelli di legno, a loro volta destinati a impedire che gli elementi del manto scivolino causando la perdita della tenuta all’acqua o peggio ancora provocando danni per caduta. Su queste versioni, il piano del pannello è sovente stampato a canali che aiutano lo smaltimento dell’acqua e permettono l’aerazione della parte nascosta del manto. La tecnica di stampaggio consente di 26 le guide tecniche made ricavare pannelli con una serie di risalti che separano parti concave adatte per la sistemazione dei coppi a una giusta distanza reciproca. Talune varianti sono costruite con sedi di ancoraggio ai listelli ricavate sulla faccia inferiore, per aumentare l’aderenza al tavolato e assicurare una maggiore stabilità all’insieme, oppure con scanalature parallele a senso d’acqua, sempre praticate sulla faccia nascosta, per impedire la formazione di condense o ristagni di umidità. Non è inconsueto l’accoppiamento tra lastre di polistirene a superficie piana e profilati metallici a traliccio che sono costruiti in modo da resistere alla corrosione e vengono muniti di fori per il passaggio dell’aria o delle infiltrazioni. Sovente, per uno stesso modello, sono disponibili più dimensioni e soprattutto molteplici interassi per l’inserimento di ogni tipo di elemento di copertura di laterizio o di cemento. Ciò permette, in sede di rifacimento del tetto, di inserire l’isolamento e riutilizzare il vecchio manto quando le tegole o i coppi sono in buone condizioni. Le membrane sottotetto I pannelli compositi I pannelli compositi con anima di polistirene espanso presentano le stesse caratteristiche di isolamento termico del materiale di base, ma possono essere costruiti in più versioni utilizzando altri componenti accoppiati allo strato coibente. La faccia superiore del pannello è costituita da una lastra in multistrato di legno o in agglomerato e, al montaggio, forma un tavolato di appoggio per le tegole e i coppi con al di sotto una camera di ventilazione. Questa è ricavata sagomando a risalti il pannello coibente di base, rendendolo indissolubile con la lastra di legno del tavolato. In molti casi, la faccia inferiore della lastra può essere rivestita in modo da evitare ulteriori finiture interne nei sistemi su orditura portante in legno, mentre alcune varianti sono disponibili con superficie superiore impermeabilizzata mediante membrane preassemblate al pannello. La realizzazione di un’intercapedine d’aria tra il manto di copertura e il piano di posa delle tegole o dei coppi, insieme a tutti gli accorgimenti studiati per smaltire eventuali Negli schemi progettuali più corretti di coperture coibentate, un ruolo fondamentale è svolto dagli schermi flessibili per sottocopertura (o membrane traspiranti) che assicurano la traspirazione del vapore acqueo proveniente dal sottotetto, proteggendo l’isolamento termico dai rischi d’infiltrazione d’acqua e permettendo l’evacuazione continua dell’umidità. La funzione dello strado di barriera al vapore è mirata al controllo della formazione di condensa in tutti quegli elementi della copertura particolarmente sensibili all’umidità, in modo particolare lo strato isolante. Molti di questi teli, inoltre, svolgono anche una funzione impermeabilizzante, oppure esistono versioni termo riflettenti in grado di dissipare calore dallo strato più superficiale della copertura. Nella corretta progettazione delle coperture, inoltre, è fondamentale tenere conto delle condizioni climatiche dell’area geografica in cui si va a intervenire. Lo strato di barriera al vapore collocato sul lato “caldo” della copertura, ad esempio, si rivela inutile nelle zone caratterizzate da un clima particolarmente caldo. In questi casi tale strato è costituito da membrane in polietilene o in polipropilene. Lo strato di diffusione al vapore, invece, appartiene alla categoria degli strati complementari, la cui presenza risponde a ragioni tecniche, legate a materiali e tecnologie, ausiliarie rispetto alla funzionalità della copertura o strettamente connesse a destinazioni d’uso specifiche. In genere questo strato è composto da un foglio a base bituminosa, adottato per evitare pressioni anomale sulla copertura, possibili in seguito all’afflusso di vapore proveniente dagli ambienti sottostanti. le guide tecniche made 27 3 L’isolamento termico degli edifici infiltrazioni d’acqua verso la gronda, permette di eliminare per evaporazione eventuali condense o presenze di umidità immediatamente al di sotto dello strato di tenuta del tetto. L’umidità viene smaltita attraverso i giunti aperti tra le tegole e i coppi e verso il colmo del tetto, che in genere è aperto in modo da far passare l’aria impedendo la nidificazione dei piccoli volatili. Smaltire facilmente le condense e le eventuali infiltrazioni significa aumentare la durata della copertura, in quanto al di sotto di questa non si formano funghi o muffe che hanno la conseguenza di deteriorare il laterizio o il calcestruzzo vibrocompresso del manto di tenuta. Tutti i sistemi a pannelli preformati sono progettati per garantire la realizzazione di uno spazio di aerazione adeguato tra il supporto e il rivestimento di tegole o coppi. I pannelli impiegati nell’isolamento termico 28 le guide tecniche made delle coperture sono sovente associati, nei vari strati di applicazione, con guaine di tenuta impermeabili all’acqua e permeabili al vapore. Queste guaine impediscono il passaggio dell’acqua di infiltrazione eventualmente percolata dal manto di tenuta esterno, ma possiedono un basso coefficiente di resistenza al passaggio dell’acqua sotto forma di vapore e, quindi, permettono lo smaltimento rapido delle condense interne preservando lo strato coibente naturale dall’umidità. In tal caso le proprietà isolanti dei pannelli vengono conservate a lungo anche in condizioni ambientali avverse all’esterno e all’interno dell’abitazione. Queste guaine, commercializzate sotto forma di grandi teli, sono facili da posare e possono essere calpestate durante i lavori di posa senza creare rotture o punti di tensione. Alla notevole resistenza alle intemperie associano la capacità di resistere nel tempo senza alterarsi all’azione dei raggi ultravioletti e, al pari dei diversi sistemi di coibentazione, non contengono componenti volatili e sono compatibili con qualunque supporto di posa. Le guaine traspiranti sono sempre messe in opera a freddo, permettono di risolvere facilmente anche i punti della copertura a geometria complessa e possiedono una eccellente e duratura resistenza alla lacerazione. L’isolamento del tetto piano Diverse varianti di pannelli termoisolanti, prodotti in tutte le tipologie di materiali, sono adatte alla realizzazione di strati coibenti su tetti di forma piana, costruiti con solo una leggera pendenza verso i punti di scarico dell’acqua meteorica. Su strutture di questo tipo è possibile scegliere tra svariate tipologie realizzative che vanno studiate in funzione della praticabilità della copertura, se occasionale o usuale. Alla base, ogni tipo di pannello richiede in genere la stesura di una barriera al vapore, posata in modo da creare uno strato continuo; talvolta al di sotto di questo occorre stendere anche uno strato di diffusione del vapore in velo vetro bitumato e forato, che deve essere collegato a terminali per lo smaltimento delle condense. I pannelli isolanti sono sempre sistemati sulla superficie a giunti chiusi in modo da evitare ponti termici. Quando l’impermeabilizzazione in doppia guaina bituminosa viene sistemata al di sopra dello strato coibente, i pannelli isolanti sono scelti Lastre isolanti in grande spessore utilizzate per la realizzazione di un “tetto rovescio”. tra le varianti con superficie bitumata, per migliorare l’aggrappaggio delle membrane, resistente al calore del cannello impiegato nella posa. Nelle tipologie a tetto rovescio viene stesa prima la membrana impermeabilizzante e al di sopra di questa sono posati i pannelli isolanti negli spessori richiesti dal progetto, non necessariamente resistenti al calore in quanto applicati sulla membrana solo in aderenza. Il tetto rovescio richiede una zavorra di ghiaia dopo aver interposto un manto protettivo, oppure un carico formato da terreno vegetale per i sistemi a tetto verde. Nelle diverse varianti e con strati di isolamento resistenti alla compressione è possibile realizzare, al di sopra degli strati coibenti e di impermeabilizzazione, pavimentazioni pedonabili costruite su massetto armato di rete elettrosaldata oppure composte con lastre di cemento vibrato e fibrorinforzato di spessore adeguato, solo appoggiate o posate su piedini regolabili in altezza. le guide tecniche made 29 3 L’isolamento termico degli edifici I serramenti e gli elementi trasparenti L’involucro edilizio è costituito anche dai serramenti che sono realizzati con ampie specchiature in vetro. Queste aperture, se non sono dotate di una idonea trasmittanza termica negli infissi e nelle vetrature come indicato nelle apposite tabelle del decreto 311/06, rappresentano superfici attraverso le quali avvengono forti dispersioni di calore dall’interno verso l’esterno. La moderna tecnologia dei telai per serramenti consente di ottenere molteplici versioni in linea con il Decreto per quanto riguarda la zona geografica di installazione. I serramenti in alluminio, con struttura mista alluminio e legno, in pvc o in legno sono dotati di organi di tenuta e realizzati con particolari precauzioni costruttive che riducono le dispersioni termiche tanto per i telai fissi che per le ante mobili. Ogni variante nelle gamme produttive di migliore qualità, viene accompagnata dalla certificazione del produttore che garantisce l’esito delle prove effettuate o dei calcoli in merito alla misura della trasmittanza termica del componente. Nelle schede tecniche di accompagnamento del serramento sono indicate anche le precauzioni di posa per evitare che lungo il bordo esterno del componente in opera 30 le guide tecniche made si formino ponti termici. Il montaggio deve infatti essere effettuato garantendo la continuità tra il telaio fisso del serramento e il sistema di isolamento dell’involucro. Nelle parti vetrate ridurre la trasmittanza termica del sistema permette di limitare gli scambi termici per conduzione, convezione e irraggiamento delle finestre. Rispetto a una vetrata semplice, la vetrata isolante con aria secca e immobile riduce gli scambi termici per conduzione e convezione con ulteriori vantaggi quando l’aria all’interno dell’intercapedine tra le due lastre viene sostituita con un gas più pesante a conduttività termica inferiore come l’Argon o il Kripto. Durante l’inverno la bassa trasmittanza termica dell’aria o del gas presente nell’intercapedine riduce la dispersione dall’interno verso l’esterno del calore prodotto dal riscaldamento e permette di ottenere una temperatura della faccia interna del vetro tanto elevata da impedire l’effetto di parete fredda. La messa a punto da parte dell’industria vetraria di vetri con deposito basso emissivo e a controllo solare consente di ottenere un isolamento termico rinforzato con riduzione degli scambi termici per irraggiamento. Appunti e progetti le guide tecniche made 31 le guide tecniche made 1 Costruire con il calcestruzzo cellulare 2 Il recupero delle strutture in cemento armato 3 L’isolamento termico degli edifici di prossima pubblicazione La realizzazione di massetti e sottofondi L’impermeabilizzazione delle coperture L’isolamento acustico degli edifici Le murature faccia a vista Il rifaciento di balconi e terrazzi Il rifacimento dei tetti in laterizio La sicurezza in cantiere Le Guide Tecniche del Gruppo Made sono realizzate dalla Direzione Marketing e Comunicazione di Casa In S.p.A. Si ringraziano le Aziende Basf, Brianza Plastica, Daliform, Dörken, Ediltec, Gutta Werke, Index, Knauf, Knauf Insulation, Laterlite, Mapei, Monier, Polibeck, Project For Building, Sirap Gema, Tecnosugheri per la cortese disponibilità e concessione delle immagini e dei disegni pubblicati all’interno della Guida. Gruppo Made è un Marchio registrato di Casa In S.p.A. Via Roma, 85 – 40075 Granarolo dell’Emilia (BO) Tel. 051760041 – fax 0516056789 www.gruppomade.com