AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI 45° CONVEGNO NAZIONALE, 7-10 SETTEMBRE 2016 –UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE AIAS 2016 - 641 INDAGINE SUL COMPORTAMENTO A FATICA ED AD USURA DI ACCOPPIAMENTI SCANALATI PER IMPIEGO AEROSPAZIALE F. Curàa, A. Muraa a Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, C.so Duca degli Abruzzi 24, 10129Torino, e-mail: [email protected] / [email protected] Sommario I metodi tradizionali di calcolo degli accoppiamenti scanalati consentono di eseguire un dimensionamento statico e a fatica, ma non tengono adeguatamente in conto dei fenomeni di usura. Questi componenti non presentano grosse criticità per quanto riguarda il comportamento a fatica, mentre il danneggiamento da usura risulta essere particolarmente critico L’usura si manifesta negli accoppiamenti scanalati soprattutto sotto forma di fretting causato da scorrimenti relativi fra i denti, causati dalla cinematica dell’accoppiamento (es. disallineamenti o vibrazioni), oppure dalla deformazione dei denti causata da carichi variabili nel tempo. In questo lavoro vengono presentati alcuni risultati sperimentali atti a verificare il comportamento a fatica ed ad usura di accoppiamenti scanalati a denti diritti. I risultati sperimentali sono confrontati con calcoli di durata eseguiti mediante i classici metodi analitici di dimensionamento e tramite modelli ad elementi finiti. Abstract The traditional spline couplings design methods allow to perform static and fatigue dimensioning, but do not take properly into account the effect of wear. Spline couplings show are not critical in terms of fatigue behaviour, while the wear damage is particularly critical. Wear damage in these components often is related to fretting caused by relative movements between engaging teeth due to the kinematic coupling (for example angular misalignment or vibration), or by the teeth deformation caused by not constant loads. In this paper, some experimental results are presented in order to verify the fatigue and wear of straight teeth spline couplings. The experimental results are compared with life calculations performed by classic design methods and finite element models. Parole chiave: accoppiamenti scanalati, usura, fatica, fretting. 1. INTRODUZIONE Gli accoppiamenti scanalati sono organi meccanici costituiti essenzialmente da un albero e da un mozzo sui quali sono ricavati opportuni risalti: sono particolarmente adatti nel trasferimento di potenze anche molto elevate, in quanto garantiscono elevata affidabilità, o quando le dimensioni ridotte dell’albero non consentono l’impiego di chiavette o linguette. Sono inoltre caratterizzati da semplicità di montaggio che rende agevole la sostituzione di elementi in caso di danneggiamento. La trasmissione del moto avviene grazie al reciproco scambio di forze tangenziali tra le facce laterali dei denti in contatto, senza che avvenga una rotazione relativa tra i due componenti. I profili scanalati si differenziano in base alla forma dei risalti ed al tipo di centraggio. In base alla forma si possono avere profili a fianchi paralleli (a denti dritti) o ad evolvente. Il centraggio riguarda invece la superficie dell’albero che va a contatto con la corrispondente superficie del mozzo. Esso può avvenire: per contatto sulla superficie interna (centraggio interno), per contatto sulla superficie di testa dei denti (centraggio esterno) o per contatto sui fianchi. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 La differenza fondamentale tra gli accoppiamenti che presentano profilo dei denti a fianchi rettilinei e quelli con curvatura ad evolvente di cerchio, sta nel fatto che i secondi introducono sulla dentatura anche sollecitazioni di tipo radiale. Inoltre, gli angoli di pressione che si possono riscontrare negli accoppiamenti scanalati sono molto più alti rispetto agli stessi che si trovano nelle normali ruote dentate. E’ da sottolineare il fatto che, mentre per le normali ruote dentate con profilo ad evolvente lo scambio di forze avviene in maniera puntuale, negli scanalati questo scambio di forze avviene lungo una curva che identifica la superficie di contatto [1]. La realizzazione del profilo ad evolvente per gli scanalati segue le stesse regole generali che vengono utilizzate in altri organi di trasmissione del moto. Gli scanalati sono normalmente dimensionati e verificati con metodologie analitiche che tengono in considerazione la resistenza statica e a fatica, ma che non tengono opportunamente in conto i problemi relativi al danno da usura [2,3]. Infatti una delle più comuni modalità di guasto di questi componenti, soprattutto per quanto riguarda il settore aerospaziale, è l’usura ed in particolare il l’usura da fretting. I fenomeni di usura si manifestano a causa di strisciamenti relativi che possono essere generati principalmente dalla cinematica dell’accoppiamento (disallineamento angolare), dalla deformazione dei denti (trasmissione di coppia variabile nel tempo) o dalle vibrazioni [4,5,6]. Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare il comportamento a fatica e ad usura di un albero scanalato per uso aereonautico sia dal punto di vista teorico, sia da quello numerico e sperimentale. In particolare, si vuole verificare sperimentalmente la resistenza a fatica del componente e confrontare tali risultati con quelli ottenuti dai calcoli. Questo perché dall’esperienza pratica risulta che tali componenti non sono particolarmente soggetti a danneggiamento da fatica, ma piuttosto da usura. L’analisi a fatica è stata effettuata utilizzando il classico metodo di calcolo analitico proposto da D. Dudley [2,3]; in seguito si è eseguita un analisi agli elementi finiti dello scanalato in modo da ottenere il reale stato tensionale a fondo dente e l’eventuale durata, in modo da indirizzare coerentemente le successive prove sperimentali di fatica. 2. DESCRIZIONE DELLO SCANALATO Lo scanalato utilizzato in questo lavoro è di impiego aeronautico a denti diritti con profilo ad evolvente, modulo 1,27mm, angolo di pressione 30°, 26 denti. Lo scanalato è realizzato in acciaio 42CrMo4 nitrurato. Le caratteristiche del materialo sono: tensione di rottura Rm = 1000MPa, tensione di snervamento RP02 = 750 MPa, limite di fatica ο³D-1 = 600MPa. In Figura 1 è riportato il diagramma di Wöhler del materiale (a sinistra) ed un disegno dello scanalato in oggetto (a destra). Figura 1: Curva di Wöhler del materiale (42CrMo4) e albero scanalato 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 3. ANALISI A FATICA DELL’ALBERO SECONDO LA TEORIA DI DUDLEY Il metodo di dimensionamento e verifica proposto da Dudley [2,3] prevede la valutazione di quattro tipologie di tensioni: 1. 2. 3. 4. tensioni tangenziali di torsione alla radice della dentatura esterna (cioè dell’albero); tensioni tangenziali di taglio nella dentatura dell’albero scanalato in corrispondenza della circonferenza primitiva; tensioni normali di compressione sui fianchi della dentatura dell’albero scanalato; tensioni tendenti alla lacerazione (bursting stresses) dell’elemento dentato internamente. Nel caso considerato in questo lavoro, dovendo verificare un accoppiamento già esistente, si è proceduto con il calcolo dei valori massimi ammissibili per le prime tre tipologie di tensioni, al fine di individuare il valore di coppia che induce il provino a rottura per fatica. La parte inerente alla rottura per esplosione delle parti interne dello scanalato non verrà presa in considerazione nell’analisi, in quanto nelle prove sperimentali il componente viene sollecitato in condizioni statiche, cioè senza che lo scanalato sia posto in rotazione Per effettuare i calcoli, sono in generale necessari anche alcuni fattori legati all’applicazione del carico, alla sua distribuzione, alle tensioni e al limite di fatica, ricavabili grazie all’ausilio di apposite tabelle presenti in letteratura [2,3]. Le espressioni per il calcolo delle tensioni sopra elencate sono le seguenti: 1. tensioni tangenziali di torsione: 16∗π∗π·ππ π1 = π(π· ππ 4 −π· 4 ) β (1) dove, Dre è il diametro di piede o di fondo (pollici), Dh è il diametro del foro dell'albero (pollici), T la coppia applicata (libbre al pollice). Il valore di tale tensione, corretta considerando Ka il coefficiente di applicazione del carico, Lf è il coefficiente di vita a fatica (Figura 2), non deve superare il valore ammissibile S’1: πΏ π′1 ≥ π1 πΎπ π 2. (2) tensioni tangenziali di taglio nella dentatura: 4βπβπΎ π2 = π·βπβπΉ πβπ‘ π π (3) dove, N è il numero di denti, D è il diametro primitivo (inch), Fe è la lunghezza effettiva di faccia (inch), te corda del dente, Km fattore di distribuzione. Anche in questo caso la verifica si effettua imponendo che la tensione S2 sia minore di quella ammissibile, considerando la tipologia di carico e la durata a fatica: πΎ π2′ ≥ π2 β πΏπ π 3. (4) tensione normale di compressione nella dentatura: 2βπβπΎ π3 = π·βπβπΉ πββ π (5) In questo coso, considerano un accoppiamento scanalato di tipo “flessibile” cioè che consente disallineamento fra albero e mozzo la verifica si ottiene da: 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 π3′ ≥ π3 βπΎπ (6) πΏπ€ dove il fattore Lw (tabellato [2,3]) dovrebbe tenere in considerazione anche gli effetti dell’usura fra i denti. Figura 2: Coefficiente di vita a fatica Lf secondo Dudley 4. ANALISI NUMERICA Lo scanalato oggetto di studio è stato analizzato prima staticamente e a fatica utilizzando un modello ad elementi finiti tridimensionale, tramite il programma SolidWorksSimulation, in modo da determinare lo stato tensionale a fondo dente e ricavare per quale carico viene superato il limite di fatica del materiale. Tale carico verrà utilizzato per eseguire le prove sperimentali [7]. Per quanto concerne i vincoli, è stata bloccata la parte posteriore della flangia di fissaggio dell’albero scanalato. Il è stato applicato sulla superficie dei denti in modo da generare coppie da 200 a 1600 Nm (Figura 3). Figura 3: Carichi e vincoli applicati al modello FEM ed esempio di risultati 5. ANALISI SPERIMENTALE A FATICA La prova a fatica è stata svolta utilizzando una macchina oleodinamica Instron 8800 Series ed un dispositivo appositamente progettato per poter eseguire prove si fatica torsionale su alberi scanalati (Figura 2) [8]. L'attrezzatura utilizzata è stata studiata e realizzata appositamente per convertire il moto rettilineo della macchina di prova in torsione pulsante (Figura 4 destra). L’attrezzatura consiste in un sistema di leveraggi che si compone di due semi-bracci fissi sulle flange del provino che, a loro volta, permettono la coassialità delle forze e la generazione della coppia. La coppia massima media generabile dall'attrezzatura è di 2000 Nm con una forza massima sulle bielle di 12000N. Dall’analisi statica descritta nel paragrafo precedente si sono ottenuti i seguenti valori di forza massima e minima che dovrà applicare la macchina, rispettivamente Fmax = 6370N Fmin = 1200N. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 4: Macchina di prova e dispositivo per il montaggio degli accoppiamenti scanalati La prima prova di fatica è stata svolta a temperatura ambiente, a frequenza costante pari a 10 Hz, con un carico unidirezionale di coppia variabile fra 200 e i 1050 Nm, per una durata pari a 500.000 cicli. La seconda prova è stata svolta con i medesimi parametri, ma con una durata pari a 1.500.000 cicli (durata totale delle due prove in sequenza pari a 2.000.000 cicli di carico). Alla fine di ciascuna prova lo scanalato è stato smontato ed è stata effettuata un’analisi delle superfici dei denti, tramite l’ausilio di macro fotografie e di indagini al microscopio, al fine di osservare nel dettaglio le zone usurate e di classificarne le tipologie. In seguito si è ancora proceduto con l’analisi dei liquidi penetranti, al fine di individuare una eventuale possibile presenza di cricche alla base della superficie del dente. 6. RISULTATI 6.1 Risultati teorici e numerici Le relazioni utilizzate per il calcolo delle tensioni secondo il metodo di D. Dudley (equazioni (1-6)) hanno permesso di ricavare il valore massimo di coppia ammissibile, pari a 467.5 Nm, necessario affinché lo scanalato possa effettuare un numero di cicli pari a 1.000.000, prima di arrivare a rottura. Per quanto riguarda le simulazioni numeriche, in Tabella 1 sono riassunti i risultati in termini di tensione massima equivalente (Von Mises Max) a fondo dente. Coppia [Nm] 200 400 600 800 1000 1050 1075 1100 1200 1400 1600 Von Mises Max [MPa] 136 285 407 543 678 731 749 766 814 949 1074 Tabella 1: Risultati dell’analisi FEM statica dell’albero scanalato. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Dai risultati dell’analisi numerica effettuata, si è osservato che per valori di coppia superiori a 1075 Nm si ha il superamento della tensione di snervamento, mentre per valori superiori a 1400 Nm si ha la rottura dello scanalato. Per quanto riguarda la simulazione a fatica, basandosi sui risultati dell’analisi statica e volendo portare a rottura per fatica il componente, si è applicato un carico variabile oscillante fra 200Nm e 1050 Nm. Impostando la curva di Wöhler del materiale (riportata in Figura 1), si è ottenuto dalla simulazione una durata del componente pari a 574000 cicli. 6.1 Risultati sperimentali Dalla prova di fatica si osserva che lo scanalato in esame supera abbondantemente la durata a fatica ricavata sia mediante i calcoli analitici secondo Dudley, sia tramite il modello FEM. La teoria di D. Dudley risulta generalmente essere un buon punto di partenza per definire la geometria dell’accoppiamento scanalato, ma tende ad essere troppo cautelativa. Ciò comporta, quindi, un sovradimensionamento della struttura dal punto di vista della vita a fatica. Invece, dal punto di vista dell’usura, il metodo di D. Dudley risulta essere alquanto poco conservativo. Infatti, dall’analisi effettuata sulle aree di contatto dello scanalato, è possibile individuare una forte usura delle superfici caratterizzata dai fenomeni di: fretting, polishing, micropitting e scoring. Di seguito si analizzeranno nel dettaglio i singoli aspetti. Si osserva che i fenomeni di usura si manifestano anche dopo la prima prova, cioè dopo soli 500000 cicli di carico affaticante. Fretting Figura 5: Immagini dello scanalato scattate subito dopo il termine dei primi 500.000 cicli (sinistra) e alla fine della seconda prova (destra). La Figura 5 riporta due immagini, la prima (a sinistra) corrispondente allo scanalato dopo la prima prova, la seconda (a destra) alla fine dei due milioni di cicli di fatica. In entrambi i casi è evidente la presenza di ossido di ferro, sotto forma di piccole particelle (visibile soprattutto sul dorso dell’albero all’altezza dei denti numero ventuno, ventidue e ventitré), indice di usura da fretting. Il fenomeno del fretting [9] ha luogo quando scorrimenti alternativi di piccola ampiezza (0.01-0.25 mm), tra due superfici in contatto, avvengono per un gran numero di cicli. Questo fenomeno causa due forme di danneggiamento: usura superficiale e deterioramento a fatica. L'attacco si presenta morfologicamente a vaiolature o solchi circondati da prodotti di corrosione, o a volte solamente come perdita di lucentezza del materiale metallico. In Figura 6 è riportato il particolare di uno dei denti dello scanalato soggetto ad usura dovuta a fretting, nella quale è possibile notare lo strato di ossido formatosi sulla superficie del dente stesso. L’entità del danneggiamento superficiale [10] è molto più grande di quanto faccia pensare l’ordine di grandezza delle distanze di scorrimento. Contatti che sembrano essere privi di movimento, come 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 connessioni ad interferenza, quando sono applicati carichi alternati e oscillanti permettono movimenti relativi dell’ordine dei nanometri; tali movimenti sono molto difficili da eliminare e il risultato a cui portano è il fretting. Usura e fatica da fretting sono presenti in quasi tutte le macchine e sono la causa della rottura di molti componenti robusti. Figura 6: Parte di un dente interessato da fretting. Una delle caratteristiche fondamentali del fretting è che, a causa della piccola ampiezza dello scorrimento, i detriti prodotti sono spesso trattenuti all’interno della zona di contatto accelerando il processo di usura. Il fenomeno del fretting può essere accelerato ulteriormente dalla corrosione, dalla temperatura e da altri fattori. Proprio come accade per l’albero dello scanalato, anche il mozzo (Figura 7) presenta una evidente usura dovuta a sfregamento (fretting); inoltre è possibile notare, all’interno del mozzo, la presenza di alcune macro particelle staccatesi dallo strato superficiale della dentatura dello scanalato. Figura 7: Immagine relativa al mozzo scanalato. Polishing Dopo i 2.000.000 di cicli è ben evidente l’effetto del polishing che è molto più presente rispetto alla prima parte della prova. Il polishing o “lucidatura” consiste in un processo lento di asportazione del materiale causato dal contatto metallo-metallo, che genera durante il funzionamento superfici estremamente lisce sui fianchi dei denti. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 8: Immagine relativa all’effetto polishing presente su una delle superfici di contatto. Micropitting Quando la sollecitazione è applicata ciclicamente [11], si possono produrre delle rotture per fatica superficiale che propagando determinano il distacco di scaglie (fenomeno denominato pitting) dalle aree di contatto. Le dentature sottoposte a trattamenti di indurimento superficiale sono soggette ad una particolare forma di danneggiamento superficiale da fatica, detta micropitting. Il distacco delle scaglie di materiale è prodotto dallo sviluppo simultaneo di più fratture lungo direzioni convergenti. È noto il fatto che il micropitting [12] si sviluppa in prima approssimazione come una rete di crepe poco profonde sulla superficie del fianco dell’evolvente. Questi producono un’usura significativa, con conseguente perdita di parte del profilo del dedendum del dente. La rugosità del dente è uno dei fattori che più influenza il fenomeno, in quanto le micro asperità superficiali vengono coinvolte nel processo di microsaldatura delle parti a contatto. Il provino in esame è stato sottoposto a una nitrurazione superficiale e lo strato “chiaro” creatosi altro non è che una miscela delle fasi Ι£′ (Fe4 N) e Ι (Fe2−x N). Questo processo porta alla formazione di uno strato superficiale dello spessore di circa 10 μm a partire dalla superficie, con presenza al suo interno di porosità. Sempre dalla sezione dell’acciaio nitrurato (Figura 9), è possibile notare che le micro crepe rimangono sulla superficie, a differenza di quanto accade per quelle cementate; eventuali micro crepe vengono poi in gran parte rimosse dopo la formazione del micropitting. Figura 9: Immagine relativa all’effetto del micropitting presente su una delle superfici di contatto. Scoring Lo scoring è una forma di usura, solitamente severa, a seguito della quale le superfici sono caratterizzate da evidente formazione di solchi estesi e di graffi, prevalentemente nella direzione dello strisciamento. In particolare, lo scoring si può classificare come moderato, localizzato o distruttivo. Solitamente lo si associa ad alte temperature locali o a lubrificazione insufficiente. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 10: Immagine relativa all’effetto dello scoring presente su una delle superfici di contatto. Nel caso in esame è facilmente intuibile che questo tipo di usura, che nei primi 500.000 cicli è di tipo moderato e che aumenta con l’aumentare del numero di cicli effettuati dal provino, sia stata indotta dalla totale assenza di lubrificante tra i denti dello scanalato (Figura 10). 7. CONCLUSIONI Dal presente lavoro è stato possibile dedurre che: Attualmente i metodi analitici per il calcolo degli accoppiamenti scanalati non sono in grado considerare in modo ottimale il danneggiamento da usura di tali componenti. La teoria di D. Dudley risulta essere un buon punto di partenza per definire la geometria dell’accoppiamento scanalato, ma tende ad essere troppo cautelativa dal punto di vista della fatica e non considera in modo appropriato i problemi di usura. Dalla prova a fatica sperimentale si deduce che lo scanalato in esame supera abbondantemente la durata a fatica proposta dalla teoria analitica e calcolata tramite il modello FEM; d’altro canto si riscontra nella realtà la presenza di una forte usura superficiale dei denti che potrebbe comunque compromettere il corretto funzionamento dell’accoppiamento. L’usura presente sulle facce dei denti dello scanalato introduce un aumento della rugosità superficiale del provino, che potrebbe compromettere il giusto accoppiamento dei profili. L’usura superficiale è causata dall’azione accoppiata di più fattori, quali: fretting, micropitting, scoring e polishing. Il fenomeno del fretting è stato riscontato individuando la presenza di ossido di ferro su gran parte della superficie dello scanalato. L’analisi della superficie tramite l’utilizzo di un microscopio ha mostrato, invece, la marcata presenza di polishing accompagnata da micropitting e scoring. Questi fenomeni sono causati principalmente dalla deformazione subita dai denti durante ogni ciclo di carico e scarico, nonché dallo strisciamento relativo delle facce dei denti a contatto. Gli sviluppi futuri prevedono lo svolgimento di ulteriori prove sperimentali, in quanto i risultati presentati in questo lavoro, necessitano di avere una validazione statistica. BIBLIOGRAFIA [1] V. Cuffaro, F. Curà, A. Mura, Calcolo della deformazione dei denti di alberi scanalati, AIAS 40° Convegno Nazionale, 7-10 Settembre 2011, Università degli Studi di Palermo. [2] Dudley, When splines need stress control, Product Engineering, Dicembre 1957, 56-61 [3] Dudley, How to design involute splines, Product Engineering, Ottobre 1957, 75-80 [4] V.Cuffaro, F. Curà, A. Mura, Analisi teorica e sperimentale del danno da fretting in accoppiamenti scanalati, AIAS 42° Convegno Nazionale, 11-14 Settembre 2013, Università Degli Studi Di Salerno [5] V. Cuffaro, F. Curà, A. 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