Diapositiva 1 - Il Bello della Psicologia

A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier, PhD
Psicologo Clinico – Dottore in Neuropsicologia
“ I have an obsession with the unattainable.
I have to eliminate what I cannot attain.”
Robert John Bardo
Stalker e assassino dell’attrice
Rebecca Schaeffler, uccisa nel Luglio 1989
Lo STALKING o “sindrome del molestatore assillante” si
caratterizza per la messa in atto di comportamenti ostili ed
insistenti finalizzati a perseguitare la propria vittima.
Questi comportamenti possono essere rappresentati da
 Comunicazioni intrusive ( ad es. telefonate, invio di sms,
e-mail, lettere, regali ecc.)
 Comportamenti di controllo (pedinamenti, appostamenti,
visite a casa o nel luogo di lavoro, minacce o aggressioni)
che violano pesantemente la liberta e la privacy della
persona oggetto delle “attenzioni” e generano uno stato di
disagio e pressione psicologica.
In letteratura non esiste una definizione univoca di STALKING ma negli anni
se ne sono succedute molteplici, in cui risulta centrale il tema del
“braccare”, del “perseguitare” e del “pedinare” e del danno arrecato al
senso di sicurezza della vittima.
 Meloy e Gothard 1995: “Ostinato, malevolo, ripetitivo ed opprimente
inseguimento di un’altra persona con minaccia alla sua sicurezza”,
segnalandone inoltre la caratteristica di atto manifesto non desiderato
dalla vittima e percepito da questa come molesto.
 Pathè e Mullen 1997: questi autori lo definiscono come un “ insieme
diverso di comportamenti con cui un soggetto impone ad un altro ripetute
intrusioni e comunicazioni quali il pedinare, il sorvegliare, il sostare nelle
vicinanze o tentare approcci con la vittima”, laddove per comunicazioni si
intende l’invio di lettere, e-mail, messaggi e telefonate.
 Meloy 1998: “La persecuzione e molestia voluta, ripetuta e
malintenzionata, perpetrata nei confronti di una persona che sente così
minacciata la sua sicurezza personale”.



Tjaden e Thoennes 1998: “insieme di condotte dirette verso una precisa
persona che implica un avvicinamento visivo o fisico, una comunicazione
senza consenso, minacce verbali o scritte o implicite, o una combinazione
di esse che comporta una ragionevole paura nella persona per messaggi
ripetuti in due o più occasioni”.
Model Antistalking Law, 1998: promulgata in America “un insieme di
comportamenti che comprendono l’avvicinamento fisico ripetuto e/o
minacce continue, che si sono verificate per almeno due volte,
includendo minacce esplicite o implicite nei confronti della vittima,
rivolte verso una persona o i membri della sua famiglia, che causano alla
vittima e ai suoi familiari intensi sentimenti di angoscia, paura ed ansia”.
In Italia Galeazzi e Curci nel 2001 introducono il concetto di Sindrome del
Molestatore Assillante: “un insieme di comportamenti ripetuti ed intrusivi
di sorveglianza e controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione nei
confronti di una vittima che risulta infastidita e/o allarmata da tali
attenzioni e comportamenti”. Tale definizione pone l’accento sulla
presenza di una patologia della relazione e pone al centro dell’attenzione
appunto la relazione molestatore-vittima.
Uno studio di Galeazzi G.M e Curci P. del 2001 ha evidenziato la
necessità di riscontrare almeno 3 caratteristiche particolarmente
importanti, affinché si possa parlare di stalking:
1.
L’attore del comportamento stalkizzante agisce nei confronti
della vittima in virtù di un investimento ideo-affettivo basato su
una situazione relazionale reale o immaginata (nel caso di
disturbo del contatto con la realtà da parte dell’attore)
2.
Lo stalking si manifesta con comportamenti basati sulla
comunicazione il contatto, in ogni caso connotati da
RIPETIZIONE, INSISTENZA ed INTRUSIVITA’;
3.
La pressione psicologica che deriva da tali comportamenti pone
la vittima in una condizione di allerta continua, in uno stato di
emergenza e stress psicologico. Ciò a causa della soggettiva
percezione degli atti come pericolosi ed invasivi, sia alla nascita
del timore per la propria o altrui incolumità.
ATTI PERSECUTORI:
 Indiretti: telefonate, lettere, sms, e-mail, graffiti, murales o doni
 Diretti: di controllo diretto come spiare, pedinare e sorvegliare o di confronto diretto
come visite a lavoro o a casa, minacce e violenze.
PROTAGONISTI:
Il persecutore o molestatore assillante
la vittima
la relazione forzata e controllante che si stabilisce tra i due



RIPETIZIONE E DURATA:
Non sono tanto le singole condotte ad essere considerate persecutorie, ma piuttosto è la
modalità ripetuta nel tempo e contro la volontà della vittima, che riassume in sé il
principale significato delle condotte persecutorie. I tempi considerati indicativi di
stalking possono variare da settimane (Aramini) a mesi (Hege) o addirittura anni (Hall,
1998).
PERCEZIONE SOGGETTIVA DA PARTE DELLA VITTIMA
RISVOLTI PSICOLOGICI:
 continuo stato di ansia e paura
 senso di insicurezza e di minaccia
 modifiche alle abitudini di vita



Minacce con passaggio all’atto
Danneggiamento dei beni (auto, motorino o altri)
Furto di identità telematica (ottenere indebitamente le
informazioni personali di un soggetto al fine di sostituirsi in tutto o
in parte al soggetto stesso e compiere azioni illecite in suo
nome o ottenere credito tramite false credenziali). Il criminale in
genere, ha bisogno di questi dati per attuare la frode:
Nome, cognome, indirizzo
Il codice fiscale
Il numero di telefono di casa
Luogo e data di nascita
Numero della carta di credito
Gli estremi del conto corrente e/o del numero del rapporto titoli della banca dove
tenete i BOT
Altre informazioni quali: nomi dei genitori, luogo di lavoro, nome dei figli, del cane,
ecc.

Controllo attraverso microspie o telecamere
Letteralmente stalking significa "fare la posta", "inseguimento” (Hazon, 2006;
Zanichelli, 2006).
Il termine anglosassone stalk è variamente traducibile con i seguenti
termini:
"caccia in appostamento“
"caccia furtiva"
"pedinamento furtivo“
"avvicinarsi furtivamente“
Lo stalker è quindi colui che: “tende un agguato” oppure “avanza
furtivamente”
Il verbo to stalk è altrettanto traducibile col significato di: "inseguire
furtivamente la preda" e deriva dal linguaggio tecnico-gergale venatorio
(Galeazzi, De Fazio, 2005).
Il termine "inseguimento" è quello più largamente usato e tradotto (Tjaden,
Thoennes, 1998). Quest'ultima definizione sembra la più vicina al
comportamento tipico del molestatore assillante che è, infatti, quello di
seguire la vittima nei suoi movimenti per poi intromettersi nella sua vita
privata (Mullen, Pathé, Purcell, 2000).
Un'altra traduzione molto usata è quella di "persecuzione”: lo stalker è
definito "persecutore" e la vittima "perseguitato“ ( Gianrico Carofiglio).
Nel lessico accademico si ricorre a differenti definizioni mutuate da vari
contesti quali quello criminologico, psichiatrico, psicologico e legislativo.
Nella lingua inglese oltre a stalking sono usati i termini obsessional
harassment, criminal harassment, obsessional following, obsessional
relational intrusion.
Nelle lingue italiana, greca e francese vengono usati termini quali: molestie
assillanti, dioxis, harcèlement du trosième type, etc. (Galeazzi, De Fazio,
2005).
Nella disamina della letteratura corrente il termine harassment è molto
spesso ricorrente e deriva dal verbo to harass, col significato di
"tormentare", "molestare“ ed "opprimere".
Nel periodo tra il 2001 ed il 2007 è stata condotta, in 16 regioni
Italiane e su un campione di 9600 interviste, una importante
ricerca nazionale di tipo epidemiologico sullo stalking, grazie
alla collaborazione dell’OSSERVATORIO NAZIONALE STALKING
(O.N.S) e del SINDACATO DI POLIZIA CO.I.S.P.
L’analisi dei dati raccolti ha mostrato i seguenti elementi:





Circa il 20% della popolazione è, o è stata vittima, di
stalking;
L’80% delle vittime è di sesso femminile;
Il 70% delle vittime ha presentato esiti psicologici e
relazionali spesso gravi;
Soltanto il 17% delle vittime ha sporto denuncia;
Nel 90% dei casi esiste un rapporto di conoscenza tra
vittima e persecutore.
L’incidenza geografica maggiore dello stalking
sembra essere il CENTRO-NORD.
Le dinamiche dello stalking sono agite:
 Nel 55% circa dei casi nell’ambito della relazione
di coppia;
 Nel 25% circa dei casi nell’ambito dei condomini;
 Nel 15% circa dei casi sul posto di lavoro;
 Nel 5% circa dei casi nel contesto familiare.
La ricerca non ha evidenziato la presenza di un
profilo della vittima definito ed univoco.
http://www.stalking.it/?p=322
Creare un profilo unico dello Stalker è un’operazione
azzardata poiché non tutti gli Stalker sono affetti un
disturbo psichico, a fronte di casi palesi come nel
“delirio erotomane”(Disturbo Delirante).
Esistono infatti molestatori in cui non si identifica un vero
e proprio quadro psicopatologico né l’uso (o l’abuso)
di sostanze come cocaina o alcol.
Tuttavia le ricerche hanno evidenziato le seguenti
caratteristiche comuni:
 Si tratta frequentemente di uomini che non accettano
la fine di un rapporto affettivo;
 Tanto più lunga e seria è stata la relazione, tanto più
numerosi risultano essere gli atti di molestia, con
approccio fisico;
 Soggetti caucasici di età variabile tra 34 e 55 anni;
 Livello di occupazione inferiore alla vittima;
 Storia affettiva caratterizzata da relazioni sfortunate
 Frequente pregresso uso di alcol, episodi di violenza o
maltrattamenti, precedenti penali o di disagio psichico
(casi in cui si riscontrano disturbi di personalità,
dell’attaccamento, di dipendenza da sostanza)
Una ricerca di Mullen et al. (1999), dopo aver
esaminato il profilo psicologico di numerosi
stalker ha evidenziato come dietro a
comportamenti simili possano celarsi
motivazioni anche molto diverse tra loro,
individuando cinque tipologie di stalker, distinti
in base ai bisogni e ai desideri che motivano le
loro azioni:
1. Il risentito o rancoroso
2. Il bisognoso di affetto
3. Il corteggiatore incompetente o inadeguato
4. Il respinto
5. Il predatore




CARATERISTICHE: è lo stalker frustrato, solo,
rifiutato dalla vittima anche dopo un solo
incontro casuale. È motivato dal desiderio di
vendetta per un presunto torto che crede di
aver subito.
PERICOLOSITA’: Questa tipologia di stalker
è pericolosa poiché l’attore si sente
autorizzato a fare del male alla vittima,
attuando vere e proprie aggressioni fisiche
che non di rado sfociano nel tentato
omicidio o nell’omicidio.
ASPETTI PSICOPATOLOGICI: scarsa analisi
della realtà, laddove il risentimento fa
considerare leciti ed autorizzati i
comportamenti aggressivi, persecutori ed
intrusivi. Tali comportamenti vengono
perpetrati poiché in grado di produrre
nell’attore una gratificante sensazione di
controllo sulla realtà e di vendetta.


CARATTERISTICHE: è motivato dalla ricerca di
una relazione amorosa o di attenzioni ed affetto.
Considera la vittima come una persona
emotivamente intima e vicina, per via di
caratteristiche superficialmente considerate, ed
in grado di colmare il suo bisogno di amore.
Considera il rifiuto dell’altro come una sorta di
“blocco” che deve essere superato verso
un’unione condivisa. Comprende anche il
“delirio erotomanico”.
ASPETTI PSICOPATOLOGICI: l’attore nega il
rifiuto da parte della vittima poiché il rifiuto è
considerato un intollerabile attacco all’Io,
strutturando una difesa basata
sull’allontanamento e la negazione dell’altro
reale e delle sue reazioni e percezioni, e
sostituendolo con una percezione immaginaria.



CARATTERISTICHE: prevale l’aspetto legato
alle scarse competenze sociali e relazionali.
Proprio a causa delle sue scarse competenze
questo stalker assume comportamenti che
risultano inappropriati, opprimenti, invadenti
ed espliciti. Tende ad essere poco resistente
nel tempo e a riproporre, con vittime diverse,
gli stessi comportamenti inadeguati.
PERICOLOSITA’: quando non riesce a
raggiungere il suo obiettivo o i risultati
sperati, può diventare maleducato ed
aggressivo.
ASPETTI PSICOPATOLOGICI: si tratta di una
persona con scarse competenze sociali e
relazionali che non è capace di produrre
comportamenti adeguati al contesto ed alle
necessità . Né di rispettare o riconoscere
alcune regole sociali. Probabilmente si tratta
di una persona con una certa immaturità
emozionale.



CARATTERISTICHE: il respinto diventa persecutore
in seguito ad un rifiuto; si tratta solitamente di un ex
che vuole ristabilire la relazione che è finita o
vendicarsi per l’abbandono, oscillando tra le due
motivazioni e manifestando una tenacia notevole nel
tempo.
PERICOLOSITA’: può diventare pericoloso essendo
estremamente tenace, persistente nel tempo e
molto tollerante verso le risposte negative della
vittima.
ASPETTI PSICOPATOLOGICI: la persecuzione
rappresenta per questo molestatore la sola forma
possibile di rapporto con la vittima, e le sue reazioni
negative sono preferibili alla perdita totale del
rapporto, che rappresenta per questa tipologia un
evento catastrofico, una disintegrazione del sé
insostenibile. Sono evidenti le dinamiche legate
all’angoscia da abbandono derivanti da uno stile di
attaccamento insicuro, sulle quali torneremo in
seguito.



CARATTERISTICHE: questo tipo di stalker
ambisce ad avere rapporti sessuali con la
vittima, che viene quindi pedinata,
inseguita e volutamente spaventata
poiché la paura della vittima eccita ed
esalta questo tipo di stalker, che si sente
potente nell’organizzare l’assalto.
PERICOLOSITA’: è ad alto rischio di
violenza, soprattutto sessuale, con
caratteristiche simili a quelle dei serial
killer ed i suoi assalti possono colpire
anche i bambini, se si tratta di pedofili.
ASPETTI PSICOPATOLOGICI: sono
frequentemente individui con disturbi
della sfera sessuale (pedofilia o
feticismo).









Narcisismo
Disturbi di personalità es.paranoide o dipendente
Psicopatia
Sociopatia
Attaccamento disfunzionale (ansioso-ambivalente/disorganizzato)
Parafilie (ad es. pedofilia, feticismo)
Psicosi, alterazione del contatto con la realtà
(soprattutto in casi che durano da anni)
Dipendenze da alcol o droghe
Disturbi del tono dell’umore (es. depressione o mania)
Nel caso delle DONNE: psicosi o depressione
(Asse II; Gruppo B, DSM-IV)
Quadro pervasivo di grandiosità, necessità di
ammirazione ed assenza di empatia che compare
entro la prima età adulta, è presente in molti contesti
ed è indicato da 5 o più dei seguenti elementi:
1.
Senso grandioso di importanza (grandeur)
2.
Assorbito da fantasie di illimitati successo, fascino,
bellezza ed amore ideale
3.
Crede di essere speciale ed unico, di poter
frequentare ed essere compreso soltanto da
persone speciali e di classe elevata
4.
Richiede eccessiva ammirazione
5.
Ha la sensazione che tutto gli sia dovuto e si
aspetta trattamenti di favore o l’immediata
soddisfazione delle proprie aspettative
6.
Approfitta degli altri per i propri scopi
7.
Manca di empatia: incapace di riconoscere ed
identificarsi nei sentimenti e nelle necessità degli
altri
(Asse II; Gruppo A; DSM-IV)
Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti
degli altri (le loro azioni vengono sempre
interpretate come malevole) che iniziano nella
prima età adulta e sono presenti in una varietà
di contesti, come indicato da 4 o più dei
seguenti elementi:
1.
Sospetta senza motivo di essere sfruttato,
danneggiato o ingannato
2.
Dubita senza motivo dell’affidabilità e lealtà
di amici e colleghi
3.
Riluttante a confidarsi nel timore ingiustificato
che le informazioni verranno usate contro di
lui
4.
Scorge siognificati nascosti umilianti o
minacciosi in eventi e rimproveri benevoli
5.
Porta costantemente rancore
6.
Percepisce attacchi non evidenti agli altri ed
è pronto a reagirvi
7.
Sospetta in modo ricorrente e senza ragione,
della fedeltà del partner o del coniuge
(Asse II; Gruppo C; DSM-IV)
Quadro di pervasiva ed eccessiva necessità di essere accudito
che determina comportamento sottomesso e dipendente e
timore della separazione, che compare nella prima età adulta,
è presente in molti contesti ed è indicato da 5 o più dei
seguenti elementi:
1.
Difficoltà nel prendere autonomamente le decisioni
quotidiane, richiedendo eccessiva quantità di consigli e
rassicurazioni
2.
Necessità che altri assumano le responsabilità della
maggior parte dei settori della sua vita
3.
Difficoltà nell’esprimere disaccordo a causa del timore di
perdere supporto e approvazione
4.
Difficoltà ad iniziare progetti e fare cose autonomamente
(mancanza di fiducia nel proprio giudizio e nelle proprie
capacità)
5.
Giunge a qualsiasi cosa pur di ottenere supporto ed
approvazione
6.
Si sente a disagio e indifeso quando è solo, per timore di
essere incapace di provvedere a se stesso
7.
Quando termina una relazione stretta ne ricerca
urgentemente un’altra come fonte di accudimento e
supporto
DSM-IV-TR (APA, 2001)
Condotte sessuali
contraddistinte da impulsi,
fantasie o comportamenti
sessuali intensi e ricorrenti,
che implicano oggetti,
attività o situazioni inusuali.
Presenza di disagio
clinicamente significativo o
di compromissione dell’area
sociale, lavorativa, o di altre
importanti aree del
funzionamento individuale
Nella definizione di Colombo (2001), le
parafilie sono descritte come disturbi
sessuali poiché gli oggetti o le situazioni
che determinano l'eccitamento si
discostano da quelli comunemente
riscontrati nella normalità. La scelta
dell'oggetto o la deformazione dell'atto si
manifestano con caratteristiche di
esclusività, continuità e quasi compulsività
(Colombo, 2001).
Se la perversione si stabilizza, essa potrà
influenzare seriamente le capacità del
soggetto di instaurare relazioni affettuose
reciproche e soddisfacenti, causando
comportamenti devianti nocivi inducendo il
soggetto affetto a compiere atti non
accettati socialmente o reati contro la
persona (Colombo, 2001).
ESIBIZIONISMO
 FETICISMO
 FROTTEURISMO
 PEDOLIFIA
 MASOCHISMO (tra
cui l’ipossifilia)
 SADISMO
FETICISMO DI
TRAVESTIMENTO
 VOYEURISMO

PARAFILIE N.A.S.
Escatologia telefonica
Necrofilia
Parzialismo
Zoofilia
Coprofilia
Clismafilia (uso erotico
dei clisteri)
Urofilia
Il soggetto pedofilo indirizza la propria attività sessuale verso i bambini pre-puberi
(APA, 2001), dello stesso sesso o del sesso opposto (Colombo, 2001).
Il DSM-IV-TR (APA, 2001) specifica che l'individuo, per rientrare in questa
categoria, deve avere almeno 16 o più anni e deve essere di almeno 5 anni
maggiore del bambino a cui rivolge il proprio interesse sessuale. Inoltre la
pedofilia come perversione deve essere distinta dagli episodi isolati che si
caratterizzano come diretta conseguenza secondaria di un disturbo primario quale
insufficienza mentale, schizofrenia, disturbi di personalità o intossicazione da alcol
(Colombo, 2001).
Può manifestarsi in associazione con l'incesto o con altri tipi di perversione quali
voyeurismo, esibizionismo, stupro, sadismo (Colombo, 2001).
L' impulso, fantasia o comportamento pedofilico ha spesso una natura egosintonica,
che non determina nel soggetto una condizione di disagio legata alla perversione
(APA, 2001).
In alcuni casi il soggetto pedofilo è sessualmente attratto solo dai bambini (Tipo
Esclusivo), mentre in altri l'attrazione verso i bambini si accompagna anche ad
attrazione rivolta agli adulti (Tipo Non Esclusivo) (APA, 2001).
Il decorso è solitamente cronico (APA, 2001).
Il feticismo è una perversione
prevalentemente maschile (Colombo,
2001) che prevede l'utilizzo di oggetti,
detti “feticci”, quali mutande,
reggiseni, calze, scarpe, stivali, o altri
accessori di abbigliamento femminile
(APA, 2001) o parti anatomiche come
piedi, capelli e talvolta anche difetti
fisici come cicatrici (Colombo, 2001),
da cui il soggetto ricava piacere
sessuale.
Spesso il feticcio è necessario al
soggetto per raggiungere
l'eccitazione sessuale e la sua assenza
può determinare una disfunzione
dell'erezione (APA, 2001).
Una volta che si è stabilizzato, il decorso
tende ad essere cronico (APA, 2001).
Alcuni autori li hanno definiti in passato
anche “psicopatici” o “sociopatici” nella
misura in cui fanno soffrire la società.
Sono incapaci di una significativa lealtà verso
individui, gruppi o valori sociali, sono
grossolanamente egoisti, insensibili,
irresponsabili, impulsivi e incapaci di
provare colpa o di imparare
dall’esperienza e dalla punizione. La
tolleranza alla frustrazione è bassa.
Tendono a biasimare gli altri o ad offrire
plausibili razionalizzazioni per il loro
comportamento” (M. Battaglia, L. Bellodi, P.
Migone, 1992).
“Si tratta di risposte totalmente egosintoniche
e prive di sensi di colpa o rimorso, emesse
a spese degli altri in assenza assoluta di
disturbi psicotici. La personalità appare
ben conservata”
(Asse II; Gruppo B, DSM-IV)
Il Disturbo Antisociale di Personalità (DAP) è caratterizzato
essenzialmente da “un quadro pervasivo di inosservanza e di
violazione dei diritti degli altri, che si manifesta nella fanciullezza o
nella prima adolescenza, e continua nell’età adulta”(DSM-IV, 1994).
I criteri diagnostici del DSM-IV prevedono 3 o più dei seguenti
elementi:
1.
Incapacità di conformarsi alle norme sociali (ripetute condotte
antisociali)
2.
Disonestà, mentire, truffare ripetutamente per profitto o piacere
personale
3.
Impulsività e incapacità a pianificare
4.
Irritabilità e aggressività con scontri fisici ripetuti
5.
Spericolata inosservanza della sicurezza propria ed altrui
6.
Irresponsabilità abituale (incapacità di mantenere un lavoro o fare
fronte ad obblighi finanziari)
7.
Mancanza di rimorso o senso di colpa dopo aver danneggiato,
maltrattato o derubato un altro
Il paziente psicotico manifesta una alterazione delle funzioni
mentali caratterizzata dalla difficoltà di distinguere la realtà
esterna da quella interna.
Confusione delle funzioni mentali:
Le funzioni mentali relative alla vita di tutti i giorni
diventano confuse o non seguono una successione
logica.
Convinzioni false:
La persona che soffre di un episodio psicotico tende a
sviluppare convinzioni false che si strutturano
prendendo il nome di illusioni.
Allucinazioni:
La persona che si trova in uno stato di psicosi vede,
sente, odora o prova cose che in realtà effettivamente
non esistono.
Cambiamenti emotivi:
Lo stato emotivo della persona che soffre di psicosi
tende a modificarsi senza un motivo apparente.
Cambiamenti comportamentali:
L'individuo che soffre di psicosi si comporta in modo
diverso dal solito.
1.
2.
3.
DISTURBI DELLA FORMA DEL PENSIERO: alterazioni del flusso ideativo
(deragliamento, fuga, tangenzialità, rallentamento, concretismo,
impoverimento)
DISTURBI DEL CONTENUTO DEL PENSIERO: ideazione prevalente delirante,
povertà di contenuti, idea prevalente, egomania, monomania ecc.
DISTURBI DELLA SENSO-PERCEZIONE: dispercezioni ed allucinazioni
uditive (a carattere imperativo, commentante, denigratorio o teleologico), visive,
olfattive, tattili, cinestesiche, geusiche.
Il disturbo del contenuto del pensiero è il solo che caratterizza tutti i quadri
psicotici; nei disturbi psicotici dell'umore le allucinazioni possono essere
assenti, mentre nel disturbo delirante cronico non si osservano disturbi
della forma del pensiero.
Tali sintomi possono presentarsi sotto forma di episodi in corso di disturbi
mentali secondari a malattie, di abuso di sostanze, disturbi cognitivi correlati
alla demenza, e in corso di gravi disturbi dell'umore,quadri psicotici
schizofrenici, quadri psicotici schizoaffettivi, psicosi acute, di disturbi deliranti
o disturbi di personalità.
“Propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un
membro della propria specie quando si è vulnerabili ai
pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o
malattia” (J. Bowlby, 1969)
L’ATTACCAMENTO può essere anche definito come un
sistema dinamico di comportamenti che
contribuiscono alla formazione di un legame specifico
fra due persone, un vincolo le cui radici possono
essere rintracciate nelle relazioni primarie che si
instaurano fra bambino e adulto.
 COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO: ha la
duplice funzione di assicurare la vicinanza a una figura
di attaccamento e proteggere il piccolo dal pericolo. È
di natura interazionale (non il soddisfacimento di una
semplice pulsione ma la ricerca di una relazione) e
viene innescato dalla SEPARAZIONE.
 LEGAME DI ATTACCAMENTO: Se il comportamento è
manifesto, misurabile e rilevabile attraverso la sola
osservazione, il legame è ciò che unisce
profondamente e strettamente due persone, ed è
dunque riservato solo a pochissimi individui.
Secondo Bowlby, l'attaccamento avviene in 5 FASI:
1.
2.
3.
4.
5.
0-3 mesi pre-attaccamento: il bambino riconosce la figura
umana quando compare nel suo campo visivo ma non
discrimina le persone;
3-6 mesi attaccamento in formazione: inizia la formazione
di un legame; il bambino discrimina le figure e ne
riconosce una in particolare (quella che lo cura, lo coccola,
lo nutre). Compare la paura dell'estraneo;
7-8 mesi angoscia: non avendo sviluppato il concetto di
“permanenza dell’oggetto”, la lontananza dalla figura di
riferimento provoca angoscia nel bambino;
8-24 mesi fase di attaccamento vero e proprio;
3 anni in poi formazione di legami: la figura allevante
viene riconosciuta dal bambino che, oltre ad identificarne
le caratteristiche fisiche, diviene consapevole dei propri
sentimenti, emozioni, sensazioni.
In base alle risposte fornite dalla la
figura di riferimento, il bambino
strutturerà una specifica
tipologia di legame o “stile di
attaccamento”, che potrà essere
funzionale o meno.
In futuro crescendo, questo stile di
attaccamento si concretizzerà in
modelli operativi relazionali, che
tenderanno a riprodurre lo
stesso modello di attaccamento
nelle relazioni future.
COMPORTAMENTO STRANGE SITUATION: quando
lasciato solo protesta intensamente ma si tranquillizza
quando la mamma torna. Il comportamento è volto sia
verso la mamma che verso l’ambiente, che viene
esplorato con libertà e serenità. Attenzione alla
mamma e all’ambiente.
MODELLO DI ACCUDIMENTO RISCONTRATO: figure di
attaccamento stabilmente disponibili e pronte a
rispondere positivamente alle richieste di
accudimento, vicinanza e conforto.
MODELLO OPERATIVO INTERNO: modello di Sé amabile,
meritevole di amore ed attenzioni, capace di suscitare
nell’altro risposte positive di affetto e accudimento.
L’altro viene vissuto come disponibile e degno di
fiducia.
SVILUPPO: il bambino sviluppa una relazione basata su
senso di stabilità, accudimento ed accettazione. Si
sente sereno accettato e protetto ma anche libero di
esplorare. Matura fiducia in sé e nelle proprie risorse.
COMPORTAMENTO STRANGE SITUATION: quando
lasciato solo non protesta, non piange e non segue la
mamma. Quando la mamma torna evita ogni contatto
con lei e continua attivamente ad ignorarla.
MODELLO DI ACCUDIMENTO RISCONTRATO: figure di
attaccamento indisponibili, non affettuose e
tendenzialmente propense ad ignorare ed allontanare
rifiutandole, le richieste di contatto e vicinanza del
bambino. Lo tengono a distanza.
MODELLO OPERATIVO INTERNO: il bambino sviluppa la
convinzione di un Sé “poco amabile” non meritevole
di amore ed attenzioni , incapace di suscitare nell’altro
risposte positive di affetto e accudimento. L’altro
viene vissuto come indisponibile.
SVILUPPO: alterna momenti di indipendenza a momenti
di ricerca di accudimento. Crescendo, tende a
scindere gli affetti negativi verso la madre non
elaborati proiettandoli sulla società, con
comportamenti ribelli o contestativi. Tende a non
attaccarsi all’altro.
COMPORTAMENTO STRANGE SITUATION: quando
lasciato solo protesta intensamente ma non appare
rassicurato dal ritorno della mamma; preso in
braccio continua a piangere e resiste alle
rassicurazioni.
MODELLO DI ACCUDIMENTO RISCONTRATO: le
mamme mostrano comportamenti imprevedibili
ed incostanti: a volte sono accoglienti a volte
rifiutanti nei confronti delle richieste di
accudimento e vicinanza. Possono mostrarsi
intrusive ed ipercontrollanti.
MODELLO OPERATIVO INTERNO: si formano 2
modelli operativi interni: 1) Sé amabile e FDA
degna di fiducia; 2) Sé non amabile e FDA
indisponibile.
SVILUPPO: il bimbo appare passivo, esplora poco ed
ha costantemente bisogno di accudimento,
mostrandosi inoltre costantemente preoccupato
ed angosciato dal comportamenti imprevedibile
della madre, aggrappandosi a lei e temendo
l’abbandono.
COMPORTAMENTO STRANGE SITUATION: il bambino
presenta comportamenti disorganizzati non direzionati:
strilla piangendo quando la mamma si allontana e la cerca,
ma quando torna non si avvicina o lo fa con la testa voltata
dall’altra parte. Si comportano come se non riuscissero ad
organizzare il comportamento in una direzione coerente di
avvicinamento o evitamento.
MODELLO DI ACCUDIMENTO RISCONTRATO: FDA sofferenti a
causa di violenze subite o depressione o altri eventi
traumatici gravi con le relative FDA. Sono immerse in una
dimensione di dolore ed angoscia ed incutono timore.
MODELLO OPERATIVO INTERNO: varie possibilità: 1) Sé
amabile ed altro disponibile; 2) Sé vittima impotente e altro
minaccioso; 3) Sé pericoloso per le persone amate; 4) Sé e
FDA deboli di fronte al mondo esterno
SVILUPPO: tale tipo di attaccamento descritto da Bowlby
origina da FDA con gravi problemi legati ad abusi, violenza
o malattie psichiatriche.
Tale stile di attaccamento genera solitamente personalità
BORDERLINE o PSICOTICHE.
ANSIOSO-AMBIVALENTE
Il soggetto vivrà relazioni tormentate,
credendo spesso di aver trovato la persona
giusta a causa della tendenza a idealizzarla.
Le relazioni attraverseranno fasi alternate in
base alla prevalente immagine del Sé: fasi in
cui si sentirà amato ed amabile e fasi in cui,
prevalendo l’immagine del Sé non
meritevole di amore, diverrà ossessivamente
diffidente, geloso ed insicuro, dando vita ad
una relazione con elementi di violenza ed
aggressività anche fisica che possono
sfociare nel delitto passionale.
Questo soggetto vive in una continua ed
intensa ansia da separazione e teme
l’abbandono. Le sue relazioni sono
estremizzate ed intermittenti, caratterizzate
da intensa passione, possessività, morbosità
e controllo.
DISORGANIZZATO
È probabilmente il tipo patologico per
eccellenza, derivando da storie di abuso
e maltrattamenti da parte della FDA.
Questi soggetti hanno elaborato
rappresentazioni interne delle relazioni
incoerenti e confuse. Tali
rappresentazioni interne influenzeranno
la percezione delle relazioni adulte, che
verranno quindi percepite come confuse,
incontrollabili e permeate di un profondo
senso di catastroficità.
Queste persone frequentemente
scelgono partner violenti, inaffidabili,
con problemi di dipendenza dando vita a
relazioni basate su modelli comunicativi
violenti e freddi . Frequenti i
maltrattamenti e gli abusi perpetrati
sull’altro o sui figli.
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L’età della vittima è compresa tra i 18 ed i 32
anni (Tjaden et al. 1998; Palarea et al. 1999)
Donna con storia di vittimizzazione familiare,
personalità dipendente, separata/divorziata,
isolata socialmente, economicamente
dipendente
Professionisti che operano nell’ambito delle
cosiddette professioni d’aiuto: psichiatri,
psicologi, psicoterapeuti, avvocati, medici,
infermieri, operatori giudiziari, assistenti
sociali
Personaggi celebri (ad es. Nicole Kidman,
Madonna, Steven Spielberg, Jodie Foster,
Catherine Spaak, Irene Pivetti Michele
Hunziker)
Sconosciuti con i quali lo stalker ha avuto un
contatto, anche minimo, o un banale diverbio
(stalking condominiale)
• Alterazione dello stile di vita e della
condotta sociale (es. isolamento,
trasferimento ecc)
• Conseguenze psicologiche quali ansia,
angoscia ed helplessness, disturbo posttraumatico da stress, depressione
• Costi economici legati al danno di beni,
spese legali, cambio di abitazione, perdita
del lavoro, trasferimento ecc…
• Rischio per la propria incolumità fisica e
psicologica (lesioni, aggressioni,
sindrome post traumatica da stress ecc…)