01 Pronti per affrontare l`inverno

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alphega farmacia
MAGAZINE
Gennaio
Febbraio 2016
Copia gratuita
offerta dal tuo
farmacista
Prevenzione
L’importanza
delle vaccinazioni
01
Pronti per affrontare
l’inverno
Alimentazione
COD. 323266
I cibi troppo dorati
possono essere nocivi
I nostri sensi
Vita di città, gli eccessivi rumori
insidiano l’udito e non solo
per starti più vicino
Paracetamolo Sandoz
500 mg compresse
Dolore da lieve a moderato e febbre.
È un medicinale a base di Paracetamolo che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Questo
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curare disturbi lievi e transitori facilmente riconoscibili e risolvibili
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senza ricorrere all’aiuto del medico. Per maggiori informazioni e
consigli rivolgersi al farmacista.
Consultare il medico se il disturbo non si risolve dopo un breve periodo di trattamento.
AUTORIZZAZIONE DEL 22/07/2015
IT1505331779
...e sei di nuovo
in gioco
Che cosa
cambia
Cambia il volto grafico di Alphega
Farmacia Magazine. Una nuova impaginazione,
studiata per rendere ancora più chiara e piacevole la lettura, con contenuti
e impronta che restano però immutati: continueranno a essere quelli con
cui da oltre dieci anni i farmacisti Alphega ampliano, sulle colonne della
rivista che offrono gratuitamente al proprio pubblico, il loro dialogo
continuo con chi entra in farmacia alla ricerca non solo di prodotti ma
anche e soprattutto di un’assistenza, una consulenza qualificata, una guida
per la salute, il benessere, la bellezza, l’igiene.
E dato che una rivista non può non occuparsi innanzitutto dell’attualità,
parleremo di vaccinazioni, uno dei temi del momento in fatto di salute: le
infezioni dell’infanzia, proprio quelle da cui le vaccinazioni proteggono,
espongono - vedremo tra le notizie dal mondo - al rischio di infarto
precoce in età adulta. Un motivo in più, oltre a quelli che illustreremo in un
approfondimento a parte, per non sottrarsi mai a questa prevenzione.
A proposito di attualità: vedremo i risultati di un sondaggio in 11 paesi
sull’esposizione ai rumori e ci occuperemo di un avvertimento dell’Autorità
europea per la sicurezza alimentare su una sostanza che si produce
quando i cibi vengono ‘dorati’. E poi molti altri argomenti: buona lettura.
per starti più vicino
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SALUTE DA...
Informazioni
di attualità
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PREVENZIONE
Vaccinazioni, difesa
per sé e per gli altri
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IN FAMIGLIA
Mali da freddo: come
curarli e prevenirli
ALIMENTAZIONE
Cibi dorati, gustosi
ma poco sani
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I NOSTRI SENSI
Rumore, insidia
da cui difendersi
BELLEZZA
Area degli occhi:
non fatela invecchiare
Anno XII, numero 1 (Gennaio-febbraio 2016)
Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005
Periodico bimestrale di Alliance Healthcare Italia Distribuzione SpA
Via Tiburtina, 1310 - Roma
Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega
Direttore responsabile Angelo Cambié [email protected]
Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi Editoriali, via
A. Gramsci 11, 24128 Bergamo, tel. 035 400944
Consulenza scientifica Mariapia Fazio
Gestione spazi e materiali pubblicitari Alliance Healthcare Italia Distribuzione SpA
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© Proprietà letteraria riservata. La riproduzione intera o parziale in ogni forma e su qualunque
supporto, anche citando la fonte, è vietata in ogni lingua. Diritti riservati in tutto il mondo.
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IL FARMACISTA INFORMA
La guardia medica
assistenza continua
DI SANA PIANTA
Curcuma: protegge
l’apparato digerente
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Attualità
AMSTERDAM
Salute da...
LONDRA
La sede
dell’Università
Infezioni gravi contratte nell’infanzia, come
morbillo o varicella, aumentano il rischio di infarto precoce in età adulta. Lo sostiene uno studio
condotto dall’Academic Medical Centre dell’Università di Amsterdam. Sono stati confrontati 153 pazienti che
avevano avuto un attacco di cuore prima dei 56 anni e altrettanti senza una patologia del genere alle spalle. Si è visto
che, al netto della presenza di fattori di rischio ben noti, chi aveva
contratto infezioni gravi durante l’infanzia presentava una probabilità tre
volte maggiore di andare incontro a un infarto precoce.
ROMA • Sono sempre più frequenti, tra quanti passano molto tempo al computer, i casi di tendinite da mouse, un disturbo che colpisce soprattutto le donne, più sensibili perché hanno il polso sottile. “Utilizzando il mouse”, spiega il chirurgo
della mano Carlo Felice De Biase, dell’Ospedale San Carlo
di Nancy di Roma, “si tiene il braccio fermo, mentre si muove in continuazione il polso: in questo modo i tendini sono sottoposti a un movimento innaturale e può succedere, alla lunga,
che si infiammino.” Un buona prevenzione è praticare sport che
rafforzino i muscoli dell'avambraccio, come il tennis.
PERTH • Bere più tazze di tè nero al giorno riduce il rischio di frattura ossea negli anziani. Lo rivela uno studio condotto dalla University of Western Australia su oltre mille donne dell’età media di 75 anni, di cui è stata seguita per dieci anni la salute delle ossa. Le anziane che usavano bere tè nero (tre
tazze al giorno) presentavano un rischio ridotto del 34% di
andare incontro a una grave frattura collegabile all’osteoporosi, e una frequenza di frattura dell’anca ridotta
del 42%. È possibile che gli antiossidanti del tè nero
(flavonoidi ) esercitino un’azione positiva su massa
e resistenza delle ossa infragilite degli anziani.
AUSTIN
Guardare cartoni animati giova ai bambini con ‘occhio pigro’,
l’indebolimento della vista da una parte che colpisce almeno due
piccoli su cento. Uno studio della University of Texas suggerisce che
un trattamento basato sulla visione di film animati, semplice e più
divertente di quelli tradizionali, può migliorare in modo significativo
un problema che, se non curato, persiste in età adulta. La forma più
comune di cura è posizionare un cerotto sopra l’occhio più forte,
costringendo così a un utilizzo maggiore di quello più debole.
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Chi ha più di undici nei
sul braccio destro ha un
più alto rischio di
sviluppare un
melanoma e quindi
dovrebbe controllarsi più
spesso. Uno studio
condotto dall’italiano
Simone Ribero nel King’s
College London evidenzia
che contare i nei in
questa parte del corpo è
il miglior indicatore di
quanti se ne hanno nel
complesso: chi ne ha più
di sette può averne nel
complesso 50, chi ne ha
più di undici oltre 100 in
tutto. Questo metodo
consente ai medici di
stimare il numero totale
di nei in modo rapido e
semplice. Il 20-40% dei
melanomi ha origine da
un neo, e averne più di
100 accresce fino a
cinque volte il rischio.
Prevenzione
Vaccinazioni
Difesa per sé
e per gli altri
La riduzione della copertura dalle
malattie infettive crea nuovi rischi: dal
ritorno della difterite a casi mortali di
morbillo, a pericoli per la gravidanza.
N
on esiste più. Il vaiolo, malattia che per millenni
ha costituito un flagello dell’umanità, è cancellato nell’intero pianeta, e questo è solo uno, il più evidente
tra tutti, dei risultati a cui hanno portato le vaccinazioni,
che in poco più di un secolo di diffusione su larga scala
Perché è importante
continuare a proteggersi
Grazie alle vaccinazioni in Italia sono state eliminate
da tempo la poliomielite e la difterite ; occorre però
continuare a vaccinarsi anche contro queste
malattie, che non sono scomparse in tutto il mondo.
Si è ridotta parecchio, grazie ai vaccini, anche la
diffusione di altre malattie un tempo molto comuni,
come la parotite (orecchioni), la pertosse, la rosolia,
il morbillo, la meningite da Haemophilus influenzae
tipo B , ma non è questo un buon motivo per non
vaccinarsi. Il morbillo, per esempio, è ancora diffuso
in Italia, e può causare gravi complicanze
(polmonite nell’1-6% dei casi, encefalite nello
0,1-0,2%, con esiti anche mortali); in gravidanza,
poi, la rosolia può causare aborto spontaneo o
malformazioni gravi del feto, che anche la varicella
può danneggiare.
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hanno consentito di ridurre notevolmente la diffusione di
patologie infettive temibili come la poliomielite e anche
di malattie molto comuni i cui effetti non devono essere
sottovalutati (un esempio per tutti il morbillo).
Il principio su cui si basano i vaccini è lo stesso in base
al quale, nel 1796, il medico inglese Edward Jenner utilizzò con successo il pus di una mucca ammalata di vaiolo per immunizzare un bambino di 8 anni: tuttora si
somministra, in piccolissima quantità, un agente infettivo (virus o batterio) ucciso o attenuato, o componenti del
microorganismo resi sicuri, o sue proteine ottenute sinteticamente. In questo modo si evoca una risposta del sistema immunitario che produce una protezione simile a
quella conseguente all’infezione naturale, senza però
che si manifesti la malattia.
Quando la vaccinazione viene effettuata su una fetta ampia della popolazione, questo effetto protettivo si moltiplica grazie a quella che viene definita immunità di gregge : in sostanza le vaccinazioni di massa, riducendo il numero di persone esposte all’infezione, rendono più difficile la propagazione e la riproduzione dei microbi che ne
sono responsabili.
Per questa ragione le vaccinazioni sono realmente efficaci nel contrastare una malattia soltanto se vi ricorre
Quali sono quelle gratuite
un’alta percentuale della
popolazione, e in
questo senso il calo
della copertura vaccinale che si sta osservando
in Italia negli ultimi anni - a
causa di timori diffusisi tra i genitori sulla base di informazioni poco
documentate che circolano soprattutto su Internet - sta creando rischi
non solo individuali ma anche collettivi, con la possibilità che tornino a
diffondersi malattie da noi ormai dimenticate come la difterite, o che si
Il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente queste vaccinazioni:
obbligatorie nell’infanzia e successivi richiami (antidifterica,
antipoliomielitica, antitetanica, antiepatite virale B);
raccomandate nell’infanzia e successivi richiami (contro pertosse,
infezioni da haemophilus influenzae b, morbillo-parotite-rosolia): sono
vaccinazioni altrettanto utili e importanti di quelle obbligatorie, anche
se non imposte per legge;
contro il papilloma virus per le ragazze nel 12° anno di vita;
antipneumococcica e antimeningococcica C per tutti i nuovi nati;
antinfluenzale per le persone oltre i 65 anni e per quelle più a rischio;
contro la varicella per tutti i nuovi nati.
presentino casi di morti per complicazioni del morbillo.
Chi decida di rifiutare le vaccinazioni,
dunque, si assume un’importante
responsabilità, che potrebbe mettere a rischio non solo l’incolumità
propria o dei propri figli, ma anche la
salute dell’intera comunità.
È importante praticare le vaccinazioni nei primi mesi di vita, il momento
migliore per la probabilità di contagio, la durata della protezione garantita dagli anticorpi materni, il grado
di maturazione del sistema immunitario, il fatto che alcune malattie infettive possono risultare più gravi nei
bambini molto piccoli.
Il calendario di immunizzazioni e richiami
nascita
3°
mese
5°-6°
mese
11-13°
mese
13-15°
mese
5-6 anni
11-18
anni
oltre 65
anni
ogni
10 anni
difterite
e tetano
Difterite-tetano-pertosse
Poliomielite
Epatite B
madre
positiva
Haemophilus influenzae b
Morbillo-parotite-rosolia
Pneumococco
Meningococco C
Papilloma virus
3 dosi
Varicella
2 dosi
Influenza
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In famiglia
Mali da freddo
Come curarli
come prevenirli
Influenza e raffreddore sono infezioni
virali, difficili da combattere se non
con precauzioni per evitare la loro
trasmissione. La terapia è sintomatica.
A
doversi basare sui sintomi, non è facile riconoscere con certezza l’influenza dalle altre malattie
tipiche dei mesi freddi, raffreddore in testa. I disturbi, infatti, sono comuni a molte altre patologie, perfino alcune
non infettive come le allergie:
• congestione nasale, con aumento delle secrezioni (naso che cola), mal di gola, bronchite, tosse;
Le risposte
del vostro farmacista
• Quali farmaci si possono utilizzare contro
raffreddore e influenza?
• Contro i sintomi possono essere di aiuto gli
antipiretici (che abbassano la febbre) e gli
antidolorifici per il mal di testa e i dolori
osteomuscolari: i FANS (farmaci antinfiammatori
non steroidei , come acido acetilsalicilico o
flurbiprofene ) hanno entrambe le attività.
Per mal di gola e naso che cola utili anche
preparati per uso locale a base di FANS (tra cui la
benzidamina) e/o decongestionanti come la
fenilefrina .
Per la tosse utili sciroppi calmanti e/o espettoranti.
• mal di testa;
• occhi arrossati;
• dolori ai muscoli e alle articolazioni;
• malessere generale, mancanza di appetito;
• febbre (generalmente accompagnata da brividi);
• nausea, vomito, diarrea (soprattutto nei bambini);
• debolezza, stato confusionale (soprattutto negli anziani).
La certezza della diagnosi può essere raggiunta solo con
l’isolamento del virus influenzale, che però non viene
eseguito se non per scopi scientifici. Ma in fondo ha poca importanza stabilire se di influenza si tratti, o di raffreddore o di qualche altra sindrome parainfluenzale,
considerato che in ogni caso l’agente infettante è un virus, e praticamente identiche sono le modalità di contagio, le misure di prevenzione (riquadri nella pagina successiva) e le possibili terapie.
Ciò che renderebbe prezioso riuscire a individuare la vera influenza (cosa che in ogni modo un medico riesce a
fare con sufficiente certezza) sono le possibili complicanze di questa malattia, le quali sono più pesanti che
per le altre forme e vanno dalle bronchiti, broncopolmoniti e polmoniti virali e batteriche alla disidratazione, al
peggioramento di malattie preesistenti (come quelle
croniche cardiovascolari o respiratorie), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini): quanto
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In famiglia
Virus
influenzale
basta, insomma,
per trattare l’influenza, tuttora la
terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, come una malattia
da non trascurare, soprattutto nei
bambini, negli anziani e nelle persone indebolite da altre patologie.
Combattere il virus
Proprio questa particolarità dell’influenza rende preziosa un’altra caratteristica che solo questa forma virale ha rispetto alle altre, vale a dire
la possibilità di una prevenzione attuabile con il vaccino. Il periodo migliore per la vaccinazione, che è offerta gratuitamente ad alcune categorie di soggetti a rischio, è da metà
ottobre a fine dicembre. Si può anche andare oltre questo periodo, ma
va tenuto presente che la protezione
comincia due settimane dopo l’inoculazione. L’immunizzazione perdura poi per 6-8 mesi, quindi tende a
declinare, ed è per questo, oltre che
perché possono cambiare i ceppi in
circolazione, che è necessario sottoporsi alla vaccinazione all’inizio di
ogni nuova stagione influenzale.
Essendo di origine virale, influenza e
raffreddore si possono curare solo in
modo sintomatico (riquadro nella
pagina precedente) : non vanno usati
antibiotici, utili solo in caso di complicanze batteriche che dovranno
essere trattate dal medico.
Giova riposare a letto ed evitare gli
sbalzi di temperatura e l’esposizione
alle basse temperature.
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Per la prevenzione, oltre al vaccino,
sono importanti alcune misure igieniche, tra cui ha grande importanza
il lavaggio sistematico e accurato
delle mani (riquadro in basso) .
Esistono farmaci antivirali che possono essere utilizzati per prevenire
l’infezione influenzale, ma non in
maniera abituale per via dei loro effetti collaterali: vi si ricorre, sotto
stretto controllo medico, qualora
l’influenza crei un alto rischio ma
non sia possibile utilizzare il vaccino
a causa di controindicazioni.
Così si trasmettono i virus
Molto contagiosa, l’influenza si trasmette facilmente attraverso
goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente tra due persone
che parlano una vicina all’altra. La trasmissione può pure essere
indiretta, attraverso le mani contaminate con le secrezioni respiratorie.
I pazienti sono già contagiosi durante il periodo di incubazione, prima
dunque che si manifestino i sintomi; lo rimangono per 3-7 giorni dopo
l’inizio della malattia, i bambini più a lungo.
L’influenza si diffonde con particolare facilità nelle collettività, a
maggior ragione in quelle scolastiche che sono frequentate da ragazzi
e giovani. Questa fascia di età è infatti più esposta al rischio di
contrarre l’infezione, mentre gli adulti e gli anziani sono più
immunizzati per precedenti contagi e vaccinazioni.
L’igiene salva dal contagio
1
Lavare spesso le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo avere
tossito o starnutito, o dopo avere frequentato luoghi pubblici e
mezzi di trasporto; se acqua e sapone non sono disponibili, usare
soluzioni detergenti alcoliche, che è bene portare sempre con sé.
Non toccare occhi, naso e bocca senza aver lavato le mani.
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2
Coprire naso e bocca, quando si tossisce o starnutisce, con un
fazzoletto (possibilmente di carta), che va gettato immediatamente
nella spazzatura o nella biancheria da lavare.
Rimanere a casa se si è malati, evitando di intraprendere viaggi e
di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti
possibilmente infettanti con altre persone e ridurre il rischio di
complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di
altri batteri o virus.
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STITICHEZZA?
Ritrova la strada
della regolarità.
cattiva
alimentazione
flora
intestinale
sedentarietà
stress
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SPECIALE
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risposta
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per la regolarità
intestinale
dei piccoli.
La stitichezza è un problema
diffuso che può manifestarsi
già in tenera età: riguarda oltre 10 milioni di italiani e fino
al 10% dei bambini.
Le “cattive abitudini”, infatti,
vengono spesso trasmesse
dai genitori ai figli. In primis
una dieta povera di fibre, sostanze importanti per stimolare naturalmente la peristalsi
e ridurre le sostanze dannose
per l’intestino. Questo perché
vengono consumate poca
frutta e verdura e cereali, a
vantaggio di cibi pre-trattati, grassi e poco salutari. Se
sommiamo i ritmi frenitici a
cui i bambini sono sottoposti,
in molti casi accompagnati da
uno scarso livello di attività
fisica, ecco che l’intestino tende a “impigrirsi”.
Via libera nell’intestino.
A volte cattiva alimentazione, stress,
sedentarietà e anche farmaci possono
“bloccare” l’intestino.
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Alimentazione
Cibi dorati
Gustosi
ma poco sani
Si produce con i tipi di cottura ad alte
temperature che danno ai cibi aspetto
e buon sapore di abbrustolito. Ma
l’acrilammide può essere dannosa.
S
i chiama acrilammide, e si forma in molti alimenti sottoposti, durante la preparazione, ad alte temperature (con la frittura, la cottura al forno e alla
griglia, ma anche con lavorazioni industriali a più di 120°
C in presenza di scarsa umidità): per lo più si
origina a partire da zuccheri e
aminoacidi (principalmente uno
chiamato asparagina), componenti naturalmente presenti in molti cibi. Il processo chimico, detto reazione di Maillard, è lo stesso che conferisce
ai cibi quel tipico aspetto dorato, abbrustolito, rendendoli più gustosi. Ma a conferma della regola non scritta secondo la quale ciò che più piace spesso fa male, l’acrilammide - scoperta per la prima volta nel 2002 negli alimenti, in cui però probabilmente è presente da quando
esiste la cottura - è sospettata di essere nociva per l’organismo.
Recentemente l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza
alimentare, ha accuratamente valutato i rischi connessi
GLI ALIMENTI PIÙ DIFFUSI CHE CONTENGONO ACRILAMMIDE
caffè, orzo, altri
surrogati del caffè
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patate fritte e al forno
crocchette
pane morbido, cracker
pane croccante
biscotti, fette biscottate
dolci di pasticceria
all’acrilammide degli alimenti, concludendo che:
• i più importanti gruppi di cibi che
contribuiscono all’esposizione all’acrilammide sono i prodotti fritti a
base di patate, il caffè, i biscotti, i
cracker, i diversi tipi di pane croccante, il pane morbido;
• l’acrilammide presente negli alimenti può aumentare il rischio di sviluppare il cancro in tutte le fasce
d’età, mentre con le quantità presenti nei cibi i possibili effetti sul sistema
nervoso, sullo sviluppo pre e postnatale e sul sistema riproduttivo maschile (riquadro a fianco) non sono
motivo di preoccupazione;
• poiché l’acrilammide è presente in
un’ampia gamma di cibi, tutti devono
prestarvi attenzione, ma sono i bambini la fascia d’età più esposta;
• la scelta del metodo di cottura a
casa può influire in maniera sostanziale sul livello di acrilammide: evitare dunque quelli con temperature
superiori a 120° C.
La parola degli esperti
Gli esperti dell’EFSA hanno concluso
di non poter stabilire una dose tollerabile di acrilammide nei cibi, considerato che qualsiasi livello di esposizione a una sostanza cancerogena
può originare tumori. Hanno però individuato la quantità giornaliera oltre
la quale l’acrilammide può provocare
una “misurabile incidenza di tumori”,
che è di 0,17 mg per ogni kg di peso
corporeo: per una persona di 70 kg,
dunque, poco meno di 12 mg, quanta
è presente in 12 kg di patatine fritte,
in oltre 13 kg di caffè solubile, in 24
kg di biscotti o cracker. Quantità lontane da quelle del consumo abituale,
anche se va considerato che i cibi
contenenti acrilammide sono numerosi, e le quantità della sostanza tendono dunque a sommarsi.
Che cosa dicono gli studi
• Negli animali da laboratorio l’esposizione all’acrilammide per via
orale sembra comportare una maggior probabilità di mutazioni
genetiche e tumori (in particolare alla ghiandola mammaria), oltre a
effetti nocivi sul sistema nervoso, sullo sviluppo pre e post natale e sul
sistema riproduttivo maschile.
• I risultati di studi effettuati sull’uomo lasciano sospettare, sia pur in
maniera discordante, un maggior rischio di sviluppare tumori (al rene,
all’endometrio e alle ovaie).
• In due ricerche, sempre sull’uomo, viene riferito che l’acrilammide
rallenti la crescita fetale e riduca il peso alla nascita.
• Studi su lavoratori esposti all’acrilammide per motivi professionali
evidenziano un accresciuto rischio di disturbi del sistema nervoso.
Età per età, i cibi che apportano
maggiormente la sostanza nociva
I prodotti fritti e al forno a base di patate sono responsabili
fino al 49% dell’esposizione all’acrilammide, con caffè (34%)
e pane morbido (23%) quali altre fonti alimentari importanti,
seguiti da biscotti, cracker e pane croccante, nonché da altri
prodotti a base di patate.
Bambini
e
ragazzi
Adulti
I prodotti a base di patate fritte (esclusi patatine e snack)
sono responsabili fino al 51% dell’esposizione alimentare
complessiva. Pane morbido, cereali da colazione, biscotti e
altri prodotti a base di cereali o patate contribuiscono fino al
25%. Gli alimenti trasformati a base di cereali originano fino
al 14% dell’esposizione per i più piccoli, dolci e prodotti di
pasticceria fino al 15% per gli altri bambini e gli adolescenti,
patatine e snack l’11% per gli adolescenti.
Espongono fino al 30% gli alimenti trasformati per bambini
a base di cereali (soprattutto fette biscottate e biscotti), fino
al 33% i pasti pronti e i dessert, e fino al 50% i prodotti a
base di patate.
Neonati
PER SAPERNE DI PIÙ
Autorità europea per la sicurezza alimentare - Parma
telefono (8.30-18.00, lunedì-venerdì): 0521 036111
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I nostri sensi
Rumore
Insidia da cui
difendersi
L’esposizione ad alti livelli sonori
comporta rischi non solo per l’udito ma
anche per i sistemi cardiovascolare e
nervoso. Limitarla vale a evitare danni.
I
l rumore affligge le grandi città di tutto il mondo, nelle quali quasi un terzo della popolazione è esposto a
troppi decibel, quanto basta per aumentare di circa il
30% la probabilità di un disturbo uditivo e per raddoppia-
I nuovi stili di vita
che nuocciono all’udito
Già negli anni 50 era emerso che la soglia
audiometrica (l’intensità minima sonora che si è in
grado di percepire) è più elevata tra gli abitanti
delle città rispetto a quelli di aree rurali. Da allora,
l’inquinamento acustico è aumentato e alcuni stili
di vita contemporanei hanno peggiorato le cose:
abuso di alcool, fumo, obesità, ipertensione,
diabete, eccesso di colesterolo possono accentuare
il danno uditivo.
È inoltre molto cambiato l’ascolto della musica. Le
discoteche hanno raggiunto livelli di rumorosità tali
da poter danneggiare l’udito, e negli ultimi 20 anni
si è molto diffuso l’uso di cuffie o auricolari, i cui
livelli di suono possono arrivare a 120 decibel. Il
90% dei ragazzi fra 12 e 19 anni utilizza questi
dispositivi, e tra loro la metà ammette di tenerli ad
alto volume e uno su tre di usarli molto spesso.
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re i casi di disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa. Un’indagine condotta su 8800
persone di 11 Paesi da GfK Eurisko , per iniziativa di Amplifon , mette in luce quanto il rumore incida sulla vita
quotidiana di milioni di persone. In Italia è esposto a livelli alti un cittadino su dieci, il che rende il nostro paese secondo per incidenza dietro agli Stati Uniti.
Oltre che in questi due nazioni, anche in Francia, Gran
Bretagna, Portogallo, Belgio, Spagna, Australia, Paesi
Bassi, Nuova Zelanda e Germania si è indagato riguardo
alla percezione del rumore nelle grandi città e agli effetti di questa esposizione sulla salute, da quelli relativi all’udito alle conseguenze sul benessere generale fisico e
psicologico (riquadro a pagina 16).
Inquinamento acustico, i pericoli
Alti livelli di suoni e di rumori, in maniera persistente,
possono mettere a rischio la salute. Circa il 30% delle
persone che vi sono soggette lamenta, secondo l’indagine, disturbi dell’umore (irritabilità, instabilità, nervosismo, preoccupazione), insonnia, difficoltà di concentrazione, mal di testa, contro il 16% di chi ha minore esposizione. Si calcola inoltre che la semplice riduzione di 5
decibel sarebbe sufficiente a diminuire i casi di ipertensione nella popolazione dell'1,4%, e quella di coronaropatie e infarti dell’1,8%.
Il 30% delle persone soggette ad alto rumore
lamenta disturbi dell’umore, insonnia,
difficoltà di concentrazione e mal di testa,
contro il 16% di chi ha minor esposizione.
E poi ci sono
i possibili danni
all’udito. “L’esposizione al rumore”,
spiega Giancarlo Cianfrone, direttore del Dipartimento organi di senso nell’Università degli Studi di Roma La
Sapienza , “può provocare nelle orecchie danni anatomici e funzionali,
che dipendono dall’intensità sonora,
dalla durata dell’esposizione e dalla
suscettibilità che ogni persona ha
Risponde
il farmacista
• Danni all’udito possono
essere provocati anche dai
farmaci?
• A volte sì. Alcuni antibiotici
(come la streptomicina, la
neomicina, la viomicina, la
vancomicina, la gentamicina, la
tobramicina), i salicilati, il
chinino e i suoi sostituti
sintetici, diuretici quali l’acido
etacrinico e la furosemide,
possono danneggiare strutture
dell’orecchio interno.
Quasi tutti vengono eliminati
attraverso i reni, per cui
l'insufficienza renale accresce il
rischio di effetti tossici.
nei confronti del rumore. In pratica,
un eccesso di decibel può compromettere lo stato di salute delle strutture uditive, sia sensoriali sia nervose. Quando c’è un’esposizione nociva o rischiosa al rumore, le alterazioni che si registrano coinvolgono in
particolare, in maniera più o meno
vistosa, gli scambi biochimici tra
neuroni acustici.”
Da questa situazione di sofferenza
possono generarsi le condizioni per
una perdita di udito provocata dal rumore e, a volte, anche di due altri fenomeni uditivi:
• gli acufeni, percezioni fantasma di
suoni non generati da sorgenti
esterne, che si manifestano come fischi, ronzii e in altro modo;
• l’iperacusia, intolleranza ai suoni
esterni, anche lievi o moderati.
“I soggetti più vulnerabili al rumore”,
aggiunge Cianfrone, “sono da una
parte i giovani e gli adolescenti,
Quando si sopporta troppo
Ci sono anche vari fattori culturali che intervengono nella valutazione
del rumore, tanto da poter portare la sopportazione a livelli pericolosi.
“Quello che le persone considerano accettabile o meno”, spiega
Giampaolo Nuvolati, presidente del corso di laurea in Sociologia
nell’Università di Milano Bicocca, “cambia continuamente sulla base
dei propri valori, di esperienze e abitudini. In alcune culture i rumori
della strada sono visti come elementi identitari e di appartenenza alla
comunità, in altre il silenzio assume addirittura una valenza di
esclusività e di selezione sociale.”
Ad esempio, a New York o Napoli l’aspettativa di silenzio degli abitanti
è bassa, i rumori sono considerati come parte integrante della cultura
locale ed è perciò elevato l’adattamento all’inquinamento acustico. “Un
esempio tipico di questo adattamento”, esemplifica il docente, “è
quello che si crea in discoteca, dove il volume è assordante, ma è
ritenuto accettabile perché è parte dell’esperienza. Al contrario dopo
un trasloco dalla campagna il caos urbano può sembrare intollerabile,
o se si ha un lavoro che richiede concentrazione nulla di diverso dal
silenzio risulterà sostenibile”.
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I nostri sensi
orecchio
interno
orecchio
medio
orecchio
esterno
spesso esposti a
musica ad alto volume, dall’altra gli
anziani, in cui al rumore si aggiunge
il possibile utilizzo di farmaci che
possono nuocere le strutture dell’orecchio (riquadro grigio nella pagina precedente) e un maggiore rischio metabolico e cardiovascolare:
una sommatoria molto sfavorevole”.
Come rimediare
Due sono i versanti su cui agire contro i danni da rumore. Il primo è
quello preventivo, con la diffusione,
soprattutto tra i più giovani, della
consapevolezza riguardo ai rischi
dell’inquinamento acustico, alla tipologia di suoni che possono danneggiare l'udito, ai sintomi dei disturbi. Parte da questa una serie di
possibili interventi come l’installazione di doppi vetri, l’uso di cuffie
professionali, la riduzione del volume quando si ascolta la musica.
C’è poi il versante della gestione di
disturbi uditivi che si siano ormai
prodotti: innanzitutto si deve cercare
di riconoscere precocemente i sintomi e arrivare a una corretta diagnosi, così da poter attenuare i fastidi e
ridurre le possibili complicanze.
In caso di riduzione della capacità
uditiva, i trattamenti possono comprendere l’applicazione di apparecchi acustici, dispositivi per i quali le
nuove tecnologie hanno permesso di
superare alcuni limiti precedenti. Si
tende a personalizzare sempre di più
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le soluzioni, anche grazie a test con
cui prevedere il successo individuale
di quella che si intende adottare.
Nel caso degli acufeni e dell’ipera-
cusia, i trattamenti mirano a ottenere una desensibilizzazione con cui ridurre l'iperattività o l’ipersensibilità
delle strutture nervose acustiche.
Un sondaggio in 11 paesi
Il 28% della popolazione italiana è esposto a rumore
eccessivo; in particolare il 10% convive con rumore alto,
contro il 16% degli Stati Uniti, il 7% di Francia, Gran
Bretagna e Portogallo, il 2% della Germania. Le città più
rumorose sono New York (36%) e Los Angeles (24%), seguite
da Napoli (15%), Parigi (10%), Roma (9%) e, con l’8%, Milano,
Torino, Londra, Bruxelles, Porto.
Le fonti
Il rumore medio-alto proviene, secondo la gente, da strade
(33%, in Italia 39%), conversazioni (28%, da noi 30%), musica
di sottofondo (25%, nel nostro paese 32%), trasporto pubblico
(21%, qui 28%). Anche bambini (18%) e vicini di casa (18%)
sono considerati fonti fastidiose, più di sirene (17%), tv o
radio ad alto volume (17%) e suonerie dei telefoni (14%).
L’esposizione a rumore alto o medio-alto è associata a un
raddoppio dei casi di irritabilità, umore instabile, nervosismo,
insonnia, difficoltà di concentrazione, mal di testa.
Danni
per
l’udito
Dove
c’è più
chiasso
Rumore
e umore
Nel mondo il 28% della popolazione (in Italia il 27%) ha
difficoltà di udito, con punte del 34% oltre i 55 anni. Un alto o
medio-alto livello di esposizione al rumore aumenta di circa
il 30% la probabilità di avvertire qualche difficoltà uditiva.
Soltanto una persona su due sa che il rumore può provocare
stress, compromettere il sonno o rendere irritabili, e meno
di una su dieci conosce la correlazione con un maggior
rischio cardiovascolare. La metà della popolazione ignora
addirittura che un’esposizione frequente e prolungata a
rumori intensi possa danneggiare l’udito. Più consapevolezza
dei rischi c’è in Portogallo (44% di alta e medio-alta
conoscenza), Italia (42%), Germania (28%) e Stati Uniti (28%).
Rischi:
quanti
li sanno
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Bellezza
Area degli occhi
Non fatela
invecchiare
Molto più sottile che nel resto del viso, la
pelle della zona oculare ha pure poche
ghiandole sebacee e sudorifere: secca e
delicatissima, va trattata di conseguenza.
È
una pelle diversa da quella che ricopre il resto del
viso. Nella zona che contorna gli occhi l’epidermide è da 3 a 5 volte più sottile, con uno spessore di circa 0,33 mm (altrove è di 1-1,6 mm), e il derma
sottostante ha un contenuto minore di fibre elastiche e
collagene. In questa area, inoltre, le ghiandole sebacee e
sudorifere sono piuttosto scarse, e di conseguenza risulta sottile e poco protettivo il film idrolipidico, l’emulsione
di varie sostanze che ricopre la pelle rendendola meno
esposta non solo alle aggressioni di fattori ambientali
come sole, vento, freddo, inquinanti, ma anche all’assalto dei microrganismi. Come conseguenza di tutto questo
la pelle della zona intorno agli occhi è meno elastica, più
permeabile e sensibile, facilmente soggetta a disidratazione.
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Inoltre la circolazione
sanguigna e linfatica è qui
più lenta, e per questo la zona
sotto agli occhi è spesso sede di ristagni di sangue e di liquidi, resi ancor più
evidenti dalla sottigliezza della pelle: compaiono
allora le occhiaie - un alone bluastro o giallastro - e rigonfiamenti noti come borse.
Questi inestetismi hanno in molti casi hanno un’origine
genetica, ma possono anche presentarsi, in maniera occasionale, in seguito a stress, insonnia, affaticamento,
malessere, cattiva alimentazione, o durante il ciclo mestruale: per esempio possono possono comparire alla fine di una giornata particolarmente impegnativa.
Ecco alcune cose
che non si devono fare
• Strofinare il contorno degli occhi con salviette,
asciugamani o altro.
• Struccarsi lasciando tracce di cosmetici sugli
occhi.
• Applicare sulla pelle attorno agli occhi un
trattamento previsto per il viso.
• Dormire meno del necessario.
Inoltre questa area, in fondo piuttosto limitata, è sottoposta all’azione
di ben 22 muscoli, che compiono
ogni giorno circa diecimila movimenti: quanto basta per favorire la
comparsa anche molto precoce di
segni conosciuti come ‘zampe di
gallina’. Queste tipiche rughe di
espressione, legate proprio alle contrazioni continue dei muscoli, inizialmente sono visibili soltanto quando
si chiudono gli occhi; in seguito diventano permanenti, accentuandosi
con il passare degli anni.
Quale prevenzione
Tutti questi segni di invecchiamento,
che possono comparire già in età
giovanile, possono essere limitati e
ritardati con una serie di accorgimenti prevenitivi:
• mantenere idratata e protetta la
zona intorno agli occhi fin dalla giovinezza, con una corretta detersione
e con trattamenti espressamente
concepiti (riquadri a fianco) : i prodotti per per il contorno degli occhi
sono specificatamente formulati con
una consistenza più leggera - tanto
da risultare facilmente assorbibili da
questa pelle così delicata - e contengono costituenti in alcuni casi di provenienza naturale (lupino bianco,
gelso, ginseng, burro di karité, kiwi,
sofora), oltre a vitamine come la A e
la C;
• proteggere tutto l’anno la zona dai
raggi ultravioletti, con prodotti specifici;
• utilizzare prodotti per il make up
ipoallergenici e di alta qualità;
• applicare qualsiasi preparato sempre con gesti molto delicati;
• seguire uno stile di vita sano, in
particolare dormendo il giusto numero di ore;
• adottare un’alimentazione corretta, bilanciata e ricca di acqua.
Come attuare la detersione
Mattino e sera. Per la pulizia utilizzare, sulla zona intorno agli occhi,
un detergente delicato e non irritante. Qualora il prodotto lo richieda,
risciacquare abbondantemente con acqua, quindi asciugare
tamponando delicatamente con una salvietta o un asciugamano, senza
strofinare energicamente.
Sera. Struccare in maniera accurata, rimuovendo ogni traccia di
impurità. Scegliere il prodotto, tra acque, gel, lozioni, oli, anche in base
al tipo di cosmetici usati per il trucco (solubili in acqua o waterproof).
Appoggiare sugli occhi chiusi garze morbide o dischetti di cotone intrisi
con il prodotto struccante (ne esistono anche di già pronti all’uso,
imbevuti di lozione), lasciando agire qualche secondo per sciogliere
bene il trucco; sfregare poi dolcemente le palpebre e le ciglia,
ripetendo l’operazione - ogni volta con un nuovo dischetto - finché non
ci sia più traccia di prodotti per il make up.
Se la pelle è sensibile, preferire le confezioni monodose, che essendo
prive di conservanti risultano, in genere, ben tollerate.
Se si applicano sul viso esfolianti o maschere per la pulizia profonda,
evitare accuratamente l’area intorno agli occhi.
I possibili trattamenti
L’area intorno agli occhi richiede, per le sue caratteristiche, l’apporto
quotidiano di principi attivi idratanti e protettivi, che devono essere
veicolati da prodotti specifici e non da preparati per il viso, che hanno
formulazioni e concentrazioni inadeguate a questa zona.
Applicare creme e fluidi picchiettando delicatamente piccole quantità di
prodotto con le dita, evitando le palpebre e l’interno dell’occhio.
Massaggiare fino a completo assorbimento, secondo piccoli cerchi che
si restringano dalla parte esterna dell’occhio verso l’interno.
• Già a partire dai 25 anni, e anche senza che si siano manifestati
inestetismi, è necessario attuare mattina e sera un trattamento per
prevenire l’invecchiamento cutaneo, specifico per l’area degli occhi.
• Per attenuare le occhiaie si possono applicare prodotti che da un lato
rinforzino le pareti dei vasi sanguigni, tanto da limitare la fuoriuscita di
sangue e altri liquidi, dall’altro combattano la fragilità capillare.
• Per lo stesso problema un rimedio solo estetico può essere, al
mattino, il camouflage con correttori del colore, sulla gradazione del
giallo per coprire l’alone blu e sul beige per quello giallastro.
• Per distendere le rughe, applicare una maschera o un impacco
idratante, anche in questo caso specifici per il contorno degli occhi.
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o traumatica delle articolazioni, dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.
È un medicinale a base di Diclofenac sodico che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere
attentamente il foglio illustrativo. Questo è un medicinale di AUTOMEDICAZIONE che può essere usato
per curare disturbi lievi e transitori facilmente riconoscibili e risolvibili senza ricorrere all’aiuto del medico.
Per maggiori informazioni e consigli rivolgersi al farmacista.
Consultare il medico se il disturbo non si risolve dopo un breve periodo di trattamento.
Autorizzazione del 09/05/2014
IT1503306565
Liberi di muoversi
Il farmacista informa
La guardia medica
Continuità dell’assistenza ai cittadini
Medici di famiglia e pediatri di libera
scelta, in base al loro contratto di lavoro con il Sistema sanitario nazionale, prestano servizio per cinque
giorni a settimana e in una fascia
oraria limitata. La continuità dell’assistenza ai cittadini, quando non lavora il medico di famiglia, è assicurata allora dal Servizio di continuità
assistenziale , più noto con la denominazione, ormai abbandonata ufficialmente, di Guardia medica .
Questo servizio garantisce l’assistenza medica di base per situazioni
che rivestono carattere di non rinviabilità, cioè per quei problemi sanitari
per i quali non si può aspettare fino
Cosa può fare
il medico
Il medico di continuità
assistenziale può:
• effettuare visite domiciliari
non rinviabili;
• prescrivere farmaci indicati
per terapie non rinviabili, o
necessari alla prosecuzione di
una terapia la cui interruzione
potrebbe aggravare le
condizioni della persona;
• rilasciare certificati di
malattia in casi di stretta
necessità e per un periodo
massimo di tre giorni;
• proporre il ricovero in
ospedale.
all’apertura dell’ambulatorio del
proprio medico curante o pediatra di
libera scelta.
Al servizio di continuità assistenziale,
che è attivo nelle ore notturne o nei
giorni festivi e prefestivi (riquadro in
basso), si accede attraverso un numero telefonico dedicato che si può
reperire alla propria Asl.
Il medico di continuità assistenziale,
sulla base della valutazione del bisogno espresso dal cittadino, può rispondere in due modi differenti:
• tramite consiglio telefonico;
• con visita ambulatoriale (ove possibile) o visita domiciliare.
Spetta
al medico
stabilire, anche in base a linee guida nazionali e regionali, se serve la visita domiciliare.
La guardia turistica
Nelle località con elevata presenza di
turisti le Regioni possono attivare,
durante i periodi di maggior afflusso,
il servizio di guardia medica turistica,
a cui possono rivolgersi i villeggianti.
A chi usufruisce di questo servizio di
guardia medica viene richiesto il pagamento di un ticket che varia tra i
10 e i 30 euro.
Quando si può chiamare
Ci si può rivolgere alla guardia medica per problemi sanitari emersi di
notte o nei giorni festivi e prefestivi, quando il proprio medico curante
non è in servizio, e per i quali non si possa aspettare.
Il servizio è attivo:
di notte: dal lunedì alla domenica, dalle ore 20 alle ore 8;
di giorno:
• nei prefestivi, dalle ore 10 alle ore 20;
• nei festivi, dalle ore 8 alle ore 20.
Quando non chiamare:
• per problemi di emergenza o di urgenza sanitaria, per i quali si
contatta direttamente il Servizio di emergenza-urgenza, al numero
telefonico 118;
• per la prescrizione di esami e visite specialistiche, attività che non
rientra tra quelle assegnate al medico di continuità assistenziale
(riquadro a fianco).
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Di sana pianta
Curcuma
Protegge e cura
l’apparato digerente
Il nome
di zafferano delle Indie
con cui pure è conosciuta dichiara molto
dell’impiego che se ne fa in cucina, e
ormai non solo in quella orientale di
cui è da secoli spezia immancabile,
per il suo sapore e anche per il suo
bel colore giallo carico. La curcuma,
però, è anche una pianta medicinale,
il cui utilizzo in varie patologie si va
diffondendo ancor più che quello gastronomico.
Ha un’azione antiossidante e antinfiammatoria, in particolare a livello
dell’apparato digerente: effetti comprovati da studi che la rendono utile
in caso di malattie infiammatorie del
grosso intestino, patologie del fegato
di lieve e media entità, sindrome del
colon irritabile. Stimolando la secrezione biliare, inoltre, favorisce la digestione dei grassi.
Contrasta l’Alzheimer
Studi recenti hanno evidenziato un
effetto antiossidante anche a livello
del tessuto nervoso, che si traduce in
una protezione nei confronti della degerazione neuronale tipica della malattia di Alzheimer. A conferma di
questi dati sperimentali c’è l’osservazione che nella popolazione indiana,
la quale utilizza abitualmente la curcuma nella dieta, si riscontra la più
bassa diffusione di questa patologia,
così come del morbo di Parkinson.
La carta d’identità
NOME SCIENTIFICO: Curcuma longa.
FAMIGLIA: Zingiberacee.
DOVE CRESCE: è originaria dell'Asia, in particolare India e Pakistan.
CARATTERISTICHE BOTANICHE: è un’erba perenne che può
raggiungere un metro di altezza, con foglie grandi. I fiori, gialli, sono
raccolti in una pseudo-infiorescenza ricca di grandi brattee, foglie
protettive che sono verdi in basso e bianche o violacee in alto.
La radice è un grosso rizoma cilindrico, ramificato, di colore giallo o
arancione.
QUALI PARTI SI USANO: le radici, ossia sia i rizomi primari, ovali, sia
quelli secondari, allungati.
CHE COSA CONTIENE: gli amidi costituiscono il 45-55% del peso della
radice; le sostanze coloranti, e al tempo stesso farmacologicamente
attive, sono curcuminoidi, il principale dei quali è la curcumina.
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La curcuma è sconsigliata in gravidanza e allattamento. In presenza di
occlusione delle vie biliari o di calcoli biliari andrebbe assunta sotto controllo medico. Va usata con cautela,
inoltre, nei pazienti in trattamento
con farmaci quali warfarin, digossina, ciclosporina, eritromicina, tamoxifene.
Come
si utilizza
Si impiega l’estratto secco, con
un contenuto minimo di
curcumina del 4%.
La dose giornaliera è di 8-10
mg per chilogrammo di peso
corporeo, suddivisi in due
somministrazioni
preferibilmente lontano dai
pasti.
Abbiamo
tutti lo stesso
desiderio.
Andare dove
i nostri sogni
ci portano.
In Mylan ci impegniamo affinchè
ognuno di noi possa vivere i propri
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nevralgie, dolori osteo-articolari e muscolari, dolori mestruali).
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anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo.
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ricorrere all’aiuto del medico. Per maggiori informazioni e consigli rivolgersi
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trattamento.
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NP4 number: IT1403183001
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