XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Psicoterapia curare con le parole integrare con il nuovo dimostrare con le neuroscienze Guida ai Simposi Paralleli e ai Seminari residenziali in piccoli gruppi Venerdì 8 giugno 2012 Le Principe du plaisir PRESIDENTE DEL CONGRESSO Pier Maria FURLAN Direttore Direzione Integrata Interaziendale di Salute Mentale e della Patologia delle Dipendenze ASL TO3/AOU San Luigi Gonzaga, Professore di Psichiatria e Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga dell’Università degli Studi di Torino SEGRETERIA SCIENTIFICA Alberto MERINI già Professore di Psicoterapia, Segretario SIPM, Bologna COMITATO ORGANIZZATORE LOCALE Pier Maria FURLAN, Sara CARLETTO, Francesco OLIVA, Luca OSTACOLI, Anna PACELLA, Rocco Luigi PICCI, Massimo ROSA, Federica TRIVELLI, Marco ZUFFRANIERI Direzione Integrata Interaziendale di Salute Mentale e della Patologia delle Dipendenze ASL TO3/AOU San Luigi Gonzaga SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Ufficio Formazione ed ECM Tel. 011.670.54.92 – Fax 011.670.57.04 Regione Gonzole, 10 – 10043 Orbassano TO E-mail: [email protected] Anna PACELLA Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale AOU San Luigi Gonzaga/ASL TO3 Tel. 011.90.26.517/504/505 – Fax 011.90.26.595 Regione Gonzole, 10 – 10043 Orbassano TO E-mail: [email protected] Consiglio direttivo della Società Italiana di Psicoterapia Medica Presidente: Gianpaolo Pierri; Segretario: Alberto Merini; Tesoriere: Maria Zuccolin; Consiglieri: Domenico Berardi, Vanna Berlincioni, Daniela Bolelli, Secondo Fassino, Pier Maria Furlan, Filippo Gabrielli, Arcangelo Giammusso, Daniele La Barbera; Probiviri: Giuseppe Ballauri, Italo Carta, Marco Colafelice XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) PSICOTERAPIA CURARE CON LE PAROLE, INTEGRARE CON IL NUOVO, DIMOSTRARE CON LE NEUROSCIENZE Nell’ultimo decennio le varie tecniche psicoterapeutiche sono state sottoposte a valutazioni di efficacia clinica, di performance e di costi-benefici con risultati positivi evidence based. Interventi integrati anche per le patologie più resistenti hanno confermato la loro efficacia statisticamente significativa. La rinnovata attenzione al funzionamento globale dell’individuo, seppur differenziato secondo ambiti familiari, culturali e sociali e contestualizzato nella storia individuale e delle elaborazioni psichiche personali hanno confermato che qualsiasi approccio unilaterale: biologico, socio-filosofico, dinamicocomportamentale, non è in grado di alleviare efficacemente la sofferenza psichica. Le stesse classificazioni psichiatriche, le descrizioni delle devianze comportamentali, le sempre diverse forme di dipendenza non riescono a fornire quadri esaurienti delle nuove forme di disagio mentale. L’accentuarsi di modalità di esclusione sociale e il disfarsi delle reti di supporto solidale ripropongono forme di sofferenza che sfuggono ai modelli classificatisi consolidati. Inoltre, gli statuti scientifici dei diversi campi disciplinari costringono ad un forte lavoro di revisione delle varie prassi terapeutiche, per poter raggiungere sempre più una sintesi efficace e trasmissibile delle prassi terapeutiche allargate e duali, rivolte alle varie fasi della vita e alla complessità delle malattie. Questo Congresso vuole rendere più vicini i tentativi di sintesi, mediante l’osservazione scientifica e costruttiva dei più aggiornati approcci terapeutici, sottoponendo teorie e prassi ad un vaglio critico con gli strumenti più avanzati, da quello epistemologico a quello biotecnologico e giungere a una ridiscussione che parta dagli aspetti descrittivi sindromici fino alle proposte di markers-imaging dei più reconditi processi patologici. Il XLI Congresso, attorno a un panel di esperti, vuole raccogliere i contributi di tutti gli operatori della salute mentale, secondo una tradizione della nostra Società, ormai nel cinquantenario della sua fondazione. CINQUANT’ANNI! XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Venerdì, 8 giugno 2012 ore 11.00 — 13.00 I SESSIONE SIMPOSI PARALLELI I TRATTAMENTI INTEGRATI PSICOTERAPEUTICI E PSICOFARMACOLOGICI Paziente schizofrenico o paziente con schizofrenia? Tra mania e depressione In Label - Off Label Il paziente con disturbo di personalità Il paziente con DCA Si può ancora parlare di Doppia Diagnosi? XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Paziente schizofrenico o paziente con schizofrenia? La storia del concetto di schizofrenia fino al dibattito contemporaneo è contrassegnata da una serie di dicotomie: negativo-positivo, acuzie-cronicità, comprensibileincomprensibile, persona-disturbo, cognitivo-affettivo, immaginario-razionale. La dicotomia persona-disturbo scandisce le due concezioni fondamentali: l'essere schizofrenico o l'avere una schizofrenia. La prima estremizza la visione dello schizofrenico come colui che è schizofrenico, considerando come nei fenomeni psicotici si esprimano anche i valori e le credenze del paziente, la cui identità non può prescindere dagli stessi. La seconda considera, invece, i fenomeni psicotici come sintomi di una malattia, determinata da concause di tipo biologico-psicologico-sociale verso cui mirare gli interventi terapeutici. Se il sintomo esprime l'identità e ne è parte integrante ne consegue una colpevolizzazione e ad una visione di carattere fatalistico, che fa coincidere il modo di essere con il destino e la malattia, mentre l’avere una schizofrenia restituisce dignità alla persona. L’interscambiabilità tra le due concezioni della dicotomia persona-disturbo risulta dunque fondamentale per la relazione terapeutica, nell’ambito della quale vanno valorizzati sia la soggettività del paziente, intesa come analisi dei disturbi soggettivi e dei meccanismi individuali di compenso, sia l’efficacia degli interventi farmacologici e riabilitativi. Tale dicotomia risulta altresì determinante nelle valutazioni inerenti il decorso clinico della schizofrenia in quanto connessa al recovery, concetto eterogeneo in merito al quale le neuroscienze, enfatizzando un approccio medico e basato sui meccanismi neurobiologici, ne recuperano la seconda concezione (il paziente ha una schizofrenia). D’altra parte, la definizione di recovery non comprende solo domini psicopatologici, di funzionamento psicosociale e di durata, ma prevede anche la capacità del paziente di individuare i propri obiettivi e perseguire le proprie aspirazioni in un percorso di accrescimento personale in riferimento al concetto di empowerment. Conduttori Paola ROCCA Vincenzo VILLARI Filippo BOGETTO Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Tra mania e depressione Il disturbo depressivo non può essere affrontato e spiegato attraverso una mera classificazione categoriale, che non riesce a rendere effettivamente conto delle sfaccettature psicopatologiche e soprattutto non è funzionale alla definizione di trattamenti più specifici. Anche da un punto di vista psicodinamico l'esperienza depressiva non può esclusivamente ridursi al concetto di lutto e a quello alternativo di Super-io sadico. Proprio allo scopo di evidenziare la complessità di tale correlazione, si vuole far riferimento, per quanto riguarda la depressione, alla distinzione adottata da Gaetano Benedetti (1978) che mostra che, anche da un punto di vista psicoanalitico, esistono diversi modi di depressione, da cui possono derivare molteplici espressività psicopatologiche, che a loro volta possono interessare svariati percorsi terapeutici. L'importanza di recuperare, da un punto di vista psicopatologico-dimensionale, ma soprattutto psicodinamico, le molteplici sfaccettature dell'esperienza depressiva rende ragione, ai fini di un esisto efficace e stabile, non solo della opportunità di interventi combinati psicofarmacologici e psicoterapeutici, ma anche della necessità di orientare e modulare la stessa psicoterapia a seconda della struttura psicodinamica dei diversi modi di depressione. Anche il trattamento del disturbo bipolare è un intervento complesso di cui la terapia farmacologica costituisce la parte fondamentale e irrinunciabile. Negli ultimi anni sono stati molto studiati tutti gli interventi psicologici che possono integrare e combinarsi alla cura farmacologica potenziandone l'efficacia o migliorando l'aderenza del paziente. In primo luogo, sono stati pubblicati molti dati provenienti da sperimentazioni cliniche controllate che hanno valutato l'efficacia degli interventi psicoeducazionali, sia individuali che di gruppo. Le terapie psicoeducazionali sono centrate sul paziente stesso e/o sui familiari. Di questo tipo di interventi integrativi alla terapia farmacologica sono stati messi a punto dei modelli specifici di intervento, le indicazioni e i rischi. Nei disturbi bipolari, le psicoterapie propriamente dette (soprattutto ad indirizzo psicodinamico) sono alla ricerca di un ruolo che vada oltre le informazioni ed i suggerimenti psicoeducazionali e che consenta piuttosto una rielaborazione profonda dei vissuti abnormi e patologici correlati alla malattia. Conduttori Giuseppe MAINA Rocco Luigi PICCI Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) In Label - Off Label Il Paziente con disturbo di personalità Francesca Martino: “L’assessment del Disturbo Borderline di Personalità” In letteratura internazionale, è largamente condivisa la difficoltà nel costruire un’alleanza di lavoro con i pazienti con Disturbo Borderline di Personalità (DBP) (Gunderson et al. 1989). Tale problematica si riscontra sin dalla fase iniziale del lavoro con questi pazienti, che mostrano tassi di drop-out e di rifiuto dei trattamenti superiori al 50% (Chiesa et al.2010, Martino et al. 2011). Alcuni autori hanno proposto un modello di intervento a “step” per il DBP. La prima fase di assessment è finalizzata alla valutazione delle problematiche cliniche mediante strumenti psicometrici standardizzati, alla condivisione dell’esito mediante una restituzione condivisa tra medico e paziente e alla formulazione di un contratto di lavoro che espliciti il setting, gli obiettivi e le regole del progetto terapeutico. Si ritiene che tale procedura di lavoro possa favorire la motivazione al trattamento e migliorare la compliance del paziente. Verrà presentato un modello di assessment, specifico per il DBP, che viene effettuato nel centro di Salute Mentale di Borgo Panigale (Martino et al.2010). Bibliografia: Gunderson JG, Frank AF, Ronningstam EF, Wahter S, Lynch VJ, Wolf PJ. Early discontinuance of borderline patients from psychotherapy. J Nerv Ment Dis. 1989; 177: 38-42 Chiesa, M., Martino, F., Pozzi E. (2010). Psychosocial treatment refusal in personality disorder: A comparative study. Personality and Mental Health; 4(2) 64-74; Martino F., Menchetti M., Berardi D. (2010). La diagnosi di disturbo Borderline di personalità. In In Sanza M, Asioli F. Ferrannini. Il Disturbo Borderline di personalità. Continuità e Discontinuità nel trattamento. Centro scientifico editore 111-123 Martino F., Menchetti M., Pozzi E., Berardi D. (2012) Predictors of drop-out among personality disorders in a specialist outpatients psychosocial programme. A preliminary study. Psychiatry and Clinical Neuroscience (in press). Andrea Ferrero: “La psicoterapia dei Disturbi di Personalità deve riferirsi a indicazioni, setting e tecniche specifiche?” Di recente sono state formalizzate psicoterapie specifiche per alcuni Disturbi di Personalità, in particolare il disturbo Borderline di Personalità. Le varianti tecniche proposte rispetto ai trattamenti codificati precedentemente in ambito psicodinamico, cognitivo-comportamentale e interpersonale vengono considerate in relazione alla definizione del progetto clinico complessivo in cui si inserisce la psicoterapia, alla scelta della durata del trattamento e agli obiettivi clinici prioritari. Parallelamente si evidenziano alcune rischi iatrogeni e controindicazioni specifiche. Biancamaria Bortolotti: “Il gruppo familiare multiplo (MFG) per i familiari di pazienti con Disturbo Borderline di Personalità” Le linee guida dell’American Psychiatry Association (2001) e quelle del National Institute for Health and Clincal Excellence sul trattamento del DPB (2009) sottolineano l’importanza di interventi psicoeducativi per i familiari dei pazienti con DPB. In letteratura internazionale esistono delle prime evidenze di efficacia di interventi psicoeducativi per il DBP (Gunderson, 1997; Whitehurst, 2002 Fruzzetti, 2007) sia sulla sintomatologia del paziente e sia sulla percezione dei famigliari, in termini di riduzione del carico soggettivo, di potenziamento di abilità di gestione delle crisi e di miglioramento della sintomatologia depressiva presente nei caregivers. Verrà presentata l’esperienza del Centro di Salute Mentale di Borgo Panigale dove è stato implementato il programma psicoedutvcativo “Gruppo Familiare Multiplo” (GFM) per i familiari dei pazienti con DBP al fine di valutarne l’efficacia. Il GFM è ispirato al modello di John Gunderson, realizzato presso l’ospedale McLean dell’Harvard University di Boston e basato sul lavoro di McFarlane sui familiari di pazienti schizofrenici. Bibliografia Gunderson JG, Berkowitz C, Ruiz-Sancho A (1997). Families of borderline patients: a psychoeducational approach. Bull Menninger Clin, 61:446–457. Conduttori Francesca MARTINO Andrea FERRERO Biancamaria BORTOLOTTI Silvio BELLINO Bologna, Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) segue Bibliografia Hoffman PD, Fruzzetti AE. Advances in interventions for families with a relative with a personality disorder diagnosis. Curr Psychiatry Rep. 2007;9:68–73. Whitehurst T, Ridolfi ME e Gunderson J.(2002) Multiple Family Group Treatment for Borderline Personality Disorder. In Hofmann G & Tompson MC., Treating Chronic and Severe Mental Disorders (p.343-363).Guildford Silvio Bellino: “Combinazione di farmaci e psicoterapia nel trattamento del disturbo borderline di personalità: linee guida e acquisizioni della ricerca” Il trattamento del disturbo borderline di personalità (DBP) ha da sempre rappresentato una sfida complessa per il clinico. Fino a qualche anno fa, la notevole rilevanza attribuita ai fattori psicologici e relazionali nell’eziopatogenesi del DBP aveva indotto a privilegiare l’approccio psicoterapico, considerando il ricorso alla farmacoterapia aggiuntivo e marginale, limitato al controllo delle manifestazioni sintomatologiche più gravi, che complicavano il management psicoterapeutico di questi pazienti. Solo recentemente, alla luce di numerose indagini che hanno evidenziato la presenza di dimensioni temperamentali riconducibili anche ad alterazioni neurobiologiche, verso le quali si indirizza elettivamente l’azione degli agenti farmacologici, si è giunti a riconsiderare il ruolo della farmacoterapia all’interno di un trattamento integrato. Nel DBP, l’embricarsi di alterazioni psicopatologiche prevalentemente legate a fattori conflittuali intrapsichici e interpersonali (si pensi all’instabilità relazionale, al disturbo dell’identità, ai sentimenti cronici di vuoto) con dimensioni più facilmente riconducibili a meccanismi su base biologica (quali l’instabilità affettiva, l’impulsività, le alterazioni cognitivo-percettive) ha indotto i clinici ad adottare sempre più spesso come prima scelta un approccio terapeutico di tipo combinato. L’idea che elementi psicopatologici di origine psicologica e biologica siano nettamente separabili è un’evidente semplificazione, superata come lo è la dicotomia mente-cervello, ma può rivelarsi utile ad indirizzare operativamente la pratica terapeutica. Attualmente il DBP è l’unico disturbo di personalità sul cui trattamento siano state elaborate apposite linee guida da parte dell’American Psychiatric Association (APA 2001, 2005) e del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE 2009). Le indicazioni dell’APA, che contengono degli algoritmi per orientare le scelte terapeutiche, sottolineano l’importanza di combinare l’intervento farmacologico all’approccio psicoterapico, che resta comunque fondamentale, e può avvalersi di contributi di diversa provenienza teorica in rapporto alla spiccata eterogeneità clinica dei pazienti. Negli ultimi decenni sono stati proposti diversi modelli di intervento psicoterapico manualizzati e specifici per il DBP, che pur nella loro diversità di impostazione teorica e tecnica presentano alcune caratteristiche comuni: il fatto di essere di durata medio-lunga e adeguatamente strutturati, di avere un focus ben definito, di lavorare per incrementare l’aderenza al trattamento e instaurare una valida alleanza che consenta al terapeuta di adottare un atteggiamento attivo. Si tratta inoltre di psicoterapie che ben si prestano ad essere integrati con gli altri tipi di intervento disponibili per il paziente (terapia farmacologia, ricovero, ospedalizzazione parziale, ecc.), all’interno di un sistema unico e coerente, in cui clinici con varie competenze lavorano per gli stessi obiettivi strategici arginando le tendenze scissionali dei pazienti. Benché nella pratica clinica la psicoterapia e la farmacoterapia siano spesso associate, sono pochi gli studi adeguatamente progettati per confrontare i due trattamenti o valutare gli effetti della terapia combinata in confronto al trattamento singolo. In questa linea di ricerca si collocano le indagini sull’efficacia della terapia combinata con psicoterapia interpersonale modificata (IPT-BPD) nel trattamento dei pazienti borderline e sui fattori predittivi di risposta condotti presso il Centro per i Disturbi di Personalità del Dipartimento di Neuroscienze di Torino. I differenti domini della patologia borderline, verosimilmente correlabili a radici eziologiche e percorsi patogenetici differenti, potrebbero essere più sensibili a determinati approcci psicoterapici piuttosto che farmacologici e, nell’ambito delle psicoterapie, a differenti modelli di impostazione. Solo ulteriori indagini metodologicamente rigorose in questo ambito di ricerca potranno consentire di chiarire questi aspetti e di sviluppare progetti terapeutici maggiormente mirati e individualizzati. Conduttori Francesca MARTINO Andrea FERRERO Biancamaria BORTOLOTTI Silvio BELLINO Bologna, Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Il paziente con DCA Conduttori Valdo Ricca, Giovanni Abbate Daga: “DCA: quali sintomi bersaglio, quali psicoterapie, quali farmaci?” Nell’ambito del Simposio il presente contributo sarà volto a illustrare le più recenti acquisizioni in tema di trattamenti integrati dei DCA (psicoterapia, farmacoterapia e dietoterapia), stimolando il dibattito con il confronto di a) punti di forza e di debolezza dei modelli cognitivo-comportamentali versus i modelli psicodinamici b) impiego degli antidepressivi e degli antipsicotici di nuova generazione c) ruolo della terapia della comorbilità, terapia della psicopatologia alimentare, terapia dei vissuti sottesi al disturbo. La relazione includerà anche dati scientifici derivanti dall’esperienza maturata in questi anni dal gruppo di ricerca e di cura diretto dal professor Fassino ed operante presso il Centro Pilota Regionale per la cura dei DCA del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino AOU Molinette. Giovanni ABBATE DAGA Federico Amianto I disturbi del comportamento alimentare sono complessi disturbi mentali a patogenesi multifattoriale in cui le dinamiche familiari giocano un ruolo importante nella patogenesi, nell’esordio, nel mantenimento e nella prognosi. Il percorso terapeutico dei DCA deve quindi prevedere, accanto alla dietoterapia, alla farmacoterapia ed alla psicoterapia, la presa in carico di tutta la famiglia. I familiari possono essere coinvolti in un percorso di terapia familiare o in un counseling parentale. Nel corso di tali interventi vanno valutate le personalità dei genitori in relazione a quelle della figlia e comprese le dinamiche familiari ed il loro possibile ruolo patogenetico e di mantenimento del disturbo. I genitori devono essere anche supportati nelle difficoltà gestionali e nella frequente demoralizzazione secondaria che possono generare o slatentizzare patologie anche gravi complicanti il già precario assetto familiare. Un approccio disciplinare integrato che comprenda la famiglia rappresenta la maggiore garanzia di successo nel difficile percorso di guarigione da un DCA. Valdo RICCA Federico AMIANTO Maria ZUCCOLIN Torino, Firenze XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Si può ancora parlare di Doppia Diagnosi? Conduttori Il counselling e l’approccio psicologico sono componenti essenziali della terapia della Dipendenza da Alcol; un simile approccio, come unico trattamento, ha però un’efficacia non elevata, calcolata del 15% o del 39% a seconda che si tratti di un trattamento di gruppo o individuale. Augusto CONSOLI Nell’ultimo ventennio il supporto della terapia farmacologica ha consentito di aumentare gli outcome dei trattamenti; risultato reso possibile anche dagli studi sulle aree del cervello che presiedono alla produzione del sistema dei neurotrasmettitori alla base del craving (Dopamina, GABA, Glutammato, Serotonina, Recettori Oppioidi). I più recenti concetti di fenotipo dell’alcolista associati a profili di craving diversificati, inoltre, invitano da un lato ad interrogarsi su quali siano i farmaci più indicati per il trattamento dei pazienti in relazione alle varie tipologie degli stessi e dall’altro su quali siano le strategie di integrazione fra le terapie farmacologiche e gli approcci psicoterapeutici o, più genericamente, psicosociali maggiormente efficaci nell’aumentare la motivazione al trattamento e per ottenere una migliore prevenzione della ricaduta. Paola DAMIANO Paolo JARRE Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Venerdì, 8 giugno 2012 ore 14.00 — 18.00 II SESSIONE SEMINARI RESIDENZIALI IN PICCOLI GRUPPI a) Psicoterapia e famiglia b) Psicoterapia con bambini, adolescenti, adulti: punti comuni e differenze c) Interpersonal Counceling (IPC) per la depressione d) Psicoterapia di gruppo e) Gruppo terapeutico nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura: le declinazioni della psicoterapia istituzionale f) EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e Terapia Sensori-motoria g) Etnopsicoterapia h) Terapie espressive e Teatro i) La collaborazione tra psichiatria e fisioterapia. Un progetto riabilitativo psichiatrico a mediazione corporea: aspetti teorici ed esperienza pratica l) Possibile/necessario senso di colpa m) La via dell'eroe: la psicoterapia come ricerca del sé con visione del film: "Sogni" di A. Kurosawa n) Il trattamento degli autori di reati sessuali: dal controllo alla desistenza o) Linee guida di psicoterapia delle patologie gravi nel Dipartimento di Salute Mentale p) Prime interazioni e psicoterapia q) Disturbi di personalità e nuove dipendenze r) Seminario dedicato agli studenti del Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica della Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga: Psicoterapia e tecnica della riabilitazione psichiatrica: quale collocazione, quale ambito e quale strategia di intervento? XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Psicoterapia e famiglia Conduttori I disturbi legati ad una patologia dell’identità giovanile come quelli del Comportamento Alimentare (DCA), della tossicodipendenza, all’impulsività “borderline di personalità", sembrano prodotti di una interazione dinamico-strutturale individuo, famiglia e società. Famiglie scissionali sono il prodotto anche di assetti sociali scissionali, discordanti e viceversa. Specularmente, le cure psichiatriche dei soggetti sofferenti di disagio psichico devono considerare i diversi elementi patogenetici biologico genetici, psico-sociali e familiari. La presa in carico della famiglia è passaggio fondamentale per la comprensione e la cura del paziente. Sono discussi i problemi della trasformazione degli strumenti psicoterapeutici in riferimento alla crescente evidenza del ruolo della famiglia come risorsa nel progetto terapeutico complessivo. Secondo FASSINO Interventi Preordinati P. Todisco : L'approccio alla famiglia all'interno di un programma riabilitativo psiconutrizionale multidisciplinare integrato per i Disturbi dell'Alimentazione" L’intervento dovebbe essere di tipo relazionale-sistemico; non appare utile dopo i 18 anni ed è stato riconosciuto essere di elezione per bambini e adolescenti con breve durata di malattia. F.Amianto : Il counseling parentale adleriano nei DCA. L’approccio multimodale a rete nei DCA richiede una presa in carico precoce della famiglia al fine di incrementare la motivazione ai trattamenti progettati per le pazienti. C. De Bacco : L’approccio psicoterapeutico alla famiglia nel Day Hospital per DCA. Il programma di cura intensivo biopsicosociale si svolge in un contesto di per sè psicoterapeutico di gruppo e individuale per le pazienti ricoverate e prevede interventi psicoeducazionale di coppia e di gruppo per i genitori. A. Bianconi : Psicoterapia psicodinamica adleriana con i genitori di pazienti DCA. Viene riferita un’ esperienza in ambito ambulatoriali di trattamenti brevi individuali e di coppia di genitori di pazienti con DCA secondo gli orientamenti dell’Individual Psicologia. N. Delsedime : La presa in carico dei famigliari di pazienti ricoverate per DCA . In un contesto di per sé psicoterapeutico in cui si svolge un programma intensivo di cure psichiatrico-nutrizionali viene discusso il problema dell’approccio ai famigliari di pazienti difficili con gravi DCA. M.Fulcheri : Il counselling per il medico di Famiglia In considerazione di una crescente letteratura sulle difficoltà psicologiche degli studenti di medicina e dei giovani medici sono riportate osservazioni cliniche su un percorso formativo e di prevenzione per i medici di famiglia. D. Munno: "Mi dimetto da padre" Si propongono alcune osservazioni sul concetto di dipendenza , sulle difficoltà del confronto generazionale e culturale e le diverse concezioni dei fattori di rischio e protezione in relazione particolare alla figura paterna e ai possibili interventi terapeutici. A. Granieri: Attaccamento e affidamento Esperienze teorico-cliniche riferite da un consulente psicologo clinico del Tribunale dei Minori su problematiche individuali e familiari legate ai percorsi di affidamento. A.Gualerzi: "la famiglia e i disturbi di identita' di Genere" Si propongono alcuni casi emblematici di percorsi clinici che hanno condotto attraverso tappe psicologiche, endocrinologiche e chirurgiche al raggiungimento dell'identità sessuale desiderata e i conseguenti vissuti all'interno della famiglia. Alessandra BIANCONI Mario FULCHERI Donato MUNNO Torino, Chieti XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Psicoterapia con bambini, adolescenti, adulti: punti comuni e differenze Giancarlo Rigon, Martino Belvederi Murri: Il punto di vista strutturale evolutivo nella psicoterapia con adulti e bambini Viene presentato il percorso psicoterapico condotto presso un Servizio di Salute Mentale con un giovane paziente di 19 anni e l’analisi di tale lavoro secondo il punto di vista strutturale evolutivo che fa riferimento al Profilo Metapsicologico di Anna Freud. Il Profilo è uno strumento diagnostico di cui si propone qui un utilizzo anche nel corso dei trattamenti psicoterapici al fine di valutare la struttura e il funzionamento psichico del soggetto e su questa base orientare andamento e finalità del trattamento. La psicoterapia condotta con questo giovane, viene messa a confronto con i trattamenti psicoterapici di alcuni bambini e preadolescenti, allo scopo di cogliere coincidenze e differenze sotto il profilo della tecnica. Andrea Ferrero: La psicoterapia psicodinamica basata sui livelli di funzionamento di personalità Le scelte tecniche del terapeuta si orientano sullo specifico funzionamento psichico di ogni paziente, valutato in base al Modello Psicopatologico Vulnerabilità-EventiPersonalità (VEP-PM), che considera quattro variabili indipendenti nell’eziopatogenesi dei disturbi psichici: vulnerabilità biologica, vulnerabilità psicosociale, traumi ed eventi vitali, organizzazione dinamica della personalità. In particolare quest’ultima riveste un’importanza cruciale per distinguere, sotto il profilo relazionale, trattamenti intensivi o supportivi e, sotto il profilo intrapsichico, strategie mutative e conservative. Il differente significato dei meccanismi di difesa del paziente nell’adolescenza e nell’età adulta è un importante parametro da valutare trattando pazienti di età differente. NB: pur nell’ambito di un paragone dei trattamenti tra adulti e adolescenti, posso presentare più dettagliatamente aspetti specifici di un’età o dell’altra, a seconda degli aspetti che gli altri relatori non tratteranno. Bruno Tiranti: L'adolescente e la sua famiglia – psicoterapia e interventi di consultazione psicologica breve L’intervento proporrà alla discussione seminariale alcune osservazioni cliniche e criticità che emergono dall’esame della casistica trattata presso una rete locale di servizi per gli adolescenti (sei “punti di ascolto” consultoriali e un centro di psicoterapia). Le criticità nel processo di costruzione dell’identità, così come le manifestazioni sintomatiche fase-specifiche o le condizioni psicopatologiche più definite che si possono osservare nei giovani pazienti richiamano spesso l’attenzione sulla necessità di un intervento terapeutico specificamente rivolto al funzionamento del sistema relazionale significativo e/o delle interazioni con le figure genitoriali. Un primo nodo riguarda le indicazioni alla scelta tra interventi supportivi di consultazione breve e trattamenti psicoterapeutici più strutturati; un secondo tema cruciale riguarda il coinvolgimento diretto e “l’ingaggio” delle figure genitoriali negli interventi supportivi; un ulteriore aspetto riguarda le indicazioni per i trattamenti sistemico-relazionali del nucleo familiare. Conduttori Andrea FERRERO Giancarlo RIGON Martino BELVEDERE MURRI Bruno TIRANTI Torino, Bologna XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Interpersonal Counseling (IPC) per la depressione Conduttori La gestione della depressione di grado moderato-severo è ormai chiaramente indirizzata da numerose evidenze, mentre per le forme lievi le opzioni terapeutiche sono meno definite. Le recenti linee guida del National Institute for Clinical Evidence (NICE, 2009) suggeriscono diversi possibili interventi per la depressione lieve, fra cui: esercizio fisico, igiene del sonno, programmi di auto-aiuto, brevi interventi di tipo psicologico ed interventi di tipo farmacologico. Gli antidepressivi non tuttavia sono raccomandati come trattamento iniziale per uno sfavorevole rapporto rischi/ benefici. Domenico BERARDI Considerando l’elevata prevalenza dei disturbi depressivi, appare quindi necessario implementare interventi psicologici che siano efficaci e nel contempo affrontabili dal punto di vista delle risorse. I proponenti del presente seminario sono i coordinatori di uno studio multicentrico che ha comparato il counseling interpersonale ed il trattamento con farmaci antidepressivi SSRI in pazienti affetti da depressione maggiore (Studio DEPICS). Il programma del seminario include: Fondamenti della teoria interpersonale Struttura e tecniche dell’InterPersonal Counseling (IPC) Casi clinici esemplificativi Principali risultati dello studio DEPICS Indicazioni al trattamento psicofarmacologico ed al trattamento psicologico Il Counselling è definito come un insieme di tecniche, abilità e atteggiamenti per aiutare le persone a gestire i loro problemi utilizzando le loro risorse personali. Offre al paziente l'opportunità di rendere più chiari gli schemi di pensiero e di azione aumentando il proprio livello di consapevolezza, utilizzando al meglio le risorse rispetto ai propri bisogni e desideri e pervenendo quindi ad un maggiore benessere. IPC deriva dalla Psicoterapia Interpersonale; è un trattamento breve di sei sedute da trenta minuti, con una sessione iniziale più lunga. E' un intervento focalizzato sul funzionamento psicosociale attuale del paziente. Facilita la risoluzione dei sintomi depressivi e aiuta il paziente a mettere a punto strategie più efficaci per affrontare i problemi interpersonali associati all'insorgenza dei sintomi. Il trattamento di counselling viene fornito sulla base del manuale sviluppato da Weissman (1988). Silvio BELLINO Marco MENCHETTI Bologna, Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Psicoterapia di gruppo Conduttori Il laboratorio si propone di presentare alcune esperienze di psicoterapia di gruppo realizzabili in ambito istituzionale in situazioni ambulatoriali. Maria ZUCCOLIN In particolare, saranno approfonditi aspetti della psicoterapia dei gruppi omogenei, dei gruppi a tempo limitato, del couselling di gruppo per genitori di giovani pazienti, dei gruppi di formazione e dello psicodramma analitico di gruppo. Andrea RAMBAUDI E' infine prevista un'esperienza pratica con l'utilizzazione della tecnica psicodrammatica. Giovanna CAZZANIGA PAROLE CHIAVE: Caterina SIGNA Psicoterapia di gruppo Gruppi omogenei a tempo limitato Counselling di gruppo psicodramma analitico di gruppo Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Gruppo terapeutico nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura: le declinazioni della psicoterapia istituzionale Il seminario si propone di approfondire varie metodiche di intervento gruppale per la cura dei pazienti ricoverati in SPDC. Verrà descritto un intervento psicoeducativo strutturato (FFT, Family Focus Treatment, Miklowitz) che coinvolge il gruppo familiare. Parallelamente i pazienti partecipano a un intervento di gruppo nel quale vengono elaborate, all’interno di una dimensione psicoterapeutica, le difficoltà emozionali e relazionali che si riflettono sia con i familiari che con i membri dell’équipe curante. Conduttori Cinzia BRESSI Elena RASI CALDOGNO Michele CISIMA Milano Sarà descritta inoltre l'esperienza di conduzione di gruppi ad orientamento psicoterapeutico sviluppata presso la Psichiatria 1 di Niguarda che, tenuto conto di vincoli e possibilità peculiari del SPDC, si ispira al modello del "gruppo transitorio". XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e Terapia Sensori-motoria Lo sviluppo delle neuroscienze ha contribuito al recupero del significato del "corpo" sia come dimostrazione dell'efficacia delle psicoterapie sul piano biologico che come strumento fondamentale che la natura ci ha fornito per l'elaborazione delle emozioni. L'organizzazione dell'esperienza emozionale avviene infatti solo in parte minore a livello cognitivo mentre emerge il ruolo crescente del processo corporeoesperienziale. Nuove tecniche hanno approfondito il processo esperienziale raggiungendo elevati livelli di efficacia e modificando i paradigmi del processo psicoterapico. Nel seminario verrà presentata l'integrazione tra due tecniche che oggi stanno riscuotendo un grande interesse sia a livello clinico che da parte della comunità scientifica, l'Eyes Movement Desensitisation and Reprocessin (EMDR), elaborata da Francine Shapiro alla fine degli anni 80, e la Terapia Sensori-motoria, elaborata dal gruppo di Ron Kurtz e Pat Ogden. Le tecniche verranno presentate in modo integrato, come parte di un unico processo terapeutico. Verranno descritti casi clinici con l'utilizzo di materiale audio-visivo per esemplificare le caratteristiche del processo corporeo-esperienziale che rappresenta il "cuore" della tecnica. Conduttori Luca OSTACOLI Gabriella BERTINO Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Etnopsicoterapia Conduttori La migrazione, configurandosi come momento critico nella vita di una persona, come discontinuità e sradicamento, con brusca separazione dai sistemi di supporto garantiti dall’ambiente familiare, sociale e culturale, può concorrere all’instaurarsi di stati di sofferenza psicologica e personale che richiedono interventi terapeutici. L’impatto con una nuova situazione socio-ambientale e culturale, insieme alla condizione di solitudine e di disagio che l’immigrato spesso vive, porta con sé il rischio dell’isolamento, suscitando vissuti intimi di abbandono. L’esperienza migratoria, infatti, da un lato cimenta il soggetto con il difficile compito di conservare il nucleo profondo della propria identità e del proprio universo simbolico a contatto con una realtà culturale, linguistica ed affettiva differente da quella originaria; dall’altro costringe alla ricerca di nuovi punti di riferimento, in un contesto in cui le memorie specifiche personali e collettive sbiadiscono o vanno perdute. Vanna BERLINCIONI Il rapporto spesso difficile tra migranti, popolazione ospite e servizi psichiatrici, può produrre atteggiamenti di diffidenza, incertezza, perplessità, paura e rivendicatività negli stranieri che giungono alla nostra osservazione; d’altra parte anche gli operatori dei servizi sono spesso inadeguati ad affrontare i loro problemi. L’estraneità rispetto ai quadri culturali di partenza può rendere difficile formulare valutazioni cliniche appropriate e realizzare interventi efficaci. I conduttori, dopo aver ricordato come nelle culture “altre” esistano teorie eziologiche, interpretazioni della salute mentale, espressività del disagio psichico, modalità di cura, ecc. diverse da quelle dell'occidente industrializzato, presenteranno per la discussione vari interventi psicoterapici con migranti effettuati nel Servizio pubblico. I conduttori esporranno quelle che, a loro avviso, sono le prevalenti cause del disagio dei soggetti migranti soprattutto di prima generazione. Gli autori riferiranno inoltre sul tipo di psicoterapia da loro utilizzato che tiene conto del principio di complementarità secondo Devereux e sulle modificazioni del setting da loro effettuate, soffermandosi in particolare sul problema del controtransfert culturale dei terapeuti. Propongono di discutere anche le esperienze dei partecipanti al laboratorio, per valutare insieme le possibilità e i limiti dell'intervento psicoterapico da parte di operatori occidentali con persone di culture altre. Bibliografia Devereux G. - Saggi di etnopsichiatria generale - Armando Editore, 2007 Nathan T. - Non siamo soli al mondo - Bollati Boringhieri, 2003 Merini A., Malaffo L., Salvatori F. - Il bianco e il nero. Esperienze di etnopsichiatria nel servizio pubblico - CLUEB 2008 Vanna Berlincioni - Etnopsichiatria, etnopsicoanalisi: problemi vecchi e nuovi - Quaderni de gli argonauti n. 4, CIS Editore, dicembre 2002. Alberto MERINI Pavia, Bologna XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Terapie espressive e Teatro Conduttori Nel corso del laboratorio i conduttori esporranno il loro modello applicativo di riferimento, modello integrato, utilizzabile per la cura delle malattie psichiatriche e ne daranno una breve dimostrazione. Luciano CARATTO Il laboratorio verrà co-condotto da un tecnico regista-attore e da una psicoterapeuta. Carola ZAMPAGLIONE Il primo conduttore guida le attività di stretta pertinenza con lo specifico teatrale. Il secondo co-conduttore, lo psicoterapeuta, ha il compito di lavorare con il gruppo a livello di dinamiche profonde, di elaborare con i partecipanti all'attività i vissuti emotivi che emergono (conoscenza di se stesso partendo dalle proprie emozioni e da come queste sono espresse dal corpo), la loro restituzione e la gestione di eventuali situazioni di crisi che affiorano con il progredire del percorso. Tutti i partecipanti al laboratorio saranno coinvolti in qualità di utenti, esattamente come avviene nei laboratori di teatro presenti nel Dipartimento di Salute Mentale. Il modello proposto, infatti, prevede che operatori e clienti dei servizi possano, in qualità di partecipanti del laboratorio, seguire un medesimo percorso artistico e al tempo stesso approfondire la qualità della relazione attraverso l’interazione diretta nell’acquisizione delle tecniche teatrali (uso del corpo e della voce, sviluppo della capacità d'improvvisazione). Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) La collaborazione tra psichiatria e fisioterapia. Un progetto riabilitativo psichiatrico a mediazione corporea: aspetti teorici ed esperienza pratica Nel 2007 grazie alla collaborazione di servizi diversi quali il Dipartimento di Salute Mentale, la Fisiatria ed il Servizio di Neuropsichiatria Infantile è nato un progetto di ricerca, terminato nel 2010, per la sperimentazione e la costruzione di un progetto riabilitativo a mediazione corporea per pazienti psichiatrici adulti. L’esito positivo dell’esperienza ha permesso di definire un protocollo di trattamento per pazienti psichiatrici, testato inizialmente in S.P.D.C. (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) e di sviluppare un Progetto Pilota Innovativo in ambito Dipartimentale per gli anni 2011/2012. Tale progetto prevede incontri di sensibilizzazione con operatori del DSM e formazione di operatori motivati, per la costruzione di un gruppo di lavoro trasversale al dipartimento che possa collaborare con le varie strutture (RTI, RTP, CD, CSM) in cui sono inseriti pazienti psichiatrici che potrebbero beneficiare di cicli di cura a mediazione corporea, con finalità riabilitativa. Il protocollo di trattamento di base, da cui è stata sviluppata la versione adattata alle specifiche esigenze di utenti psichiatrici, nasce comunque per essere utilizzato sia in ambito terapeutico infantile ed adolescenziale, che nei normali contesti scolastici con valenza socializzante e di miglioramento del benessere, che come pratica di benessere psico-fisico per adulti. Per tali ragioni, una delle declinazioni del progetto del DSM, sarà quella di utilizzarlo, secondo un protocollo più ampio, per il miglioramento del benessere degli operatori e la prevenzione del burn-out. Nel laboratorio teorico esperienziale i partecipanti verranno a conoscenza dei principi teorici che hanno ispirato il metodo utilizzato ed in generale le psicoterapie a mediazione corporea e potranno vivere in prima persona una seduta di trattamento. Conduttori Catia NICOLI George COURCHINOUX Morena NONNI Bologna, Ravenna, Santiago de Compostela XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Possibile/necessario senso di colpa Conduttori Come è noto la logica tradizionale è fondata sui principi di identità, di non contraddizione e del terzo escluso. La frase è possibile che domani sarà una bella giornata di sole è della logica modale. E' possibile esprime il modo ed indica la possibilità. Arcangelo GIAMMUSSO L'operatore modale è possibile esprime il modo possibile del suo essere vero. L'affermazione è necessario che gli uomini muoiano è della logica deontica. L'operatore modale è necessario esprime il modo necessario del suo essere vero. Nella logica modale tutto è possibile mentre nella logica deontica il linguaggio è normativo. Diletta LA TORRE Negli ultimi decenni la nevrosi quale contrapposizione permesso/proibito è sempre con maggiore frequenza contrapposizione possibile/impossibile ed il senso di colpa è sostituito dal senso di insufficienza. Oltre a queste forme depressive, i pazienti con disturbo antisociale di personalità presentano scarso senso di colpa ed il loro linguaggio è, appunto, scarsamente deontico e prevalentemente modale. Relatori: Arcangelo Giammusso: 'I modi della logica del possibile e del necessario' Diletta La Torre: 'Dalla colpa alla responsabilità: un percorso necessario' Salvatore Settineri: 'Rappresentazioni possibili e Rappresentazioni normative nella depressione' Maria Guzzo: visione del film 'Il ritorno di Andrey Zvyagintsev' (riduzione 65 min) . Salvatore SETTINERI Maria GUZZO Caltanissetta, Messina XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) La via dell'eroe: la psicoterapia come ricerca del sé con visione del film: "Sogni" di A. Kurosawa Il seminario prende spunto dal lavoro di Vogler, che ripropone la struttura del mito e Conduttori Giuseppe BALLAURI la sua declinazione come narrazione attraverso l’elaborazione narratologica di Campbel nella sua opera: L’eroe dai mille volti,come base fondamentale di ogni sceneneggiatura di un film. Filippo GABRIELLI Il film Sogni di Akira Kurosawa ripercorre in forma poetica e metaforica alcune tappe della sua vita . Genova Gli otto episodi di cui è composto il film,nel loro lirismo o nella loro drammaticità, divengono simbolo del percorso individuale dell’uomo, e sono tutti collegati dalla presenza di un personaggio-io, volta a volta bambino o adulto e ci aiuteranno a confrontare il sogno e il processo psicoanalitico come un percorso narrativo molto simile a quello di un film. . XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Il trattamento degli autori di reati sessuali: dal controllo alla desistenza Il seminario è strutturato in modo da favorire un approccio scientifico e critico al problema posto dall'abuso sessuale sia in termini di politiche di gestione e criticità dei trattamenti. Verranno sviluppati, per quanto possibile in modo interattivo, i seguenti punti: Conduttori Carlo ROSSO Maura Franca GAROMBO 1) il punto di vista della società; 2) il punto di vista dell'autore di reati sessuali attraverso la presentazione di casi clinici; 3) il concetto di rischio: uno dei possibili luoghi di incontro terapeutico; 4) il problema del trattamento: cosa fare, dove farlo, a quali modelli ispirarsi e quali le criticità che accompagnano il lavoro terapeutico. . Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Linee guida di psicoterapia delle patologie gravi nel Dipartimento di Salute Mentale Le basi concettuali per la formulazione di Linee Guida per il Trattamento Psicoterapico di Patologie Dissociative Gravi nei Dipartimenti di Salute Mentale derivano dalla stesura iniziata dodici anni or sono di indicatori per prestazione psicoterapeutiche in patologie psicotiche gravi di carattere dissociativo. Alcuni aspetti furono validati in due successive “consensus conferences”, ma motivi di opportunità determinarono un periodo di riflessione. L'ultimo congresso nazionale della Società Italiana di Psicoterapia Medica ha rappresentato un’occasione favorevole per riproporne le basi concettuali e riformulare per nuove stesure gli alberi decisionali sulle indicazioni, il setting e il contesto, la tecnica nonché la concomitanza con terapie farmacologiche nell’ambito dei Servizi di Salute Mentale. Verranno trattati i temi: Indicazioni: Postulato terapeutico Indicazioni elettive Indicazioni complementari Il Servizio/Centro SM Il Setting in un DSM Terapeuta e servizio Setting propriamente detto Tempo e contratto terapeutico Aspetti economici Il terapeuta e il contesto Il contesto Indicazione - Condivisione - Riduzione conflittualità ed auto osservazione Il terapeuta Formazione Capacità Aspetti personali . Conduttore Pier Maria FURLAN Torino XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Prime interazioni e psicoterapia Conduttori Nel corso di un lavoro psicoterapeutico psicoanalitico ci imbattiamo costantemente nelle serie ripetitive che rendono la vita difficile alle persone. Scopo del lavoro è, tra gli altri, trasformare tali ripetizioni connettendole ai vissuti attuali e infantili. Tuttavia, nel materiale di seduta a volte si manifestano nuclei non facilmente elaborabili perché sono formati da materiali psichici così arcaici da renderli non pensabili e non riconoscibili. Alcuni di questi hanno delle caratteristiche che lasciano ipotizzare la presenza di fissazioni intrauterine, e sono per definizione non più collegabili direttamente ai vissuti o agli eventi traumatici che potrebbero averle generate. Si discuterà dell’utilità per il terapeuta di formulare un’ipotesi di fissazione intrauterina nel corso del lavoro, i suoi limiti e le sue potenzialità. Quando le capacità sensoriali e percettive del feto erano ancora poco conosciute, si pensava che lo psichismo cominciasse a strutturarsi soltanto a partire dalla nascita. Oggi sappiamo che il feto prova delle sensazioni e che reagisce a certi stimoli; ci è ormai nota la sua capacità di memorizzare esperienze, così da costituire vissuti, che formano le basi ontogenetiche dell’inconscio. Certe tracce della vita intra-uterina si esprimono nell’adulto, in modo fisiologico o patologico. Ben conosciuti sono i vissuti simbiotici la cui manifestazione crea un senso “oceanico” di felicità, di leggerezza e di sicurezza. Meno conosciuti sono i vissuti fetali di disagio o di rigetto; sono però importanti dal punto di vista clinico perché li possiamo collegare a certe ripetizioni coatte o a stati d’angoscia. Se le sedute lunghe di micropsicoanalisi permettono regolarmente di evidenziare delle tracce attive della vita fetale, un tale lavoro è anche possibile in psicoterapia micropsicoanalitica. Saranno indicati alcuni strumenti che facilitano l’accesso a un livello così profondo. Anoressia e bulimia sono patologie psichiatriche severe, il cui impegno somatico, almeno nelle fasi iniziali, appare macroscopico e in cui la molteplicità ed eterogenicità delle manifestazioni cliniche richiedono interventi diversificati, integrazione di diverse specialità, individuazione di percorsi terapeutici tanto certi quanto plastici. In esse appare alterata una funzione vitale di base, la nutrizione, e il cibo, primo tramite delle relazioni con il mondo dopo la nascita, appare desiderato e odiato, blandito e controllato, ma sempre oggetto di un interesse totalizzante. Nel momento del completamento del processo maturativo, la presenza di nuclei conflittuali irrisolti trova la sua riattualizzazione nella regressione della relazione d’oggetto e nella ripresentazione della fissazione alla madre fusionale. Daniel LYSEK Daniel Lysek (Neuchatel) Tracce di vita fetale nel lavoro psicoterapeutico Manuela Tartari (Torino) La fissazione intrauterina: utilità del concetto in psicoterapia Luigi Baldari (Messina) Strategie psicoterapeutiche nel lavoro con soggetti fissati alla fase fusionale intrauterina Gioia Marzi (Frosinone) Ascoltando l’anoressia: tra parole e molecole, una sfida per i servizi Manuela TARTARI Luigi BALDARI Gioia MARZI Neuchatel, Torino, Messina, Frosinone XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Disturbi di personalità e nuove dipendenze Conduttori M. Guarneri La relazione pedofila: tra “normalità” e patologia Il caso di un giovane pedofilo, seguito presso l’ambulatorio della clinica psichiatrica dell’Università di Palermo, ha costituito lo spunto per una breve esplorazione nel mondo complesso della perversione e della perversità pedofile, laddove appare evidente la dipendenza del soggetto dalla reiterazione di comportamenti sessuali in rapporto con peculiari relazioni oggettuali che sembrano rinviare a cruciali problematiche narcisistiche. Queste ultime, attraverso le modalità del «prendersi cura»/«essere oggetto di cure», perseguono – nella ritualizzata ripetizione della confusione originaria tra tenerezza accogliente e passionalità violenta – la disperata ricerca di un contenitore in grado di offrire consistenza e compattezza ad un sentimento estremamente fragile della propria esistenza. Daniele LA BARBERA Fabio di Pietra "Come tu mi vuoi". Relazioni a bassa soglia (di frustrazione) e nuovi aspetti delle difese. Il lavoro presentato si propone di indagare le declinazioni dell'area narcisistica e borderline nell'ambito delle nuove dipendenze, e le configurazioni psicopatologiche connesse alle applicazioni web 2.0. Prendendo spunto da un'esemplificazioni cliniche e filmiche ci si sofferma sulla dimensione identitaria "liquida", e sui meccanismi di scissione e di idealizzazione che trovano un ambito privilegiato nelle relazioni "schermate" e nella effimera labilità di "contatto" correlata al mezzo che rischia di perdere gli aspetti transizionali e preparatori e sostituirsi all'esperienza dei sensi e del pensiero. I “contatti” virtuali verranno posti a confronto con aspetti e modalità di contatto illustrati da spezzoni di pellicole di registi come Antonioni, Wenders, Kieslowskj. G. Pitti La Psicosessualità e le “soluzioni” perverse Le relazioni oggettuali perverse, presenti in talune forme di sex addiction, sembrano rinviare a cruciali problematiche narcisistiche che perseguono la disperata ricerca di un contenitore in grado di offrire consistenza e compattezza ad un sentimento estremamente fragile della propria esistenza. Le “creazioni neosessuali”, secondo la McDougall, rappresentano infatti un tentativo di soluzione infantile alla confusione e alla sofferenza mentale, un baluardo possibile contro il rischio di una catastrofe psichica (psicosi, esplosione psicosomatica). In questo senso, l’erotizzazione, se da un lato favorisce la scarica delle tensioni, dall’altro consente di mantenere nell’attività sessuale e a livello intrapsichico – seppure nelle forme condizionate dalla dipendenza e dalla coazione a ripetere – angosce ed impulsi altrimenti destinati ad essere evacuati e perduti. Maurizio GUARNERI Michel INGUGLIA Fabio DI PIETRA Gaetano PITTI Palermo, Agrigento XLI CONGRESSO NAZIONALE SOCIETĂ ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA Sezione della Società Italiana di Psichiatria 8-9-10 Giugno 2012 Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino) Seminario dedicato agli studenti del Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica della Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga: Psicoterapia e tecnica della riabilitazione psichiatrica: quale collocazione, quale ambito e quale strategia di intervento? C’era una volta il manicomio …non era un ospedale come gli altri e la finalità, derivata dalla psichiatria morale, era quella di sottoporre il ”matto” ad una sorta di rimodellamento della mente che favorisse un riadattamento alle norme sociali. A metà del secolo scorso era inverosimile pensare alla prevenzione e alla riabilitazione in psichiatria; la cultura della riabilitazione ha necessitato di molti sforzi per potersi affermare e potersi affrancare da una reputazione non sempre positiva all’interno dei servizi di salute mentale. Se la deistituzionalizzazione aveva il mandato di “affidare” i pazienti alla comunità, un compito ben più difficile e complesso spetta oggi alla riabilitazione psichiatrica, quello di aprire le porte della comunità e sostenere la persona nello sviluppo della propria autonomia, nel rispetto delle individuali aspettative, motivazioni e ambizioni. Gli ambiti della riabilitazione psichiatrica diventano, pertanto, sempre più estesi e con essi la richiesta di professionisti specifici. Da questo punto di vista il tecnico della riabilitazione psichiatrica rappresenta una risorsa preziosa all’interno dei servizi di salute mentale, nelle diverse articolazioni territoriali. Negli ultimi decenni numerosi sono i cambiamenti, non sempre tra di loro coerenti, avvenuti in campo politico, sociale, legislativo e la formazione rappresenta una grande opportunità, per l’Università e per il Servizio Sanitario Nazionale, di confronto, di scambio reciproco, di disponibilità a “lasciarsi contaminare”, per instaurare un forte raccordo con il mondo del lavoro e delle professioni, favorire percorsi flessibili e dinamici e tendere alla qualità che, ancora oggi, rappresenta una sfida difficile. Conduttori Daniela BOLELLI Adriana COLOMBO Roberta Margherita GIARETTO Rocco Luigi PICCI Gianpaolo PIERRI Antonella RINAUDO Interventi di: Alberto MERINI Giancarlo RIGON Daniele LA BARBERA Torino, Pisa, Bari, Bologna, Palermo