NUOVA METODOLOGIA DI SVILUPPO ALLA PROPRIOCEZIONE: LA SLACKLINE INDICE: PREFAZIONE CAPITOLO 1: cos'è la slackline? 1.1 Definizione e cenni storici 1.2 Localizzazione delle slacklines all'interno della classificazione degli sport 1.3 Classificazione delle slacklines: -trickline ed esempi di trick statici (buddha, kiss the line) dinamici (butt-bounce, chest-bounce, buddha-bounce) -rodeo -waterline -longline -highlines in rapporto con l'attivazione del sistema simpatico e secrezione adrenergica 1.4 Gli ancoraggi: -tensionamento: cricchetto, mandingo, paranco a mano e paranco a catena -detensionamento 1.5 L'avvicinamento alla slackline 1.6 Curiosità CAPITOLO 2: la propriocezione e l'equilibrio. 2.1 Definizione e rapporti -2.1.1 L'apparato vestibolare -utricolo -sacculo -tre canali semicircolari -2.1.2 Il sistema visivo -2.1.3 Il sistema propriocettivo muscolo-articolare; -fusi neuromuscolari -organi tendinei del Golgi -propriocettori articolari 1 CAPITOLO 3: vantaggi derivanti l'utilizzo della slackline 3.1 La muscolatura coinvolta: -3.1.1 Core Stability e analisi dei muscoli stabilizzatori maggiormente reclutati -3.1.2 I muscoli plantari 3.2 La posturologia: -3.2.1 Cosa è e cosa tratta -3.2.2Lla biomeccanica della camminata a terra e sulla slackline -3.2.3 La postura, in correlazione al controllo respiratorio, alla circolazione ematica alla dentatura CAPITOLO 4: l'utilizzo della slackline in disturbi di elaborazione sensoriale come le ADHD e ADD (iperattività infantile) 4.1 Cosa sono le ADHD? 4.2 I risultati delle ricerche 4.3 La fondamentale importanza dell'attività motoria durante la crescita evolutiva -CONCLUSIONE -RINGRAZIAMENTI 2 CAPITOLO 3: VANTAGGI NELL'UTILIZZO DELLA SLACKLINE L'attività sulla slackline, come abbiamo provato nei capitoli precedenti, è un grado di migliorare la propriocezione e l'equilibrio. Eppure soffermarsi solamente su questo aspetto sarebbe estremamente riduttivo; qui di seguito verranno esplicati ulteriori vantaggi che si possono trarre attraverso questo nuova pratica sportiva. Prima di esplicare i vantaggi che si prossono trarre dall'attività in questione è utile individuare la muscolatura coinvolta anche solo durante la camminata di base a partire dal Core Stability. 3.1LA MUSCOLATURA COINVOLTA: 3.1.1 CORE STABILITY Se la traduzione del termine di “Stability” appare immediata, quella di “Core” lo è sicuramente meno: Core è un termine inglese che significa “centro”, “cuore” (in senso figurato), “nocciolo”, inteso come nucleo. In ambito sportivo il Core, secondo la più recente definizione della NASM (National Academy of Sport Medicine) fa riferimento a una regione del corpo formata da due sistemi muscolari ovvero il sistema stabilizzatore (muscolatura locale) e il sistema di movimento (muscolatura globale). Erroneamente molti si riferiscono al Core come al solo gruppo dei muscoli addominali; in realtà le cose stanno diversamente. Il sistema stabilizzatore comprende i seguenti muscoli: trasverso dell’addome obliquo interno multifido (muscolo del dorso) trasverso spinale lombare. Il sistema di movimento è invece formato da: retto dell’addome obliquo esterno erettore spinale quadrato dei lombi adduttori quadricipite femorale ischio-crurali grande gluteo. 29 Grazie al Core Stability si ottiene la stabilizzazione del corpo durante i movimenti che esso compie. A seconda dei vari punti di vista possono essere inclusi altri gruppi muscolari quali, per esempio, il diaframma e il muscolo piriforme. Si deve infatti considerare che il diaframma è muscolo respiratorio più importante e quindi la sua funzione è fondamentale per fornire la necessaria stabilità a questo insieme di strutture muscolari. Core Stability: perché? Scopo degli esercizi di Core Stability è quello di consentire al soggetto un adeguato controllo motorio e, conseguentemente, mantenere una corretta postura del “Core”, il complesso muscolare pelvi-schiena-anche, una zona fondamentale per lo svolgimento delle attività sportive, ma anche di molte attività del vivere quotidiano. Il complesso Core riveste una notevole importanza sia ai fini dell’equilibrio statico sia ai fini di quello dinamico, operando sinergicamente con i muscoli degli arti inferiori. Gli autori ritengono che la debolezza del Core possa essere alla base di molti infortuni. Alcuni esempi. Secondo Kibler (2000) una muscolatura delle anche debole può essere causa di un’alterazione della posizione anche/tronco con conseguente rischio di infortunio alle ginocchia. Un’alterazione nelle attività dei muscoli del bacino è associata a un incremento del varismo dell’anca con conseguente incremento del valgismo del ginocchio nel corso delle ricadute da un salto o durante le manovre di squat. Un basso livello di Core Stability aumenta i rischi di lesione al crociato anteriore (LCA); una debolezza dei muscoli abduttori delle anche e i flessori contratti possono essere all’origine di dolori al ginocchio e di condromalacia rotulea. La debolezza dei muscoli rotatori esterni delle anche viene associata a un incremento del rischio di traumi alle ginocchia (Lloyd Ireland, 2004). Secondo molti autori quindi, un inadeguato livello di Core Stability, può condurre con il tempo a infortuni a vari livelli (lombalgie, pubalgie, problemi alle ginocchia, sindrome della bandelletta tibiale ecc.). È facile capire quindi che molti allenatori guardino alla Core Stability con un certo interesse ritenendolo non solo un metodo per migliorare la performance sportiva, ma anche, e soprattutto, per prevenire, nei limiti del possibile, gli infortuni associati inevitabilmente a ogni pratica sportiva 30 I singoli distretti del Core che vengono maggiormente stimolati durante la camminata sulla slackline sono: 3.1.2 MUSCOLI ISCHIOCRURALI Fascio muscolare facente parte della coscia posteriore. Questi muscoli sono: Bicipite femorale (capo lungo), nella parte laterale; Muscolo semitendinoso, nella parte mediale; Muscolo semimembranoso, nella parte mediale; Tutti i muscoli hanno in comune l'origine (tuberosità ischiatica), innervazione (nervo ischiatico o sciatico) e funzione. NB:Il capo breve del bicipite femorale non è considerato parte degli ischio-crurali essendo un fascio mono-articolare che non origina dalla tuberosità ischiatica. Analisi dei singoli distretti muscolari ischiocrurali: Muscolo Bicipite Femorale Il muscolo bicipite femorale occupa la regione posteriore e laterale della coscia ed è composto da due capi, uno lungo ed uno breve. Il capo lungo origina dalla parte superiore della tuberosità ischiatica con un capo comune al muscolo semitendinoso; Il capo breve origina dal terzo medio del labbro laterale della linea aspra del femore e dal setto intermuscolare laterale. I due capi convergono in un unico ventre che si inserisce sulla testa della fibula, sul condilo laterale della tibia e sulle parti contigue della faccia della gamba. Muscolo Semitendinoso Il muscolo semitendinoso è un muscolo superficiale situato nella parte postero mediale della coscia; è carnoso nella sua parte superiore e tendineo in quella inferiore. Distalmente unisce il suo tendine anteriormente con quello del sartorio e lateralmente con quello del gracile, costituendo la zampa d'oca superficiale. E' in rapporto con il grande gluteo e con la fascia femorale posteriormente, con il grande adduttore e il muscolo semimembranoso anteriormente. Con la sua azione flette ed intraruota la gamba (a ginocchio flesso); estende ed adduce la coscia. 31 Muscolo Semimembranoso Il muscolo semimembranoso è costituito nel suo terzo superiore da una larga lamina tendinea. E' posto in profondità rispetto al semitendinoso ed origina dalla tuberosità ischiatica ( lateralmente e prossimalmente all'origine del bicipite femorale e del semitendinoso ). Il suo tendine di origine si divide sotto il legamento collaterale tibiale in tre fasci che terminano su tibia e femore. La prima parte (discendente) si dirige in avanti per inserirsi sulla parte posteriore del condilo mediale della tibia. La seconda parte del tendine (ricorrente) risalendo verso il condilo laterale del femore forma il legamento popliteo. La terza parte (anteriore) si irradia nella parte anteriore del condilo mediale della tibia (tendine riflesso). Questa suddivisione in tre parti dell'inserzione può essere nominata zampa d'oca profonda. Il semimembranoso è un muscolo biarticolare che con la sua azione flette e intraruota la gamba, estende, intraruota e adduce la coscia. Nell'azione di corsa ha un ruolo ruolo di antagonista puro durante la parte finale della flessione della coscia sul bacino a busto flesso. La violenta contrazione eccentrica che si verifica in questa fase durante la corsa sottopone il semimembranoso ad un elevato rischio traumatico. Ovviamente lo sviluppo della pratica e l'effettuazione dei diversi trick innescherà l'intervento di diversi distretti muscolari oltre a quelli citati precedentemente. Oltre ai muscoli del Core è importante considerare l'azione dei MUSCOLI PLANTARI. La muscolatura podalica viene distinta in dorsale e plantare. quest'ultima, più attinente alla disciplina in questione, è ulteriormente suddivisa in: I Muscoli plantari mediali, tra cui: - muscolo abduttore e il suo antagonista muscolo adduttore dell’alluce, - muscolo flessore breve dell’alluce, I Muscoli plantari laterali, tra cui: - muscolo abduttore e muscolo opponente del 5° dito del piede, - muscolo flessore breve del 5° dito del piede, I Muscoli plantari intermedi, tra cui: - muscolo flessore breve delle dita del piede, - muscolo quadrato della pianta del piede, -muscoli lombricali e interossei. 32