PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA PRODUZIONI 2017-18 Macbeth Adagio Nureyev 1983 Butterfly Zelda Hamm-Let Atridi www.piccolamagnolia.it Piccola Compagnia della Magnolia La Piccola Compagnia della Magnolia compie dal 2004 una rigorosa e appassionata indagine a cavallo tra codici teatrali e ricerca, affrontando con sguardo contemporaneo il proprio fare teatro, riappropriandosi dei classici o sperimentando scritture originali, inseguendo una sintesi tra ricerca formale e densità emotiva, in un dialogo aperto e diretto con il Pubblico. Dal 2014, oltre all'attività principale di creazione e circuitazione dei propri spettacoli in Italia e all’estero, Magnolia si occupa di programmazione e formazione teatrale con il Progetto Teatro Abitato presso il Teatro Comunale di Avigliana, centro di creazione degli spettacoli della Compagnia. “La nostra ricerca, lunga e difficile ma appassionante, cerca di negare al Teatro certi approcci cinematografici che non gli appartengono, recuperando ciò che gli compete per convenzione: l’artificiosità di un momento rituale estraneo al quotidiano; un tempo “altro” in cui ci si riunisce – pubblico e attori – per cercare il vero nella finzione”. Giorgia Cerruti WWW.PICCOLAMAGNOLIA.IT CREAZIONE 2018 MACBETH Dall’opera di William Shakespeare e da Macbeth - After Shakespeare di Heiner Muller Elaborazione e regia Giorgia Cerruti Scenografia e luci Lucio Diana In scena Davide Giglio Cleonice Fecit Ersilia Lombardo dentro la mia Testa… Con questa nuova creazione la Compagnia continua il proprio percorso di scavo e manipolazione attorno ai classici. Torniamo all’amato Shakespeare che sempre ci induce a scoprire nuove frontiere nella nostra ricerca scenica. Macbeth oggi ci mette di fronte al libero arbitrio, alla necessità di guardarci dentro e accettare che siamo le nostre scelte. Macbeth sta nei desideri, nell’inconfessato, risiede in noi con la stessa impellente evidenza di un’esigenza materiale come il mangiare, il dormire. E bussa alla testa. Noi vogliamo guardarlo da vicino, grazie al lavoro di creazione dell’attore Davide Giglio - artista cofondatore della Compagnia - e di due attrici della scena contemporanea: Cleonice Fecit, che da tempo collabora con Magnolia, ed Ersilia Lombardo, che si avvicina per la prima volta alla nostra ricerca; entrambe accomunate da un percorso lavorativo e formativo di artigianato teatrale paziente e rigoroso. Con loro si cercherà di attraversare un’opera che solo a citarne il nome fa tremare di soggezione e terrore; eppure non ci sembra che il tratto principale di Macbeth sia il sangue che pur si sparge a fiumi, quanto piuttosto l’immaginazione. La stregoneria apparentemente anacronistica che pervade l’opera è intensità allucinatoria nella testa di Macbeth. L’opera dipende dall’orrore delle sue fantasticherie, una lacuna che si apre nella realtà. Con un gesto tremendo Shakespeare fa sì che noi siamo Macbeth, il quale lungi dall’essere un eroe cattivo soffre profondamente compiendo azioni malvagie. Tutti noi possediamo in misura minore o maggiore un’immaginazione prolettica; quella di Macbeth è assoluta. E ancora, al pari di molte coppie felici, lui e Lady M. sono profondamente innamorati l’uno dell’altra, e sono tutto fuorché due nemici, eppure in un attimo la loro parte migliore evapora. Ma noi non siamo interessati alla colpa, al problema morale, bensì all’esuberanza, alla sovrabbondanza di sangue ed energia, alle supreme implicazioni dell’immaginazione di ogni essere umano, all’universale sublime negativo, alla Passione sezionata in sé e per sé. Macbeth, come Achab con l’equipaggio del Pequod, è un distruttore del mondo. Leggendo e rileggendo l’opera se ne viene divorati: è il tempo che innesca questa sensazione, un tempo a scadere che tutti percepiamo. Ci sembra inestricabile nell’opera la distinzione tra morte, tempo e natura. Ecco, è questo che angoscia l’uomo contemporaneo. E ci identifichiamo con Macbeth perché anche noi abbiamo l’impressione di violare quotidianamente la nostra natura. La forza meravigliosa di quest’opera di Shakespeare sta nell’interiorizzazione radicale: Macbeth è il suo dramma più interiorizzato. Questa sensazione ci accompagna nell’urgenza di mettere in scena il nostro Macbeth, cercando di estrarvi una densità emotiva e un rigore formale cui sempre miriamo nei nostri lavori. CREAZIONE 2017 ADAGIO NUREYEV Progetto Bio_Grafie - 3° creazione Suggestioni da I Diari di Nijinsky, interviste confessioni e articoli di e su Nureyev, Gli Amori di Psiche e Cupido-Jean de la Fontaine Elaborazione Giorgia Cerruti e Davide Giglio Regia Giorgia Cerruti Scene-suono-luci Giorgia Cerruti In scena Davide Giglio 1 1 9 9 3 9 8 3 Con questo nuovo lavoro concludiamo il progetto Bio_Grafie avviatosi con ZELDA / Vita e Morte di Zelda Fitzgerald e proseguito con 1983 BUTTERFLY. Ancora una volta veniamo stregati da una persona che sublima in leggenda il proprio esistere, come se questa creatura “volante” affettuosamente chiamata Rudy fosse sospinta in linea verticale ascensionale ad un superamento del proprio esserci. Ci avviciniamo a Nureyev e immediatamente veniamo sopraffatti da un sommo senso di fatica, oltre i limiti, e non si tratta solo del più diretto nesso con la sua corporeità donata alle ferree leggi della danza classica; ci riferiamo anche e forse in maniera più commossa alla fatica di comporre le tessere della propria vita man mano che si dipana. Studiando l’eccezionale mole di materiale testuale e video dedicato al danzatore, ma ancor più ascoltando le sue parole e leggendo le sue confessioni, ci avviciniamo ad un uomo che ha costruito e accolto con coscienza altissima, metodo e ostinato rigore la propria traiettoria: Nureyev ha fatto accadere le cose, in un vortice di curiosità, fame insaziabile e ricerca della complessità, con una fede incrollabile nelle capacità terrene dell’uomo. Ci sembra che Nureyev contenga in sé la stessa ricchezza, maestosità e oscura caoticità della tomba che ne accoglie il corpo e che fu progettata dello scenografo Ezio Frigerio, il quale realizzò un kilim caucasico: un tipo di tappeto che il danzatore amava molto e che presenta venti tonalità di rosso e d'oro. Da questo tappeto partiremo concretamente, in quanto sarà l’unico preziosissimo elemento scenico che ospiterà il lavoro attoriale di Davide Giglio, artista e co-fondatore della Compagnia. Attraverseremo questa biografia con lo spirito e le parole di Nijinsky e dei suoi Diari che saranno elemento fondamentale nel lavoro di composizione dello spettacolo, il quale non racconterà una storia o una concatenazione come avvenne nelle precedenti Bio_Grafie, ma si costruirà per addizione di segni sonori, visivi, testuali, sempre tentando di condividere con lo spettatore un tempo liturgico, rituale. In scena un corpo-voce crudo e carnale, estremo e carismatico, che si lascia abitare senza infingimenti. La Compagnia si troverà a lavorare sul più grande danzatore del Novecento, forse di sempre: nessun contrasto in questo, sarà il teatro che - con i mezzi che gli sono propri - attraverserà una vita, un’arte, un’epoca. Per evocare Nureyev bisognerà sgonfiare la parola “miracolo”, pronunciarla senza enfasi o timori, per poi affermare che Rudy non riusciva ma fuoriusciva in tutto, Rudy è stato il fenomeno miracoloso della danza e a tratti anche del costume del Novecento. “Se rincorriamo solo la meta e non comprendiamo il pieno ed unico piacere di muoverci, non comprendiamo la profonda essenza della vita, dove il significato è nel suo divenire e non nell’apparire. Chi non conoscerà mai il piacere di entrare in una sala con delle sbarre di legno e degli specchi, chi smette perché non ottiene risultati, chi ha sempre bisogno di stimoli per amare o vivere, non è entrato nella profondità della vita, ed abbandonerà ogni qualvolta la vita non gli regalerà ciò che lui desidera. È la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa od essere ricambiati. “ Lettera alla danza, Rudolf Nureyev CREAZIONE 2016 1983 BUTTERFLY Progetto Bio_Grafie - 2° creazione In coproduzione con Festival delle Colline Torinesi – Creazione Contemporanea Drammaturgia Giorgia Cerruti, con la collaborazione di Bernard Boursicot Regia Giorgia Cerruti In scena Davide Giglio e Giorgia Cerruti Assistente alla regia Cleonice Fecit Luci - Video - Scene Lucio Diana Costumi Atelier Pcm, Gaia Paciello, sartoria Donato Parrucche Mario Audello Promo 1983 Butterfly un uomo che ha amato una donna creata da un uomo “Per avvicinarci al lavoro d o v r em o a bb a s s a re l a soglia della c osiddett a “sospensione dell'incredulità”. Lo spettacolo prosegue il tema caro alla Compagnia della mortalità dell’amore, intrecciando questioni di identità sessuale e accettazione, prendendo a prestito una nota storia di cronaca del XX secolo e aprendola verso orizzonti universali. La cronaca diventa qui una sorta di epopea classica. La menzogna, la dissimulazione, fanno parte di questa storia, quasi che lo sfondo fosse un romanzo di spionaggio e non una storia d’amore. Il soggetto originale è l’incredibile storia d’amore tra il diplomatico-spia bretone Bernard Boursicot (che vive da anni in una casa di riposo a Rennes e che ha collaborato con la Compagnia alla drammaturgia, condividendo ricordi e presenze dal passato) e l’artista d’ Opera cinese Shi Pei Pu. Una vicenda oscura, che ha sedotto pittori, scrittori e cineasti tra i quali Cronenberg che realizzò la pellicola M. Butterfly. La vicenda, che intreccia amore - politica - spionaggio - sessualità - identità di genere e che a tratti si congiunge all’opera di Puccini con inquietante accidentalità, ha attraversato vent’anni di storia tra Occidente e Oriente, culminando nel 1983 in un processo fiume che ha scandalizzato il mondo rivelando la parabola di un uomo che “ha amato per vent’anni una donna creata da un uomo”. Il teatro si interroga su questa vicenda, chiedendosi come può la "finzione" parlare di questi amori, all’epoca vietati, senza precipitare nel pathos, nel mero racconto biografico o in un naturalismo di cattivo gusto. Non è stato il richiamo dell’opera di Puccini a sollecitarci, bensì l’incompiutezza e l’ambigua ingenuità della storia umana della coppia che abbiamo tentato di affrancare dai limiti spazio/temporali delle fonti. Ora vogliamo raccontare il desiderio, così puro, perché è quello che ci rende vivi. La sera del debutto , il 17 giugno 2016 Bernard Boursicot era presente in sala. CREAZIONE 2014/15 ZELDA Vita e Morte di Zelda Fitzgerald Progetto Bio_Grafie - 1° creazione Drammaturgia Giorgia Cerruti Regia Davide Giglio e Giorgia Cerruti In scena Giorgia Cerruti Non voglio che tu mi veda diventare vecchia e brutta. Meglio sarebbe morire entrambi appena compiuti i trent’anni. Zelda Fitzgerald Promo Zelda Zelda Sayre Fitzgerald: artista eccentrica poliedrica, moglie dello scrittore Francis Scott Fitzgerald. Autrice nel 1932 del meraviglioso romanzo autobiografico “Lasciami l'ultimo valzer”. Morì all'età di quarantotto anni in circostanze oscure nell'incendio dell'ospedale psichiatrico in cui era ricoverata a causa della sua instabilità mentale dovuta ad una grave forma di schizofrenia. Una donna dagli atteggiamenti anticonvenzionali e spregiudicati considerata una proto-femminista. Zelda e Fitzgerald, uniti da una straziante e struggente storia d’amore, sono stati un'icona della nuova Età del jazz in America e successivamente sono diventati negli anni ’20 un modello per l’Europa, attraversata dalla coppia durante i lunghi ed estenuanti ricoveri di Zelda. Sull'ultimo giaciglio dell’artista, sola e convalescente per congestione d'idee in un letto di un oscuro ospedale psichiatrico della provincia americana, si ripropongono le parole di una Zelda già in attesa della morte otto anni dopo il compagno. E da sotto il lenzuolo vengono estratti come rigurgiti dell'anima i simboli di una vita: un pegno d'amore di Scott, carte, lettere, giornali, fotografie. Al pari della Winnie beckettiana, Zelda sopravvive in un atollo di detriti di vita, tenacemente spolverati per inseguire l’ombra di un’ipotetica felicità: entrambe metafora di un mondo che le ha partorite e che ora le inghiotte. E poco importa è che quel mondo sia specchio del banale o del sublime quotidiano: un solo brivido di felicità, qualunque esso sia, vale l’intero arco di un’esistenza. Con questo lavoro Piccola Compagnia della Magnolia approfondisce ulteriormente la propria ricerca teatrale nella sintesi tra ricerca formale e densità emotiva, affidando alla figura emblematica di Zelda la metafora di un’inesausta ricerca del sublime. Un lavoro intimo, poetico e vivo, avvolto da un nauseabondo odore di rose rosa. CREAZIONE 2014 ATRIDI Metamorfosi del Rito Progetto Il Viaggio degli Atridi In coproduzione con Europe&Cies/Festival Printemps d’Europe-Lyon e Festival Benevento Città Spettacolo Contributi da Hofmannsthal, Yourcenar, Eschilo, Maraini, Manfridi, Sartre, Pasolini Elaborazione e regia Giorgia Cerruti In scena Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Camilla Sandri, Ksenija Martonivic, Matteo Rocchi Audio - suono Carlo Girardi Luci Riccardo Polignieri Realizzazione scene e costumi Atelier Pcm - Gaia Paciello Con il contributo della Città di Torino e della Provincia di Torino e con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia, in collaborazione con Circuito Piemonte dal Vivo e in partenariato con Alliance Française. Promo Atridi Piccola Compagnia della Magnolia riporta il teatro alla sua natura rituale esplorando con sguardo contemporaneo il mito della dinastia greca di Agamennone. Atridi è una storia d’amore, grande quanto l’umanità. Lo spettacolo è un’indagine sulla mortalità dell’amore che attraversa i nodi fondamentali della dolente storia degli Atridi: il sacrificio di Ifigenia, l’omicidio di Agamennone per mano di Clitemnestra, l’odio custodito da Elettra, il desiderio di vendetta di Oreste. Con questo nuovo lavoro abbiamo voluto illuminare la trama dei rapporti familiari nell’attimo esatto in cui degenerano, collassano, trasformando la forza proficua dell’amore in passione incontrollata. Atridi si interroga sul limite che separa Eros dai legami di sangue. Ci pare che i fatti accaduti agli Atridi possano rivelare il dramma di tutti, con una temperatura vitale che allerta la coscienza personale e collettiva. Abbiamo scelto di immergere questa storia in atmosfere nitide e sospese in un cortocircuito di linguaggi e di tempi. Intensificando una personale ricerca teatrale sull’antinaturalismo, Magnolia prosegue anche qui l’indagine etica ed estetica sulla verità nella finzione, dichiarando una teatralità ostinatamente tesa a veicolare un senso attraverso l’emozione. “Quando entri da straniero in una famiglia, in un clan, percepisci sempre un magma di trascorsi, cose non dette, vissuti, silenzi rumorosi: così abbiamo attraversato la famiglia degli Atridi come degli intrusi, che mai sarebbero riusciti a percepire fino in fondo l’enorme massa di vita, passato, amore, dolore che li univa; proprio quel troppo così sfuggente ci ha affascinati e così ve lo restituiamo.“ Giorgia Cerruti CREAZIONE 2009 HAMM-LET Studio sulla Voracità Trilogia dell’Individuo - 1° creazione Da Shakespeare, Laforgue, Muller, Pasi, Moscato Musiche di Nyman, Armstrong, Morin, Transiberian Orchestra, Portishead, Rita Pavone, Mia Martini In scena Giorgia Cerruti , Federica Carra, Davide Giglio Elaborazione e regia Giorgia Cerruti Realizzazione scene e costumi Claudia Martore, Alessandro Di Blasi – Atelier PCM Disegno luci Riccardo Polignieri Effetti sonori G.u.p. Alcaro Spettacolo realizzato con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia, in collaborazione con Théâtre Durance / Scène Conventionnée (France) e Corte Ospitale di Rubiera. Promo Hamm-Let La tragedia shakespeariana del principe Amleto è la storia del Teatro per eccellenza, l’opera teatrale che più d’ogni altra è universalmente conosciuta. Tanti sono i problemi che si dibattono nell’Amleto: la politica, la violenza e la morale, l' incesto, la gelosia, la disputa tra pensiero e azione, il senso della vita; è una tragedia d’amore, una tragedia familiare, nazionale, filosofica, escatologica, metafisica, una grande carneficina, nonché uno sconvolgente studio psicologico. Non basterebbe una vita per lavorare su questo prezioso materiale! Noi abbiamo scelto un’angolazione precisa da cui esplorare Amleto: l’uomo Amleto e l’Amore. Con un obiettivo primario nella nostra ricerca: rendere il lavoro il più shakespeariano e al tempo stesso il più contemporaneo possibile, come suggerisce Jan Kott nel suo straordinario saggio “Shakespeare nostro contemporaneo”. E così nella nostra riscrittura Shakespeare si accompagna ad altri autori che a loro volta sono stati stregati dal principe danese giungendo a dedicargli pagine di rara intensità. Hamm-Let ….hamm….l’uomo da mangiare...e poi la mamma Gertrude - complice dell’assassinio del padre di Amleto e moglie del fratello del re defunto - e l’amata Ofelia che è troppo pura e fragile per questa vita; ad unire queste anime c’è il sentimento dell’Amore quando oscilla tra le pulsazioni dell’innamoramento e il vizio della possessione. Una madre ingombrante, l’agonia di chi è abbandonato, la gelosia bruciante e un uomoAmleto che è l’Umanità intera nella sua fragilità di esistere. Hamm-Let/Studio sulla Voracità diventa così uno spettacolo sull’ Amore quando l’Amore è cortese, spietato, vorace, quando è agli inizi e sembra per tutta la vita ma poi un tradimento arriva a negarne l’esistenza, quando l’Amore diventa sfrenata ed incestuosa lussuria, quando si ride d’amore e ci si sente immortali, quando Amleto è il frutto della Donna e dalla donna è divorato, quando non si dovrebbe mai parlare d’amore perché le parole tradiscono e l’intelletto cristallizza il nostro umano sentire in maniera ineluttabile. Piccola Compagnia della Magnolia Direzione Giorgia Cerruti Compagnia sostenuta dalla Regione Piemonte ai sensi della L.R. 68 – art.6 Sede legale Via Cenischia 50/7 – 10139 Torino Sede operativa Teatro Fassino, Via IV Novembre 19, Avigliana(To) C.F. e P.IVA 08857980018 CONTATTI www.piccolamagnolia.it +39 011 0446158 – +39 348 8442070 Organizzazione Alessandra Di Tommaso +39 3450968658 [email protected] Distribuzione per l’Italia e l’estero: Giulia Randone Cel. +39 333 1054547 [email protected] Distribuzione per la Francia: Christian Le Blanc PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA & COMPAGNIA PIPPO DELBONO Cel. +33 662 486 598 [email protected]