C ORRIERE DEL M EZZOGIORNO U M ARTEDÌ 13 N OVEMBRE 13 2007 LE SPETTACOLI La Fondazione Petruzzelli ritrova la sua «Norma» [email protected] DANZA E domani al Piccinni il Ballet Preljocaj In coproduzione con il Comunale di Bologna ritorna in vita l’allestimento di Tiezzi del 1991 Il debutto La prima bolognese nel 2008 con Daniela Dessì nel ruolo principale Debutterà il 29 aprile del 2008 al teatro Comunale di Bologna con protagonista Daniela Dessì, la Norma con la regia di Federico Tiezzi e le scene di Pierpaolo Bisleri (realizzate sui bozzetti del pittore Mario Schifano) che la sera del 26 ottobre di sedici anni fa andò in scena per l’ultima volta al Petruzzelli di Bari (nella foto in alto), vale a dire poche ore prima che il teatro bruciasse. Coprodotto dal Comunale bolognese con il Verdi di Trieste e la Fondazione Petruzzelli, quello stesso allestimento, ricostruito ad hoc, verrà con tutta probabilità riproposto nel Politeama barese nel corso del 2009. (f. maz.) «E’ vero - dice Vaccari -, il BARI — Morto nove anni fa, il pittore Mario Schifano è ricordo di Norma è legato alancora vivo nel ricordo dei l’incendio, una ferita non ribaresi per le scenografie di marginabile cui si riuscirà a Norma. Non un titolo qualun- dare appena un sollievo quando il teatro que. Con l’opera verrà restituito ai di Bellini si consuFu l’ultima opera baresi». Ma ci somò l’ultima rapno anche altre mopresentazione al in scena tivazioni all’origiPetruzzelli, poco nel «vecchio» ne dell’iniziativa, prima che nella nata da un’idea notte tra il 26 e il teatro. condivisa dalla 27 ottobre del Il pubblico Fondazione con 1991 il fuoco riducesse in cenere il la rivedrà nel nuovo Tiezzi e Marco Tutino, l’attuale socuore del teatro. vrintendente del Schifano aveva disegnato i bozzetti delle sce- Comunale di Bologna dove ne «blu Klein» firmate da Vaccari era da poco diventaPierpaolo Bisleri per il debut- to segretario artistico all’epoIl sovrintendente della Fondazione lirica Petruzzelli, Vaccari to nel teatro d’opera del regi- ca dell’incendio del Petruzsta Federico Tiezzi, che pre- zelli, teatro dal quale peralbarese. Tra l’altro l’edizione na di «Casta diva» disegnò sto tornerà con lo stesso spet- tro proveniva. «La verità è che abbiamo 2008 che debutterà a Bolo- una magnifica luna pop. Di tacolo di sedici anni fa nel Politeama ripristinato. Prima, sentito il dovere di ripropor- gna per poi arrivare a Bari sa- grande fascino anche le coloperò, lo presenterà al Comu- re quella Norma perché era rà arricchita con scene tratte ratissime querce realizzate nale di Bologna, dove la Nor- veramente bella», spiega il da altri bozzetti del pittore in varie versioni, i cui bozzetma ricostruita riapparirà per numero uno dell’ente lirico romano, che per l’aria nottur- ti originali, insieme a tutti gli altri, oggi sono custoditi da la prima volta nell’aprile Bisleri. 2008. Poi toccherà al Verdi di Ma Norma vuole anche rapTrieste. LE SCENE presentare il simbolo di una Sono i due teatri che copropiù forte politica delle coproducono l’intera operazione duzioni che la Fondazione incon la Fondazione Petruzzeltende perseguire «nel rispetli, che tra poco più di un anno to della normativa» non solo conta di poter finalmente su scala nazionale ma anche operare nel suo spazio natuinternazionale. L’ente lirico rale. «Ma non sarà Norma ad barese sta, infatti, già collainaugurare la lirica nel PeSarà il teatro Verdi di Trieste a occuparsi della borando con altri importanti truzzelli ricostruito», precisa ricostruzione pittorica dei bozzetti originali di Mario teatri per almeno altri due alil sovrintendente GiandomeSchifano sui quali Pierpaolo Bisleri realizzò sedici lestimenti, Iris di Mascagni e nico Vaccari. Il quale lascia anni fa le scene della Norma con la regia di Federico il Trovatore di Verdi, titoli intendere che l’allestimento Tiezzi, che fu anche l’ultimo spettacolo andato in che saranno in cartellone a sarà, comunque, in calendascena al Petruzzelli di Bari prima dell’incendio. I Bari nel teatro dove Norma rio nel 2009, non si sa ancora disegni di Schifano, che all’epoca furono riprodotti su ha rappresentato l’improvvibene se nel corso della prima fondali di 16 metri per 8, rivivranno sul palcoscenico so congedo di una città dal o della seconda stagione. Per del Politeama barese accanto ad altre scene ispirate suo più importante punto di Bari non si tratta solo di fare a bozzetti inediti del pittore romano. (f. maz.) riferimento culturale. i conti col passato, di chiudeFrancesco Mazzotta re una partita dolorosa. Gli originali di Mario Schifano saranno ricreati da Pierpaolo Bisleri Il brillante concerto del compositore barese presentato sabato scorso dall’Orchestra della Provincia L’Icaro di Minella sfida il jazz e la musica contemporanea BARI — E’ stata una serata molto particolare, quella di sabato a Villa Romanazzi Carducci. Suonava l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretta da Massimiliano Caporale sotto le luci da sala d’aspetto della Sala Europa, uno stanzone del tutto inadatto alla musica. Niente di cui stupirsi, questa è la triste normalità della vita musicale barese. Era invece il programma a essere decisamente particolare: tre proposte tra loro diverse, accomunate però dalla personalità dei solisti e da un comune richiamo al jazz. Prima proposta, 3/4, divagazioni intorno all’idea di valzer in forma di concerto per pianoforte e orchestra, scritto dalla jazzista americana Carla Bley negli anni Settanta per un solista d’eccezione come Keith Jarrett al quale infatti erano lasciate ampie parti improvvisate. A Bari il solista era Gianni Lenoci, del tutto a suo agio in una dimensione borderline tra jazz e musica contemporanea come quella proposta. E Lenoci ha fatto del suo meglio, traendo il massimo da uno strumento non ideale (e spesso soffocato dai pieni dell’orchestra), improvvisando con intelligenza e pertinenza. Ma il pezzo denuncia un po’ la sua età, molte parti rimandano a quel sapore acre ed espressionista, tra Kurt Weill (periodo tedesco) e Stravinsky, ricco di sberleffi e di forzature timbriche degli strumenti, che era di gran moda trenta-quarant’anni fa (non a caso, è una cifra tipica delle partiture del Frank Zappa di quegli anni). Riascoltato oggi, non rivela particolari motivi Il compositore Raffaele Minella, autore del concerto «Icarus’ (S)Wings» presentato sabato a Bari tata in pieno, con il tipico sched’interesse. Di tutt’altro respiro la com- ma tripartito attraversato peposizione di Raffaele Minella rò da una oscillazione più netche costituiva la seconda pro- ta tra due parti fondamentali posta della serata: Icarus’ (S) del pezzo e una sezione interWings, un gioco di parole dal media a fare da ponte. doppio significato («Le ali di Icaro» senOttime le prestazioni dei solisti za quella S tra parentesi, oppure «Icaro Roberto Ottaviano swinga», nel senso e Nando Di Modugno che suona con swing, oscillando ritmicacosì come quella di Gianni Lenoci mente alla maniera in «3/4» di Carla Bley dei jazzisti). Qui i solisti erano due, gli ottimi Roberto OttaviaIl non ancora quarantenne no al sax soprano e Nando Di Modugno alle chitarre: classi- Minella, insegnante di Eleca ed elettrica alternate, con menti di composizione al conampio uso di «trattamenti» servatorio di Bari, possiede elettronici e di loop ritmici pre- una scrittura colta e consapeparati dal compositore. E la vole, sa utilizzare tutte le risorforma del concerto era rispet- se e le profondità timbriche dell’orchestra, facendo sì che solisti ed ensemble non suonino per conto proprio ma sviluppino tra loro una dialettica serrata, imbricandosi fittamente. D’altronde Minella è una spugna, la sua curiosità gli permette di assorbire i molteplici stimoli della contemporaneità: il jazz, l’elettronica da club culture o da laptop music, il rock (al quale era abbondantemente ispirato il suo concerto per chitarra elettrica e orchestra di due anni fa, Sparkle), riutilizzandoli all’interno di un linguaggio di sintesi estremamente personale. Anche al di fuori dagli schemi ortodossi, perché un approccio più «analitico» alle sezioni dell’orchestra si alterna a pieni impetuo- si, lunghe frasi melodiche dall’arco amplissimo sviluppano lirismo e tensioni che restano nell’aria, a inquietare e sedurre, il ritmo oscilla e non si accontenta mai di scansioni lineari, la scrittura ingloba con naturalezza le sezioni improvvisate e le governa. Per di più, la sua musica così evidentemente «sperimentale» e non priva di asprezze, tecnicamente raffinata e complessa, piace anche a un pubblico di non iniziati perché si propone con eleganza, modernità e ricchezza di spunti. E ha infatti riscosso grandi e calorosi consensi anche sabato scorso. Infine, terza parte di serata, una sorta di concerto grosso per orchestra sinfonica e quartetto jazz, formato da Ottaviano al sax, Mirko Signorile al pianoforte, Marco Bardoscia al contrabbasso e Pippo D’Ambrosio alla batteria. In realtà, un esperimento sul genere «jazz with strings» caro alla tradizione americana. In programma celebri standard di Schwartz, Weill (quello del periodo americano, ovviamente), Van Heusen e Kern su arrangiamenti a dire il vero un po’ deboli e manierati di Mario Raja e Marco Tiso. E perfino la splendida Speak Low weilliana finiva per sembrare come diceva un maligno tra il pubblico - musica da hall di grand hotel, nonostante l’impegno e la bravura dei solisti: Ottaviano in primis, ma anche Signorile, che è pianista legato alla tradizione afroamericana riletta con moderna asciuttezza di gusto. Gli applausi finali erano soprattutto per loro. Fabrizio Versienti BARI — Create con la complicità di Fabrice Hyber per il Festival di danza di Montpellier nel 2005, Les quatre saisons di Angelin Preljocaj si presentano in tutta la loro potenza visiva e sonora al Piccinni di Bari, dove lo spettacolo è in programma domani sera (ore 21) per la Fondazione Petruzzelli nell’ambito della stagione 2007-2008. Per un’ora e mezza dodici ballerini del Ballet Preljocaj, la compagnia fondata nel 1996 dal coreografo francese di origini albanesi, portano in scena «le zone d’ombra e i segreti» ancora rintracciabili tra le celebri note delle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, che nell’interpretazione del violinista Giuliano Carmignola e della Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon accompagnano lo spettacolo per tutta la sua durata. Intorno ai movimenti dell’opera musicale del «prete rosso», Preljocaj riorganizza una gestualità «vitale ed essenziale» basata «sull’esplosione, l’esaltazione, la sospensione e la vibrazione». Elementi che traducono i tempi del ciclo vitale per poi indirizzare la creazione in tutt’altra direzione, a un punto tale che diventa difficile riconoscere quegli stessi parametri. Lo spettacolo è il frutto di un lungo percorso artistico che inizia a maturare negli anni Ottanta, quando Preljocaj - dopo un soggiorno a New York - entra nella compagnia di Quentin Roullier prima di cominciare a lavorare con il Centre National de Dance Contemporaine di Angers, allora diretto da Viola Farber. Preljocaj oggi vive e lavora a Aix-en-Proven«Les quatre saisons» ce e le sue creazioni fanno parte del repertorio di alcune tra le più prestigiose compagnie del mondo, dal New York City Ballet alla Staatsoper di Berlino, dal Ballet de l’Opéra National de Paris al Corpo di Ballo della Scala di Milano, per la quale due anni fa Preljocaj ha creato lo spettacolo La stravaganza all’interno di un trittico comprendente coreografie di Christopher Wheeldon e Jacopo Godani. Tra le commissioni più recenti anche quella di uno dei padri dell’avanguardia musicale, Karlheinz Stockhausen, che quest’anno gli ha chiesto di lavorare allo spettacolo Eldorado (Sonntags Abschied) partendo da una sua partitura inedita. Pagina lontana anni luce dalle Quattro stagioni vivaldiane. Quanto basta a far comprendere lo sguardo ad ampio raggio nelle scelte musicali di Preljocaj, coreografo di formazione classica e post-moderna che mai è inciampato nel terreno del formalismo sul quale si è mosso con grande agilità. F. Maz. INTERVISTE Federico Rizzo cerca precari per la sua nuova docu-fiction Passerà anche da Bari e da Brindisi la troupe di Fuga dal call center, guidata da Federico Rizzo. Dopo Milano, Roma e Bologna, il regista cerca infatti nuove testimonianze dei precari per il suo nuovo film, una docu-fiction, ovvero una storia inventata ma basata su elementi reali. L’appuntamento barese è per oggi e domani (ore 17 - 23) nella sede dell’associazione In Bocca al Luppolo (via De Gironda 18, info 338.347.56.39); quello brindisino è per giovedì 15 da Magilla Spettacoli (via Asinio Pollione), dalle ore 11 alle 20. CONCERTO SPECIALE Ron e l’Orchestra Toscana Jazz al Piccinni a dicembre Accompagnato dall’Orchestra Toscana Jazz, Ron tornerà in Puglia domenica 2 dicembre con uno spettacolo speciale in scena al Teatro Piccinni di Bari. Informazioni e prevendite al botteghino del teatro (corso Vittorio Emanuele), info 080.521.24.84. NUOVE USCITE Renzo Arbore presenta a Roma «Diciott’anni di canzoni napoletane» Questa mattina alle ore 12, al Teatro Sistina di Roma, Renzo Arbore incontra la stampa per festeggiare i diciotto anni dell’Orchestra Italiana , in occasione dell’uscita del cofanetto Diciottanni di... canzoni napoletane (... quelle belle) e per la presentazione degli spettacoli che terrà al Sistina dal 28 novembre al 2 dicembre. Il cofanetto - già in vendita da sabato scorso a 26 euro - contiene tre cd, per complessive quarantadue tracce audio, compresi sedici inediti.