RECENSIONI INDIVIDUALI DI “ALLARMI”
Lo spettacolo Allarmi è stato messo in scena per la prima volta nel
teatro delle Moline di Bologna. Lo spazio a disposizione è piuttosto
ridotto, diviso più o meno a metà tra palcoscenico e platea. La
scenografia è semplice così come gli oggetti utilizzati. Sul fondale,
costituito da un tendone rosso, spicca il simbolo inventato della
cellula terroristica protagonista dell'opera e nel corso dello
spettacolo compaiono una sedia e dei fucili, mentre sono sempre
presenti una grande videocamera e dei microfoni. Il testo,
un'originale creazione del drammaturgo Emanuele Aldrovandi, è
inscenato dalla compagnia “ErosAntEros” con la regia di Davide
Sacco. Gli attori protagonisti sono Agata Tomsic, Giusto Chucchiarini, Marco Cavicchioli, Luca
Mammoli e Massimo Scola. La storia racconta di Vittoria, una ragazza probabilmente indottrinata
da gruppi di estrema destra con cui è venuta a contatto su Internet, che immagina di organizzare
un attentato al presidente dell'unione europea, aiutata dai suoi compagni Ordine, Futuro e Assalto.
Lungo tutto il corso dello spettacolo vengono riprodotti vari brani musicali che creano
un'atmosfera molto suggestiva e adatta al dramma in corso. Le voci degli artisti sono amplificate o
addirittura attutite dai microfoni e gli effetti sonori danno l'illusione di uno spazio molto più ampio.
Durante lo spettacolo sono apparsi diversi costumi interessanti e stravaganti. Giacche con spalline
rigide, stivali con tacchi altissimi, passamontagna, una tunica e una maschera per la statua della
libertà, in bilico sui trampoli, un'uniforme da soldato nazista. La gestualità, volutamente esagerata,
permette agli attori di trasmettere le emozioni dei loro personaggi anche con il corpo, così da
mostrare rabbia, frustrazione, odio, disperazione, sensualità. Gli artisti hanno dato al copione una
rielaborazione molto personale. Andando a vedere lo spettacolo per la prima volta, mi aspettavo
un'interpretazione seria e cupa, invece la compagnia ha voluto inserire una sfumatura chiaramente
ironica e quasi ridicola in alcuni punti, una soluzione che ho personalmente apprezzato. I gesti, le
espressioni e soprattutto le intonazioni che gli attori hanno elaborato sono servite infatti a creare
un mondo surreale, dove si intrecciano realtà e sogno, passato e presente. Se dunque dovessi
suggerire delle chiavi di lettura per quest'opera, una sarebbe sicuramente quella comica, senza la
quale si perderebbe l'aspetto divertente dello spettacolo. Accanto a questa, tuttavia, inviterei a
una lettura più seria. Infatti i problemi che lo spettacolo affronta non riguardano solo la violenza,
l'intolleranza e il fanatismo, già di per sé molto importanti, ma anche l'isolamento, la solitudine, i
problemi di un mondo in cui tutti pensano allo stesso modo per seguire il “gregge” e nessuno ha
più una propria opinione o degli ideali per cui lottare. Penso che sia questo il tema principale
dell'opera, la necessità, soprattutto dei giovani, di cambiare questo mondo in cui tutto sembra
prestabilito, in cui sembra che ci sia giustizia solo per chi può comprarsela. Lo spettacolo quindi,
anche attraverso scene, tematiche e costumi non convenzionali, vuole scioccare il suo pubblico per
attirare la sua attenzione su realtà della nostra società che a molti appaiono indifferenti, ma che
possono costituire anche motivo di sofferenza.
Anna Maddalena Ricci
“Allarmi” è uno spettacolo ideato dalla compagnia
ErosAntEros, composta da Davide Sacco, regista dello
spettacolo, e Agata Tomsic, attrice protagonista.
La storia ruota intorno alla figura squilibrata e sensuale di
Vittoria, leader di un gruppo di estremisti che si prepara
per un attentato. Lo scopo è di lanciare il segnale a
numerose cellule dormienti e dare così il via alla
rivoluzione, ma allo stesso tempo anche di rendere eterno
il nome di Vittoria. Le scene si alternano tra quelle
ambientate nella buia cameretta della protagonista, dove lei si aliena ricurva sulla sedia navigando
su siti porno o di estrema destra, e quelle in cui organizza il colpo impartendo ordini, maestosa e
imperante, ai suoi scagnozzi. Al suo servizio ci sono Ordine, Futuro e Assalto, personaggi
fortemente caratterizzati e che rappresentano ognuno un diverso stereotipo. Qui lo sfondo è
ricoperto dagli enormi simboli del movimento, che richiamano, volutamente, la croce celtica. Il
sottofondo musicale diventa aggressivo e violento quando vengono espresse le posizioni più
estremiste, fondamenta dei loro ideali e spinta dietro alle loro azioni.
La natura bipolare e ambivalente della protagonista è resa palese dai suoi abiti contradditori, il
tono di voce mutevole, la postura e anche dal sapiente alternarsi delle luci. La narrazione degli
avvenimenti non è statica né lineare, poiché continuamente interrotta da intermezzi surreali e
spesso assurdi. Gli autori si pongono l’obiettivo, forse un po’ troppo ambizioso, di affrontare in
modo ironico e provocatorio numerosi temi politici, sociali e di attualità. A partire dall’isolamento
sociale e ‘delirio’ di onnipotenza dato da internet. Viene affrontato il tema del terrorismo, così
come quello della democrazia e della libertà di espressione, delle rivoluzioni e di come esse
partono.
La forma con cui vengono analizzate queste tematiche è fortemente sarcastica e leggera, ma
riesce, a suo modo, ad offrire punti di vista diversi riguardo a tematiche sulle quali, di norma, si
concorda all’unanimità.
Lo spettacolo raggiunge lo scopo di provocare una reazione nel pubblico, che sia anche solo di
indignazione. Ma se da una parte, certamente non lascia indifferente lo spettatore, dall’altra non in
tutti i momenti è capace di stimolare una reale e più profonda riflessione in chi guarda.
Maria Corvaglia
“Allarmi” è l’ultimo spettacolo prodotto dalla compagnia ErosAntEros,
ideato dal regista Davide Sacco e Agata Tomsic, la quale vi partecipa
anche nelle vesti di attrice insieme a Marco Cavicchioli, Giusto
Cucchiarini, Luca Mammoli, Massimo Scola. Il testo, nato dalla
collaborazione con il drammaturgo Emanuele Aldrovandi, narra le
vicende di un gruppo di estremisti che vuole ribaltare con la violenza il
sistema europeo: la protagonista Vittoria insieme a tre singolari
personaggi, Futuro, Assalto e Ordine, ciascuno con una propria
caratterizzazione ben definita, e arruolati attraverso la rete, sta organizzando nella sua cameretta
un attentato al presidente dell’Unione Europea, nel giorno in cui quest’ultimo dovrà presentare lo
spettacolo stesso “Allarmi”. L’azione principale non si svolge su un tempo lineare, bensì su diversi
livelli (passato, presente e futuro) che continuamente si intrecciano. Essa è inoltre interrotta da tre
intermezzi fra due personaggi sempre diversi e opposti, finalizzati a fare riflettere lo spettatore,
oltre che a farlo sorridere attraverso l’ironia di cui sono velati.
La scenografia principale è costituita da quattro microfoni agli angoli del palcoscenico, una
telecamera e due pannelli sui quali talvolta proiettate delle immagini. Nel corso dello spettacolo
dagli stessi attori vengono introdotti altri oggetti, per giungere al termine del quale sul
palcoscenico sono presenti tutti quegli elementi scenici che generalmente rimangono dietro le
quinte (cambi di abbigliamento, oggetti non appartenenti direttamente alla scena corrente, ecc.).
Gli attori-performer interpretano molteplici ruoli, attraverso un gioco di scambi repentini,
oltrepassando il confine tra i vari piani del racconto.
La drammaturgia, per risultare incisiva e provocatoria, è spinta quasi all’eccesso. Frequentemente i
movimenti sono forti e talvolta causano imbarazzo nello spettatore; attraverso sia il tono di voce
sia i suoi movimenti ciascun personaggio rispecchia uno stereotipo. Rispetto al testo scritto la
messa in scena pare ampiamente reinterpretata, con un occhio fisso sulla provocazione che vuole
lanciare al pubblico. Quest’ultima, infatti, è la finalità dell’intero spettacolo, che si palesa nel
discorso di Capelli Bianchi (il presidente dell’UE); in esso egli afferma che la funzione del teatro e
dell’arte in generale debba essere proprio questa: essere sovversiva, mettere in dubbio, scardinare
le convenzioni, ribaltare il punto di vista, esplorare i nodi dolenti della società contemporanea, ed è
questo che sono chiamati a fare gli artisti, che egli definisce “la vera anima critica della nostra
società”.
Proprio per questo motivo lo spettacolo trova riscontri concreti nell’attualità su diversi piani: un
piano socio-politico legato al tema del terrorismo, e uno culturale, poiché mette in luce uno degli
obiettivi più importanti affidati al teatro, quello di mettere alla prova il pubblico e lanciare un seme
di riflessione sulla vita quotidiana.
Francesca Gentile
Lo spettacolo “allarmi!” è stato prodotto dalla compagnia “Eros Anteros” con la collaborazione di
“E.R.T.”, Emilia Romagna Teatro Fondazione, e di Emanuele Aldrovandi, drammaturgo e autore del
copione. Lo spettacolo è stato diretto dal regista Davide Sacco, cofondatore della compagnia
insieme a Agata Tomsic.
I temi trattati sono il neofascismo e il desiderio di diventare importanti, infatti la protagonista,
Vittoria, è una ragazza sola che rimane sempre rinchiusa in camera sua, per stare al computer.
Lo spettacolo è diviso in quattro parti, separate da tre intermezzi in cui prendono parola
rispettivamente Hitler e la Statua della Libertà, Erostrato e uno psicologo, Gesù e Ponzio Pilato.
Appena entrati in teatro Vittoria sarà presente sul palco come per aspettare il pubblico e farà un
discorso su una rivoluzione e su come sia stata compiuta. Vengono poi introdotti i personaggi
principali: Vittoria, Assalto, Ordine e Futuro; Assalto è il neofascista stereotipato che vuole
picchiare gli immigrati, Ordine è lo schiavo sessuale di Vittoria e Futuro, probabilmente il più
pericoloso fra tutti, è uno studente laureato senza un “futuro” in cui lo spettatore potrebbe
immedesimarsi più facilmente.
Lo scopo di questi quattro personaggi è quello di fare un attentato al presidente dell’Unione
Europea trasmettendolo in diretta streaming, dopo un addestramento militare ed una scena di
sesso sadomaso, forse eccessiva, ma compatibile con la caratterizzazione psicologica di Vittoria e il
suo desiderio di “dominare”.
Gli strumenti di scena sono pochi, vengono usati un microfono, quattro microfoni fissi, una
poltrona, delle riproduzioni di fucili mitragliatori e dei passamontagna. Il microfono è utilizzato solo
da Vittoria ed è il simbolo del suo potere. I cambi di scena diventano sempre più visibili fino ad
arrivare al punto in cui gli attori si cambiano i costumi in scena.
Si crea così la rottura della magia teatrale e sovrappone i piani di realtà e finzione, sogno e lucidità
di Vittoria, che potrebbe aver fatto realmente la rivoluzione, potrebbe aver ucciso il padre, che
interpreta la sua coscienza e il presidente, o potrebbe aver semplicemente sognato tutto, come
uno sfogo della sua personalità, troppo debole per esprimersi in altri modi.
Lo spettacolo mi ha colpito sia in maniera positiva ma anche negativa, infatti visto che non sono
abituato a vedere uno spettacolo di teatro contemporaneo, il cui scopo è quello di scioccare o far
riflettere su temi importanti con una certa aggressività, penso che abbia raggiunto il suo scopo.
Dall’incontro con il drammaturgo mi ero immaginato però uno spettacolo più serio rispetto a
quello che ho visto, dove vengono inseriti molti elementi parodistici sui neofascisti. L’idea della
sovrapposizione della realtà con la finzione mi è piaciuta molto. Credo infatti che le intenzioni
della compagnia fossero buone, ma forse si è preteso troppo e, senza un confronto o senza un
percorso di formazione, molte sfumature dello spettacolo vengono perse.
Alessandro Bruni
Lo spettacolo, rappresentato in anteprima il 26 Aprile al teatro delle
Moline, è stato realizzato dalla compagnia ‘Eros Anteros’. ‘Allarmi’,
secondo quanto afferma il drammaturgo Emanuele Aldrovandi, vuole
fornire lo spunto per la riflessione sul tema del neofascismo e del
neonazismo.
Il teatro delle Moline è di dimensioni ridotte e il pubblico è disposto
frontalmente alla scena su poche file. Lo spettacolo è dinamico; la
scenografia è molto semplice e gli oggetti in scena sono pochi: alcuni
microfoni, una sedia e poco altro. ‘Allarmi’ narra le vicissitudini di un gruppo di estremisti che vuole
sovvertire il potere costituito con la violenza: diffonde le proprie idee e recluta membri attraverso
internet. Nella sua cameretta, un leader molto particolare ordisce un piano per fissare il proprio
nome nella storia. Il testo nasce da un’idea di Emanuele Aldrovandi, ma gli attori parlano poi di una
collaborazione ‘a quattro mani’ con il drammaturgo per apportare modifiche al copione e renderlo
più conforme alle loro necessità. Le musiche sono registrate e richiamano quelle naziste;
l’illuminazione è fortemente presente, ci sono due schermi video che contribuiscono a enfatizzare
alcune scene. I costumi non sono particolarmente elaborati. Gli attori in scena sono cinque, tre dei
quali interpretano più ruoli. La protagonista, Agata Tomsic, fa parte della compagnia ‘Eros Anteros’,
mentre Marco Cavicchioli, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli e Massimo Scola sono stati scelti per
interpretare gli altri personaggi.
La gestualità è accentuata e serve a delineare la psicologia dei personaggi. Anche l’utilizzo della
voce è particolarmente studiato, soprattutto nella protagonista. Il succedersi delle scene non
sempre è chiaro, perché frequenti sono i salti temporali. L’interpretazione globale degli attori è
buona: sono stati in grado di tratteggiare efficacemente le caratteristiche dei loro personaggi. I
nomi rappresentano concetti astratti: Vittoria, Assalto, Ordine e Futuro. Vittoria è la mente che
organizza la rivoluzione, è esuberante, carismatica, e sembra disposta a tutto per raggiungere il suo
obiettivo; Assalto è lo stereotipo dell’estremista che non pensa alle conseguenze dei gesti; Ordine è
sottomesso al volere della protagonista e parla solo quando viene interpellato da lei; infine Futuro
rappresenta chi ha studiato ed ha una cultura ma che non è riuscito ad affermarsi nella società
come avrebbe voluto. Numerose potrebbero essere le chiavi di lettura: si può considerare la storia
come frutto dell’immaginazione della protagonista o è possibile soffermarsi sul ruolo di internet
nel formare ideologie e opinioni, altrimenti si può considerare il tema dell’isolamento e le sue
conseguenze.
Lo spettacolo tratta il delicato tema del terrorismo che oggigiorno è molto attuale, negli ultimi
mesi in Europa sono cresciute le preoccupazioni in particolare verso gli estremisti islamici, in
seguito agli attentati sul suolo francese e belga. Pertanto le tematiche che emergono da ‘Allarmi’
possono permettere un paragone con questo mondo che ci può sembrare molto distante quando
in realtà è molto più vicino di quanto non si pensi.
Alessandro Mingozzi.
Lo spettacolo “Allarmi”, messo in scena dalla compagnia
ErosAntEros, scritto dal drammaturgo Emanuele Aldrovandi, è
ambientato nei nostri giorni e vede come protagonista una giovane
donna di nome Vittoria, particolarmente ossessionata dal mondo di
estrema destra e dal neonazismo.
La trama non è chiaramente definita, ma si presta ad
un’interpretazione molto libera da parte dello spettatore. Durante
lo svolgimento dello spettacolo, si alternano sulla scena momenti
della vita reale di Vittoria che fanno trasparire tutti i sui dubbi e le
incertezze e momenti in cui la protagonista insieme ai suoi “alleati”,
Assalto, Futuro e Ordine, immagina di organizzare e compiere un colpo di stato.
Tra i personaggi compare anche il padre di Vittoria, uomo caratterizzato da uno spiccato senso
della democrazia e come tale cerca di allontanare e distogliere la figlia dal folle mondo
dell’estremismo neo nazista. Gli attori in scena sono cinque.
I cambi di costume in piena scena, sono funzionali allo svolgersi dello spettacolo ed enfatizzano
curiose divergenze tra la democrazia, la dittatura e le idee rivoluzionarie.
La scenografia pur essendo semplice ed essenziale, realizzata con pochi arredi ed
apparentemente minimale, in realtà “riempie” ugualmente la scena e risulta essere quindi
perfettamente idonea allo spettacolo, completandolo in maniera perfetta. La scelta delle musiche
è stata particolarmente curata e le stesse scandiscono l’evolversi dello spettacolo alternando
atmosfere “aggressive” e fredde. Un ruolo importante è svolto dai tanti giochi di luce che
sottolineano momenti “cupi” dello spettacolo, caratterizzati da tonalità più scure della luce.
Gli attori recitano perfettamente i loro ruoli, benché in parte stereotipati in maniera quasi plautina;
la regia è, a mio avviso, forse troppo ambiziosa per la poca esperienza. Il sottile equilibrio fra la
platea e la scena è studiato in modo tale da mescolarli con il chiaro scopo di renderli un tutt’uno
con la scenografia.
Anche il linguaggio utilizzato dagli attori si presenta molto incisivo e alle volte rude, così come il
messaggio presentato anche in maniera quasi tragicomica (come in un film di Charlie Chaplin) che
l’autore e gli attori vogliono trasmettere, ovvero cercare di dissociarsi dai social network i quali
riescono a estraniarci dalla vita reale soggiogandoci con idee pericolose.
Carlo Fedele
Ideazione: Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros
Testo: Emanuele Aldrovandi
Regia: Davide Sacco
Con Marco Cavicchioli, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli, Massimo Scola,
Agata Tomsic
Vittoria, Futuro, Assalto ed Ordine sono i nomi dei quattro che pianificano
un attentato di stampo neofascista al presidente dell’Unione Europea, qui
in città per presentare la prima di uno spettacolo d’avanguardia. Queste le
premesse di Allarmi!, frutto della collaborazione fra il drammaturgo
Emanuele Aldrovandi e la compagnia ErosAntEros, composta da Davide
Sacco, regista, ed Agata Tomsic, interprete di Vittoria.
Il comparto tecnico dello spettacolo è senz’altro forte e ben curato: le luci studiate quasi per ogni
singola scena e le musiche, fortemente percussive e marziali, che accompagnano lo svolgersi di
determinati segmenti dello spettacolo senz’altro colpiscono lo spettatore molto direttamente; è in
scena una telecamera che proietta su due schermi immagini prese live alternandole a video
preregistrati e trattati con effetti.
Lo spazio scenico in cui si è svolta l’anteprima, il Teatro Delle Moline, metteva a diretto contatto
pubblico e palco, creando un effetto avvolgente e servendo – più o meno volontariamente –
l’obiettivo del regista di giocare coi diversi piani della realtà, esponendo sempre di più la “macchina
scenica” dietro le quinte: appendiabiti e costumi abbandonati in piena vista, il fondale crollato a
fine spettacolo…
Purtroppo, però, i lati completamente positivi cominciano ad esaurirsi qui: la recitazione, ben
studiata e pianificata al millesimo, risulta comunque forzata e petulante in certi personaggi – ad
esempio, Vittoria. Alcune scene, inoltre, potevano essere estese – o comunque potevano esserne
conservati certi spunti – ed altre invece accorciate o eliminate del tutto. In certe situazioni, infatti,
la volontà di colpire il pubblico con immagini pregnanti e forti sfocia nel ridicolo, lasciando lo
spettatore con un grande imbarazzo in corpo. Infine, la pretesa dello spettacolo di restare super
partes rispetto al problema centrale del neofascismo pare spesso perdersi tra le parole dei
personaggi.
È comunque utile sottolineare le interessanti idee poste dai tre intermezzi filosofici nel corso del
copione, nei quali i personaggi in scena pongono agli astanti quesiti sul paradosso della democrazia
– “tutti sono uguali, tranne gli antidemocratici” – o su dove inizi la follia e finisca l’eroismo in atti
estremi come la rivoluzione o l’immolazione della propria stessa vita ad una causa superiore (è il
caso dell’ultimo dialogo, a ridosso della fine dello spettacolo, fra Ponzio Pilato e Gesù Cristo
prossimo alla crocifissione). Ma questo non è abbastanza per stabilizzare uno spettacolo che si
regge a malapena sotto il peso delle proprie ambizioni.
Stefano Di Maddalena
“Allarmi”, scritto dal drammaturgo Emanuele Aldrovandi, è uno
spettacolo diretto e interpretato dalla compagnia ErosAntEros in
collaborazione con Giusto Cucchiarini, Marco Cavicchioli, Luca
Mammoli e Massimiliano Scola.
“Allarmi” narra la storia di quattro giovani estremisti di destra che
hanno scelto di imbattersi in qualcosa di più grande di loro: un
attentato terrorista al presidente dell’Unione europea. La leader
del gruppo è Vittoria e probabilmente tutto ciò che avviene
durante lo spettacolo è frutto della sua fantasia; lei è in realtà molto debole e lo dimostra nei
colloqui con il padre, pur cercando di apparire come una ragazza “dura” che ha la piena
consapevolezza di ciò che sta facendo. Per mascherare la sua debolezza e sembrare più autoritaria
l’attrice forza molto la sua voce che, forse per volontà del regista, appare addirittura fastidiosa. Gli
altri membri del gruppo di terroristi sono tre ragazzi davvero molto stereotipati: Futuro, l’unico che
ha studiato e compie l’attentato, perché crede davvero nei suoi principi; Assalto il più estremista e
Ordine il più enigmatico dei tre e schiavo di Vittoria.
Lo scorrere della storia è spesso spezzato da scene che apparentemente potrebbero non essere
capite e creare confusione nello spettatore ma che racchiudono in se concetti importanti e
profondi; un esempio è il colloquio tra un punto di vista (rappresentato da Hitler) e la democrazia
(la statua della libertà).
Le musiche e le luci sono molto appropriate, infatti rispecchiano la violenza e il turbamento con cui
i terroristi agiscono. Non ho particolarmente apprezzato i cambi di costume in scena che,
nonostante fossero voluti dal regista proprio per creare disordine sul palco, risultavano un po’ un
espediente per guadagnare qualche minuto in più. Il linguaggio utilizzato dagli attori è colloquiale
ma allo stesso tempo “forte”, adatto allo spettacolo e a ciò che tratta.
“Allarmi” rispecchia molto una realtà attuale infatti Vittoria nelle sue scelte estreme è influenzata
da internet, mezzo dal quale non riesce a separarsi e che la emargina dal mondo attorno a lei.
Francesca Lena
“Allarmi” è uno spettacolo teatrale scritto da Emanuele Aldrovandi,
prodotto da ERT e messo in scena da ErosAntEros, con la regia di
Davide Sacco, il 26 Aprile 2016 al Teatro delle Moline di Bologna, in cui
è rimasto fino al 29 Aprile, come anteprima della messa in scena
all’Arena del Sole, che avrà inizio il 5 Ottobre 2016. Il tema trattato è la
diffusione del neofascismo, soprattutto mediante i siti internet che
promuovono idee estremiste, e la trama descrive una dimensione
onirica/futuristica in cui Vittoria, la protagonista, una ragazza
socialmente isolata, si immagina leader di un partito di estrema destra
che ha preso il potere con un colpo di stato, e si ha una continua
alternanza tra le varie dimensioni, quella mentale e quella temporale.
Le ridotte dimensioni del Teatro delle Moline sicuramente non hanno
aiutato le idee innovative di ErosAntEros, che volutamente
“abbandona” gli oggetti scenici sul palco, al fine di dare al pubblico la
consapevolezza di trovarsi in una situazione fittizia e caotica, in cui oggetti e costumi sono parte
integrante del disordine e aiutano a creare un’idea di disfatta generale, che va di pari passo con la
trama. Le poche luci creano un’atmosfera cupa per lo più coerente con la trama, mentre le
musiche, che in alcuni casi riprendono bene il tema, in certe scene si rendono esagerate, così come
il sistema video, che prevalentemente però è ben utilizzato e va sicuramente considerato come
uno degli aspetti meglio gestiti dal regista.
La compagnia è formata da cinque attori, dei quali la star indiscussa è Agata Tomsic, che
caratterizza molto il personaggio di Vittoria, forse anche troppo, recitando per lo più volutamente
con una cantilena esagerata, che risulta fastidiosa e alla lunga irritante. Alla Tomsic si affiancano
quattro attori maschi, di cui tre, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli e Massimo Scola, interpretano
la parte dei compagni di Vittoria, rispettivamente nei ruoli di Futuro, Assalto e Ordine, mentre il più
esperto Marco Cavicchioli affronta un range di tre personaggi, il padre di Vittoria, la Talpa e Capelli
Bianchi, che risultano essere tre aspetti caratteriali del personaggio che dovrebbe essere davvero
alla guida. Da segnalare inoltre tre intermezzi degni di nota, rappresentati da Scola e Mammoli,
volti a stravolgere il pensiero stereotipato del pubblico con dialoghi molto interessanti, e c’è da dire
che l’ottima perfomance dei due attori rende queste tre scene davvero godibili e ottimi spunti di
riflessione.
Nonostante però il copione sia molto interessante e dimostri una certa imparzialità dal punto di
vista politico, questo viene largamente reinterpretato dal regista, che dal testo super partes del
drammaturgo passa a una goffa ed esagerata presa di posizione, che più che parodica si rende
ridicola a tal punto da rendere poco credibili e sostenibili le idee della compagnia. Nel complesso è
quindi uno spettacolo che ha delle ottime potenzialità ma che sicuramente neccessita di rivedere
qualche parte e qualche miglioramento, che ci auguriamo ErosAntEros applichi da qui a Ottobre.
Francesco Olivo
“Allarmi” è uno spettacolo tratto dal testo originale del
drammaturgo Emanuele Aldrovandi, che è stato presentato il
26 Aprile 2016 in anteprima al teatro delle Moline a Bologna
dalla compagnia “ErosAntEros”. Lo spettacolo tratta di un
gruppo di neofascisti che tramano un attentato in diretta
streaming. La scena dispone di poco spazio ed è fissa, con il
pubblico frontale disposto su tre file, mentre le luci variano
molto in base alle diverse scene. Gli oggetti di scena sono
semplici e minimali tra i quali una telecamera, usata varie
volte dagli attori che proietta le immagini su due schermi
laterali, una sedia, varie armi e microfoni anch’essi spostati
spesso dagli attori. L’ambientazione nella quale si svolge la
vicenda, per la maggior parte, non è specificata, eccetto per
alcune scene, che si svolgono a casa della protagonista. Vi
sono cinque attori con costumi estremamente semplici che
variano poco nel corso della storia, ad eccezione della protagonista Vittoria che quando è con il
padre veste una felpa e dei pantaloni neri semplici, mentre quando è con gli altri del gruppo
presenta abiti più esuberanti e vistosi. Avendo avuto l’opportunità di assistere alle prove dello
spettacolo, abbiamo avuto modo di osservare come gli attori ed il regista lavorino sulla
drammaturgia gestuale, ad esempio nel dialogo tra Pilato e Cristo, verso la fine dello spettacolo, i
gesti di Cristo erano stati ampiamente studiati e infatti, secondo me, la coerenza globale dei gesti
dei personaggi in scena è risultata molto curata. Un altro aspetto interessante è il modo in cui
Agata Tomsic, l’attrice principale, ha creato la voce di Vittoria, caricandola moltissimo e rendendola
quasi fastidiosa e surreale. Grazie a questo, l’attrice è riuscita a dare colore e dimensione al
personaggio e l’ha reso, così, unico. Il linguaggio dei personaggi è molto semplice, soprattutto nel
caso dei personaggi “Assalto” e “Ordine”, che non hanno proseguito negli studi, al contrario di
“Futuro”, che invece è in grado, grazie alle sue competenze, di fare svariati ragionamenti durante lo
spettacolo che creano tantissimi dubbi al pubblico perché spesso si trova d’accordo con i suoi
discorsi. Quest’ultimo è, secondo me, uno degli aspetti più importanti e una possibile chiave di
lettura della storia: non sempre “il cattivo” di una vicenda ha torto in tutto ciò che pensa e fa, anzi
spesso i motivi che lo spingono a comportarsi in una determinata maniera sono validi. Non so però
se questo importante messaggio, senza l’incontro con il drammaturgo e la lettura di alcuni dialoghi
del testo, sarei riuscita a coglierlo dalla sola visione dello spettacolo. A mio parere, infatti, non è
stato enfatizzato questo aspetto nella rappresentazione, ma piuttosto è stata sottolineata la mente
malata e influenzata da internet della protagonista, un altro importante aspetto ma non tanto
quanto quello precedentemente citato, che mi sarebbe piaciuto notare in modo più marcato.
Irene Casalini
“Allarmi!” è uno spettacolo di teatro alternativo nato da un’idea di Davide Sacco e Agata Tomsic e
scritto da Emanuele Aldrovandi, in anteprima lo scorso aprile, debutterà all’Arena Del Sole a
ottobre.
La “prima” si è svolta nei ristretti spazi del “Teatro” (più simile a uno scantinato in realtà) Delle
Moline davanti a un attonito pubblico di circa una trentina di persone, stipato alla buona su una
panca e qualche sedia. Il palco, delle stesse dimensioni della platea, termina con un classico sipario
rosso. L’illuminazione è per tutta la durata, circa un’ora e mezza, debole (anche a causa delle pareti
dipinte di nero).
In accordo con il carattere minimalista dello spettacolo, la scenografia è quasi del tutto assente
tranne che per la presenza di due monitor sospesi, su cui vengono proiettate in tempo reale alcune
scene dello spettacolo stesso, e un simbolo che richiama una svastica, anch’esso appeso, e per la
sporadica comparsa di una sedia. Anche gli oggetti di scena sono pochi: un paio di mitragliatori,
una pistola e un coltello. I costumi sono rudimentali e poco ricercati e i cambi d’abito non
avvengono dietro le quinte ma sul palco.
Narra le vicende di un gruppo di estremisti di destra capeggiati da Vittoria, giovane leader che dalla
sua cameretta, in quello che sembrerebbe un sogno, si immagina la sua ascesa al potere e
l’attentato a un fantomatico presidente dell’Unione Europea. L’ambientazione è quindi
indeterminata, a cavallo tra realtà e immaginazione, con intermezzi dialogati tra grandi personaggi
del passato e tra figure metaforiche (come la coscienza della protagonista, impersonata da una
talpa).
Questo controverso spettacolo, che vuole essere provocatorio e di invito a una riflessione politica,
non centra praticamente mai il suo intento ma risulta più di una volta semplicemente sgradevole. I
neofascisti, che dovrebbero essere i protagonisti, proprio perché le loro idee vengano esposte e
discusse senza pregiudizi dagli spettatori, sono stereotipati e macchiettistici all’eccesso (a
cominciare da Vittoria che si sforza di parlare dall'inizio alla fine con un tono di voce tanto ridicolo
da creare imbarazzo negli astanti). Viene dato così al tutto un tono da commedia dalla dubbia
comicità e, invece che super partes, dal chiarissimo orientamento politico. Stupiscono un paio di
scene in particolare, totalmente superflue, e di rara volgarità, non presenti nel copione e ideate
esclusivamente dal regista, probabilmente per cercare di apparire ancora più alternativo.
Definire questo anche solo uno spettacolo di serie C sembra un azzardo, spacciato per teatro
d'avanguardia solo per mascherare la mancanza totale budget. Ci si chiede come farà a debuttare a
Ottobre in un teatro che si vanta di proporre solo spettacoli di serie A.
Francesco Cavallone
“Allarmi!” è uno spettacolo teatrale diretto da Davide Sacco e Agata Tomsic, scritto da Emanuele
Aldrovandi.
Gli attori sono i ragazzi della compagnia ErosAntEros.
Il 2016 è l’anno di ideazione e lo spettacolo ha esordito il 26 Aprile 2016 nel teatro delle Moline di
Bologna.
Si tratta di un testo originale ed integrale.
“Allarmi!” racconta le vicende di quattro ragazzi di estrema destra il cui obiettivo è conquistare il
potere utilizzando come mezzi la violenza e i social network, quindi tramite la rivoluzione.
In particolare la leader del gruppo è una ragazza, Vittoria, che appare come una normale
studentessa, appassionata alla politica e alla pornografia che sogna di avere un futuro da
comandante suprema.
Ai nomi dei personaggi sono attribuite come nomi delle personificazioni di concetti astratti;
Vittoria, Futuro, Assalto e Ordine.
Il palco teatrale è di medie dimensioni, il pubblico è disposto in meno di dieci file, essendo il teatro
non molto grande.
In scena sono presenti molti oggetti, tra cui delle telecamere e altre attrezzature fotografiche, una
sedia e dei simboli fascisti.
Sul fondo è presente un sipario rosso che cade da un lato.
La componente fonica è costituita da suoni semplici e ripetitivi in alcune scene, aggressivi e ad alto
volume in altre.
Vengono riprodotte, infatti, nelle scene più significative, canzoni di orientamento fascista che
creano una sensazione di suspance.
Le voci dei personaggi sono forti, chiare e squillanti, tali da rendere il copione assolutamente
comprensibile.
Lo spettacolo presenta l’uso di immagini in tempo reale ,trasmesse per mezzo della telecamera su
due schermi posizionati in alto e verso il pubblico.
La gestualità dei personaggi rende i dialoghi e le situazioni molto chiare, è quindi adatta ed efficace
durante tutte le scene e trasmette le sensazioni provate dai personaggi secondo l’interpretazione.
L’organizzazione del movimento nello spazio ha come scopo l’occupare interamente il palcoscenico,
così da stimolare maggiormente l’attenzione del pubblico.
Gli attori, insieme al regista, hanno rivolto molto l’attenzione su questo aspetto, che si rivela
importante per la realizzazione di uno spettacolo.
I risultati sono stati infatti ottimi: i personaggi si muovono continuamente nello spazio e non vi è
quasi nessun momento in cui la scena è ferma.
Il linguaggio usato è aggressivo, è frequente l’uso di scurrilità e la comprensione dei fatti risulta in
questo modo più rapida e efficace anche dal linguaggio corporeo.
I principali temi di questo spettacolo sono l’amicizia e l’immaginazione.
In generale la trama e l’interpretazione sollecitano intenti e domande, inoltre, dopo la visione
sorgono molte riflessioni.
Il concetto più importante che si evince è che talvolta i sogni sono realizzabili solo con
l’immaginazione, talvolta no.
L’interpretazione dell’opera risulta corretta, in quanto vi è corrispondenza tra questa e il suo
intento.
Si può isolare una grande questione attuale che pone l’opera in relazione alla realtà: il terrorismo.
Gaia Antonacci.
Lo spettacolo “Allarmi!” è una produzione della compagnia teatrale
ErosAntEros, in collaborazione con ert, Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Lo spettacolo nasce da un’idea di Davide Sacco, il regista, e Agata Tomsic,
che hanno affidato la stesura del testo a Emanuele Aldrovandi. La stretta
collaborazione tra la compagnia e il drammaturgo ha portato alla creazione
di uno spettacolo pungente e provocatorio, qualcosa di sicuramente
innovativo, che tratta del neofascismo, argomento forte, dove emergono
aspetti della vita quotidiana di cui nessuno parla più.
Il testo narra le vicende di un gruppo di estremisti che vuole salire al potere
con la violenza. Diffonderanno le proprie idee, i propri valori e i propri
pareri anche contrastanti l’uno dall’altro. La leader del gruppo, Vittoria, farà
emergere nel corso della rappresentazione tutte le sfumature della sua personalità, forte fuori
quanto debole e insicura dentro. Caratteristica del personaggio è sua la voce, che cambia a
seconda della personalità che deve interpretare: quando si rivolge agli altri componenti del gruppo
parla sempre col microfono, come a sottolineare la sua superiorità da leader; nel colloquio col
padre, (Marco Cavicchioli), invece si manifesta la sua insicurezza, parla a bassa voce e non lo
guarda mai negli occhi. Probabilmente tutto quello che Vittoria vuole fare è frutto della sua
immaginazione e, passando la maggior parte del suo tempo in camera da letto, tra pornografia e
siti di politica, ambisce al potere. Per il raggiungimento del suo obiettivo, uccidere in diretta
streaming il presidente dell’Unione Europea, affianca a sé altri tre uomini, tra di loro molto diversi:
Ordine (Massimo Scola), Assalto (Luca Mammoli) e Futuro (Giusto Cucchiarini). Ordine è lo schiavo
di Vittoria, obbedire agli ordini del suo capo gli reca piacere, parla molto poco e solo quando è
interpellato da Vittoria. Assalto è un ragazzo molto impulsivo, poco razionale e razzista. Futuro, al
contrario di Assalto, pensa prima di agire, è carismatico e intelligente, porta avanti i propri valori
ma è comunque di mentalità aperta. Gli attori interpretano molteplici ruoli, attraverso un gioco di
scambi sulla scena. Vengono inseriti intermezzi, scene di stacco dove i dialoghi tra i personaggi
interpretati hanno in sé un fondo di realtà della vita quotidiana: il primo dei tre dialoghi vede come
protagonisti la Democrazia, e un punto di vista, rappresentato da Hitler. Il primo personaggio, la
Democrazia, cammina sui trampoli, quasi a sottolineare la sua superiorità, e si rivolge al punto di
vista, irrequieto, che sembra non essere d’accordo con le parole a lui rivolte.
Tra espedienti e finzione teatrali si dà vita ad aspetti diversi dello spettacolo, che lasciano carta
bianca alla fantasia del pubblico.
Le luci e la musica sono tra loro molto coordinati, producono un perfetto effetto visivo e uditivo. I
materiali utilizzati sul palco riempiono la scena, così come fanno anche gli attori, i quali si
dispongono in posizioni strategiche, e giocano molto sulla dinamicità della scena.
Ruolo importante viene dato all’arte che, in un mondo pieno di ingiustizie, disuguaglianze, soprusi,
agisce in modo sovversivo, si oppone al potere costituito. E fa questo per metterci in crisi, per non
dare nulla per scontato e per spingerci a cambiare noi stessi.
Francesca Matteuzzi
“Allarmi!” è uno spettacolo fisso messo in scena in
anteprima al Teatro delle Moline dal 26 al 29 aprile.
Si tratta di un testo originale prodotto dalla
compagnia ErosAntEros in collaborazione col
drammaturgo Emanuele Aldrovandi, con la regia di
Davide Sacco. La vicenda è incentrata sul
personaggio di Vittoria (impersonata da Agata
Tomsic), una ragazza che passa la maggior parte
della giornata in solitudine, al computer, visitando
siti di propaganda fascista. I conflitti con un padre
troppo permissivo (impersonato da Marco Cavicchioli) e il desiderio di evadere dalla sua solitaria
quotidianità la portano a ideare un attacco terroristico al Presidente dell’EU in diretta streaming.
Per mettere in atto il suo piano Vittoria crea un’organizzazione di sovversivi, coinvolgendo altri tre
ragazzi: Ordine (impersonato da Massimo Scola), asservito sessualmente alla leader, Assalto
(impersonato da Luca Mammoli), che incarna lo stereotipo del fascista ignorante e violento, e
Futuro (impersonato da Giusto Cucchiarini), un brillante laureato con un lavoro insoddisfacente e
molti ideali. Nella vicenda si innestano inoltre scene allegoriche a cui partecipano personaggi
storici e idee personificate. La scenografia è essenziale: si tratta infatti del nudo palco e il tendone
rosso delle quinte, su cui si staglia il simbolo dell’organizzazione terroristica. Lo stesso vale per gli
oggetti di scena, che consistono in quattro microfoni posizionati agli angoli del palco, una
telecamera, una poltrona e due monitor su cui vengono proiettati video ed effetti. Gli spostamenti
della scenografia e i cambi d’abito sono effettuati apertamente dagli attori stessi, direttamente in
scena, contribuendo a creare un’atmosfera surreale e una connessione diretta con gli spettatori. Il
linguaggio e il tono della protagonista sono colloquiali solo col padre, mentre per il resto della
rappresentazione la voce assume toni esageratamente stentorei e volutamente irritanti. Non
esistono chiavi di lettura univoche per lo spettacolo: potrebbe trattarsi di avvenimenti reali tanto
quanto delle fantasie di una ragazza abbandonata ed esclusa dalla società. Si potrebbe propendere
per la seconda ipotesi: sicuramente non è un caso che i nomi di tutti i personaggi siano
personificazioni di concetti astratti e che solo Vittoria sia allo stesso tempo un nome proprio.
Inoltre il personaggio del padre è impersonato dallo stesso attore che interpreta il Presidente e la
Talpa (la coscienza di Vittoria). Tutto lo spettacolo è incentrato sul disagio dell’individuo, sulla sua
alienazione, sulla contraddizione tra la vita reale e il personaggio messo in piedi da una persona
debole, estremamente sensibile. C’è sicuramente un rimando alla nostra realtà: il dilagante
estremismo religioso, il razzismo, la società contemporanea improntata all’individualismo e al
disinteresse verso l’altro con tutte le sue diversità.
Giulia Torri.
Lo spettacolo “Allarmi!” è una produzione scritta dal
drammaturgo Emanuele Aldrovandi e ideata dalla
compagnia “ErosantEros”, guidata dalla regia di Davide
Sacco. Presentata in anteprima il 26 Aprile al teatro
delle Moline.
“Allarmi!” narra di un gruppo di estremisti che vuole
conquistare il potere uccidendo il presidente
dell'Unione Europea, e non solo cerca proseliti
attraverso la rete, ma prepara anche fisicamente i corpi
a fare la rivoluzione. Lo spazio scenico è limitato: infatti
il palco è piccolo, e man mano che lo spettacolo procede, gli oggetti di scena – compresi i costumi
– vengono disposti in disordine sul palco, e tutti gli oggetti – al cambiare dell'ambientazione –
vengono spostati dagli attori stessi. Questi ultimi, al cambio dei costumi, si cambiano molto
rapidamente in scena, mentre le luci si spengono. I personaggi principali sono tre ragazzi e una
ragazza, Vittoria (Agata Tomsic), che è colei che si immagina tutta la rivolta: ella passa le sue
giornate chiusa nella sua camera al computer, su siti poco raccomandabili (siti di estrema destra e
anche pornografici), e immagina di organizzare una rivoluzione insieme ai suoi tre compagni di
fiducia, denominati con nomi di battaglia: Futuro (Giusto Cucchiarini), un ragazzo molto
intelligente, e per questo reputato il più pericoloso di tutti; Assalto (Luca Mammoli), il solito bullo
fascista/razzista che non ragiona mai con il cervello ed usa solo la forza; infine c'è Ordine (Massimo
Scola), il tipo silenzioso, che parla solo se Vittoria gli chiede qualcosa, e viene trattato come il suo
schiavo. Inoltre è presente sulla scena anche il padre di Vittoria (Marco Cavicchioli), che tenta di
capire perché sua figlia si chiuda in se stessa in quel modo; la scena in cui Vittoria parla con il padre
è molto significativa, poiché la ragazza parla per la prima ed unica volta senza il microfono – che
vuole sottolineare la superiorità di Vittoria – e senza quella voce fastidiosa e petulante che il
personaggio usa durante il resto dello spettacolo. Lo stesso attore che recita la parte del padre,
interpreta anche il presidente dell'Unione Europea e la Talpa, (che indossa anche un costume
piuttosto inquietante).
Alcune scene dello spettacolo sono riprese da una telecamera, posta al centro del palco davanti
agli spettatori, che gli attori spostano a seconda della scena. Questa videocamera è poi collegata a
due schermi posti ai lati, quasi sopra il pubblico, che mostrano ciò che la telecamera riprende.
Alternate al racconto della storia, vengono recitate delle scene di stacco che consistono in diversi
dialoghi tra vari personaggi: la prima scena, ad esempio è il dialogo tra un punto di vista,
rappresentato da un Hitler molto agitato, e la Democrazia.
Le musiche e le luci sono molto coordinate tra di loro, e messe insieme creano un effetto visivo e
uditivo perfetto. Gli attori si muovono sul palco riempiendo lo spazio, e la regia è egregiamente
elaborata: ogni singolo gesto degli attori è preparato dall'inizio e coordinato con i movimenti degli
altri protagonisti.
Francesca Fogliardi
“Allarmi” è uno spettacolo rappresentato dalla compagnia
teatrale “ErosAntEros” ambientato ai giorni nostri e tratta
argomenti di tipo politico. Partendo da un’analisi dello spazio
scenico possiamo affermare che le dimensioni del palco (se così
lo si può definire) è veramente ridotto, come è ridotto lo spazio
adibito al pubblico. Le luci sono abbastanza luminose tranne in
alcune scene in cui vengono appositamente spente. Riguardo la
scenografia, vengono utilizzati vari oggetti che però rimangono
in scena anche quando non vengono utilizzati, creando un
effetto di caos e confusione. Come già accennato, la storia è
ambientata ai giorni nostri e parla di una ragazza di nome
Vittoria che (influenzata da vari siti internet) è intenzionata ad
attentare alla vita del presidente UE e stabilire quella che
sembrerebbe una nuova dittatura. Si tratta di un testo originale,
quasi tutte le scene sono accompagnate da sottofondi musicali, essendo però lo spettacolo
esposto in un ambiente di dimensioni ridotte, le casse acustiche sono posizionate molto vicine al
pubblico con il rischio di stordirlo, a causa degli alti volumi. Gli attori sono in totale 5, essi hanno
caratterizzato in modo abbastanza particolare i loro rispettivi personaggi. In alcune parti dello
spettacolo vengono mostrate scene a sfondo sessuale che potrebbero risultare fuori contesto e
FRUSTRANTI. Alcune scene del testo sono state modificate dal regista per “trasmettere”
determinati “messaggi” ma incomprensibili senza una precedente spiegazione. Passando all’analisi
della regia possiamo notare come siano stati effettuati vari cambiamenti rispetto al testo originale:
anche se piuttosto che parlare di cambiamenti, dovremmo parlare di “aggiunte”. Queste scene
aggiuntive, però, non hanno alcuna utilità a scopo della trama e rischiano di causare confusione e
un senso di delusione nello spettatore. Come già detto, questo spettacolo tratta argomenti di tipo
politico, cercando di “attaccare” (anche se non viene chiaramente esplicitato), per così dire, una
determinata categoria di persone con una determinata inclinazione politica. L’intento di
Aldrovandi, creatore del testo originale era che lo spettacolo fosse accessibile a tutti e che non vi
fosse stata l’intenzione di appoggiare alcune idee politiche o di criticarne altre, anche se forse lo
spettatore potrebbe non confermare questo proposito. Concludendo, se dovessi dare un giudizio
tramite un voto, sarebbe 4.5 su 10: le scene insensate a sfondo sessuale, le luci accecanti, i volumi
elevatissimi e la libertà che il regista si è preso per modificare il testo a suo piacimento non hanno
di certo aiutato ad incrementare il voto.
Francesco Gualandi
“Allarmi” è uno spettacolo teatrale scritto dal drammaturgo Emanuele Aldrovandi in collaborazione
con ERT e la compagnia ErosAntEros con la regia di Davide Sacco. Lo spettacolo debutterà a
Ottobre, ma le anteprime sono state presentate fra il 26 e il 29 Aprile al teatro delle Moline di
Bologna. L'argomento trattato nel testo è una riflessione sulla diffusione del neofascismo e i suoi
mezzi propagandistici massmediatici.
Nonostante lo scarso spazio a disposizione sia del pubblico sia dei cinque attori, i tecnici sono
riusciti con successo a combinare luci, suoni ed effetti video; lo spettacolo come detto sopra
debutterà a Ottobre all'Arena del Sole, quindi i commenti sulla parte tecnica probabilmente non
saranno validi anche per quello.
Il palco scenico è circondato da quattro microfoni per amplificare il suono, agli angoli superiori
della sala ci sono due schermi giganti per proiettare immagini e video live, sullo sfondo è presente
solamente il sipario rosso che ogni tanto viene munito di stemma (stemma dell'immaginario
regime neofascista instaurato dalla protagonista). Le varie sequenze appaiono molto particolari
perché quasi tutti gli oggetti di scena e i costumi vengono abbandonati sul palco per poi essere
riutilizzati dagli attori.
La compagnia, pur avendo ampiamente collaborato nella stesura del copione, ha preferito
reinterpretare il tutto in modo non politicamente imparziale, come dovrebbe essere, ma
trasformandolo in una parodia che potrebbe rendere difficoltosa la comprensione del messaggio. Il
linguaggio è molto colloquiale in genere per tutto lo spettacolo e varia da personaggio a
personaggio in modo da esplicitare il loro grado di istruzione o i loro stati d'animo.
Sicuramente il punto focale della messa in scena è il dialogo finale fra la protagonista e il
presidente durante l'attentato, che è reso ancor più coinvolgente dalla straordinaria idea
dell'autore di far partecipare il pubblico durante il finto attentato, come se stesse accadendo
davvero.
L'intento di Aldrovandi era quello di far gradire lo spettacolo agli spettatori di qualunque
orientamento politico, tuttavia come è stato detto più volte il regista ha preferito renderlo
eccessivamente parodico e non super partes come dovrebbe essere; ciononostante non sono da
escludere revisioni o nuove idee da parte della compagnia, dato il forte e rivoluzionario spirito
interpretativo non solo del regista ma anche degli attori. È proprio questa interpretazione continua
che rende possibile la coesistenza di più chiavi di lettura, ma allo stesso tempo rischia appunto di
sfociare nel ridicolo, quindi attenzione!
Concludendo, “Allarmi” si presenta di forte impatto agli occhi dello spettatore non solo per gli
argomenti trattati, ma anche per i suoi innumerevoli collegamenti col mondo reale. Il razzismo, i
numerosi riferimenti all'ISIS e il “tema” dell'attentato sono infatti fenomeni con cui siamo obbligati
a entrare in contatto ogni giorno, dunque è importante riconoscere al drammaturgo la sua
notevole abilità nel ricordare di interrogarci su queste tematiche, essendo riuscito a comunicarlo
attraverso uno spettacolo teatrale.
Filippo Rosini
“Allarmi!” è uno spettacolo della compagnia
ErosAntEros, scritto dal drammaturgo Emanuele
Aldrovandi, portato in scena come anteprima al Teatro
delle Moline di Bologna il 26 Aprile scorso.
La trama è studiata e si gioca su salti temporali, a volte
difficile da seguire, in un unico atto: tre giovani ragazzi di
estrema destra vengono riuniti da una ragazza, Vittoria,
per compiere un attentato e uccidere in diretta
streaming il Presidente dell’Unione Europea.
Accompagnano il loro addestramento il difficile rapporto
fra la protagonista femminile e il padre, una serie di
incomprensioni (piuttosto grossolane) fra i complici e tre
intermezzi di scena fra Hitler e Democrazia, Aristodemo
e il suo psicologo e Gesù e Ponzio Pilato (a mio parere
piacevolissimi e spassosissimi).
Gli attori sono appunto pochi, cinque, e si giostrano bene per tutta la durata dello spettacolo, ma i
personaggi che portano in scena sono piatti, quasi Plautini; la regia, di Davide Sacconi, è
volenterosa e dura, forse troppo ambiziosa per i mezzi e l’esperienza a disposizione. Anche il
precario equilibrio fra palco e platea sta in piedi piuttosto bene.
La scenografia è semplice, quasi minimale, costruita su pochi oggetti d’uso nella stessa
rappresentazione: non c’è nulla di troppo, ma manca l’attenzione nei pochi dettagli utili; le musiche
sono aggressive, spesso angoscianti; il gioco di luci è forte, tra toni abbaglianti e spenti. Un plauso
al fonico e al tecnico delle luci è perciò doveroso, poiché, malgrado tutto, lo spettacolo resta in
equilibrio soprattutto grazie a loro (lavorano bene, e la scelta di luci e musiche non è loro:
incolpevoli).
Per trarre le somme, il pesante problema, che svilisce un poco il grande lavoro di tutti, è il voler
sempre strafare. Se è vero che uno slancio d’orgoglio e di ambizione è sempre accetto, questo deve
essere però controllato. Qui invece è palese la presenza di alcune scene che si potevano
risparmiare, troppo spinte e provocatorie, fino allo sfinimento: se l’intenzione era quella di lasciare
il pubblico con l’amaro in bocca, posso personalmente affermare di essere andato a casa col dente
avvelenato.
Giulio D’Errico
Il titolo del nuovo spettacolo presentato dalla compagnia ErosAntEros
è ‘Allarmi’, diretto da Davide Sacco e ideato dallo stesso regista e da
Agata Tomsic. Lo spettacolo tratta del neofascismo e narra le vicende
di un gruppo di estremisti che tramano di uccidere il presidente
europeo per scatenare la rivoluzione. L’idea parte dalla protagonista,
Vittoria, che decide di riunire un gruppo per sovvertire con la violenza
il potere costituito e che riesce a diffondere le proprie idee attraverso
la rete. Il testo dello spettacolo è stato scritto dal drammaturgo
Emanuele Aldrovandi con la collaborazione della compagnia e la
scenografia scelta è piuttosto semplice, ma efficace, in modo tale da permettere allo spettatore di
concentrarsi sul testo. Infatti, l’obiettivo del testo è proprio quello di sconvolgere lo spettatore, di
farlo riflettere sull’argomento e di aiutarlo ad immedesimarsi nei personaggi, anche attraverso
dialoghi tra entità storiche e concetti, come per esempio la Democrazia. Per permettere allo
spettatore di fare questo al meglio, aiutano anche le luci e le musiche. Infatti lo spazio scenico
mette in risalto i personaggi, la trama e i contenuti; la musica, invece, aiuta a scandire le voci e a
ricreare un’ambientazione neofascista, grazie alla scelta di testi tedeschi risalenti al periodo che
trasmettono soprattutto ansia e turbamento. Un ulteriore aiuto è fornito dalla gestualità degli
attori e dall’utilizzo della voce. L’una sottolinea le varie personalità e rende credibile la messa in
scena, l’altra definisce meglio i personaggi, soprattutto la voce di Vittoria che richiama
perfettamente l’idea di un leader folle e risoluto nel raggiungere il proprio obiettivo. Nel
complesso, lo spettacolo fornisce vari spunti e chiavi di lettura, poiché affronta diversi temi, come
quello della solitudine, della follia, in parte anche della dipendenza causata dall’amore, del
terrorismo e della politica. Credo che l’intento della compagnia, cioè quello di sensibilizzare il
pubblico, sia stato raggiunto e superato e che forse sia anche sfociato in una parodia.
Caterina Ventura
Lo spettacolo proposto è intitolato "Allarmi", diretto da
Davide Sacco e tratto dal testo originale del drammaturgo
Emanuele Aldrovandi. Lo spettacolo ha esordito a Bologna il
26 Aprile 2016 al teatro delle Moline, uno spazio piuttosto
ristretto nel quale si ha il pubblico disposto di fronte agli
attori; si tratta di uno spettacolo in prevalenza fisso, con
qualche eccezione. La storia si incentra su Vittoria, una
ragazza molto solitaria con idee politiche estremiste
proiettate sul fascismo. La giovane,con l'aiuto di tre ragazzi,
diventati ormai una sorta di suoi schiavi,che personificano
idee astratte, pianifica un attentato, con l'intenzione di
uccidere il presidente dell'Unione Europea. Dal punto di vista
tecnico è presente una scenografia abbastanza semplice, con pochi oggetti in scena. Riguardo al
suono, sono presenti canzoni tedesche che si addicono molto alle scene. Anche la voce di Vittoria
appare molto caricata, quasi fastidiosa, che può trasmettere un senso di turbamento. Dal punto di
vista della regia, c'è una buona organizzazione dello spazio, essendo questo molto limitato.
Concludendo credo che l'intento del regista sia quello di scandalizzare e provocare il pubblico con
scene forti e con talvolta un linguaggio scurrile.
Irene Aquili
ErosAntEros con la collaborazione del drammaturgo Emanuele
Aldrovandi mette in scena Allarmi!: una rappresentazione
che,in un'ora e quaranta minuti, riesce nell' intento di farsi
ricordare nonostante siano pochi gli oggetti con i quali i
personaggi interagiscono durante lo spettacolo; sono proprio gli
attori a dare vita alle vicende dei personaggi grazie anche al
supporto di un fonico ed un elettricista. Sono fondamentali luci
e musica che caratterizzano le scene e fanno in modo di
rendere più chiari sia i ripetuti salti temporali sia la presenza di
intermezzi. A questi ultimi è affidata la responsabilità di
approfondire le tematiche correnti al momento
dell'interruzione della storia primaria; consistono sostanzialmente in dialoghi tra due attori. Il
regista Davide Sacco ha caratterizzato in modo evidente ogni personaggio, che sin dal primo
contatto con il pubblico si identifica molto chiaramente, rispecchiando a pieno titolo il nome
assegnatogli. Vittoria è la ragazza attorno alla quale ruota tutta la vicenda essendo colei che
arruolerà Assalto, Ordine e Futuro per formare un gruppo di estrema destra e guidarlo in un'azione
sovversiva a danno del presidente dell'Unione Europea con lo scopo di risvegliare cellule dormienti
in tutto il mondo e prendere il potere. Ordine, nonostante sia di sinistra, è assoggettato a Vittoria,
di conseguenza non crede veramente in ciò che fa. Assalto è il più impulsivo e l'unico movente che
lo spinge ad aiutare i compagni è il desiderio di guadagno. Futuro avrà un ruolo fondamentale: è
intelligente e, benchè sembri essere il più titubante, si scoprirà l'unico determinato avente ideali
fondati. Vittoria potrebbe essere definita di duplice aspetto: sebbene venga presentata come
donna forte e determinata, in un secondo spazio temporale viene vista sotto un'altra luce cioè
durante una discussione con il padre. Quest'ultimo è un uomo di sinistra molto accondiscente che
farebbe di tutto pur di instaurare un buon rapporto con la figlia, che è una ragazza
apparentemente asociale, senza amici, senza un fidanzato, la quale si rifugia nella propria stanza
davanti al computer tra siti pornografici e siti neofascisti. Il fatto che lo stesso attore impersonifichi
sia il padre di Vittoria sia il presidente dell'Unione Europea potrebbe far pensare ad un effettivo
desiderio della ragazza di uccidere un padre forse troppo assente o forse troppo tollerante. Ma non
è finita qui:lo stesso si mette nei panni di una talpa che compare per dare consigli alla Vittoriadominatrice, facendo ciò che il padre non ha mai saputo fare. Sta al pubblico quindi interpretare le
intenzioni della leader: potrebbe aver vissuto questa avventura dalla sua cameretta come può
essere fatto in un sogno ad occhi aperti, oppure potrebbe avere realmente partecipato a tutto
quanto. Essendo ''un'opera di teatro contemporaneo mette in crisi i valori su cui è fondata la
nostra società'' ''mette in dubbio,scardina le convenzioni,ribalta il punto di vista''.
Elena Forieri
"Allarmi" è uno spettacolo teatrale scritto dal drammaturgo
Emanuele Aldrovandi per la compagnia "ErosAntEros", diretto da
Davide Sacco in collaborazione con gli attori Agata Tomsic
(Vittoria), Giusto Cucchiarini (Futuro), Luca Mammoli (Assalto),
Massimo Scola (Ordine) e Marco Cavicchioli (Padre, Presidentre).
Lo spettacolo racconta di Vittoria, una ragazzina insicura con un
padre progressista, che sta tutto il giorno chiusa nella sua stanza
a navigare su internet, accedendo a siti neofascisti e pornografici.
La ragazza progeta una rivoluzione al fine di uccidere in diretta
streaming il presidente dell'Unione Europea con l'aiuto dei suoi
tre sottoposti: Futuro, Assalto e Ordine. Futuro è un ragazzo colto
e intelligente, laureato in storia moderna, che però si trova a
lavorare in un bar e sente l'esigenza di una rivoluzione per dare
ua svolta alla sua vita. Assalto è un ragazzo violento, ignorante e
impulsivo, lo stereotipo dell'estremista che va a picchiare gli
immigrati che vede nei giardini. Ordine non crede veramente in
quello che sta facendo, ma è lo schiavo di Vittoria e fa tutto ciò che lei gli comanda; i suoi ideali,
filocomunisti, sono tanto diversi da quelli dei compagni che a un certo punto scappa, ma poi
ritorna in ginocchio dalla protagonista, non potendo vivere senza di lei. La storia è introdotta da
una Vittoria nel futuro che ricorda la rivoluzione. Fra una scena e l'altra tre volte nel corso dello
spettacolo ci sarà un intermezzo, sotto forma di dialogo platonico, fra la "Democrazia" e un "Punto
di vista", fra Erostrato e uno psicologo e fra Gesù Cristo e Ponzio Pilato. La scenografia volutamente
spogia, va a degradarsi man mano che i piani di narrazione del racconto si confondono fra loro,
tanto che gli attori arriveranno a cambiarsi in scena e i vestiti saranno lasciati per terra. I costumi
sono semplici: pantaloni attillati e tacchi per Vittoria e tuta per gli uomini, con variazioni per i
personaggi degli intermezzi. Lo sazio scenografico (teatro delle Moline) è molto piccolo e il
pubblico è disposto su tre file (sedie su gradini). La voce di Vittoria è l'unica costantemente
amplificata (tiene in mano un microfono), gli altri sono amplificati da microfoni panoramici.
Nonostante nello spettacolo siano presenti elementi molto validi, in certi momenti la situazione
rischia di diventare un po' confusionaria, situazione non certo migliorata dalla piccolezza dello
spazio e forse non è posto su un piano così oggettivo come ci è dato a credere, ma per il debutto
all'Arena può valere la pena comprare un biglietto
Sofia Giorgini
Dal martedì 26 aprile al venerdì 29 aprile, la compagnia ErosAntEros, una
delle compagnie più interessanti del teatro di avanguardia, ha messo in
scena, presso il teatro delle Moline, “Allarmi!”, uno spettacolo che tratta
di un argomento attuale, quale il neofascismo. Vengono narrate le
vicende di un gruppo di estremisti che organizzano un attentato al
presidente europeo. Tutti i personaggi simboleggiano un concetto più
astratto. La leader Vittoria, che si rifà a un ideale fascista o alla
personificazione della vittoria stessa, recluta altri tre scagnozzi che la
accompagneranno e seguiranno i suoi comandi durante questa vicenda. Il primo è Assalto, il vero
soldato, tutto muscoli e niente cervello, sempre pronto ad attaccare; poi è il turno di Ordine, il
servo di Vittoria, che risponde solo a lei e non può fare a meno di lei; infine c’è Futuro, un giovane
che prima di unirsi al gruppo era un barista che organizzava incontri culturali, il solo consapevole di
ciò che sta per fare. Il gruppo di terroristi si prepara fisicamente all’attacco e tutta la vicenda è
intervallata da siparietti di ordine filosofico, teologico e etico che probabilmente corrispondono
alla coscienza del gruppo, che si pone alcune domande.
Il rapporto spazio-tempo è alquanto confuso, si alternano momenti ambientati nel passato, come il
reclutamento di Futuro; alcuni nel presente, dove la protagonista tesse il piano per la rivoluzione;
altri nel futuro, ad esempio quando Vittoria si immagina già di governare l’Europa con la sua
dittatura. Lo spazio scenico è molto scarno e semplice, i vari cambi dei costumi di scena o dei
personaggi avvengono davanti al pubblico, e questo rende più reale il delirio che sta avvenendo
nella mente della giovane rivoluzionaria. Lo scenario è reso più suggestivo dalle luci soffuse, dai
vari microfoni posizionati agli angoli del palco, utilizzati anche per amplificare il suono e per
rendere, in determinati momenti, le voci più rauche e misteriose. Lo spettacolo è molto forte ed
esprime a sua volta sentimenti molto intensi, quali la paura e la solitudine, che in Vittoria si
trasformano in omofobia, paura dell’altro e desiderio di dominio. Questi aspetti vengono
trasportati sul palcoscenico attraverso immagini a volte scioccanti. La vicenda è riuscita nella sua
drammaturgia e scenografia, a trasporre le inconsce paure di una società, che è in costante
evoluzione, ma che spesso non riesce ad adattarsi ai cambiamenti e alle contraddizioni che ne
conseguono e di cui i giovani diventano facile bersaglio. Nel complesso lo spettacolo mi ha colpito
molto, i concetti sono arrivati, anche se alcune scene sembrano, forse volutamente, esasperate.
L’intento del regista, Davide Sacco, è quello di scandalizzare, per far capire quanto possa essere
pericoloso e deviante il pensiero dell’uomo, quando non si confronta con il reale, ovvero chi ti
circonda e con la società, preferendo chiudersi nella propria camera con un computer, negandosi il
coraggio di vivere.
Beatrice Busanelli