SCHEDE ARTISTI Milano, 25_29 marzo 2015 tredicesima edizione Teatro Franco Parenti Fondazione Adolfo Pini DiDstudio Mudec Museo delle Culture Massimo Furlan (CH) Tunnel mercoledì 25 marzo h 19.30 [opening] da giovedì 26 a domenica 29 marzo dalle h 16.00 Teatro Franco Parenti prima assoluta nuova creazione nell’ambito del progetto TRANS video durata 45 minuti loop di e con Massimo Furlan drammaturgia Claire de Ribaupierre video Bastien Genoux direttore tecnico Antoine Friderici fotografo Pierre Nydegger suono Philippe de Rham operatore Thibault Maury produzione Numero23Prod. in collaborazione con Sociétés de Gestion du Tunnel du Grand St-Bernard coproduzione Uovo e Performa festival all’interno di TRANS: un network sulle performing arts tra Svizzera e Italia. TRANS è parte del progetto “Viavai – contrabbando culturale Svizzera-Lombardia” «Un momento al di fuori delle regole e del tempo, che Furlan riesce a sublimare sottraendolo all’ordinario» Le Courrier Massimo Furlan, artista tra i più originali della scena europea, affronta la questione del confine e del passaggio in maniera tanto fisica e letterale quanto simbolica. In Tunnel, opera commissionata da Uovo, l’artista riflette sui temi complementari della comunicazione e della separazione, attingendo dalla propria esperienza personale e dalla propria memoria. I dati biografici di Furlan, nato in Svizzera da genitori italiani, lo pongono al crocevia tra i due Paesi. Riconnettendosi a ricordi d’infanzia, di viaggi in auto attraverso il confine, l’artista attraversa di corsa i sei chilometri della galleria del Gran San Bernardo durante la notte dal 3 al 4 marzo. L’azione fisica della corsa, privata di qualsiasi connotazione teatrale, viene scelta a rappresentazione del momento emozionante e poetico in cui al centro di una montagna si passa da un Paese all’altro. Massimo Furlan è nato nel 1965 a Losanna da genitori italiani immigrati in Svizzera. Il filo conduttore dei lavori di Furlan - sempre sospesi tra performance, teatro e installazione - è la biografia, tanto che spesso i suoi progetti hanno preso le mosse da un’immagine-ricordo: la fotografia di un cantante trovata nella stanza della sorella (Je rêve/je tombe e Live me/Love me); i momenti nei quali, da bambino, giocava a calcio da solo in camera ascoltando le partite alla radio (Furlan/ Numero 23, Numéro 10); o quelli nei quali, prima di andare a letto, si immaginava in pigiama e con un foulard al collo di essere un super-eroe ((love story) Superman); o ancora quando, adolescente, si innamorava perdutamente di una ragazza e non riusciva a parlarle (Gran Canyon Solitude, Les filles et les garçons). Nel corso di tutto il suo lavoro, Furlan interroga l’atto della rappresentazione rivisitando le icone dell’immaginario collettivo, affrontando la questione dello scarto (e dello scacco) tra modello e copia, ricavandone un effetto buffo e poetico al tempo stesso. Coprodotto ed invitato regolarmente dai principali festival e teatri europei (Festival d’Avignon, Theaterformen/Hannover, Steirischerherbst/Graz, Théâtres du Luxembourg, Théâtre du Merlan/Marsiglia, Théâtre National/Mannheim), è stato ospite a Uovo nel 2008 con Blue Tired Heroes. Nel 2014 Furlan ha vinto il prestigioso Premio Svizzero per il Teatro. massimofurlan.com Il progetto TRANS, nato da una collaborazione tra il festival svizzero Performa e Uovo, ha selezionato quattro artisti italiani e svizzeri a cui sono state commissionate nuove creazioni. Uovo 2015 presenta e sostiene le nuove produzioni di due artisti svizzeri Massimo Furlan e Martin Schick attorno al tema del confine e dell’italianità. Performa festival ha invece sostenuto e presentato nell’ottobre 2014 Ia produzione del collettivo milanese Strasse e il lavoro della coreografa Francesca Cola. TRANS è un progetto realizzato nell’ambito di «Viavai – Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia», un programma di scambi binazionali promosso dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato con i cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di Milano. viavai-cultura.net Silvia Boschiero | Silvia Costa (IT) A sangue freddo 1# uno sguardo attraverso il taglio mercoledì 25 marzo h 19.30 [opening] da giovedì 26 a domenica 29 marzo dalle h 16.00 Teatro Franco Parenti mostra fotografica progetto di Silvia Costa e Silvia Boschiero foto di Silvia Boschiero coproduzione Uovo Silvia Costa, tra le espressioni più interessanti della performing art in Italia (il suo lavoro è sostenuto da Uovo fin dagli esordi), propone per questa edizione di Uovo un doppio lavoro (installativo e performativo) sul corpo come confine tra esterno ed interno: un confine sottile ma definitivo, eppure mai abbastanza esplorato. Al centro della mostra fotografica, prima tappa di questo lavoro realizzata in collaborazione con Silvia Boschiero, ci sono ossa, vene, arterie, muscoli, nervi, organi: quella materia invisibile, ma viva e pulsante di cui siamo fatti e che ci costituisce come corpi, emerge nelle immagini che compongono questa mostra, come uno strato epidermico rovesciato, un'altra pelle di cui rivestirsi. La carta su cui sono impresse le immagini dell'interno, e che avvolge come un involucro il corpo, è usata come una lente che mette in luce, isola e seziona, squarcia la cute fragile e sottile, per far entrare il nostro sguardo di spettatori in zone interne, nascoste, giù nelle viscere e nell'oscuro del corpo. È un corpo studiato quello che appare in questi scatti, analizzato nella molteplicità delle sue forme, dove l'interno si salda nella grazia delle pose al suo esterno, dove lo strato profondo si fa fredda superficie; dove il sangue non diventa altro che un decoro, lo scheletro un pizzo, i fasci muscolari un ornamento. Regista e performer, Silvia Costa si diploma nel 2006 in Arti Visive e dello Spettacolo all'Università IUAV di Venezia. Nello stesso anno inizia a lavorare con la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio, per la produzione Hey Girl! come attrice protagonista, e da allora fino ad oggi ha contribuito a tutte le seguenti produzioni del regista Romeo Castellucci (2008, Vexilla regis prodeunt Inferni; 2009, Inferno, nel ruolo di Andy Warhol; 2010, Sul concetto di volto nel figlio di Dio; 2011, Il velo nero del pastore; 2012, Folk, progetto speciale per la Ruhr Biennale, lavorando come assistente alla regia; 2012, The Four Seasons Restaurant, spettacolo attualmente in tourneé, sia come attrice che come assistente alla regia). Nel gennaio del 2011 ha lavorato al teatro d'Opera di Bruxelles La Monnaie de Munt, come collaboratrice artistica per la prima opera lirica diretta da Romeo Castellucci, Parsifal (Richard Wagner). Tra febbraio e marzo 2013 ha seguito come collaboratrice artistica, la prima produzione di Romeo Castellucci per la Schaubuhne di Berlino, entrata ora in repertorio. Dal 2007 al 2013, insieme al musicista e compositore Lorenzo Tomio, avvia un progetto di creazione sotto il nome Plumes dans la tête. A partire dal 2012, grazie ad una commissione da parte del festival Uovokids, è iniziato un percorso di creazione di lavori legati all’infanzia. Negli ultimi due anni ha curato come collaboratrice artistica alcuni dei più importanti lavori d’Opera e teatro di Romeo Castellucci. silvia-costa.com Silvia Boschiero si diploma all'ISFAV (Istituto superiore fotografia e arti visive) di Padova. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati in riviste come Vice, FlaG, Kult, Nero, Mousse. Sviluppa una ricerca fotografica, con progetti personali, realizzando spesso autoscatti, dove il corpo e il volto sono i principali oggetti di ricerca. Laurent Chétouane (FR/DE) M!M mercoledì 25 marzo h 21.00 Teatro Franco Parenti prima italiana durata 50 minuti interpretazione Matthieu Burner, Mikael Marklund coreografia Laurent Chétouane costumi Sophie Reble drammaturgia Leonie Otto luci Stefan Riccius assistente Leonie Rodrian responsabili produzione Christine Kammer (Büro Tom Stromberg) e Hendrik Unger produzione Laurent Chétouane nel quadro del progetto TRANSFABRIK coprodotto da HAU Hebbel am Ufer, Berlin; Theater Bremen; Kampnagel, Hamburg con il sostegno di Basisförderung Berlin / Regierender Bürgermeister von Berlin – Senatskanzlei – Kulturelle Angelegenheiten con la gentile partecipazione di Dock11/*****Eden Berlin «Una coreografia in galleggiamento, che riesce a mantenere costantemente viva l’illusione» Der Tagesspiegel Laurent Chétouane è uno dei più originali artisti della danza contemporanea e uno dei più controversi registi del teatro tedesco. Il duetto M!M, Matthieu Burner e Mikael Marklund, ispirato al testo Politiche dell'amicizia del filosofo Jacques Derrida, esplora il gesto coreografico a partire dal concetto di amicizia fino ad arrivare alle accezioni più vicine alla sfera politica e sociale. L’atto del coreografo si avvicina a quello del creatore di “aperture”, permettendo di ripensare alcune questioni comuni essenziali alla politica ed alla danza: quali frontiere dividono e definiscono un possibile spazio comune? Come organizzare una relazione, una “democrazia”, superando il conflitto? Fiducia, allegria, minaccia, rassegnazione e virtuosismo giocano tutti la loro parte mostrando la complessità di una relazione sociale. Laurent Chétouane (1973) dopo una laurea in Ingegneria ha intrapreso lo studio della drammaturgia alla Sorbonne di Parigi e quello della regia presso la Frankfurt University of Music and Performing Arts. Dal 2000 ha lavorato nei principali teatri tedeschi (a Amburgo, Colonia, Monaco), lavorando sul repertorio classico (Schiller, Kleist, Brecht, Büchner, Hölderlin) e contemporaneo (da Heiner Müller a Sarah Kane). Dal 2006 ha creato come coreografo dodici pièce, tra le quali ricordiamo Tanzstück #1 - #4 (2006), O (debutto al Festival di Avignone nel 2011), Sacré Sacre du Printemps (prima mondiale nel 2012 al PACT Zollverein di Essen durante la Ruhrtriennale) e BACH / PASSION / JOHANNES (presentato a Kampnagel Hamburg lo scorso ottobre). Insegna presso l’Institute for Media and Theatre Studies della Goethe University di Francoforte (Prof. Nikolaus Müller-Schöll), ed è professore associato nelle università di Giessen, Berlino, Amburgo, Leipzig e Oslo. La sua ultima produzione teatrale Antigone ha debuttato alla Schauspiel di Stoccarda a gennaio. laurentchetouane.com mk (IT) e-ink giovedì 26 marzo h 21.00 Teatro Franco Parenti durata 12 minuti [la serata è composta da due performance: e-ink e RE//akumulacja] con Biagio Caravano, Michele Di Stefano coreografia Michele Di Stefano musica Paolo Sinigaglia disegno luci Vincenzo Dente produzione mk 1999 in collaborazione con Festival Teatri 90/Ref. «una danza esplosiva» Danza&Danza mk presenta a Uovo la versione originale di e-ink, che debuttò proprio sul palcoscenico del Franco Parenti nel 1999. I medesimi performer che interpretarono il lavoro sedici anni fa, lo ripresentano oggi offrendo al pubblico l’opportunità di riconnettersi con uno degli spettacoli seminali della nuova coreografia europea, che dagli anni Novanta investiga la dimensione ontologica della danza e ne mette in discussione parametri acquisiti. La coreografia di Michele Di Stefano, Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia 2014, nasce come riflessione sulle modalità e sui significati dei messaggi oracolari e divinatori. Ne investiga l’esattezza e l’ambiguità, la capacità di comunicare e di confondere, interpretandone le potenzialità compositive attraverso il cambiamento costante degli stati corporei e il rimescolamento delle loro sequenze in segni. La presenza di e-ink a Uovo è stata sollecitata dalla sua recente ricostruzione per RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography, ideato e diretto da Marinella Guatterini, un progetto che punta a dare risalto alla memoria della danza contemporanea italiana anni '80/'90. Michele Di Stefano, coreografo e performer, dopo gli studi universitari ha attraversato la scena musicale punk-new wave degli anni ottanta per approdare ad un progetto autodidatta di ricerca corporea con la fondazione di mk. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Francia etc e una presenza costante sul territorio nazionale. mk si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni più recenti: Robinson, Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour, indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata dell'esotico, e le Instruction Series, ambienti performativi creati a distanza via mail in collaborazione con Xing. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali Wasted, Clima, Accademie Eventuali, Reform club e la Piattaforma della Danza Balinese assieme a Cristina Rizzo e Fabrizio Favale. Nel 2014 la Biennale Danza assegna a Michele Di Stefano il Leone d’argento per la Danza. mkonline.it Ramona Nagabczyńska (PL) RE//akumulacja giovedì 26 marzo h 21.00 Teatro Franco Parenti prima italiana durata 40 minuti [la serata è composta da due performance: e-ink e RE//akumulacja] coreografia Ramona Nagabczyńska interpretazione Ramona Nagabczyńska musica Alexander Zekke video Miguel Nieto luci Jan Cybis produzione Komuna//Warszawa partners Institute of Music and Dance in Poland (IMiT), Centrum w Ruchu il progetto è sostenuto da culture.pl Figura di spicco della giovane scena coreografica polacca e internazionale, Ramona Nagabczyńska presenta a Uovo la prima italiana di una commissione basata sull’idea di reinventare il lavoro di un’icona dell’arte contemporanea. Oggetto del remix è il leggendario solo Accumulation di Trisha Brown, spettacolo emblematico della danza postmoderna americana, capace di sovvertire i canoni tradizionali della danza. ‘Accumulazione’ dunque come emblema del percorso rivoluzionario condotto dalla coreografia contemporanea, ma anche come potente metodo compositivo, da scoprire e riscoprire. Ripensarlo nel XXI secolo significa aprirsi alle possibilità offerte dalla tecnologia, ma anche riflettere su come nel corpo danzante sia inscritta una storia fatta di echi, citazioni e traduzioni che rivelano un affascinante caleidoscopio di sfumature. Danzatrice e coreografa, Ramona Nagabczyńska è nata a Toronto, in Canada, nel 1984, ma si è trasferita a 11 anni in Polonia, dove ha frequentato la Scuola di Balletto Statale di Varsavia. Dopo il diploma, ha continuato la sua formazione presso la Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte (Germania) e The Place (Londra, UK). Ha lavorato tra gli altri con il Polish Dance Theatre, Saju Hari, Fleur Darkin, Tom Dale, David Wampach, Paulina Ołowska e il Clod Ensemble, con il quale collabora stabilmente dal 2008. Nello stesso anno ha fondato il collettivo Universal Law of Impermanence (U/LOI) insieme a Kaya Kołodziejczyk. Il suo primo lavoro Man's Best Friend è datato 2009. Tra i suoi lavori successivi ricordiamo la video installazione Turao/Dziw (2010), New (Dis)Order (2012) e The Way Things Dinge (2014), progetto tuttora attivo che ha debuttato al Museo d’Arte Moderna di Varsavia. All’inizio del 2013 la Nagabczyńska ha co-fondato a Varsavia il Centrum w Ruchu (Centre in Motion), una cooperativa di artisti e coreografi che hanno occupato temporaneamente uno spazio nella periferia della città, diventando uno dei centri più interessanti per la danza e più in generale per la cultura in Polonia. ramonanagabczynska.com mk | Luca Trevisani | Roberta Mosca | Margherita Morgantin | Lorenzo Bianchi Hoesch (IT) SUB I.II.III. venerdì 27 marzo h 16.00 | 17.30 sabato 28 marzo h 16.00 | 17.30 domenica 29 marzo h 16.00 | 17.30 Fondazione Adolfo Pini prima assoluta durata 40 minuti produzione mk 2015 coproduzione Uovo e Fondazione Adolfo Pini progetto Storie Milanesi All’interno del progetto Storie Milanesi, Fondazione Adolfo Pini e Uovo invitano la compagnia mk ad abitare gli spazi della Fondazione, come primo capitolo di una “collezione performativa”. Durante un breve periodo di residenza negli spazi della Fondazione in Corso Garibaldi, mk riflette sul concetto di spazio abitativo inteso come luogo dell’equilibrio tra interno ed esterno, dove “abitare” viene inteso come tracciare una frontiera e definire dei limiti, e coinvolge in azioni diverse artisti altrettanto differenti tra loro, i due artisti visivi Luca Trevisani e Margherita Morgantin, Roberta Mosca, già performer con The William Forsythe Company, e il compositore Lorenzo Bianchi Hoesch. Il tentativo è quello di riflettere sulla vocazione all’ospitalità in sé, che è il gesto primo di trasformazione dello spazio privato in un luogo di “arrotondamento” con l’esterno. E lo spazio privato ha, in questo caso, caratteristiche specifiche molto forti: si tratta infatti di una casa che è emblema stesso della casa borghese, ovvero del luogo in cui prima e meglio che altrove si è assistito ad un passaggio da una visione più estetica e romantica (tipica delll’Ottocento) ad una più scientifica e razionale (alll’inizio dello scorso secolo). Per operare su questa linea di pensiero mk chiede gesti differenti agli artisti coinvolti: Luca Trevisani trasloca nella sala al pianterreno della Fondazione il suo gabinetto alchemico privato, riproducendolo ed abitandolo senza inibizioni come in una kermesse pseudoscientifica; Margherita Morgantin studia la dinamica microclimatica che accoglie il pubblico nei vari ambienti della casa, concentrandosi in particolare sulla collezione di dipinti di Renzo Bongiovanni Radice; Roberta Mosca costruisce una coreografia inedita nel salone centrale dello spazio abitativo; Lorenzo Bianchi Hoesch crea la colonna sonora del lavoro, cercando il volume per questa possibile apertura sul vuoto. Una collezione performativa unica, costantemente aperta all’improvvisazione ed alla variabilità, che si snoda come un percorso itinerante negli spazi suggestivi della Fondazione. Per 30 spettatori alla volta. Storie Milanesi / Fondazione Adolfo Pini e Uovo Storie Milanesi è un progetto innovativo di Fondazione Adolfo Pini a cura di Rosanna Pavoni, che accompagna il viaggiatore in un percorso urbano inedito per guardare alla città, ai suoi quartieri, ai suoi luoghi più simbolici attraverso lo sguardo sensibile di quei cittadini che hanno lasciato un patrimonio di cultura, di saperi, di bellezza. Il sito del progetto (storiemilanesi.org) si presenta come uno spazio digitale per scoprire una Milano diversa nel suo reticolo di quattordici case museo, atelier d’artista e studi di architetti e designer: dal museo Poldi Pezzoli alla casa del Manzoni; dalla Fondazione Adolfo Pini allo studio museo di Vico Magistretti. Un percorso insolito guidato da segnavia originali che accompagnano il viaggiatore fin sulla soglia di queste residenze in cui si riverbera la storia e lo spirito della città. La collaborazione tra Fondazione Adolfo Pini e Uovo nasce con l’obiettivo di declinare in ambito performativo il progetto Storie Milanesi, invitando gli artisti a realizzare una produzione performativa ad hoc per questi luoghi dell’abitare domestico e professionale. Si produrrà così un “catalogo”, un “archivio” delle performance e verrà creata una vera e propria “collezione performativa” della Fondazione Adolfo Pini. Michele Di Stefano, coreografo e performer, dopo gli studi universitari ha attraversato la scena musicale punk-new wave degli anni ottanta per approdare ad un progetto autodidatta di ricerca corporea con la fondazione di mk. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Francia etc e una presenza costante sul territorio nazionale. mk si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni più recenti: Robinson, Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour, indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata dell'esotico, e le Instruction Series, ambienti performativi creati a distanza via mail in collaborazione con Xing. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali Wasted, Clima, Accademie Eventuali, Reform club e la Piattaforma della Danza Balinese assieme a Cristina Rizzo e Fabrizio Favale. Nel 2014 la Biennale Danza assegna a Michele Di Stefano il Leone d’argento per la Danza. mkonline.it Luca Trevisani (Verona, 1979) è uno degli enfant prodige dell’arte contemporanea italiana, vincitore tra gli altri del Premio Furla nel 2007 e del New York Prize nel 2010. Attivo tra l'Italia e la Germania, la sua ricerca si sviluppa tra scultura e video, attraversando le performing arts, grafica, design, cinema sperimentale e architettura. Nei suoi lavori niente è stabile: la sua è una 'scultura' che si arrende al logorio delle cose, alla vita della materia, in una continua definizione dell’identità e dei suoi limiti. Trevisani ha esposto in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, e ha pubblicato The effort took its tools (Argobooks 2008), Luca Trevisani (Silvana editoriale 2009), The Art of Folding for young and old (Cura 2012) e Water Ikebana (Humboldt Books 2014). Il suo primo lungometraggio Glaucocamaleo (2014), documentario di fantascienza, è stato presentato al Roma film festival. lucatrevisani.eu Roberta Mosca è considerata una delle migliori danzatrici contemporanee. Ha studiato e lavorato presso: Scuola di ballo Teatro alla Scala Milano, John Cranko Schule Stoccarda, Opera di Vienna, Opera di Lipsia, Aterballetto, Maggio Fiorentino, Ballet Frankfurt con William Forsythe. Dal 2005 è stata membro stabile della Forsythe Company a Francoforte. Attiva dal 2002 come danzatrice e coreografa free lance, ha collaborato recentemente con MAMAZA, mk, Laurent Chétouane, espz, Marinella Senatore, David Kern, nel 2003 ha ideato in collaborazione con Cora Bos Kroese Biarteca, festival interdisciplinare in Valle Cervo (BI) che nel 2014 ha raggiunto l’XI edizione. Margherita Morgantin, artista visiva, è nata a Venezia, e si è laureata in Architettura allo I.U.A.V., dipartimento di Fisica Tecnica, studiando metodi di previsione della luce naturale. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Il suo lavoro parte dall’osservazione e dalla descrizione di situazioni concrete e si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance. Ha pubblicato il libro di testi brevi e disegni Titolo variabile (Quodlibet 2009), e il libro Agenti autonomi e sistemi multiagente (Quodlibet 2012) realizzato con Michele Di Stefano. margheritamorgantin.eu Lorenzo Bianchi Hoesch è un compositore e performer basato a Parigi. Ha ricevuto commissioni da svariate istituzioni internazionali tra cui: Groupe de Recherche Musical (GRM), Biennale di Venezia, Opera di Gothenburg, Ballet National de Marseille, Santarcangelo Festival, Romaeuropa, Aterballetto e ha suonato in Europa, Giappone, Cina, Indonesia, USA. Oltre che con mk, collabora con altri artisti, coreografi e performer tra cui Richard Siegal, e con l’Ircam/Centre Pompidou di Parigi. È professore di composizione elettroacustica all’Università della FrancheComté e al Conservatorio di Montbeliard, Francia. lorbi.info Silvia Costa (IT) A sangue freddo 2# venerdì 27 marzo h 21.00 | h 22.30 Teatro Franco Parenti prima assoluta durata 15 minuti [la serata è composta da due performance: A sangue freddo 2# e Made for Italy] ideazione Silvia Costa con Silvia Costa e Laura Pante suono Lorenzo Tomio coproduzione Uovo A partire dalle immagini della mostra realizzata con Silvia Boschiero, Silvia Costa crea in esclusiva per Uovo una performance in cui il corpo immortalato si fa appendice temporale di questo processo di disgregazione degli strati. Dal bianco e nero si passa al colore, ci si stacca dal piano per rivolgerci a un tutto tondo. Il pubblico è chiamato a osservare, come in una sala anatomica, il corpo umano nelle sue parti e nella sua morfologia. Il suo sguardo è come un bisturi tagliente e impietoso, che disseziona, penetra e sconvolge l'adesione fra interno ed esterno, fra superficie e volume, tra massa e forma. Il corpo vive, ma implora il ritorno all'inorganico. Regista e performer, Silvia Costa si diploma nel 2006 in Arti Visive e dello Spettacolo all'Università IUAV di Venezia. Nello stesso anno inizia a lavorare con la compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, per la produzione Hey Girl! come attrice protagonista, e da allora fino ad oggi ha contribuito a tutte le seguenti produzioni del regista Romeo Castellucci (2008, Vexilla regis prodeunt Inferni; 2009, Inferno, nel ruolo di Andy Warhol; 2010, Sul concetto di volto nel figlio di Dio; 2011, Il velo nero del pastore; 2012, Folk, progetto speciale per la Ruhr Biennale, lavorando come assistente alla regia; 2012, The Four Seasons Restaurant, spettacolo attualmente in tourneé, sia come attrice che come assistente alla regia). Nel gennaio del 2011 ha lavorato al teatro d'Opera di Bruxelles La Monnaie de Munt, come collaboratrice artistica per la prima opera lirica diretta da Romeo Castellucci, Parsifal (Richard Wagner). Tra febbraio e marzo 2013 ha seguito come collaboratrice artistica, la prima produzione di Romeo Castellucci per la Schaubuhne di Berlino, entrata ora in repertorio. Dal 2007 al 2013, insieme al musicista e compositore Lorenzo Tomio, avvia un progetto di creazione sotto il nome Plumes dans la tête. A partire dal 2012, grazie ad una commissione da parte del festival Uovokids, è iniziato un percorso di creazione di lavori legati all’infanzia. Negli ultimi due anni ha curato come collaboratrice artistica alcuni dei più importanti lavori d’Opera e teatro di Romeo Castellucci. silvia-costa.com Martin Schick (CH) Made for Italy venerdì 27 marzo h 21.30 Teatro Franco Parenti prima assoluta nuova creazione nell’ambito del progetto TRANS durata 30 minuti [la serata è composta da due performance: A sangue freddo 2# e Made for Italy] di e con Martin Schick, Viviane Pavillon produzione INGOODCOMPANY coproduzione Uovo e Performa festival all’interno di TRANS: un network sulle performing arts tra Svizzera e Italia. TRANS è parte del progetto “Viavai – contrabbando culturale Svizzera-Lombardia” Made for Italy è una forma sperimentale di approccio culturale praticato sul palco, uno sguardo esterno di chi, pur partendo dalla scoperta degli aspetti più banali, vuole cogliere l’essenza più profonda. L’idea scaturisce da un fatto autobiografico dell’artista svizzero: mentre la tendenza degli ultimi anni ha visto migliaia di italiani trasferirsi a Berlino, lui va controcorrente e da Berlino si trasferisce in Italia. Schick è un artista indipendente che opera al di fuori dei formati convenzionali per favorire contaminazioni tra la performance e la vita quotidiana. È accompagnato da Viviane Pavillon, artista performativa svizzera, con la quale si imbarcherà quasi “per caso” in una full immersion nella cultura, lingua e società italiana, allo scopo di impararne sia le regole che le scorciatoie per evitarle, di fare amicizia con i membri del pubblico per poi concludere affari con loro. Schick ha lo spirito di chi vuole mettere in discussione stereotipi e invertire tendenze, e con umorismo e ottimismo si chiede: “e se ci trasferissimo tutti in Italia?”. Il progetto TRANS, nato da una collaborazione tra il festival svizzero Performa e Uovo, ha selezionato quattro artisti italiani e svizzeri a cui sono state commissionate nuove creazioni. Uovo 2015 presenta e sostiene le nuove produzioni di due artisti svizzeri Massimo Furlan e Martin Schick attorno al tema del confine e dell’italianità. Performa festival ha invece sostenuto e presentato nell’ottobre 2014 Ia produzione del collettivo milanese Strasse e il lavoro della coreografa Francesca Cola. TRANS è un progetto realizzato nell’ambito di «Viavai – Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia», un programma di scambi binazionali promosso dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato con i cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di Milano. viavai-cultura.net Martin Schick, artista e performer svizzero, vive e lavora a Berlino. Dopo una breve carriera come danzatore, si è formato in teatro all’Istituto Superiore per le Arti di Berna. Dal 2007 lavora alla creazione di opere indipendenti di danza e teatro: convinto che il teatro sia un luogo di permanente trasformazione, il suo lavoro è alla costante ricerca del particolare, dell’impuro e dell’inaspettato, nel tentativo di interferire e smontare le convenzioni interne al teatro stesso e alla nostra vita di tutti i giorni. Tra i suoi lavori, rappresentati in tutto il mondo (dall’Europa al Sudafrica alla Cina), ricordiamo Title (2009), CMMN SNS PRJCT (2011), NOT MY PIECE (2013), Holiday on Stage e THE SPECTACULAR SPECTATOR (2014). Sta attualmente lavorando per la Fondation Nestlé pour l’Art all’acquisto e alla ristrutturazione di un bunker militare nelle montagne svizzere per il progetto ARTIST RESISTANCE e sta aprendo uno spazio aperto per la pratica performativa a Berna, in Svizzera. martinschick.com Uovo à la coque (IT) Un pranzo con gli artisti progetto speciale sabato 28 marzo h 13.00 Teatro Franco Parenti Un incontro informale e fuori dagli schemi dove il pubblico potrà sedersi a tavola insieme agli artisti del festival nella cucina allestita all’interno del Teatro Franco Parenti. Tra gli artisti presenti all’insolita chiacchierata in puro stile “Uovo à la coque”: The Loose Collective, Cristina Rizzo, Michele Di Stefano, Biagio Caravano, Simone Bertuzzi/Palm Wine, Martin Schick, Silvia Costa e Ariella Vidach. Per info e prenotazioni: +39 348 8039149 Ariella Vidach – AiEP (IT) CAPTURE sabato 28 marzo h 17.30 DiDstudio – Fabbrica del Vapore prima assoluta durata 60 minuti + incontro con il pubblico a seguire [L’evento è composta da quattro performance] RED HOQUETUS coreografia e danza: Camilla Monga - musiche: Luca Scapellato ALTRA DANZA SUL TEMA DELLA PRODUZIONE DELLO SPAZIO coreografia, testo e danza: Annika Pannitto - supervisione musicale: Rodrigo Faina - un ringraziamento speciale a: Alessandra Sini, Ariella Vidach, Elisa D’Amico e Marta Sponzilli BORDERS coreografia: Gabriele Valerio - danza: Matilde Orrico, Alice Raffaelli, Serena Maiacco BOOTH coreografie: Ariella Vidach - in collaborazione con: Alessia Cafariello, Serena Malacco, Camilla Perani e Alessio Scandale. Uovo e Ariella Vidach selezionano tre coreografi emergenti, già protagonisti del progetto NAO Nuovi Autori Oggi (ed. 2014) e propongono loro una seconda residenza presso il DiDstudio, invitandoli a lavorare sul tema del “confine”. Il risultato del loro studio viene presentato a Uovo insieme alla documentazione del processo creativo: ai giovani autori è stato infatti richiesto di documentare le fasi della creazione attraverso video, immagini e testimonianze da condividere successivamente con il pubblico. Alle tre performance seguirà la presentazione della nuova produzione firmata Ariella Vidach, Booth, che vede il coinvolgimento attivo di quattro giovani artisti. RED HOQUETUS di CAMILLA MONGA Red hoquetus è una sovrapposizione di piccoli oggetti e tessuti di colore rosso che esprime la rottura del ritmo in uno schema di movimenti regolare e ripetitivo. Il rosso segna il confine che separa una partitura ritmica e coreografica da un’altra: appare come un piccolo dettaglio del costume di scena per poi affermarsi come colore dominante che determina lo sviluppo della coreografia fino a ingrandirsi e accendere come in un quadro il fondo stesso della tela. ALTRA DANZA SUL TEMA DELLA PRODUZIONE DELLO SPAZIO di ANNIKA PANNITTO Questa danza nasce nell’ambito di una ricerca pratica e teorica sul tema della produzione di spazio a partire da un corpo in movimento. Il desiderio è produrre ed esporre una danza che, come un oggetto, può essere utilizzata dalle persone presenti e considerata come spazio ‘comune’, ovvero un luogo d’incontro che può essere definito solo in base alla partecipazione e alle molteplici relazioni che si generano tra chi produce la danza e chi la osserva. In questo luogo il confine è inteso come spazio di transizione dove domande, riflessioni, movimenti visibili e meno visibili emergono per ridefinire e reinventare le condizioni di spazio e tempo. BORDERS di GABRIELE VALERIO Ogni giorno mostriamo al mondo una parte di noi, quella maschera presentabile e socialmente accettabile. Borders esplora i lati più nascosti del nostro essere, l’osceno che c'è in ognuno di noi. Borders mette in scena l’area di confine tra pubblico e privato, indagando quel campo di azioni che sfiora il limite sociale senza travalicarlo ma che può esplodere nel privato. Questo lavoro nasce dall’esigenza di esplorare il concetto di violenza, visto sia come istinto primordiale che nella sua accezione più sottile e sociologica. Ogni giorno scendiamo a patti tra i nostri istinti e i comportamenti socialmente accettabili, in una costante negoziazione tra ciò che può essere mostrato e ciò che deve essere nascosto, in una sorta di dicotomia umano-animale. Borders cerca di sondare tutto quello che vive in questo sottile confine: che succede se potessimo mostrare i nostri stati più osceni? Cosa succederebbe se dessimo libero sfogo ai nostri istinti? BOOTH di ARIELLA VIDACH Anche in questa occasione Ariella Vidach si misura con il rapporto tra movimento e suono per indagare la vocalità come estensione dell’azione in una relazione che esplora il gesto nella sua sintesi, asciugato, incisivo, drastico. Il progetto è realizzato con un gruppo di giovani interpreti che si cimentano in questa produzione collaborando alla creazione di una partitura corpo/voce/suono che inneschi una successione di eventi oltre che un coinvolgimento del pubblico, che non si limita ad essere semplice osservatore, ma diventa interlocutore partecipe. Booth è la prima di una serie di produzioni che ha l’obiettivo di esplorare i confini del corpo travalicandone la consueta collocazione a favore di un rapporto diretto e accessibile, che riduce la distanza tra pubblico e performer. Vissuta per anni negli Stati Uniti, Ariella Vidach si forma artisticamente con Trisha Brown, Twyla Tharp, Dana Reitz, Steven Petronio, Steve Paxton, Bill T. Jones. Negli anni Ottanta inizia l’attività coreografica con la realizzazione di spettacoli presentati in tutto il mondo, sino alla creazione nel 1996 dell’Associazione e Compagnia di danza Ariella Vidach - AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2005 la compagnia inaugura la propria dimora stabile all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano: nasce il DiDstudio (Danza Interattiva Digitale), centro di formazione, promozione e ricerca sulla danza contemporanea. Tra i lavori più recenti della Vidach ricordiamo .MOV (2009), Bodhi.solo (2012), TEXThop e Relais (2013). Vive attualmente a Milano dove insegna alla Civica Scuola Paolo Grassi e continua la sua attività di ricerca e produzione presso il DiDstudio, nonché l’impegno nella divulgazione della ricerca tra danza e tecnologie interattive con il progetto NAO Nuovi Autori Oggi (2010-2014), di cui è direttrice artistica. aiep.org The Loose Collective (AT) The Old Testament According To The Loose Collective sabato 28 marzo h 21.00 Teatro Franco Parenti durata 60 minuti spettacolo in lingua inglese con sopratitoli in italiano ideazione e interpretazione Alex Deutinger, Alexander Gottfarb, Thomas Kasebacher, Marta Navaridas, Anna Maria Nowak musiche originali Guenther Berger, Stephan Sperlich costumi Hanna Hollmann disegno luci Peter Thalhamer suono Stefan Ehgartner coproduzione Tanzquartier Wien, Kunstverein Archipelago Wien, Performanceinitiative 22 Graz in collaborazione con D.ID / Dance Identity Burgenland, The EU Culture Programme, Modul-Dance, DanceIreland Dublin, Dansenshus Stockholm, Dansescenen Copenhagen, CoFestival, Kino Siska Ljubljana con il sostegno di MA 7 – Kulturabteilung der Stadt Wien, Stadt Graz Kultur, Kultur Land Steiermark, BKA – Bundeskanzleramt Österreich Kultur Questo evento è reso possibile grazie a INTPA – INTERNATIONAL NET FOR DANCE AND PERFORMANCE AUSTRIA of Tanzquartier Wien con il sostegno di BKA e BMeIA. «spassoso, divertente, bellissimo» Der Falter Lo stile del giovane collettivo austriaco The Loose Collective sta conquistando negli ultimi anni il pubblico europeo: l’approccio del gruppo, composto da artisti internazionali con formazioni diverse (dalla danza, alla performance, dalla musica elettronica all’arte visiva) è anch’esso assolutamente eclettico e prescinde da strutture gerarchiche, mescolando alla forte carica scenica l’umorismo e il rifiuto delle convenzioni, dando vita ad un un cocktail sorprendente e coinvolgente. In The Old Testament According To The Loose Collective, TLC affronta il testo dell’Antico Testamento con rigore filologico, offrendone una traduzione che mescola la danza al canto corale, al post-punk e al beat-boxing restituendone la creatività e l’utopia, l’umana ambizione e frustrazione. Un lavoro che ha l’ambizione di mettere in scena integralmente il racconto, pur se osservato dal loro singolare punto di vista. Un’impresa titanica, che il gruppo affronta come una grande utopia, espressione di ambizioni umane e frustrazioni incontrollate. Un montaggio fisico e musicale, che mette insieme elementi di questo enorme corpus letterario giocando con i generi più disparati e mischiando le carte come in un grande gioco di associazioni e collegamenti dagli esiti imprevedibili. The Loose Collective è un collettivo di artisti internazionali basato in Austria, fondato nel 2009 da Guenther Berger (musicista), Alex Deutinger (interprete e coreografo), Alexander Gottfarb (danzatore), Thomas Kasebacher (performer), Hanna Hollmann (artista visiva), Marta Navaridas (coreografa), Anna Maria Nowak (danzatrice), Stephan Sperlich (musicista e compositore). I lavori di The Loose Collective rispecchiano la provenienza eterogenea dei suoi componenti, mescolando senza soluzione di continuità danza, musica, teatro e arte visiva. Ospite fisso dei più importanti appuntamenti internazionali con le performing arts (Winter Theatre Sochi, Co-Festival Kino Siska Ljubljana, Made in Dublin Festival, Impulstanz Festival Vienna, The Place London, Theatre Festival Graz, Mercat dels Flors Barcelona, Dansenshus Sweden, Tanz im August Berlin), fino ad ora il gruppo ha realizzato tre lavori da palco: Here Comes the Crook – a Contemporary Dance Musical (2010), The Old Testament According To The Loose Collective (2012) e The Game Game (2014). theloosecollective.at Alessandro Sciarroni (IT) Joseph_kids domenica 29 marzo h 16.00 | h 17.30 DiDstudio – Fabbrica del Vapore durata 30 minuti pensato per un pubblico dai 5 ai 10 anni ogni adulto deve essere accompagnato da almeno un bambino di Alessandro Sciarroni con Michele Di Stefano e un performer online Amy Bell consulenza drammaturgica Antonio Rinaldi produzione Corpoceleste C.C.00# in coproduzione con ARMUNIA / FESTIVAL INEQUILIBRIO con il sostegno di Marche Teatro in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese / La Scena dei Ragazzi «Un eccezionale gioco di ruolo e di costumi» Le Monde Dopo il grande successo di Joseph, il primo solo di Alessandro Sciarroni, che in meno di due anni è stato presentato in dieci paesi europei, l'autore torna a riflettere sui meccanismi della creazione scenica ripensando la produzione per il pubblico dell'infanzia. In Joseph_kids l’interprete, solo davanti a un computer portatile, va alla ricerca della sua immagine, che di volta in volta viene deformata, raddoppiata e (s)composta attraverso una webcam e alcuni semplici effetti riprodotti su un grande schermo. Il giovane pubblico diventa testimone di un percorso di evoluzione che, dapprima serio e rigoroso, diventa presto ironico e sorprendente, tra duelli western, la comparsa di un alieno, magie di raggi di luce e un finale a sorpresa. Il lavoro guida il pubblico dell'infanzia alla scoperta delle potenzialità creative dei mezzi tecnologici, stimolando l’osservazione e l’intuizione. Alessandro Sciarroni è performer, coreografo, regista, formatosi nell'ambito delle arti visive con alle spalle diversi anni di pratica teatrale. I suoi lavori, prodotti dal Teatro Stabile delle Marche in collaborazione con l'Associazione Corpoceleste_C.C.00#, di cui è direttore artistico, sono rappresentati all'interno di festival europei di danza e teatro contemporaneo di rilievo internazionale. Nel 2008 vince il premio Nuove Sensibilità con lo spettacolo If I was Madonna. Tra il 2009 e 2010 le sue produzioni entrano a far parte della rete Anticorpi Explo (I) e del prestigioso circuito internazionale Aerowaves. Nel 2010 è uno degli otto coreografi italiani selezionati all'interno del progetto Choreographic dialogues e svolge un mese di ricerca presso il Festival B-motion di Bassano del Grappa e il celebre istituto di coreografia SNDO di Amsterdam. Nel 2011 è uno dei due artisti italiani selezionati all'interno del progetto Choreoram, invitato a sviluppare un progetto di ricerca all'interno delle città di Zagabria, Copenaghen, Rotterdam, Bassano del Grappa, Madrid e Londra. Tra i suoi lavori più significativi ricordiamo Your girl (2007), Cowboys (2009) Lucky Star (2010), Joseph (2011), FOLK-S Will you still love me tomorrow? e UNTITLED_I will be there when you die (presentati rispettivamente all’undicesima ed alla dodicesima edizione di Uovo). Il prestigioso Festival d’Automne parigino ha ospitato una personale di Sciarroni nell’autunno 2014. alessandrosciarroni.it Cristina Rizzo (IT) BoleroEffect (Rapsodia_The long version) domenica 29 marzo h 21.00 Teatro Franco Parenti durata 50 minuti + Palm Wine dj set a seguire ideazione e coreografia Cristina Rizzo performance Annamaria Ajmone, Cristina Rizzo, Simone Bertuzzi elaborazione sonora e djing Simone Bertuzzi aka PALM WINE disegno luci e direzione tecnica Giulia Pastore produzione CAB008 con il sostegno di Regione Toscana MIBACT coproduzione Biennale Danza in collaborazione con Terni Festival «Una deliziosa coreografia, articolata e rigorosa». Silvia Poletti – delteatro.it La coreografa italiana Cristina Rizzo, che ha costruito la sua pluriennale carriera sul dialogo tra sperimentazione coreografica e riflessione teorica, presenta a Uovo BoleroEffect, prodotto dalla Biennale Danza. Il lavoro realizza un percorso trasformativo che si sviluppa a partire da una delle partiture orchestrali più conosciute al mondo: il Bolero di Ravel. Assunta come punto di partenza, luogo in cui ri-cominciare, la melodia di base, la sua ripetizione e dilatazione trascinano i danzatori in uno stato di turbolenza ed esaltazione, che presuppone una condizione di massima apertura del corpo. Rompendo il quadro della compostezza, la danza dà vita a un’esperienza inclusiva e trascina il pubblico in un felice coinvolgimento collettivo, attivando un luogo utopico di co-abitazione. L’energia coinvolgente evocata da BoleroEffect si propagherà in una dance hall border-crossing aperta a tutti; una corsa archeologica tra ritmi tropical e suadenti melodie a cura di Palm Wine. Cristina Rizzo è tra le figure di punta della danza contemporanea italiana. Formatasi alla Martha Graham School of Contemporary Dance di New York (dove ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown), ha collaborato con diverse realtà artistiche tra cui il Teatro Valdoca, Aldes/Roberto Castello, Stoa/Claudia Castellucci, mk, Virgilio Sieni Danza, Santasangre. È stata co-fondatrice della compagnia Kinkaleri con cui ha condiviso la creazione e programmazione di tutte le produzioni dal 1995 al 2007, circuitando nella scena della ricerca coreografica internazionale. Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione e sperimentazione coreografica proseguendo le proprie ricerche e realizzando svariati lavori, tra i quali vanno ricordati il progetto Dance N°3, con transiti di scrittura corporea tra i coreografi Eszter Salamon, Michele Di Stefano e Matteo Levaggi, la performance itinerante AHAH (in collaborazione con DanzaUrbana Festival Bologna, Festival della Filosofia di Modena, Aperto Festival), il progetto speciale Waudeville per il Festival F.I.S.C.O.10 con più di 100 comparse, i soli VOICE OVER (co-realizzato con la coreografa Eszter Salamon ), EX/porno e La Sagra della Primavera Paura e delirio a Las Vegas (presentato a Uovo nel 2013). È coreografa ospite del Balletto di Toscana Junior per il quale ha creato Senza Musica, il solo Variazione N° ed il balletto corale La Sagra della Primavera di Igor Stravinskij, prodotti da Reggio Emilia Danza. cristinarizzo.it Simone Bertuzzi, aka Palm Wine, è artista e ricercatore. Nel 2003 co-fonda Invernomuto, gruppo di ricerca audiovisiva con numerose partecipazioni nazionali e internazionali nelle aree delle arti visive e della musica. Nel 2009 dà vita al blog Palm Wine (palmwine.it), un'apertura verso i movimenti dei suoni e degli immaginari nel mondo post- globale, inebriati dai vapori dell'alcol. Palm Wine suona regolarmente come dj proponendo calde sonorità border- crossing. invernomuto.info SPECIAL EVENT Uovo performing arts festival e Mudec Museo delle Culture (IT) presentano Yvonne Rainer, Performance Demonstration #1, undated 1 sound tape reel. Written on box: Music lecture, Tiomkin, Trio A Lecture, Rehearsal lecture and door banging Chamber Bros. da venerdì 27 a domenica 29 marzo dalle h 17.30 alle h 19.30 Mudec Museo delle Culture durata 30 min ingresso libero fino ad esaurimento posti a cura di Valentina Sansone In occasione dell’apertura degli spazi espositivi del nuovissimo Museo delle Culture di Via Tortona, Uovo e Mudec presentano un evento basato sull’ascolto, che indaga pratiche performative contemporanee e offre nuovi spunti di riflessione sul concetto di documento e di archivio. Una traccia audio in inglese di circa 30 minuti, trasmessa in cuffie wi-fi per i visitatori di Uovo e del Mudec, documenta il “rehearsal” di Performance Demonstration di Yvonne Rainer del 1968. L’ascolto dell’audio originale, dagli archivi del Getty Research Institute a Los Angeles, permette di espandere lo spazio performativo. Il movimento del pubblico che si sposta nel museo è inteso come oggetto che si attiva a partire da una condizione immateriale e traccia una coreografia inedita. Danzatrice, coreografa, filmmaker e scrittrice, tra i fondatori del Judson Dance Theatre nel 1962, Yvonne Rainer (San Francisco, USA, 1934) è una delle figure più influenti degli ultimi 50 anni. Il suo lavoro ha attraversato discipline e movimenti: danza, cinema, femminismo, minimalismo, art concettuale e post modernismo. Presentata per la prima volta alla Performing arts Library di New York, Performance Demonstration è un manifesto sulla danza, sulle sue declinazioni e contaminazioni. Primo di una serie di pezzi compositi di Rainer, la performance mescolava materiale selezionato: frammenti di coreografia, monologhi parlati, proiezioni, suoni, filmati. Questo formato inedito, senza ordini né confini, rappresenta una fase di sperimentazione nella storia della danza contemporanea, per forma e contenuti, e per le modalità di partecipazione del pubblico; non si tratta di un lavoro esplicitamente politico, ma documenta prese di posizioni radicali, sulla scia dei movimenti di contestazione della fine degli anni Sessanta. Performance Demonstration avrebbe segnato il passaggio da opere di impianto più statico, quali The Mind is A Muscle (1966), alle opere successive dell’artista statunitense, più ricettive e dinamiche. Guest Curator di Uovo 2015, Valentina Sansone è critica e curatrice indipendente d’arte contemporanea. Research Fellow alla Konstfack University a Stoccolma, è stata curatrice all’Istituto Svizzero di Roma (Roma/Milano) dal 2009 al 2014 e Managing Editor di Flash Art International (2007-2009). mudec.it