SCHEDE ARTISTI
Milano, 25_29 marzo 2015
tredicesima edizione
Teatro Franco Parenti
Fondazione Adolfo Pini
DiDstudio
Mudec Museo delle Culture
Massimo Furlan (CH)
Tunnel
mercoledì 25 marzo h 19.30 [opening]
da giovedì 26 a domenica 29 marzo dalle h 16.00
Teatro Franco Parenti
prima assoluta
nuova creazione nell’ambito del progetto TRANS
video
durata 45 minuti loop
di e con Massimo Furlan drammaturgia Claire de Ribaupierre video Bastien Genoux
direttore tecnico Antoine Friderici fotografo Pierre Nydegger suono Philippe de Rham
operatore Thibault Maury produzione Numero23Prod. in collaborazione con Sociétés de
Gestion du Tunnel du Grand St-Bernard coproduzione Uovo e Performa festival all’interno di
TRANS: un network sulle performing arts tra Svizzera e Italia. TRANS è parte del progetto
“Viavai – contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”
«Un momento al di fuori delle regole e del tempo, che Furlan riesce a sublimare
sottraendolo all’ordinario»
Le Courrier
Massimo Furlan, artista tra i più originali della scena europea, affronta la questione
del confine e del passaggio in maniera tanto fisica e letterale quanto simbolica. In
Tunnel, opera commissionata da Uovo, l’artista riflette sui temi complementari della
comunicazione e della separazione, attingendo dalla propria esperienza personale e
dalla propria memoria. I dati biografici di Furlan, nato in Svizzera da genitori italiani,
lo pongono al crocevia tra i due Paesi. Riconnettendosi a ricordi d’infanzia, di viaggi
in auto attraverso il confine, l’artista attraversa di corsa i sei chilometri della galleria
del Gran San Bernardo durante la notte dal 3 al 4 marzo. L’azione fisica della corsa,
privata di qualsiasi connotazione teatrale, viene scelta a rappresentazione del
momento emozionante e poetico in cui al centro di una montagna si passa da un
Paese all’altro.
Massimo Furlan è nato nel 1965 a Losanna da genitori italiani immigrati in Svizzera.
Il filo conduttore dei lavori di Furlan - sempre sospesi tra performance, teatro e
installazione - è la biografia, tanto che spesso i suoi progetti hanno preso le mosse
da un’immagine-ricordo: la fotografia di un cantante trovata nella stanza della sorella
(Je rêve/je tombe e Live me/Love me); i momenti nei quali, da bambino, giocava a
calcio da solo in camera ascoltando le partite alla radio (Furlan/ Numero 23, Numéro
10); o quelli nei quali, prima di andare a letto, si immaginava in pigiama e con un
foulard al collo di essere un super-eroe ((love story) Superman); o ancora quando,
adolescente, si innamorava perdutamente di una ragazza e non riusciva a parlarle
(Gran Canyon Solitude, Les filles et les garçons). Nel corso di tutto il suo lavoro,
Furlan interroga l’atto della rappresentazione rivisitando le icone dell’immaginario
collettivo, affrontando la questione dello scarto (e dello scacco) tra modello e copia,
ricavandone un effetto buffo e poetico al tempo stesso. Coprodotto ed invitato
regolarmente dai principali festival e teatri europei (Festival d’Avignon,
Theaterformen/Hannover, Steirischerherbst/Graz, Théâtres du Luxembourg, Théâtre
du Merlan/Marsiglia, Théâtre National/Mannheim), è stato ospite a Uovo nel 2008
con Blue Tired Heroes. Nel 2014 Furlan ha vinto il prestigioso Premio Svizzero per il
Teatro.
massimofurlan.com
Il progetto TRANS, nato da una collaborazione tra il festival svizzero Performa e
Uovo, ha selezionato quattro artisti italiani e svizzeri a cui sono state commissionate
nuove creazioni. Uovo 2015 presenta e sostiene le nuove produzioni di due artisti
svizzeri Massimo Furlan e Martin Schick attorno al tema del confine e dell’italianità.
Performa festival ha invece sostenuto e presentato nell’ottobre 2014 Ia produzione
del collettivo milanese Strasse e il lavoro della coreografa Francesca Cola.
TRANS è un progetto realizzato nell’ambito di «Viavai – Contrabbando culturale
Svizzera-Lombardia», un programma di scambi binazionali promosso dalla
Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato con i
cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il
patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di
Milano.
viavai-cultura.net
Silvia Boschiero | Silvia Costa (IT)
A sangue freddo 1#
uno sguardo attraverso il taglio
mercoledì 25 marzo h 19.30 [opening]
da giovedì 26 a domenica 29 marzo dalle h 16.00
Teatro Franco Parenti
mostra fotografica
progetto di Silvia Costa e Silvia Boschiero foto di Silvia Boschiero coproduzione Uovo
Silvia Costa, tra le espressioni più interessanti della performing art in Italia (il suo
lavoro è sostenuto da Uovo fin dagli esordi), propone per questa edizione di Uovo un
doppio lavoro (installativo e performativo) sul corpo come confine tra esterno ed
interno: un confine sottile ma definitivo, eppure mai abbastanza esplorato.
Al centro della mostra fotografica, prima tappa di questo lavoro realizzata in
collaborazione con Silvia Boschiero, ci sono ossa, vene, arterie, muscoli, nervi,
organi: quella materia invisibile, ma viva e pulsante di cui siamo fatti e che ci
costituisce come corpi, emerge nelle immagini che compongono questa mostra,
come uno strato epidermico rovesciato, un'altra pelle di cui rivestirsi. La carta su cui
sono impresse le immagini dell'interno, e che avvolge come un involucro il corpo, è
usata come una lente che mette in luce, isola e seziona, squarcia la cute fragile e
sottile, per far entrare il nostro sguardo di spettatori in zone interne, nascoste, giù
nelle viscere e nell'oscuro del corpo.
È un corpo studiato quello che appare in questi scatti, analizzato nella molteplicità
delle sue forme, dove l'interno si salda nella grazia delle pose al suo esterno, dove lo
strato profondo si fa fredda superficie; dove il sangue non diventa altro che un
decoro, lo scheletro un pizzo, i fasci muscolari un ornamento.
Regista e performer, Silvia Costa si diploma nel 2006 in Arti Visive e dello
Spettacolo all'Università IUAV di Venezia. Nello stesso anno inizia a lavorare con la
compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio, per la produzione Hey Girl! come
attrice protagonista, e da allora fino ad oggi ha contribuito a tutte le seguenti
produzioni del regista Romeo Castellucci (2008, Vexilla regis prodeunt Inferni; 2009,
Inferno, nel ruolo di Andy Warhol; 2010, Sul concetto di volto nel figlio di Dio; 2011, Il
velo nero del pastore; 2012, Folk, progetto speciale per la Ruhr Biennale, lavorando
come assistente alla regia; 2012, The Four Seasons Restaurant, spettacolo
attualmente in tourneé, sia come attrice che come assistente alla regia). Nel gennaio
del 2011 ha lavorato al teatro d'Opera di Bruxelles La Monnaie de Munt, come
collaboratrice artistica per la prima opera lirica diretta da Romeo Castellucci, Parsifal
(Richard Wagner). Tra febbraio e marzo 2013 ha seguito come collaboratrice
artistica, la prima produzione di Romeo Castellucci per la Schaubuhne di Berlino,
entrata ora in repertorio. Dal 2007 al 2013, insieme al musicista e compositore
Lorenzo Tomio, avvia un progetto di creazione sotto il nome Plumes dans la tête. A
partire dal 2012, grazie ad una commissione da parte del festival Uovokids, è iniziato
un percorso di creazione di lavori legati all’infanzia. Negli ultimi due anni ha curato
come collaboratrice artistica alcuni dei più importanti lavori d’Opera e teatro di
Romeo Castellucci.
silvia-costa.com
Silvia Boschiero si diploma all'ISFAV (Istituto superiore fotografia e arti visive) di
Padova. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati in riviste come Vice, FlaG, Kult, Nero,
Mousse. Sviluppa una ricerca fotografica, con progetti personali, realizzando spesso
autoscatti, dove il corpo e il volto sono i principali oggetti di ricerca.
Laurent Chétouane (FR/DE)
M!M
mercoledì 25 marzo h 21.00
Teatro Franco Parenti
prima italiana
durata 50 minuti
interpretazione Matthieu Burner, Mikael Marklund coreografia Laurent Chétouane costumi
Sophie Reble drammaturgia Leonie Otto luci Stefan Riccius assistente Leonie Rodrian
responsabili produzione Christine Kammer (Büro Tom Stromberg) e Hendrik Unger
produzione Laurent Chétouane nel quadro del progetto TRANSFABRIK coprodotto da
HAU Hebbel am Ufer, Berlin; Theater Bremen; Kampnagel, Hamburg con il sostegno di
Basisförderung Berlin / Regierender Bürgermeister von Berlin – Senatskanzlei – Kulturelle
Angelegenheiten con la gentile partecipazione di Dock11/*****Eden Berlin
«Una coreografia in galleggiamento, che riesce a mantenere costantemente viva
l’illusione»
Der Tagesspiegel
Laurent Chétouane è uno dei più originali artisti della danza contemporanea e uno
dei più controversi registi del teatro tedesco. Il duetto M!M, Matthieu Burner e Mikael
Marklund, ispirato al testo Politiche dell'amicizia del filosofo Jacques Derrida, esplora
il gesto coreografico a partire dal concetto di amicizia fino ad arrivare alle accezioni
più vicine alla sfera politica e sociale. L’atto del coreografo si avvicina a quello del
creatore di “aperture”, permettendo di ripensare alcune questioni comuni essenziali
alla politica ed alla danza: quali frontiere dividono e definiscono un possibile spazio
comune? Come organizzare una relazione, una “democrazia”, superando il conflitto?
Fiducia, allegria, minaccia, rassegnazione e virtuosismo giocano tutti la loro parte
mostrando la complessità di una relazione sociale.
Laurent Chétouane (1973) dopo una laurea in Ingegneria ha intrapreso lo studio
della drammaturgia alla Sorbonne di Parigi e quello della regia presso la Frankfurt
University of Music and Performing Arts. Dal 2000 ha lavorato nei principali teatri
tedeschi (a Amburgo, Colonia, Monaco), lavorando sul repertorio classico (Schiller,
Kleist, Brecht, Büchner, Hölderlin) e contemporaneo (da Heiner Müller a Sarah
Kane). Dal 2006 ha creato come coreografo dodici pièce, tra le quali ricordiamo
Tanzstück #1 - #4 (2006), O (debutto al Festival di Avignone nel 2011), Sacré Sacre
du Printemps (prima mondiale nel 2012 al PACT Zollverein di Essen durante la
Ruhrtriennale) e BACH / PASSION / JOHANNES (presentato a Kampnagel Hamburg
lo scorso ottobre). Insegna presso l’Institute for Media and Theatre Studies della
Goethe University di Francoforte (Prof. Nikolaus Müller-Schöll), ed è professore
associato nelle università di Giessen, Berlino, Amburgo, Leipzig e Oslo.
La sua ultima produzione teatrale Antigone ha debuttato alla Schauspiel di Stoccarda
a gennaio.
laurentchetouane.com
mk (IT)
e-ink
giovedì 26 marzo h 21.00
Teatro Franco Parenti
durata 12 minuti
[la serata è composta da due performance: e-ink e RE//akumulacja]
con Biagio Caravano, Michele Di Stefano coreografia Michele Di Stefano musica Paolo
Sinigaglia disegno luci Vincenzo Dente produzione mk 1999 in collaborazione con
Festival Teatri 90/Ref.
«una danza esplosiva»
Danza&Danza
mk presenta a Uovo la versione originale di e-ink, che debuttò proprio sul
palcoscenico del Franco Parenti nel 1999. I medesimi performer che interpretarono il
lavoro sedici anni fa, lo ripresentano oggi offrendo al pubblico l’opportunità di
riconnettersi con uno degli spettacoli seminali della nuova coreografia europea, che
dagli anni Novanta investiga la dimensione ontologica della danza e ne mette in
discussione parametri acquisiti. La coreografia di Michele Di Stefano, Leone
d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia 2014, nasce come
riflessione sulle modalità e sui significati dei messaggi oracolari e divinatori. Ne
investiga l’esattezza e l’ambiguità, la capacità di comunicare e di confondere,
interpretandone le potenzialità compositive attraverso il cambiamento costante degli
stati corporei e il rimescolamento delle loro sequenze in segni.
La presenza di e-ink a Uovo è stata sollecitata dalla sua recente ricostruzione
per RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography, ideato e diretto da
Marinella Guatterini, un progetto che punta a dare risalto alla memoria della danza
contemporanea italiana anni '80/'90.
Michele Di Stefano, coreografo e performer, dopo gli studi universitari ha attraversato
la scena musicale punk-new wave degli anni ottanta per approdare ad un progetto
autodidatta di ricerca corporea con la fondazione di mk. Il gruppo è da subito invitato
nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in
Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo,
Francia etc e una presenza costante sul territorio nazionale. mk si occupa di
performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni più recenti: Robinson, Il
giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour,
indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata
dell'esotico, e le Instruction Series, ambienti performativi creati a distanza via mail in
collaborazione con Xing. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa
attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali Wasted, Clima,
Accademie Eventuali, Reform club e la Piattaforma della Danza Balinese assieme a
Cristina Rizzo e Fabrizio Favale. Nel 2014 la Biennale Danza assegna a Michele Di
Stefano il Leone d’argento per la Danza.
mkonline.it
Ramona Nagabczyńska (PL)
RE//akumulacja
giovedì 26 marzo h 21.00
Teatro Franco Parenti
prima italiana
durata 40 minuti
[la serata è composta da due performance: e-ink e RE//akumulacja]
coreografia Ramona Nagabczyńska interpretazione Ramona Nagabczyńska musica
Alexander Zekke video Miguel Nieto luci Jan Cybis produzione Komuna//Warszawa
partners Institute of Music and Dance in Poland (IMiT), Centrum w Ruchu il progetto è
sostenuto da culture.pl
Figura di spicco della giovane scena coreografica polacca e internazionale, Ramona
Nagabczyńska presenta a Uovo la prima italiana di una commissione basata
sull’idea di reinventare il lavoro di un’icona dell’arte contemporanea. Oggetto del
remix è il leggendario solo Accumulation di Trisha Brown, spettacolo emblematico
della danza postmoderna americana, capace di sovvertire i canoni tradizionali della
danza. ‘Accumulazione’ dunque come emblema del percorso rivoluzionario condotto
dalla coreografia contemporanea, ma anche come potente metodo compositivo, da
scoprire e riscoprire. Ripensarlo nel XXI secolo significa aprirsi alle possibilità offerte
dalla tecnologia, ma anche riflettere su come nel corpo danzante sia inscritta una
storia fatta di echi, citazioni e traduzioni che rivelano un affascinante caleidoscopio di
sfumature.
Danzatrice e coreografa, Ramona Nagabczyńska è nata a Toronto, in Canada, nel
1984, ma si è trasferita a 11 anni in Polonia, dove ha frequentato la Scuola di
Balletto Statale di Varsavia. Dopo il diploma, ha continuato la sua formazione presso
la Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte (Germania) e The
Place (Londra, UK). Ha lavorato tra gli altri con il Polish Dance Theatre, Saju Hari,
Fleur Darkin, Tom Dale, David Wampach, Paulina Ołowska e il Clod Ensemble, con
il quale collabora stabilmente dal 2008. Nello stesso anno ha fondato il collettivo
Universal Law of Impermanence (U/LOI) insieme a Kaya Kołodziejczyk. Il suo primo
lavoro Man's Best Friend è datato 2009. Tra i suoi lavori successivi ricordiamo la
video installazione Turao/Dziw (2010), New (Dis)Order (2012) e The Way Things
Dinge (2014), progetto tuttora attivo che ha debuttato al Museo d’Arte Moderna di
Varsavia.
All’inizio del 2013 la Nagabczyńska ha co-fondato a Varsavia il Centrum w Ruchu
(Centre in Motion), una cooperativa di artisti e coreografi che hanno occupato
temporaneamente uno spazio nella periferia della città, diventando uno dei centri più
interessanti per la danza e più in generale per la cultura in Polonia.
ramonanagabczynska.com
mk | Luca Trevisani | Roberta Mosca | Margherita Morgantin | Lorenzo Bianchi
Hoesch (IT)
SUB I.II.III.
venerdì 27 marzo h 16.00 | 17.30
sabato 28 marzo h 16.00 | 17.30
domenica 29 marzo h 16.00 | 17.30
Fondazione Adolfo Pini
prima assoluta
durata 40 minuti
produzione mk 2015 coproduzione Uovo e Fondazione Adolfo Pini progetto Storie
Milanesi
All’interno del progetto Storie Milanesi, Fondazione Adolfo Pini e Uovo invitano la
compagnia mk ad abitare gli spazi della Fondazione, come primo capitolo di una
“collezione performativa”. Durante un breve periodo di residenza negli spazi della
Fondazione in Corso Garibaldi, mk riflette sul concetto di spazio abitativo inteso
come luogo dell’equilibrio tra interno ed esterno, dove “abitare” viene inteso come
tracciare una frontiera e definire dei limiti, e coinvolge in azioni diverse artisti
altrettanto differenti tra loro, i due artisti visivi Luca Trevisani e Margherita Morgantin,
Roberta Mosca, già performer con The William Forsythe Company, e il compositore
Lorenzo Bianchi Hoesch.
Il tentativo è quello di riflettere sulla vocazione all’ospitalità in sé, che è il gesto primo
di trasformazione dello spazio privato in un luogo di “arrotondamento” con l’esterno.
E lo spazio privato ha, in questo caso, caratteristiche specifiche molto forti: si tratta
infatti di una casa che è emblema stesso della casa borghese, ovvero del luogo in
cui prima e meglio che altrove si è assistito ad un passaggio da una visione più
estetica e romantica (tipica delll’Ottocento) ad una più scientifica e razionale
(alll’inizio dello scorso secolo).
Per operare su questa linea di pensiero mk chiede gesti differenti agli artisti coinvolti:
Luca Trevisani trasloca nella sala al pianterreno della Fondazione il suo gabinetto
alchemico privato, riproducendolo ed abitandolo senza inibizioni come in una
kermesse pseudoscientifica; Margherita Morgantin studia la dinamica microclimatica
che accoglie il pubblico nei vari ambienti della casa, concentrandosi in particolare
sulla collezione di dipinti di Renzo Bongiovanni Radice; Roberta Mosca costruisce
una coreografia inedita nel salone centrale dello spazio abitativo; Lorenzo Bianchi
Hoesch crea la colonna sonora del lavoro, cercando il volume per questa possibile
apertura sul vuoto. Una collezione performativa unica, costantemente aperta
all’improvvisazione ed alla variabilità, che si snoda come un percorso itinerante negli
spazi suggestivi della Fondazione. Per 30 spettatori alla volta.
Storie Milanesi / Fondazione Adolfo Pini e Uovo
Storie Milanesi è un progetto innovativo di Fondazione Adolfo Pini a cura di Rosanna
Pavoni, che accompagna il viaggiatore in un percorso urbano inedito per guardare
alla città, ai suoi quartieri, ai suoi luoghi più simbolici attraverso lo sguardo sensibile
di quei cittadini che hanno lasciato un patrimonio di cultura, di saperi, di bellezza. Il
sito del progetto (storiemilanesi.org) si presenta come uno spazio digitale per
scoprire una Milano diversa nel suo reticolo di quattordici case museo, atelier
d’artista e studi di architetti e designer: dal museo Poldi Pezzoli alla casa del
Manzoni; dalla Fondazione Adolfo Pini allo studio museo di Vico Magistretti. Un
percorso insolito guidato da segnavia originali che accompagnano il viaggiatore fin
sulla soglia di queste residenze in cui si riverbera la storia e lo spirito della città.
La collaborazione tra Fondazione Adolfo Pini e Uovo nasce con l’obiettivo di
declinare in ambito performativo il progetto Storie Milanesi, invitando gli artisti a
realizzare una produzione performativa ad hoc per questi luoghi dell’abitare
domestico e professionale. Si produrrà così un “catalogo”, un “archivio” delle
performance e verrà creata una vera e propria “collezione performativa” della
Fondazione Adolfo Pini.
Michele Di Stefano, coreografo e performer, dopo gli studi universitari ha
attraversato la scena musicale punk-new wave degli anni ottanta per approdare ad
un progetto autodidatta di ricerca corporea con la fondazione di mk. Il gruppo è da
subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con
date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna,
Portogallo, Francia etc e una presenza costante sul territorio nazionale. mk si occupa
di performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni più recenti: Robinson,
Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour,
indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata
dell'esotico, e le Instruction Series, ambienti performativi creati a distanza via mail in
collaborazione con Xing. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa
attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali Wasted, Clima,
Accademie Eventuali, Reform club e la Piattaforma della Danza Balinese assieme a
Cristina Rizzo e Fabrizio Favale. Nel 2014 la Biennale Danza assegna a Michele Di
Stefano il Leone d’argento per la Danza.
mkonline.it
Luca Trevisani (Verona, 1979) è uno degli enfant prodige dell’arte contemporanea
italiana, vincitore tra gli altri del Premio Furla nel 2007 e del New York Prize nel
2010. Attivo tra l'Italia e la Germania, la sua ricerca si sviluppa tra scultura e video,
attraversando le performing arts, grafica, design, cinema sperimentale e architettura.
Nei suoi lavori niente è stabile: la sua è una 'scultura' che si arrende al logorio delle
cose, alla vita della materia, in una continua definizione dell’identità e dei suoi limiti.
Trevisani ha esposto in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, e ha
pubblicato The effort took its tools (Argobooks 2008), Luca Trevisani (Silvana
editoriale 2009), The Art of Folding for young and old (Cura 2012) e Water Ikebana
(Humboldt Books 2014). Il suo primo lungometraggio Glaucocamaleo (2014),
documentario di fantascienza, è stato presentato al Roma film festival.
lucatrevisani.eu
Roberta Mosca è considerata una delle migliori danzatrici contemporanee. Ha
studiato e lavorato presso: Scuola di ballo Teatro alla Scala Milano, John Cranko
Schule Stoccarda, Opera di Vienna, Opera di Lipsia, Aterballetto, Maggio Fiorentino,
Ballet Frankfurt con William Forsythe. Dal 2005 è stata membro stabile della
Forsythe Company a Francoforte. Attiva dal 2002 come danzatrice e coreografa free
lance, ha collaborato recentemente con MAMAZA, mk, Laurent Chétouane, espz,
Marinella Senatore, David Kern, nel 2003 ha ideato in collaborazione con Cora Bos
Kroese Biarteca, festival interdisciplinare in Valle Cervo (BI) che nel 2014 ha
raggiunto l’XI edizione.
Margherita Morgantin, artista visiva, è nata a Venezia, e si è laureata in Architettura
allo I.U.A.V., dipartimento di Fisica Tecnica, studiando metodi di previsione della luce
naturale. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Il suo
lavoro parte dall’osservazione e dalla descrizione di situazioni concrete e si articola
in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance. Ha pubblicato il libro
di testi brevi e disegni Titolo variabile (Quodlibet 2009), e il libro Agenti autonomi e
sistemi multiagente (Quodlibet 2012) realizzato con Michele Di Stefano.
margheritamorgantin.eu
Lorenzo Bianchi Hoesch è un compositore e performer basato a Parigi. Ha ricevuto
commissioni da svariate istituzioni internazionali tra cui: Groupe de Recherche
Musical (GRM), Biennale di Venezia, Opera di Gothenburg, Ballet National de
Marseille, Santarcangelo Festival, Romaeuropa, Aterballetto e ha suonato in
Europa, Giappone, Cina, Indonesia, USA. Oltre che con mk, collabora con altri artisti,
coreografi e performer tra cui Richard Siegal, e con l’Ircam/Centre Pompidou di
Parigi. È professore di composizione elettroacustica all’Università della FrancheComté e al Conservatorio di Montbeliard, Francia.
lorbi.info
Silvia Costa (IT)
A sangue freddo 2#
venerdì 27 marzo h 21.00 | h 22.30
Teatro Franco Parenti
prima assoluta
durata 15 minuti
[la serata è composta da due performance: A sangue freddo 2# e Made for Italy]
ideazione Silvia Costa con Silvia Costa e Laura Pante suono Lorenzo Tomio
coproduzione Uovo
A partire dalle immagini della mostra realizzata con Silvia Boschiero, Silvia Costa
crea in esclusiva per Uovo una performance in cui il corpo immortalato si fa
appendice temporale di questo processo di disgregazione degli strati. Dal bianco e
nero si passa al colore, ci si stacca dal piano per rivolgerci a un tutto tondo. Il
pubblico è chiamato a osservare, come in una sala anatomica, il corpo umano nelle
sue parti e nella sua morfologia. Il suo sguardo è come un bisturi tagliente e
impietoso, che disseziona, penetra e sconvolge l'adesione fra interno ed esterno, fra
superficie e volume, tra massa e forma. Il corpo vive, ma implora il ritorno
all'inorganico.
Regista e performer, Silvia Costa si diploma nel 2006 in Arti Visive e dello
Spettacolo all'Università IUAV di Venezia. Nello stesso anno inizia a lavorare con la
compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, per la produzione Hey Girl! come
attrice protagonista, e da allora fino ad oggi ha contribuito a tutte le seguenti
produzioni del regista Romeo Castellucci (2008, Vexilla regis prodeunt Inferni; 2009,
Inferno, nel ruolo di Andy Warhol; 2010, Sul concetto di volto nel figlio di Dio; 2011, Il
velo nero del pastore; 2012, Folk, progetto speciale per la Ruhr Biennale, lavorando
come assistente alla regia; 2012, The Four Seasons Restaurant, spettacolo
attualmente in tourneé, sia come attrice che come assistente alla regia). Nel gennaio
del 2011 ha lavorato al teatro d'Opera di Bruxelles La Monnaie de Munt, come
collaboratrice artistica per la prima opera lirica diretta da Romeo Castellucci, Parsifal
(Richard Wagner). Tra febbraio e marzo 2013 ha seguito come collaboratrice
artistica, la prima produzione di Romeo Castellucci per la Schaubuhne di Berlino,
entrata ora in repertorio. Dal 2007 al 2013, insieme al musicista e compositore
Lorenzo Tomio, avvia un progetto di creazione sotto il nome Plumes dans la tête. A
partire dal 2012, grazie ad una commissione da parte del festival Uovokids, è iniziato
un percorso di creazione di lavori legati all’infanzia. Negli ultimi due anni ha curato
come collaboratrice artistica alcuni dei più importanti lavori d’Opera e teatro di
Romeo Castellucci.
silvia-costa.com
Martin Schick (CH)
Made for Italy
venerdì 27 marzo h 21.30
Teatro Franco Parenti
prima assoluta
nuova creazione nell’ambito del progetto TRANS
durata 30 minuti
[la serata è composta da due performance: A sangue freddo 2# e Made for Italy]
di e con Martin Schick, Viviane Pavillon produzione INGOODCOMPANY coproduzione
Uovo e Performa festival all’interno di TRANS: un network sulle performing arts tra Svizzera
e Italia. TRANS è parte del progetto “Viavai – contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”
Made for Italy è una forma sperimentale di approccio culturale praticato sul palco,
uno sguardo esterno di chi, pur partendo dalla scoperta degli aspetti più banali, vuole
cogliere l’essenza più profonda. L’idea scaturisce da un fatto autobiografico
dell’artista svizzero: mentre la tendenza degli ultimi anni ha visto migliaia di italiani
trasferirsi a Berlino, lui va controcorrente e da Berlino si trasferisce in Italia. Schick è
un artista indipendente che opera al di fuori dei formati convenzionali per favorire
contaminazioni tra la performance e la vita quotidiana. È accompagnato da Viviane
Pavillon, artista performativa svizzera, con la quale si imbarcherà quasi “per caso” in
una full immersion nella cultura, lingua e società italiana, allo scopo di impararne sia
le regole che le scorciatoie per evitarle, di fare amicizia con i membri del pubblico per
poi concludere affari con loro. Schick ha lo spirito di chi vuole mettere in discussione
stereotipi e invertire tendenze, e con umorismo e ottimismo si chiede: “e se ci
trasferissimo tutti in Italia?”.
Il progetto TRANS, nato da una collaborazione tra il festival svizzero Performa e
Uovo, ha selezionato quattro artisti italiani e svizzeri a cui sono state commissionate
nuove creazioni. Uovo 2015 presenta e sostiene le nuove produzioni di due artisti
svizzeri Massimo Furlan e Martin Schick attorno al tema del confine e dell’italianità.
Performa festival ha invece sostenuto e presentato nell’ottobre 2014 Ia produzione
del collettivo milanese Strasse e il lavoro della coreografa Francesca Cola.
TRANS è un progetto realizzato nell’ambito di «Viavai – Contrabbando culturale
Svizzera-Lombardia», un programma di scambi binazionali promosso dalla
Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato con i
cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il
patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di
Milano.
viavai-cultura.net
Martin Schick, artista e performer svizzero, vive e lavora a Berlino. Dopo una breve
carriera come danzatore, si è formato in teatro all’Istituto Superiore per le Arti di
Berna. Dal 2007 lavora alla creazione di opere indipendenti di danza e teatro:
convinto che il teatro sia un luogo di permanente trasformazione, il suo lavoro è alla
costante ricerca del particolare, dell’impuro e dell’inaspettato, nel tentativo di
interferire e smontare le convenzioni interne al teatro stesso e alla nostra vita di tutti i
giorni. Tra i suoi lavori, rappresentati in tutto il mondo (dall’Europa al Sudafrica alla
Cina), ricordiamo Title (2009), CMMN SNS PRJCT (2011), NOT MY PIECE (2013),
Holiday on Stage e THE SPECTACULAR SPECTATOR (2014).
Sta attualmente lavorando per la Fondation Nestlé pour l’Art all’acquisto e alla
ristrutturazione di un bunker militare nelle montagne svizzere per il progetto ARTIST
RESISTANCE e sta aprendo uno spazio aperto per la pratica performativa a Berna,
in Svizzera.
martinschick.com
Uovo à la coque (IT)
Un pranzo con gli artisti
progetto speciale
sabato 28 marzo h 13.00
Teatro Franco Parenti
Un incontro informale e fuori dagli schemi dove il pubblico potrà sedersi a tavola
insieme agli artisti del festival nella cucina allestita all’interno del Teatro Franco
Parenti. Tra gli artisti presenti all’insolita chiacchierata in puro stile “Uovo à la coque”:
The Loose Collective, Cristina Rizzo, Michele Di Stefano, Biagio Caravano, Simone
Bertuzzi/Palm Wine, Martin Schick, Silvia Costa e Ariella Vidach.
Per info e prenotazioni: +39 348 8039149
Ariella Vidach – AiEP (IT)
CAPTURE
sabato 28 marzo h 17.30
DiDstudio – Fabbrica del Vapore
prima assoluta
durata 60 minuti + incontro con il pubblico a seguire
[L’evento è composta da quattro performance]
RED HOQUETUS coreografia e danza: Camilla Monga - musiche: Luca Scapellato ALTRA
DANZA SUL TEMA DELLA PRODUZIONE DELLO SPAZIO coreografia, testo e danza:
Annika Pannitto - supervisione musicale: Rodrigo Faina - un ringraziamento speciale a:
Alessandra Sini, Ariella Vidach, Elisa D’Amico e Marta Sponzilli BORDERS coreografia:
Gabriele Valerio - danza: Matilde Orrico, Alice Raffaelli, Serena Maiacco BOOTH
coreografie: Ariella Vidach - in collaborazione con: Alessia Cafariello, Serena Malacco,
Camilla Perani e Alessio Scandale.
Uovo e Ariella Vidach selezionano tre coreografi emergenti, già protagonisti del
progetto NAO Nuovi Autori Oggi (ed. 2014) e propongono loro una seconda
residenza presso il DiDstudio, invitandoli a lavorare sul tema del “confine”. Il risultato
del loro studio viene presentato a Uovo insieme alla documentazione del processo
creativo: ai giovani autori è stato infatti richiesto di documentare le fasi della
creazione attraverso video, immagini e testimonianze da condividere
successivamente con il pubblico. Alle tre performance seguirà la presentazione della
nuova produzione firmata Ariella Vidach, Booth, che vede il coinvolgimento attivo di
quattro giovani artisti.
RED HOQUETUS
di CAMILLA MONGA
Red hoquetus è una sovrapposizione di piccoli oggetti e tessuti di colore rosso che
esprime la rottura del ritmo in uno schema di movimenti regolare e ripetitivo.
Il rosso segna il confine che separa una partitura ritmica e coreografica da un’altra:
appare come un piccolo dettaglio del costume di scena per poi affermarsi come
colore dominante che determina lo sviluppo della coreografia fino a ingrandirsi e
accendere come in un quadro il fondo stesso della tela.
ALTRA DANZA SUL TEMA DELLA PRODUZIONE DELLO SPAZIO
di ANNIKA PANNITTO
Questa danza nasce nell’ambito di una ricerca pratica e teorica sul tema della
produzione di spazio a partire da un corpo in movimento. Il desiderio è produrre ed
esporre una danza che, come un oggetto, può essere utilizzata dalle persone
presenti e considerata come spazio ‘comune’, ovvero un luogo d’incontro che può
essere definito solo in base alla partecipazione e alle molteplici relazioni che si
generano tra chi produce la danza e chi la osserva. In questo luogo il confine è
inteso come spazio di transizione dove domande, riflessioni, movimenti visibili e
meno visibili emergono per ridefinire e reinventare le condizioni di spazio e tempo.
BORDERS
di GABRIELE VALERIO
Ogni giorno mostriamo al mondo una parte di noi, quella maschera presentabile e
socialmente accettabile. Borders esplora i lati più nascosti del nostro essere,
l’osceno che c'è in ognuno di noi. Borders mette in scena l’area di confine tra
pubblico e privato, indagando quel campo di azioni che sfiora il limite sociale senza
travalicarlo ma che può esplodere nel privato.
Questo lavoro nasce dall’esigenza di esplorare il concetto di violenza, visto sia come
istinto primordiale che nella sua accezione più sottile e sociologica. Ogni giorno
scendiamo a patti tra i nostri istinti e i comportamenti socialmente accettabili, in una
costante negoziazione tra ciò che può essere mostrato e ciò che deve essere
nascosto, in una sorta di dicotomia umano-animale. Borders cerca di sondare tutto
quello che vive in questo sottile confine: che succede se potessimo mostrare i nostri
stati più osceni? Cosa succederebbe se dessimo libero sfogo ai nostri istinti?
BOOTH
di ARIELLA VIDACH
Anche in questa occasione Ariella Vidach si misura con il rapporto tra movimento e
suono per indagare la vocalità come estensione dell’azione in una relazione che
esplora il gesto nella sua sintesi, asciugato, incisivo, drastico.
Il progetto è realizzato con un gruppo di giovani interpreti che si cimentano in questa
produzione collaborando alla creazione di una partitura corpo/voce/suono che
inneschi una successione di eventi oltre che un coinvolgimento del pubblico, che non
si limita ad essere semplice osservatore, ma diventa interlocutore partecipe.
Booth è la prima di una serie di produzioni che ha l’obiettivo di esplorare i confini del
corpo travalicandone la consueta collocazione a favore di un rapporto diretto e
accessibile, che riduce la distanza tra pubblico e performer.
Vissuta per anni negli Stati Uniti, Ariella Vidach si forma artisticamente con Trisha
Brown, Twyla Tharp, Dana Reitz, Steven Petronio, Steve Paxton, Bill T. Jones. Negli
anni Ottanta inizia l’attività coreografica con la realizzazione di spettacoli presentati
in tutto il mondo, sino alla creazione nel 1996 dell’Associazione e Compagnia di
danza Ariella Vidach - AiEP, con la quale produce performance multimediali che
affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia.
Nel 2005 la compagnia inaugura la propria dimora stabile all’interno della Fabbrica
del Vapore di Milano: nasce il DiDstudio (Danza Interattiva Digitale), centro di
formazione, promozione e ricerca sulla danza contemporanea. Tra i lavori più recenti
della Vidach ricordiamo .MOV (2009), Bodhi.solo (2012), TEXThop e Relais (2013).
Vive attualmente a Milano dove insegna alla Civica Scuola Paolo Grassi e continua
la sua attività di ricerca e produzione presso il DiDstudio, nonché l’impegno nella
divulgazione della ricerca tra danza e tecnologie interattive con il progetto NAO
Nuovi Autori Oggi (2010-2014), di cui è direttrice artistica.
aiep.org
The Loose Collective (AT)
The Old Testament According To The Loose Collective
sabato 28 marzo h 21.00
Teatro Franco Parenti
durata 60 minuti
spettacolo in lingua inglese con sopratitoli in italiano
ideazione e interpretazione Alex Deutinger, Alexander Gottfarb, Thomas Kasebacher,
Marta Navaridas, Anna Maria Nowak musiche originali Guenther Berger, Stephan Sperlich
costumi Hanna Hollmann disegno luci Peter Thalhamer suono Stefan Ehgartner
coproduzione Tanzquartier Wien, Kunstverein Archipelago Wien, Performanceinitiative 22
Graz in collaborazione con D.ID / Dance Identity Burgenland, The EU Culture Programme,
Modul-Dance, DanceIreland Dublin, Dansenshus Stockholm, Dansescenen Copenhagen, CoFestival, Kino Siska Ljubljana con il sostegno di MA 7 – Kulturabteilung der Stadt Wien,
Stadt Graz Kultur, Kultur Land Steiermark, BKA – Bundeskanzleramt Österreich Kultur
Questo evento è reso possibile grazie a INTPA – INTERNATIONAL NET FOR DANCE AND
PERFORMANCE AUSTRIA of Tanzquartier Wien con il sostegno di BKA e BMeIA.
«spassoso, divertente, bellissimo»
Der Falter
Lo stile del giovane collettivo austriaco The Loose Collective sta conquistando negli
ultimi anni il pubblico europeo: l’approccio del gruppo, composto da artisti
internazionali con formazioni diverse (dalla danza, alla performance, dalla musica
elettronica all’arte visiva) è anch’esso assolutamente eclettico e prescinde da
strutture gerarchiche, mescolando alla forte carica scenica l’umorismo e il rifiuto delle
convenzioni, dando vita ad un un cocktail sorprendente e coinvolgente. In The Old
Testament According To The Loose Collective, TLC affronta il testo dell’Antico
Testamento con rigore filologico, offrendone una traduzione che mescola la danza al
canto corale, al post-punk e al beat-boxing restituendone la creatività e l’utopia,
l’umana ambizione e frustrazione.
Un lavoro che ha l’ambizione di mettere in scena integralmente il racconto, pur se
osservato dal loro singolare punto di vista. Un’impresa titanica, che il gruppo affronta
come una grande utopia, espressione di ambizioni umane e frustrazioni incontrollate.
Un montaggio fisico e musicale, che mette insieme elementi di questo enorme
corpus letterario giocando con i generi più disparati e mischiando le carte come in un
grande gioco di associazioni e collegamenti dagli esiti imprevedibili.
The Loose Collective è un collettivo di artisti internazionali basato in Austria,
fondato nel 2009 da Guenther Berger (musicista), Alex Deutinger (interprete e
coreografo), Alexander Gottfarb (danzatore), Thomas Kasebacher (performer),
Hanna Hollmann (artista visiva), Marta Navaridas (coreografa), Anna Maria Nowak
(danzatrice), Stephan Sperlich (musicista e compositore). I lavori di The Loose
Collective rispecchiano la provenienza eterogenea dei suoi componenti, mescolando
senza soluzione di continuità danza, musica, teatro e arte visiva. Ospite fisso dei più
importanti appuntamenti internazionali con le performing arts (Winter Theatre Sochi,
Co-Festival Kino Siska Ljubljana, Made in Dublin Festival, Impulstanz Festival
Vienna, The Place London, Theatre Festival Graz, Mercat dels Flors Barcelona,
Dansenshus Sweden, Tanz im August Berlin), fino ad ora il gruppo ha realizzato tre
lavori da palco: Here Comes the Crook – a Contemporary Dance Musical (2010),
The Old Testament According To The Loose Collective (2012) e The Game Game
(2014).
theloosecollective.at
Alessandro Sciarroni (IT)
Joseph_kids
domenica 29 marzo h 16.00 | h 17.30
DiDstudio – Fabbrica del Vapore
durata 30 minuti
pensato per un pubblico dai 5 ai 10 anni
ogni adulto deve essere accompagnato da almeno un bambino
di Alessandro Sciarroni con Michele Di Stefano e un performer online Amy Bell consulenza
drammaturgica Antonio Rinaldi produzione Corpoceleste C.C.00# in coproduzione con
ARMUNIA / FESTIVAL INEQUILIBRIO con il sostegno di Marche Teatro in collaborazione
con Teatro Pubblico Pugliese / La Scena dei Ragazzi
«Un eccezionale gioco di ruolo e di costumi»
Le Monde
Dopo il grande successo di Joseph, il primo solo di Alessandro Sciarroni, che in
meno di due anni è stato presentato in dieci paesi europei, l'autore torna a riflettere
sui meccanismi della creazione scenica ripensando la produzione per il pubblico
dell'infanzia. In Joseph_kids l’interprete, solo davanti a un computer portatile, va alla
ricerca della sua immagine, che di volta in volta viene deformata, raddoppiata e
(s)composta attraverso una webcam e alcuni semplici effetti riprodotti su un grande
schermo. Il giovane pubblico diventa testimone di un percorso di evoluzione che,
dapprima serio e rigoroso, diventa presto ironico e sorprendente, tra duelli western,
la comparsa di un alieno, magie di raggi di luce e un finale a sorpresa. Il lavoro guida
il pubblico dell'infanzia alla scoperta delle potenzialità creative dei mezzi tecnologici,
stimolando l’osservazione e l’intuizione.
Alessandro Sciarroni è performer, coreografo, regista, formatosi nell'ambito delle
arti visive con alle spalle diversi anni di pratica teatrale. I suoi lavori, prodotti dal
Teatro
Stabile
delle
Marche
in
collaborazione
con
l'Associazione
Corpoceleste_C.C.00#, di cui è direttore artistico, sono rappresentati all'interno di
festival europei di danza e teatro contemporaneo di rilievo internazionale. Nel 2008
vince il premio Nuove Sensibilità con lo spettacolo If I was Madonna. Tra il 2009 e
2010 le sue produzioni entrano a far parte della rete Anticorpi Explo (I) e del
prestigioso circuito internazionale Aerowaves. Nel 2010 è uno degli otto coreografi
italiani selezionati all'interno del progetto Choreographic dialogues e svolge un mese
di ricerca presso il Festival B-motion di Bassano del Grappa e il celebre istituto di
coreografia SNDO di Amsterdam. Nel 2011 è uno dei due artisti italiani selezionati
all'interno del progetto Choreoram, invitato a sviluppare un progetto di ricerca
all'interno delle città di Zagabria, Copenaghen, Rotterdam, Bassano del Grappa,
Madrid e Londra. Tra i suoi lavori più significativi ricordiamo Your girl (2007),
Cowboys (2009) Lucky Star (2010), Joseph (2011), FOLK-S Will you still love me
tomorrow? e UNTITLED_I will be there when you die (presentati rispettivamente
all’undicesima ed alla dodicesima edizione di Uovo). Il prestigioso Festival
d’Automne parigino ha ospitato una personale di Sciarroni nell’autunno 2014.
alessandrosciarroni.it
Cristina Rizzo (IT)
BoleroEffect (Rapsodia_The long version)
domenica 29 marzo h 21.00
Teatro Franco Parenti
durata 50 minuti + Palm Wine dj set a seguire
ideazione e coreografia Cristina Rizzo performance Annamaria Ajmone, Cristina Rizzo,
Simone Bertuzzi elaborazione sonora e djing Simone Bertuzzi aka PALM WINE disegno
luci e direzione tecnica Giulia Pastore produzione CAB008 con il sostegno di Regione
Toscana MIBACT coproduzione Biennale Danza in collaborazione con Terni Festival
«Una deliziosa coreografia, articolata e rigorosa».
Silvia Poletti – delteatro.it
La coreografa italiana Cristina Rizzo, che ha costruito la sua pluriennale carriera sul
dialogo tra sperimentazione coreografica e riflessione teorica, presenta a Uovo
BoleroEffect, prodotto dalla Biennale Danza. Il lavoro realizza un percorso
trasformativo che si sviluppa a partire da una delle partiture orchestrali più
conosciute al mondo: il Bolero di Ravel. Assunta come punto di partenza, luogo in
cui ri-cominciare, la melodia di base, la sua ripetizione e dilatazione trascinano i
danzatori in uno stato di turbolenza ed esaltazione, che presuppone una condizione
di massima apertura del corpo. Rompendo il quadro della compostezza, la danza dà
vita a un’esperienza inclusiva e trascina il pubblico in un felice coinvolgimento
collettivo, attivando un luogo utopico di co-abitazione. L’energia coinvolgente
evocata da BoleroEffect si propagherà in una dance hall border-crossing aperta a
tutti; una corsa archeologica tra ritmi tropical e suadenti melodie a cura di Palm
Wine.
Cristina Rizzo è tra le figure di punta della danza contemporanea italiana. Formatasi
alla Martha Graham School of Contemporary Dance di New York (dove ha
frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown), ha collaborato con
diverse realtà artistiche tra cui il Teatro Valdoca, Aldes/Roberto Castello,
Stoa/Claudia Castellucci, mk, Virgilio Sieni Danza, Santasangre.
È stata co-fondatrice della compagnia Kinkaleri con cui ha condiviso la creazione e
programmazione di tutte le produzioni dal 1995 al 2007, circuitando nella scena della
ricerca coreografica internazionale.
Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione e sperimentazione
coreografica proseguendo le proprie ricerche e realizzando svariati lavori, tra i quali
vanno ricordati il progetto Dance N°3, con transiti di scrittura corporea tra i coreografi
Eszter Salamon, Michele Di Stefano e Matteo Levaggi, la performance itinerante
AHAH (in collaborazione con DanzaUrbana Festival Bologna, Festival della Filosofia
di Modena, Aperto Festival), il progetto speciale Waudeville per il Festival
F.I.S.C.O.10 con più di 100 comparse, i soli VOICE OVER (co-realizzato con la
coreografa Eszter Salamon ), EX/porno e La Sagra della Primavera Paura e delirio a
Las Vegas (presentato a Uovo nel 2013). È coreografa ospite del Balletto di Toscana
Junior per il quale ha creato Senza Musica, il solo Variazione N° ed il balletto corale
La Sagra della Primavera di Igor Stravinskij, prodotti da Reggio Emilia Danza.
cristinarizzo.it
Simone Bertuzzi, aka Palm Wine, è artista e ricercatore. Nel 2003 co-fonda
Invernomuto, gruppo di ricerca audiovisiva con numerose partecipazioni nazionali e
internazionali nelle aree delle arti visive e della musica. Nel 2009 dà vita al blog Palm
Wine (palmwine.it), un'apertura verso i movimenti dei suoni e degli immaginari nel
mondo post- globale, inebriati dai vapori dell'alcol. Palm Wine suona regolarmente
come dj proponendo calde sonorità border- crossing.
invernomuto.info
SPECIAL EVENT
Uovo performing arts festival e Mudec Museo delle Culture (IT)
presentano
Yvonne Rainer, Performance Demonstration #1, undated 1 sound tape reel.
Written on box: Music lecture, Tiomkin, Trio A Lecture, Rehearsal lecture and door
banging Chamber Bros.
da venerdì 27 a domenica 29 marzo dalle h 17.30 alle h 19.30
Mudec Museo delle Culture
durata 30 min
ingresso libero fino ad esaurimento posti
a cura di Valentina Sansone
In occasione dell’apertura degli spazi espositivi del nuovissimo Museo delle Culture
di Via Tortona, Uovo e Mudec presentano un evento basato sull’ascolto, che indaga
pratiche performative contemporanee e offre nuovi spunti di riflessione sul concetto
di documento e di archivio.
Una traccia audio in inglese di circa 30 minuti, trasmessa in cuffie wi-fi per i visitatori
di Uovo e del Mudec, documenta il “rehearsal” di Performance Demonstration di
Yvonne Rainer del 1968. L’ascolto dell’audio originale, dagli archivi del Getty
Research Institute a Los Angeles, permette di espandere lo spazio performativo. Il
movimento del pubblico che si sposta nel museo è inteso come oggetto che si attiva
a partire da una condizione immateriale e traccia una coreografia inedita.
Danzatrice, coreografa, filmmaker e scrittrice, tra i fondatori del Judson Dance
Theatre nel 1962, Yvonne Rainer (San Francisco, USA, 1934) è una delle figure più
influenti degli ultimi 50 anni. Il suo lavoro ha attraversato discipline e movimenti:
danza, cinema, femminismo, minimalismo, art concettuale e post modernismo.
Presentata per la prima volta alla Performing arts Library di New York, Performance
Demonstration è un manifesto sulla danza, sulle sue declinazioni e contaminazioni.
Primo di una serie di pezzi compositi di Rainer, la performance mescolava materiale
selezionato: frammenti di coreografia, monologhi parlati, proiezioni, suoni, filmati.
Questo formato inedito, senza ordini né confini, rappresenta una fase di
sperimentazione nella storia della danza contemporanea, per forma e contenuti, e
per le modalità di partecipazione del pubblico; non si tratta di un lavoro
esplicitamente politico, ma documenta prese di posizioni radicali, sulla scia dei
movimenti di contestazione della fine degli anni Sessanta. Performance
Demonstration avrebbe segnato il passaggio da opere di impianto più statico, quali
The Mind is A Muscle (1966), alle opere successive dell’artista statunitense, più
ricettive e dinamiche.
Guest Curator di Uovo 2015, Valentina Sansone è critica e curatrice indipendente
d’arte contemporanea. Research Fellow alla Konstfack University a Stoccolma, è
stata curatrice all’Istituto Svizzero di Roma (Roma/Milano) dal 2009 al 2014 e
Managing Editor di Flash Art International (2007-2009).
mudec.it