33 VENERDÌ 17 APRILE 2009 il Cittadino Cultura & Spettacoli In concerto n MILANO ¢ MILANO ¢ CREMA Jannacci nella sua città: il dottore allo Smeraldo “A nudo” in una stanza: Seppellite le “teste parlanti”, David Byrne ritorna in pista: La “signora” Patty Pravo Ron svela il lato intimista a “Suoni e visioni” le canzoni vecchie e nuove di un genio tra cover e “sold out” Quindici anni di carriera, Giorgia ora tira le somme L’eterno palco­ scenico della vita, l’ironia e la bella musi­ ca: tutto que­ sto sarà doma­ ni sul palco del teatro Smeral­ do grazie al li­ ve di Enzo Jan­ nacci. Nella sua Milano “il Enzo Jannacci dutur” si esprime solitamente meglio. Sarà così anche stavolta? Tutto lascia propende­ re per una risposta positiva, vista an­ che la scelta di farsi accompagnare dal fidato trio di musicisti composto dal fi­ glio Paolo, Stefano Bagnoli e Marco Ricci. Alternate ad aneddoti e storie stralunate, saranno regalate ai fan tan­ te “perle” di una carriera vissuta all’in­ segna del successo e del buon gusto. Ron si mette a “Nudo”. Attore e can­ tante, in questa duplice veste l’artista di Garlasco si presenta nel suo tour te­ atrale che domani propone l’attesa esi­ bizione al San Domenico di Crema. C’è tanta autobiografia nello spettacolo ambientato in una stanza in cui, pro­ gressivamente, dialoga con cinque in­ terlocutori. Ad alternare i racconti sulla sua vita arrivano i brani più famosi di quarant’anni trascorsi a scrivere can­ zoni (si parte, ovviamente, dai tempi del sodalizio con Lucio Dalla) e a porta­ re per l’Italia la sua freschezza, sponta­ neità, capacità musicale. L’accompa­ gnamento strumentale è ridotto all’es­ senziale, quasi a livelli minimalistici. D’improvviso prendono vita i protagoni­ sti delle canzoni di Ron, struggente nel­ la versione di “Vorrei incontrarti tra cent’anni”, prodigo di aneddoti al mo­ mento di proporre una delle sue hit: “Una città per cantare”. Una romana a Milano, spirito libero, voce grintosa e tan­ ti successi da proporre al pubblico. Sta­ sera al Da­ tchforum va in scena una del­ le due serate di apertura del Giorgia a Sanremo tour di Gior­ gia. Come accaduto per l’ultimo disco, la virtuosa vocalist unisce brani del suo repertorio passato a cover quali “Io vorrei la pelle nera”. Si parte dal brano più recente “Per fare a meno di te”, si prosegue con versioni riarrangiate di pezzi che in quindici anni hanno reso prestigiosa la carriera di Giorgia. A do­ minare la scena provvede la sua grande voce: imperiosa, potente, trascinante. n MILANO La rassegna musicale “Suoni & visioni”, organizzata dalla Provincia di Milano, regala martedì uno dei suoi momenti più attesi con l’arrivo al teatro dal Verme di David Byrne. L’ex leader dei Talking Heads (di cui, di recente, ha di nuovo escluso la reunion) è considerato uno dei più importanti musicisti rock pop. Non mancano gli artisti che collaborano con lui, come avvenuto per il suo ultimo disco “Everything that happens will happen today”, in compagnia di Brian Eno. Sono brani che David Byrne ama definire «gospel elettronico», sono melodie che strizzano l’occhio al folk e che propone dal vivo accompagnato da un’ensemble di undici tra musicisti, cantanti e ballerini: spiccano i lenti “Heaven” e “This must be the place”. All’improvviso spuntano vecchie canzoni, sia del repertorio da solista che tratte dai dischi dei Talking Heads: il tutto è tenuto insieme dalla chitarra di Byrne con la consueta passione. Patty Pravo, una certezza di qualità, di voglia di stupire, di mettersi ancora una volta in gioco proponendo un nuovo di­ sco. Dopo la partecipazione a Sanremo con il brano “E io verrò un giorno là”, è in pieno svolgimento il tour di promo­ zione dell’album “Live sold out” che giovedì fa tappa al teatro Smeraldo di Milano. Dal vivo si trova pienamente a suo agio: a tratti gioca con le canzoni, a tratti scherza con il pubblico, d’improv­ viso torna seria per proporre versioni toccanti di brani suoi e di altri artisti. Piace la cover di “E mi manchi tanto” degli Alunni del Sole, emoziona riascol­ tare i brani del suo ricco repertorio de­ gli ultimi quattro decenni, sorprende la consistenza anche dei suoi brani più re­ centi. Il segreto, oltre alla cura dei suo­ ni, è forse l’originalità che caratterizza ogni esibizione di una delle più raffinate interpreti che abbia mai calcato la sce­ na della musica italiana. David Byrne, eclettico musicista QUESTA SERA L’APPUNTAMENTO CON I CONCERTI ALL’ACCADEMIA GERUNDIA DI LODI ¢ MILANO OGGI Magia e tecnica per il pianoforte in un “Venerdì” per quattro mani In breve CASALE I primi appuntamenti con il Festival biblico Prende il via a Casalpusterlengo da questa sera il primo festival biblico del Lodigiano organizzato dalla par­ rocchia dei santi Bartolomeo e Marti­ no con la collaborazione ed il patroci­ nio del Progetto Culturale della Dio­ cesi di Lodi, del comune di Casalpu­ sterlengo, del teatro comunale­Cen­ tro di Cultura, Cattolica assicurazio­ ni, Sivam, BCC, Ars e provincia di Lo­ di, sul tema “La Bibbia casa di tutti”. Il primo appuntamento, dicevamo, è per questa sera ore 21 presso la Casa del giovane con una “Lectio magi­ stralis” di monsignor Carlo Ghidelli. Domani invece l’appuntamento sarà presso la biblioteca comunale di piaz­ zetta Pusterla alle ore 16.30 con la presentazione di uno studio artistico intitolato “Gli antichi amboni italiani, capolavori di scultura”. Sempre sa­ bato alle ore 21 la comunità di Casale ricorderà monsignor Enrico Orsini, scomparso proprio un anno fa, con un concerto d’organo organizzato dall’accademia Maestro Raro. Dome­ nica, alle ore 21 in chiesa parroc­ chiale, concerto con musica e canti ispirati a «Bassianus confessor ac episcopus laudensis». OGGI AL COMUNALE “Dr Jekyll & Mr Hyde”: teatro in lingua originale Domani mattina al teatro Comunale di Casalpusterlengo va in scena lo spettacolo musicale “Jekyll & Hyde ­ the musical”, tratto dal celebre ro­ manzo di Stevenson. Si tratta di una nuova proposta di Palkettostage, in­ dirizzata alle scuole, dal gruppo che propone produzioni teatrali in lingua originale. La stagione teatrale di quest’anno è dedicata al tema “Be­ ne e Male” e non poteva per questo ignorare un capolavoro della lette­ ratura inglese moderna: “The Stran­ ge Case of Dr Jekyll and Mr Hyde”, opera dello scozzese Robert L. B. Stevenson, da cui Palkettostage ha realizzato il musical “Jekyll & Hyde”, diretto da Fraser Grant per Ragz Theatre Company. Scritto nel 1886, “The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde” rappresenta il culmine dell’indagine di Stevenson intorno al tema del doppio. L’autore scrisse il romanzo prendendo ispira­ zione da un possidente terriero di Edimburgo che era un buon cittadi­ no di giorno e un ladro di notte; da quella vicenda ­ per certi aspetti or­ dinaria ­ egli trasse spunto per un’allegoria sulla natura dell’uomo, scisso tra forze del bene e istinto al male. Protagonista di questo origi­ nale mix tra storia dell’orrore, ro­ manzo giallo e dibattito scientifico, è lo scienziato Henry Jekyll, invento­ re di una pozione che consente lo sdoppiamento della personalità nel­ la componente buona e in quella malvagia. Per questa rilettura in musica del classico di Stevenson, Palkettostage sceglie di ambientare l’intera vicenda in un teatro da vau­ deville, tipico luogo di svago per il ceto medio­basso, solitamente ritro­ vo di criminali e prostitute, ma tal­ volta frequentato anche da ricchi si­ gnori protetti dall’anonimato. n La tastiera è abbastanza larga per tutti e due, anzi per tutte e quattro, perchè quattro sono le mani che questa sera, in occa­ sione di uno degli ultimi appun­ tamenti con i “Venerdì in musi­ ca” dell’accademia Gerundia, accarezzeranno il pianoforte della sala concerti. Le prime due appartengono a Ivana Zincone, vecchia conoscenza dell’accade­ mia e già protagonista di alcune serate durante le scorse edizioni della rassegna, le altre a Massi­ miliano Pinna: insieme affronte­ ranno brani tratti dal repertorio di Moskowsky, Dvorak, Liszt e Ravel, autori tra i più attivi nel­ l’ambito delle partiture a quat­ tro mani. L’intreccio della “di­ teggiatura” e la perfetta sinto­ nia richiesta da questo genere di composizioni non dovrebbe però rappresentare un problema per i due artisti allo sgabello: entram­ bi hanno alle spalle una forma­ zione di alto livello, entrambi hanno maturato negli anni una solida esperienza fatta di con­ certi, registrazioni e riconosci­ menti. Ivana Zincone si è diplo­ mata in pianoforte al Conserva­ torio “A. Vivaldi” di Alessandria con il maestro Gianfranco Car­ lascio, e svolge da allora un’in­ tensa attività concertistica sia da solista che in formazioni da A L T E A T R camera. L’elenco delle manife­ stazioni a cui ha preso parte è lungo e tocca moltissime città italiane (Roma, Stresa, Milano, Trieste, Torino, Genova, La Spe­ zia), ugualmente variegato il suo palmares, che vanta nume­ rose partecipazioni a concorsi nazionali e internazionali. Dal mia Internazionale I.C.O.N.S. di Novara. Ha vinto numerosi pre­ mi in concorsi pianistici in Ita­ lia e all’estero, e si è esibito in occasione di svariate rassegne musicali: memorabile la sua in­ terpretazione del Concerto in do maggiore per due pianoforti BWV 1061 di Bach, ese guito Protagonisti sulla tastiera saranno Ivana Zincone e Massimiliano Pinna 1997 si esibisce in duo proprio con Massimiliano Pinna, che co­ me lei ha frequentato il Conser­ vatorio di Alessandria e i corsi del maestro Walter Bozzia. Dopo il diploma, conseguito con il massimo dei voti, Pinna ha pro­ seguito il suo percorso formati­ vo perfezionandosi con Alexan­ der Lonquich e con Marian Mika, docente presso l’Accade­ O R E G I O qualche anno fa con l’Orchestra da camera di Ivrea. Due pianisti di razza insomma, per una serata che si annuncia promettente; la prima nota è at­ tesa per le ore 21, e per essere certi di gustarsela comodamen­ te seduti meglio riservarsi un posto telefonando al numero 0371 31840. Silvia Canevara D I P A R M A Tosca, refoli di primavera Elide Bergamaschi n Poche opere hanno nelle pieghe la tarda primavera come Tosca; una primavera che sta per farsi estate e che si adagia tiepida su una Roma tragica e sensuale. A Parma, dove Puccini faceva il suo ingresso in car­ tellone accanto al Verdi di casa per la terza e ultima opera della Stagione li­ rica, la temperatura del Regio pareva risentire di questa vitalistica esplosio­ ne di sensi e natura. Mai tanti ap­ plausi e soprattutto mai tanta parte­ cipazione. La vicenda non permette a nessuno di assopirsi; come poche tiene abbarbicati alle maglie sinuose del suo incanto screziato, fino al volo d’angelo con cui Tosca suggella da eroina greca la sua parabola di amo­ re e di morte. Ma prima di giungere a quell’alba livida, beffarda nel suo gioco di specchi e di carte coperte, c’è un’intera traversata da compiere. Nell’insorta capitale dell’ancora Sta­ to pontificio, tra chiese e palazzi del potere, il più classico dei triangoli amorosi si tinge dei colori dell’ombra, esplora gli abissi del male. Che incan­ to la regia firmata da Joseph Franco­ ni Lee, essenziale quanto iperbolica, tutta cupole e squarci di cielo, proces­ sioni solenni e mute, scale verso il nul­ la e profili torreggianti di un barocco latteo, ora Madonne ora angeli vendi­ catori con spada nella destra. La sce­ na si apre nella pancia di S. Andrea della Valle, nel cuore del cuore della vicenda, dove si annida la violenta passione tra una Tosca burrosa e teu­ tonica e un Cavaradossi eroico, came­ ratesco nei modi ma virile, all’italia­ na. Alla statura di Marcelo Alvarez il baricentro del cast sembra inchinar­ si, nonostante una tosse asmatica che Una scena del primo atto della “Tosca” ne limita fiato ed esuberanza. Sono sue le trascolorazioni più fini, le im­ mersioni nella più passionale delle tinte, gli azzardi di una lettura che sprizza giovinezza sotto una scorza di severa tradizione. Probabilmente l’intrigo troverebbe una più avvincen­ te carnalità se ad impersonare la bel­ la “cantatrice” fosse una Micaela Ca­ rosi più languida ed emozionante, ca­ pace di coniugare al magnifico tim­ bro morbido e brunito anche una più duttile plasticità di affetti e di afflati, nonché una maggiore chiarezza nella scansione della parola. Sì, perché qui ogni suono di labbra è già musica, prima ancora di incontrare il penta­ gramma; poesia altissima, gravida di evocazione e di abbandono, che il suo­ no accende come tessuto cangiante, ora umbratile e presago e subito dopo svagato e pittoresco. In buca, con ma­ no sicura e con bel gesto, Massimo Za­ netti ha solcato le sempre oscure ac­ que pucciniane sapendo sfilare dal denso impasto una costruzione a geo­ metrie salde e al tempo vive, tremanti, capaci di trafiggere il canto con sguardo tanto complice quanto impie­ toso, là dove è la musica a suggerire le crepe del tormento biforcandosi in un dedalo di rivoli abbacinanti. Qui, in questo stratificato depositarsi di voci e di parti mai totalmente fuse, mai davvero abbracciate, qui nel mancato possesso di una chimera di felicità, si annida il veleno e il balsamo che con­ traddistingue Puccini. Una tensione mai sopita, mai allentata, che l’Or­ chestra tratteggiava con gusto e bel mestiere, ma sempre in chiaro, sempre in dorata superficie, assecondando senza rilanciare l’eccessiva innocenza dei due amanti. Mancava il torbido sangue raggrumato di una passione bruciante e cruenta, l’affondo di lama di un amore che non smette mai di ri­ mare con morte; una morte per lento soffocamento, per dannazione. Sicu­ ramente più serpeggiante, ma non ab­ bastanza malvagio nella doppiezza e nell’acume del suo diabolico cuore, era lo Scarpia di Marco Vratogna, vo­ calmente rigido e poco plastico nel plasmare lussuria e vendetta ma di atto in atto più solido e addentrato, fi­ no alla sua uccisione per mano di To­ sca, quando su di lui caleranno le om­ bre della notte e i due amanti saranno finalmente soli, ingenuamente spe­ ranzosi, a scrutare nel cielo di Roma il loro destino, purtroppo già scritto. Gogodown al debutto milanese n Nella loro scheda profilo su myspace, hanno compilato la voce “eti­ chetta” con un autoironico “major”... E in realtà nel corso di anni di esperienza musicale qualche contatto con la scena professionale l’han­ no stabilito, calcando pedane prestigiose a Milano e in altre parti d’Ita­ lia e ottenendo lusinghiere recensioni sulla stampa specializzata. Sono i lodigiani Gogodown (Mauro Viganò chitarra, Fabrizio Tamagni basso e voce, Angelo Zanoni batteria), ossia 3/5 degli ex Nerimorsinerimpian­ ti (o 3/6, se il raffronto è con la line up in cui ha militato anche l’apprez­ zata interprete e autrice lodigiana Lella De Stefano), supportati dal­ l’eclettica chitarra e dalla voce profonda ed evocatrice del cesenate Mattia Capponcelli. Faranno il loro debutto sulla scena milanese oggi, al Molotov di via Cesare Da Sesto (zona Ticinese), proponendo brani del loro primo Cd (www.myspace.com/gogodown). Gruppo crossover per vocazione prima che per definizione, il sound dei Gogodown è “figlio” di Smiths, The The, dEUS, New Model Army, The Church e Diaframma.