Curriculum di Domenico Polidoro - Interferenze

Domenico Polidoro
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Curriculum Vitae
DOMENICO POLIDORO: regista e progettista.
Nato a Teramo il 29 giugno 1954.
Dal 1989 docente di Recitazione e di Regìa presso l'Accademia Nazionale d'Arte
Drammatica "Silvio d'Amico".
Nel 1978 consegue il diploma in Regìa delI' Accademia Nazionale d'Arte Drammatica
"Silvio d'Amico", mettendo in scena "Tre sorelle" di A. Čechov con Benedetta Buccellato,
Sergio Castellitto, Antonello Fassari, Roberta Greganti, Umberto Marino, Edoardo Siravo,
spettacolo presentato al Teatro Argentina nell'ambito dell'Estate Romana.
In Accademia ha come maestro Orazio Costa e come docenti, tra gli altri, Ruggero
Jacobbi, Angelo Corti, Lidia Stix Agosti, Marise Flach, Andrea Camilleri e Giorgio
Pressburger.
Frequenta presso l'Accademia seminari di Leo De Berardinis, Dario Fo, Julian Beck,
Lele Luzzati e presso l'Università “La Sapienza” di Roma, iscritto alla facoltà di sociologia,
un lungo e intenso seminario di Jerzy Grotowski.
In questo stesso periodo, con l'incarico di Direttore Artistico del Festival Internazionale
del Teatro Universitario, che si svolge nella città dell'Aquila, introduce per la prima volta in
Italia il Teatro Sperimentale di Cali diretto da Enrique Buenaventura, realtà teatrale
professionale storicamente rilevante, per provocare nel sistema teatrale italiano una
riflessione sulla necessità di una metodologia della ricerca teatrale, con particolare
attenzione alle problematiche legate al metodo creativo collettivo.
Dopo le esperienze con Luca Ronconi al Laboratorio di Progettazione Teatrale di Prato e
al Maggio Musicale Fiorentino, che perfezionano la sua vocazione per un Teatro di Regia
collabora come assistente alla regìa con Lorenzo Salveti e Gabriele Lavia, come regista
collaboratore con Alberto Lionello.
A cavaliere della fine degli anni Settanta e della prima metà degli anni Ottanta, ha curato
per la RAI la regìa di numerosi testi di autori italiani contemporanei, tra cui F. Doplicher, G.
Guaita, U. Marino, G. Prosperi, R. Jacobbi.
Alla fine degli anni Ottanta, accetta con entusiasmo l’incarico quale docente di Regìa e
Recitazione presso l'Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. d’Amico”. La mancanza
nel sistema teatrale italiano di un repertorio e di adeguati spazi per la ricerca, lo spingono a
considerare l'Accademia, unica scuola statale per l’alta formazione teatrale, il luogo
possibile dell’in-contro tra le generazioni del teatro, un confronto necessario fra le diverse
età del e nel teatro. Il suo impegno in questa Scuola lo ha portato a ricoprire diversi
incarichi istituzionali: membro del Consiglio Accademico, segretario del Comitato Tecnico1
Scientifico, coordinatore della manifestazione internazionale "Prima del Teatro" e
coordinatore del Corso di Regìa.
Nel 1993 costituisce, insieme a un gruppo di attori, tecnici, artisti e intellettuali il Laboratorio
di Progettazione "SLAC TEATRO" per svolgere attività di promozione e produzione
teatrale di ricerca.
Ha curato nell'ambito della Scuola europea "Prima del Teatro", organizzata in
collaborazione con il Teatro Verdi di Pisa, laboratori internazionali di regìa focalizzati sul
linguaggio del training in relazione a quello della messinscena, attraversando le esperienze
teatrali dei più importanti Maestri del teatro, sempre con particolare attenzione alla lezione
di Mejerchol’d.
Sono partner di “Prima del Teatro”, tra gli altri: il Centro di Sperimentazione di Cinematografia, la
Guildhall School of Music and Drama di Londra, l’Accademia Russa d’Arte Drammatica RATI (già
GITIS) di Mosca, l’Institut del Teatre di Barcellona, l’Universität der Künste di Berlino, l’ENSATT di
Lione, la Real Escuela Superior de Arte Dramatico di Madrid, la Statens Teatre Skole di
Copenhagen e l’American Conservatory Theater di San Francisco (USA). Questa attività è
documentata nel Catalogo “Prima del Teatro. Vent’anni di Scuola Europea per l’Arte dell’Attore
1985/2004”, Ed. ETS, Pisa 2004.
Ha coordinato e collaborato nelle attività seminariali di Maestri quali Vittorio Gassman,
Josef Svoboda, Jacques Lecoq, Judith Malina, Jurij P. Ljubimov, Rena Mirecka, José
Sanchis Sinisterra, Anatoly Smelianskij.
La sua attività internazionale si è sviluppata, inoltre, svolgendo relazioni in convegni
internazionali e cicli di lezioni in Università di diverse nazioni. Recentemente ha curato la
messinscena di un testo di Dario Fo, “Morte accidentale di un anarchico”, per una
compagnia di attori professionisti cileni, presentata a Santiago, sotto l’egida
dell’Universidad de Chile, ottenendo un entusiastico riscontro sia di pubblico che di critica.
Ha curato la progettazione e la regia di molti lavori teatrali, dirigendo attori quali Marisa
Fabbri, Massimo Foschi, Piero Di Iorio, Mauro Avogadro, Marco Foschi.
Si è confrontato con la drammaturgia contemporanea attraverso messinscene e laboratori
su Autori particolarmente complessi quali Pier Paolo Pasolini e Thomas Bernhard.
Conseguendo da parte della critica teatrale il riconoscimento di specialista e la
partecipazione a diversi convegni, come quello internazionale sull'opera di Bernhard,
svoltosi a San Miniato nel 1994, nell'ambito del quale, oltre a una relazione ufficiale, sono
stati presentati i video dei suoi lavori teatrali bernhardiani realizzati per la Nona Edizione
della Rassegna Internazionale di Teatro per la Televisione e il Video di Riccione.
Dal 2004 collabora con SAT2000.
Nel dicembre 2004 il Presidente Ciampi gli conferisce l’Onorificenza di Cavaliere “al Merito
della Repubblica Italiana”.
Attualmente sta preparando la progettazione della messinscena di “El lobby del odio” di
Benjamin Galemiri, drammaturgo cileno tra i più importanti e conosciuti in Europa. Tra gli
altri progetti, inoltre, sta lavorando alla realizzazione di un Progetto su Antonin Artaud,
articolato in diverse fasi nell’arco di una programmazione pluriennale.
Ha curato numerose regìe, alcune prodotte dalla RAI.
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ATTIVITA’ TEATRALE
Competenze culturali e professionali:
Regia teatrale. Progettazione. Drammaturgia. Regia Radiofonica. Regia Visuale.
Nelle produzioni di:
R.A.I., Teatro Stabile Abruzzese, Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”, SLAC Teatro, Plexus, Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione
Abruzzo, Assessorato della Cultura della Provincia di Pescara, Comune di
Manoppello, Festival Internazionale di Chieri, Associazione Isola, Settimana
Pirandelliana, Centro Petra Lata, Facultad de Artes Departamento de Teatro
Universidad de Chile, Fantiano Festival, Centro Internazionale Dionysia per le Arti e
le Culture, Biennale di Venezia.
“LA MORTE DI DANTON” di G. Büchner
Drammaturgia, Attore e Collaboratore alla Regia
Regia di Giuseppe Rocca
Produzione ANAD
Teatro Politecnico, Roma giugno 1975
“TRE OPERE” di Fernando Sulpizi
Attore e Assistente alla Regia
Regia di Vera Bertinetti
Teatro Comunale Morlacchi, Perugia
Stagione Lirica 1976
“OCCIDENTE”
Attore nella parte del Secondo Fondatore
Regia di Dante Guardamagna
Produzione INTERVISION, 1977
“RICCARDO II” di W. Shakespeare
Regia
Interpreti, tra gli altri: Sergio Castellitto, Roberta Greganti, Umberto Marino, Edoardo
Siravo, Carlo Cosolo, Anna Marchesini, Ennio Coltorti.
Produzione ANAD
Teatro studio "E. Duse", Roma 1977
"SCAMANDRO" di L. Pirandello
Regia
Interpreti, tra gli altri: Caterina Sylos Labini e Stefano Santospago.
Prodotto dalla Quinta Settimana Pirandelliana e dall’ANAD
Piazzale del Caos, Agrigento 1977
Prima nazionale
"TRE SORELLE" di A. Čechov
Regia
Interpreti, tra gli altri: Benedetta Buccellato, Sergio Castellitto, Antonello Fassari, Roberta
Greganti, Umberto Marino, Edoardo Siravo.
Prodotto dall’ANAD
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Spettacolo presentato al
Teatro Argentina, Roma 1978
Spettacolo presentato nell'ambito dell'Estate Romana 1978
“C’ERO ANCH’IO CON TAMERLANO”
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. 1978
“L’OSPITE MISTERIOSO” da E. T. A. Hoffmann
Trattamento per la R.A.I. 1978
“ANFITRIONE” di Heinrich von Keist
Attore e Assistente alla Regia
Interpreti: Gabriele Lavia, Ottavia Piccolo, Renato De Carmine, Bianca Toccafondi,
Massimo Foschi, Giampiero Bianchi, Luca Barbareschi, Domenico Polidoro
Regia Gabriele Lavia
Produzione Compagnia Gabriele Lavia-Ottavia Piccolo
Festival di Borgio Verezzi, luglio 1979
Di questo lavoro è stata realizzata una ripresa televisiva, produzione R.A.I.
"I GIORNI"
Regia radiofonica
Programma in diretta dagli studi di Via Asiago in Roma
Produzione RAI, 1979
“SERATA D’ONORE” di Bernard Slade
Regista collaboratore
Interpreti: Alberto Lionello, Erica Blanc, Massimo Mesciulam, Nico Cundari
Produzione Plexus organizzata da Lucio Ardenti
Tetro Quirino, Roma 1980
“FIABE LATERALI: IL PRINCIPE AZZURRO”
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1980
“FIABE LATERALI:IL BRUTTO ANATROCCOLO”
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1980
“FIABE LATERALI: LA PISTA DEL FLAUTO MERAVIGLIOSO”
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1980
“FIABE LATERALI: L’ONOREVOLE MASTRO GATTO”
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1980
"CREDITORI" di A. Strindberg
Adattamento e Regia
Interpreti: Marisa Fabbri, Piero Di Iorio e Mauro Avogadro
Produzione R.A.I. , 1981
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“RACCONTI DI MEZZANOTTE” (n° 13 programmi)
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. 1981
"PILADE" di Pier Paolo Pasolini
Progettazione per il Festival Internazionale di Montalcino 1986
Aderiscono al Progetto il compositore Alvin Curran, il costumista Romano Ridolfi e gli attori:
Laura Betti, Perla Peragallo, Anita Laurenzi, Franco Piacentini, Dario Cantarelli, Remo
Girone, Piero Di Iorio, Mauro Avogadro
"NOTTURNO DI LUCE"
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
studio drammatico sul "Notturno" di G. d'Annunzio (prima sezione)
Interpretato da Mauro Avogadro
Festival Internazionale di Chieri 1987
Di questo lavoro è stata realizzata una registrazione radiofonica per la serie "La parola e la
maschera", produzione RAI
"NATIVITA'"
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Evento teatrale itinerante ispirato all'opera di Pier Paolo Pasolini
Prodotto dall'Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Abruzzo, dall'Assessorato
della Cultura della Provincia di Pescara e dal Comune di Manoppello
Spettacolo itinerante, Manoppello 1987
"SCHEGGE. Appunti per un sogno di una notte d'Epifania", da R. M. Rilke
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Prodotto dall'Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Abruzzo, dall'Assessorato
della Cultura della Provincia di Pescara e dal Comune di Manoppello
Piazza Portici, Manoppello 1988
“IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN” di Thomas Bernhard
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“IL LIBRO DEL RISO E DELL’OBLIO” di Milan Kundera
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“IL SOGNO DI UNA COSA” di P. P. Pasolini
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“TRE RACCONTI” di T. Landolfi
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“LA RAGAZZA DI KANSAS CITY” di R. Jacobbi
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“TRENO DI PANNA” di A. De Carlo
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
5
“PRIMA DEL CALCIO DI RIGORE” di P. Handke
Adattamento e Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
“IL RACCONTO DI MEZZANOTTE” (n. 5 programmi)
Regia radiofonica
Produzione R.A.I. , 1990
"FRAMMENTI DI UN'ANIMA"
studio drammatico su Ignazio Silone in collaborazione con Renzo Tian
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Interpreti: Elena Bibolotti, Antonio Canella, Matteo Chioatto, Arturo Cirillo, Federica
Lombardo, Cristina Maccà, Daniele Petruccioli, Roberto Romei, Sabrina Scuccimarra,
Elena Stancanelli
Prima sezione del Progetto "Paese della memoria"
Coprodotto dal Teatro Stabile Abruzzese (TSA) e dall'Accademia Nazionale d'Arte
Drammatica "Silvio d'Amico"
Teatro Sala Umberto, Roma 1991
"CHE DISGRAZIA L'INGEGNO!" di A. S. Griboedov
Progettazione e Regìa
Al Progetto hanno collaborato: Mauro Avogadro, Giovanna Buzzi, Marisa Fabbri, Fausto
Malcovati, Paolo Terni, Ghennadj Bogdanovic, Nikolaj Karpov, Marina Khmelnitskaya,
Andrea Camilleri.
Interpreti: Elena Bibolotti, Antonio Canella, Matteo Chioatto, Arturo Cirillo, Federica
Lombardo, Cristina Maccà, Daniele Petruccioli, Roberto Romei, Sabrina Scuccimarra,
Elena Stancanelli
Spettacolo conclusivo del Progetto bilaterale Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S.
D'Amico" e il "G.I.T.I.S." (Università di Mosca)
Coproduzione Teatro Stabile Abruzzese e ANAD
sotto il patrocinio del Ministero degli Esteri, Ministero del Turismo e dello Spettacolo,
Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero Russo della Cultura, Ambasciata Italiana a
Mosca, Ambasciata Russa a Roma, Sindacato Russo Operatori Culturali, E.T.I.
Teatro "TIR", Mosca 1991
Teatro Studio "E. Duse" Roma 1991
"NOTTURNO DI LUCE"
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Studio drammatico sul "Notturno" di G. d'Annunzio (seconda sezione)
Interpreti: Mauro Avogadro e Vera Rossi
Prodotto dall'Associazione Isola
Teatro Comunale dei Concordi, Campiglia 1991 - Prima nazionale
"MARGINI"
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Interpreti: Barbara Chiesa, Alessandra Colarich, Nanni Coppola, Ester Crea, Federica
Lombardo, Alkis Zanis, Paolo Zuccari
Seconda sezione del Progetto "Paese della memoria" studio su Ignazio Silone
Coprodotto dal Teatro Stabile Abruzzese (TSA) e dall'Accademia Nazionale d'Arte
Drammatica "S. d'Amico"
Palazzo dell'Accademia, Roma 1992
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Per le collaborazioni con il TSA cfr. Catalogo “40 anni 1963/2003 Teatro Stabile d’Abruzzo”, Ed.
TSA, L’Aquila 2003.
"VITTIME" di Katia Ippaso
Regìa
Interpreti: Tiziana Bergamaschi e Carlo Cosolo
Prodotto dal Laboratorio di Progettazione "SLAC TEATRO"
Spettacolo replicato per tre stagioni e presentato in diverse manifestazioni teatrali
Snark Theatre Place, Roma 1993
Manifestazione nazionale di Legambiente "Festambiente", Grosseto 1993
Festival di Santarcangelo dei Teatri 1993
Argot Studio, Roma 1996
Progettazione e Direzione del PROGETTO BERNHARD, prodotto dall’ANAD
Al progetto hanno collaborato: Eugenio Bernardi, Alvin Curran, Marisa Fabbri, Aldo Giorgio
Gargani, Paolo Terni, Berti Tovias, Jurai Saleri, Monica Vannucchi.
Dal Laboratorio sono nati tre spettacoli di cui ha curato la regìa:
"MINETTI" di Thomas Bernhard
Regìa
Interpreti: Marisa Fabbri e gli allievi del terzo anno di recitazione.
Teatro Studio "E. Duse", Roma 1994
Di questo spettacolo ha curato anche la Regia di un video in concorso alla Nona Edizione
della Rassegna Internazionale di Teatro per la Televisione e il Video, Riccione 1994
"AMRAS"
Drammaturgia e Regìa
Studio drammatico dall'omonimo romanzo di Thomas Bernhard
Interpreti: Gaia Aprea, Alessandra Bruno, Giovanni Maria Buzzati, Carlo Caprioli, Giovanni
Carta, David Gallarello, Daniele Gonciaruk, Moira Grassi, Corinna Lo Castro, Laura Nardi,
Lara Pasquinelli, Laura Pazzaglia, Luigi Saravo, Maria Angeles Torres, Alfredo Troiano
Teatro Studio "E. Duse", Roma 1994
"L'IGNORANTE E IL PAZZO" di Thomas Bernhard
Regìa e Attore nella parte di Winter
La traduzione integrale di questo testo, inedito per l'Italia, è stata prodotta dal Laboratorio a
cura di Jörn Schnell
Interpreti: Tiziana Bergamaschi, Giuseppe Bevilacqua, Carlo Cosolo, Domenico Polidoro
Coprodotto dal Laboratorio di Progettazione "SLAC TEATRO"
Teatro Studio "E. Duse", Roma 1994
“ATTRAVERSAMENTI"
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Ricerche di percorso per "Malina" di Ingeborg Bachmann
Laboratorio con la collaborazione e partecipazione di Massimo Foschi, Hal Yamanouchi,
Jurai Saleri, Monica Vannucchi
Interpreti: Fabio Cocifoglia, Barbara Mautino, Lara Pasquinelli, Laura Restivo, Beatrice
Simonetti.
Produzione Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico"
Teatro Studio "E. Duse", Roma 1995
Alcune strutture di questo spettacolo sono state istallate nella mostra di Enzo Cucchi alla Mole Vanvitelliana
di Ancona.
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"CALDERON" di P.P. Pasolini
Progettazione e Regìa
Collaborazione e partecipazione di Marisa Fabbri, Ugo Gregoretti, Paolo Terni, Roberto
Romei, Jurai Saleri, Monica Vannucchi, Roberto Mantovani
Interpreti: Roberto Mantovani, Fabio Berdini, Sara Borsarelli, Paolo Briguglia, Giovanna
Conforto, Michele Demaria, Serena Improta, Alessandra Izzo, Francesco Manetti, Sabina
Micaglio, Riccardo Michelutti, Adriana Ortolani, Monica Piseddu, Roberto Salemi, Ilaria
Valli, Valentino Villa
Coproduzione: Centro Petra Lata - Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico"
Patrocinio: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento dello spettacolo; Comune di
Roma – Assessorato alle politiche Culturali – Direzione Amministrativa e Spettacolo
Centro Petra Lata, Roma 1997
"L'IGNORANTE E IL PAZZO" di Thomas Bernhard
Regìa e Attore nella parte di Winter
Interpreti: Tiziana Bergamaschi, Carlo Cosolo,Roberto Mantovani, Domenico Polidoro
Prodotto dal Laboratorio di Progettazione "SLAC TEATRO"
Presentato al Festival Internazionale di Chieri 1997
"IL PROCESSO" di F. Kafka
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Spettacolo laboratorio con la collaborazione e la partecipazione di Roberto Mantovani, Aldo
Giorgio Gargani, Monica Vannucchi, Alfredo Lacosegliaz
Interpreti: Roberto Mantovani, Monica Piseddu, Giovanna Conforto, Francesco Manetti,
Roberto Salemi, Michele Demaria
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con
l'Associazione Isola.
Sala Uno Teatro, Roma 1998
Presentato nello stesso anno al Festival Internazionale di Chieri.
“PILADE” di P. P. Pasolini
Progettazione e Regìa
Spettacolo laboratorio con la collaborazione e la partecipazione di Roberto Mantovani,
Monica Vannucchi, Kathie Marchand, Alfredo Lacosegliaz e con Marco Foschi, Andrea
Trapani, Chiara Visca, Angela Presepi, Giada Prandi, Beatrice Ciampaglia
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con il
Centro Sociale Interculturale Occupato Autogestito “Villaggio Globale” e l’Associazione
“Unirsi” Rom Campo Boario
Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
ex Mattatoio – Campo Boario, Roma 1999
Di questo spettacolo è stata realizzata una versione televisiva a cura di Rai Educational
“IL REVISORE” di N. Gogol’
Responsabile del coordinamento registico e del training degli attori
Regia di Jurij Petrovic Ljubimov
Prodotto dalla Regione Abruzzo, Assessorato Promozione Culturale in collaborazione con
l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e l’Associazione Culturale Teatroimmagine
Teatro dell’Accademia di Belle Arti, L’Aquila 1999
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“IL SOCCOMBENTE” di Thomas Bernhard
Riduzione teatrale a cura di Aldo Giorgio Gargani
Progettazione e Regìa
Collaborazione e partecipazione di Silvano Baggiani, Roberto Mantovani, Monica
Vannucchi, Alfredo Lacosegliaz, Marco Brunetti, Francesco Maria Tulli.
Interpreti: Roberto Mantovani, Marco Foschi, Andrea Trapani, Angela Presepi, Giada
Prandi, Beatrice Ciampaglia
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con
Agenzia romana per la preparazione del Giubileo, Istituto Austriaco di Cultura a Roma,
Banca Nazionale del Lavoro, Gruppo Giovani Imprenditori.
Spettacolo presentato nell’ambito delle manifestazioni culturali per il Giubileo.
Prima Nazionale
Teatro Valle, Roma luglio 2000
La rivista specialistica “RIDOTTO”, numeri 8-9-10 agosto/settembre/ottobre 2000, pubblica il testo
e ampia documentazione del percorso preparatorio del “Soccombente” da Thomas Bernhard. La
Società Italiana Autori Drammatici (S.I.A.D.) lo presenta al pubblico (Lunedì 4 giugno 2001 presso il
Teatro Studio di Roma) con interventi a cura di Maricla Boggio, Ubaldo Soddu, Mario Verdone.
“MUERTE ACCIDENTAL DE UN ANARQUISTA” di Dario Fo
Regìa
Interpreti: Rodolfo Bravo, Aldo Parodi, Paula Zúñiga, Rodolfo Pulgar, Max Corvalàn,
Alejandro Desperbasques
Produzione: Facultad de artes departamento de teatro Universidad de Chile, Compañia de
departamento de teatro Universidad de Chile DETUCH, Istituto Italiano di Cultura,
Direzione Generale Promozione e Corporazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri
Italiano
Premio Altazor
Sala Agustin Siré (Morandé 750), Santiago del Cile, ottobre 2000
Cúpula Parque O’Higgins, Santiago del Cile gennaio 2001
“I SOLISTI DEL TEATRO”
Collaborazione alla progettazione e Attore
Living Theater presenta Cathy Marchand in “Omaggio a due uomini straordinari, Julian
Beck e Pierre Clementi”, con Domenico Polidoro.
Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali
Giardini della Filarmonica, Roma 21 luglio 2000
“I DEMONI” di Fëdor Dostoevskij
Progettazione, Drammaturgia e Regìa
Interpreti: Roberto Mantovani, Monica Piseddu, Paula Zúñiga, Andrea Trapani,
Visca, Sandro Campagna, Fabiana Lazzaro, Elisa Ricci, Antonio Tintis,
Papadopulus
Con la partecipazione di intellettuali e musicisti del territorio: Lamberto Probo del
Zoè, Silvia Gallone, Eduardo Winspeare, Uccio Aloisi, Pino Zimba, Ada e Biagio
dell’Associazione “Novaracne”, Maurizio Nocera.
Coproduzione: Fantiano Festival – ANAD
Chiostro di San Francesco di Paola, Grottaglie (TA) luglio 2002
Chiara
Dimitri
gruppo
Panico
Di questa ricerca la rivista specialistica “RIDOTTO”, numeri 5-6-7, pubblica ampia documentazione
nella rubrica “Ribalta d’Autore” con il titolo “Il ragno del dio che danza”.
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“UNA BANDIERA PER LA POESIA – VOCI PER LA POESIA”
GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA
Regia
COMUNE DI ROMA, Assessorato alle Politiche Culturali e con il patrocinio dell’ UNESCO
Casa delle Letterature, Roma 2002
“LE NOZZE DI KREČINSKIJ” di Aleksandr Vasil’evič Suchovo-Kobylin
Progettazione e Coordinamento
Compagnia di attori professionisti composta da Roberto Mantovani, Francesco Manetti,
Michele Demaria, Andrea Trapani, Luisa Ricci, Gabriella Tomassetti, Giandomenico
Cupaiuolo, Marco Dell’Acqua.
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con
Centro Internazionale Dionysia per le Arti e le Culture. Dionysia Festival “La stanza dei
giochi, Il mondo slavo”
Voliera di Villa Piccolomini, via Aurelia Antica 164, Roma giugno 2003
“NATHAN IL SAGGIO” di G. E. Lessing
Adattamento a cura di Paul D’Andrea, Ed. Dramatic Publishing, USA
Progettazione e Regìa
Al progetto hanno partecipato: il cardinale Walter Kasper, presidente della Pontificia
Commissione per le Relazioni con gli Ebrei, rav Adin Steinsaltz talmudista di fama
mondiale, la professoressa Tayseir Mandour membro del Consiglio Supremo per gli Affari
Islamici, Amos Luzzatto presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Perdrag
Matvejevic presidente del Comitato Internazionale della Fondazione Laboratorio
Mediterraneo, Alberto Melloni della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII,
Enzo Bianchi priore del monastero ecumenico di Bose, Amina Alaoui, Giancarlo Pellegrini,
Ali Hassoun, Prof. Gabriel Mandel Khan pittore e Vicario generale per l’Italia della
confraternita sufi Jerrahi-helveti, Dan Madigan dell’ Università Gregoriana, Moustafa alAyoubi, Roberto Mantovani, Francesco Manetti, Massimo Acanfora Torrefranca, Marco
Brunetti, Silvia Palmerani, Silvia Gambini, Anna Baldini, Enzo Sorbera, Jurai Saleri.
Compagnia di attori professionisti composta da Roberto Mantovani, Francesco Manetti,
Antonio Tintis, Sandro Maria Campagna, Luisa Ricci, Gabriella Tomassetti, Rafaele
Morellato Lampis, Beatrice Presen, Andrea Capaldi
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con
Centro Dionysia
Voliera di Villa Piccolomini, via Aurelia Antica 164, Roma dicembre 2003
Di questo spettacolo è stata realizzata una versione televisiva a cura di Rai Educational,
trasmessa su RAIEDU 2 (Sky 806) il 20 maggio 2004.
Cfr. Articolo di Susan Russell, "Nathan the Wise” in “The Theatre Journal” - Volume 56, number 1,
march 2004, pp 122-125, USA.
La rivista “CONFRONTI”, numero 2 febbraio 2004, pubblica un’ampia documentazione della
messinscena di “Nathan il saggio”, illustrando con immagini dello spettacolo l’intero numero,
una monografia sui temi del conflitto di religione.
“EMIGRANTI” di S. Mrozek
Progettazione e Coordinamento
Interpreti: Emilio De Marchi e Roberto Mantovani
Produzione: Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. d'Amico" in collaborazione con
Centro Dionysia
Villa Piccolomini, Roma luglio 2004
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“IL VOLO DELL’AQUILA”
Progettazione e Realizzazione
2007
Video
"Joseph Beuys. Difesa della Natura. The Living Sculpture. Kassel 1977-Venezia 2007".
Omaggio a Harald Szeemann.
La Biennale di Venezia, 52. Esposizione Internazionale d’Arte
Spazio Thetis, Venezia, giugno-settembre 2007
“SENZA TITOLO”
Progettazione e Realizzazione
2007
Video
"Joseph Beuys. Difesa della Natura. The Living Sculpture. Kassel 1977-Venezia 2007".
Omaggio a Harald Szeemann.
La Biennale di Venezia, 52. Esposizione Internazionale d’Arte
Spazio Thetis, Venezia, giugno-settembre 2007
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ATTIVITA’ DI FORMAZIONE
Docente all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” nelle
discipline teoriche e pratiche di
• “Recitazione” per le classi di Recitazione e Regia;
• “Regia” per le classi di Regia;
• “Regia e Progettazione” per le classi di Regia;
• “Storia del Teatro” per le classi di Recitazione e Regia.
Negli Anni Accademici:
• 1989-1990: Cattedra di Recitazione
• 1990-1991: Cattedra di Recitazione
• 1991-1992: Cattedra di Recitazione
• 1992-1993: Cattedra di Recitazione
• 1993-1994: Cattedra di Recitazione
• 1994-1995: Cattedra di Recitazione; Cattedra di Storia del Teatro
• 1995-1996: Cattedra di Recitazione; Cattedra di Regia e Progettazione
• 1996-1997: Cattedra di Recitazione; Cattedra di Regia e Progettazione
• 1997-1998: Cattedra di Recitazione; Cattedra di Regia e Progettazione
• 1998-1999: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia; Cattedra di
Recitazione; Progettazione e Coordinamento del Quarto anno di
Perfezionamento
• 1999-2000: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia; Cattedra di
Recitazione; Progettazione e Coordinamento del Quarto anno di
Perfezionamento
• 2000-2001: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia
• 2001-2002: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia; Cattedra di
Recitazione; Progettazione e Coordinamento del Quarto anno di
Perfezionamento
• 2002-2003: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia
• 2003-2004: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia
• 2004-2005: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia
• 2005-2006: Coordinamento del Corso di Regia; Cattedra di Regia
Dal 1990 al 2006 è stato Membro e Presidente delle Commissioni per gli Esami di
Ammissione; Membro del Consiglio di Direzione e del Consiglio Accademico; Segretario
del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
12
Altre docenze e laboratori promossi da Unione Europea, Ist. Accademiche,
Ministeri, Enti Teatrali, Compagnie, Ist. Scolastiche, Enti Locali, Università
internazionali:
• 1992. Coordinamento didattico degli Allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte
Drammatica nell’ambito del Progetto “Gabinetti di ottica” a cura di Josef Svoboda.
Corte ospitale di Rubiera – Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.
• 1993. Collaboratore organizzativo e Docente del Laboratorio di Regia.
Prima del Teatro - Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
•
1994. Coordinatore, Ideatore e Docente del Laboratorio di Regia sull’opera
drammatica di Thomas Bernhard.
Prima del Teatro - Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
• 1995. Ideatore e Coordinatore del Seminario-Laboratorio con JUDITH MALINA.
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
•
1996. Coordinamento attività didattico-teatrali ANAD e Teatro di Pisa; Docente del
Laboratorio di Regia.
Prima del Teatro - Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
•
1997. Coordinamento dei laboratori di Recitazione e Regia; Docente del Laboratorio
di Regia.
Prima del Teatro - Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
• 1998. Coordinamento delle attività seminariali.
Prima del Teatro - Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
•
1999. Coordinatore del seminario sulla messinscena dell’Antigone del Living per gli
Allievi attori dell’ANAD, con Cathie Marchand (Attrice storica del Living Theatre).
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
•
1999. Responsabile del coordinamento registico e del training degli attori per la
messinscena di uno studio del “Revisore” di N. Gogol’ a cura di Jurij Petrovic
Ljubimov (Maestro russo espressione vivente di percorsi e pratiche della ricerca
teatrale del Novecento).
Regione Abruzzo, Assessorato Promozione Culturale in collaborazione con
l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e l’Associazione Culturale Teatroimmagine.
• 1999. Laboratorio intensivo di 15 giorni sul “Calderón” di Pier Paolo Pasolini.
Dipartimento di Teatro della Università del Chile, Santiago de Chile.
13
• 2000. Relatore al Corso di Aggiornamento per l’Alta Formazione Artistica:
“L’insegnamento artistico attraverso l’analisi di alcuni artisti e percorsi del Novecento”.
Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovrintendenza ai Beni
Culturali, Accademia di Belle Arti di Roma.
• 2000. “MiniMaster sull’imprenditoria Teatrale”.
Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali, Area Sviluppo Associativo
•
2001. Coordinamento dei Seminari con Graziano Gregori, Andrea Miglio, Carlo
Infante, Lucio Diana.
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
• 2003. Coordinamento Laboratorio di ricerca teatrale con RENA MIRECKA.
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
• 2003. “Dalle mani al teatro, il corpo, l’oggetto, lo spazio”. Istituzioni scolastiche
abruzzesi.
Unione Europea / Fondo Sociale Europeo, Ministero del Lavoro e della Previdenza
Sociale, Regione Abruzzo/ Direzione Politiche Attive del Lavoro della Formazione e
dell’Istruzione / Servizio Politiche dell’Istruzione, IRRE,
•
2005. Seminario su “Pier Paolo Pasolini nel trentesimo anniversario della
scomparsa del poeta”.
Università Federico II di Napoli, Facoltà di Montesantangelo – Corso di Laurea in
Scienze del Turismo a Indirizzo Manageriale – Cattedra di Cinema e Fotografia –
Prof. Giulio Baffi
•
2005. Coordinamento del Seminario-Laboratorio con Anatoly Smelianskij e Kama
Ghinkas.
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e Accademia di Mosca.
•
2006. Coordinamento incontro con Nikolaj Skorik, Direttore del Teatro d’Arte di
Mosca, e Anton Milenin, Regista Pedagogo del Teatro Studi di Vassil’ev.
Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e CSST – Centro
Sperimentale Teatri.
• 2006. Seminario sulla “Provincia italiana nel cinema di Fellini”.
Università Federico II di Napoli, Facoltà di Montesantangelo – Corso di Laurea in
Scienze del Turismo a Indirizzo Manageriale – Cattedra di Cinema e Fotografia –
Prof. Giulio Baffi
•
2007. Ciclo di dieci lezioni “Prospettiva Artaud. La Tradizione e la Ricerca nel Teatro
degli anni Sessanta e Settanta.”
Teatro Stabile di Torino
14
Relazioni, incontri, interventi in convegni e tavole rotonde
• 1976. Direttore Artistico del IV Festival del Teatro Universitario.
Tra i 23 spettacoli selezionati si ricordano: Enrique Bonaventura (T. E. C., Colombia) con
“Soldatos”; Os Comicos (Lisbona, Portogallo) con “La noche de los asesinos”; Jerzy
Kubicki con lo Studio Pantomimy di Stettino (Polonia); Leo De Bernardinis e Perla
Peragallo con “Chianto ’e risate e risate ‘e chiante”; Rosa di Lucia con “La conquista del
Messico”.
Coordinatore e Relatore nel Convegno “Università, teatro e territorio”, con la
partecipazione di Moscati, Savioli, Raimondo, Tian, Polacco, Soggiu, Greco, Marotti.
Coordinatore del Seminario “Esperienze politiche e culturali del Continente Latino
Americano” con la partecipazione di Enrique Bonaventura.
IV Festival Internazionale del Teatro Universitario, L’Aquila (30 marzo/9 aprile)
•
1990. Missione per l’ANAD presso il G.I.T.I.S. di Mosca.
•
1993. Presentazione del libro di Nikolaj Pesočinskij “L’attore biomeccanica”,
ubulibri, con la partecipazione di Fausto Malcovati e Sergeij Issaev.
Prima del Teatro. Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
•
1994. Relatore all’incontro su “Pasolini e il Teatro”. Partecipano M. Martinelli, A.
Sixty, S. Casi, A. Adriatico, M. Donadoni, P. Misuraca
TEATRO DELLA POLVERE, Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna
(febbraio)
•
1994. Relatore al Convegno Internazionale “Le parole del Teatro” sull’opera di
Thomas Bernhard.
Prima del Teatro. Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
• 1999. Relatore alla Conferenza-dibattito “La formación en las Escuelas de Arte
Dramático en Europa”, titolo della relazione “La formazione attoriale in Italia”
FESTIVAL EUROPEO DE ARTE DRAMÁTICO
Palacio de Festivales de Cantabria, Santander (17-23 aprile)
•
1999. Invitato ufficiale in rappresentanza dell’ANAD alla “Presentación pública de las
obras de la nueva sede del Istitut del Teatre, alla presenza del Sr. Joan Clos
(Alcalde de Barcelona) e del Sr. Manuel Royes (Presidente de la Deputación de
Barcelona).
ISTITUT DEL TEATRE, Barcellona
•
2000. Seminario-laboratorio su “La scrittura e la pratica scenica”, quattro incontri su
Thomas Bernhard
Regione Lazio, Assessorato alle Politiche per la promozione della cultura, dello
spettacolo, del turismo e dello sport.
Teatro Vascello, Roma (28 marzo/2 aprile)
15
• 2001. Invitato ufficiale alla decima edizione del
“FESTIVAL DE TEATRO DE LA HABANA”, (Cuba, 21/30 settembre)
•
2001. Relatore al seminario “Creatividad y pedagogia”, titolo della “La funzione della
Regia nei processi accademici”; Partecipante ufficiale ai lavori del “Locutorio
Iberoamericano de Pedagogia Teatral”.
V ENCUENTRO INTERNACIONAL de ESCUELAS SUPERIORES de TEATRO ENAT,
Ciudad de México, (1/6 ottobre)
• 2002. “Le parole del teatro: Frontalità”. San Miniato (PI).
Prima del Teatro. Teatro di Pisa. Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”.
• 2002. Relatore al Festival siloniano, titolo della relazione “Silone drammaturgo”.
Regione Abruzzo, Città di Pescina, Istituzione Centro Studi Ignazio Silone, Teatro
dei Colori.
•
2002. Relatore al Convegno su Ruggero Jacobbi e direzione della lettura di alcuni
frammenti delle Opere di Jacobbi con attori professionisti.
Aula grande del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Firenze e in
collaborazione con il Gabinetto Vieusseux.
• 2003. Membro della Giuria internazionale del
XI FESTIVAL INTERNATIONAL DU THEATRE UNIVERSITAIRE DE MONASTIR
Ministere de l’Enseignement Superieur Centre Culturel Universitaire
Repubblica Tunisina (agosto)
• 2005. Relatore al Convegno “Pedagogia del testo / pedagogia dell’attore”.
ANAD – L’ACCADEMIA NELLE SCUOLE, Ufficio Scolastico Regionale del Lazio CSA
di Roma
•
2007. Tavola Rotonda “Un’idea diversa: Verso dove?” con interventi di Nikolaj
Skorik (Direttore del Teatro d’Arte di Mosca), Anton Milenin (Regista del Teatro
Studi di Vassil’ev), Ferruccio Marotti (Direttore Centro Teatro Ateneo).
C.S.S.T. Centro Sperimentale di Studi Teatrali di Roma
16
Alcuni brevi cenni dei
PAESI VISITATI PER MOTIVI DI LAVORO E DI STUDIO:
1990
Primo viaggio ufficiale a MOSCA, ospite dell’ETI e incaricato dall’ANAD, per studiare lo
stato delle cose sulla Biomeccanica e Mejerchol’d. In seguito a numerosi incontri con
storici, intellettuali e artisti russi, rintraccia in Ghennadj Bogdanovic e Nikolaj Karpov,
insegnanti del GITIS, i depositari per discendenza diretta attraverso l’insegnamento di
Kustov, attore e trainer di Mejerchol’d, dell’esperienza mejercholdiana. Avvia, quindi, una
rete di relazioni che porteranno nell’anno successivo alla realizzazione del Progetto
bilaterale “Che disgrazia l’ingegno”.
Approfondisce, presso i Musei di Mosca e soprattutto la Galleria Tetrákov, lo studio su
Kazimir Malevič e l’Avanguardia russa del Novecento.
1991
Secondo viaggio ufficiale a MOSCA: il suo allestimento di “Che disgrazia l’ingegno” di
Griboedov debutta nel Teatro TIR di Mosca, ottenendo successo di pubblico e di critica
come testimoniato da una nota ufficiale dell’ Istituto Italiano di Cultura (all’epoca diretto dal
Prof. Vittorio Strada).
In virtù del successo ottenuto è istituito presso il GITIS un Dipartimento di Educazione del
corpo affidato alla direzione di Nikolaj Karpov, che insieme a Ghennadj Bogdanovic,
divengono gli specialisti riconosciuti nel mondo della biomeccanica di Mejerchol’d.
La successiva riapertura degli Archivi di stato gli permetterà – avvalendosi della
collaborazione di prestigiosi studiosi come Anna Tellini, Marcello Gallucci e Fausto
Malcovati – di continuare la sua ricerca organizzando e dirigendo laboratori e seminari
nell’ambito internazionale di “Prima del Teatro”.
Nel contesto di questi approfondimenti sul training dell’Attore e sulle funzioni compositive
del Regista, sono da interpretate i successivi incarichi di rilevanza scientifica come, per
esempio, quello di responsabile del coordinamento registico e del training degli attori nel
Progetto della Regione Abruzzo per la messinscena di uno studio del “Revisore” a cura di
Jurij Petrovic Ljubimov, il più anziano e il più esemplare dei Maestri russi contemporanei,
fondatore nel 1964 del Teatro “na Taganke” di Mosca, ideale continuatore delle idee
registiche di Vachtangov e di Mejerchol’d.
1993
AUSTRIA
Contatti con l’Istituto Austriaco di Cultura a Roma
In agosto intraprende il primo viaggio studio a Vienna (Dallo Steinhof) e Salisburgo
(Mönchsberg monte del suicidio) per il Progetto su Thomas Bernhard e la cultura
mitteleuropea.
Questo primo approccio con il mondo dal quale sono scaturite le opere di Bernhard, lo
mette in relazione diretta con le realtà culturali che maggiormente hanno influenzato la
17
geniale scrittura dell’autore austriaco. Fondamentale la figura di Wittgenstein e, particolare
meno approfondito nelle opere critiche di illustri studiosi, la casa da lui progettata e
realizzata per la sorella. Altrettanto particolare la tesi di laurea presso il Mozarteum,
elaborata da Bernhard su due maestri del teatro del Novecento, Antonin Artaud e Bertold
Brecht.
Nei mesi di ottobre e novembre, compie un secondo viaggio in Austria, per approfondire
diversi aspetti di questa sua ricerca.
Ufficialmente incaricato dall’ANAD, progetta un Laboratorio di ricerca teatrale al quale
partecipano i maggiori esperti italiani di Bernhard. Con alcuni, come Aldo Giorgio
Gargani, stabilirà un proficuo rapporto di collaborazione per la realizzazione di spettacoli
da testi di Thomas Bernhard e di Ingeborg Bachmann, Autrice austriaca di assoluto valore
poetico.
Queste esperienze gli permetteranno di partecipare a iniziative internazionali con la
qualifica di specialista dell’opera bernhardiana.
1997
BARCELLONA
Incaricato dall’ANAD e dal Teatro Verdi di Pisa di approfondire e consolidare il rapporto di
collaborazione con l’Istitut del Teatre, avvia un’intensa attività di scambi bilaterali che, tra le
tante altre iniziative realizzate nel corso dei successivi anni, lo porteranno a collaborare con
artisti e docenti catalani quali Berti Tovias e Jaume Melendres.
Studia presso il Museo Picasso l’elaborazione di questo Maestro del quadro “Las
Maninas” di Velasquez per interpretarne “el secreto” in funzione della sua prossima regia
del “Calderón” di P. P. Pasolini.
1998
PARIGI
A cinquant’anni dalla scomparsa di Antonin Artaud (4 marzo 1948), inizia un suo
personale viaggio studio, tuttora in essere, per rintracciare le orme del geniale Maestro
francese, uomo che, da solo, ha saputo vedere e spingersi più lontano di ogni altro. Un
percorso che lo condurrà da Parigi fino alla Sierra Tarahumara.
1999
SPAGNA
Santander
FESTIVAL EUROPEO DE ARTE DRAMÁTICO
Palacio de Festivales de Cantabria, 17-23 aprile
18
Il Corso di Regia vice con il saggio spettacolo “Sapò” da S. Beckett.
Partecipazione alla Conferenza-dibattito “La formación en las Escuelas de Arte Dramático
en Europa” con una relazione su “La formación Actoral en Italia”.
Il Pais Vasco: Bilbao, Zumaia
“Gernika” di Picasso e la moralizzazione del colore.
Barcellona
Invitato ufficiale alla “Presentación pública de las obras de la nueva sede del Istitut del
Teatre, alla presenza del Sr. Joan Clos (Al calde de Barcelona) e del Sr. Manuel Royes
(Presidente de la Deputación de Barcelona).
Presso l’Istitut primo approccio con il flamenco come studio della cultura zingara per il
Progetto “Pilade” di P. P. Pasolini al campo Rom.
Madrid
Avvia una serie di contatti con “Real Escuela Superior de Arte Dramatico” per perfezionare
progetti di collaborazione con l’ANAD.
Studio di “Las meninas”, Velasquez, per il Laboratorio sul “Calderón” di P. P. Pasolini,
che terrà all’Università di Santiago del Cile.
FRANCIA
Contatti con “Aria Teatro” Adm 5, rue Pierre Sémard e “Lucernaire” Centro Nacional d’Art
et d’Essai, 53 Notre-Dames-de champs, Paris
Parigi
Prosegue il suo viaggio studio su Antonin Artaud.
Inizia lo studio di “Fin de partie” di S. Beckett, un testo “soglia” del teatro del Novecento.
Assiste alla messinscena di Pierre Chabert e Sandra Solov.
CILE luglio/agosto
Presso il Dipartimento di Teatro della Universidad de Chile, Santiago de Chile, dirige un
Laboratorio intensivo di 15 giorni sul “Calderón” di Pier Paolo Pasolini.
Visita ufficiale alla sede distaccata del Dipartimento di Teatro della Universidad de Chile a
Valparaiso.
Pomaire, Vigna del Mar, Isla Negra Museo Neruda.
Antofagasta, Calama, Deserto di San Pedro di Atacama, Valle della morte e Valle della
luna, Salar de Atacama, Laguna Chaxa.
Alla scoperta del Paese di Sebastian Matta, pittore la cui opera è prosecuzione
contemporanea dei dipinti di Antonin Artaud.
ISOLA DI PASQUA
Rapa Nui, l’Ombelico del mondo (Te Henua). Studio del megalitismo nei Moai, del villaggio
cerimoniale di Orongo. Makemake e il culto dell’uomo uccello. Le tavolette di “Ko hau motu
mo rongorongo” (linee di scrittura per recitazione).
19
2000
MADRID
Contatti con la “Real Escuela Superior de Arte Dramatico”.
Secondo viaggio studio per il “Soccombente” di Bernhard: “Madrid è infatti la città più
splendida che ci sia e in essa ho tutto, tutto ciò che il mondo può offrire”.
Sopralluoghi a Plaza Santa Ana e nella casa dove ha vissuto Bernhard: Calle Del Prado n°
18, accanto alla ex sede della società d’arte “Sotheby’s Sociedad”.
Studio al Museo del Prado delle “pinturas negras” di Francisco José de Goya y Lucientes
e “Las meninas” di Velasquez.
Acquisizione dei diritti per l’Italia del testo teatrale “La Cruzada de los niños de la calle”,
che sviluppa il tema dello sfruttamento del lavoro minorile e dell’infanzia negata, nato dalla
drammaturgia di sei autori sudamericani coordinati dal drammaturgo spagnolo José
Sanchis Sinisterra. Progetto di messinscena per l’Italia non ancora realizzato.
TOLEDO
“El entierro del conde Orgaz” di El Greco.
SAN PIETROBURGO
Contatti con il M° Sergeij Cherkasskij, SPGATI (Accademia Statale di Arte Teatrale di San
Pietroburgo).
La città dell’Apocalisse: studio per “I demoni” di Fëdor Dostoevskij.
Lavra Aleksandr Nevskij, cimitero di Tichvin con la tomba di Dostoevskij.
Piazza del Fieno e il quartiere di Dostoevskij: p.za Vladimir, Canale Griboedov, via
Przeval’skij, via della Tesoreria, Prospettiva dell’ascensione.
Il Canale Krjukov delle “Notti bianche”.
Continua l’approfondimento di Mejerchol’d presso il Teatro Aleksandrinskij e il Museo del
Malyj Teatr. Instaura rapporti di scambio con specialisti dell’Accademia d’Arte Teatrale
quali Sergei Tcherkassi.
Prosegue lo studio di Kazimir Malevič e l’Avanguardia russa del Novecento all’Ermitage.
CILE, agosto/novembre
A Santiago del Chile (settembre-ottobre) con un gruppo di prestigiosi attori professionisti
(ex-allievi della Universidad divenuti celebri) mette in scena “Morte accidentale di un
anarchico” di Dario Fo. Lo spettacolo è stato prodotto grazie a una sinergia tra Facultad
de artes departamento de teatro Universidad de Chile, Compañia de departamento de
teatro Universidad de Chile DETUCH, ANAD, Istituto Italiano di Cultura di Santiago,
Ministero degli Affari Esteri Italiano-Direzione Generale Promozione e Corporazione
Culturale, Ambasciata italiana, Ambasciata del Cile in Italia.
Nell’aprile del 2001 lo spettacolo “Muerte accidental de un anarquista” vince il Premio
Altazor.
20
In seguito alla presentazione dello spettacolo, il Dipartimento di Teatro della Universidad
decide di conferire a Dario Fo la “Medaglia del Rettore” della Universidad de Chile. La
consegna della Medaglia al nostro premio Nobel è stata effettuata a Roma
dall’Ambasciatore del Cile in Italia S.E. José Goñi il 31 gennaio 2001.
In questo contesto di relazioni e con il coinvolgimento dell’I.I.L.A. (Istituto Italo Latino
Americano) di Roma, prosegue nell’approfondimento della conoscenza della cultura cilena.
Intraprende un viaggio di studio nel “regno” di Araucanía (“la Frontera”) e nel deserto della
PATAGONIA.
Da Puerto Mont, città natale di Pablo Neruda, raggiunge l’isola di Chiloé, un luogo che
Darwin aveva descritto nel 1834 come “estremamente misero e deserto”. Attraversa
Castro, Achao, Ancud, Caulín, Dalcahue, Quellón (dove ha inizio “el fin del mundo), Curaco
de Vélez, ecc. per conoscerne il tesoro mitologico.
Continua la sua esplorazione dello sciamanesimo e dei riti di guarigione araucaniani degli
indios Huilliche e Mapuche. È soprattutto di questi ultimi che si interessa attraverso il
viaggio per i paesi di Temuco, Nueva Imperial, Carahue, Puerto Saavedra, Valdivia, Lago
Ranco (riserva Mapuche), Osorno.
Da Osorno, passando in ARGENTINA e attraversando lo stretto di Magellano, raggiunge
Ushuaia: la Tierra del Fuego.
Studio degli Shelknam (los Onas), gli aborigeni dal linguaggio sottile, che Darwin trovò così
“abietti” da dubitare che appartenessero alla sua stessa specie.
Poi Puerto Natales, Torres del Paine, Glaciar Grey, Lago Pehoe…
La calma primitiva del deserto che W. H. Hudson credeva fosse “forse la stessa cosa della
Pace di Dio”.
2001
SPAGNA
Contatti con la Direcciòn General de Promociòn Culural de la Comunidad de Madrid
Festival de Otoño Consejeria de Cultura – Comunidad de Madrid
Responsabile del Festival Mora Apreda e Director artìstico Ariel Goldberg
Andalucia e l’eredità araba
Malaga, Granada: Alhambra/Andalusia, Cordoba, Sevilla, Ronda, Gibilterra, Marbella,
Torremolinos.
García Lorca e la Fondación Federico García Lorca.
XVI Concurso Nacional de Arte Flamenco, Ayuntamiento de Cordoba.
Jerez de la Frontera: studio del “cante jondo”, il flamenco come approfondimento della
cultura zingara.
La Corrida: riti e simboli della Tauromachia, confronto diretto con la morte.
FRANCIA
Contatti con ECUME Echanges Culturels en Méditerranée (rete internazionale per le
Accademie di Teatro nel bacino del Mediterraneo: Tunisia, Siria, Egitto, Grecia, Spagna,
Marocco, Francia). Il “Rencontre des Ecoles d’Art Dramatique de la Méditerranée” si tiene
a Marsiglia, tra le Accademie presenti si segnala: la Escuela Superior de Arte Dramatico
de Sevilla, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Atene, IESAV di Beyrouth, Istituto
Supérieur d’Art Dramatique de Tunis ISAD, l’Institut Supérieur d’Art Dramatique et
d’Animat. Cult. di Rabat, l’Institut Supérieur de Damas, l’Institut National d’Art Dramatique
d’Alger, Istituto Internacional del Teatro del Mediterraneo.
21
Marsiglia: la città dove il 14 settembre del 1896 nasce Antonin Artaud e da dove
prosegue l’approfondimento dello studio sulla vita e sulle opere di uno tra i più importanti
Maestri del Teatro del Novecento.
Arles: la Provence di Vincent Van Gogh, “Il suicidato dalla società” come intitola Artaud il
suo libro sul geniale pittore. Ma anche l’ombra di Van Gogh dipinta da Francis Bacon.
Avignone: il gotico spesso richiamato dalle opere di Artaud.
Nizza: i Musei con Matisse e Chagall.
Finalmente Rodez, nel cui ospedale psichiatrico Artaud fu ricoverato l’11 febbraio 1943 e
dimesso il 26 maggio 1946, dopo aver subito 50 elettrochoc. Oggi nel nuovo Centre
Hopitalie Sainte Marie riceve il Dottor A. Gassiot che, convinto assertore del genio di
Artaud, mostra il registro dei ricoveri.
Altezza:
1,71
Occhi:
grigi
Fronte:
spaziosa
Naso:
dritto
Viso:
ovale
Mento:
appuntito
Barba:
rasata
Segni particolari: due cicatrici sulla scapola sinistra
CUBA, settembre
Invitato ufficiale alla decima edizione del
“FESTIVAL DE TEATRO DE LA HABANA”, 21/30 settembre
Relazioni stabilite con Virgilio Martino Ruiz – Direttore delle Relazioni internazionali; Alexis
Abreu Báez – Direttore dei Progetti artistici del Ministerio de Cultura, consejo Nacional de
las Artes Escenicas; Roberto Blanco – Presidente de honor del Festival; Julian Gonzales
Toledo, Presidente del Comitado Organizador Festival de la Havana Cuba, Ministerio de
Cultura de Cuba y precisamente con la oficina de Relaciones Internacionales y con el
Despacho del Ministro, Red de Presentadores de Arte del Caribe (señora Claudia
Urdaneta); Octavio Cortazar de la Union de Escritores y Artistas de Cuba, Consejo de
Artes Escenicas; Ministerio de Cultura - Departamento Relaciones Internacionales (Miriam
Artamendi responsable sector Italia); dott. Gianpietro Schibotto e dott. Giuseppe
Scognamiglio – Primo Segretario dell’Ambasciata italiana di Cuba; Armando Suarez del
Villar – Decano de la Facultad de Artes Escénicas Istituto Superior de Arte de Cuba.
Compie un giro abbastanza ampio dell’Isola e, soprattutto, prosegue lo studio su Antonin
Artaud ripercorrendo le tappe del suo viaggio al Paese dei Tarahumara. Artaud il 10
gennaio del 1936 si imbarca ad Anversa alla volta del Messico. Fa scalo a L’Avana, dove
uno stregone gli dona un pugnale al quale Artaud attribuirà poteri magici. Oggi in verità a
Cuba se si possono incontrare santeros un po’ ovunque, bisogna spingersi verso il sud
(Santiago de Cuba) per trovare tracce di riti vodou.
Per raggiungere il Messico percorso da Artaud, si permette una “deviazione” per visitare i
resti della Cultura Maya: in YUCATAN a Chiechè Itza, per la folgorante importanza del
“doppio” e Uxmal. Quindi Palenque nel CHAPAS. Nei “Messaggi rivoluzionari” messicani
scritti da Artaud si percepisce il profondo richiamo che la “cultura eterna del Messico”
esercita su di lui e che si ritrova a Teotihuacán, appena arrivati a Ciudad de México.
22
MESSICO
V ENCUENTRO INTERNACIONAL de ESCUELAS SUPERIORES de TEATRO ENAT,
Ciudad de México 1/6 ottobre
Dipartimenti di Teatro e Accademie Nazionali partecipanti provenienti da: Barcellona, Costa
Rica, Perù, Argentina, Cile, Colombia, Guatemala, Brasile, Québec e da varie città
messicane
Relatore al seminario “Creatividad y pedagogia” con la relazione “La función de la
dirección de escena en los processo académicos”;
Partecipa ufficialmente ai lavori del “Locutorio Iberoamericano de Pedagogia Teatral”
Contatti sviluppati, inoltre, con l’Istituto di Cultura di Città del Messico (Dott.Angelo
Pataleoni), Asociaciòn Mexicana de Crìticos de Teatro (Presidente M° Bruno Bert), I.I.L.A.
(Istituto Italo Latino Americano), Escuela Nacional de Arte Teatral INBA di Città del
Messico, Ambasciata Messicana presso lo Stato Italiano; l’Instituto Cervantes di Roma;
Istituto Italiano di Cultura in Messico.
Continua il viaggio sulle orme di Artaud raggiungendo Tepic e quindi Creel. In ottobre,
esattamente nello stesso mese “scelto” da Artaud, è nella Sierra Tarahumara. A
Norogachi per l’esattezza, dove Artaud studia il culto religioso del peyotl.
“Bisogna credere in una concezione della vita rinnovata dal teatro, dove l’uomo
divenga impavidamente signore di ciò che ancora non esiste e lo faccia nascere. E
tutto ciò che non è nato può ancora nascere…”
Antonin Artaud, “Il Teatro e il suo doppio”
2002
Contatti con R. Şinasi Çelikkol, Bursa Karagöz Thetre sotto l’egida del Ministero di Cultura
della Repubblica Turca.
Da Istambul a Smirne ancora ricercando la poesia del teatro di Antonin Artaud: da
ragazzo Artaud soggiorna più volte a Smirne, presso “Neneka” la nonna materna.
Istambul (Semâ, la cerimonia dei Dervisci rotanti), Bursa (Karagöz, teatro delle ombre
turco), Efeso, Izmir (Smirne).
2003
REPUBLIQUE TUNISIENNE
Ministere de l’Enseignement Superieur Centre Culturel Universitaire
XI FESTIVAL INTERNATIONAL DU THEATRE UNIVERSITAIRE DE MONASTIR, agosto
Directeur du f.i.t.u.m. Fethi Ben Amor
Membro della Giuria internazionale del Festival.
Viaggio attraverso il deserto, il sufismo, la danza di guarigione Hadhra:
Tunisi, Tatouine, Ksar ouled Soltane, Ksar Ezzahra, Douirette e Chenini (I Berberi), Ksar
Haddada, Guermessa, Medenine, Toujane, Matmata, Douz (la porta del Deserto),
Sahara, Zaafrane, El Fadar, Ksar Ghilane, Kebíli, Chot Jerid (i miraggi del deserto del
lago salato), Tozeur, Nefta (uno dei centri più importanti del Sufismo), Monastir,
Hammamet, Korba (Amuda Daas, danzatore Hadhra), El Jem, Kairouan, Cartagine,
Madia.
23
IRLANDA
Viaggio studio nella Dublino di S. Beckett e F. Bacon per il Progetto “Finale di Partita”.
Inoltre, un’altra tappa del percorso di Antonin Artaud:
Nell’agosto del 1937 Artaud decide di partire per l’Irlanda e restituire agli irlandesi il
presunto bastone di San Patrizio. Arriva a Cobh, nel sud dell’Irlanda. Si reca a Galway,
sulla costa atlantica. Il 23 sbarca a Kilronan porto delle Aran Islands. Il 9 settembre è a
Dublino dove si perdono le sue tracce.
Dublino, Contea di Meath, Hill of Tara (solstizio d’estate), Contea di Donegal, Lago Derg
(Purgatorio di San Patrizio), Contee di Mayo e Sligo (città di Yeats), Westport
(Montagna di San Patrizio), Contea di Galway, Legnane, Parco Connemara, Recess,
Doolin, Scogliera di Clif of Moher, Isole Aran, Contea di Cork, Cobh.
2005
PORTOGALLO
Lisboa, Evora, Evoramonte, Monsaraz, Tomar, Coimbra, Conimbriga, Porto, Fatima, Sintra.
Nella frase del tempo le tracce di Wim Wenders e una sola moltitudine di Fernando
Pessoa: “Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere d'essere niente. A
parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.”
2006
PARIGI
Viaggio studio in preparazione del Progetto “Finale di partita” di Samuel Beckett per
l’ANAD e il Rione Esquilino di Roma.
“L’artista moderno è colui che pratica un’arte e che esprime il fatto che non c’è
niente da esprimere, niente con cui esprimere, niente da cui partire per poter
esprimere, non c’è alcuna possibilità di esprimere, nessun desiderio di esprimere,
insieme con l’obbligo di esprimere.”
Samuel Beckett 38, bd Saint- Jacques, Paris 14
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SINTESI DI ALCUNI CONTRIBUTI CRITICI
[…] È un lavoro che ha positivamente scosso le prospettive e i modelli degli spettacoli
normalmente presentati al Teatro Studio “Eleonora Duse”. È parso, per intenderci meglio,
di assistere a esplorazioni nella Cultura e nella Forma cui fummo già condotti grazie alla
disciplina di Ronconi o di Trionfo. Nel senso che il testo di Griboedov ha alimentato una
bella istanza di tradizione e, al tempo medesimo, di approfondimento tecnico odierno […].
”Che disgrazia l’ingegno” in quanto commedia sottoposta a questo trattamento meccanico,
è senza dubbi un ideale trampolino di codici, di idiomi, di vaudeville e di scardinamenti
antiretorici di cui un plotone d’Accademici può giovarsi per porre in atto efferatezze e
funambolismi altrimenti non sempre (ahimè) di corrente accesso. […] Il reticolo degli screzi,
delle maldicenze e delle “tirate” più edificanti è un labirinto che s’addice alla miscellanea
degli attori giovanissimi di oggi, cui la regìa di Polidoro assegna gimnopedie su sentieri di
metallo a mezz’aria o perdite di baricentro, o sguardi spettrali al soffitto, con l’ausilio ogni
tanto di musiche viventi, o figurativamente di alamari, di grucce, di parrucche per dare
ripugnanza a corvi vetusti del teatro. Con strenuo e bel risultato complessivo. […]
Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica 22/23 dicembre 1991
Con la regìa di Polidoro si materializzano avventura e smarrimento. […] “Notturno di luce”
intriso di una simbologia iperreale e non manierata ha dalla sua indubbi pregi: una attenta e
calibrata regia di Domenico Polidoro tutta impostata sull’intermittenza del ricordo […]. Una
volta è il nitore di un sostantivo, l’essenzialità di un tratto a colpire, altre volte l’incanto
nasce dall’incrocio parola-luce, silenzio-buio in uno spazio scenico di una vacuità
disarmante eppure raramente così indovinato. Ulteriore punto a favore, infine, del lavoro di
Polidoro è la non pretenziosità dell’operazione, il senso provvisorio della ricerca che rende
il “Notturno di luce” un’impresa di alto rigore.
Silvia Mastagni, Il Tirreno 17 novembre 1991
D’Annunzio notturno tra fantasmi della mente
[…] felice exsploit di questo Notturno dannunziano. […] si fa piazza pulita dei soliti cliché
del Vate abruzzese […] Uno dei meriti della pièce è infatti il presentare […] un D’Annunziouomo, incline sì alle sue maniacali devozioni ma colto sempre nelle sfumature che
anticipano il gesto, nelle pieghe dell’animo che preludono alla sua estrinsecazione. […]
Hystrio aprile/giugno 1992
“Margini” di Polidoro da “Vino e pane” e “Il seme sotto la neve” di Silone: generazioni a
confronto ma con l’ansia del nuovo. […] “Margini” è stato messo in scena da Polidoro […]
con stazioni successive che scandagliavano incisivamente la scabra poesia di Ignazio
Silone. Eccellente diremmo il quadro d’avvio con quattro donne del popolo d’Abruzzo
intente a lavare panni con ritmici movimenti, atti a suscitare una intensa atmosfera
drammatica […] è operazione indubbiamente valida per l’inevitabile confronto
generazionale tra i valori di tradizione cari a Silone e alla gente d’Abruzzo, e l’ansia del
nuovo che non può non albergare negli attori e nel regista impegnati nell’indagine. […]
nitida regìa di Domenico Polidoro.
Fernando Bevilacqua, La Voce Repubblicana 7 agosto 1992
Le ombre della coscienza prima e dopo la storia: un pregevole affresco di Silone. […] In
“Margini” tutto viene risolto nell’ambito di un gusto del tragico insondabile, processo dentro
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il quale la mente si smarrisce, e il corpo cerca un punto provvisorio di scampo. La
cerimonia di un’esistenza, codificata da un movimento segreto, porta in primo piano la
violenza di un individuo che agisce al di fuori delle regole: principi di una convivenza
artificiale […] cartina di tornasole di un ragionamento sociale e politico, punto in cui si
intrecciano i diversi conflitti. La stanza del rivoluzionario si fa aperta campagna, si dilata nei
segni di un mondo ritmato dal continuo latrare dei cani. Le donne si trasformano in Coro
tragico, commento e verità del volto autentico delle cose. Scrive Domenico Polidoro nelle
note del programma di sala: “Così, nel gelo di una società, formata da automi senza
sentimento, da vampiri sociali a un banchetto di peste, che costringe lo spirito a
nascondersi, abbiamo incontrato la solitudine e l’eresia di Pietro. La sua inquietudine,
chiusa nei margini di un mondo che continua a ribadire che tutto è qui e non c’è altrove, è
diventata folle agitazione”. Silone, in questa prospettiva, si presenta come uno scrittore
poco rassicurante […] eppure, proprio da un tale punto di vista, le figure ne beneficiano: si
fanno riflessione profonda e inesorabile, cercano tutte le ombre possibili di ogni verità, si
protendono ben oltre la quiete apparente. “Margini” è costruito come una nenia monodica
di cui difficilmente riusciamo a stabilire i limiti. E per questo c’è come un andamento
circolare, spezzato soltanto dai momenti in cui il regista si denuncia, esplicitamente, come
narratore, come compositore esterno, come indagatore partecipe. Il resto è parola e canto.
Dante Cappelletti, Il Tempo 30 giugno 1992
[…] Il regista Domenico Polidoro, un passato accanto a Luca Ronconi ai tempi del
Fabbricone, esperienza che qui riemerge soprattutto nel minuzioso scandaglio sul testo […]
con indubbio coraggio, in questo momento suicida per ogni iniziativa teatrale, propone al
pubblico una avventura pericolosa e affascinante insieme. Un inabissarsi nella circolarità
del dolore, nel gioco ininterrotto della violenza, nello spaziare geografico e temporale nei
luoghi della sopraffazione e della morte. […] Un teatro trasparente e pulsante che non sarà
facile dimenticare come gli orrori di cui si fa traccia, attraversato dalla poesia.
Stefania Chinzari, l’Unità 18 maggio 1993
[…] Un grido di disperazione tra Jugoslavia, razzismo, vittime e persecutori.
Una cantina desolata, uno spazio chiuso come un labirinto, un grido di disperazione che si
tramuta in sussurro: questi gli ingredienti di “Vittime” sorprendente come una pugnalata
ricevuta all’improvviso alle spalle. […] La regia di Polidoro, sensibile interprete del testo, sa
come sorprendere, come non permettere allo spettatore di restare indifferente. Tutto
concorre a quell’effetto-pugnalata di cui si parlava all’inizio. E’ una delle rare volte che temi
di attualità, come la guerra nell’ex Jugoslavia o il razzismo non ci appaiono come pretesti.
[…]
Barbara Gizzi, Paese Sera 16/17 maggio 1993
[…] L’intuizione maestra resa dal regista Polidoro, di fare di questo lavoro una sorta di
processione della crudeltà all’interno dell’animo umano, snudando così – in forma di
preziosa metafora – la doppiezza della natura, i due volti che, intrisi di ipocrisia, albergano
in tutti noi e che si svelano nella loro circolare ed intercambiabile virulenza solo nei
momenti topici, nelle situazioni estreme, quale appunto la guerra. […] Grazie al sapiente
lavoro di Polidoro […] vi è una agghiacciante scena di stupro, resa con pochi movimenti, in
silenzio, in una stilizzazione da brividi; vi è una parata militare che con scarni accorgimenti
trasmette tutta la sua belluina idiozia; ed una grandguignolesca scena di salotto borghese
che si trasforma man mano in una sala di tortura, con una compita signora che fa
catarticamente sfoggio della sua ferocia e del suo intimo sadismo. Uno spettacolo davvero
da non perdere, questo proprio agli sgoccioli di una stagione davvero grama, un lavoro che
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stimola la riflessione e che innesca tutti i meccanismi dell’anima, proprio come il miglior
teatro ha sempre fatto. […]
Giorgio Serafini, Il Tempo 17 maggio 1993
[…] Domenico Polidoro con un vivace eclettismo (muovendosi da Orazio Costa a Pina
Bausch) ha cercato di esplicitare scenicamente tutte le suggestioni e i suggerimenti
recitativi, mimici e coreografici offerti dai testi di Bernhard nella prospettiva di un
rinnovamento teatrale. […]
Giovanni Calendoli, Hystrio settembre 1994
Progetto Bernhard: Una trilogia dello scrittore austriaco […] Un evento della stagione […]
La regìa collocava Bernhard in una sorta di apocalissi del Novecento, capolinea di un
percorso teatrale che dalle avanguardie, sostando a lungo sull’espressionismo, approdava
a un assurdo nuovo, quello di Bernhard, drammaturgo di parola, che pure la parola ha
progressivamente decostruito e decalcificato, facendo esplodere la sintassi, per allineare
una sequela di schegge foniche non comunicanti, frante e isolate; scrittore nichilista che
nella ripetizione del significante smarriva – volontariamente – i significati. […] un teatro non
conciliante, difficile e interrogativo. Una festa per pochi, si potrebbe dire, volta a porre lo
spettatore in posizione di precarietà e disagio (a volte insostenibile), ma pure una festa
contro “la forza dell’abitudine” che ha sclerotizzato il nostro teatro e spento le scintille
dell’invenzione: dall’Accademia si è levata una voce dissonante, per non fare della scuola
un museo della ripetizione del già noto, per non fare della scena il mausoleo funerario della
classicità. […]
Melania G. Mazzucco, Sipario luglio-agosto 1994 pp. 16/17
[…] Sono seduta, inizia lo spettacolo, ed ecco le parole della Bachmann trasformarsi in
emozione, angoscia, movimento, ecco le immagini, i colori. I miei sensi sono bombardati da
un groviglio di disperazione, di amore come volo e come offerta, di sublimi e inquietanti
immobilità, di rabbia, ribellione […]
Ariel Bocca, Sipario novembre-dicembre 1995
È la prima volta che “L’ignorante e il pazzo” di Thomas Bernhard viene rappresentato in
Italia. Il merito va al regista Domenico Polidoro, che ormai merita la qualifica di specialista
dell’opera bernhardiana […] Questo “forza dell’abitudine” è messa in scena da Polidoro con
secchezza ammirevole, in un’oggettività vicina a quella beckettiana. […]
Osvaldo Guerrieri, La Stampa 19 luglio 1997
Sarebbe certamente piaciuto a Pier Paolo Pasolini lo stanzone tutto travi e pilastri dove ha
preso di nuovo vita il più disilluso forse dei suoi drammi. […] Rimane come un evento dai
molteplici risvolti questo “Percorsi per Calderón” […] sia perché richiede ai giovani interpreti
che hanno vissuto questa esperienza di misurarsi con le argomentazioni tuttora ficcanti
della poesia pasoliniana […] sia perché restituisce alla scena […] quest’opera che rischia di
tramontare insieme a tutto il corpus del teatro civile italiano […] chiamando gli spettatori,
sistemati all’interno dello spazio scenico, a testimoniare su quanto accade durante questa
surreale discesa fra le pareti di un demoniaco labirinto. Fino alla scena finale che vede
Rosaura capitolare, quasi come la Marta di Fassbinder, sulla sedia a rotelle governata da
quel potere occulto di cui proprio all’inizio degli anni Settanta Pasolini parlava anche nelle
proprie interviste. Condannando con un’ultima immagine le anime giovani di questa storia a
vagare dietro il filo spinato del proprio lager.
Marco Fratoddi, l’Unità 13 dicembre 1997
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[…] In via di Pietralata 159/a si respira aria di gioventù e d’impegno professionale […] La
regia è di Domenico Polidoro, il quale si è avvalso della collaborazione e partecipazione di
Roberto Mantovani, unico attore maturo che diviene l’emblema del tempo stesso e della
continuità […] Un lavoro che si pone, in uno scambio vitale, come l’altro polo di un
autoriconoscimento reciproco.
Guerrino Mattei, Il Giornale d’Italia 9 dicembre 1997
Percorsi per Calderón: per un teatro “corsaro”:
[…] Nello spettacolo prevale, come è giusto, il gusto della metafora, dell’invettiva, della
premonizione in forma di “oratorio laico”, “discesa agli inferi”, squadernamento di un girone
di dannati, ormai privi di identità e coscienza di classe. E – per dirla proprio con Pasolini –
nel “ricordarsi di ricordare” l’attualità delle tematiche connesse all’appiattimento,
all’omologazione dell’individuo, la regia di Domenico Polidoro, procedendo per “stazioni”
simili a una via crucis per diseredati, perviene a uno spettacolo di pura oralità, ove sembra
parzialmente quietato il diverbio sulla “rappresentabilità” o meno del teatro pasoliniano.
Ideato e teorizzato quale scommessa, “bestemmia”, trasfigurazione favolistica di uno
specifico impegno civile – e senza alcun fine di palcoscenico. Proditoriamente, Pasolini
affermava di non ambire a un teatro rappresentato: proditoriamente il Calderón di Polidoro
accetta il guanto della sfida e dell’insubordinazione alle estreme volontà dello scrittore. […]
Angelo Pizzuto, Sipario maggio 1998
Colpisce subito l’impianto scenico che il regista Domenico Polidoro ha ideato per questo
spettacolo-laboratorio. Nello spazio già suggestivo e naturalmente teatrale della Sala Uno
[…], si innalza un castello di tubi Innocenti fino a toccare l’alto soffitto della volta. Tre livelli
di labirinti sospesi, che si intersecano, si innestano l’uno sull’altro, si incrociano con scale a
chiocciola, creando un movimento architettonico di forte impatto visivo. Proprio su quelle
linee che si snodano verso l’alto, si muovono gli attori, incastonati dal regista come figure
mobili in un processo costruttivo. […] Nella sua trasposizione drammaturgica, Polidoro
giustamente indica il protagonista come vittima sacrificale di un procedimento che
scaturisce dalla normalità dell’assurdo. Tema, oltretutto, quanto mai attuale, al centro del
dibattito politico e di riforma delle istituzioni italiane. Ma l’autore-regista non fornisce
risposte o improbabili soluzioni a quello che resta comunque, nella scrittura di Kafka, una
emblematica avventura umana e civile. Lo scopo del suo laboratorio, che ci pare
intimamente riuscito è piuttosto quello di mettere a confronto un gruppo di giovani attori con
un grande scrittore, cardine della letteratura contemporanea, per restituirne però la
dimensione scenica. […]
Emilia Costantini, Corriere della Sera 19 giugno 1998
[…] Il lavoro di Polidoro si colloca nell’ambito che l’Accademia, ormai da tempo, riserva alla
ricerca e alla sperimentazione, correndo lungo i binari della tradizione. E lo fa puntando su
scelte registiche, scenografiche e recitative originali ed efficacissime al fine di donare Kafka
e il suo mondo sulla scena.
Paola Quintigliani, Roma di Roma 10 luglio 1998
Il fattore Kappa, Polidoro porta Kafka sulla Scala Santa:
A mezz’aria, sotto la volta di mattoni di un’antica chiesa sconsacrata, si librano Josef K e i
molti marioli del Processo di Kafka, ritagliati dalla pagina, incollati e rianimati lassù. Un
gabbione di tubi Innocenti offre al pubblico, appiattito di fronte (su una tribuna grama),
scale a chiocciola e corridoi sospesi come se Piranesi ci avesse messo una mano magica.
[…] La struttura aerea opprime mentre moltiplica i piani di intervento dentro un insieme
statico, disarticolato. Come labirinto essa suggerisce una strategia molecolare in cui
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naufragano gli atomi più fragili della realtà che ci appartiene. […] Si può riconoscere nei
praticabili affastellati una sigla dell’Assurdo, ove elevato a sistema spettacolare. […]
Ubaldo Soddu, Diario 1 luglio 1998
[…] Domenico Polidoro sta allestendo il Pilade di Pier Paolo Pasolini. Un gruppo di giovani
attori lo porterà in scena, per la prima volta nella storia del teatro, al centro per nomadi
Campo Boario, in zona Testaccio presso l’ex Mattatoio. […]
Stefania Salvi, Corriere dello Sport 12 dicembre 1999
Un originale allestimento del dramma “Pilade” di Pier Paolo Pasolini è stato realizzato a
Roma, nel Campo Boario del monte Testaccio, già ex Mattatoio Comunale, con i Rom
Kalderasha, di etnia ungherese e cittadinanza italiana. L’allestimento è stato curato e
ideato da Domenico Polidoro […] con i Rom il regista ha iniziato una collaborazione di
scambio cultural-teatrale, partendo da questo evento. […] La scelta del luogo sembra
ideale: l’ex Mattatoio, sottratto al degrado dall’associazione “Villaggio Globale”, è diventato
un cantiere sociale aperto, un laboratorio che non solo offre ospitalità, come nel caso dei
Rom Kalderasha, ma produce attività multiculturale di vario genere. In questo contesto si
spiega la scelta di un “Pilade”, portatore e simbolo della trasgressione, attraverso un
linguaggio che è metafora politica. […] Il “Pilade” non è uno spettacolo “politico”, è fare
teatro in modo “politico”.
Alma Daddario Lorin, Avvenimenti 6 febbraio 2000
Al teatro Valle “Il soccombente” di Bernhard con la regìa di Polidoro:
[…] lo scrittore austriaco scandaglia nei recessi della creazione artistica e nell’inesorabile
debolezza del pensiero umano, incastrando la vicenda di tre personaggi […] antagonisti ma
complementari. Tragici e, allo stesso tempo, grotteschi. Proprio come li ha presentati
Domenico Polidoro nello spettacolo omonimo che è andato in scena al Valle.
Spettacolo interessante perché si tratta di un’operazione che cerca di trasferire nella
scrittura teatrale la forza linguistica del romanzo. Inoltre, questo “Soccombente” si è
imposto come un momento nevralgico di verifica – pedagogica e personale – per giovani
attori che si “affacciano” al mestiere misurandosi con un testo difficile, concettuoso, cupo, a
tratti disarmante.
Guidati dalla mano esperta di Polidoro – è la sua quarta regìa “bernhardiana” – hanno
reagito con estrema professionalità alle sollecitazioni e alla geometrica astrazione di una
resa scenica che lavora per metafore, simboli, riferimenti colti. […]
Laura Novelli, il Giornale 22 luglio 2000
Progetto interessante quello di Domenico Polidoro che si incarica di mettere in scena uno
dei testi più interessanti ma anche più difficili di Thomas Bernhard. […] Una scelta
coraggiosa e intelligente, perché Bernhard è stato uno degli autori più interessanti di quella
fucina mitteleuropea […] La messa in scena si sforza di porre sul palcoscenico il gioco
prettamente intellettuale del testo, privilegiando la surreale tangibilità degli oggetti in
questione facendone dei simboli, quasi freudiani, dal fantoccio alle porte mobili, al cerchio
in cui i personaggi si muovono come evocati da una seduta spiritica, attratti e sconvolti da
un Grande Burattinaio. Sforzo mentale e sapienza teatrale si vedono tutte […]
Gianluca Verlezza, Il Giornale d’Italia 21 luglio 2000
[…] È un reale evento, questo spettacolo. Qui c’è la garanzia d’una messinscena ad opera
d’un intenditore, Polidoro. […]
Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica 18 luglio 2000
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[…] La regia ha lavorato con eleganza e intelligenza su immagini, situazioni e simboli,
coll’aiuto di pochi oggetti per rendere la metafora della lotta per la perfezione e dello
scontro tra il vecchio mondo che muore e la forza del nuovo. […]
Paolo Petroni, Corriere della Sera 5 agosto 2000
Per aprire gli occhi con limpide risa:
[…] Domenico Polidoro, un uomo con un senso immenso dello spettacolo d’orologeria,
dove tutto funziona alla perfezione, dove non si perde alcun dettaglio e dove il tutto è una
follia terribilmente attrattiva. […]
Rigoberto Carvajal, La Nación 23 ottobre 2000
Dario Fo in una prova molto stimolante:
La nueva versión de esta obra mayor del autor Premio Nobel da un giro muy actual a su
teatralidad y a su vitriólica e hilarante sátira política.
[…] L’arrivo del regista italiano Domenico Polidoro per dirigere il secondo spettacolo della
compagnia “DETUCH” ci permette di apprezzare una formidabile rilettura contemporanea
di uno dei testi già considerati “classici” di Dario Fo. […] Polidoro opta per una messa a
fuoco che differisce diametralmente da quella del debutto nazionale, nel 1986, di questa
opera. Lontano dall’allegria e dalla frenesia che suggerisce lo straripante testo a un primo
giudizio, propone il racconto come una buffonata sinistra ed estraniata che avviene in un
ampio spazio fiancheggiato dal pubblico in ambo i lati. La spoglia scenografia, chiusa ai sui
estremi da strutture metalliche che stilizzano una porta e una finestra (e inoltre danno l’idea
di una trappola senza uscita), comunica il senso simbolico dell’azione. La recitazione,
dimostrativa e gelidamente clownesca; l’uso dello spazio e dei gesti che alterano la logica
realista; la sorprendente colonna sonora; soprattutto, i continui a parte e ghigni di
complicità con lo spettatore, permettono di vedere la messinscena come una
rielaborazione postmoderna dei principi brechtiani (che Fo ha utilizzato in una fase). La
“ricostituzione della scena” funziona come una finzione dentro il simulacro, doppio fondo
che dà al sarcasmo un tono più cerebrale e riflessivo. Questa proposta dell’opera,
certamente più dura ed esigente, torna al Dario Fo provocatorio in una nuova forma; e
tanto attuale che a tratti sembra che stia alludendo direttamente al Cile di oggi. […]
Pedro Labra Herrera, El Mercurio 26 ottobre 2000
Occhio a “Morte accidentale di un anarchico”:
L’opera di Dario Fo scritta nel 1970 riacquista attualità, crudeltà e abbondante ironia nella
messinscena che l’italiano Domenico Polidoro ha diretto […].
Diario La Segunda 26 ottobre 2000
Morte Accidentale…, lo spettacolo migliore da molto tempo:
[…] Nell’intenso gioco attoriale che ha impresso alla messinscena il regista italiano
Domenico Polidoro […] mostra tutta la sua capacità di parlare degli esseri umani che si
trovano e si dibattono sotto i piedi del potere e dei suoi potenti sbirri. […] attraverso l’ironia,
la satira e il riso che genera, demolisce gli sforzi dei potenti per apparire come bianche e
diplomatiche colombe affezionate alla legge.
Leopoldo Pulgar, La Tercera 27 ottobre 2000
[…] una regìa (dell’italiano Domenico Polidoro) che con intelligenza va oltre ciò che gli
segnala il testo e scava in profondità con un tono grottesco che accentua gli elementi
comici e tragici […] Si raccomanda in tutti i modi di assistere a questa messinscena che ci
mette di fronte a un teatro di verità. Come pochi attualmente.
Eduardo Guerrero, El Mercurio gennaio 2001
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Nel complesso lo spettacolo […] risulta un’operazione originale e omogenea, malgrado le
tre diverse mani registiche. Merito senza dubbio di un disegno progettuale chiaro, teso sia
al recupero di un testo pressoché dimenticato sia a una sua valorizzazione moderna ma
colta: bandite le tentazioni da pochade […] restano infatti i felici richiami a una
biomeccanica espressionista quanto mai fresca e comunicativa.
Laura Novelli, Prima fila ottobre 2003
[…] In omaggio alla Russia, l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, ha
offerto una superba rappresentazione de “Le nozze di Krecinskji” di Suchovo Kobylin. […]
Renato Ribaud, Avanti! 24 giugno 2003
Uno spazio ampio come la Voliera di Villa Piccolomini. Carrelli mobili per trasportare attori
e oggetti di scena. Un testo poderoso che giunge a noi dall’illuminismo tedesco per
parlarci, con cocente attualità, di dialogo interreligioso. Coniuga insieme questi tre elementi
l’allestimento di “Nathan il saggio […] che Domenico Polidoro firma […] Teatro, dunque, a
servizio di una querelle attuale, ma teatro anche ispiratore di domande e quesiti che la
cronaca quotidiana porta in primo piano con sempre maggiore frequenza. […] Polidoro […]
ne valorizza la scansione in quadri intuendo le potenzialità del movimento come volano di
dinamismo e, nel contempo, di statuaria autorevolezza. Di qui la sua più felice intuizione:
trasportare gli attori su dei carrelli spinti a vista e mossi in continuo che, ricordando certe
macchine sceniche di Ronconi, sembrano alludere sia a dei “pageant” medievali, luoghi
deputati di una scena quanto mai simbolica, sia alla ferma tipizzazione del teatro orientale.
Un teatro dove l’attore rimanda a un’idea metafisica di energia e di sincera eloquenza e
dove egli, pertanto, “sorvola” il pavimento come fosse uno spirito. […]
Laura Novelli, il Giornale 11 dicembre 2003
[…] Il pretesto narrativo è simbolico, favolistico. Eppure il testo offre spunti di riflessione
profondi sulla religione, sul suo significato. La regia di Domenico Polidoro lo rende ancora
più incisivo. L’occhio dello spettatore si trasforma in macchina da presa. La messa in
scena, in un piano sequenza. Le inquadrature sono il frutto dell’interazione tra le torsioni
del busto e della testa di chi guarda (e diventa protagonista attivo) e i movimenti degli attori
e delle strutture scenografiche mobili, in ferro.
Il pubblico siede in un’unica fila, al centro della Voliera di Villa Piccolomini. Gli attori lo
sfiorano passandogli accanto, in piedi su pedane spinte e fatte scivolare avanti e indietro.
Le carrellate sfruttano l’ampio spazio, giocano con le prospettive e le distanze. E persino
con le altezze: ci si ritrova a testa in su ad ascoltare Saladino dall’alto della sua torre. Il
dinamismo dell’allestimento trasforma la favola in una performance grintosa. […]
Assia Baudi Di Selve, Il Tempo 10 dicembre 2003
Il grottesco fa centro
[…] Il dialogo adoperato come territorio privilegiato del conflitto, il riproporsi di oggetti e
azioni simbolo – il bere, il mangiare, la sigaretta, la valigia –, l’atmosfera claustrofobica,
l’evocazione continua di una vita alternativa, sia essa il futuro, l’esistenza altrui vissuta
ascoltandone i rumori, oppure il paese natio – fanno di questa messa in scena un lavoro di
grande interesse, creando un grottesco in chiave naturalistica […]
Simona Buonomano, Il Tempo 9 luglio 2004
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