in questo numero Footloose al Rossetti dall’8 al 13 marzo Karmen al Rossetti il 16 marzo Galà Nureyev al Rossetti il 19 marzo Footloose 11 2004 2005 Footloose la scheda di presentazione Dopo i kolossal musicali degli anni Cinquanta e Sessanta, per i cui soggetti Hollywood attingeva ai grandi spettacoli di Broadway, negli anni Settanta e Ottanta è stato il rock a dettar legge nelle produzioni di musical cinematografici. Il successo senza confini di Jesus Christ Superstar innescò infatti la realizzazione di una serie di pellicole ancora oggi amatissime dal pubblico di tutte le età: nel 1977 usciva La febbre del sabato sera, nel ’78 Grease, nell’83 Staying Alive e Flashdance, nell’87 Dirty Dancing. La maggior parte di questi film (con l’eccezione di Grease, che prima di approdare al cinema fu un grande successo teatrale) nasceva da soggetti originali, non sempre facilmente adattabili al palcoscenico. Footloose (uscito nelle sale nel 1984, e ripreso per la prima volta a teatro soltanto nel 1998, in un grande allestimento al Richard Rodgers Theatre di New York) è uno degli esempi più interessanti del suo genere: diretto da Herbert Ross e interpretato tra gli altri da Kevin Bacon, John Lithgow e dalla creatrice della fortunatissima serie tv Sex and the City Sarah Jessica Parker, il film ebbe il merito di lanciare un gruppo di giovanissimi che avrebbero poi intrapreso una brillante carriera sui palcoscenici di Broadway. Basato su un fatto realmente accaduto, Footloose affronta un argomento di costante attualità, ovvero l’eterno conflitto generazionale tra genitori e figli e il contrasto tra adolescenti e adulti. La vicenda si svolge a Bomont, una cittadina dello sterminato midwest americano: il reverendo Shaw, un pastore carismatico e intransigente, ha persuaso il consiglio cittadino a bandire ogni forma di ballo e di divertimento entro i confini della città, dopo che quattro ragazzi del posto, tra cui suo figlio, sotto l’effetto di alcool e droghe, morirono in un orribile incidente stradale al termine di una serata passata in discoteca. Ren, un ragazzo di Chicago trasferitosi insieme a sua madre a Bomont, finisce con l’innamorarsi di Ariel, la figlia del reverendo Shaw, e impara a sue spese che la vita, lì, non è affatto semplice a causa dell’insensata regola che proibisce ogni forma di divertimento e di evasione giovanile. Decide così, con l’aiuto dei suoi nuovi amici, di sfidare la legge organizzando una grande festa 2 ore e 30 minuti con intervallo musical & grandi eventi da ballo al liceo. Ma la cosa non sarà semplice. Footloose è uno spettacolo divertente, allegro, acrobatico, con travolgenti numeri di danza e una bellissima colonna sonora: le canzoni (alcune delle quali ottennero la nomination all’Oscar) sono diventate celebri nell’interpretazione di grandi nomi del rock internazionale (Bonnie Tyler, Kenny Loggins, Sammy Hagar) e portano la firma di autori del calibro di Eric Carmen e Jim Steinman (quest’ultimo destinato, tra l’altro, a una brillante carriera nel campo del musical, avendo firmato la colonna sonora di Danza dei vampiri, allestito per la regia di Roman Polanski a Vienna e ora ad Amburgo, e – assieme ad Andrew Lloyd Webber – quella di Whistle down the wind a Londra). E porta proprio la firma di Jim Steinman una delle canzoni più conosciute dello spettacolo, Holding Out for a Hero, che tra l’altro è anche uno dei numeri musicali più divertenti del recente cartoon della Dreamworks Shrek 2. Le coreografie dell’edizione italiana, interpretata dallo scatenato cast dei migliori ragazzi usciti dalla scuola televisiva di “Amici” di Maria De Filippi, sono di Steve La Chance, la direzione musicale è affidata a Peppe Vessicchio (entrambi “docenti” nella popolare trasmissione di Canale 5), le scene sono di Aldo De Lorenzo (che firma da anni gli spettacoli della Rancia) e i costumi di Alessandro Bentivegna. La regia è di Christopher Malcolm, autore della fortu- natissima edizione londinese del Rocky Horror Show (e a sua volta interprete del personaggio di Brad nella prima edizione dello spettacolo al Royal Court Theatre Upstairs di Londra) presente per ben cinque stagioni nel cartellone dello Stabile regionale. Stefano Curti Footloose la sinossi e i numeri musicali PRIMO ATTO Siamo a Chicago: un gruppo di giovani sta andando in discoteca per il party d’addio del loro amico Ren McCormack, che deve lasciare la città perché suo padre ha improvvisamente lasciato lui e sua madre. I due si vedono costretti a trasferirsi a casa della sorella nella cittadina di Bomont, un luogo di cui nessuno ha mai sentito parlare, ma la cui vita quotidiana è tenuta sotto controllo dal reverendo Shaw Moore (Footloose / On Any Given Sunday). Ren si trova ben presto a disagio nell’atmosfera repressiva e soffocante della cittadina. La sola persona che apparentemente non teme il pugno di ferro del reverendo è sua figlia Ariel, che frequenta il “cattivo” Chuck Cranston (The girl gets around). A scuola Ren trova un improbabile amico in Willard Hewitt, colpito dall’irrefrenabile energia di Ren (I can’t stand still). Quando Ren scopre con stupore che nessun tipo di ballo è permesso a qualsiasi ora del giorno e della notte all’interno della città, i migliori amici di Ariel – Rusty, Urleen e Wendy Jo – lo prendono da parte per spiegargli che questa legge risale a cinque anni prima, quando in un incidente d’auto morirono quattro adolescenti: sulla scia dell’impatto emotivo che questo incidente ebbe sulla cittadinanza, il reverendo Moore riuscì a convincere il consiglio comunale cittadino ad approvare l’ordinanza. Le ragazze ricordano a Ren che nella cittadina prevale un clima di paura e di sospetto verso gli estranei, le cui azioni, soprattutto nei primi mesi, vengono costantemente tenute sotto controllo (Somebody’s eyes). Quando Vi, la moglie del reverendo, cerca di alleggerire la tensione tra lui e sua figlia, Shaw si rifiuta di discutere dell’argomento: Vi cerca un sostegno nella madre di Ren, Ethel, che si identifica con la frustrazione di Vi avendo dovuto spesso mordersi la lingua e aspettare un’occasione migliore per andare d’accordo con il suo ex marito (Learning to be silent). In un diner Ariel e le sue amiche lamentano la mancanza di ragazzi interessanti nella loro vita, e Ariel chiede loro di unirsi a lei nella fantasia di trovare “un tipo che mi sorprenda” (Holding out for a hero). Quando Chuck entra nel locale e diventa pesante negli apprezzamenti verso Ariel, Ren scatta in difesa della ragazza. In segno di ringraziamento, Ariel gli permette di unirsi a lei nel suo passatempo preferito: correre nei campi di Bomont alla rincorsa di un treno che un giorno o l’altro l’avrebbe portata via di là. Ren e Ariel trovano una grande intesa: ma Shaw non vuole che i due ragazzi si vedano nuovamente, e la tensione all’interno della famiglia del reverendo cresce a dismisura (Heaven Help Me). Sulla via del rientro a casa, Ren si imbatte nel gelosissimo Chuck e nei suoi amici Travis e Lyle, che lo prendono a botte. Il giorno dopo, Ren, durante l’ora di ginnastica, ancora dolorante ed esasperato da quanto avvenuto la sera precedente, decide di ribellarsi, e chiede ai suoi compagni di unirsi a lui nel progetto di realizzare una grande festa danzante. Le sue intenzioni vengono immediatamente riferite al reverendo Moore: all’orizzonte di Bomont si prospettano nuove tensioni (I’m free/Heaven help me). SECONDO ATTO Ren va con Ariel, Rusty e Willard in un dancing a cento miglia circa da Bomont dove si esibiscono Irene and the Country Kickers (Let’s make believe we’re in love). Giunti a destinazione, Willard confessa a Ren di non saper ballare. Rusty è disperata. E mentre i Cowboys danno a Willard la sua prima lezione di danza, Rusty spiega alle Cowgirls cosa trova di così attraente in questo ragazzo… con due piedi sinistri (Let’s Hear it for the Boy). Quando Ariel ritorna a casa, il reverendo Shaw è furibondo: egli si rifiuta di riconoscere alla moglie Vi che la sua severità nei confronti di Ariel è divenuta insostenibile dopo la morte di suo figlio, uno dei quattro ragazzi deceduti nell’incidente automobilistico che ha dato inizio al “coprifuoco”. Vi cerca Politeama Rossetti dall’8 al 13 marzo 2005 musical & grandi eventi di difendere le ragioni della figlia, ma Shaw, come al solito, rifiuta qualsiasi discussione sull’argomento (Can you find it in your heart?). Nel frattempo Willard e i suoi amici Bickle, Garvin e Jeter cercano di preparare Ren all’ormai imminente confronto con il consiglio comunale, nel corso del quale tenterà di sfidare l’ordinanza che vieta qualsiasi tipo di ballo. Ren si scoraggia e minaccia di abbandonare l’idea, ma Willard lo convince adottando i suggerimenti che riceve di solito da sua madre (Mama says). Arriva Ariel, piena di rabbia per l’ennesima lite con Chuck Cranston, e annuncia a tutti di aver chiuso con lui. Chiede a Ren di accompagnarla nel suo nascondiglio segreto, sul ponte della ferrovia: lì, lontano dai problemi del mondo, Ariel e Ren scoprono che la loro amicizia è diventata amore (Almost paradise). Alla seduta del consiglio comunale, Ren cerca di convincere l’uditorio ad accettare la sua proposta citando un passo della Bibbia suggeritogli da Ariel (Dancing is not a crime). La proposta di Ren viene respinta: il ragazzo è disperato. Ethel lo convince che il voto è stato manipolato da Shaw, e che è giunto il momento per un confronto diretto con il reverendo. Ren si reca in chiesa, e confessa al Reverendo che la sua campagna non aveva tanto a che fare con una festa danzante, ma rappresentava un obiettivo da raggiungere nella sua vita lasciata vuota dall’improvviso allontanamento del padre. Ma quando la discussione coinvolge il figlio di Shaw, Bobby, il reverendo perde la calma e manda via Ren brutalmente. Solo a quel punto Shaw comprende come il dolore per la morte di Bobby abbia gettato un’ombra sulla sua vita – e sulla vita di tutti gli abitanti di Bomont – e, dopo un’intensa riflessione, annuncia ai suoi parrocchiani di aver cambiato idea e che, dopotutto, una festa danzante potrebbe essere una buona idea (I confess). Dopo la messa, la ritrovata serenità permette a Shaw di far pace con la moglie Vi e di riaffermarle il suo amore (Can you find it in your heart?). E così, per la prima volta dopo tanti anni, i giovani di Bomont possono prepararsi per la grande festa che sconvolgerà la città: e quando il reverendo Moore entra nella sala con Vi e con tutti gli altri “adulti” della città, la serata diventa non solo una festa, ma un’occasione per far capire che le ferite del passato sono state guarite (Footloose – finale). PRIMO ATTO 1. Footloose*/ Ogni domenica Ren, Ethel, Shaw, Vi, Ariel, Compagnia 2. La tipa ci sta (The Girls Get Around)** Chuck, Ariel, Travis, Lyle 3. Fermo non ci sto (I can’t stand still) Ren 4. Occhio ad un paio d’occhi (Somebody’s Eyes) Rusty, Urleen, Wendy Jo, Compagnia 5. Learning to be silent Vi, Ethel 6. Holding out for a hero § Ariel, Rusty, Wendy Jo, Urleen 7. Dio mi aiuti (Heaven help me) Shaw 8. I’m free*/ Heaven help me Ren, Shaw, Compagnia SECONDO ATTO 1. Still Rockin’ Irene e i Country Kickers 2. Io amo solo lui (Let’s hear it for the boy) Rusty, Ariel, Irene, Doreen 3. Vivo nel silenzio (Can you find it in your heart?) Vi 4. Mamma Sa Mama Says (You can’t back down) Willard, Bickle, Garvin, Jeter, Ren 5. Ora che ci sei (Almost Paradise) §§ Ren, Ariel 6. Dancing is not a crime Ren, Willard, Bickle, Garvin, Jeter 7. I confess Shaw, Compagnia 8. Can you find it in your heart? Shaw 9. Footloose* (finale) Compagnia Musiche di Tom Snow a eccezione di: * Kenny Loggins, ** Sammy Hagar, § Jim Steinman, §§ Eric Carmen. Liriche di Dean Pitchford a eccezione di “Footloose” (di Dean Pitchford e Kenny Loggins). Footloose la rassegna stampa e la variazione d Gocce di sudore e lacrime di gioia. Sul palcoscenico è esplosione di energia positiva. Va in scena “Footloose” ed è tifo da stadio per i 26 attoriballerini-cantanti, tutti “figli putativi” della tv pedagogica. Una prova riuscita, a giudicare dal fiume di applausi a scena aperta. Ren è l’atletico Leon Cino, il ventiduenne albanese sfrenato ballerino, qui sfodera anche doti canore, ma soprattutto recitative nel candore scapigliato del suo personaggio. Ariel è Samantha Fantauzzi, qui sa assumere i vezzi maliziosi e anarchici di Olivia Newton-John in “Grease”. Insomma, gli ex dilettanti di Maria sono cresciuti artisticamente e lo dimostrano: il loro sogno si è avverato. Emilia Costantini Corriere della Sera Valerio Di Rocco è un Willard molto energico e divertente, Giorgia Galassi ce la mette tutta per interpretare Rusty con spavalderia. Ma la vera star dello spettacolo, quella che merita fino in fondo gli applausi che il pubblico concede con dovizia, è Samantha Fantauzzi, canta e balla con sorprendente sicurezza, ad un livello decisamente supe- riore rispetto al resto della compagnia. È brava, e ha già anche un pizzico di personalità, essenziale per uscire dalle ovvietà degli show televisivi e approdare al teatro. Il musical non solo regge il confronto con il film ma spesso risulta addirittura più gradevole e serrato, anche nella versione italiana. Ernesto Assante La Repubblica Nel complesso lo show funziona e restituisce al pubblico la coralità della versione originale con un surplus di energia decisamente stimolante. Spicca Roberto Bencivenga, un ottimo Reverendo Moore, Leon Cino è un bravo Ren McCormack scatenato nella danza. Samantha Fantauzzi (Ariel), emerge su tutti proprio per maggiore duttilità in tutti e tre i campi e per brillantezza. Tra gli altri, da segnalare la performance canora – accolta con tifo da stadio - del genovese Gian De Martini (Cowboy-Bob), la spigliatezza e la simpatia di Giorgia Galassi (Rusty) e lo Willard di Valerio Di Rocco. Dinamiche e quantitativamente più cospicue rispetto al film le coreografie di Steve La Chance. Elvira Bonfanti Il Giornale di programmazione La tournée italiana di “African Footprint” è stata annullata. Pertanto il Teatro Stabile, d’intesa con il Teatro Verdi, ha inserito nell’abbonamento “musical & grandi eventi” lo spettacolo del Balletto Nazionale della Georgia, uno dei più grandi gruppi coreografici del mondo, che arriverà dal 22 al 26 marzo al Politeama Rossetti nell’ambito del Trittico di Danza promosso dall’Ente lirico triestino. La compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali. Nel corso degli anni la compagnia ha costituito un vasto e diversificato repertorio, che include non solo le danze di varie località della Georgia, ma anche intere produzioni teatrali. Le danze e INFORMAZIONE PER GLI ABBONATI Il Balletto Nazionale della Georgia sostituisce “African Footprint” nell’abbonamento “musical & grandi eventi”. Il nuovo calendario dei turni è il seguente: MAR 22 marzo h. 20.30 turno M MER 23 marzo h. 20.30 turno libero GIO 24 marzo h. 20.30 turno N VEN 25 marzo h. 20.30 turno O SAB 26 marzo h. 16.00 turno P le musiche interpretate dai giovani georgiani esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica (tipica solamente dei danzatori del Caucaso) quella di essere danzati con sorprendente agilità sulle punte dei piedi. I salti e i giochi di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie (in cui le figurazioni di gruppo si aggregano e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio) vi sono, costruite armoniosamente, tutte le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo. La compagnia è famosa, in particolare, per le sue danze di coppia “Kartuli” e “Lecuri”, per quella lirica delle donne “Samaia”, per il girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. “Karmen” opera zingar la scheda di presentazione Il pubblico del Teatro Stabile regionale ha avuto molte volte l’occasione di applaudire Goran Bregovic, di farsi coinvolgere dai suoi ritmi, di lasciarsi incantare dalle sue melodie sempre in originalissimo equilibrio fra vitalismo sfrenato e delicata malinconia... E fin dagli anni Novanta l’artista ha dato prova del suo eclettismo, alternando ai classici concerti alcune interessanti operazioni creative realizzate proprio con lo Stabile: tra queste, le belle musiche di scena per l’Amleto shakespeariano con Kim Rossi Stuart diretto da Antonio Calenda e l’interessante spettacolo Opera 1999 in cui alle inimitabili sonorità di Bregovic e della sua Wedding and Funerals Band, si intrecciavano suggestive pagine di prosa, recitate da Omero Antonutti. Molto atteso, e davanti a una sala già oggi, a più di una settimana dallo spettacolo, quasi completamente esaurita, Goran Bregovic ritorna al Politeama Rossetti con Karmen – Opera zingara con lieto fine, presentata da Marilla Simonini srl e AdArte. Karmen rappresenta un’interessante “riappropriazione di un tema”: Bregovic ripercorre la linea Mérimée-Bizet rileggendo la tradizione del grande melodramma attraverso la straripante energia della cultura zingara di cui egli è interprete d’elezione. «Nel pensare alla mia Karmen - ha dichiarato Bregovic - ho cominciato dalla domanda: se portassi uno dei miei musicisti zingari a vedere la Carmen di Bizet, quale sarebbe la sua reazione? La mia risposta potrebbe essere: se Dio ha voluto che nella vita degli zingari, nella vita di questa Carmen, la libertà fosse la sola cosa per cui vivere e morire, e se questo non è possibile nella vita reale, allora perché almeno in questa opera, l’unica che parli di una zingara, non può esserci un lieto fine? ...Perché gli zingari, molto più di noi, amano il lieto fine. E ci credono con grande ingenuità». Sulla base di tale riflessione l’artista ripensa la celebre vicenda della sigaraia di Siviglia e dei suoi amori in un’atmosfera nuova: Carmen – ribattezzata Kleopatra – è un’im- ra con lieto fine migrata appassionata e coraggiosa. Legge il futuro attraverso le carte in televisione e si prostituisce occasionalmente per arrotondare. È una donna di periferia, che vive in una realtà di povertà e degrado: certo una figura molto più affine alla nostra attualità rispetto all’eroina di Bizet. Come la sua ispiratrice, anche Karmen/ Kleopatra è divisa fra due amori: da un lato il compagno, Fuad, dall’altro un poliziotto che ha avuto l’avventura d’arrestarla e che non ha saputo resistere al suo fascino. Karmen non ne disdegna le attenzioni, anche se questa volta, come annuncia lo stesso sottotitolo, l’epilogo non sarà di tragedia e di morte, ma di festa. Un chiassoso e gioioso banchetto di matrimonio – perfettamente nello stile della Wedding and Funerals Band, anche questa volta sul palcoscenico accanto a Bregovic – suggella infatti la doppia unione di Politeama Rossetti 16 marzo 2005 altri percorsi Karmen con il suo amore di sempre e della sua amica operaia Michaela con il poliziotto. Ricca di suggestioni anche sul piano della musica, Karmen si avvale di una scrittura fresca e originalissima, in cui riecheggiano suoni e colori vivaci del mediterraneo e si inseriscono eleganti citazioni della partitura di Bizet, rivisti in chiave jazz. «Come ogni compositore, mi sono sempre ispirato alla tradizione» dichiara ancora Bregovic. «Questo è stato sempre il metodo più naturale di avvicinarsi alla musica: da Stravinsky a Bartok da Bizet a Lennon. La tradizione è come una solida banca dalla quale prendi a prestito per restituire con gli interessi. Io provengo da una piccola cultura musicale: non abbiamo una tradizione di canto in forma narrativa e per me dunque questa è un’impresa pionieristica per cui non ho riferimenti da seguire». Ilaria Lucari Grazie Rudy, il Galà l’intervista a Maximiliano Guerra Il Politeama Rossetti ospita il 19 marzo un altro importante spettacolo, il Galà Nureyev, un assieme delle coreografie più belle e più famose create ed interpretate dal ballerino per eccellenza. A riproporle sarà un eccelso Maximiliano Guerra che per l’occasione ha risposto ad alcune nostre domande per presentare sé stesso, la serata e la danza. «Sento una responsabilità grandissima – spiega Guerra parlando dello spettacolo - la responsabilità di continuare a dare il meglio di me e sono molto orgoglioso perché sono stato scelto proprio da Nureyev; è come un accertamento in più degli sforzi e del lavoro e dell’essere sempre al cento per cento sul palcoscenico per far trascorrere una serata gradevole, lasciando un bel ricordo in sua memoria». Cosa ha significato per lei la danza nelle diverse fasi della sua vita? «Da bambino giocavo a calcio e avevo un fisico molto forte. Allo stesso tempo, mio padre era un musicista, e anche la musica faceva parte della mia vita quotidiana. Quando vidi per la prima volta uno spettacolo di danza, nel quale la musica conviveva con l’espressione fisica, mi entusiasmai e iniziai, quasi per gioco. Dopo un anno di studio ebbi la fortuna di ballare in una produzione del Teatro Colon di Buenos Aires. Avevo un ruolo piccolissimo, però ho avuto la possibilità di stare sul palcoscenico e sono rimasto colpito dalla magia degli applausi, dal buio, dall’odore del trucco, dalla scenografia... Dentro di me, lì, è stato magicamente deciso che questo era ciò che volevo fare per tutta la vita. I successi sono arrivati nel modo giusto, sempre con la coscienza che il mio obiettivo era ballare bene, dare tutto di me. I grandi riconoscimenti internazionali che ho ricevuto hanno segnato la svolta della mia carriera: sono arrivati i primi contratti in Europa e poco dopo ho conosciuto Nureyev, che mi ha aperto le porte della Scala. La danza, in tutti questi momenti, è sempre stata libertà, sia nella responsabilità di fare gli allenamenti, sia nel portare in scena uno spettacolo ben fatto, la danza è amore, è passione. La danza è un modo di vivere, è parte di me». Qual è, tra i pezzi che ballato, quello a cui è più legato? «Uno in particolare è “Diana e Atteone”, che porto anche al “Galà Nureyev” ed è il passo a due che forse ho fatto di più nella mia vita. È mio l’arrangiamento alla coreografia, ho inventato dei passi ed è diventato famoso per la difficoltà tecnica, è pieno di voli, salti e giri strani.», Quando arriverà il momento di abbandonare la scena, quale sarà per lei l’evoluzione della sua vita? «Credo che continuerò ad essere legato alla danza, con la coreografia, con la direzione della compagnia o in una scuola passando le mie esperienze ai giovani. Sarà così, perché come tutti gli artisti del palcoscenico la cosa più difficile è abbandonare il contatto con il pubblico. Penso che rimarrò un servitore di quest’arte per tutta la vita». Quali sono le prime tre cose che chiede a lezione? «Prima di tutto chiedo concentrazione, che non vuol à Nureyev dire essere seri o impauriti, ma essere concentrati in quello che si sta facendo e sentire molto il proprio corpo. La seconda è di pensare. La danza è un’arte che si fa con tutto il fisico e si basa sulla tecnica, bisogna pensare che c’è sempre una logica nel perché le cose si devono fare in un certo modo. La terza è di lasciare andare l’anima e la mente, di volare. Anche se siamo a una lezione di danza e dobbiamo perfezionare i passi e i movimenti, dobbiamo lasciare andare i sentimenti perché questi movimenti abbiano un senso, abbiano dietro una parola, esprimano come ci sentiamo e cosa vogliamo dire». Cosa pensa della tendenza degli ultimi anni della danza a trasformarsi in teatro-danza come quello di Pina Baush? «Penso sia validissimo, è come dire che una sola lingua non basta. Sono tutti modi di comunicare diverse cose, in diversi momenti, in diverse maniere. Credo che sia una possibilità in più per tutti quelli che sono un po’ più limitati fisicamente o nella tecnica, ma hanno qualcosa in più nella comunicazione. “The Lesson” (in programma al Galà Nureyev) è uno dei primi pezzi fatti in questo modo, è un racconto molto drammatico, è quasi un’opera teatrale danzata». Politeama Rossetti 19 marzo 2005 altri percorsi PRIMA PARTE Tributo filmato a Rudolf Nureyev IL LAGO DEI CIGNI pas de deux “ Cigno Bianco” Musica di Tchaikovsky – Coreografia Rudolf Nureyev LA BELLA ADDORMENTATA pas de deux Musica di Adams - Coreografia Rudolf Nureyev DON CHISCIOTTE pas de deux Musica di Minkus - Coreografia Rudolf Nureyev SECONDA PARTE THE LESSON Musica di Delerue LO SCHIACCIANOCI pas de deux Musica di Tchaikovsky – Coreografia Rudolf Nureyev Ivis Lasagna DIANA E ATTEONE pas de deux Musica di Drigo - Coreografia Rudolf Nureyev INTERPRETI: Maximiliano Guerra - Paola Vismara Roberta Voltolina - Michele Villanova Irena Veterova - Lars Van Cauwenbergh Maria Francesca Garritano – Vittorio D’Amato Con la partecipazione della Scuola di Ballo della Fondazione Accademia del Teatro alla Scala di Milano diretta da Anna Maria Prina. Per gentile concessione del Teatro alla Scala di Milano “Io e il mio amico Carlo” la scheda di presentazione Va in scena alla Sala Bartoli dal 18 al 20 marzo il pensiero suggestivo del filosofo goriziano Carlo Michelstaedter nell’interpretazione di Marcello Crea. Attraverso una composizione drammaturgica fedele ai testi originali vengono ripercorsi i momenti più significativi della vita e dell’arte di C.M.: un giovane studente di lettere votato alla morte, non per scelta casuale, ma come logica conseguenza delle proprie idee e del proprio essere. Carlo Michelstaedter, uno degli ingegni più straordinari e precoci del Novecento, nacque a Gorizia nel 1887 da famiglia italiana ebrea benestante; nel 1905, a diciotto anni si iscrisse alla facoltà di matematica a Vienna; nello stesso anno, si trasferì a Firenze per frequentarvi la facoltà di lettere dell’Istituto di Studi Superiori. Studiò soprattutto filosofia antica e moderna, storia dell’arte e letteratu- ra. Il 16 ottobre del 1910, C. Michelstaedter terminò di scrivere la sua tesi di laurea intitolata “La persuasione e la rettorica”. Il giorno seguente si uccise con un colpo di pistola. La sua tesi, inizialmente ispirata da due concetti già presenti in Platone e Aristotele, divenne poi il suo libro simbolo, formalmente inclassificabile, che a tutt’oggi affascina lettori comuni, studiosi e intellettuali. Inoltre, il breve percorso di questo giovane pensatore fu intriso della miglior arte: basta leggere le sue poesie, i suoi dialoghi, le sue lettere alla famiglia ed osservare i suoi numerosi dipinti e disegni. L’allestimento teatrale prende spunto proprio dalla forza emotiva e concettuale del Michelstaedter, che sembra non lasciare tranquilli chi in qualche modo si avvicina ai suoi scritti, come nel caso di una studentessa, impegnata ai giorni nostri, a scrivere proprio una tesi su di lui. Ed anche il protagonista dello spettacolo, vivrà una sorta di clonazione scenica in un assiduo confronto con il pubblico. Così Carlo rivivrà nuovamente attraverso i suoi scritti, incredibilmente teatrali, fino ad arrivare a toccare quel mistero che ancora circonda la sua prematura fine. “La lampada si spegne per mancanza d’olio, io mi spensi per traboccante sovrabbondanza”. Calendario spettacoli e prevendite MARZO 2005 Prosa DAL 13 AL 17 APRILE 2005 - POLITEAMA ROSSETTI Teatro Stabile di Catania Il comico e la spalla di Vincenzo Cerami regia di Jean Claude Penchenat con Pippo Pattavina, Tuccio Musumeci PLATEA A Interi € 27,50 PLATEA A Under 25 PLATEA B Interi € 24,00 PLATEA B Under 25 PLATEA C Interi € 19,00 PLATEA C Under 25 GALLERIE Interi € 14,00 GALLERIE Under 25 € € € € 22,00 19,00 15,00 11,00 altri Cabaret percorsi Musical & Grandi Eventi DALL’8 AL 13 MARZO 2005 - POLITEAMA ROSSETTI Fascino Pgt - Premiere Srl - BC&E Footloose - il musical di Dean Pitchford e Walter Robbie musiche di Tom Snow con i ragazzi della trasmissione “Amici” PLATEA A Interi € 40,00 PLATEA A Under 25 PLATEA B Interi € 35,00 PLATEA B Under 25 PLATEA C Interi € 30,00 PLATEA C Under 25 GALLERIE Interi € 25,00 GALLERIE Under 25 LOGGIONE € 5,00 € € € € 32,00 28,00 24,00 20,00 DAL 22 AL 26 MARZO 2005 - POLITEAMA ROSSETTI Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste Balletto Nazionale della Georgia coreografie di Iliko Sukhishvili Sr., Nino Ramishvili, Iliko Sukhishvili Jr. PREZZI: Vedi “Footloose” DAL 5 AL 24 APRILE 2005 - SALA BARTOLI Suspect Culture (Glasgow) - Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia A different language di Renato Gabrielli e Graham Eatough regia di Graham Eatough con Sergio Romano, Selina Boyak Posto unico Interi € 15,00 Under 25 € 12,50 6 E 7 A P RILE 2005 - ORE 20.30 Teatro dell’Archivolto presenta Maurizio Crozza “Ognuno è libero” PLATEA A PLATEA C € 25,00 € 20,00 PLATEA B € 22,50 GALLERIE € 18,00 DAL 9 AL 13 MARZO 2005 - SALA BARTOLI Compagnia di prosa Maura Catalan presenta Rigoletto - il buffone del re di Enrico Groppali con Giancarlo Condè regia di Umberto Cantone Posto unico Interi € 6,00 Ridotto abbonati € 2,50 Ridotto abbonati “Gold” € 1,00 Mar 8 mar Mer 9 mar Gio 10 mar Ven 11 mar Sab 12 mar Dom 13 mar Lun 14 mar Mar 15 mar Mer 16 mar Gio 17 mar Ven 18 mar Sab 19 mar Dom 20 mar Lun 21 mar Mar 22 mar Mer 23 mar Gio 24 mar Ven 25 mar Sab 26 mar Dom 27 mar Lun 28 mar Mar 29 mar Mer 30 mar Gio 31 mar M E R C O L EDÌ 16 MARZO 2005 - ORE 21 fuori abbonamento Marilla Simonini e AD Arte presentano Goran Bregovic “Karmen” Opera zingara con lieto fine PLATEA A-B Interi € 40,00 PLATEA C Interi € 35,00 I GALLERIA Interi € 30,00 PLATEA A-B Rid. Abb. € 38,00 PLATEA C Rid. Abb. € 33,00 II GALLERIA Interi € 23,00 DAL 18 AL 20 MARZO 2005 - SALA BARTOLI Associazione Area – Spettacolo Io e il mio amico Carlo Suggestioni di Carlo Michelstaedter di e con Marcello Crea e con Francesca Bergamasco Ingresso libero S A B ATO 19 MARZO 2005 - ORE 21 SALA BARTOLI 21.00 21.00 21.00 21.00 17.00 18.00 RIGOLETTO RIGOLETTO RIGOLETTO RIGOLETTO RIGOLETTO CHERYL PORTER SPIRITUALS 21.00 21.00 17.00 18.00 IL MIO AMICO CARLO IL MIO AMICO CARLO IL MIO AMICO CARLO MOVIES TRIO IN CONCERTO 21.00 KARMEN / GORAN BREGOVIC 21.00 GALÀ NUREYEV 20.30 SOCIETÀ DEI CONCERTI 20.30 (M) BALLETTO D. GEORGIA 20.30 (T. LIBERO) BALLETTO GEORGIA 20.30 (T. N) BALLETTO D. GEORGIA 20.30 (T. O) BALLETTO D. GEORGIA 16.00 (T. P) BALLETTO D. GEORGIA 18.00 G... COME GIORGIO GABER APRILE 2005 POLITEAMA ROSSETTI apr 21.00 PFM CANTA DE ANDRÈ apr apr apr apr apr 20.30 MAURIZIO CROZZA apr 20.30 MAURIZIO CROZZA apr SALA BARTOLI 21.00 A DIFFERENT LANGUAGE 21.00 A DIFFERENT LANGUAGE 21.00 A DIFFERENT LANGUAGE 18.00 OPERETTA JAZZ VENERDÌ 1 ° A P R I L E 2 0 0 5 - O R E 2 1 Luigi Pignotti presenta Diedi Concerti presenta “Grazie Rudy - Galà Nureyev” con Maximiliano Guerra, Paola Vismara PLATEA A Interi € 30,00 PLATEA A Rid. Abb. PLATEA B Interi € 27,00 PLATEA B Rid. Abb. PLATEA C Interi € 24,00 PLATEA C Rid. Abb. GALLERIE Interi € 20,00 GALLERIE Rid. Abb. LOGGIONE € 5,00 Ven 1 Sab 2 Dom 3 Lun 4 Mar 5 Mer 6 Gio 7 Ven 8 POLITEAMA ROSSETTI 20.30 (M) FOOTLOOSE 20.30 (T. LIBERO) FOOTLOOSE 20.30 (T. LIBERO) FOOTLOOSE 20.30 (T. O) FOOTLOOSE 20.30 (T. N) FOOTLOOSE 16.00 (T. P) FOOTLOOSE 20.30 SOCIETÀ DEI CONCERTI La PFM canta De Andrè € € € € 28,00 25,00 22,00 18,00 con la Premiata Forneria Marconi PLATEA A Interi € 30,00 PLATEA B Interi € 26,00 PLATEA C Interi € 22,00 GALLERIE Interi € 15,00 LOGGIONE € 7,50 PLATEA A Rid. Abb. PLATEA B Rid. Abb. PLATEA C Rid. Abb. GALLERIE Rid. Abb. € € € € 27,00 24,00 20,00 13,00 il Rossetti News Trittico di danza del Teatro Verdi: riduzioni per gli abbonati del Teatro Stabile Il Teatro Verdi da anni dedica una particolare attenzione alla danza coniugando la nobile tradizione del grande balletto classico al balletto di connotazione etnico-folclorica e alle ricerche coreografiche della danza moderna. Di questo percorso il “Trittico di Danza” proposto dal Teatro Verdi e, per il Balletto Nazionale della Georgia, in collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è una sorta di sintesi significativa che offre al pubblico tre momenti radicati, ciascuno per parte sua, in realtà culturali diverse espresse dalla danza. La Kibbutz Contemporary Dance Company debutta al Teatro Verdi di Trieste in uno spettacolo in due parti: “Scintille”, un delizioso e frivolo duetto su musiche di Satie, Schnittke, Glass, Weill e Zorn e Foramen-Magnum, in cui un grande numero di eventi visivi dai movimenti sorprendenti sono creati attraverso libere associazioni e metafore. Lo spettacolo è in scena dal 15 al 20 marzo con le coreografie di Rami Be’er, coreografo e direttore artistico del Gruppo. Ancora nell’ambito della stagione del Teatro Verdi l’Ensemble di Micha Van Hoecke presenterà il 13, 15 e 17 aprile alla Sala Tripcovich lo spettacolo “Maria Callas – La voix des Choses” una coproduzione Ravenna Festival, Ensemble di Micha Van Hoecke, Armunia Festival Costa degli Etruschi, presentata due anni fa in anteprima a MiramarEstate. Ultimo emozionante lavoro del grande coreografo e regista russo-belga, lo spettacolo evoca uno dei più affasci- nanti spiriti artistici qual’era Maria Callas in un’incantata armonia di musica lirica (vengono usate registrazioni originali del grande soprano) per un omaggio all’anima inquieta della grande artista in cui, rievocati dai danzatori e artisti dell’Ensemble, rivivono i commoventi personaggi femminili di Euridice, Isotta, Medea, Margherita, Carmen, Rosina. Per gli abbonati del Rossetti che acquisteranno i biglietti degli spettacoli del Kibbutz Contemporary Dance Company e dello spettacolo dell’Ensemble Micha Van Hoecke, organizzati dal Teatro Verdi, sarà applicata la riduzione riservata ai Soci Fondatori e Sostenitori del Teatro Verdi. I biglietti possono essere acquistati presso la Biglietterie del Teatro Verdi. diretto da Antonio Calenda “Trieste a Teatro” Periodico del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia www.ilrossetti.com/triesteteatro.asp Anno XIV - numero 110 - 8 marzo 2005 redazione Viale XX Settembre, 45 - 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it e-mail [email protected] Autorizz.Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna Proseguono alla Sala Bartoli i “Pomeriggi Musicali” Dopo il successo del primo appuntamento con il quartetto di Aljosa Jeric, proseguono gli appuntamenti con i “Pomeriggi musicali al Rossetti” organizzati dall’Associazione Internazionale dell’Operetta con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia e della Camera di Commercio di Trieste. Il 14 marzo sarà in scena il soprano Cheryl Porter, che interpreterà un repertorio tratto dagli spiritual tradizionali, le canzoni di salvazione e libertà del popolo afroamericano in schiavitù. Lunedì 21 marzo sarà la volta del “Movies Trio”, che eseguirà musiche da film di Ennio Morricone, Giuseppe Verdi, Leonard Bernstein, Nino Rota, Armando Trovaioli, Luis Bacalov e Nicola Piovani. Il 30 marzo sarà la volta della grande musica di Giorgio Gaber: Walter Di Gemma ripercorrerà la carriera dello showman recentemente scomparso in un entusiasmante excursus della sua carriera. Venerdì 8 aprile la rassegna si chiuderà con “Operetta Jazz, l’Operetta... a ritmo di Shimmy e di Fox Trot”: in scena il tenore Andrea Binetti e il soprano Krisztina Nemeth, accompagnati al pianoforte da Federico Consoli. I biglietti per tutti i concerti sono in vendita al prezzo di 6 euro presso le prevendite abituali e su internet. Antonio Calenda ricorda Corrado Pani “Si è spento un attore che ha donato molto di sé al nostro Teatro” con queste parole il direttore dello Stabile regionale Antonio Calenda ha ricordato Corrado Pani, scomparso prematuramente il 2 marzo scorso. L’attore è stato commemorato in occasione delle due repliche de “La visita della vecchia signora” del 3 marzo. Al pensiero del direttore Calenda si sono uniti i protagonisti Isa Danieli, Massimo Foschi e l’intera compagnia dello spettacolo. Corrado Pani ha recitato in importanti produzioni del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: negli anni Settanta è stato protagonista de “L’Idealista” che Fulvio Tomizza trasse dal romanzo di Ivan Cankar (nella foto in alto con Leda Negroni) e ha interpretato “Storie del bosco viennese” di von Horvath assieme a Valeria Moriconi per la regia di Franco Enriquez. Successivamente è stato spesso ospite del Rossetti, raccogliendo calorosi successi con il brechtiano “Puntila e il suo servo Matti”, con “Vita e morte di Re Giovanni” sempre diretto da Trionfo, “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, “Corruzione al palazzo di giustizia” di Ugo Betti e con lo sveviano “Una burla ben riuscita”. ADOLFO LEVIER (Trieste, 1873-1953) - Caffè all’aperto, 1910 - olio su tela, cm 65x92 il colore del benessere sociale Non può esserci stabile ricchezza economica senza ricchezza spirituale. In qualsiasi ambito siano rivolti – dalla sanità allo sviluppo economico, dalla scienza alla cultura, all’arte, al tempo libero – gli interventi della Fondazione sono sempre caratterizzati da concreto impegno verso la collettività. In una società evoluta sono modulazioni che arricchiscono di felici tonalità il colore del benessere sociale.