in questo numero
Footloose
al Rossetti dall’8 al 13 marzo
Karmen
al Rossetti il 16 marzo
Galà Nureyev
al Rossetti il 19 marzo
Footloose
11
2004
2005
Footloose
la scheda di presentazione
Dopo i kolossal musicali degli anni Cinquanta
e Sessanta, per i cui soggetti Hollywood attingeva ai grandi spettacoli di Broadway, negli
anni Settanta e Ottanta è stato il rock a dettar
legge nelle produzioni di musical cinematografici. Il successo senza confini di Jesus Christ
Superstar innescò infatti la realizzazione di una
serie di pellicole ancora oggi amatissime dal
pubblico di tutte le età: nel 1977 usciva La
febbre del sabato sera, nel ’78 Grease, nell’83
Staying Alive e Flashdance, nell’87 Dirty Dancing.
La maggior parte di questi film (con l’eccezione di Grease, che prima di approdare al cinema
fu un grande successo teatrale) nasceva da
soggetti originali, non sempre facilmente adattabili al palcoscenico. Footloose (uscito nelle sale
nel 1984, e ripreso per la prima volta a teatro
soltanto nel 1998, in un grande allestimento al
Richard Rodgers Theatre di New York) è uno
degli esempi più interessanti del suo genere:
diretto da Herbert Ross e interpretato tra gli
altri da Kevin Bacon, John Lithgow e dalla creatrice della fortunatissima serie tv Sex and the
City Sarah Jessica Parker, il film ebbe il merito di
lanciare un gruppo di giovanissimi che avrebbero poi intrapreso una brillante carriera sui
palcoscenici di Broadway. Basato su un fatto
realmente accaduto, Footloose affronta un argomento di costante attualità, ovvero l’eterno
conflitto generazionale tra genitori e figli e il
contrasto tra adolescenti e adulti. La vicenda si
svolge a Bomont, una cittadina dello sterminato midwest americano: il reverendo Shaw, un
pastore carismatico e intransigente, ha persuaso il consiglio cittadino a bandire ogni forma
di ballo e di divertimento entro i confini della
città, dopo che quattro ragazzi del posto, tra
cui suo figlio, sotto l’effetto di alcool e droghe,
morirono in un orribile incidente stradale al
termine di una serata passata in discoteca. Ren,
un ragazzo di Chicago trasferitosi insieme a
sua madre a Bomont, finisce con l’innamorarsi
di Ariel, la figlia del reverendo Shaw, e impara a
sue spese che la vita, lì, non è affatto semplice
a causa dell’insensata regola che proibisce ogni
forma di divertimento e di evasione giovanile.
Decide così, con l’aiuto dei suoi nuovi amici, di
sfidare la legge organizzando una grande festa
2 ore e 30 minuti
con intervallo
musical
& grandi eventi
da ballo al liceo. Ma la cosa non sarà
semplice.
Footloose è uno spettacolo divertente, allegro, acrobatico, con travolgenti
numeri di danza e una bellissima colonna sonora: le canzoni (alcune delle quali
ottennero la nomination all’Oscar)
sono diventate celebri nell’interpretazione di grandi nomi del rock internazionale (Bonnie Tyler, Kenny Loggins,
Sammy Hagar) e portano la firma di
autori del calibro di Eric Carmen e
Jim Steinman (quest’ultimo destinato,
tra l’altro, a una brillante carriera nel
campo del musical, avendo firmato la
colonna sonora di Danza dei vampiri,
allestito per la regia di Roman Polanski
a Vienna e ora ad Amburgo, e – assieme ad Andrew Lloyd Webber – quella
di Whistle down the wind a Londra). E
porta proprio la firma di Jim Steinman
una delle canzoni più conosciute dello
spettacolo, Holding Out for a Hero, che
tra l’altro è anche uno dei numeri
musicali più divertenti del recente cartoon della Dreamworks Shrek 2.
Le coreografie dell’edizione italiana,
interpretata dallo scatenato cast dei
migliori ragazzi usciti dalla scuola televisiva di “Amici” di Maria De Filippi,
sono di Steve La Chance, la direzione musicale
è affidata a Peppe Vessicchio (entrambi “docenti” nella popolare trasmissione di Canale
5), le scene sono di Aldo De Lorenzo (che
firma da anni gli spettacoli della Rancia) e i
costumi di Alessandro Bentivegna. La regia è
di Christopher Malcolm, autore della fortu-
natissima edizione londinese del Rocky Horror
Show (e a sua volta interprete del personaggio
di Brad nella prima edizione dello spettacolo al
Royal Court Theatre Upstairs di Londra) presente per ben cinque stagioni nel cartellone
dello Stabile regionale.
Stefano Curti
Footloose
la sinossi e i numeri musicali
PRIMO ATTO
Siamo a Chicago: un gruppo di giovani sta andando in
discoteca per il party d’addio del loro amico Ren McCormack,
che deve lasciare la città perché suo padre ha improvvisamente lasciato lui e sua madre. I due si vedono costretti a
trasferirsi a casa della sorella nella cittadina di Bomont, un
luogo di cui nessuno ha mai sentito parlare, ma la cui vita
quotidiana è tenuta sotto controllo dal reverendo Shaw Moore
(Footloose / On Any Given Sunday).
Ren si trova ben presto a disagio nell’atmosfera repressiva e
soffocante della cittadina. La sola persona che apparentemente
non teme il pugno di ferro del reverendo è sua figlia Ariel,
che frequenta il “cattivo” Chuck Cranston (The girl gets
around).
A scuola Ren trova un improbabile amico in Willard Hewitt,
colpito dall’irrefrenabile energia di Ren (I can’t stand
still).
Quando Ren scopre con stupore che nessun tipo di ballo è
permesso a qualsiasi ora del giorno e della notte all’interno
della città, i migliori amici di Ariel – Rusty, Urleen e Wendy
Jo – lo prendono da parte per spiegargli che questa legge
risale a cinque anni prima, quando in un incidente d’auto
morirono quattro adolescenti: sulla scia dell’impatto emotivo
che questo incidente ebbe sulla cittadinanza, il reverendo
Moore riuscì a convincere il consiglio comunale cittadino ad
approvare l’ordinanza. Le ragazze ricordano a Ren che nella
cittadina prevale un clima di paura e di sospetto verso gli
estranei, le cui azioni, soprattutto nei primi mesi, vengono
costantemente tenute sotto controllo (Somebody’s
eyes).
Quando Vi, la moglie del reverendo, cerca di alleggerire la
tensione tra lui e sua figlia, Shaw si rifiuta di discutere
dell’argomento: Vi cerca un sostegno nella madre di Ren,
Ethel, che si identifica con la frustrazione di Vi avendo dovuto
spesso mordersi la lingua e aspettare un’occasione migliore
per andare d’accordo con il suo ex marito (Learning
to be silent).
In un diner Ariel e le sue amiche lamentano la mancanza di
ragazzi interessanti nella loro vita, e Ariel chiede loro di unirsi
a lei nella fantasia di trovare “un tipo che mi sorprenda”
(Holding out for a hero).
Quando Chuck entra nel locale e diventa pesante negli
apprezzamenti verso Ariel, Ren scatta in difesa della ragazza.
In segno di ringraziamento, Ariel gli permette di unirsi a lei
nel suo passatempo preferito: correre nei campi di Bomont
alla rincorsa di un treno che un giorno o l’altro l’avrebbe
portata via di là. Ren e Ariel trovano una grande intesa: ma
Shaw non vuole che i due ragazzi si vedano nuovamente, e
la tensione all’interno della famiglia del reverendo cresce a
dismisura (Heaven Help Me).
Sulla via del rientro a casa, Ren si imbatte nel gelosissimo
Chuck e nei suoi amici Travis e Lyle, che lo prendono a botte.
Il giorno dopo, Ren, durante l’ora di ginnastica, ancora dolorante ed esasperato da quanto avvenuto la sera precedente,
decide di ribellarsi, e chiede ai suoi compagni di unirsi a
lui nel progetto di realizzare una grande festa danzante. Le
sue intenzioni vengono immediatamente riferite al reverendo
Moore: all’orizzonte di Bomont si prospettano nuove tensioni
(I’m free/Heaven help me).
SECONDO ATTO
Ren va con Ariel, Rusty e Willard in un dancing a cento miglia
circa da Bomont dove si esibiscono Irene and the Country
Kickers (Let’s make believe we’re in love).
Giunti a destinazione, Willard confessa a Ren di non saper
ballare. Rusty è disperata. E mentre i Cowboys danno a
Willard la sua prima lezione di danza, Rusty spiega alle
Cowgirls cosa trova di così attraente in questo ragazzo…
con due piedi sinistri (Let’s Hear it for the Boy).
Quando Ariel ritorna a casa, il reverendo Shaw è furibondo:
egli si rifiuta di riconoscere alla moglie Vi che la sua severità
nei confronti di Ariel è divenuta insostenibile dopo la morte
di suo figlio, uno dei quattro ragazzi deceduti nell’incidente
automobilistico che ha dato inizio al “coprifuoco”. Vi cerca
Politeama Rossetti
dall’8 al 13 marzo 2005
musical
& grandi eventi
di difendere le ragioni della figlia, ma Shaw, come al solito,
rifiuta qualsiasi discussione sull’argomento (Can you find
it in your heart?).
Nel frattempo Willard e i suoi amici Bickle, Garvin e Jeter
cercano di preparare Ren all’ormai imminente confronto con
il consiglio comunale, nel corso del quale tenterà di sfidare
l’ordinanza che vieta qualsiasi tipo di ballo. Ren si scoraggia
e minaccia di abbandonare l’idea, ma Willard lo convince
adottando i suggerimenti che riceve di solito da sua madre
(Mama says).
Arriva Ariel, piena di rabbia per l’ennesima lite con Chuck
Cranston, e annuncia a tutti di aver chiuso con lui. Chiede a
Ren di accompagnarla nel suo nascondiglio segreto, sul ponte
della ferrovia: lì, lontano dai problemi del mondo, Ariel e Ren
scoprono che la loro amicizia è diventata amore (Almost
paradise). Alla seduta del consiglio comunale, Ren cerca
di convincere l’uditorio ad accettare la sua proposta citando
un passo della Bibbia suggeritogli da Ariel (Dancing is
not a crime).
La proposta di Ren viene respinta: il ragazzo è disperato.
Ethel lo convince che il voto è stato manipolato da Shaw,
e che è giunto il momento per un confronto diretto con il
reverendo. Ren si reca in chiesa, e confessa al Reverendo che
la sua campagna non aveva tanto a che fare con una festa
danzante, ma rappresentava un obiettivo da raggiungere
nella sua vita lasciata vuota dall’improvviso allontanamento
del padre. Ma quando la discussione coinvolge il figlio di
Shaw, Bobby, il reverendo perde la calma e manda via Ren
brutalmente. Solo a quel punto Shaw comprende come il
dolore per la morte di Bobby abbia gettato un’ombra sulla
sua vita – e sulla vita di tutti gli abitanti di Bomont – e,
dopo un’intensa riflessione, annuncia ai suoi parrocchiani di
aver cambiato idea e che, dopotutto, una festa danzante
potrebbe essere una buona idea (I confess).
Dopo la messa, la ritrovata serenità permette a Shaw di far
pace con la moglie Vi e di riaffermarle il suo amore (Can
you find it in your heart?).
E così, per la prima volta dopo tanti anni, i giovani di
Bomont possono prepararsi per la grande festa che sconvolgerà la città: e quando il reverendo Moore entra nella
sala con Vi e con tutti gli altri “adulti” della città, la serata
diventa non solo una festa, ma un’occasione per far capire
che le ferite del passato sono state guarite (Footloose
– finale).
PRIMO ATTO
1. Footloose*/ Ogni domenica
Ren, Ethel, Shaw, Vi, Ariel, Compagnia
2. La tipa ci sta (The Girls Get Around)**
Chuck, Ariel, Travis, Lyle
3. Fermo non ci sto (I can’t stand still) Ren
4. Occhio ad un paio d’occhi
(Somebody’s Eyes) Rusty, Urleen, Wendy Jo, Compagnia
5. Learning to be silent
Vi, Ethel
6. Holding out for a hero §
Ariel, Rusty, Wendy Jo, Urleen
7. Dio mi aiuti (Heaven help me)
Shaw
8. I’m free*/ Heaven help me
Ren, Shaw, Compagnia
SECONDO ATTO
1. Still Rockin’
Irene e i Country Kickers
2. Io amo solo lui
(Let’s hear it for the boy) Rusty, Ariel, Irene, Doreen
3. Vivo nel silenzio
(Can you find it in your heart?)
Vi
4. Mamma Sa Mama Says (You can’t back down)
Willard, Bickle, Garvin, Jeter, Ren
5. Ora che ci sei (Almost Paradise) §§
Ren, Ariel
6. Dancing is not a crime
Ren, Willard, Bickle, Garvin, Jeter
7. I confess
Shaw, Compagnia
8. Can you find it in your heart?
Shaw
9. Footloose* (finale)
Compagnia
Musiche di Tom Snow a eccezione di: * Kenny Loggins,
** Sammy Hagar, § Jim Steinman, §§ Eric Carmen.
Liriche di Dean Pitchford a eccezione di “Footloose” (di
Dean Pitchford e Kenny Loggins).
Footloose
la rassegna stampa e la variazione d
Gocce di sudore e lacrime
di gioia. Sul palcoscenico è esplosione di energia positiva. Va in scena
“Footloose” ed è tifo da
stadio per i 26 attoriballerini-cantanti, tutti “figli
putativi” della tv pedagogica. Una prova riuscita,
a giudicare dal fiume di
applausi a scena aperta.
Ren è l’atletico Leon Cino,
il ventiduenne albanese
sfrenato ballerino, qui sfodera anche doti canore,
ma soprattutto recitative
nel candore scapigliato
del suo personaggio. Ariel
è Samantha Fantauzzi,
qui sa assumere i vezzi
maliziosi e anarchici di
Olivia Newton-John in
“Grease”. Insomma, gli ex
dilettanti di Maria sono
cresciuti artisticamente e
lo dimostrano: il loro sogno
si è avverato.
Emilia Costantini
Corriere della Sera
Valerio Di Rocco è un
Willard molto energico e
divertente, Giorgia Galassi
ce la mette tutta per
interpretare Rusty con
spavalderia. Ma la vera
star dello spettacolo, quella che merita fino in fondo
gli applausi che il pubblico concede con dovizia,
è Samantha Fantauzzi,
canta e balla con sorprendente sicurezza, ad un
livello decisamente supe-
riore rispetto al resto della
compagnia. È brava, e ha
già anche un pizzico di
personalità, essenziale per
uscire dalle ovvietà degli
show televisivi e approdare al teatro. Il musical non
solo regge il confronto con
il film ma spesso risulta
addirittura più gradevole
e serrato, anche nella versione italiana.
Ernesto Assante
La Repubblica
Nel complesso lo show
funziona e restituisce al
pubblico la coralità della
versione originale con un
surplus di energia decisamente stimolante. Spicca
Roberto Bencivenga, un
ottimo Reverendo Moore,
Leon Cino è un bravo Ren
McCormack scatenato
nella danza. Samantha
Fantauzzi (Ariel), emerge
su tutti proprio per maggiore duttilità in tutti e tre i
campi e per brillantezza.
Tra gli altri, da segnalare
la performance canora –
accolta con tifo da stadio
- del genovese Gian De
Martini (Cowboy-Bob), la
spigliatezza e la simpatia
di Giorgia Galassi (Rusty)
e lo Willard di Valerio Di
Rocco. Dinamiche e quantitativamente più cospicue
rispetto al film le coreografie di Steve La Chance.
Elvira Bonfanti
Il Giornale
di programmazione
La tournée italiana di “African Footprint”
è stata annullata. Pertanto il Teatro Stabile,
d’intesa con il Teatro Verdi, ha inserito nell’abbonamento “musical & grandi eventi” lo spettacolo del Balletto Nazionale della Georgia,
uno dei più grandi gruppi coreografici del
mondo, che arriverà dal 22 al 26 marzo al
Politeama Rossetti nell’ambito del Trittico di
Danza promosso dall’Ente lirico triestino. La
compagnia fu fondata a Tbilisi nel 1945, con
l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane,
di riproporre quelle dimenticate e di creare
coreografie nuove e originali. Nel corso degli
anni la compagnia ha costituito un vasto e
diversificato repertorio, che include non solo
le danze di varie località della Georgia, ma
anche intere produzioni teatrali. Le danze e
INFORMAZIONE
PER GLI ABBONATI
Il Balletto Nazionale della Georgia sostituisce
“African Footprint” nell’abbonamento
“musical & grandi eventi”.
Il nuovo calendario dei turni è il seguente:
MAR 22 marzo
h. 20.30 turno M
MER 23 marzo
h. 20.30 turno libero
GIO 24 marzo
h. 20.30 turno N
VEN 25 marzo
h. 20.30 turno O
SAB 26 marzo
h. 16.00 turno P
le musiche interpretate dai giovani georgiani
esaltano, sulla linea di questo genere di spettacoli, i valori nazionali ed il folclore locale. I virtuosismi maschili hanno come caratteristica
(tipica solamente dei danzatori del Caucaso)
quella di essere danzati con sorprendente
agilità sulle punte dei piedi. I salti e i giochi
di gambe e di braccia fanno pensare ad Igor
Moiseev, che li rivelò in occidente molti anni
fa. Ma anche le danzatrici possiedono la stessa perfezione, nutrita da una professionalità
e da una disciplina ferrea. Nelle coreografie
(in cui le figurazioni di gruppo si aggregano
e si sciolgono come scivolando sul ghiaccio)
vi sono, costruite armoniosamente, tutte le
basi della danza popolare, dal girotondo al
gomitolo. I colori dei costumi, fantasiosi ed
eleganti, aggiungono fascino allo spettacolo.
La compagnia è famosa, in particolare, per
le sue danze di coppia “Kartuli” e “Lecuri”,
per quella lirica delle donne “Samaia”, per il
girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e
“Kensur”, nonché per i quadri coreografici
della vecchia Tbilisi.
“Karmen” opera zingar
la scheda di presentazione
Il pubblico del Teatro Stabile regionale ha
avuto molte volte l’occasione di applaudire
Goran Bregovic, di farsi coinvolgere dai suoi
ritmi, di lasciarsi incantare dalle sue melodie
sempre in originalissimo equilibrio fra vitalismo sfrenato e delicata malinconia...
E fin dagli anni Novanta l’artista ha dato
prova del suo eclettismo, alternando ai
classici concerti alcune interessanti operazioni creative realizzate proprio con lo
Stabile: tra queste, le belle musiche di scena
per l’Amleto shakespeariano con Kim Rossi
Stuart diretto da Antonio Calenda e l’interessante spettacolo Opera 1999 in cui alle
inimitabili sonorità di Bregovic e della sua
Wedding and Funerals Band, si intrecciavano suggestive pagine di prosa, recitate da
Omero Antonutti.
Molto atteso, e davanti a una sala già oggi, a
più di una settimana dallo spettacolo, quasi
completamente esaurita, Goran Bregovic
ritorna al Politeama Rossetti con Karmen
– Opera zingara con lieto fine, presentata da
Marilla Simonini srl e AdArte.
Karmen rappresenta un’interessante “riappropriazione di un tema”: Bregovic ripercorre la linea Mérimée-Bizet rileggendo la
tradizione del grande melodramma attraverso la straripante energia della cultura
zingara di cui egli è interprete d’elezione.
«Nel pensare alla mia Karmen - ha dichiarato Bregovic - ho cominciato dalla domanda:
se portassi uno dei miei musicisti zingari a
vedere la Carmen di Bizet, quale sarebbe
la sua reazione? La mia risposta potrebbe
essere: se Dio ha voluto che nella vita degli
zingari, nella vita di questa Carmen, la libertà fosse la sola cosa per cui vivere e morire,
e se questo non è possibile nella vita reale,
allora perché almeno in questa opera, l’unica che parli di una zingara, non può esserci
un lieto fine? ...Perché gli zingari, molto più
di noi, amano il lieto fine. E ci credono con
grande ingenuità».
Sulla base di tale riflessione l’artista ripensa
la celebre vicenda della sigaraia di Siviglia
e dei suoi amori in un’atmosfera nuova:
Carmen – ribattezzata Kleopatra – è un’im-
ra con lieto fine
migrata appassionata e coraggiosa. Legge il
futuro attraverso le carte in televisione e si
prostituisce occasionalmente per arrotondare. È una donna di periferia, che vive in
una realtà di povertà e degrado: certo una
figura molto più affine alla nostra attualità
rispetto all’eroina di Bizet.
Come la sua ispiratrice, anche Karmen/
Kleopatra è divisa fra due amori: da un lato
il compagno, Fuad, dall’altro un poliziotto
che ha avuto l’avventura d’arrestarla e
che non ha saputo resistere al suo fascino.
Karmen non ne disdegna le attenzioni,
anche se questa volta, come annuncia lo
stesso sottotitolo, l’epilogo non sarà di tragedia e di morte, ma di festa.
Un chiassoso e gioioso banchetto di matrimonio – perfettamente nello stile della
Wedding and Funerals Band, anche questa
volta sul palcoscenico accanto a Bregovic
– suggella infatti la doppia unione di
Politeama Rossetti
16 marzo 2005
altri percorsi
Karmen con il suo amore di sempre e della
sua amica operaia Michaela con il poliziotto.
Ricca di suggestioni anche sul piano della
musica, Karmen si avvale di una scrittura
fresca e originalissima, in cui riecheggiano
suoni e colori vivaci del mediterraneo e si
inseriscono eleganti citazioni della partitura
di Bizet, rivisti in chiave jazz.
«Come ogni compositore, mi sono sempre
ispirato alla tradizione» dichiara ancora
Bregovic. «Questo è stato sempre il metodo più naturale di avvicinarsi alla musica:
da Stravinsky a Bartok da Bizet a Lennon.
La tradizione è come una solida banca dalla
quale prendi a prestito per restituire con gli
interessi. Io provengo da una piccola cultura
musicale: non abbiamo una tradizione di
canto in forma narrativa e per me dunque
questa è un’impresa pionieristica per cui
non ho riferimenti da seguire».
Ilaria Lucari
Grazie Rudy, il Galà
l’intervista a Maximiliano Guerra
Il Politeama Rossetti ospita il 19 marzo un altro importante spettacolo, il Galà Nureyev, un assieme delle
coreografie più belle e più famose create ed interpretate
dal ballerino per eccellenza. A riproporle sarà un eccelso
Maximiliano Guerra che per l’occasione ha risposto ad
alcune nostre domande per presentare sé stesso, la serata e la danza.
«Sento una responsabilità grandissima – spiega Guerra
parlando dello spettacolo - la responsabilità di continuare a dare il meglio di me e sono molto orgoglioso
perché sono stato scelto proprio da Nureyev; è come un
accertamento in più degli sforzi e del lavoro e dell’essere sempre al cento per cento sul palcoscenico per far
trascorrere una serata gradevole, lasciando un bel ricordo
in sua memoria».
Cosa ha significato per lei la danza nelle
diverse fasi della sua vita?
«Da bambino giocavo a calcio e avevo un fisico molto
forte. Allo stesso tempo, mio padre era un musicista, e
anche la musica faceva parte della mia vita quotidiana.
Quando vidi per la prima volta uno spettacolo di danza,
nel quale la musica conviveva con l’espressione fisica, mi
entusiasmai e iniziai, quasi per gioco. Dopo un anno di
studio ebbi la fortuna di ballare in una produzione del
Teatro Colon di Buenos Aires. Avevo un ruolo piccolissimo,
però ho avuto la possibilità di stare sul palcoscenico e
sono rimasto colpito dalla magia degli applausi, dal buio,
dall’odore del trucco, dalla scenografia... Dentro di me,
lì, è stato magicamente deciso che questo era ciò che
volevo fare per tutta la vita. I successi sono arrivati nel
modo giusto, sempre con la coscienza che il mio obiettivo
era ballare bene, dare tutto di me. I grandi riconoscimenti internazionali che ho ricevuto hanno segnato la
svolta della mia carriera: sono arrivati i primi contratti
in Europa e poco dopo ho conosciuto Nureyev, che mi
ha aperto le porte della Scala. La danza, in tutti questi
momenti, è sempre stata libertà, sia nella responsabilità
di fare gli allenamenti, sia nel portare in scena uno spettacolo ben fatto, la danza è amore, è passione. La danza
è un modo di vivere, è parte di me».
Qual è, tra i pezzi che ballato, quello a
cui è più legato?
«Uno in particolare è “Diana e Atteone”, che porto anche
al “Galà Nureyev” ed è il passo a due che forse ho fatto
di più nella mia vita. È mio l’arrangiamento alla coreografia, ho inventato dei passi ed è diventato famoso per la
difficoltà tecnica, è pieno di voli, salti e giri strani.»,
Quando arriverà il momento di abbandonare la scena, quale sarà per lei l’evoluzione della sua vita?
«Credo che continuerò ad essere legato alla danza, con
la coreografia, con la direzione della compagnia o in una
scuola passando le mie esperienze ai giovani. Sarà così,
perché come tutti gli artisti del palcoscenico la cosa
più difficile è abbandonare
il contatto con il pubblico.
Penso che rimarrò un servitore di quest’arte per tutta
la vita».
Quali sono le prime
tre cose che chiede
a lezione?
«Prima di tutto chiedo concentrazione, che non vuol
à Nureyev
dire essere seri o impauriti, ma essere concentrati in
quello che si sta facendo e sentire molto il proprio corpo.
La seconda è di pensare. La danza è un’arte che si fa con
tutto il fisico e si basa sulla tecnica, bisogna pensare che
c’è sempre una logica nel perché le cose si devono fare in
un certo modo. La terza è di lasciare andare l’anima e la
mente, di volare. Anche se siamo a una lezione di danza
e dobbiamo perfezionare i passi e i movimenti, dobbiamo
lasciare andare i sentimenti perché questi movimenti
abbiano un senso, abbiano dietro una parola, esprimano
come ci sentiamo e cosa vogliamo dire».
Cosa pensa della tendenza degli ultimi
anni della danza a trasformarsi in teatro-danza come quello di Pina Baush?
«Penso sia validissimo, è come dire che una sola lingua
non basta. Sono tutti modi di comunicare diverse cose,
in diversi momenti, in diverse maniere. Credo che sia una
possibilità in più per tutti quelli che sono un po’ più
limitati fisicamente o nella tecnica, ma hanno qualcosa
in più nella comunicazione. “The Lesson” (in programma
al Galà Nureyev) è uno dei primi pezzi fatti in questo
modo, è un racconto molto drammatico, è quasi un’opera
teatrale danzata».
Politeama Rossetti
19 marzo 2005
altri percorsi
PRIMA PARTE
Tributo filmato a Rudolf Nureyev
IL LAGO DEI CIGNI
pas de deux “ Cigno Bianco”
Musica di Tchaikovsky – Coreografia Rudolf Nureyev
LA BELLA ADDORMENTATA
pas de deux
Musica di Adams - Coreografia Rudolf Nureyev
DON CHISCIOTTE
pas de deux
Musica di Minkus - Coreografia Rudolf Nureyev
SECONDA PARTE
THE LESSON
Musica di Delerue
LO SCHIACCIANOCI
pas de deux
Musica di Tchaikovsky – Coreografia Rudolf Nureyev
Ivis Lasagna
DIANA E ATTEONE
pas de deux
Musica di Drigo - Coreografia Rudolf Nureyev
INTERPRETI: Maximiliano Guerra - Paola Vismara
Roberta Voltolina - Michele Villanova
Irena Veterova - Lars Van Cauwenbergh
Maria Francesca Garritano – Vittorio D’Amato
Con la partecipazione della Scuola di Ballo della
Fondazione Accademia del Teatro alla Scala di Milano
diretta da Anna Maria Prina.
Per gentile concessione del Teatro alla Scala di Milano
“Io e il mio amico Carlo”
la scheda di presentazione
Va in scena alla Sala Bartoli dal 18 al 20 marzo
il pensiero suggestivo del filosofo goriziano
Carlo Michelstaedter nell’interpretazione di
Marcello Crea. Attraverso una composizione
drammaturgica fedele ai testi originali vengono
ripercorsi i momenti più significativi della vita e
dell’arte di C.M.: un giovane studente di lettere
votato alla morte, non per scelta casuale, ma
come logica conseguenza delle proprie idee
e del proprio essere. Carlo Michelstaedter,
uno degli ingegni più straordinari e precoci del
Novecento, nacque a Gorizia nel 1887 da famiglia italiana ebrea benestante; nel 1905, a diciotto anni si iscrisse alla facoltà di matematica a
Vienna; nello stesso anno, si trasferì a Firenze
per frequentarvi la facoltà di lettere dell’Istituto
di Studi Superiori. Studiò soprattutto filosofia
antica e moderna, storia dell’arte e letteratu-
ra. Il 16 ottobre del 1910, C. Michelstaedter
terminò di scrivere la sua tesi di laurea intitolata “La persuasione e la rettorica”. Il giorno
seguente si uccise con un colpo di pistola. La
sua tesi, inizialmente ispirata da due concetti
già presenti in Platone e Aristotele, divenne
poi il suo libro simbolo, formalmente inclassificabile, che a tutt’oggi affascina lettori comuni,
studiosi e intellettuali. Inoltre, il breve percorso
di questo giovane pensatore fu intriso della
miglior arte: basta leggere le sue poesie, i suoi
dialoghi, le sue lettere alla famiglia ed osservare
i suoi numerosi dipinti e disegni. L’allestimento
teatrale prende spunto proprio dalla forza
emotiva e concettuale del Michelstaedter, che
sembra non lasciare tranquilli chi in qualche
modo si avvicina ai suoi scritti, come nel caso
di una studentessa, impegnata ai giorni nostri, a
scrivere proprio una tesi su di lui. Ed anche il
protagonista dello spettacolo, vivrà una sorta
di clonazione scenica in un assiduo confronto
con il pubblico. Così Carlo rivivrà nuovamente
attraverso i suoi scritti, incredibilmente teatrali,
fino ad arrivare a toccare quel mistero che
ancora circonda la sua prematura fine. “La
lampada si spegne per mancanza d’olio, io mi
spensi per traboccante sovrabbondanza”.
Calendario spettacoli e prevendite
MARZO 2005
Prosa
DAL 13 AL 17 APRILE 2005 - POLITEAMA ROSSETTI
Teatro Stabile di Catania
Il comico e la spalla
di Vincenzo Cerami regia di Jean Claude Penchenat
con Pippo Pattavina, Tuccio Musumeci
PLATEA A Interi
€ 27,50
PLATEA A Under 25
PLATEA B Interi
€ 24,00
PLATEA B Under 25
PLATEA C Interi
€ 19,00
PLATEA C Under 25
GALLERIE Interi
€ 14,00
GALLERIE Under 25
€
€
€
€
22,00
19,00
15,00
11,00
altri
Cabaret percorsi
Musical
& Grandi Eventi
DALL’8 AL 13 MARZO 2005 - POLITEAMA ROSSETTI
Fascino Pgt - Premiere Srl - BC&E
Footloose - il musical
di Dean Pitchford e Walter Robbie musiche di Tom Snow
con i ragazzi della trasmissione “Amici”
PLATEA A Interi
€ 40,00
PLATEA A Under 25
PLATEA B Interi
€ 35,00
PLATEA B Under 25
PLATEA C Interi
€ 30,00
PLATEA C Under 25
GALLERIE Interi
€ 25,00
GALLERIE Under 25
LOGGIONE
€ 5,00
€
€
€
€
32,00
28,00
24,00
20,00
DAL 22 AL 26 MARZO 2005 - POLITEAMA ROSSETTI
Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste
Balletto Nazionale della Georgia
coreografie di Iliko Sukhishvili Sr., Nino Ramishvili, Iliko Sukhishvili Jr.
PREZZI: Vedi “Footloose”
DAL 5 AL 24 APRILE 2005 - SALA BARTOLI
Suspect Culture (Glasgow) - Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia
A different language
di Renato Gabrielli e Graham Eatough regia di Graham Eatough
con Sergio Romano, Selina Boyak
Posto unico Interi € 15,00
Under 25
€ 12,50
6 E 7 A P RILE 2005 - ORE 20.30
Teatro dell’Archivolto presenta
Maurizio Crozza “Ognuno è libero”
PLATEA A
PLATEA C
€ 25,00
€ 20,00
PLATEA B € 22,50
GALLERIE € 18,00
DAL 9 AL 13 MARZO 2005 - SALA BARTOLI
Compagnia di prosa Maura Catalan presenta
Rigoletto - il buffone del re
di Enrico Groppali con Giancarlo Condè regia di Umberto Cantone
Posto unico Interi € 6,00
Ridotto abbonati
€ 2,50
Ridotto abbonati “Gold”
€ 1,00
Mar 8 mar
Mer 9 mar
Gio 10 mar
Ven 11 mar
Sab 12 mar
Dom 13 mar
Lun 14 mar
Mar 15 mar
Mer 16 mar
Gio 17 mar
Ven 18 mar
Sab 19 mar
Dom 20 mar
Lun 21 mar
Mar 22 mar
Mer 23 mar
Gio 24 mar
Ven 25 mar
Sab 26 mar
Dom 27 mar
Lun 28 mar
Mar 29 mar
Mer 30 mar
Gio 31 mar
M E R C O L EDÌ 16 MARZO 2005 - ORE 21
fuori abbonamento
Marilla Simonini e AD Arte presentano
Goran Bregovic “Karmen”
Opera zingara con lieto fine
PLATEA A-B Interi € 40,00
PLATEA C Interi
€ 35,00
I GALLERIA Interi € 30,00
PLATEA A-B Rid. Abb. € 38,00
PLATEA C Rid. Abb.
€ 33,00
II GALLERIA Interi
€ 23,00
DAL 18 AL 20 MARZO 2005 - SALA BARTOLI
Associazione Area – Spettacolo
Io e il mio amico Carlo
Suggestioni di Carlo Michelstaedter
di e con Marcello Crea e con Francesca Bergamasco
Ingresso libero
S A B ATO 19 MARZO 2005 - ORE 21
SALA BARTOLI
21.00
21.00
21.00
21.00
17.00
18.00
RIGOLETTO
RIGOLETTO
RIGOLETTO
RIGOLETTO
RIGOLETTO
CHERYL PORTER SPIRITUALS
21.00
21.00
17.00
18.00
IL MIO AMICO CARLO
IL MIO AMICO CARLO
IL MIO AMICO CARLO
MOVIES TRIO IN CONCERTO
21.00 KARMEN / GORAN BREGOVIC
21.00 GALÀ NUREYEV
20.30 SOCIETÀ DEI CONCERTI
20.30 (M) BALLETTO D. GEORGIA
20.30 (T. LIBERO) BALLETTO GEORGIA
20.30 (T. N) BALLETTO D. GEORGIA
20.30 (T. O) BALLETTO D. GEORGIA
16.00 (T. P) BALLETTO D. GEORGIA
18.00 G... COME GIORGIO GABER
APRILE 2005
POLITEAMA ROSSETTI
apr 21.00 PFM CANTA DE ANDRÈ
apr
apr
apr
apr
apr 20.30 MAURIZIO CROZZA
apr 20.30 MAURIZIO CROZZA
apr
SALA BARTOLI
21.00 A DIFFERENT LANGUAGE
21.00 A DIFFERENT LANGUAGE
21.00 A DIFFERENT LANGUAGE
18.00 OPERETTA JAZZ
VENERDÌ 1 ° A P R I L E 2 0 0 5 - O R E 2 1
Luigi Pignotti presenta
Diedi Concerti presenta
“Grazie Rudy - Galà Nureyev”
con Maximiliano Guerra, Paola Vismara
PLATEA A Interi
€ 30,00
PLATEA A Rid. Abb.
PLATEA B Interi
€ 27,00
PLATEA B Rid. Abb.
PLATEA C Interi
€ 24,00
PLATEA C Rid. Abb.
GALLERIE Interi
€ 20,00
GALLERIE Rid. Abb.
LOGGIONE
€ 5,00
Ven 1
Sab 2
Dom 3
Lun 4
Mar 5
Mer 6
Gio 7
Ven 8
POLITEAMA ROSSETTI
20.30 (M) FOOTLOOSE
20.30 (T. LIBERO) FOOTLOOSE
20.30 (T. LIBERO) FOOTLOOSE
20.30 (T. O) FOOTLOOSE
20.30 (T. N) FOOTLOOSE
16.00 (T. P) FOOTLOOSE
20.30 SOCIETÀ DEI CONCERTI
La PFM canta De Andrè
€
€
€
€
28,00
25,00
22,00
18,00
con la Premiata Forneria Marconi
PLATEA A Interi
€ 30,00
PLATEA B Interi
€ 26,00
PLATEA C Interi
€ 22,00
GALLERIE Interi
€ 15,00
LOGGIONE
€ 7,50
PLATEA A Rid. Abb.
PLATEA B Rid. Abb.
PLATEA C Rid. Abb.
GALLERIE Rid. Abb.
€
€
€
€
27,00
24,00
20,00
13,00
il Rossetti News
Trittico di danza del Teatro
Verdi: riduzioni per gli
abbonati del Teatro Stabile
Il Teatro Verdi da anni dedica una particolare attenzione alla danza coniugando la nobile tradizione del grande
balletto classico al balletto di connotazione etnico-folclorica e alle ricerche coreografiche della danza moderna.
Di questo percorso il “Trittico di
Danza” proposto dal Teatro Verdi e, per
il Balletto Nazionale della Georgia, in
collaborazione con il Teatro Stabile del
Friuli Venezia Giulia, è una sorta di
sintesi significativa che offre al pubblico tre momenti radicati, ciascuno per
parte sua, in realtà culturali diverse
espresse dalla danza.
La Kibbutz Contemporary Dance Company
debutta al Teatro Verdi di Trieste in
uno spettacolo in due parti: “Scintille”,
un delizioso e frivolo duetto su musiche
di Satie, Schnittke, Glass, Weill e Zorn
e Foramen-Magnum, in cui un grande numero di eventi visivi dai movimenti sorprendenti sono creati attraverso libere
associazioni e metafore. Lo spettacolo
è in scena dal 15 al 20 marzo con le
coreografie di Rami Be’er, coreografo e
direttore artistico del Gruppo.
Ancora nell’ambito della stagione del
Teatro Verdi l’Ensemble di Micha Van
Hoecke presenterà il 13, 15 e 17 aprile alla Sala Tripcovich lo spettacolo
“Maria Callas – La voix des Choses” una
coproduzione Ravenna Festival, Ensemble
di Micha Van Hoecke, Armunia Festival
Costa degli Etruschi, presentata due
anni fa in anteprima a MiramarEstate.
Ultimo emozionante lavoro del grande
coreografo e regista russo-belga, lo
spettacolo evoca uno dei più affasci-
nanti spiriti artistici qual’era Maria
Callas in un’incantata armonia di musica
lirica (vengono usate registrazioni originali del grande soprano) per un omaggio
all’anima inquieta della grande artista
in cui, rievocati dai danzatori e artisti dell’Ensemble, rivivono i commoventi
personaggi femminili di Euridice, Isotta,
Medea, Margherita, Carmen, Rosina. Per
gli abbonati del Rossetti che acquisteranno i biglietti degli spettacoli del
Kibbutz Contemporary Dance Company e
dello spettacolo dell’Ensemble Micha Van
Hoecke, organizzati dal Teatro Verdi,
sarà applicata la riduzione riservata ai
Soci Fondatori e Sostenitori del Teatro
Verdi. I biglietti possono essere acquistati presso la Biglietterie del Teatro
Verdi.
diretto da Antonio Calenda
“Trieste a Teatro”
Periodico del Teatro Stabile
del Friuli-Venezia Giulia
www.ilrossetti.com/triesteteatro.asp
Anno XIV - numero 110 - 8 marzo 2005
redazione Viale XX Settembre, 45 - 34126 Trieste
tel. 040-3593511 fax 040-3593555
www.ilrossetti.it e-mail [email protected]
Autorizz.Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992
stampa Stella Arti Grafiche,Trieste
direttore responsabile Stefano Curti
redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna
Proseguono alla Sala Bartoli
i “Pomeriggi Musicali”
Dopo il successo del primo appuntamento
con il quartetto di Aljosa Jeric, proseguono gli appuntamenti con i “Pomeriggi
musicali al Rossetti” organizzati dall’Associazione Internazionale dell’Operetta con il sostegno della Regione
Friuli-Venezia Giulia e della Camera di
Commercio di Trieste. Il 14 marzo sarà
in scena il soprano Cheryl Porter, che
interpreterà un repertorio tratto dagli
spiritual tradizionali, le canzoni di
salvazione e libertà del popolo afroamericano in schiavitù. Lunedì 21 marzo sarà
la volta del “Movies Trio”, che eseguirà musiche da film di Ennio Morricone,
Giuseppe Verdi, Leonard Bernstein, Nino
Rota, Armando Trovaioli, Luis Bacalov
e Nicola Piovani. Il 30 marzo sarà la
volta della grande musica di Giorgio
Gaber: Walter Di Gemma ripercorrerà
la carriera dello showman recentemente
scomparso in un entusiasmante excursus
della sua carriera. Venerdì 8 aprile
la rassegna si chiuderà con “Operetta
Jazz, l’Operetta... a ritmo di Shimmy e
di Fox Trot”: in scena il tenore Andrea
Binetti e il soprano Krisztina Nemeth,
accompagnati al pianoforte da Federico
Consoli. I biglietti per tutti i concerti sono in vendita al prezzo di 6
euro presso le prevendite abituali e su
internet.
Antonio Calenda ricorda
Corrado Pani
“Si è spento un attore che ha donato
molto di sé al nostro Teatro” con queste parole il direttore dello Stabile
regionale Antonio Calenda ha ricordato
Corrado Pani, scomparso prematuramente
il 2 marzo scorso. L’attore è stato commemorato in occasione delle due repliche
de “La visita della vecchia signora”
del 3 marzo. Al pensiero del direttore
Calenda si sono uniti i protagonisti
Isa Danieli, Massimo Foschi e l’intera
compagnia dello spettacolo. Corrado Pani
ha recitato in importanti produzioni del
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia:
negli anni Settanta è stato protagonista
de “L’Idealista” che Fulvio Tomizza trasse dal romanzo di Ivan Cankar (nella foto
in alto con Leda Negroni) e ha interpretato “Storie del bosco viennese” di von
Horvath assieme a Valeria Moriconi per la
regia di Franco Enriquez. Successivamente
è stato spesso ospite del Rossetti, raccogliendo calorosi successi con il brechtiano “Puntila e il suo servo Matti”,
con “Vita e morte di Re Giovanni” sempre
diretto da Trionfo, “Romeo e Giulietta”
di Shakespeare, “Corruzione al palazzo di
giustizia” di Ugo Betti e con lo sveviano
“Una burla ben riuscita”.
ADOLFO LEVIER (Trieste, 1873-1953) - Caffè all’aperto, 1910 - olio su tela, cm 65x92
il colore del benessere sociale
Non può esserci stabile ricchezza economica
senza ricchezza spirituale.
In qualsiasi ambito siano rivolti
– dalla sanità allo sviluppo economico, dalla scienza alla cultura,
all’arte, al tempo libero –
gli interventi della Fondazione sono sempre caratterizzati
da concreto impegno verso la collettività.
In una società evoluta
sono modulazioni che arricchiscono di felici tonalità
il colore del benessere sociale.