TEATRO INDIA Stagione 2016/2017 2_7 settembre 2016 ACCIDENTES GLORIOSOS traduzione, Ideazione, Regia: Giulio Stasi testo Mauro Andrizzi, Marcus Lindeen aiuto regia Elena Cucci tecnica Dario Salvagnini, Francesco Marino con Tiziana Avarista, Elena Cucci, Michela Maria Garofoli, Cristina Golotta, Jun Ichikawa, Lucilla Miarelli, Francesca Muller, Emanuela Panatta, Sofia Vigliar, Marco Fois, Francesco Marino, Giuseppe Ragone, Tiziano Scrocca Produzione Rosabella Teatro Un progetto performativo sul tema della morte e della rinascita composto da sette capitoli brevi, sette Accidentes, indipendenti ma legati fra loro: un incidente stradale, una capra in piedi sopra una mucca, un fotografo di incidenti, un buco in mezzo alla strada, un rapporto intimo fra sconosciuti, una lettera d’amore, un trapianto di cuore. Un invito a non aver paura della crisi, della sconfitta, della perdita, della fine, del buio. Un invito ad attraversarlo, ad aprirsi al nuovo, all’inaspettato, all’impensabile. Per rinascere. La messa in scena, in forme diverse per ogni capitolo, coinvolge il pubblico, rendendolo parte attiva della narrazione. Gli Accidentes utilizzano linguaggi innovativi che si integrano a quelli più tradizionali e invadono in maniera insolita gli spazi del Teatro India. Menzione speciale al Premio alle Arti Sceniche Dante Cappelletti 2012, per la prima volta il progetto Accidentes Gloriosos viene messo in scena nella sua eptalogia completa. 8_11 settembre 2016 PRIMA DELLA BOMBA di Roberto Scarpetti regia César Brie con Andrea Bettaglio, Catia Caramia, Massimiliano Donato, Marco Rizzo, Umberto Terruso Produzione Teatro di Roma e Campo Teatrale In una affollatissima metropolitana di una grande città, Davide, un bravo ragazzo, coperto dal cappuccio della sua felpa, è pronto a farsi esplodere. Prima della bomba indaga e va alla ricerca dei motivi e delle cause che hanno portato il giovane a convertirsi all’Islam, a realizzare l’ordigno con i suoi amici Karim e Rafiq, rispettivamente un italiano convertito e un fondamentalista afgano, e a farsi saltare in aria. Un viaggio all’interno di una conversione che ha virato verso un credo più radicale e integralista, di una crisi personale e dell’ideologia di chi voleva cambiare il mondo credendo che fosse in atto una nuova Shoah, con i musulmani al posto degli ebrei e con l’Occidente a fare la parte dei Nazisti. Uno spettacolo più che mai attuale, che riflette sul senso di appartenenza, sull’esigenza di sentirsi coinvolti in qualcosa, sui giovani e sulle differenze culturali e religiose tra Oriente e Occidente. 17 settembre 2016 HARBOUR40 Reading di e con Angeliki Darlasi (Grecia), Stefan Ivanov (Bulgaria), Roberto Scarpetti (Italia) un progetto realizzato dall’Unione dei Teatri d’Europa in collaborazione con Teatro di Roma nell’ambito del programma network dell’Unione dei Teatri d’Europa CONFLICT ZONES con il sostegno del programma Europa Creativa dell’Unione Europea Un gruppo di cinque scrittori e drammaturghi – Ibrahim Amir, Angeliki Darlasi, Stefan Ivanov, Amir Nizar Zuabi e Roberto Scarpetti – si è riunito lo scorso giugno a Roma, confrontandosi sui loro interessi e sulle loro necessità. Hanno parlato di confini, nazionalismi, tolleranza, guerra, terrorismo, di valori di mercato, beni pubblici, della privatizzazione dell’acqua e del traffico di esseri umani. Hanno pensato di scrivere una drammaturgia collettiva in alcuni capitoli che parli di incontri fra persone o gruppi diversi tra loro in luoghi come i porti: luoghi regolati da leggi proprie, imprevedibili e misteriosi, pieni di suoni e odori sconosciuti. Jaffa, il Pireo, Genova, il Mar Nero e i luoghi del commercio del deserto della Siria, della Turchia e della Tunisia. Dopo un secondo think tank a Vienna, gli scrittori hanno iniziato a lavorare basandosi sulla conoscenza personale delle proprie comunità, facendo ricerche o interviste in lingue diverse: curdo, arabo, greco, cinese, italiano, francese, bulgaro, inglese e tedesco. I primi frammenti inediti del loro lavoro saranno letti da alcuni degli autori. 4_9 ottobre 2016 CRAVE di Sarah Kane regia Pierpaolo Sepe con Gabriele Colferai , Dacia D’Acunto, Gabriele Guerra, Morena Rastelli scene Francesco Ghisu - costumi Annapaola Brancia d’Apricena luci Cesare Accetta - movimenti di scena Chiara Orefice Produzione Casa del Contemporaneo Prematuramente scomparsa nel 1999, l’autrice britannica Sarah Kane ha scritto cinque testi teatrali, in cui ha indagato gli abissi del dolore e del desiderio, della speranza e della disperazione. Crave ne è la prova. Tradotto come Febbre, l’opera racchiude un inappagato desiderio dell’autrice per la vita, la bellezza e la verità. Come dimostrano i protagonisti che, dal momento in cui cominciano a parlare, disegnano in forma libera e musicale un intreccio di motivi che lascia intuire i contorni del mosaico di una vita. Due le storie: quella di A (author, abusator, actor), uomo anziano che ha una storia morbosa e violenta con C (child), appena adolescente, che non sopporta di amare quell’uomo; e quella di M (mother), una donna sulla via della vecchiaia che vuole un figlio per non restare sola, ma lo vuole senza amore, da B (boy), un ragazzo che la rifiuterà in modo umiliante. 5_9 ottobre 2016 CHIUDI GLI OCCHI / SCUOLA DI TEATRO Scritto e diretto da Patrizia Zappa Mulas Con gli allievi della Scuola di Teatro e Perfezionamento professionale del Teatro di Roma: Paride Cicirello, Vincenzo D’Amato, Alice Spisa, Jacopo Uccella scene Francesco Zito - costumi Virginia Gentili assistente alla regia Antonietta Bello - assistente volontario alla regia Stefano Scialanga PRODUZIONE TEATRO DI ROMA Dopo il successo ottenuto nel corso della precedente stagione, torna sul palcoscenico del Teatro India Chiudi gli occhi, l’intenso spettacolo di Patrizia Zappa Mulas sull’Islam e l’Occidente. La drammatica storia dei protagonisti Ameneh Bahrami e Majid Mohavedi viene ricostruita attraverso lo sguardo di quell’Europa civile e generosa che si confronta con la propria coscienza e con l’incubo della violenza tra i sessi. Una vicenda complessa in cui la vittima diventa carnefice, in una società dominata dalla legge della Shari’a, in cui la violenza irrazionale che pervade ogni comunità umana getta un’ombra inquietante sul rapporto tra i maschi e le femmine. Chiudi gli occhi è la cronaca di uno sconcertante caso giudiziario in Iran, di una violenza che genera una catena di mali in cui i due giovani palleggiano torti e ragioni, divenendo messaggeri che portano alle orecchie degli spettatori inconcepibili fantasmi iraniani, in un processo dove si perde qualsiasi capacità di giudizio. Affetti, amore, amicizia, valori comuni si rivelano così pervasi di competizione, di razzismo, ma anche di ridicole debolezze personali. 11_16 ottobre 2016 AMORE di Spiro Scimone regia Francesco Sframeli con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber scena Lino Fiorito - disegno luci Beatrice Ficalbi Produzione Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse Le tenere quotidianità del sentimento amoroso, i gesti affettuosi di ogni giorno che evaporano alla prova del tempo trascorso e che non tornerà: con la consueta e delicata poesia delle cose semplici, la compagnia Scimone-Sframeli inscena la sua personalissima rappresentazione di vite comuni al tramonto, che constatano la prossimità della fine muovendosi tra le tombe di un simbolico cimitero trasformate all’occorrenza in due insoliti letti matrimoniali. Sono coppie senza nome: il “vecchietto” e la “vecchietta”, il comandante e il pompiere. Amanti alla luce del sole i primi, clandestini i secondi. Per entrambe è tempo di bilanci, in un surreale universo parallelo di rimpianti, di ricordi, di giocose affettuosità e amari sorrisi. Un tempo sospeso in cui l’intimità scorre al ritmo di parole ripetute quasi ossessivamente, di scherzi e di dettagli di intimità domestiche ormai stravolte dalla vecchiaia o dal perenne nascondersi. Finché tutti e quattro, sdraiandosi sui letti-tombe, conquisteranno l’agognato silenzio, liberandosi dei fantasmi di ciò che poteva essere e non è stato. 25_30 ottobre 2016 SONO PASOLINI composizione per coro e voce recitante musica di Giovanna Marini su testi di Pier Paolo Pasolini - I giovani infelici / La meglio gioventù regia e voce recitante Enrico Frattaroli con il Coro Favorito della Scuola Popolare di Musica di Testaccio (in ordine alfabetico) Teresa Bausano, Giuseppe Caltabiano, Gianpaolo Castelli, Stefano De Felici, Vittoria Gallo, Daniele Guaragna, Michele Manca, Germana Mastropasqua, Bruno Mattei, Andrea Monaco, Sergio Polimene, Xavier Rebut, Flaviana Rossi, Patrizia Rotonda, Susanna Ruffini, Enrico Scarinci, Lucia Staccone, Antonella Talamonti, Fiammetta Tosti, Vincenzo Zappa maestro del coro Patrizia Rotonda Produzione Teatro di Roma con la partecipazione della Scuola Popolare di Musica di Testaccio Tra musica e parole, il viaggio nell’infanzia friulana che Giovanna Marini ha realizzato per omaggiare la figura di Pier Paolo Pasolini a 40 anni dall’assassinio dell’idroscalo di Ostia esplicita un’esigenza forte di calarsi a fondo nel suo pensiero e nella sua poetica. Delicato e vibrante come un ricordo lontano, aleggia un rarefatto sentore di nostalgia che accarezza il pubblico, lo strugge e lo accompagna lungo i sentieri percorsi dal poeta corsaro. L’interazione tra la voce di Enrico Frattaroli che legge I giovani infelici e il Coro Favorito che canta e commenta le meravigliose poesie in friulano della Meglio Gioventù, riesce a creare un’atmosfera sospesa, magica, che incanta e rapisce. Dopo il successo dell’anno passato, lo spettacolo di Giovanna Marini torna al Teatro di Roma dimostrando di sapersi spingere ben al di là della mera commemorazione didascalica. Un atto d’amore sincero e imperdibile. 9_20 novembre 2016 28 BATTITI scritto e diretto da Roberto Scarpetti con Giuseppe Sartori Produzione Teatro di Roma In un mondo come quello attuale in cui il successo è il valore fondamentale al quale si aspira, 28 battiti racconta il percorso inverso: il rifiuto della fama come unico mezzo per ottenere il vero appagamento, l’autentica realizzazione della propria indole e la giusta conoscenza di sé. Prendendo spunto da una vicenda realmente accaduta e ispirandosi alla figura dell’atleta italiano, Alex Schwazer, Roberto Scarpetti racconta la discesa agli inferi di un campione che decide di ricorrere al doping. Al centro della storia però non c’è il fatto di cronaca, ma solo il personaggio. Un personaggio complesso alle prese con le sue paure, le sue fobie, con i suoi sogni, con la fatica quotidiana, con le rinunce e la disciplina. Un atleta che vede il doping come l’unica via d’uscita per cambiare, per tornare finalmente a essere se stesso e per rinascere. 15_27 novembre 2016 I RACCONTI DALL’ODISSEA Un racconto teatrale in sei puntate con Giovanna Bozzolo e Eva Cantarella Produzione Teatro di Roma Il progetto Storie dall’Odissea nasce dall’incontro di due passioni. La passione per Omero di Eva Cantarella, storico globale del mondo greco arcaico, e la passione di Giovanna Bozzolo per la tradizione della poesia epica. Il poema di Omero è noto a tutti, per secoli cantato e ascoltato: è l’epopea del ritorno da Troia di Odisseo e il racconto delle imprese e avventure affrontate per raggiungere la propria casa, in Itaca. Dieci anni di guerra e dieci di peregrinazioni, ritorni e rimandi. Vent’anni di vita. Un viaggio interminabile che quando sembra giunto al termine ricomincia, quasi senza fine. Sotto questo profilo Odissea ricorda una “serie”: non soltanto per la ripetitività nella costruzione delle trame, ma anche per la caratterizzazione dei personaggi. Ogni puntata del racconto è pensata come autonoma in se stessa e nel contempo parte di un racconto globale che copre l’arco intero della storia nelle sue tappe salienti: la condizione di Penelope e Telemaco a Itaca assediati dai Proci, il viaggio e le avventure di Odisseo, il ritorno a casa e la strage dei pretendenti. 2_11 dicembre 2016 MISURAXMISURA / SCUOLA DI TEATRO di William Shakespeare regia e adattamento di Graziano Piazza con Ivan Alovisio, Alessandra Fallucchi, Clara Galante, Viola Graziosi, Sergio Mancinelli, Franco Mirabella, Graziano Piazza e con gli interpreti del Corso di Perfezionamento per Attori del Teatro di Roma: Paride Cicirello, Arianna Di Stefano, Pietro Masotti, Stefano Scialanga, Jacopo Uccella e con l’assistenza alla regia di Antonietta Bello scenografie sonore di Arturo Annecchino - supervisione ai costumi Maria Alessandra Giuri ideazione esecutiva al progetto Rossella Compatangelo Produzione Teatro di Roma in collaborazione con Il Carro dell’Orsa “Qual è quella Misura che si rispecchia in se stessa e ci fa vedere cosa siamo?” MisuraXMisura è una pièce che festeggia i 400 anni della morte di Shakespeare mettendo al centro la società e soprattutto l’uomo che, con le sue contraddizioni, è costretto a conoscere sempre di più se stesso. La sessualità, l’uso di costumi licenziosi e lascivi, il desiderio irrefrenabile, quasi infantile, di infrangere la legge attraverso il peccato, il dualismo della moralità dei comportamenti lentamente conducono verso una totale armonia, una giusta “misura” tra l’aspetto tragico e quello comico. Una tragicommedia costantemente in bilico che, come in un thriller, disvela un suo equilibrio, senza dare risposte evidenti, ma ricongiungendo l’immane dualità delle cose umane. 7_11 dicembre 2016 NO HAMLET PLEASE / SCUOLA DI TEATRO da William Shakespeare uno spettacolo di Riccardo Vannuccini produzione Artestudio in collaborazione con la Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma e il Centro Accoglienza Richiedenti Asilo In che modo il testo dell’Hamlet può diventare un libro segreto, farsi mappa del mondo e misurare le cose del tempo attuale? Il testo si cambia in azione scenica e allora un foglio strappato dal copione diventa la carta d’identità, il permesso di soggiorno, una ricetta medica, l’ultima lettera alla madre, un fuoco nella notte, la tomba sulla sabbia. Hamlet come traccia, segnale di orientamento fra uomo e dio, fra bene e male, fra terra e mare, fra castello e deserto, fra vendetta e giustizia, fra cristiano e musulmano, fra oriente e occidente, fra pace e guerra, fra Amleto e Ofelia. Questo laboratorio dedicato poeticamente alla figura dell’Amleto shakespeariano, intende ravvicinare i corpi di sei attori, farne sei strumenti di indagine del contemporaneo con sei rifugiati, sei sopravissuti, in un progetto di composizione scenica che attraverso la finzione intende sperimentare nuove possibilità di salute. Poiché il senso dell’arte, anche quando contraddice è proprio quello della salus. 13_18 dicembre 2016 WE NEED MONEY! uno spettacolo-crowdfunding di Fanny & Alexander regia, spazio scenico, luci Luigi De Angelis con Consuelo Battiston, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani drammaturgia e costumi Chiara Lagani Produzione E / Fanny & Alexander We need money è uno spettacolo sull’arte e i suoi prezzi. In teatro è convocata un’assemblea di azionisti per discutere di un ipotetico crowfounding che permetterà a chi dona qualcosa di ottenere un guadagno dall’opera teatrale che ne è oggetto. A presiederla c’è un tale Scrogee, attore principale dello spettacolo. Così tra incursioni di ospiti stravaganti, epifanie di fantasmi provenienti dal passato, dal presente e dal futuro, tra interviste semiserie ad artisti, fuochisti e specialisti, e continue ed estenuanti trattative, si decide per la messa in scena di uno spettacolo che avrà per tema la stessa stravagante storia: quella di un crowdfunding indetto per finanziare uno spettacolo che parla di crowdfunding. Una spirale di sensi e controsensi che si fa specchio di un’epoca disfatta in cui arte e mercatura, new & old economy, pratiche virtuose e circoli viziosi, disinteresse e conflitto di interesse sono al centro di una strana, carnevalesca riunione che ribadisce ancora una volta il valore dell’arte nella vita umana. 12_15 gennaio 2017 ORGIA di Pier Paolo Pasolini regia e spazio Licia Lanera con Licia Lanera e Nina Martorana regista assistente Danilo Giuva - consulenza artistica Alessandra Di Lernia luci Vincent Longuemare - costumi Antonio Piccirilli - dipinti Giorgio Calabrese Produzione Fibre Parallele coproduzione Festival delle Colline Torinesi, CO&MA Soc. Coop. Costing & Management e con il sostegno di L’Arboreto-Teatro Dimora di Mondaino Si ringrazia Garofano VerdeXXII rassegna a cura di Rodolfo Di Giammarco Vittima refrattaria al Potere a cui per questo è negato l’uso della parola, la protagonista di Orgia è chiusa in un mondo a sé, claustrofobico e lontano dal resto delle “cose di fuori”, a far scontrare su di sé le violenze e le pulsioni libere dai lacci sociali. Una poltrona nera e due microfoni delimitano la scena. Tre differenti pannelli, raffiguranti pitture del seicento, scendono a chiudere tre simboliche stanze della memoria. Fuori dai recinti delle sottomissioni una figura in sottana e cappuccio si disfa il corpo di sadomasochismi che sono “rito della violenza, voluto e desiderato, con cui cercare di sfuggire ai meccanismi della storia”. Va in scena un combattimento tra le diverse anime di chi non trova il proprio posto dentro la società, “ragiona e scalcia, piange, ferisce, si nasconde, si offre e alla fine muore. Muore due volte, muore un’infinità di volte. Si ammazza. Poiché solo nella morte si concretizza la volontà di essere liberi” (Licia Lanera). 12_29 gennaio 2017 AMINTA S’ei piace, ei lice regia, scene, luci e video di Luca Brinchi e Daniele Spanò drammaturgia e analisi filologica e autorale Erika Z. Galli e Martina Ruggeri (Industria Indipendente) Produzione Teatro di Roma in collaborazione con Short Theatre La celebre Aminta di Torquato Tasso, sospesa tra teatro e lirica d’amore, coi i suoi personaggi incastonati in un passato mitico e con uno snodo drammaturgico ricco di stimoli e accadimenti, diventa, grazie a Luca Brinchi e Daniele Spanò, un progetto che si articola attraverso l’incontro tra differenti realtà artistiche che sperimentano linguaggi diversi. Teatro, arte contemporanea, set design per moda ed eventi musicali si fondono nel tentativo di raccontare il conflitto tra le istituzioni civili e le leggi della Natura. Il rimpianto dell’Età dell’Oro sarà il nucleo tematico e visivo dello spettacolo: un luogo e un tempo mitici, nel quale l’uomo ha vissuto libero da vincoli. Tra sentimenti di libertà e pulsioni si descrive una chiave di lettura profonda della vita umana. Come in una profezia l’opera vuole sottolineare la caduta delle certezze umane e il desiderio di abbandonarsi ancora una volta alla grandezza della Natura e delle sue implacabili forze. 17_22 gennaio 2017 Amuleto di Roberto Bolaño traduzione di Ilide Carmignani (Adelphi) regia Riccardo Massai con Maria Paiato Produzione Archètipo in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana Amuleto è uno spettacolo che parte dalla Storia e precisamente dalla figura di Auxilio Lacouture, l’unica persona scampata all’irruzione dei reparti antisommossa nell’Università di Lettere e Filosofia di Città del Messico nel 1968. A prestarle il corpo e la voce è l’istrionica Maria Paiato, la quale accompagna gli spettatori in un monologo a più voci, in cui l’io narrante della donna uruguaiana dialoga con poeti, artisti, intellettuali, ma anche madri in attesa di un ritorno e donne in cerca dell’amore ancor prima che di un ideale, sullo sfondo di un’America Latina in cui i giovani cercano la rivoluzione per attuare un cambiamento. La Storia e le storie si intrecciano per raccontare il difficile rapporto tra potere e cultura, e tra realtà e fantasia si giunge all’epilogo finale che propone una visione apocalittica, eppure segnata dalla speranza. 25 gennaio_5 febbraio 2017 STRATEGIE FATALI scritto e diretto da Lino Musella_Paolo Mazzarelli con Marco Foschi, Fabio Monti, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani costumi Stefania Cempini - sound design e musiche originali Luca Canciello assistente alla regia Dario Iubatti Produzione Marche Teatro_Teatro di Rilevante Interesse Culturale in collaborazione con Compagnia MusellaMazzarelli e EmmeA Teatro Alcuni dei grandi temi del contemporaneo, come il terrore, il porno, i nuovi media, e alcuni temi eterni dell’essere umano, come il maligno, l’illusione, il fantasma, e lo stesso teatro, si intrecciano tra loro in Strategie fatali, ultimo lavoro della Compagnia Musella-Mazzarelli. Protagonista è il contemporaneo e tutto ciò che gli appartiene. Il teatro diventa il contenitore di temi quotidiani inseriti in tre storie che si incastrano fra loro, con sette attori e sedici personaggi riuniti in un’unica multiforme indagine. L’essere umano viene indagato in relazione al presente, attraverso un linguaggio agile, sincero e privo di retorica. Prendendo spunto dall’omonimo libro del filosofo Jean Baudrillard e da Shakespeare, Lino Musella e Paolo Mazzarelli danno vita ad un intreccio a metà tra la commedia e la tragedia, in cui il teatro, ultimo possibile luogo di indagine metafisica, si incontra con la vita e insieme prendono aria, fuoco, luce. 31 gennaio_5 febbraio 2017 MASCULU E FIAMMINA Dialogo con la madre di e con Saverio La Ruina Produzione Scena Verticale Masculo e Fiammina è un delicato colloquio tra un figlio e una madre che non c’è più. L’uomo si lascia andare, si racconta e confida con serenità la sua omosessualità, la sua esistenza intima che viveva e vive. Una rivelazione sentita nei confronti di una donna che aveva intuito e capito tutto, restando sempre in silenzio con amoroso e affettuoso rispetto, raccomandandosi solo con un protettivo “statti attentu”. Tra memorie e ricordi, Saverio La Ruina mette in scena una tipica confessione del sud, al riparo dagli imbarazzi e dai timori di preoccupare, in cui però si percepisce l’indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi con la madre, di cercare appoggio e sostegno. Ci sono gioie effimere e felicità momentanee che si disperdono tra mille complicazioni e destini non sempre facili, in una dimensione costantemente moderata, equilibrata, fatalistica e contemplativa. 7_12 febbraio 2017 L’APPARENZA INGANNA di Thomas Bernhard drammaturgia Sandro Lombardi regia Federico Tiezzi con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro scene Gregorio Zurla - costumi Giovanna Buzzi Produzione Associazione Teatrale Pistoiese, Compagnia Lombardi-Tiezzi Federico Tiezzi torna a esplorare il testo di Thomas Bernhard (1983) sedici anni dopo il successo che gli valse il premio Ubu per la regia. Protagonisti i due anziani fratelli Karl e Robert con le loro dolorose solitudini, i tormenti e i conti in sospeso con una vita ormai al tramonto, che esploderanno a suon di ironici dispetti e grottesche rivendicazioni. Giocoliere uno e attore l’altro, entrambi in pensione, si fanno regolarmente visita due volte a settimana da anni. La scelta testamentaria della defunta Mathilde, moglie di Karl che ha ceduto la proprietà della casetta dei week-end al cognato anziché al marito, acuirà contrasti solo sussurrati tra due figure dicotomiche e opposte. Il denso fardello di disperazioni si insinua lungo le incrinature delle pareti ingrigite di due appartamenti viennesi e demodé debordando con voluta esagerazione addosso al pubblico, in virtù di un allestimento claustrofobico che sfonda letteralmente la quarta parete, ponendo lo spettatore a strettissimo contatto con gli attori e permettendogli di introiettare ogni sospiro di questa straordinaria e potente messa in scena della fragilità umana. 14_19 febbraio RIVELAZIONE Sette meditazioni intorno a Giorgione drammaturgia Laura Curino e Simone Derai regia Simone Derai con Paola Dallan e Marco Menegoni video Simone Derai, Moreno Callegari Produzione Anagoor in coproduzione Operaestate Festival Veneto realizzato con il sostegno della Regione Veneto Rivelazione- Sette meditazioni intorno a Giorgione traccia in scena una biografia del famoso pittore di Castelfranco Veneto, attraverso parole, documenti, versi poetici, immagini delle sue opere e frammenti di una Venezia a cavallo tra il XV e XVI secolo, esposti da due narratori di fronte a due schermi. Una lezione d’arte per svelare e raccontare una delle personalità più enigmatiche della storia dell’arte e comprendere al meglio l’artista, il suo tempo, il respiro delle opere, il clima che le pervade. Anagoor con la complicità di Laura Curino narra Giorgione con gli occhi di chi lo frequenta fin dall’infanzia e lo rivela per storie concentriche all’ospite stupefatto, come rivolgendo lo sguardo verso una costellazione ideale, in cui ad ogni astro corrispondono i temi che nutrono le sette contemplazioni delle opere di Giorgione. 21_26 febbraio 2017 LA DIVINA SARAH da Memoir di Sarah Bernhardt di John Murrell adattamento di Eric-Emmanuel Schmitt traduzione di Giacomo Bottino regia Marco Carniti con Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci scene Francesco Scandale - costumi Maria Filippi - musiche Paolo Daniele Produzione Teatro e Società La Divina Sarah è un atto d’amore per una diva immortale. Una donna che con la sua arte e le sue stravaganze ha costruito il primo esempio di divismo della storia dello spettacolo al femminile. Una pièce che indaga l’animo di una artista, una vera e propria diva anticonformista, che per prima si impose sulla scena mondiale in abiti maschili. Storia di un mito vivente ripercorsa attraverso il segretario-schiavo con il quale si instaura un rapporto sadomasochistico. Un testo sarcastico in cui il comico si alterna al drammatico per ricreare l’immagine di una celebre artista e della sua complessa personalità, svelando l’essenza che si cela dietro la maschera e le ferite che si nascondono dietro ogni arte, e di cui ogni arte si nutre. Con il rapido entrare e uscire dalla finzione teatrale, ne emerge una Sarah Bernhardt completamente messa a nudo, iconica, grottesca, esasperata e disperata di fronte all’inevitabile fine. TIMPANO/FROSINI 28 febbraio_2 marzo 2017 ACQUA DI COLONIA di Elvira Frosini, Daniele Timpano testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano consulenza Igiaba Scego voce del bambino Unicef Sandro Lombardi aiuto regia e drammaturgia Francesca Blancato - scene e costumi Alessandra Muschella e Daniela De Blasio disegno luci Omar Scala - progetto Grafico Valentina Pastorino Produzione Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio – si ringrazia C.R.A.F.T. Centro Ricerca Arte Formazione Teatro L’Africa. Un mondo indistinto, generalizzato, lontano. Luogo comune in cui racchiudere le nostre ampie dosi di pregiudizio e di paura prescindendo dalle specificità di ogni sua terra, nazione, popolo. Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono solo nomi astratti, non paesi reali, e comunque “noi” con “loro” non abbiamo nulla a che spartire. Anche gli africani sono tutti uguali, e lo sono le masse indistinte di profughi, di migranti che ogni mattina incrociamo per strada, sull’autobus o in stazione. Così è stato il colonialismo nostrano: una storia bicentenaria di abusi e prevaricazioni che oggi va solo rimossa, ricacciata sotto il tappeto e dimenticata. Lavata via come un cattivo odore da una bella passata di acqua di colonia. 3 marzo 2017 ALDO MORTO di Elvira Frosini, Daniele Timpano testo, regia e interpretazione Daniele Timpano disegno luci Dario Aggioli e Marco Fumarola - collaborazione artistica Elvira Frosini - aiuto regia Alessandra Di Lernia oggetti di scena Francesco Givone - registrazioni, editing audio Marco Fumarola, Marzio Venuti Mazzi elaborazioni fotografiche Stefano Cenci - progetto grafico Antonello Santarelli Produzione Frosini/Timpano con il sostegno di Area 06 in collaborazione con Cité Internationale des Arts, Comune di Parigi si ringrazia Cantinelle Festival di Biella Vincitore del Premio Rete Critica 2012 e finalista all’Ubu, Aldo morto inscena le considerazioni di un attore nato appena quattro anni prima dell’uccisione del leader della DC sugli impatti, decisivi, che questa tragedia ha prodotto nell’immaginario collettivo della società nostrana. Daniele Timpano, solo in scena, vestito in giacca e cravatta, indaga le atmosfere di quei giorni, la sinistra di allora e i protagonisti di una stagione politica e sociale che comunque sia ormai è storia. Non c’è retorica, in questo scavo profondo e impietoso, non ci sono nemmeno pietismi dolciastri: c’è, più di tutto, un’esigenza di riascoltare le vibrazioni e gli echi di un’epoca mitizzata, attraversandola e fendendone le coltri nostalgiche con musiche, estratti di dialoghi e considerazioni ironiche e profonde. 4 marzo 2017 DIGERSELTZ di Elvira Frosini, Daniele Timpano testo, regia e interpretazione Elvira Frosini disegno luci Dario Aggioli - materiali di scena Antonello Santarelli - assistente alla regia Alessio Pala musiche originali Marco Maurizi - collaborazione artistica Daniele Timpano Produzione Frosini/Timpano in collaborazione con Officine CAOS/Stalker Teatro Riflessione sull’ossessione del cibarsi, sulla bulimia triturante della società che si ingozza voracemente di lussuosissimi beni di consumo (Rolex, vestiti Armani, cellulari, Suv e navi da crociera), Digerseltz mette in scena il corpo di Elvira Frosini, la sua digestione impossibile di quell’ammasso informe di frasi fatte, spot pubblicitari e luoghi comuni che sommergono ineluttabilmente il nostro agire quotidiano. Vomitandolo sul palco, raccogliendolo e poi ricacciandoselo in gola, la Frosini compie la sua personalissima discesa agli inferi dell’ordinario in bilico tra anoressie e bulimie. E lungo questa discesa con la bocca perennemente in movimento, riflette sulla condizione dell’attore, che si offre al suo pubblico come cibo, compiendo il gesto simbolico di mangiare in mondo. 5 marzo 2017 ZOMBITUDINE di Elvira Frosini, Daniele Timpano testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano scene e costumi Alessandra Muschella - ideazione e realizzazione luci Marco Fumarola e Daniele Passeri luci Omar Scala, Matteo Selis - aiuto regia Francesca Blancato - assistente scene e costumi Daniela De Blasio teaser video Emiliano Martina e Alessio Rizzitiello - progetto Grafico Antonello Santarelli Disegni / Valentina Pastorino Produzione Frosini/Timpano - amnesiA vivacE, Kataklisma in coproduzione Teatro della Tosse, Fuori Luogo, Teatro dell’Orologio/Progetto Goldstein, Accademia degli Artefatti col sostegno del Teatro di Roma nell’ambito del progetto “Perdutamente” Qualcosa sta arrivando. La minaccia è là fuori, il teatro ultima porzione riparata di terra in cui rifugiarsi nell’attesa della Loro venuta. Ma Loro chi? Gli zombie, i rivoluzionari, la Morte? Un evento straordinario che cambierà la storia? Non lo sappiamo. Non lo sa il pubblico, lo ignorano un uomo e una donna assediati sul palco in logorante e beckettiana attesa. Forse sì, davvero stanno arrivando gli zombie. Ma non sono esseri mostruosi e imputriditi dalle tombe. Siamo noi. Automi caracollanti, burattini che si trascinano già morti lungo traiettorie claustrofobiche e obbligate, sui binari in decomposizione di questa società frenetica e insensata dove pericolo e salvezza sono la stessa cosa e i vivi e defunti hanno lo stesso inutile afflato rivoluzionario. 10_19 marzo 2017 dEVERSIVO scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco Produzione Teatro di Roma Deversivo porta in scena tutta la potenza e la forza del teatro contemporaneo, in grado di trattare anche ciò che non si vede. Eleonora Danco dirige ed interpreta, in prima nazionale, uno spettacolo che si compie con un ritmo ad incastro per svelare al pubblico l’inconscio di un personaggio colto in un momento di necessità e di alterazione, che lotta per essere come tutti gli altri. Tra le varie stanze di una ipotetica casa si animano diverse situazioni, intime, sensuali, commoventi, folli, e si rievocano condizioni fisiche, emotive e sociali, per trattare la realtà contemporanea, in un tempo formale che si mescola con il vissuto. Si crea un vortice sulle convenzioni attuali di cui siamo prigionieri, dalle quali si può evadere solo ponendosi sul corridoio, un non luogo, un limbo degli eventi che attendono nelle camere. In corridoio si può vagare verso mete sconfinate, non può succedere niente, oppure si può vedere un telefono. 21_26 marzo 2017 MA drammaturgia Linda Dalisi regia Antonio Latella con Candida Nieri scene Giuseppe Stellato - costumi Graziella Pepe - musiche Franco Visioli luci Simone De Angelis - assistente alla regia Francesca Giolivo Produzione stabilemobile compagnia Antonio Latella coproduzione Festival delle Colline Torinesi in collaborazione con Centrale Fies, NEST Antonio Latella torna a occuparsi di Pier Paolo Pasolini e lo fa indirettamente, inscenando una sorta di processointerrogatorio all’immaginata madre dell’artista che appare al pubblico seduta lateralmente, con i piedi incagliati in due gigantesche scarpe nere che ne fiaccano i movimenti. Il viso è rivolto a una grata di lampade sottratte a interni piccoloborghesi che si fanno fari minacciosi da commissariato di polizia. Sola in scena, griderà tutto il suo dolore e le inadeguatezze di famiglia in un microfono, mettendo a nudo l’intimità di una morte violenta e “mica male insabbiata”. Lei, che donò l’uso della parola al figlio e che ora, a quarant’anni dalla sua morte per l’uso libero della parola stessa, vorrebbe disperatamente sottrarglielo. Lei, “madre sorda di un figlio lottatore”, diviene paradigma universale di tutte le madri costrette a seppellire i figli vittime della violenza del mondo (da Plaza de Mayo, alle vittime di mafia, a Federico Aldrovandi), metaforica Madonna come nel Vangelo secondo Matteo e Madre-Scrittura, “dove il pozzo inesauribile è il pensiero e l’arma nella battaglia della vita è la parola”. 28 marzo_9 aprile 2017 LEAR DI EDWARD BOND adattamento e regia Lisa Ferlazzo Natoli traduzione Tommaso Spinelli con Elio De Capitani Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Alice Palazzi, Pilar Perez Aspa, Diego Sepe, Francesco Villano scene Luca Brinchi, Fabiana Di Marco, Daniele Spanò - costumi Gianluca Falaschi luci Luigi Biondi disegno del suono Alessandro Ferroni, Umberto Fiore - immagini a china Francesca Mariani disegno video Maddalena Parise - collaboratore alla regia Roberta Zanardo Produzione Teatro di Roma - Teatro dell’Elfo - lacasadargilla Torna al Teatro India Lear di Edward Bond per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, nuovo allestimento che vede protagonista Elio De Capitani. Lear di Edward Bond affronta la questione tutta contemporanea dei confini e delle ferite su cui si sono edificate le controverse democrazie d’Occidente. Nella vicenda tutto gira intorno a un muro, a una compressione, a uno stato di pericolo diffuso. Si parla di violenza in tutte le sue forme, quelle private e quelle più sapientemente democratiche; di società che manipolano il concetto di violenza fino a farlo diventare accettabile. Trentacinque personaggi per otto attori. La scena somiglia a un edificio in costruzione o alle rovine di un palazzo sontuoso, le cui ‘mura’ sono crollate lasciando visibile l’anima di ferro e in cui sono rimaste impigliate porte, finestre, sedie, garze preziose. Architettura pericolosa sul punto di crollare. Intorno sempre il suono: insetti che ronzano a vuoto, lo sgocciolio dell’acqua, i rumori del bosco o della costruzione del muro. E nel centro le sanguinose violenze – linguistiche, fisiche, allucinatorie – che le figure di questo racconto sembrano destinate a reiterare. Lear di Edward Bond fa parte di Linee di confine, un cantiere pluridisciplinare aperto alla radio, all’editoria e alle arti visive che opera intorno al pensiero di Edward Bond. Linee di confine è a cura di lacasadargilla/Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Alice Palazzi, Maddalena Parise. 19_23 aprile 2017 UN QUADERNO PER L’INVERNO di Armando Pirozzi uno spettacolo di Massimiliano Civica con Alberto Astorri, Luca Zacchini scene Luca Baldini - costumi Daniela Salernitano Produzione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Armunia - Festival Inequilibrio La scrittura come atto non fine a se stesso, ma forza incontrollata capace di produrre effetti concreti nella realtà e nei sentimenti. Il tema portante dello spettacolo è proprio questo: la possibilità di cambiare il corso degli eventi attraverso lo scrivere. Due personaggi in scena: un professore di letteratura appena rientrato a casa e, ad attenderlo, un ladro armato di coltello alla disperata ricerca di qualcosa. Ne nasce un dialogo fitto, senza confini, in cui il confronto dialettico tra i due sarà fonte di nuovi, imprevedibili, approdi emotivi e dolori fino ad allora nascosti. Anni dopo i due si ritroveranno, ancora segnati da quell’incontro insolito, forse finalmente capaci di maggiori comprensioni. In ogni caso, profondamente diversi. 26_30 aprile 2017 IL DIVORZIO di Vittorio Alfieri regia Beppe Navello con Stefano Moretti, Marcella Favilla, Daria-Pascal Attolini Riccardo De Leo, Alessandro Meringolo, Riccardo Ripani, Diego Casalis, Luca Terracciano Fabrizio Martorelli, Vincenzo Paterna, Roberto Carruba, Alberto Onofrietti scene Francesco Fassone - costumi Barbara Tomada - musiche Germano Mazzocchetti - luci Mauro Panizza Produzione Fondazione Teatro Piemonte Europa Il divorzio, l’ultima commedia di Vittorio Alfieri, viene riproposta da Beppe Ravello con un cast di giovani attori. “In questo periodo particolarmente difficile della nostra vita civile - sottolinea il regista - Sentire lo sdegno sarcastico di Alfieri, riproporlo al pubblico con la forza di un lessico esemplare per sobrietà e ricchezza espressiva, libera lo spirito costretto nelle poche centinaia di espressioni alle quali è definitivamente condannata la lingua italiana contemporanea; e travestire i suoi personaggi con i caratteri eterni della mediocrità patria, con i ceffi imperituri dell’impudenza sociale, dell’ambiguità morale ci fa capire che qualcosa di eterno e imperituro è all’origine della nostra secolare decadenza.” Una storia semplice, ricca di colpi di scena, su un matrimonio che assomiglia subito ad un divorzio e più in generale sul malcostume italiano del Settecento, che si rivela quanto mai attuale. Naturalmente, ogni allusione a fatti o persone della realtà contemporanea è puramente casuale. 3_14 maggio 2017 LA VITA FERMA: sguardi sul dolore del ricordo (dramma di pensiero in tre atti) scritto e diretto da Lucia Calamaro con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua assistenza alla regia Giorgina Pilozzi - disegno luci Loic Hamelin scene e costumi Lucia Calamaro - contributi pitturali Marina Haas Produzione SardegnaTeatro, Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con Teatro di Roma, Odéon – Théâtre de l’Europe, La Chartreuse - Centre national des écritures du spectacle e il sostegno di Angelo Mai e PAV La Vita Ferma è uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque - padre, madre, figlia attraverso l’incidente e la perdita. Una riflessione sul problema del dolore-ricordo, sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti e su questo dolore è comunque il solo a colmare, mentre resiste. Un dramma di pensiero in tre atti che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei defunti. Un toccante spettacolo non sulla morte, ma sul ricordo di chi non c’è più, profondamente reinventato da chi invece vive. 16_18 maggio 2017 ORIGINE DEL MONDO, ritratto di un interno spettacolo in tre atti scritto e diretto da Lucia Calamaro con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno disegno luci di Gianni Staropoli - realizzazione scenica di Marina Haas - aiuto regia Francesca Blancato Prodotto da ZTL_pro con il contributo di Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali in coproduzione con Armunia e Santarcangelo 41 Festival internazionale del teatro in piazza in collaborazione con Fondazione Romaeuropa, Palladium Università Roma Tre, Teatro di Roma L’origine del mondo-Ritratto di un interno, vincitore di tre premi Ubu, è uno spettacolo rivelazione in tre atti che cattura e porta in un mondo fatto di elucubrazioni e quotidiano: una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste. In una dimensione domestica, in cui si ritrovano una madre e una figlia, arrivano altri personaggi della costellazione familiare, interviene costantemente la figura di uno psicanalista e gli elettrodomestici sono simili a ingombranti, monumentali divinità. Un universo interiore rovistato, malmesso e storto che riesce di nuovo a essere solo grazie alla ri-invenzione di un suo racconto, con una lingua molto teatrale ed avvolgente. 19_21 maggio 2017 TUMORE, uno spettacolo desolato scritto e diretto da Lucia Calamaro con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti disegno luci: Gianni Staropoli Produzione Compagnia Malebolge, Rialto Sant’Ambrogio Tumore è uno spettacolo desolato eppure ricco di humor. Lucia Calamaro racconta l’itinerario di un malato terminale, attraverso l’accompagnamento, le cure e la degenza presso un ospedale X, un posto strano in cui vivono la Madre della Paziente e la Dottoressa. In questa culla di nature ibride, ingrossa e cresce il vuoto. È un non-luogo, non assomiglia a niente e alimenta con parole buie il mistero e la paura. Ci si affida a miracoli, preghiere e poi a un’ultima operazione impossibile, appiglio risolutivo che la medicina tende allo spirito. Definito da Franco Cordelli sulle pagine del Corriere della Sera come “il più bel testo di drammaturgia in lingua italiana degli ultimi anni”, Tumore è un rito vitalistico, un percorso interiore in cui il tragico si trasforma in qualcosa che lo è sempre di meno, pervaso di una forte ironia che nasce dalla privazione. 23 maggio_1 giugno 2017 NON TACERE drammaturgia Aldo Nove regia Silvio Soldini con Carla Chiarelli Produzione Teatro di Roma Tre storie di donne. Alla ricerca della verità. Tre donne che per la verità sacrificano quanto hanno di più prezioso. Senza compromessi. Una sola voce che si fa coro. Un coro impossibile. Urgente e tremendo. Perché la verità non si può dire. Non tutta. Mai. Se ne può denunciare la maschera che la occulta, ma cercare di strapparla richiede una forza inaudita. Pippa Bacca, Palmina Martinelli e Ilaria Alpi sono state tre donne che hanno affrontato corpo a corpo il dramma della verità. Ciascuna con la sua storia. Storie diversissime ma unite dalla stessa fiducia nella verità e nella bellezza. Nel candore che sarà infine non solo negato, ma ridotto a schianto e abisso. Tre donne unite dal filo del destino, dove vicende private diventano denuncia politica, dove la denuncia politica diventa tragedia. Perché la verità è sempre rivoluzionaria. E costa. Non è fatta di parole. Costa una vita. Silvio Soldini, Carla Chiarelli e Aldo Nove hanno sentito il richiamo a ricucire la trama di queste vite strappate, e metterne in condivisione il senso profondo e ineluttabile per chiunque ancora creda in lei, verità: Non tacere diventa allora parola d’ordine. Vocazione di bellezza e scelta di vita. 24_28 maggio 2017 PORPORA Rito sonoro per cielo e terra con Stefano Battaglia e Mariangela Gualtieri cura dell’allestimento e luci di Cesare Ronconi testi scritti e recitati da Mariangela Gualtieri musiche composte ed eseguite dal vivo da Stefano Battaglia Produzione Teatro Valdoca con il contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena con il sostegno di Emilia Romagna Teatro Fondazione Porpora-rito sonoro per cielo e terra nasce dall’urgenza di cantare i colori, accogliendoli come potenze, come forze acustiche, in quanto fin dall’antichità il termine indica il punto di colore più vibrante e scintillante, come sostenevano gli antichi latini e greci. Partendo dalla melodia del pianista e compositore Stefano Battaglia, il Teatro Valdoca di Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi carica i versi di una nuova vita sonora, facendo sì che la scia di silenzio che la poesia porta con sé si apra ad una scrittura acustica. Uno spettacolo in cui si resta sospesi in agguato, in bilico sul filo di quelle acrobazie dell’udire che portano dentro il mondo fino al fondo, fino all’orlo, dove il tempo e lo spazio si annullano e lasciano per un istante intuire ciò a cui poesia, musica e silenzio conducono. 6 giugno 2017 VENTO DA SUD EST di Angelo Campolo e Simone Corso regia Angelo Campolo movimenti scenici Sarah Lanza - scene e costumi Giulia Drogo Produzione compagnia DAF - Teatro dell’Esatta Fantasia Un ospite indesiderato e inaspettato bussa alla porta della casa di una famiglia borghese. Il suo arrivo sconvolge completamente il nucleo familiare. Traendo spunto da Teorema, romanzo di Pier Paolo Pasolini, il progetto teatrale ad esso ispirato, guidato da Angelo Campolo, mette in scena lo spettacolo Vento da Sud-Est, prodotto da DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia di Giuseppe Ministeri, con un cast formato da attori italiani e da giovani migranti. Vento da Sud-Est trasforma l’aitante e affascinante ospite pasoliniano in uno straniero, venuto spinto da un vento che proviene da sud est, fuggito dalla guerra, che ha attraversato il mare aperto rischiando la vita. Sull’uscio della casa della tranquilla e sicura famiglia borghese chiede di essere accolto. Così il romanzo di Pasolini diventa occasione per raccontare e discutere di un tema centrale: l’immigrazione. 12_18 giugno 2017 NEXT LOMBARDIA Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo Edizione 2016/2017 Il Teatro di Roma, attento da sempre alle nuove geografie teatrali, nella prossima stagione, accanto ai focus dedicati agli artisti romani, ha deciso di essere partner del progetto Next Lombardia, la cui edizione 2016/2017 sarà articolata in tre sezioni: A. Anteprime delle produzioni di prosa teatrale, danza e multidisciplinare; B. Nuove produzioni di teatro per l’infanzia e la gioventù nell’ambito di Segnali 2017 Festival Teatro Ragazzi; C. Circuitazione nazionale di spettacoli di prosa teatrale, danza e multidisciplinare prodotti da giovani compagnie. Saranno selezionati fino a 5 spettacoli già realizzati da parte di altrettante giovani compagnie che saranno programmati nella seconda parte della stagione 2016/2017 da parte dei Teatri nazionali e Circuiti regionali multidisciplinari riconosciuti dal MiBACT, particolarmente attenti alla valorizzazione della nuova scena contemporanea, che hanno aderito alla presente edizione di Next: Piccolo Teatro di Milano, Teatro di Roma, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Piemonte dal Vivo, Consorzio Teatro Pubblico Pugliese.