Cultura > News > Esteri - giovedì 27 novembre 2014, 14:30
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Educazione musicale in Sud Africa
Per Amor dell’Opera
Ora le scuole offrono programmi musicali, prima era impensabile. L’arte era vista come un hobby
Marion Garassino
"Sono un cantante d’opera in formazione, e sono l’esempio vivente di tutto questo. Ai miei tempi, non
era alla moda seguire l’opera lirica e la musica classica, ma a me piaceva ugualmente e, anzi, devo dire
grazie a mio papà italiano e a mia mamma olandese, due cantanti."
"Ma a quei tempi, se volevi far carriera nell’opera musicale, la strada era impervia. I veri professionisti
dell’insegnamento si contavano sulla punta delle dita, e questo significava partire per studiare
oltreoceano. Se eri bravo, o col sostegno dei tuoi, se potevano permettersi di mandarti in un’università
con un buon programma di studi musicali, e che magari offriva bandi per borse di studio."
"Se no, facevi come ho fatto io ... studio matto e disperato, e un lavoro che ti permettesse di mantenerti
per fare lezioni private di lirica, con un insegnante in gamba, a trovarne uno. Non era così semplice
all’epoca. E non esistevano scuole di musica specializzate, perciò se volevi intraprendere il percorso
dell’opera, dovevi comunque studiare privatamente pianoforte. Considerate le possibilità economiche, io
ho potuto seguire solo uno dei due corsi privati, non entrambi, e così, senza una vera formazione
musicale riconosciuta ufficialmente, oggi mi trovo a lavorare molto più degli altri per raggiungere lo
stesso risultato."
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale
reperibile al link http://www.lindro.it/0-cultura/2014-11-27/159529-per-amor-dellopera
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati
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Aukse Trinkunas è una cantante mezzo soprano di origini lituane che ha ottenuto una borsa di
studio per studiare la musica lirica in Sud Africa, e oggi insegna proprio lì. Racconta che la Lituania
offre una selezione di scuole di musica specializzate nella formazione per bambini, garanzia di un
alto livello formativo. “Questo è ciò che manca in Sud Africa, e anche i piccoli talenti non si trovano nel
luogo giusto per mettere a frutto la loro passione, perciò perdono spesso la chance di mettere in spalla
un solido bagaglio musicale.”
L’unica scuola in Sud Africa che si avvicina a questo concetto è la National School of the Arts
(NSA), ma si tratta di una formazione variegata, dove gli studenti possono scegliere di frequentare anche
altre discipline artistiche tra cui danza, musica, canto o imparare a suonare uno strumento musicale.
Peraltro, si tratta di una scuola secondaria, che esclude quindi ogni tipo di formazione primaria, perciò
diventa letteralmente complicato per i piccoli talenti trovare IL posto giusto all’ età giusta.
Le star del Sud Africa
In passato, il Sud Africa sfornava cantanti lirici talentuosi, che potevano permettersi di studiare
oltreoceano. Mimi Coertse è stato una di queste star, uno dei nomi che ha ottenuto un riconoscimento
mondiale, e sempre molto amata sulla scena internazionale. Poi è stata anche la volta di Joyce Barker,
Dr Emma Renzi, Carla Pohl, Eugenie Chopin, il tenore Johan Botha, tutti grandi artisti che hanno
guadagnato terreno e che hanno goduto di una fama memorabile.
Una volta rientrati nella loro terra d’origine, questi grandi della lirica hanno iniziato a insegnare in
Sud Africa, offrendo così la possibilità ai cantanti in erba del momento di essere seguiti a un alto
livello. Da qui ha iniziato a farsi strada un nuovo e appassionato interesse per l’opera lirica, un percorso
che ha necessitato di lungo tempo per spianare il cammino, proprio perché spesso accadeva che gli
studenti non avessero il livello di formazione musicale richiesto come requisito.
Come spiega Aukse, “Gli studenti hanno bisogno di una formazione musicale intensa già dall’età di
cinque anni, perché se inizi a studiare musica da grande, molte di quelle possibilità di cui potevi fare
tesoro da piccolo, saranno perse in partenza. In Lituania avevamo scuole specializzate e non, ed eri tu a
scegliere quale frequentare. Nelle scuole musicali, i ragazzi facevano musica già dalla tenera età ed
erano continuamente immersi nella musica. Potevamo anche andare a guardare spettacoli serali,
toccando con mano quel mondo da più vicino.”
Accadde in Sud Africa dal 1994
Fino al 1994, la scena dell’opera musicale in Sud Africa faceva leva principalmente su cantanti
bianchi, ma quando anche gli studenti di colore cominciarono a esporsi nei programmi musicali delle
università occidentali, guadagnarono terreno con la loro voce, ottenendo sempre più riconoscimenti. I
cantanti di colore si ispiravano a Sibhongile Khumalo, unico cantante lirico in quel periodo.
In un Paese in cui i fondi per l’arte non si piazzavano mai in classifica, all’improvviso il talento dei
cantanti di colore iniziò a essere riconosciuto e a trovare largo consenso e supporto. Fu un attimo capire
che il potenziale era enorme in un territorio in cui la musica da sempre scorre nelle vene e in cui il canto è
amato da tutti.
Anche i cantanti bianchi avevano talento, ma per loro era più complicato esporsi con sicurezza e con
grinta sulla scena, perché il canto non era parte della vita di tutti i giorni. Per loro, un’altra difficoltà stava
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nell’imparare a impostare la voce, a pronunciare con la giusta dizione (non semplice, quando la tua
cultura ti insegna a parlare a bassa voce e con un tono sempre controllato – un’eredità, questa, che credo
arrivi dall’influenza britannica).
Ora sembra finalmente che le scuole offrano programmi musicali, ciò che prima non era neanche
concepito, perché l’arte era vista come un’attività interscolastica, in linea con gli hobby. Non era mai
presa sul serio, era una lotta continua, sempre alla ricerca di fondi per implementare programmi artisticomusicali e per accaparrarsi l’interesse dei cantanti lirici del momento.
La stessa cantilena oggi. Come dice Aukse, “Il governo finanzia ad alti livelli lo sport e l’educazione, ma
mai le arti. Una tristezza infinita, se penso ai tempi in cui andavo a vedere l’opera, locale e
internazionale, sui palcoscenici del Sud Africa. In questo Paese potremmo coltivare talenti. Ma ciò che
manca sono le opportunità.”
Abbiamo compagnie liriche come i Black Tie Ensemble, inaugurato da Mimi Coertse, che guida e offre
formazione ai giovani cantanti lirici, e organizza eventi musicali locali per loro. C’è Sempre Opera, che
con i concerti privati prova a incentivare i talenti del canto e a dare loro visibilità sulla scena.
“Però, una cosa buona c’è”, dice Aukse, “ed è che esistono medici, avvocati, architetti professionisti che
trovano anche il tempo di studiare privatamente musica lirica part-time. Questo, in Lituania, non succede
mai. Scegli di diventare medico, avvocato o cantante lirico, non certo entrambi.”
Certo, l’aspetto più ostico di questo percorso è che puoi studiare lirica solo part-time e quindi i tempi di
apprendimento si dilatano. Se poi sei trentenne o quarantenne, la possibilità di diventare qualcuno sul
palco un giorno è pari a zero.
Grazie a un nuovo e rinato interesse per la musica lirica, i giovani cantanti hanno una grande
opportunità di poter diventare protagonisti di una carriera internazionale non da poco. E con il
melting pot culturale in cui viaggiamo oggi, la ricchezza di voci e colori di tonalità è proprio quello che
serve per dare la giusta spinta a tutto questo.
Negli ultimo dieci anni, i Black Tie Ensemble hanno fatto tanto per rendere popolare l’opera lirica.
Hanno impressionato positivamente il grande pubblico a livello mondiale, unendo i suoni dell’opera
classica con le ricche sonorità dell’Africa.
La Cape Town Opera, che vanta tanti dei cantanti usciti dai programmi di musica lirica offerti
dall’Università di Città del Capo, ha lasciato il segno con i suoi solisti e il coro in Europa, Stati Uniti e
Australia.
L’opera lirica ha ottenuto il giusto riconoscimento e rilievo nel 2004 con il primo libretto in lingua
africana della Carmen di Georges Bizet, dal titolo 'U-Carmen eKhayelitsha'. Il pathos di questa opera
ha trovato spazio sulla scena di in un villaggio moderno del Sud Africa, e l’opera è stata recitata in lingua
xhosa. Il capolavoro, insignito di premi, ha unito la classicità dell’opera lirica tradizionale ai suoni
popolari d’Africa, e ha visto protagonisti due star della lirica africana, Andiswa Kedama e Pauline
Malefane.
Ma carriere promettenti sulla scena mondiale sono state proposte anche dai soprani Elza van den Heever
e Michelle Breedt, e dai baritoni Njabulo Madladla, Abel Moeng e Kaiser Nskosi.
Un altro soprano originario del Sud Africa, e laureato alla UCT, è Pretty Yende, che ha interpretato
Musetta ne La bohème di Puccini a La Scala di Milano nel 2012, e che per la prima volta ha raccolto
consensi anche al Metropolitan Opera di New York nel Gennaio 2013. È stata vincitrice di molti
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riconoscimenti in tutt’Europa.
Non dimentichiamoci di Opera Africa, una ONG nazionale, fondata nel 1994 con l’obiettivo di
comunicare con i nuovi . Obiettivo raggiunto, prima di tutto mettendo in scena opere classiche ambientate
in contesti tipici del Sud Africa, scritte, composte e prodotte dai nostri stessi compositori e scrittori. Ad
esempio, Princess Magogo, di Mzilikazi Khumalo, è stata presentata in anteprima nel 2002 al
Playhouse, e ha avuto la fortuna di iniziare un tour nazionale nel 2006, che ha visto la sua ultima tappa
a Soweto. Ziyankomo and the Forbidden Fruit, di Phelelani Mnomiya, basato su una storia vera, ha
avuto anch’esso un grande successo con l’anteprima allo State Theatre di Pretoria e allo Joburg
Theatre a Marzo 2012.
Princess Magogo è stato presentato in occasione del Ravinia Festival di Chicago nel 2003, oltre che al
Het Muziek Theater di Amsterdam nel 2006, e al Den Norske Opera di Oslo nel 2007. I critici lo
hanno guardato molto ammirati e letto come una nuova voce e un lavoro affascinante firmato Sud Africa.
Tante sono state le chiamate che si sono susseguite dal Medioriente, Europa e USA. Opera Africa insegue
queste chances per dare voce e visibilità alle opera indigene, così da lasciare il marchio culturale della
comunità locale a livello internazionale.
L’ Opera Africa Development, Training and Mentorship Program (OA Studio) é stato lanciato
ufficialmente nel 2009, per i giovani artisti che vogliono lavorare nel mondo della lirica seguiti da grandi
professionisti. Il fatto rilevante è che ‘le nuove leve’ hanno ruoli di punta sulla scena della produzione
locale e internazionale, nei festival e nelle stagioni concertistiche. Priorità viene data ai giovani talenti che
vivono situazioni svantaggiate.
"Ciò di cui abbiamo bisogno in Sud Africa, prima di ogni altra cosa, sono scuole di musica specializzate
per i giovani talenti. Abbiamo anche bisogno di promuovere l’opera lirica in Sud Africa, molto di più di
quanto sia avvenuto finora. Finanziamenti e collaborazione con la scena internazionale sono le parole
chiave. L’educazione musicale è il nostro desiderio. E siamo stati baciati dal cielo se oggi possiamo dire
che alcuni dei nostri cantanti lirici hanno fatto strada, sono riconosciuti in tutto il mondo, e possono
offrire la loro professionalità a questa terra. Ma non basta. I nostri bambini dovrebbero iniziare sin da
piccoli a essere circondati da musica classica nelle scuole. E la nostra speranza è che tutto questo un
giorno diventi realtà."
Chi è Aukse Trinkunas: Aukse ha studiato presso l’Accademia Lituana di Musica, conseguendo la
specializzazione in Arti (Musica) – Solista di opera lirica, Cantante concertistico, e Conduzione di coro.
Nel 1998, ha ottenuto in Sud Africa una borsa di studio dalla Professional International Voice Studies , ed
è stata seguita dal Professore Arturo Sergi. Dal 1998 al 2003, ha proseguito la formazione lirica sotto la
guida di Emma Renzi.
Traduzione di Silvia Velardi
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