RISCHIO CHIMICO CANCEROGENO MUTAGENO alla luce di REACH, CLP, SDS dr. Lucio Ros Direttore UOS Igiene del lavoro SPISAL - Az. ULSS 9 Treviso Struttura del D. Lgs. 81/2008 TITOLO I Principi comuni TITOLO II Luoghi di lavoro TITOLO III Uso delle attrezzature di lavoro e dei DPI TITOLO IV Cantieri temporanei e mobili TITOLO V Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro TITOLO VI Movimentazione manuale dei carichi TITOLO VII Attrezzature munite di videoterminali TITOLO VIII Agenti fisici TITOLO IX Sostanze pericolose TITOLO X Esposizione ad agenti biologici TITOLO XI Protezione da atmosfere esplosive TITOLO XII Disposizioni in materia penale e di procedura penale TITOLO XIII Norme transitorie e finali dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso + 6 allegati 2 Struttura del D. Lgs. 81/2008 Capo I 81/08 Protezione da agenti chimici D. Lgs. 106/09: Modificati: artt. 223, 232, 262 (sanzioni) TITOLO IX Sostanze pericolose Capo II Protezione da agenti cancerogeni e mutageni D. Lgs. 106/09: Modificati: artt. 242, 243, 262 (sanzioni) Capo III Protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto all’amianto D. Lgs. 106/09: Modificati: artt. 251, 256, 259, 262 (sanzioni) 44 articoli Capo IV Sanzioni + allegati XXXVIII, XXXIX, XL, XLI, XLII, XVIII dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 3 Struttura del D. Lgs. 81/2008 Allegato XXXVIII Valori limite di esposizione professionale (VLEP di 96 agenti chimici) Allegato XXXIX Valori limite biologici obbligatori e procedure di sorveglianza sanitaria (piombemia) Allegato XL Divieti (4 agenti chimici vietati) Allegato XLI Norme UNI EN relative alle misurazione degli agenti chimici (9 norme) Allegato XLII Elenco di sostanze, preparati processi (cancerogeni) Allegato XLIII Valori di esposizione professionale (benzene, CVM, polveri di legno duro) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 4 TITOLO IX – Capo I Protezione da agenti chimici Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 – campo di applicazione – definizioni – valutazione dei rischi – misure e principi generali per la prevenzione dei rischi - misure specifiche di protezione e prevenzione – disposizioni in caso di incidenti ed emergenze – informazione e formazione dei lavoratori – divieti – sorveglianza sanitaria – cartelle sanitarie e di rischio – consultazione e partecipazione dei lavoratori – adeguamenti normativi + art. 262, 263, 264, 264264-bis (sanzioni) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 5 Tipologie di rischio chimico Rischio Danno prevalente TOSSICOLOGICO Persona INALAZIONE / CONTATTO CON EFFETTI CRONICI INCIDENTALE INFORTUNI CON EFFETTI ACUTI TECNOLOGICO Strutture ANOMALIE D’IMPIANTO E DI PROCESSO INCENDIO ESPLOSIONE dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 6 Art. 221 - campo di applicazione Le disposizioni del capo I non si applicano: agenti chimici per cui valgono provvedimenti di protezione radiologica. radiologica. agenti cancerogeni, cancerogeni, per cui valgono le disposizioni specifiche più restrittive contenute nel capo II. R 45 R 49 amianto, per cui valgono le disposizioni amianto, specifiche più restrittive contenute nel capo III dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 7 Art. 222 – definizioni Agenti chimici pericolosi Esplosivi Comburenti Infiammabili Tossici Nocivi Corrosivi Irritanti Sensibilizzanti R42, R43 Cancerogeni R45, R49 Mutageni R46 Tossici per il ciclo riproduttivo R60 → R64 Questa classificazione è quella prevista dalle norme sulla etichettatura: D. Lgs. 52/1997 (SOSTANZE) D. Lgs. 65/2003 (PREPARATI) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 8 Agenti chimici pericolosi art. 222 Nelle attività lavorative gli agenti chimici possono essere: UTILIZZATI SMALTITI come rifiuti PRODOTTI INTENZIONALMENTE NON PRODOTTI INTENZIONALMENTE IMMESSI SUL MERCATO NON IMMESSI SUL MERCATO dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 9 Agenti chimici pericolosi art. 222 Sono altresì AGENTI CHIMICI PERICOLOSI: Quelli non classificati come pericolosi ma che comportano un rischio per le loro proprietà chimicochimicofisiche e tossicologiche (es. fumo di sigaretta, fumo di saldatura, rifiuti, cosmetici, farmaci, ecc.); Agenti chimici di per sé non pericolosi, pericolosi, ma che rappresentano un rischio per il modo in cui sono utilizzati (es. acqua bollente, gas inerti compressi, azoto a temp. e press. normali, ecc.) Agenti chimici per i quali è assegnato un VLEP (valore limite di esposizione professionale) (es. polvere di legno tenero) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 10 Art. 223 Valutazione dei rischi Valutazione PRELIMINARE Giustificazione No valutazione dettagliata Rischio NON BASSO PER LA SICUREZZA NON IRRILEVANTE PER LA SALUTE Valutazione DETTAGLIATA Rischio BASSO PER LA SICUREZZA IRRILEVANTE PER LA SALUTE dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Sorveglianza sanitaria Cartelle sanitarie e di rischio Misure in caso di incidenti o di emergenze Misure generali e specifiche di protezione e prevenzione Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi 11 Rischio BASSO PER LA SICUREZZA IRRILEVANTE PER LA SALUTE a) b) c) d) e) f) g) Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi (art. 224 – non sanzionato) Progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione Fornitura di attrezzature idonee e manutenzione adeguata Riduzione al minimo del numero degli esposti Riduzione al minimo della durata e della intensità di esposizione Misure igieniche adeguate Riduzione al minimo della quantità degli agenti sul luogo di lavoro Metodi di lavoro adeguati (manipolazione, immagazzinamento, trasporto) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 12 Rischio NON BASSO Misure specifiche PER LA SICUREZZA di prevenzione e protezione NON IRRILEVANTE (art. 225 - sanzionato) PER LA SALUTE Sostituzione dell’agente chimico pericoloso Progettazione di processi lavorativi, controlli, uso di attrezzature e materiali adeguati Appropriate misure organizzative e di protezione alla fonte Misure di protezione individuali Sorveglianza sanitaria Misurazione periodica dell’esposizione (salvo..) Contromisure contro i pericoli di esplosione Misure e principi generali (art. 224) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 13 VdR - Misure di esposizione rischio%20chimico%20cesqa%20I%20-%20Zanin.ppt Il ddl deve misurare periodicamente l’esposizione a meno che non possa dimostrare con altri mezzi il conseguimento di adeguati livelli di protezione per la salute del lavoratore. Va sottolineato che in linea prettamente giuridica un tassativo obbligo di misurare l’esposizione ad AC non permane nemmeno nelle situazioni di rischio superiore al rischio irrilevante. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 14 Misure alternative “procedure di non misurazione” norma UNI 689 Pa I mezzi alternativi alle misurazioni finalizzate alla verifica del rispetto dei VLEP possono essere: Misurazioni in continuo o periodiche di velocità dell’aria in condotti per la verifica di efficienza di un impianto di ventilazione Misure relative ad impianti o lavorazioni a ciclo chiuso che garantiscano il mantenimento di tali caratteristica Mantenimento di temperature nei cicli lavorativi in diretto collegamento con le esposizioni Procedure di lavoro che permettano di mantenere sotto controllo i livelli di esposizione dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 15 VdR - Misure di esposizione rischio%20chimico%20cesqa%20I%20--%20Zanin.ppt rischio%20chimico%20cesqa%20I%20 Se vengono fatte le misure i risultati vanno confrontati con (gerarchicamente): 1. 2. 3. VLEP dell’allegato XXXVIII OELVs europei (non ancora recepiti come VLEP) TLV di ACGIH Non sono utilizzabili per il confronto i DNEL/DMEL indicati nelle e-SDS (punto 8); operando secondo le misure di gestione del rischio riportate negli scenari di esposizione si agisce in presunzione di conformità al DNEL/DMEL dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 16 VdR - Misure di esposizione Un corretto approccio prevede che le misurazioni dell’agente chimico vadano effettuate successivamente all’adozione delle misure di prevenzione e protezione generali In questo contesto le misurazioni sono la tappa finale di verifica di un processo di riduzione del rischio e del mantenimento in essere nel tempo delle condizioni che hanno portato a tale riduzione (misurazioni periodiche) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 17 Algoritmi di valutazione del rischio Movarisch movarisch Modello per la valutazione del rischio chimico da inalazione e contatto con effetti a lungo termine Caratteristiche intrinseche dell’agente chimico (frasi R) R = rischio P = pericolo E = esposizione R Quantitativi e modalità di uso R inal. =PxE inal. R cute =PxE cute cum. = (Rinal.2 + Rcute2 )1/2 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 18 Movarisch R cum < 21 21 < R cum < 141 rischio IRRILEVANTE per la salute rischio superiore all’IRRILEVANTE per la salute 15 < R cum < 21 : intervallo di incertezza; per essere certi della classificazione di rischio irrilevante rivedere le assegnazioni dei punteggi dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 19 Movarisch: Classificazione del rischio Rischio irrilevante per la salute R classificazione 0,1 R<15 Rischio irrilevante per la salute 15 R <21 Intervallo di incertezza Rivedere con scrupolo l’assegnazione dei punteggi… 21 R <40 Rischio superiore all’irrilevante 40 R <80 per la salute R > 80 Rischio superiore all’ irrilevante per la salute Rischio elevato Zona di grave rischio Misure di PP, intensificare i controlli e la sorveglianza sanitaria dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 20 CHEOPE - 81 CHemical Exposure OPerating Evaluation IR salute Con esposizione normalmente prevista Con esposizione da contaminazione dell’ambiente di lavoro < 1,6 Con esposizione accidentale < 1,6 >4 (>3) IR sicurezza >4 (>3) Irrilevante per la salute Non irrilevante per la salute Irrilevante per la sicurezza Non irrilevante per la sicurezza La scala dei valori di IR è logaritmica, per cui la differenza di una unità equivale ad un rischio 10 volte più grande dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 21 Valutazione del rischio Valutazioni semplificate Rischi per la salute Da esposizione Movarisch RISCHIO%20CHIMICO- valutazione%20Ros%202009.ppt - Inforisk ARCHIMEDE Cheope Guida pratica DAC (allegato 2.A) Valutazioni complesse Misurazioni ambientali sec. EN 489 689rischio%20chimico%20cesqa%20I%20-%20Zanin.ppt#94. UNI EN 689/97 VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE STRATEGIE DI M... RISCHIO%20CHIMICO- valutazione%20Ros%202009.ppt#71. Valutazione dei rischi da esposizione metodologia semplif... Rischi per la sicurezza Cheope Guida pratica DAC (allegato 2.B) RISCHIO%20CHIMICO- Da incidente incidenti%20chimici%20%20nov%202010/Incidenti%20chimici%20Zanin%202010.ppt#47. Tipologie di incidenti valutazione%20Ros%202009.ppt - dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso HAZOP incidenti%20chimici%20%20nov%202010/Incidenti%20chimici%20Zanin%202010.ppt#63. HAZOP (hazard and operability study) Albero dei guasti Albero degli eventi 22 Misure di prevenzione Le misure di prevenzione e protezione previste nell’ allegato IV punti 2 (presenza nei luoghi di lavoro di agenti nocivi) (ad es.: necessità di aspirazione localizzata) 3 (vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos) 4 (misure contro l’ incendio e l’esplosione) e dall’art. 224 (misure generali di prevenzione rischio chimico) devono essere adottate PRIMA di eseguire la valutazione del rischio dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 23 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 24 Rischi derivanti dalla presenza di ACP rischio Alcuni fattori di rischio Incendio e/o esplosione stato fisico (gas, vapore, polvere fina, ecc.) Reazioni chimiche pericolose Inalazione dell’agente Pressione/temperatura Infiammabilità Potenza calorifica dei materiali Concentrazione ambientale (limiti di infiammabilità) Fonti di accensione (fumare, operazioni con fiamme, attrezzi, calzature, cariche elettrostatiche, reazioni chimiche esotermiche) Reattività e instabilità chimica degli agenti chimici pericolosi Sistemi di refrigerazione insufficienti Sistema di controllo delle variabili chiave della reazione poco affidabile (regolazione di pressione, temperatura e portata) Tossicità dell’agente chimico pericoloso Concentrazione ambientale Tempo di esposizione Lavoratori particolarmente sensibili dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 25 Rischi derivanti dalla presenza di ACP rischio Alcuni fattori di rischio Assorbimento attraverso la pelle localizzazione ed estensione del contatto dell’agente chimico con la Per via parenterale Per ingestione Tossicità pelle tossicità dell’agente chimico per via dermica durata e frequenza del contatto Lavoratori particolarmente sensibili Tossicità dell’agente chimico pericoloso Deterioramento della pelle Lavoratori particolarmente sensibili dell’agente chimico pericoloso abitudini igieniche personali Possibilità di mangiare, bere o fumare sui luoghi di lavoro Lavoratori particolarmente sensibili dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 26 Rischi derivanti dalla presenza di ACP rischio Alcuni fattori di rischio Contatto dell’agente chimico con la pelle e gli occhi gestione errata dei DPI Derivante dagli impianti, che possono avere conseguenze per la salute e la sicurezza procedura di lavoro inadeguata sistema di travaso errato corrosione di materiali ed impianti assenza di mezzi per il controllo di perdite e fuoriuscite accidentali (bacini di contenimento, protezione da impatti meccanici) assenza di manutenzione preventiva dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 27 Misure e principi generali (1) Principi di prevenzione Applicazione limitazione dell’accesso a determinate zone, per impedire esposizioni inutili separazione fisica delle zone per l’effettuazione di certe operazioni Riduzione al minimo dei lavoratori esposti Riduzione al minimo della durata e intensità dell’ esposizione Misure di igiene adeguate prevedere una ventilazione sufficiente dei locali Adeguare le variabili del processo senza ridurre il rendimento allestimento di zone per mangiare (e per fumatori) Riduzione della quantità di disporre delle quantità di ACP indispensabili per il lavoro, sul luogo di lavoro agenti chimici dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 28 Misure e principi generali (2) Principi di prevenzione Applicazione stabilire i requisiti che devono possedere le attrezzature di lavoro prima del loro acquisto e protocollare gli interventi di manutenzione Fornitura di attrezzature idonee, oltre a procedure di manutenzione sicure Concezione e organizzazione dei sistemi di lavoro sul luogo di lavoro Procedure di lavoro idonee eliminazione o adeguamento delle operazioni, in cui, pur non essendo necessario, può esservi un contatto con agenti chimici pericolosi istruzioni scritte per lo svolgimento delle mansioni, descrivendo passo passo i requisiti di sicurezza di cui tenere conto supervisione della corretta applicazione di tali istruzioni scritte dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 29 Misure specifiche Priorità 1 OBIETTIVO Eliminazione del rischio AMBITO DI APPLICAZIONE Priorità Agente chimico Processo o impianto sostituzione totale Luogo di lavoro modifica del processo utilizzo di attrezzature intrinsecamente sicure * Metodo di lavoro automazione incidenti%20chimici%20%20nov%202010/infortuni%20chimici%2 0Ros%202010.ppt#11. Role - playing 2 3 Vedi diapositiva successiva dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 30 Misure specifiche Priorità OBIETTIVO AMBITO DI APPLICAZIONE Priorità Agente chimico 2 Riduzione/ controllo 3 Protezione del lavoratore Processo o impianto sostituzione processo parziale chiuso estrazione cambiamento localizzata di forma o di stato fisico * Luogo di lavoro Metodo di lavoro stoccaggio segregazione di reparti sporchi ventilazione per diluizione prevenzione incendi unità lavaocchi e docce protezione antincendio prevenzione e protezione da esplosioni APVR dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso manipolazio ne sicura trasporto interno sicuro DPI pelle DPI occhi 31 Misure specifiche: sostituzione La sostituzione si può fare quando: Esiste un sostituto tecnicamente valido La sua pericolosità è inferiore a quella dell’agente chimico impiegato (secondo la tabella sottostante) Per ogni tipo di rischio il sostituto deve avere un livello di rischio uguale o più basso Livello di rischio Rischio acuto Rischio cronico Rischio incendio ed esplos. Esposizione potenziale Pericoli associati al processo MOLTO ELEVATO R26,R27,R28 ….frasi di rischio R45,R46,R49 R2,R3,R12,R17 Gas, liquidi con Pv>250 hPa, aerosol…. ELEVATO R23,R24,R25… . R40,R60,R61 R68…. R1,R4,R5,R6,.. R11,R14… Liquidi con 50<Pv<250 hPa Processo aperto Possibilità di contatto diretto con la pelle. Applicazione in un’area di grandi. MEDIO R20,R21,R22… . R62,R63….. R10 Liquidi con 10<Pv<50 hPa BASSO R36,R37,R38… . Sostanze con 55<Ti<100 °C Liquidi con 2<Pv<10 hPa TRASCUR. AC non pericolosi Sostanze con Ti>100 °C Liquidi con Pv<2 hPa, solidi non polverulenti dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Processo chiuso ma con possibilità di esposizione durante il riemp.. Attrezzatura stagna….. 32 Misure specifiche: sostituzione per ogni tipo di rischio il sostituto deve avere un livello di rischio uguale o più basso. basso. La sostituzione del benzene con il toluene è possibile. Livello di rischio Rischio acuto Rischio cronico Rischio Esposizione Pericoli incendio potenziale associati al ed esplos. processo Benzene R45 MOLTO ELEVATO RISCHIO%20CHIMICO%20Ros%202010.ppt ELEVATO Benzene R25 MEDIO Toluene R20 Toluene R11 Benzene R11 Benzene Pvap= 100 hPa Toluene Pvap = 29 hPa BASSO TRASCUR. frasi di rischio dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 33 TITOLO IX – Capo II Protezione da agenti cancerogeni e mutageni Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 – campo di applicazione – definizioni – sostituzione e riduzione – valutazione del rischio - misure tecniche, organizzative, procedurali – misure tecniche – informazione e formazione – esposizione non prevedibile – operazioni lavorative particolari – accertamenti sanit. e norme prev. e prot. spec. – registro di esposizione e cartelle sanitarie – registrazione dei tumori – adeguamenti normativi dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 34 Definizioni art. 234 Cancerogeno 1. 2. Una sostanza classificata nelle categorie 1 e 2 dal D. Lgs. 52/1997 Un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto precedente in conc. > 0.1% Mutageno 1. 2. Una sostanza classificata nelle categorie 1 e 2 dal D. Lgs. 52/1997 Un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto precedente in conc. > 0.1% dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 35 CLP sostanze Cancerogenicità Cancerogenicit à Cd 2+ Cr 6+ HCHO Cat 1A Cat 1B Cat 2 Cancerogenicità provata Canc. Supposta Canc. Sospetta H350 H350 H351 Può provocare il cancro Cancerog. Cat 1 Può provocare il cancro CLP Sospettato di provocare il cancro Cancerog. Cat. 2 Cancerog. Cat. 3 d. Lgs 52 R45 R49 R45 R49 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso R40 d. Lgs. 65 36 Valutazione del rischio art. 236 Si tiene conto di: 1. Caratteristiche delle lavorazioni 2. Loro durata e frequenza 3. Quantitativi prodotti/utilizzati 4. Stato di aggregazione degli agenti cancerogeni/mutageni 5. Capacita di penetrazione nell’organismo per a) Via cutanea b) Via inalatoria c) Via digestiva Ripetizione della valutazione comunque ogni 3 anni dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 37 Valutazione del rischio art. 236 Fino al 31/5/2013 Il Documento di VdR o l’autocertificazione della valutazione dei rischi (per aziende con meno di 10 lavoratori) sono integrati con i seguenti dati: a) Attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni o mutageni.., con l’indicazione dei motivi per i quali sono impiegati b) I quantitativi prodotti ovvero utilizzati c) Il numero di esposti ovvero potenzialmente esposti d) L’esposizione, ove nota e il grado della stessa e) Misure preventive e protettivi applicate e i DPI utilizzati f) Le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e gli eventuali sostituti dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 38 Art. 264 Sanzioni per il MC Non esegue il monitoraggio biologico obbligatorio per i lavoratori esposti ad agenti per i quali è stato fissato un valore limite biologico (art. 229, comma 3, 1° 1° periodo) Non informa il ddl e non informa individualmente lavoratori interessati nel caso che la sorveglianza sanitaria evidenzi effetti sulla salute imputabili all’esposizione ad un agente chimico o nel caso di superamento del valore limite biologico (art. 229, comma 6) Non istituisce o non aggiorna le cartelle sanitarie e di rischio o non ne fornisce copia, su richiesta, agli Organi di Vigilanza (art. 230) Arresto fino a 2 mesi o ammenda da 300 a 1200 € Non informa il ddl l’esistenza di un’anomalia imputabile all’esposizione ad un agente cancerogeno/mutageno (art. 242, comma 4) Non istituisce o aggiorna le cartelle sanitarie e di rischio per ciascuno dei lavoratori, per i quali la VdR ha evidenziato un rischio per la salute a seguito di esposizione ad agenti cancerogeni/mutageni (art. 243, comma 2) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Arresto fino a 1 mese o con ammenda da 200 a 800 € 39 Il D. Lgs. 81 si basa sulla classificazione prevista dai D. Lgs. 52/97 (DSP) "Attuazione della direttiva 92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose" D. Lgs. 65/03 (DPP) "Attuazione della direttiva 99/45/CE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle preparati pericolosi" + Decreti Min. successivi di adeguamento al progresso tecnico (ultimo DM 28 febbraio 2006 - Ventinovesimo adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE del Consiglio, concernente la classificazione, l’imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 40 Regolamento C L P Classification Labelling Packaging Regolamento 1272/2008 (CLP) Classificazione, etichettatura, imballaggio delle sostanze e miscele regolamento CLP.pdf sostanze CLP – entrata in vigore Abrogate DSP e DPP miscele 1 dicembre 2010 1 giugno 2015 Per sostanze e Per sostanze etichetta CLP miscele sistema esistente Classificazione secondo CLP o DSP vincolante Per miscele CLP opzionale CLP opzionale dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Per sostanze e miscele CLP obbligatorio 42 Regolamento 453/2010 (SDS) ..concernente le disposizioni in materia di schede dei dati di sicurezza regolamento SDS (453) 1 dicembre 2012 SDS – entrata in vigore Allegato I Allegato I I Allegato I I sds sds sds 1 giugno 2015 Conformi all’Allegato I del regolamento Conformi all’Allegato II del regolamento 1 giugno 2017 Solo per le miscele immesse sul mercato prima del 1.6.2005: conformi all’allegato I dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Conformi all’Allegato II del regolamento 43 Scheda dei dati di sicurezza (SDS) Regolamento 453/2010 (SDS) ..concernente le disposizioni in materia di schede dei dati di sicurezza regolamento SDS (453) Lo strumento più completo per ricavare informazioni Art. 31 REACH: il fornitore di una sostanza o di una miscela trasmette al destinatario una SDS compilata a norma dell’allegato II (ora Reg. 453) Fornitore = responsabile dell’immissione sul mercato dell’art. 223 D. Lgs. 81 (valutazione dei rischi) La SDS va concepita in modo tale da consentire agli utilizzatori a valle di adottare tutte le misure necessarie inerenti alla tutela della sicurezza e salute...e dell’ambiente Le 16 sezioni devono essere compilate con la presenza di sottosezioni obbligatorie Va mantenuta fino al 1° 1° giugno 2015 la doppia classificazione (DSP + CLP) non sono destinate direttamente al lavoratore, bensì al datore di lavoro dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 44 SDS Devono essere aggiornate in caso di acquisizione di nuove informazioni Devono essere compilate in lingua italiana e non sono documenti di lunghezza prestabilita. Tutte le pagine vanno numerate (es. pag 2 di 5) La data di compilazione deve figurare nella prima pagina Se revisionata le modifiche devono essere portate all’attenzione nella sezione 16 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 45 Regolamento 453/2010 (SDS) ..concernente le disposizioni in materia di schede dei dati di sicurezza SDS regolamento SDS (453) SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto 1.2. Pertinenti usi identificati della sostanza o miscela e usi sconsigliati 1.3. Informazioni sul fornitore della scheda di dati di sicurezza 1.4. Numero telefonico di emergenza SEZIONE 2: Identificazione dei pericoli 2.1. Classificazione della sostanza o della miscela 2.2. Elementi dell'etichetta 2.3. Altri pericoli SEZIONE 3: Composizione/informazioni sugli ingredienti 3.1. Sostanze 3.2. Miscele dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 46 SDS SEZIONE 4: Misure di primo soccorso 4.1. Descrizione delle misure di primo soccorso 4.2. Principali sintomi ed effetti, sia acuti e che ritardati 4.3. Indicazione dell'eventuale necessità di consultare immediatamente un medico e trattamenti speciali SEZIONE 5: Misure antincendio 5.1. Mezzi di estinzione 5.2. Pericoli speciali derivanti dalla sostanza o dalla miscela 5.3. Raccomandazioni per gli addetti all'estinzione degli incendi SEZIONE 6: Misure in caso di rilascio accidentale 6.1. Precauzioni personali, dispositivi di protezione e procedure in caso di emergenza 6.2. Precauzioni ambientali 6.3. Metodi e materiali per il contenimento e per la bonifica 6.4. Riferimento ad altre sezioni dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 47 SDS SEZIONE 7: Manipolazione e immagazzinamento 7.1. Precauzioni per la manipolazione sicura 7.2. Condizioni per l'immagazzinamento sicuro, comprese eventuali incompatibilità 7.3. Usi finali particolari SEZIONE 8: Controllo dell'esposizione/ protezione individuale 8.1. Parametri di controllo 8.2. Controlli dell'esposizione SEZIONE 9: Proprietà fisiche e chimiche 9.1. Informazioni sulle proprietà fisiche e chimiche fondamentali 9.2. Altre informazioni dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 48 SDS SEZIONE 10: Stabilità e reattività 10.1. Reattività 10.2. Stabilità chimica 10.3. Possibilità di reazioni pericolose 10.4. Condizioni da evitare 10.5. Materiali incompatibili 10.6. Prodotti di decomposizione pericolosi SEZIONE 11: Informazioni tossicologiche 11.1. Informazioni sugli effetti tossicologici SEZIONE 12: Informazioni ecologiche 12.1. Tossicità 12.2. Persistenza e degradabilità 12.3. Potenziale di bioaccumulo 12.4. Mobilità nel suolo 12.5. Risultati della valutazione PBT e vPvB 12.6. Altri effetti avversi dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 49 SDS SEZIONE 13: Considerazioni sullo smaltimento 13.1. Metodi di trattamento dei rifiuti SEZIONE 14: Informazioni sul trasporto 14.1. Numero ONU 14.2. Nome di spedizione dell'ON 14.3. Classi di pericolo connesso al trasporto 14.4. Gruppo d'imballaggio 14.5. Pericoli per l'ambiente 14.6. Precauzioni speciali per gli utilizzatori 14.7. Trasporto di rinfuse secondo l'allegato II di MARPOL 73/78 ed il codice IBC SEZIONE 15: Informazioni sulla regolamentazione 15.1. Norme e legislazione su salute, sicurezza e ambiente specifiche per la sostanza o la miscela 15.2. Valutazione della sicurezza chimica SEZIONE 16: Altre informazioni dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 50 SDS SEZIONE 7: Manipolazione e immagazzinamento 7.1. Precauzioni per la manipolazione sicura 7.2. Condizioni per l'immagazzinamento sicuro, comprese eventuali incompatibilità 7.3. Usi finali particolari SEZIONE 8: Controllo dell'esposizione/ protezione individuale 8.1. Parametri di controllo* 8.2. Controlli dell'esposizione SEZIONE 9: Proprietà fisiche e chimiche 9.1. Informazioni sulle proprietà fisiche e chimiche fondamentali 9.2. Altre informazioni * (TLV, DNEL, PNEC, BEI, ecc.) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 51 51 SDS non a norma Section 8: Exposure Controls/Personal Protection Engineering Controls: Provide exhaust ventilation or other engineering controls to keep the airborne concentrations of vapors below their respective threshold limit value. Ensure that eyewash stations and safety showers are proximal to the work-station location. Personal Protection: Splash goggles. Lab coat. Vapor respirator. Be sure to use an approved/certified respirator or equivalent. Gloves. Personal Protection in Case of a Large Spill: Splash goggles. Full suit. Vapor respirator. Boots. Gloves. A self contained breathing apparatus should be used to avoid inhalation of the product. Suggested protective clothing might not be sufficient; consult a specialist BEFORE handling this product. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 52 52 SDS a norma (quasi..) 8.2 Controlli dell'esposizione Dati di progetto Utilizzare unicamente attrezzature antideflagranti. Fornire areazione adeguata. Protezione individuale Protezione respiratoria : In caso di ventilazione insufficiente: Dispositivo di filtraggio con AX filtro o respiratore autonomo. Protezione delle mani : In caso di contatto prolungato o ripetuto utilizzare i guanti. gomma butilica Tempo di penetrazione: > 480 min Spessore del guanto: 0,5 mm Protezione degli occhi : Occhiali di sicurezza con protezione laterale conformemente alla norma EN166 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 53 Filtri per gas e vapori Classe 1 = bassa capacità Tipo Colore A marrone AX marrone B argento E giallo K verde SX violetto P bianco 2 = media capacità Sostanze Vapori organici Vapori organici di AC a p.e. < 65°C gas e vapori inorganici, escluso CO anidride solforosa 3 = alta capacità Per i filtri AX e SX è Prevista una sola classe Ammoniaca e suoi derivati organici AC specificatamente indicati particolato (polveri, fumi, nebbie) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 54 Esempio di DPI NON idonei Guanto medicale in nitrile NON idoneo se utilizzato in un reparto di verniciatura dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 55 Norme UNI EN sui guanti Norma EN 374-1 EN 374-2 EN 374-3 Titolo Guanti contro prodotti chimici e microorganismi terminologia Guanti contro prodotti chimici e microorganismi – Determinazione della resistenza alla penetrazione Guanti contro prodotti chimici e microorganismi – determinazione della resistenza alla permeazione dei prodotti chimici EN 388 Guanti di protezione contro i rischi meccanici EN 407 Guanti di protezione contro i rischi termici (fuoco e calore) EN 420 Requisiti generali per i guanti EN 421 Guanti di protezione contro le radiazioni ionizzanti e la contaminazione radioattiva EN 511 Guanti di protezione contro il freddo EN 471 Guanti ad alta visibilità EN 455-1-2- 3 Guanti medicali monouso dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 56 Norme UNI EN sui guanti Norma Titolo EN 659 Guanti di protezione per i vigili del fuoco EN 1082-1-2-3 Guanti di maglia (metallica e non metallica) contro i tagli di coltelli a mano EN 381 –- 7 Guanti per utilizzatori di seghe a catena EN 13546 Protezioni per portieri e giocatori di Hockey EN 13594 Guanti per motociclisti professionisti EN 12477 Guanti protettivi per saldatori EN 10819 Vibrazioni – metodo di misura e valutazione di trasmissione del guanto al palmo della mano EN 14328 Protezioni per utilizzatori di coltelli motorizzati EN 5262 Elastomeri – guanti di protezione industriali EN 1082-1-2-3 Guanti di maglia (metallica e non metallica) contro i tagli di coltelli a mano dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 57 EN 420 Requisiti generali dei guanti • La norma EN 420 Non deve essere usata da sola ma in accoppiata con le norme specifiche; dfinizioni: • destrezza: capacità di manipolazione nell’eseguire un lavoro (dipende da spessore, elasticità e deformabilità del materiale) • Livello di prestazione: Numero che indica una particolare categoria o intervallo di prestazione sulla cui base si possono graduare i risultati delle prove. Il livello di prestazione è determinato dal risultato della prova corrispondente così come indicato nelle norme specifiche cui si fa riferimento nella bibliografia. Un numero di livello alto corrisponde a un alto livello di prestazione. I livelli di prestazione si basano sui risultati di prove di laboratorio che non necessariamente riflettono le condizioni reali sul posto di lavoro. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 58 EN 420 Per i materiali del guanto per i quali è richiesta resistenza alla penetrazione dell’acqua (in conformità all’impiego previsto del guanto), devono essere utilizzati gli appropriati metodi di prova: - per guanti di cuoio: il punto 5.12 della EN 344-1:1992. I risultati devono essere riportati in conformità al prospetto sottoriportato. Nota: Queste prove non sono appropriate per classificare questi guanti come impermeabili. Resistenza alla penetrazione d’acqua in conformità al punto 5.12 della EN 344-1:1992 Livello di prestazione Tempo di penetrazione (min) 1 30 2 60 3 120 4 180 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 59 Permeazione Ogni combinazione guanti di protezione/prodotto chimico di prova è classificata in termini di tempo di passaggio, in base a ciascun prodotto chimico per il quale il guanto impedisce la permeazione. I livelli prestazionali si basano su tempi di passaggio determinati durante il contatto costante con il prodotto chimico di prova in condizioni di laboratorio normalizzate come descritto nella EN 374-3. La durata effettiva della protezione fornita sul posto di lavoro può variare in modo considerevole da tali livelli prestazionali. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 60 Guanti per rischio chimico Devono avere la marcatura CE e il simbolo della beuta per il rischio chimico Le nuove schede di sicurezza previste dal REACH prevedono che il produttore di agenti chimici pericolosi indichi lo scenario d’uso e il tipo di gomma che presenta minor rischio di permeazione per la scelta dei guanti protettivi. Ma … NON Basta dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 61 Protezione delle mani dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 62 Pittogrammi Indica bassa resistenza ad agenti chimici Indica resistenza ad agenti chimici, ma occorre verificare il tipo (abc) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 63 Pittogrammi Indica resistenza ad agenti chimici, ma occorre verificare il tipo; nell’esempio A - metanolo D – diclorometano F - toulene Supera soltanto il test della penetrazione e non quello della permeazione (NON resiste per almeno 30 minuti ad almeno tre prodotti test) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 64 Permeazione (codici associati al pittogramma) dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 65 Classe di protezione classe Tempo di permeazione 0 < 10 min Non consigliato 1 > 10 min 2 > 30 min 3 > 60 min 4 > 120 min 5 > 240 min 6 > 480 min 10< t <60 min Protezione contro gli spruzzi 60 < t < 240 min Protezione media t > 240 min Protezione elevata EN 374 Da risultati di prove di laboratorio eseguite sull’area del palmo del guanto; le prove vengono eseguite secondo procedure standard che possono non riprodurre le situazioni lavorative reali dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 66 Consultare le tabelle di permeazione fornite dal produttore dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 67 Scheda di dati di sicurezza estesa e - SDS Per le sostanze pericolose, PBT, vPvB prodotte/importate >10 tonn/anno Dovrà contenere gli USI IDENTIFICATI e le idonee misure di gestione del rischio Indicare i DNELs (Derived No Effect Levels)=NOAEL/AF Indicare i PNECs (Predicted No Effect Concentrations) Un allegato con gli SCENARI DI ESPOSIZIONE dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 68 Scenari di esposizione Regolamento 1907/2006 (REACH) Questi consistono in una descrizione del modo in cui la sostanza (tal quale, miscela, articolo) è fabbricata e viene utilizzata durante il suo ciclo di vita, evidenziando le misure raccomandate per controllare l’esposizione professionale ed ambientale Il livello di dettaglio della descrizione dipende da: l’uso della sostanza le sue proprietà pericolose la quantità di informazioni di cui dispone il fabbricante Va stimata l’esposizione della popolazione umana esposta (lavoratori e non) sulla base di indagini ambientali e/o utilizzando modelli di calcolo dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 69 Scenari di esposizione Stirene - esposizione dell’operatore che si occupa dell’applicazione sugli stampi di resine poliestere e del materiale vetroso di rinforzo Uso non dispersivo Proprietà fisiche Pattern d’uso Pattern di controllo Stirene TLV=20 ppm dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 70 Scenari di esposizione I datori di lavoro nella loro qualità di utilizzatori a valle hanno l’obbligo di controllare le modalità di utilizzo e gli usi identificati dal fornitore. Qualora non sia presente nella SDS l’uso che l’utilizzatore intende farne, può avvalersi della facoltà di notifica affinché il fabbricante/importatore possa predisporre lo SE aggiuntivo dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 71 CCPSSL* 2012 Criteri e strumenti per la valutazione e la gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro alla luce delle ricadute del Regolamento REACH del Regolamento CLP del Regolamento SDS dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 72 Confronto tra CLP e DSP Con l’entrata in vigore del CLP le classi di pericolo sono aumentate e maggiormente differenziate I pericoli fisici passano da 5 classi di pericolo a 16 classi I pericoli per la salute diventano 10 Le classi di pericolo sono suddivise in categorie o divisioni (esplosivi) Per alcune classi e/o categorie non è possibile la conversione diretta tra frasi R e indicazioni di pericolo H del CLP. frasi H I criteri di classificazione risultano parzialmente differenti dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 73 CLP e DSP Durante il periodo di transizione (e di coesistenza) tra vecchio sistema e CLP si potrebbero riscontrare classificazioni diverse della stessa sostanza, è quindi consigliato assumere valida la più cautelativa. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 74 Sorveglianza sanitaria (art. 229) Se il rischio per la salute risulta non irrilevante, irrilevante, sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute che rispondono ai criteri per la classificazione come: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Molto tossici Tossici Nocivi Sensibilizzanti Corrosivi Irritanti Tossici per il ciclo riproduttivo Cancerogeni e mutageni di categoria 3. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 75 Sorveglianza sanitaria art. 229 + CLP In caso di rischio chimico per la salute non irrilevante, irrilevante, vanno sottoposti alla sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti a: classe categoria 1 Tossici acuti 1 2 Corrosivi 1A 2 3 4 1B 1C 3 Irritanti per la pelle 1 2 4 Irritanti per gli occhi con gravi danni oculari 1 2 5 STOT – esposizione singola 1 2 6 STOT con effetti narcotici e di irritazione 3 respiratoria – esposizione singola 7 STOT – esposizione ripetuta Amianto%20corso%20coordinatori%202011%20%20Ros.ppt#17. Classificazione ed etichettatura dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 1 2 76 Sorveglianza sanitaria art. 229 + CLP In caso di rischio chimico per la salute non irrilevante, irrilevante, vanno sottoposti alla sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti a: classe categoria 8 Sensibilizzanti respiratori 1 9 Sensibilizzanti cutanei 1 10 cancerogeni 2 11 mutageni 2 12 Tossici riproduttivi 13 Tossici con effetti sull’allattamento 14 Tossici in caso di aspirazione dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 1A 1B 2 cat. supplementare della tossicità per la riproduzione H362 (R64) 1 77 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 1. Tossicità acuta (H300, H301, H302, H310, H311, H312, H330, H331, H332) Per tossicità acuta s’intende la proprietà di una sostanza o miscela di produrre effetti nocivi che si manifestano in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea di una dose unica o di più dosi ripartite nell’arco di 24 ore, o in seguito ad una esposizione per inalazione di 4 ore. Pericoli per la salute: da H300 a H399 dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso frasi H 78 Indicazioni di pericolo classe Indicazione di pericolo Tossicità acuta H300: letale se ingerito (cat. 1 e 2) H301: tossico se ingerito (cat. 3) H302: nocivo se ingerito (cat. 4) H310,H311,H312,H330,H331,H332 Corrosione/irritazione della pelle H314: provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H315: provoca irritazione cutanea Gravi lesioni oculari/irritazione oculare H318: provoca gravi lesioni oculari H319: provoca grave irritazione oculare Sensibilizzazione delle vie respiratorie H334: può provocare sintomi allergici o asmatici o difficoltà respiratorie se inalato H317: può provocare una reazione allergica cutanea dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 79 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 2 e 3. Corrosione/irritazione della pelle (H314, H315) Per corrosione della pelle si intende la produzione di lesioni irreversibili della pelle, quali una necrosi visibile attraverso l’epidermide e nel derma, a seguito dell’applicazione di una sostanza di prova per una durata massima di 4 ore. Gli effetti tipici della corrosione sono ulcere, sanguinamento, croste sanguinolente e, al termine di un periodo di osservazione di 14 giorni, depigmentazione cutanea dovuta all’effetto sbiancante, chiazze di alopecia e cicatrici. Per valutare le lesioni dubbie può essere necessario ricorrere a un esame istopatologico. Per irritazione della pelle s'intende la produzione di lesioni reversibili della pelle a seguito dell'applicazione di una sostanza prova per una durata massima di 4 ore. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 80 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 4. Gravi lesioni oculari/irritazione oculare (H318, H319) Per gravi lesioni oculari s'intendono lesioni dei tessuti oculari o un grave deterioramento della vista conseguenti all’applicazione di una sostanza di prova sulla superficie anteriore dell’occhio, non totalmente reversibili entro 21 giorni dall’applicazione. Per irritazione oculare s'intende un'alterazione dell’occhio conseguente all’applicazione di sostanze di prova sulla superficie anteriore dell’occhio, totalmente reversibile entro 21 giorni dall’applicazione. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 81 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 5. Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione singola (STOT SE) (H370, H371, H335, H336) Per tossicità specifica per organi bersaglio (esposizione singola) s'intende una tossicità specifica e non letale per organi bersaglio, risultante da un’unica esposizione a una sostanza o miscela. 7. Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione ripetuta (STOT RE) (H372, H373) Per tossicità specifica per organi bersaglio (esposizione ripetuta) s’intende una tossicità specifica per organi bersaglio risultante da un’esposizione ripetuta a una sostanza o miscela. Sono compresi tutti gli effetti significativi per la salute che possono alterare la funzione, reversibili o irreversibili, immediati e/o ritardati. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 82 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 8 e 9. Sensibilizzazione delle vie respiratorie o della pelle (H334, H317) Per sostanza sensibilizzante delle vie respiratorie s'intende una sostanza che, se inalata, provoca un'ipersensibilità delle vie respiratorie. Per sostanza sensibilizzante della pelle s'intende una sostanza che, a contatto con la pelle,provoca una reazione allergica. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 83 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 10. Mutagenicità3 di Categoria 2 sulle cellule germinali (H341) Sostanze che destano preoccupazione per il fatto che potrebbero causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane. La classificazione in questo gruppo si basa su risultati positivi di esperimenti su mammiferi e/o di esperimenti in vitro di mutagenicità su cellule somatiche di mammiferi. 11. Cancerogenicità4 di Categoria 2 (H351) Sostanze di cui si sospettano effetti cancerogeni per l’uomo. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 84 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 12 e 13. Tossicità per la riproduzione (H360, H361, H362) Sono sostanze tossiche per la riproduzione le sostanze che hanno effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 85 Classi di pericolo per la salute definizioni secondo CLP 14. Pericolo in caso di aspirazione (H304) Per aspirazione s'intende la penetrazione di una sostanza o di una miscela solida o liquida, direttamente attraverso la cavità orale o nasale, o indirettamente per rigurgitazione, nella trachea e nelle vie respiratorie inferiori. I criteri di classificazione, in questo caso, fanno riferimento alla viscosità cinematica della sostanza. A causa della particolarità del pericolo in questione si rimanda ai criteri presenti in tabella 3.10.1 dell’Allegato I del Regolamento CLP. dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso 86 Una diversa concentrazione può individuare una diversa classificazione (DSP) SODA CAUSTICA (NaOH) in soluzione concentrazione classificazione C>5% CORROSIVO C R 35 – provoca gravi ustioni 2 % C < 5 % CORROSIVO C R 34 – provoca ustioni 0,5 % < C < 2 % IRRITANTE X R 36/38 – irritante per gli occhi e per la pelle C < 0,5 % Non classificato simbolo _ dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Frasi di rischio i _ 87 Una diversa concentrazione può individuare una diversa classificazione (CLP) SODA CAUSTICA (NaOH) in soluzione concentrazione classificazione C>5% Skin Corr. 1A 2 % C < 5 % Skin Corr. 1B 0,1% <C< 2 % Skin Irrit. 2 Eye Irrit. 2 C < 0,1 % Non classificato Pittogramma e avvertenza GHS05 pericolo GHS05 pericolo attenzione _ dr. Lucio Ros - SPISAL Az. ULSS 9 Treviso Indicazioni di pericolo H314 – provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H314 - provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H315 – provoca irritazione cutanea H319 – provoca grave irritazione oculare _ 88