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Progetto di Laboratorio del Sapere scientifico.
Scuola Primaria “R.Fucini”
Classe 2°B
I vegetali: nascita crescita e riproduzione.
Obiettivi del progetto:
 Assumere atteggiamenti mentali di tipo scientifico attraverso la conoscenza, la comprensione, l’analisi,
la sintesi e la valutazione di elementi ricavati dall’esperienza.
 Potenziare il patrimonio lessicale attraverso l’introduzione di una terminologia specifica.
 Stimolare la capacità di spiegazione di eventi e di argomentare in modo logico.
 Saper rappresentare i fenomeni osservati con disegni, diagrammi, tabelle …
 Conoscere gli elementi e le fasi di riproduzione di una pianta
 Conoscere la struttura e la funzione del seme e del frutto
 Distinguere la differenza tra monocotiledoni e dicotiledoni
 Rilevare e ordinare in sequenza temporale le fasi della crescita di una pianta.
Metodo
Le attività proposte sono state caratterizzate dalle seguenti fasi:
* Osservazione e sperimentazione.
* Verbalizzazione
* Rappresentazione grafica individuale.
* Discussione collettiva .
* Elaborazione di una produzione condivisa
1° Unità
Gli esseri viventi:
ricerca delle caratteristiche che distinguono gli esseri viventi dai non viventi,
seguendo il percorso già iniziato lo scorso anno con l’uscita al mare che prevedeva la raccolta e classificazione
del materiale in essere vivente, non vivente e costruito dall’uomo.
Ricerca delle caratteristiche che contraddistinguono gli esseri viventi: il ciclo vitale.
Classificazione dei due regni (animale e vegetale) e ricerca, nei dintorni della scuola, delle diverse specie di
vegetali, dei loro nomi, con osservazioni sulle caratteristiche che li contraddistinguono e che hanno portato
all’individuazione di tre tipologie di vegetali: alberi, arbusti ed erbe.
Gli alunni hanno ricercato immagini di vegetali diversi e, in classe è stata compiuta attività di classificazione
su cartellone murale.
Sono state individuate le parti delle piante e le loro relative funzioni.
Credendo nel valore della interdisciplinarietà e dell’importanza di lavorare con l’insegnante di lingua, gli alunni
hanno affrontato il tema delle stagioni, dei cambiamenti nel regno vegetale e dei nostri comportamenti
abituali (abiti diversi, attività adeguate al tempo nella campagna) e sono giunti ad affrontare la conoscenza di
due piante che caratterizzano, in autunno, la principale fonte di lavoro dei contadini nella nostra realtà
circostante: la vite e l’olivo.
Con attività interdisciplinari che hanno stimolato gli alunni all’osservazione dei frutti e delle stesse piante
portate in classe, siamo giunti alla conoscenza di queste due piante e delle stesse fasi di trasformazione dei
frutti in prodotti finiti come il vino e l’olio.
Con la collaborazione dei genitori gli alunni sono stati portati a visitare una cantina ed hanno fatto esperienza
diretta del luogo e degli strumenti utilizzati per la trasformazione del prodotto.
Non solo a scienze, ma anche a storia, le insegnanti avevano in classe affrontato il tema della lavorazione di
tali prodotti per far vedere come nel tempo l’uomo avesse utilizzato anche nuovi strumenti offerti dalla
tecnologia.
La visita effettuata con l’intera classe al frantoio è stata poi la conclusione di questo primo percorso di
consapevolezza sia della realtà agricola circostante, sia dei sistemi di produzione e, grazie alle fotografie, gli
alunni hanno potuto imparare le singole fasi della lavorazione delle olive ( costruendo un cartellone con la
successione esatta dei macchinari usati e della loro funzione) e capire l’importanza dell’uso consapevole di tale
prodotto, più sano rispetto ad altri oli sofisticati e spesso dannosi alla salute.
2° Unità
Quali parti delle piante mangiamo?
Dal frutto al seme.
Partendo dal vissuto degli alunni e dalla conoscenza delle loro abitudini alimentari, collegandosi al Progetto
Frutta nelle scuole, al quale il plesso ha aderito, abbiamo cercato di capire che, di alcuni vegetali, mangiamo le
radici, di altre utilizziamo le foglie o fusti, bulbi o tuberi e, abbiamo letto ed osservato in classe un opuscolo
inviatoci dall’azienda volto proprio alla conoscenza dei diversi prodotti agricoli nelle regioni italiane ma
soprattutto in Toscana.
Partendo da un secondo opuscolo sulla storia di un albero di albicocco gli alunni hanno iniziato ad osservare la
trasformazione dal fiore al frutto e abbiamo potuto iniziare il vero e proprio percorso di ricerca-azione
portato avanti secondo la metodologia laboratoriale suggerita dal formatore di ed. scientifica.
3° Unità
Dal seme alla pianta
In questa fase l’insegnante ha suddiviso la classe in 5 gruppi e ha dato modo di scegliere un frutto (pera,
mela mandarino), uno spicchio d’aglio, e una cipolla.
I frutti sono statiaperti, prelevati i semi e osservate le caratteristiche.
I gruppi hanno osservato anche semi di fave, fagioli, ceci, vecce, grano e granoturco secchi.
I semi dei frutti sono stati messi in un contenitore con l’ovatta dai singoli gruppi che ne hanno avuto cura ed
osservato lo sviluppo di germinazione riportando misurazioni e disegni dei cambiamenti sul loro quaderno e sul
cartellone di classe.
Il lavoro di ricerca è stato molto interessante perché i singoli gruppi dovevano riferire ai compagni le
osservazioni compiute e presto hanno iniziato a cogliere le differenze sia nei tempi di germinazione dei singoli
semi che nel modo di accrescimento delle radici, dei fusti e delle foglie.
I semi ricavati dai frutti una volta messi a germinare nell’ovatta richiedevano inizialmente solo di essere
tenuti umidi, perciò ogni gruppo ha osservato i cambiamenti tra due tipi diversi di semi (mono o dicotiledoni)
messi nell’acqua ed è giunto all’individuazione della presenza di semi ricoperti da una membrana protettiva ( il
tegumento) che nascondeva semi composti da due parti uguali, i dicotiledoni, e semi invece composti da una
singola parte (monocotiledoni).
Presto è stato osservato che le radici crescevano diversamente, confermando ciò che era stato evidenziato al
momento dello studio delle parti della pianta, che alcuni semi sviluppano radici a fittone, altre fascicolate, e
altre presentano radichette fini.
Quando i semi hanno mostrato i primi germogli in modo evidente gli alunni hanno ritenuto opportuno metterli
nei vasi con la terra perché avevano capito che alcuni si stavano sciupando per mancanza di nutrimento.
“Maestra ma il cotone e l’acqua non bastano a farle crescere, hanno bisogno dei sali minerali presenti nel
terreno che le radici possano assorbire!”
Abbiamo proceduto alla messa in terra dei germogli e ognuno ha proceduto a seguirne la crescita.
L’insegnante ha messo a disposizione anche la macchina fotografica per “fissare” i momenti cruciali di
cambiamento e queste sono state scelte, dalla classe che le ha visionate alla Lim, e messe in successione per
creare un powerpoint che lasciasse traccia del percorso di osservazione scientifica.
Alla fine di questo percorso la maestra ha preparato due griglie di verifica una sulle diversità emerse dal
confronto dei semi esaminati e l’altra richiedendo disegni e didascalie che descrivessero il diverso sviluppo di
due semi diversi (mono e dicotiledoni)le ha fatte compilare prima ai singoli gruppi e in seguito individualmente.
La conclusione a cui sono giunta, come insegnante, è che di tale metodologia sperimentale favorisce l’interesse
di tutti gli alunni alle attività ma solo gli alunni con buone capacità riescono poi a cogliere gli aspetti
fondamentali della ricerca e quindi farne una rielaborazione con disegni o scritta. Ogni alunno ha comunque
condotto anche a casa delle esperienze di semina dimostrando grande interesse e, a scuola, questa
metodologia ha stimolato i gruppi a collaborare in base alle proprie capacità; chi è bravo a disegnare disegna,
chi vuole compiere misurazioni misura, chi preferisce scrivere scrive ma è essenziale che ciascuno dia il
proprio contributo.
Risultati di alcune attività.
Unità 1
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