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CHIUSURA
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A CURA DI: RAY RUSSEL-FELL
INDICE
Prefazione di Richard JG Rycroft, Dermatologo.
IL COSTO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI DELLA PELLE
COS’È E COME FUNZIONA LA NOSTRA PELLE
COME SI PUO’ DANNEGGIARE LA PELLE
CHE COS’È LA DERMATITE DA CONTATTO
a.
La dermatite da contatto irritante
b.
La dermatite da contatto allergica
c.
L’orticaria da contatto
d.
Fotosensibilità cutanea
PROTEGGETE LA VOSTRA PELLE: LISTA DI CONTROLLO
PER LA PREVENZIONE DELLE DERMATITI DA CONTATTO
SCELTA DEL GUANTO GIUSTO
RESISTENZA DEI MATERIALI DI COSTRUZIONE DEI GUANTI
SALUTE E IGIENE SOTTO CONTROLLO
LA SCELTA DEL GUANTO: INDICAZIONI
PER I DATORI DI LAVORO
CONCLUSIONI
Notizie sull’autore
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PREFAZIONE
Siamo soliti considerare la nostra pelle come una cosa scontata, normale, funzionale,
finché un bel giorno quest’armoniosa intesa si incrina. Ma in realtà, come Ray RussellFell ha appunto voluto dimostrare in questa guida, siamo noi stessi a tradire la nostra
pelle e non il contrario. Le informazioni da lui raccolte e sintetizzate per consentire al lettore di prevenire le lesioni cutanee negli ambienti di lavoro si articolano armoniosamente
in tre distinte sezioni.
Nella prima, l’autore descrive il funzionamento della pelle e i disguidi più frequenti che lo
compromettono. Nella sezione intermedia, spiega i due principali meccanismi che
determinano le dermatiti professionali, e delucida un altro diffuso problema cutaneo
legato all’attività professionale: l’orticaria da contatto. Infine, nell’ultima sezione, propone una serie di consigli dettagliati e pratici su come scegliere il guanto giusto per proteggere efficientemente la pelle e come utilizzarlo in maniera ottimale. Il testo è puntualmente illustrato con esempi concreti e disegni che ne agevolano la comprensione.
Chiunque si occupi di protezione della pelle in ambiente professionale non può sottrarsi
al proprio impegno di informazione e, quindi, fare a meno di leggere questa guida. Ora
più che mai è il momento di cominciare a considerare molto più seriamente i disturbi
cutanei legati all’attività professionale e una guida come questa costituisce certamente
un importante contributo in questa direzione. Dobbiamo lodare Ansell Edmont per il
sostegno dato alla pubblicazione di questa utile guida, che non posso che raccomandare di tutto cuore.
Richard J G Rycroft
Dermatologo
St John’s Institute of Dermatology
London SE1 7EH
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INDICE
NOTIZIE SULL’AUTORE
Ray Russell-Fell ha maturato un’esperienza di circa 40 anni nello sviluppo, nella
produzione e nella prova di prodotti di gomma destinati al contatto cutaneo. Ha
espletato funzioni tecniche direttive in tre società di fama mondiale specializzate
nella produzione di gomma. Nell’ambito dell’industria, Ray Russell-Fell è noto
come uno dei più grandi esperti in materia di guanti di protezione e di prodotti
medico-sanitari in gomma.
Il suo interesse per lo studio dei meccanismi d’innesco delle reazioni irritanti ed
allergiche provocate dal contatto cutaneo con la gomma e per l’ottimizzazione
della resistenza alla permeazione chimica, lo hanno portato a collaborare con vari
dermatologi di spicco. R. Russell-Fell ha puntualmente presentato relazioni sugli
aspetti sanitari e sulla sicurezza dei guanti di protezione e di altri prodotti in
gomma, nel quadro di conferenze mediche internazionali, e ha pubblicato anche
numerosi articoli sull’argomento.
Dal 1991, R. Russell-Fell è stato sempre più impegnato in attività di consulenza
presso governi e industrie, intervenendo su questioni connesse alla sicurezza e
alla salute. Ha partecipato attivamente all’elaborazione della nuova normativa UE
sugli indumenti protettivi e, attualmente, è membro del All-Party Parliamentary
Group on Skin [Gruppo parlamentare interpartitico sulla pelle]. Nel 1993 e nel
1994, ha ricoperto la carica di consigliere tecnico dell’UE presso il Governo tailandese, incaricato del miglioramento generale della qualità dei prodotti e dispositivi
di protezione in gomma.
R. Russell-Fell milita attivamente per il miglioramento della sicurezza negli ambienti di lavoro, ed in particolare per la prevenzione delle malattie professionali della
pelle.
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Fortunatamente, la dermatite da contatto può essere facilmente evitata.
L’identificazione e la consapevolezza delle sue possibili cause, l’applicazione di
buone procedure e prassi di lavoro, nonché l’uso di indumenti protettivi di tipo e
qualità adatti vi consentiranno infatti di garantire l’integrità fisica della vostra mano
d’opera, stabilizzando al tempo stesso le vostre statistiche infortunistiche.
E ricordatevi che se non c’è contatto con la pelle, non possono verificarsi dermatiti professionali.
SCARSA QUALITÀ: ALTO RISCHIO
Sostanze chimiche potenzialmente allergeniche, tra le quali i sali di cromo,
vengono utilizzate nel processo di concia di molti guanti di pelle cromo
importati.
Anche i guanti «protettivi» in gomma, se non sono prodotti con cura, possono contenere quantitativi inaccettabili di residui chimici e provocare
reazioni cutanee.
BUONA QUALITÀ: SICUREZZA E COMFORT
I prodotti Ansell Edmont sono sottoposti a prove esaurienti che ne attestano
l’efficacia e la sicurezza. D’altra parte, le attività di Ricerca e Sviluppo dell’azienda continuano ad ampliare anno dopo anno lo spettro protettivo
offerto e a migliorare il comfort di tutti gli utenti. Inoltre, numerose valutazioni cliniche, seriamente documentate, confermano che le formulazioni
accuratamente provate da Ansell e i relativi processi di produzione permettono di ottenere guanti sicuri e confortevoli che presentano un rischio minimo di reazione da contatto (5). Nuove linee anallergiche vengono attualmente sviluppate per aiutare gli utenti regolarmente soggetti a reazioni allergiche o che hanno sviluppato una sensibilità cutanea alle sostanze chimiche
causata dall’uso di guanti inadatti.
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
National Eczema Society, 1989.
Essentials of Industrial Dermatology, Prof. D. Burrows, 1989.
Assicuratori della società Ross contro la Sig.ra McGuire; Alta Corte d’Irlanda del Nord, 1988.
Consiglio della contea di Cumbria contro la Sig.ra Pape; sentenza dell’Alta Corte, 1992.
Ad esempio, la ricerca pubblicata nel 1987 dalla dott.ssa Kristina Turjanmaa dell’università di
Tampere, Finlandia, concludeva che i bassissimi livelli residui di prodotti allergenici della gomma presenti nei guanti Ansell Gammex hanno permesso alla metà circa del campione di lavoratori normalmente allergici ai guanti di lattice naturale di continuare a lavorare normalmente.
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IL COSTO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI DELLA PELLE
Nei paesi occidentali, sono rare le persone che camminano a piedi scalzi, mentre
sono in tanti a lavorare a mani scoperte in condizioni che possono nuocere sia alle
loro mani che alla loro salute.
A guardarci bene, non c’è attrezzo più versatile e più duraturo della mano umana.
Eppure, non c’è attrezzo che sia così generalmente sottovalutato e trattato con
tanto poco riguardo.
A volte, quest’indifferenza deriva dai lavoratori stessi, che ritengono loro dovere
avere le mani sporche per dimostrare che lavorano sodo. Ma il più delle volte, la
colpa è dei datori di lavoro imprevidenti che non forniscono guanti o che offrono alle
loro maestranze guanti inadeguati senza averli neppure provati.
Le statistiche sanitarie e recenti sentenze giudiziarie riflettono chiaramente le conseguenze di quest’atteggiamento:
Più della metà degli infortuni industriali indennizzati dal sistema previdenziale
in Gran Bretagna (1) e oltre il 60% delle azioni giudiziarie di risarcimento intentate, con esito positivo, contro i datori di lavoro, hanno per oggetto delle dermatiti professionali.
E poiché le prospettive professionali di quasi tutti coloro che sviluppano dermatiti
professionali risultano intaccate (oltre il 60% dei soggetti interessati riporta perdite
finanziarie (2) di significativa entità), gli importi degli indennizzi concessi continuano
ad aumentare vertiginosamente. Due esempi illustrano questa situazione:
Nel 1988, in Irlanda del Nord, un indennizzo di 12.000 sterline è
stato concesso ad una donna affetta da dermatite alle mani, la
cui origine è stata attribuita al lavoro prestato dall’interessata in
una fabbrica di prodotti alimentari dove, per un certo periodo,
non erano forniti ai lavoratori dei guanti di protezione. (3)
Nel 1992 nella contea di Cumbria, un’indennità di 58.000 sterline è stata concessa ad una donna di pulizie per una dermatite
alle mani, la cui responsabilità è stata attribuita al datore di
lavoro per non aver indicato quando dovesse portare i guanti in
dotazione. (4)
Ma la sanzione finanziaria non si estingue con la sentenza del tribunale. Nei casi
accertati di dermatite professionale, i premi assicurativi per i rischi di responsabilità
civile salgono alle stelle, e poiché i lavoratori lesi possono raramente continuare a
svolgere il loro lavoro, tutte le loro qualifiche professionali e tutti gli investimenti
affrontati dall’azienda in spese di assunzione, addestramento e prestazioni previdenziali, risultano irrimediabilmente perse.
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INDICE
2. COS’È E COME FUNZIONA LA NOSTRA PELLE
La pelle è l’organo più grande del corpo. Oltre ad assicurare la nostra coesione fisica, svolge anche numerose altre funzioni.
REGOLAZIONE DELLA
TEMPERATURA CORPOREA
Quando si trovano esposti
al freddo, i piccoli vasi sanguigni presenti nella cute si
contraggono, riducendo la
dispersione termica del
sistema tegumentario: la
pelle diventa fredda al
tatto. In senso opposto,
uno sforzo o il caldo ambientale aumentano la temperatura corporea, provocando la dilatazione dei
vasi sanguigni che a loro
volta dissipano il calore.
Nello stesso tempo, le
nostre ghiandole sudoripare secernono attraverso i
pori un secreto (il sudore)
che spargendosi sulla
superficie della cute ed
evaporandosi contribuisce
all’ulteriore abbassamento
della temperatura corporea.
La pelle è il nostro sistema fondamentale di protezione contro le aggressioni ambientali, e il suo corretto funzionamento è essenziale per la nostra vita.
La pelle raffredda il corpo e al tempo stesso lo protegge dal freddo.
La pelle è la nostra prima barriera difensiva contro l’aggressione dei batteri.
E senza i suoi recettori sensoriali, non potremmo essere avvisati di un contatto pericoloso con oggetti caldi, acuminati o taglienti, non riusciremmo a prendere un uovo
tra le dita senza infrangerlo, non potremmo aver sviluppato un’intera civiltà, che
dalla tastiera del computer al bisturi del chirurgo è così largamente dipendente dalla
precisione e dalla sensibilità del tatto.
Tutto quello che lede la cute o ne ostruisce i pori può avere gravi conseguenze per
la nostra salute. A volte, la lesione si palesa solo dopo un lungo periodo di ripetuta
esposizione ad un determinato rischio. Se la lesione è stata provocata in ambito
lavorativo, la guarigione può essere molto lunga. In certi casi, la cronicità può essere
tale da costringere l’infortunato a lasciare il suo lavoro. E questo spiega l’elevato
numero di denunce per infortuni sul lavoro dovuti a lesioni cutanee risultanti dall’attività professionale e l’entità, spesso molto elevata, dei risarcimenti pagati.
GRANULI DELLA MEMBRANA DI RIVESTIMENTO
STRATO
LIPIDICO
Da 0,06
a
1 MM
EPIDERMIDE
GHIANDOLA
SEBACEA
Da 0,06
a
4 MM
DERMA
VASO SANGUIGNO
CANALE
SUDORIPARO
NERVI
SENSORI
RADICE
PILIFERA
STRATO ADIPOSO
(GRASSO)
SEZIONE TRASVERSALE DELLA CUTE
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CUTE E SOLE
L’esposizione della pelle ai
raggi ultravioletti emessi
dal sole è necessaria per la
produzione della vitamina
D necessaria per l’organismo. Tuttavia, un’esposizione eccessiva può
provocare il tumore della
pelle.
I soggetti di carnagione
scura hanno un tasso di
melanina più elevato nella
pelle, che li protegge naturalmente dall’irradiazione
solare forte. Le lentiggini
dei soggetti a carnagione
chiara sono dovute alla
colorazione di depositi irregolari di melanina nella
cute che reagiscono alla
luce del sole.
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Ogni centimetro quadro di pelle contiene mediamente niente meno di 6 milioni di cellule e oltre un
metro di vasi sanguigni.
L’EPIDERMIDE
INDEX
IL NOSTRO APPARATO CUTANEO VISTO DA VICINO
Solo i canali sudoripari e i follicoli piliferi oltrepassano la
superficie esterna della cute.
Nervi sensori nello strato
granuloso
Canale escretore di ghiandola sudoripara.
IL DERMA O STRATO DERMICO
L’epidermide costituisce il sistema protettivo primario del nostro organismo. Il suo spessore varia
da 1 mm circa sul palmo della mano a solo 0,06
mm nelle palpebre.
Può raggiungere 4 mm di spessore
ed è costituito da fibre interconnesse di collagene ed elastina immerse
in un gel fluido. Queste fibre conferiscono all’apparato cutaneo la
sua resistenza e la sua elasticità.
Da qui, le cellule migrano progressivamente verso l’alto per formare la
superficie cutanea esterna.
I piccoli vasi sanguigni presenti nella
cute regolano la dissipazione termica dell’organismo.
I nervi sensori hanno le loro sottili
terminazioni nello strato granuloso
dell’epidermide.
Solo i canali sudoripari e i follicoli
piliferi oltrepassano la superficie
esterna della cute.
L’EPIDERMIDE IN SEZIONE
Lo strato inferiore, o basale, dell’epidermide produce delle cellule che migrano progressivamente
verso l’alto, appiattendosi gradualmente per formare uno strato granuloso. Tra queste cellule che
s’innalzano, si forma una rete di piccole sacche
(granuli della membrana di rivestimento ).
EPIDERMIDE
Man mano che vengono compresse dalle cellule
ascendenti, questi granuli secernono una sostanza
protettiva. Questo strato inferiore di cellule protette
costituisce la nostra prima barriera difensiva contro le sostanze pericolose che possono penetrare
la parte più esterna della cute.
Le cellule parzialmente appiattite formano uno
strato trasparente (detto STRATO LUCIDO) prima
di comprimersi e formare lo strato corneo esterno
della cute. Queste cellule contengono una proteina
particolarmente dura nota come cheratina.
Lo STRATO CORNEO, quello esterno, protegge
l’organismo da sfregamenti e lacerazioni. Man
mano che le cellule morte vengono asportate
mediante desquamazione, le cellule inferiori si
innalzano, si appiattiscono, muoiono e finiscono
col sostituirle. (Se gli sfregamenti in un determinato punto risultano molto intensi, il ciclo di rinnovo
si accelera e le nuove cellule risultano più spesse e
notevolmente indurite. Così si formano i calli).
STRATO ADIPOSO O
SOTTOCUTANEO
Detto anche tessuto adiposo,
questo strato di grasso isola il corpo
e preserva in tal modo le sue riserve
energetiche.
SEBO
Le ghiandole intorno alle radici pilifere secernono il sebo, il
quale forma una pellicola oleosa che riveste la superficie esterna della pelle. L’eccedenza di sebo offre un riparo ideale ai
batteri naturali della cute che ne evitano la colonizzazione da
parte di microrganismi esterni pericolosi.
Il sebo intrappola inoltre le fini particelle di sporco, evitando
che esse penetrino nella matrice cellulare o che ostruiscano i
pori sudoripari.
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Piccoli vasi sanguigni presenti nella cute; regolano la dissipazione del calore.
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INDICE
COME SI PUO’ DANNEGGIARE LA PELLE
1.
Contatto con sostanze chimiche liquide.
Il contatto con sostanze chimiche o solventi liquidi provoca la rapida rimozione dello
strato superficiale di sebo e del materiale protettivo che ricongiunge le cellule epidermiche. Le sostanze chimiche possono quindi penetrare in profondità nelle cellule
dermiche.
Le sostanze chimiche tossiche assorbite dal derma vengono quindi trasportate dal
sangue in altre parti dell’organismo e possono provocare gravi lesioni prima di
essere eliminate per via renale. Certe sostanze chimiche si trasformano nel corpo in
metaboliti più nocivi rispetto alla sostanza originale, e che possono anche ledere gli
organi vitali.
2.
Contatto con sostanze chimiche vaporizzate.
Gli insetticidi e altri prodotti agricoli vaporizzati vengono appositamente utilizzati nell’intento di penetrare il più rapidamente possibile negli strati protettivi dei vegetali. E
con la stessa rapidità, sono in grado di penetrare nella cute umana. (Forse
ricorderete la morte, qualche anno fa, di un operaio le cui mani erano state contaminate da un prodotto per la cura del legno a base di lindano).
3.
Contatto prolungato con l’acqua
Il contatto prolungato con l’acqua ha come effetto di rimuovere le sostanze protettive delle cellule, proprio come farebbe un solvente, soprattutto se l’acqua contiene
anche particelle abrasive (ad es.: argilla) o un detergente.
L’elasticità della nostra pelle è determinata dal suo tasso di umidità che si aggira
normalmente tra il 10% e il 22%: la pelle satura d’acqua tenderà a restringere e a
screpolarsi asciugandosi.
4.
Contatto con solventi e polveri.
I solventi asportano rapidamente le sostanze protettive dalla cute e ne provocano
l’essiccamento e la successiva screpolatura.
Le polveri, in generale meno aggressive, possono comunque essiccare la pelle e
dare sensazioni sgradevoli.
5.
Contatto con lo sporco e il grasso
Se i pori sudoripari si ostruiscono, le tossine presenti nel sudore intrappolato cominciano a permeare il tessuto circostante, provocando dolorose eruzioni cutanee.
Queste eruzioni offrono altrettante possibilità a batteri esterni o ad altre sostanze
nocive di penetrare nel corpo.
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Il Cappellaio tutto
matto
Questo celebre personaggio fiabesco, che dà vita
ad una nota espressione
inglese As mad as a Hatter
[Matto come un cappellaio,
ovvero matto da legare],
rimanda ad un autentico
fatto di cronaca dell’epoca
vittoriana: uno sventurato
cappellaio che soffriva di
lesioni neurologiche progressive dovute all’assorbimento di mercurio, un elemento utilizzato allora per
modellare i cappelli. I composti tossici del mercurio
sono ancora largamente
utilizzati oggigiorno, come
ad esempio nelle lampade
a tubo fluorescenti.
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6.
Particelle perforanti
In molte industrie, minuscoli sfridi e schegge di lavorazione (specie quelli di metallo
e fibra di vetro) possono conficcarsi nella pelle. Di solito, i lavoratori non se ne
accorgono nemmeno, salvo quando si rivela un’infezione.
7.
Uso di creme barriera inadeguate
Le creme barriera non evitano la permeazione delle sostanze chimiche nella cute,
anzi, l’accelerano. Tuttavia, l’uso di crema per le mani dopo il lavoro è vivamente
consigliato. (6)
8.
Uso di prodotti detergenti inadeguati
In molte industrie, si sono sviluppati metodi empirici di pulizia estremamente pericolosi per le mani. I decoratori, ad esempio, sono soliti nettarsi le mani con acquaragia minerale, i meccanici spesso ricorrono alla benzina, e i muratori a sabbia mista a
liquidi vari!
Ma anche certi detergenti commerciali, possono causare problemi, se contengono
solventi. Come accadde ai lavoratori e tecnici nucleari che utilizzavano gel al solvente per decontaminarsi le mani. In realtà, anche se le loro mani apparivano perfettamente pulite, le particelle radioattive erano entrate più in profondità, all’interno
della pelle.
«Utilizzate solo detergenti per mani riconosciuti».
I datori di lavori sono ritenuti giuridicamente responsabili per le dermatiti
provocate da prodotti di pulizia inadeguati o pericolosi, anche se utilizzati
a loro insaputa.
In ogni caso, il sistema più efficace per evitare lesioni alla pelle consiste nell’evitare i contatti a rischio, e la soluzione più semplice al riguardo è di portare
guanti di protezione adatti.
(6) Essentials of Industrial Dermatology, Prof. D. Burrows, 1995, p.17
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CHE COS’È LA DERMATITE DA CONTATTO
Esistono vari tipi di affezioni della cute, genericamente detti dermatiti. Alcune
sono provocate da stati morbosi, altre dallo stress, ma in ambito professionale,
la dermatite è immancabilmente provocata dal contatto fisico con sostanze
esterne. Questa categoria di affezioni cutanee è comunemente nota come dermatite o eczema da contatto, e può essere evitata munendosi di adeguati indumenti di protezione.
La dermatite o eczema da contatto può essere definita come un’infiammazione
cutanea non infettiva, acuta o cronica, spesso fortemente demarcata, e
accompagnata il più delle volte da vesciche, rossori, prurito, gonfiori, piaghe o
desquamazione.
(A) DERMATITE DA CONTATTO IRRITANTE
PUNTUALIZZIAMO !
«Eczema e dermatite sono
due cose diverse.»
FALSO! Parlando di dermatiti da contatto, le due
parole hanno lo stesso significato.
«La dermatite è contagiosa.»
FALSO! Lavoratori che
condividano le stesse condizioni a rischio possono
tendere a soffrire di dermatiti originate dalla stessa
causa, ma non possono
passarsela tra di loro.
La causa più frequente di infortunio professionale è, in base alla denunce recensite,
la dermatite da contatto irritante (DCI), un’affezione nella quale la cute perde la sua
capacità autoriparativa. Questa situazione viene di solito a determinarsi dopo un
contatto prolungato con sostanze apparentemente innocue, non visibili (o
percettibili) al momento della lesione cutanea.
Valutiamone un pratico esempio:
Ad una portinaia non verrebbe in mente di utilizzare candeggina forte senza guanti.
Ma forse la stessa portinaia utilizza ogni giorno un prodotto di pulizia contenente un
candeggiante diluito senza alcuna protezione. Naturalmente, questa persona non si
accorgerà della lesione subita dalla pelle, al massimo avrà l’impressione di avere la
pelle secca. Ma in realtà l’epidermide viene lesa ad ogni contatto e, per ripararla, la
pelle deve produrre nuove cellule. Finalmente, se questa abitudine viene mantenuta,
il meccanismo autoriparativo della cute si «inceppa», lasciando - visibilmente e
dolorosamente - esposto il sottostante tessuto dermico sensibile.
Se a questo punto, la nostra brava portinaia decide di utilizzare guanti di protezione,
la sua pelle comincerà a guarire. Occorreranno tuttavia varie settimane prima che la
guarigione sia effettivamente visibile e che il ritmo di sostituzione delle cellule cutanee torni ad un livello normale. Ma se ignora la lesione e continua ad esporre le sue
mani al prodotto di pulizia incriminato o ad altri rischi, i meccanismi di riparazione
rischiano di essere definitivamente compromessi lasciando il soggetto in una condizione di incurabilità.
La dermatite da contatto irritante è la dermatite più difficile da evitare, poiché
viene provocata dal contatto con sostanze apparentemente innocue, impiegando spesso mesi o addirittura anni per svilupparsi.
Attenendovi tuttavia alle seguenti regole precauzionali, sarete in grado di prevenirla.
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CONSIGLIO PRATICO
Interrompendo la circolazione del liquido refrigerante quando il nuovo
pezzo viene inserito sul
tornio, si possono ridurre
significativamente il rischio
di dermatite e costosi
sprechi di liquido refrigerante.
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CONSIGLIO PRATICO:
SE NON NE MANGERESTE O NON NE
BERRESTE, NON METTETECI LE MANI!
Vi azzardereste a bere un
liquido ad uso industriale o
agricolo ? Perché allora
considerare che il suo
maneggio sia innocuo per
le vostre mani ?
Molte sostanze possono
penetrare nell’organismo
con la stessa velocità attraverso la cute che per
ingestione.
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1. Evitate il contatto con tutte le cause note di DCI, come ad esempio i liquidi
refrigeranti utilizzati nelle macchine utensili.
2. Assicuratevi che il personale sia correttamente protetto contro i contatti con
liquidi, polveri o materiali solidi che possono contenere componenti irritanti.
3. Accertatevi che gli estrattori a vapore vengano utilizzati scrupolosamente. In
particolare, i vapori di solvente possono causare dermatiti facciali (specie
intorno agli occhi, dove la pelle è più sottile) e rivelarsi tossici.
4. Vietare il maneggio, senza le debite protezioni, di qualsiasi prodotto o oggetto che possa indurre disidratazione cutanea.
5. Ricordatevi che mettere a disposizione indumenti protettivi non basta!
Dovete anche accertarvi che vengano effettivamente utilizzati e incoraggiare
l’applicazione di procedure e prassi di lavoro efficaci e sicure. (Nota: in caso di
mancato adempimento a questi obblighi-doveri, potreste anche essere ritenuti
giuridicamente responsabili.)
NON LASCIATEVI INGANNARE DALLE APPARENZE
Generalmente, il periodo di sviluppo della DCI si misura in anni, anziché mesi.
Se si verifica in una persona assunta di recente dalla vostra società, l’affezione
può essersi sviluppata nell’ambito di un precedente posto di lavoro.
Allo stesso modo, una dermatite può avere la sua origine in una causa esterna
all’ambiente professionale: prodotti «fai-da-te», mastice da carrozzeria, olio per
motori, ecc. possono ad esempio averne provocato l’attivazione.
(B) DERMATITE DA CONTATTO ALLERGICO (DCA)
Con quest’espressione si è soliti indicare le dermatiti causate dal contatto cutaneo
con un noto allergene. Non è osservabile alcuna reazione cutanea iniziale e, a volte,
può anche essere necessario un contatto ripetuto per determinarne la manifestazione. Dopo contatti ripetuti, si possono avere rossori, prurito e, in una fase ulteriore, anche eruzioni cutanee. Se il contatto viene mantenuto, il disturbo può peggiorare. Finalmente, il soggetto si troverà in una situazione in cui sarà incapace di svolgere qualsiasi attività professionale che presupponga un contatto con la sostanza
allergenica.
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CONSIGLIO PRATICO:
Portare indumenti umidi o
costantemente bagnati è
una nota causa di DCI.
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CHE COS’È UN ALLERGENE
Allergene è una sostanza che può indurre l’organismo a sviluppare ipersensibilità nei suoi confronti.
La reazione allergica si verifica quando l’organismo di una persona sensibilizzata si accorge di essere stato posto a contatto con una qualsiasi sostanza
capace di attivare tale sensibilità.
L’organismo vi risponde con una reazione cutanea sgradevole, ottimo deterrente a evitare un successivo contatto con l’allergene.
Gli allergeni non sono né di origine virale, né di origine batterica, e raramente
sono organismi viventi (anche se certi animali o piante possono essere all’origine di problemi di allergia). Possono penetrare nell’organismo secondo varie
vie: ingestione, inalazione o contatto cutaneo. Una volta che il sistema
immunologico è stato attivato dall’allergene, l’organismo viene sensibilizzato:
ad ogni successivo contatto con quest’allergene, l’organismo risponderà con
una reazione sgradevole.
La sensibilizzazione agli allergeni a trasmissione aerea, come il polline delle
graminacee, provoca problemi respiratori (raffreddore da fieno). Molte persone
reagiscono fortemente al contatto con il nickel, elemento largamente utilizzato
nella bigiotteria. Nell’industria, il Toluene Diisocianato (TDI) è un altro esempio
di allergene respiratorio.
Una volta sensibilizzato, l’organismo dovrà sottostare ad un lungo periodo
senza contatto con l’allergene prima di vedere ridursi la sua sensibilità. In molti
casi, la sensibilità viene acquisita per tutta la vita. L’unico modo per evitare la
sensibilizzazione è di evitare il contatto con tutte le sostanze potenzialmente
allergeniche.
L’unico modo per evitare una dermatite quando si manipola un allergene identificato come tale, consiste nell’evitare il contatto fisico con la cute, cioè nel
portare sempre un paio di guanti adatti.
PRODOTTI ALLERGENI
CONTENUTO
CEMENTO
CROMO
LEGA PER SALDATURA/BRASATURA
COLOFONIUM
CERA LUCIDANTE
COLOFONIUM
IDROPITTURA
FORMALDEIDE O ISOTIAZONILONE
BIGIOTTERIA
NICKEL
INSETTICIDI DA GIARDINO
TIURAMI O CARBONATI
VERNICI ANTIVEGETATIVE
TIAZOLI
NB. Questa lista elenca solo alcune delle sostanze comunemente reperibili in commercio che contengono
sostanze potenzialmente allergeniche.
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Come reagisce la pelle alla DCA
La DCA viene definita come una reazione cutanea ad effetto «ritardato» (del IV tipo)
poiché la reazione immunologica impiega un certo lasso di tempo per svilupparsi e
produrre sintomi visibili.
Il sistema cutaneo è dotato di cellule speciali di «guardia» che, superato il limite di
esposizione ad un allergene del IV tipo, producono dei «marker» o indicatori che reagiranno al prossimo contatto. Quando questo contatto si realizza, queste cellule
innescano la produzione di cellule di protezione, dette linfociti T, specifiche a questo
particolare allergene. Dopo l’esposizione, questi linfociti innescano a loro volta una
serie di reazioni complesse nell’organismo che culminano con la produzione di
agenti infiammatori naturali nell’area cutanea affetta.
È impossibile quantificare l’entità del contatto con l’allergene, necessaria per
innescare il processo di sensibilizzazione. Molti sono i fattori implicati: la natura e la
concentrazione dell’allergene, la frequenza e la durata del contatto, la presenza di
altre lesioni cutanee, e persino il tipo di pelle. Alcune sostanze, in concentrazioni
sufficienti, possono causare sensibilizzazione nella quasi totalità dei soggetti esposti
indipendentemente dalla durata dell’esposizione; altre invece interesseranno solo
poche persone.
Quando una sostanza utilizzata nell’ambiente di lavoro è nota per il suo potenziale allergenico, è essenziale proteggere il personale contro i rischi potenziali
di sensibilizzazione.
Nella maggior parte dei casi, questa misura preventiva viene attuata utilizzando
appositi guanti di protezione. Ma in certi casi, i guanti stessi possono essere un
problema. Tutti i guanti di gomma vengono fabbricati infatti utilizzando sostanze
chimiche. Ora, se queste sostanze chimiche (in particolare i tiurami, i tiazoli e i carbammati) permangono in quantità troppo elevate nella gomma, i guanti fabbricati
con questa gomma possono provocare la sensibilizzazione. Le stesse sostanze
chimiche si ritrovano anche negli antiparassitari per alberi, nelle pitture antimuffa e
negli impermeabilizzanti per automobili. Una persona può quindi essere sensibilizzata nell’ambito delle sue attività di tempo libero, così da non sopportare i guanti protettivi sul posto di lavoro. In questo caso, la soluzione migliore consiste nell’adottare
guanti anallergici, che contengono un bassissimo livello di residui chimici.
CASO TIPICO:
Si era osservato che un numero crescente di chirurgi presentava un’ipersensibilità
ai prodotti chimici della gomma, causata dai guanti chirurgici portati per lunghi
periodi di tempo, mentre le infermiere strumentiste erano frequentemente sensibilizzate ai fluidi sterilizzanti (glutaraldeide) che permeavano i loro guanti. Ansell
Edmont decise di sviluppare un nuovo guanto più resistente a glutaraldeide e
contenente il più basso tasso residuo possibile di acceleranti. I guanti Ansell
Edmont GAMMEX sono oggigiorno ampiamente utilizzati negli ambienti medicosanitari.
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(C) ORTICARIA DA CONTATTO
Esistono due tipi di orticaria da contatto: la forma allergica (immunologica) e quella
irritante (non immunologica). Benché siano notevolmente meno frequenti rispetto
alla dermatite da contatto irritante (DCI) o allergica (DCA), e siano accompagnate da
sintomi più miti, entrambe si manifestano saltuariamente negli ambienti di lavoro e
possono essere evitate calzando adeguati guanti di gomma.
L’orticaria da contatto (OC) viene classificata come una reazione cutanea «immediata» (tipo I). Si sviluppa rapidamente, speso nel giro di un’ora dopo il primo contatto
con l’allergene, e comincia ad attenuarsi non appena la causa viene rimossa. I sintomi - arrossamenti e prurito cutaneo - scompaiono di solito dopo qualche ora, senza
lasciare tracce lesive durature.
L’orticaria da contatto è una sensibilità personale che si attiva nell’organismo a contatto con una sostanza esterna apparentemente innocua. In linea di massima, la
sostanza sensibilizzante non provoca reazioni nella stragrande maggioranza delle
persone. Può essere accomunata alla rapida e sgradevole reazione che si manifesta
in certe persone quando mangiano fragole, mentre la maggior parte può assaporarle
senza problemi. A contatto con la sostanza irritante, l’organismo produce localmente e rapidamente una concentrazione di immunoglobine E (IgE), che a loro volta
provocano la liberazione di agenti infiammatori naturali, come l’istamina. La pelle
non direttamente a contatto con la sostanza irritante non è affetta.
Naturalmente, l’anamnesi medica della persona può indicare la predisposizione ad
una sensibilità orticarica: le persone affette da asma e raffreddore da fieno, ad
esempio, tendono ad essere maggiormente esposte. Ma ciò non è un motivo sufficiente per allontanarle da loro lavoro: le reazioni indotte dalla OC possono causare
un certo fastidio, ma molto raramente rappresentano una minaccia per la salute dell’individuo.
Le persone che presentano una sensibilità alla OC possono reagire a sostanze naturali, tra le quali anche certe proteine presenti nella gomma di lattice naturale.
Fortunatamente, solo in rarissimi casi, può verificarsi una reazione anafilattica più
grave che provochi nel soggetto difficoltà respiratorie, sintomi da shock o addirittura
un collasso vascolare con esito anche mortale. Se la gomma di lattice provoca
reazioni cutanee, basterà adottare un guanto adatto in gomma sintetica per rimediare al problema.
Per i medici e i dentisti che eseguono esami o interventi invasivi, la scelta più
sicura è un guanto con bassissimi livelli di proteine estraibili, come i guanti
della linea Ansell Edmont GAMMEX.
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(D) FOTOSENSIBILITÀ CUTANEA
Quest’affezione riduce la capacità della cute di resistere alle radiazioni ultraviolette
emesse dal sole; il soggetto sviluppa eruzioni cutanee dolenti su tutte le parti del
corpo esposte alla luce solare.
Questa sensibilizzazione può essere provocata da contatti ripetuti con fenoli alogenati, catrami, coloranti e certi fluidi refrigeranti per macchina utensile. Anche certi
farmaci sono noti per il loro effetto fotosensibilizzante.
La fotosensibilità cutanea è estremamente difficile da curare, tuttavia l’impiego di
creme solari ad alto potere filtrante può dare un certo sollievo. (7)
(7) Contact Dermatitis, E. Cronin, 1983, pp. 414-418.
PROTEGGETE LA VOSTRA PELLE
LISTA DI CONTROLLO PER LA PREVENZIONE DELLE DERMATITI DA CONTATTOT
• Senza contatto, nessun rischio di dermatite da contatto.
Evitate i contatti adottando buone procedure di lavoro e guanti di protezione
di comprovata efficacia.
• Procedete ad un’approfondita valutazione dei rischi.
Identificate tutte le sostanze allergeniche o pericolose presenti nell’ambiente
di lavoro e accertatevi di scegliere guanti di protezione adatti.
• Se il personale lavora a mani nude, accertatevi che il detergente per
mani messo a loro disposizione sia perfettamente innocuo.
• Ricordatevi che molti preparati commerciali contengono sostanze
potenzialmente allergeniche.
Chiedete al vostro fornitore informazioni sulla composizione dei suoi prodotti
e verificate le proprietà di tutte le sostanze elencate*. Potete all’occorrenza
chiedergli di confermare per iscritto che questo o quel prodotto non contengono sostanze irritanti o allergeniche.
• Non calzare guanti per periodi di tempo eccessivamente lunghi.
I guanti che hanno lasciato permeare liquidi pericolosi vanno immediatamente scartati, mentre i guanti indeboliti dal contatto con sostanze chimiche
vanno eliminati prima ancora che possa verificarsi un rischio di strappo o lacerazione.
* Per i prodotti chimici,
consultate una guida di
riferimento autorevole
come il Merck Index.
• Nella fase iniziale, la dermatite da contatto irritante non presenta una
sintomatologia specifica e risulta visibile solo dopo alcuni mesi o anni di
esposizione. È quindi essenziale evitare l’ulteriore sovraesposizione non
appena i sintomi cominciano a manifestarsi, pena l’incurabilità dell’affezione.
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SIATE SAGGI:
EVITATE LE «IMITAZIONI» A BUON
MERCATO
Due guanti, simili nel loro
aspetto, possono avere
proprietà protettive
notevolmente diverse. Se
dovete sostituire un tipo
comprovato di guanti di
protezione, accertatevi che
la vostra nuova scelta offra
almeno le stesse qualità
operative e funzionali.
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LA SCELTA DEL GUANTO GIUSTO
Abbiamo visto come sia possibile prevenire le dermatiti di ogni tipo, munendosi di
indumenti di protezione, ed in particolare di guanti.
Ma come si individua il guanto giusto ?
* Innanzitutto, deve essere fatto bene, esente da difetti.
Un guanto che dia a chi lo calza un finto senso di sicurezza crea una situazione di maggiore pericolosità. Infatti, non verrebbe mai in mente ad un
operaio di manipolare un acido a mani nude. Però, calzando guanti che egli
presume resistenti all’acido, ma che invece sono permeabili allo stesso o
presentano microforature, si troverà di per sé in una situazione rischiosa.
* Deve adattarsi comodamente alla mano.
La gente tende infatti a «dimenticare» di calzare guanti scomodi o che
intralciano il lavoro. Inoltre, un guanto che sfrega continuamente sulle mani
rischia, a lungo andare, di provocare infezioni.
* Il suo disegno deve essere idoneo al lavoro da svolgere.
Molti sono i parametri da valutare per decidere quali siano i guanti più adatti per un determinato lavoro. La natura e l’entità del contatto chimico, lo
spessore e la resistenza relativa del guanto, la sua lunghezza, la sua
flessibilità, il tipo di finitura e di fodera, e anche il suo disegno, tutti questi
parametri hanno un impatto diretto sulla sicurezza.
* Deve essere fabbricato con materiali idonei.
Il termine «gomma» viene generalmente utilizzato per indicare un’ampia
gamma di materiali flessibili sia naturali che sintetici. Tuttavia, da un tipo
all’altro la resistenza chimica può presentare notevoli variazioni, e i produttori seri sono soliti comunicare informazioni e dati precisi al riguardo.
Chiedete al vostro fornitore di consigliarvi un guanto per ogni specifica
applicazione.
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RESISTENZA DEI MATERIALI DI COSTRUZIONE DEI GUANTI
La parola «gomma» indica una gamma di materiali estensibili notevolmente differenziati, noti come elastomeri. Quello più frequentemente utilizzato nella fabbricazione
dei guanti è il lattice naturale, ma esiste anche una numerosa schiera di alternative
sintetiche.
Ciascuno di essi offre chiari vantaggi prestazionali, ma ciascuno ha, inevitabilmente,
il suo “tallone di Achille”. La tabella sottostante propone un riepilogo dei «pro» e
«contro» che possono aiutarvi ad individuare il materiale più sicuro per il vostro personale.
Punti di forza
Gomma di lattice
naturale
Punti deboli
Resistenza relativamente elevata abbinata ad una flessibilità e una
resistenza moderata all’abrasione e al taglio.
Non adatto al maneggio di solventi minerali e di certi acidi.
Di solito, una scelta economicamente conveniente.
NITRILE (gomma
butadiene-acrilonitrile)
o NBR)
I guanti con maggiore tenore di acrilonitrile (AN) offrono una buona
resistenza ai solventi alifatici.
Viene rapidamente degradato dai chetoni (MEK, MIBK, acetone) dal diclorometano e da certi solventi organici.
Disponibile in due classi di resistenza ai solventi, a secondo del contenuto - Alto o Basso - di AN.
Il tipo ad alto tenore di AN offre una buona resistenza ai solventi alifatici e una limitata protezione contro certi solventi clorurati.
Entrambi i tipi presentano una buona resistenza ad oli, grassi minerali
e animali.
Buone anche la resistenza meccanica e la resistenza all’abrasione.
NEOPRENE(TM)
Ottima resistenza agli acidi (tra cui l’acido fluoridrico) e agli alcali forti.
Inefficace con i solventi minerali aromatici e clorurati.
Scarsa resistenza al taglio e alla perforazione.
Buona protezione contro i solventi alifatici e la maggior parte delle
soluzioni acquose.
Buona resistenza all’abrasione.
VITON (TM)
La protezione più duratura contro i solventi più tossici, tra i quali i
bifenili policlorurati (PCB) e il benzene (potenzialmente cancerogeno).
Costo eccessivo.
BUTILE
I guanti in gomma butile offrono la più alta resistenza ai superacidi e
alla maggior parte delle soluzioni acquose.
Resistenza relativamente scarsa alle soluzioni minerali.
Relativamente costoso.
Resistenza fisica e flessibilità ragionevoli.
PVC
(Cloruro di polivinile)
Protezione moderata contro acidi, alcali e soluzioni chimiche acquose.
Il freddo o il contatto con soluzioni minerali irrigidiscono il PVC e
ne favoriscono la rottura.
Resistente agli oli e al grasso. Buona resistenza all’abrasione.
I guanti di PVC con fodera in cotone possono assorbire i liquidi
attraverso l’estremità del polso o, mediante permeazione, attraverso le fibre di cotone prese nel rivestimento di PVC.
Nessuna resistenza ai chetoni e a certi altri solventi.
PVA (alcool polivinilico)
Straordinaria protezione contro i solventi alifatici e aromatici, e la maggior
parte dei solventi clorurati, anche contro il nitrobenzene.
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Si indebolisce al contatto dell’acqua o di idrosoluzioni chimiche,
pur offrendo un’elevata resistenza ai solventi liquidi non acquosi.
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CONFRONTO DELLA RESISTENZA ALLE SOSTANZE
CHIMICHE LIQUIDE
Se un guanto è progettato e fabbricato correttamente, i liquidi non penetrano all’interno. Tuttavia, le sostanze pericolose possono raggiungere la pelle grazie al
processo di permeazione molecolare. È pertanto essenziale verificare la capacità di
ogni guanto di resistere alla permeazione dei prodotti chimici che utilizzate nell’ambito del vostro lavoro.
Da anni, Ansell Edmont è all’avanguardia nello sviluppo dei dati di permeabilità. Il
lettore troverà nell’attuale catalogo dei prodotti Ansell Edmont i dati di resistenza alla
permeazione dei suoi guanti in funzione di 126 sostanze chimiche tra le più ricorrenti
in ambito industriale.
Il tempo impiegato da un liquido per attraversare un guanto viene detto tempo di
permeazione (BTT) ed è espresso in minuti di contatto continuo. Tuttavia, molte
sostanze chimiche a bassa tossicità permettono di accettare un contatto cutaneo
limitato. Per questo motivo viene ugualmente misurato l’indice di permeazione (PR)
che indica il ritmo secondo il quale una particolare sostanza attraversa il guanto
dopo la permeazione iniziale. L’indice di permeazione è espresso in microgrammi
per centimetro quadro al minuto (µg/cm2/min).
ESEMPIO DI RESISTENZA COMPARATA CON ALCOOLI
La gomma naturale resiste 30 minuti alla permeazione dell’etanolo, lasciandolo
poi passare in misura di 9µg/cm2/min. Niente di grave, giacché con un indice
simile, il tasso di alcool assorbito al termine della giornata dalla persona che
calza il guanto sarà comunque inferiore a quello assorbito bevendo un boccale
di birra all’ora di pranzo! Il nitrile è in grado di resistere per ben 240 minuti
prima di raggiungere un analogo indice di permeazione; ma pochi riterranno
che ciò valga il supplemento di costo.
Il metanolo è strutturalmente simile all’etanolo e consente tempi di permeazione simili sia con la gomma naturale che con la gomma nitrilica, ma è
estremamente tossico. In questo caso, è essenziale l’uso di guanti in Neoprene
(TM) o Viton (TM) che offrono una resistenza alla permeazione sostanzialmente
maggiore
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VERIFICA DI SICUREZZA: CONTROLLATE LA
DESTINAZIONE EFFETTIVA DEI VOSTRI
GUANTI NELL’AZIENDA
Accertatevi che i guanti
destinati ad una specifica
applicazione non vengano
trasferiti in altri reparti e
utilizzati per maneggiare
materiali e oggetti per i
quali possono anche non
essere idonei.
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SALUTE E IGIENE SOTTO CONTROLLO
I guanti protettivi possono svolgere un ruolo importante nel proteggere le mani del
vostro personale, purché tuttavia vengano utilizzati e curati come si deve. Ciò significa solo attenersi ad alcune regole di buon senso e rispettare le precauzioni elementari di igiene, ma ciò significa anche che la mancata osservanza di queste regole
elementari può comportare un rischio per la salute di chi li porta.
Controllate regolarmente i guanti
Ai sensi della vigente normativa UE, i datori di lavoro hanno l’obbligo di garantire
che i guanti forniti ai loro dipendenti siano sempre in perfette condizioni di utilizzo. I
guanti devono pertanto essere sottoposti a regolari controlli onde accertare l’assenza di difetti e nei casi in cui i lavoratori manipolano sostanze tossiche o aggressive, i
guanti devono essere sostituiti con sufficiente anticipo di tempo prima di un loro
possibile cedimento.
Fornite informazioni esaurienti sull’uso dei guanti
I datori di lavoro devono far sì che il loro personale sappia esattamente quando,
dove e come utilizzare i guanti assegnati loro.
Prevedete cicli di utilizzazione non eccessivamente lunghi
Quando i guanti di gomma sono nuovi, i residui chimici presenti nella gomma conferiscono generalmente proprietà antivirali ed antibatteriche che restano attive finché
vengono neutralizzate e sopraffatte dai detriti di pelle, dall’umidità, dallo sporco e da
altri contaminanti trasportati dalle mani e accumulatisi nei guanti. Le muffe e i batteri
cominciano ad accumularsi, pronti ad infettare la minima ferita o escoriazione. Lo
sviluppo di questi organismi viene accelerato dall’abitudine diffusa di lasciare i guanti umidi di sudore chiusi tutta la notte in un cassetto o un armadietto in un locale
caldo. La soluzione ideale consiste nel provvedere al rimpiazzo, o almeno al lavaggio, dei guanti ad intervalli regolari. Ma dove questa soluzione non sia attuabile, si
potranno adottare vantaggiosamente guanti contenenti un agente batteriostatico,
contrassegnati dalla dicitura «SanitizedTM» o «ActifreshTM» sulla confezione.
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La temperatura ottimale
per lavarsi le mani è di 32°
C, uno scostamento di
solo 5° C in senso positivo
o negativo basta ad alterare le proprietà barriera
della pelle.
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Lavate frequentemente i guanti
Si consiglia di procedere ad un lavaggio almeno settimanale dei guanti. (I guanti che
non vengono lavati regolarmente diventano a breve maleodoranti). Qualora vengano
utilizzati per il maneggio di prodotti alimentari, lavare i guanti ogni giorno o utilizzare
guanti monouso.
Attenti alle mani sudate
La pelle rimasta per ore a contatto con il proprio sudore, finirà coll’essiccarsi e screpolarsi, esponendo gli strati tessutali sottostanti. La soluzione ideale è di scegliere
un modello foderato con cotone morbido ed assorbente, ma laddove ciò possa
compromettere la destrezza, si preferirà una felpatura di cotone felpato che
mantiene uno strato d’aria tra la mano e la gomma. Si provvederà inoltre a fornire ai
lavoratori una crema per le mani da applicare al termine della giornata lavorativa.
Vietate rigorosamente la condivisione dei guanti
Questa prassi pericolosa ed antigienica che consiste nel lasciare un solo paio di
guanti (di solito costosi) vicino ad una macchina o un impianto (come ad esempio
una cappa d’aspirazione) con l’intento di metterli a disposizione di più persone, è
contraria alle disposizioni legali in materia di sicurezza e igiene.
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VERIFICA DI
SICUREZZA:
Le vostre procedure e
prassi di lavoro sono veramente sicure ?
Secondo i dettami delle
norme europee (UE) non è
più consentito immergere
mani inguantate in liquidi
potenzialmente pericolosi,
come avviene nelle operazioni di pulizia di metalli e
altri materiali. Detti oggetti
vanno invece mantenuti
con pinze o tenaglie, o sistemati su un apposito carrello per la loro successiva
immersione nel liquido. La
pulitura stessa va quindi
eseguita con l’ausilio di
spazzole e pinze a manico
lungo, ecc.
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INCORAGGIATE LE BUONE ABITUDINI PER LA PULIZIA DELLE MANI
L’uso di metodi e di procedure inadeguate per pulirsi le mani è una delle principali
cause di dermatite da contatto. Cercate di curare il più possibile la comodità e la
praticità dei vostri bagni, in modo da scoraggiare la cattiva abitudine di pulirsi rapidamente le mani, senza criterio, né metodo; togliete dal locale tutti i solventi pericolosi ed eliminate anche i tappi per forzare il personale a lavarsi con acqua corrente: lavandosi le mani in un catino i contaminanti rimossi restano in sospensione e
possono quindi riappiccicarsi sulla pelle.
LA SCELTA DEL GUANTO:
INDICAZIONI PER I DATORI DI LAVORO
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Che tipo di manipolazione effettua il vostro personale ?
Cosa accadrebbe se il guanto cedesse durante l’uso ?
Qual è la concentrazione della sostanza chimica da maneggiare ?
Qual è la lunghezza dei guanti a contatto con questo prodotto ?
Quando è richiesta una resistenza chimica, sono rapidamente reperibili presso il fabbricante informazioni dettagliate circa i tempi e gli indici di permeazione ?
Qual è, per il lavoro da svolgere, la combinazione ottimale di caratteristiche in
termini di resistenza chimica e meccanica, di destrezza, di sensibilità e di isolamento termico, ecc. ?
I guanti sono prodotti secondo criteri di qualità e di efficienza soddisfacenti ?
Il fabbricante fornisce informazioni che permettano di attestare la qualità
della produzione ?
Esistono particolari rischi inerenti il guanto stesso ? I guanti presentano un
basso tenore di residui chimici, e in particolare di acceleratori vulcanizzanti ?
Calza bene ? Ci sono rischi per cui il guanto possa agganciarsi ad ingranaggi, organi meccanici, ecc. ?
Quali possibilità vengono offerte per provare i guanti in condizioni reali di
lavoro prima di passare un’ordinazione per grossi quantitativi ?
(Ansell Edmont, ad esempio, offre ai suoi clienti l’opportunità di effettuare
gratuitamente un confronto pratico tra vari tipi di guanti.)
SIATE SAGGI: CHIEDETE IL PARERE DEL VOSTRO PERSONALE
Se i guanti sono scomodi o fanno sudare, se sono troppo pesanti o non
consentono una destrezza insufficiente, il personale sarà riluttante a
indossarli. Mani comodamente protette sono più rapide, più precise e più
produttive nel lavoro: un guanto confortevole è per definizione anche un
guanto conveniente.
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CONCLUSIONI
Proteggere il vostro personale contro i rischi di affezioni cutanee professionali non è
un lusso ... è vostro dovere, a norma di legge, e anche semplice buon senso commerciale: mancare a quest’adempimento può risultare in pesanti risarcimenti e un
sostanziale aumento dei vostri premi assicurativi.
Una buona ed efficace protezione delle mani non è né costosa, né difficile da
attuare. Guanti provati e comprovati, prodotti da un fabbricante che fornisce informazioni sull’idoneità del guanto per il lavoro previsto e sulla sua resistenza alle
sostanze chimiche, risulterà sempre più conveniente di altri prodotti apparentemente
più economici, ma non provati. Non potete fare compromessi sulla qualità dei guanti: una resistenza inadeguata o una produzione difettosa possono avere conseguenze estremamente gravi.
Tenete presente che gli effetti del contatto della pelle con sostanze chimiche possono restare celati finché si manifesta una dermatite o un’altra affezione. Analizzate i
materiali utilizzati nella vostra azienda e premete sui vostri fornitori affinché
provvedano ad identificare chiaramente tutte le sostanze allergeniche e ogni altro
pericolo potenziale inerenti i loro prodotti.
Se desiderate un consiglio per scegliere la giusta protezione, Ansell Edmont sarà
lieta di aiutarvi. Ansell Edmont Industrial è il leader mondiale nella produzione di
guanti di sicurezza. Ansell Edmont produce più guanti di qualsiasi altro produttore
nel mondo: guanti in un’ampia gamma di materiali per applicazioni specifiche. Ansell
Edmont sarà lieta di farvi approfittare della sua lunga esperienza e di guidarvi verso
una soluzione accorta e sicura.
RICORDATEVI, PROTEGGERE LE MANI È PROTEGGERE LA SALUTE
BIBLIOGRAFIA
1.
National Eczema Society, 1989.
2 & 6. «Essentials of Industrial Dermatology, Prof. D. Burrows, 1989, pp. 12 & 17
(Blackwell Scientific Publications).
3.
Assicuratori della società Ross contro la Sig.ra McGuire; Alta Corte d’Irlanda
del Nord, 19881
4.
Consiglio della contea di Cumbria contro la Sig.ra Pape.
5.
«Orticaria da contatto con la gomma: proprietà allergeniche di 19 marche di
guanti in lattice». Turjanmaa K., Acta Universitatis Tamperensis, Vol. 254,
1988.
7.
«Contact Dermatitis», Cap. 9 pp. 414-418, a cura di E. Cronin (Edito da
Churchill Livingstone, 1983).
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Office of Compliance & Surveillance, Centre for Devices, Food & Drugs
Administration, Rockville MD, Stati Uniti. Maggio 1992.
Merck Index, 9a edizione, Rif. 9226, & HSE/EH 40/91 Tavola 1.
«Control of Substances Hazardous to Health» (COSHH).
«Sanitized» e «Actifresh» sono denominazioni commerciali di agenti batteriostatici attivi aggiunti nella formulazione dei guanti di buona qualità.
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