Dott.ssa Iole Pinto La valutazione dei rischi fisici: radiazioni ottiche

La valutazione dei rischi fisici:
radiazioni ottiche
Dott.ssa Iole Pinto
A.U.S.L. 7 di Siena
Laboratorio di Sanità Pubblica
Area Vasta Toscana Sud Est
Laboratorio Agenti Fisici
Centro SIT Acustica n.164
Strada di Ruffolo,4 - 53100 Siena [email protected]
1
Riferimenti normativi:
Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81
“Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007,
n.123, in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro DL 81/2008”.
Decreto Legislativo 3 Agosto 2009 n. 106
“Modifiche al D.L. 81/2008”
2
Agenti fisici
T.U. TITOLO VIII
• Rumore (capo II)
• Vibrazioni (capo III)
• Campi elettromagn.(statico/RF/M.O) (IV)
• Radiazioni Ottiche Artificiali(capo V)
• Ultrasuoni, Infrasuoni
• Microclima
• Atmosfere iperbariche
3
La radiazione elettromagnetica
La luce è un’onda elettromagnetica, a cui è associata una
lunghezza d’onda (distanza fra due picchi consecutivi) e
un’ampiezza (altezza dei picchi)
lunghezza d’onda (λ)
ampiezza
La luce trasporta un’ energia che aumenta al
diminuire della sua lunghezza d’onda
4
L’Onda Elettromagnetica
λ
λ= lunghezza d’onda
ν = frequenza
c = velocità della luce = 300 000 km/s
c
λ=
ν
5
Onde elettromagnetiche
ONDE RADIO λ = 1km – 10cm
trasmissioni radio-televisive
MICROONDE λ = 10cm – 1mm
radar, telefono, forni
IR - VISIBILE - UV λ = 1mm – 10-9m
calore, luce, reazioni chimiche
RAGGI X – RAGGI GAMMA λ = 10-8 – 10-12m
radiografie
6
IR - VISIBILE - UV λ = 1mm – 10-9m
calore, luce, reazioni chimiche
Radiazioni ottiche
7
Per ionizzare un atomo in aria occorrono in
media 34 eV
E = h× ν
Il confine tra radiazioni elettromagnetiche
ionizzanti e non ionizzanti è negli UVC
8
Radiazioni Ottiche
• Naturali
Artificiali
Coerenti
(LASER)
Incoerenti
9
Art. 207. Definizioni
1. Agli effetti delle disposizioni del presente capo si intendono per:
a) radiazioni ottiche : tutte le radiazioni elettromagnetiche
nella gamma di lunghezza d'onda compresa tra 100 nm
e 1 mm. Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in
radiazioni ultraviolette, radiazioni visibili e radiazioni
infrarosse:
1. radiazioni ultraviolette: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda
compresa tra 100 e 400 nm. La banda degli ultravioletti è
suddivisa in UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC
(100-280 nm);
2. radiazioni visibili : radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa
tra 380 e 780 nm;
3. radiazioni infrarosse: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda
compresa tra 780 nm e 1 mm. La regione degli infrarossi è
suddivisa in IRA (780-1400 nm), IRB (1400-3000 nm) e IRC
(3000 nm-1 – 1 mm);
10
Spettro
11
5.03 - Da quando il Capo V del Titolo VIII del
DLgs.81/2008 è pienamente in vigore ?
il 26/04/2010
Si sottolinea comunque il principio affermato in
generale all’art.28 e ribadito relativamente agli
agenti fisici all’art.181, che impegna il datore di
lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e
la sicurezza, inclusi quelli derivanti da esposizioni alle
radiazioni ottiche artificiali, in relazione al quale
esiste quindi l’obbligo (sanzionabile) alla valutazione
ed all’adozione delle idonee misure preventive e
protettive per eliminare o minimizzare il rischio.
12
5.01 – Come ci si deve comportare in caso di
lavorazioni che espongono al rischio di radiazioni
ottiche naturali ?
l’art.28 impone la valutazione di “…tutti i rischi per
la sicurezza e la salute dei lavoratori…”. In sostanza
quindi, in tutti quei casi nei quali il processo
lavorativo o la mansione comportino una
significativa esposizione del lavoratore alla
radiazione solare, si dovrà effettuare una
valutazione dei rischi specifica (da
intendersi come processo finalizzato ad individuare
le adeguate misure di prevenzione e a garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di salute e
sicurezza) anche perché gli effetti di questo rischio
sono ormai scientificamente noti da tempo.
13
D.M. 9 aprile 2008 n. 81 Titolo VIII “Agenti Fisici”+ modifiche
Articolo 181
Valutazione dei rischi
in modo da identificare e adottare le
opportune misure di prevenzione e protezione
con particolare riferimento alle norme di
buona tecnica ed alle buone prassi
Comma 2 programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale,
da personale qualificato …aggiornata ogni qual volta si
verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta,
ovvero, quando i risultati della sorveglianza sanitaria
rendano necessaria la sua revisione.
Comma 3 Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali
misure di prevenzione e protezione devono essere adottate
14
Art. 213. Campo di applicazione
1. Il presente capo stabilisce prescrizioni
minime di protezione dei lavoratori
contro i rischi per la salute e la
sicurezza che possono derivare,
dall'esposizione alle radiazioni ottiche
artificiali durante il lavoro con
particolare riguardo ai rischi dovuti
agli effetti nocivi sugli occhi e sulla
cute.
15
Principali effetti dannosi della radiazione ottica sull’occhio e la pelle
Lunghezza
d’onda (nm)
Tipo
100 - 280
UV C Ultravioletto
C
Occhio
fotocheratite
Foto congiuntivite
280 - 315
UV B Ultravioletto B
315 - 400
UV A Ultravioletto
A
cataratta
fotochimica
400 – 780
Visibile
lesione fotochimica
e termica della
retina
780 - 1400
IR A Infrarosso A
cataratta
bruciatura della
retina
1400 - 3000
IR B Infrarosso B
cataratta,
bruciatura della
cornea
3000 - 106
IR C Infrarosso C
bruciatura della
cornea
Pelle
Eritema
(scottatura della
pelle)
Tumori cutanei
Processo accelerato di
invecchiamento della
pelle
Reazione di foto
sensibilità
Bruciatura della pelle
16
Art. 207. Definizioni (segue)
1. Agli effetti delle disposizioni del presente capo si intendono per:
f) irradianza (E) o densità di potenza : la potenza radiante
incidente per unità di area su una superficie espressa in
watt su metro quadrato (W m-2);
g) esposizione radiante (H): integrale nel tempo
dell'irradianza espresso in joule su metro quadrato (J m-2);
h) radianza (L): il flusso radiante o la potenza per unità
d'angolo solido per unità di superficie, espressa in watt su
metro quadrato su steradiante (W m-2 sr-1);
i) livello: la combinazione di irradianza, esposizione radiante
e radianza alle quali è esposto un lavoratore.
17
Irradianza (E) (w/m2)Esposizione Radiante H (J/m2)
Es: lampadina 100 Watt: ad 1 m circa 8 watt/m2
18
La potenza si distribuisce su superfici sempre più grandi all'aumentare della distanza dalla
sorgente.
Se ad una certa distanza r la superficie della calotta sferica sottesa dall'angolo solido fosse
di un metro quadrato, ad una distanza doppia (pari a 2r) la superficie sarebbe quattro volte
più grande, con la stessa potenza distribuita su un'area quattro volte più grande. Per questo
motivo, l'irradianza misurata a distanza 2r sarebbe pari ad un quarto di quella misurata al
punto con distanza pari ad r.
19
Radianza (L)(watt/sr/m2)
20
Radianza (L) (watt/sr/m2)
La radianza è la quantità di radiazione riflessa, trasmessa o
emessa da una superficie. Viene quantificata in watt per
steradiante per m² e, in caso di una superficie ideale
piana che diffonda in maniera uniforme in tutte le
direzioni, la radianza è pari alla irradianza divisa per π
(Pi greco).
Es.: La quantità di radiazione riflessa da una lampadina da
100 watt su una superficie piana ideale di 1 m²,
perpendicolarmente alla direzione del flusso radiante e
ad una distanza di un metro, sarebbe pari a circa 2,55
watt sr per m² (8 / 3,14).
21
Valori Efficaci: Heff (J/m2)
3 curve di ponderazione
S (λ) Ultravioletto
R (λ) Visibile – IR (danno retinico)
B (λ) Luce Blu: danno fotochimico
22
S (λ)
23
B (λ)
24
R (λ)
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Principali effetti dannosi della radiazione ottica sull’occhio e la pelle
Valore limite
Tipo
J/m2 (a)
UV C Ultravioletto
C
Occhio
fotocheratite
Foto congiuntivite
UV B -
J/m2 (a) Ultravioletto B
J/m2 (a, b)
UV A Ultravioletto
A
Pelle
Eritema
(scottatura della
pelle)
Tumori cutanei
Processo accelerato di
invecchiamento della
pelle
cataratta
fotochimica
d (W/m2/sr)
e (W/m2) pb
f (W/m2/) pl
G-h-i-(w/m2/sr)
Visibile
lesione fotochimica
e termica della
retina
J,k,l,m
IR A Infrarosso A
cataratta
bruciatura della
retina
M,n,o (j/m2)
IR B Infrarosso B
cataratta,
bruciatura della
cornea
M,n,o (j/m2)
IR C Infrarosso C
bruciatura della
cornea
Reazione di foto
sensibilità
Bruciatura della pelle
26
Art. 207. Definizioni (segue)
1. Agli effetti delle disposizioni del presente capo si intendono per:
c) radiazione laser: radiazione ottica prodotta da
un laser;
d) radiazione non coerente : qualsiasi radiazione
ottica diversa dalla radiazione laser;
e) valori limite di esposizione: limiti di
esposizione alle radiazioni ottiche che sono basati
direttamente sugli effetti sulla salute accertati e su
considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti
garantisce che i lavoratori esposti a sorgenti
artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro
tutti gli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute
conosciuti;
27
LIGHT
AMPLIFICATION by
STIMULATED
EMISSION of
RADIATION
28
29
30
Confronto tra Luce solare e Laser
fotoni
Intensità massima luce solare a terra = 1 kW/m2 or 1mW/mm2
Assumendo un diametro pupillare di 2 mm l’area è circa 3 mm2
Quindi la potenza raccolta dall’occhio è = 3 mW
Il sole forma un’immagine ≈ 100 µm di raggio sulla retina (area = 0.03 mm2)
L’intensità sulla retina (Potenza/Area) =
3 mW/0.03 mm2 = 100 mW/mm2.
Tipico laser He Ne da 1 mW (o laser pointer):
Potenza (P) = 1 mW, raggio del fascio = 1 mm
Forma un’immagine con raggio di 10 µm
(area dello spot = 3 10-4 mm2)
L’ intensità dell’He-Ne sulla retina è
1 mW/(3 x 10-4 mm2)
= 3100 mW/mm2
31 volte l’intensità del sole!!
31
Art. 216. Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi
1. Nell'ambito della valutazione dei rischi di cui
all'articolo 181, il datore di lavoro valuta e, quando
necessario, misura e/o calcola i livelli delle
radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i
lavoratori.
La metodologia seguita nella valutazione, nella
misurazione e/o nel calcolo rispetta le norme della
Commissione elettrotecnica internazionale (IEC),
per quanto riguarda le radiazioni laser, e le
raccomandazioni della Commissione internazionale
per l'illuminazione (CIE) e del Comitato europeo di
normazione (CEN) per quanto riguarda le
radiazioni incoerenti.
32
Art. 216. Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi
2. Il datore di lavoro, in occasione della valutazione dei rischi,
presta particolare attenzione ai seguenti elementi:
a) il livello, la gamma di lunghezze d'onda e la durata
dell'esposizione a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche;
b) i valori limite di esposizione di cui all'articolo 215;
c) qualsiasi effetto sulla salute e sulla sicurezza dei
lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili
al rischio;
d) qualsiasi eventuale effetto sulla salute e sulla sicurezza
dei lavoratori risultante dalle interazioni sul posto di lavoro
tra le radiazioni ottiche e le sostanze chimiche
fotosensibilizzanti;
e) qualsiasi effetto indiretto come l'accecamento
temporaneo, le esplosioni o il fuoco;
33
Art. 216. Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi
f) l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate
per ridurre i livelli di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali;
g) la disponibilità di azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli
di esposizione alle radiazioni ottiche;
h) per quanto possibile, informazioni adeguate raccolte nel corso
della sorveglianza sanitaria, comprese le informazioni
pubblicate;
i) sorgenti multiple di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali;
l) una classificazione dei laser stabilita conformemente alla
pertinente norma IEC e, in relazione a tutte le sorgenti artificiali
che possono arrecare danni simili a quelli di un laser della classe
3B o 4, tutte le classificazioni analoghe;
m) le informazioni fornite dai fabbricanti delle sorgenti di radiazioni
ottiche e delle relative attrezzature di lavoro in conformità delle
pertinenti direttive comunitarie.
34
Art. 216. Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi
3) Il datore di lavoro nel documento di valutazione dei rischi
deve precisare le misure adottate previste
dagli articoli 217 e 218.
35
Art. 217. Disposizione miranti ad eliminare o a ridurre i rischi
1. Se la valutazione dei rischi di cui all’articolo 17,
comma 1, lettera a), mette in evidenza che i valori
limite d'esposizione possono essere superati, il
datore di lavoro definisce e attua un programma
d'azione che comprende misure tecniche e/o
organizzative destinate ad evitare che l'esposizione
superi i valori limite, tenendo conto in particolare:
a) di altri metodi di lavoro che comportano una minore esposizione alle
radiazioni ottiche;
b) della scelta di attrezzature che emettano meno radiazioni ottiche, tenuto
conto del lavoro da svolgere;
c) delle misure tecniche per ridurre l'emissione delle radiazioni ottiche,
incluso, quando necessario, l'uso di dispositivi di sicurezza, schermatura
o analoghi meccanismi di protezione della salute;
segue
36
Art. 217. Disposizione miranti ad eliminare o a ridurre i rischi
d) degli opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro,
dei luoghi e delle postazioni di lavoro;
e) della progettazione e della struttura dei luoghi e delle postazioni di
lavoro;
f) della limitazione della durata e del livello dell'esposizione;
g) della disponibilità di adeguati dispositivi di protezione
individuale;
h) delle istruzioni del fabbricante delle attrezzature.
37
Informazioni sui livelli di emissione di Radiazioni
fornite dai fabbricanti
Le attrezzature che emettono radiazioni Non
Ionizzanti, devono essere corredate dalle
informazioni sulle emissioni in conformità a:
la direttiva 98/37/CE (Direttiva macchine) recepita con DPR
459/96 sostituita dal recepimento della Direttiva 2006/42/CE
con D.Lgs 17/2010.
Direttiva 2007/47/CE (Dispositivi Medici) D. lgs.
25.01.2010, n.37 e la direttiva 98/79/CE (direttiva
dispositivi medici diagnostici in vitro) recepita con
DLgs.332/00 attualmente in vigore.
38
D.Lgs 17/2010. Obblighi del costruttore
Art. 1.7.4 Istruzioni
Prescrive che le istruzioni fornite nel
manuale d’uso del macchinario
contengano le informazioni riguardanti
le radiazioni emesse per l'operatore e
le persone esposte, “se la macchina
può emettere radiazioni non ionizzanti
che potrebbero nuocere alle persone,
in particolare se portatrici di dispositivi
medici impiantabili attivi o non attivi
39
Art. 1.7.4.2. Contenuto delle istruzioni
le istruzioni per la messa in servizio e l'uso della
macchina e, se necessario, le istruzioni per la
formazione degli operatori;
le istruzioni sulle misure di protezione che devono essere
prese dall'utilizzatore, incluse, se del caso, le
attrezzature di protezione individuale che devono essere
fornite;
le caratteristiche essenziali degli utensili che possono
essere montati sulla macchina;
la descrizione delle operazioni di regolazione e
manutenzione che devono essere effettuate
dall'utilizzatore nonché le misure di manutenzione
preventiva da rispettare.
40
Art. 1.7.2. Avvertenze in merito ai rischi residui
• Nel caso in cui permangano dei rischi,
malgrado siano state adottate le misure di
protezione integrate nella progettazione,
le protezioni e le misure di protezione
complementari, devono essere previste le
necessarie avvertenze, compresi i
dispositivi di avvertenza.
41
D.Lgs 17/2010.
Obblighi del costruttore
1.5.10. Radiazioni
Le emissioni indesiderabili di radiazioni da parte della macchina
devono essere eliminate o essere ridotte a livelli che non
producono effetti negativi sulle persone.
(…)Ogni emissione di radiazioni non ionizzanti funzionali
durante la regolazione, il funzionamento e la pulitura deve
essere ridotta a livelli che non producono effetti negativi sulle
persone.
42
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43
Coordinamento
Tecnico
in collaborazione
con per la sicurezza nei luoghi di lavoro
delle Regioni e delle Province autonome
in collaborazione con
Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro
Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro
44
Linee Guida
Decreto legislativo 81/2008,
Indicazioni operative
sulla prevenzione e protezione dai rischi
dovuti all’esposizione a radiazioni
ottiche artificiali
nei luoghi di lavoro
45
5.06 – Come si può effettuare la valutazione del
rischio di esposizione alle ROA
Conoscenza delle sorgenti: è necessario preliminarmente censire le
sorgenti ROA. (incluse informazioni fornite da produttore)
Conoscenza delle modalità espositive: tutte le attività che comportano
o possono comportare l’impiego di sorgenti ROA devono essere censite
e conosciute a fondo.
Esecuzione di misure: nel caso non siano disponibili i dati del
fabbricante o non vi siano riferimenti bibliografici o a standard tecnici
specifici, è necessario effettuare delle misure strumentali secondo le
indicazioni fornite da norme tecniche specifiche. O per valutazione
rischio residuo..
Esecuzione di calcoli: partendo dai dati forniti dal fabbricante, dai dati
di letteratura o dai valori misurati, mediante appositi calcoli si
ottengono le grandezze necessarie al confronto con i valori limite.
Confronto con i valori limite: Allegato XXXVII.
46
Preliminare esclusione di sorgenti “giustificabili”
(vale a dire “sorgenti innocue” (“trivial sources”)
Non necessitano di valutazione del rischio più dettagliata perché sono
sorgenti intrinsecamente sicure:
Sorgenti di radiazioni ottiche che, nelle usuali
condizioni d’impiego, non danno luogo ad esposizioni
tali da presentare rischi per la salute e la sicurezza.
Sorgenti che danno luogo a emissioni accessibili
insignificanti.
Se l’esposizione determinata da una data sorgente è
inferiore al 20% del pertinente limite di esposizione:
Se sono presenti 10 sorgenti il contributo di ciascuna
dovrà essere inferiore al 2% del VLE…
47
Esempi di Sorgenti “innocue”
• Esempio di sorgenti “innocue” sono
l’illuminazione standard per uso domestico
e di ufficio, i monitor dei computer, i
display, le fotocopiatrici, le lampade e i
cartelli di segnalazione luminosa. Sorgenti
analoghe nelle corrette condizioni di
impiego si possono “giustificare”.
48
Sorgenti innocue nel visibile
• In generale non è necessario procedere
alla valutazione del rischio da luce visibile
per qualsiasi sorgente di luminanza
inferiore a 10 4 cd/m2
(richiesta solo eventuale verifica con luxmetro calibrato)
49
Per alcune sorgenti vanno verificate le appropriate
condizioni di uso per poter essere “inncocue”
• Lampade fluorescenti da illuminazione di
•
•
ambienti: innocue per le normali condizioni di
illuminamento negli ambienti di lavoro : ~ 600
lux
Proiettori da tavolo: innocui se non si fissa il
fascio
Riflettori (alogenuri metallici o a mercurio):se
intatto schermo in vetro e non fissati
direttamente (fascio non in linea con asse visivo)
50
Dati Censimento: Informazioni
fornite dal fabbricante
Tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica
non coerente classificate nella categoria 0 secondo lo
standard UNI EN 12198:2009 sono giustificabili così
come le lampade e i sistemi di lampade, anche a LED,
classificate nel gruppo “Esente” dalla norma CEI EN
62471:2009
51
Classificazione lampade
Le lampade e i sistemi di lampade sono classificati
in 4 gruppi secondo lo standard CEI EN
62471:2009. Questa norma prevede metodi di
misura e classificazione ed anche se non
definisce vincoli specifici per la marcatura,
rappresenta attualmente lo stato dell’arte in
termini di informazioni sulla sicurezza
fotobiologica delle lampade e dei sistemi di
lampade (compresi i LED).
52
Classificazione lampade - standard
CEI EN 62471:2009
Gruppo
• Esente
• Gruppo 1
• Gruppo 2
• Gruppo 3
Stima del Rischio
Nessun rischio fotobiologico
Nessun rischio fotobiologico per
normali condizioni di impiego
Non presenta rischio in
condizioni di riflesso naturale di
aversione alla luce o effetti
termici
Pericoloso anche per esposizioni
momentanee
53
54
55
56
Informazioni sui livelli di emissione di Radiazioni
Ottiche Artificiali fornite dai fabbricanti
Le attrezzature che emettono radiazioni ottiche
artificiali, devono essere corredate dalle
informazioni sulle emissioni in conformità a
specifiche norme tecniche che fanno
riferimento ai seguenti filoni principali:
la direttiva europea 98/37/CE (direttiva macchine) recepita con DPR
459/96 sostituita dal recepimento della Direttiva 2006/42/CE con D.Lgs
17/2010.
la direttiva 93/42/CE (direttiva dispositivi medici) recepita con
DLgs.46/97 in vigore fino al 20/03/2010; dopo tale data il riferimento è
la Direttiva 2007/47/CE e la direttiva 98/79/CE (direttiva dispositivi
medici diagnostici in vitro) recepita con DLgs.332/00 attualmente in
57
vigore.
Direttiva Macchine: classificazione
norma UNI EN 12198:2009.
58
norma UNI EN 12198:2009:
marcatura
59
5.09 - Quali fonti sono utilizzabili per la valutazione
del rischio ?
L’articolo 216 del DLgs.81/08 precisa che “il datore di lavoro
valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle
radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori ….”
in conformità alle norme CIE e CEN per quanto riguarda le
radiazioni incoerenti e le norme IEC per i laser.
Allo stato attuale i riferimenti per le misurazioni delle radiazioni ottiche
non coerenti sono:
•UNI EN 14255-1:2005 per gli UV;
•UNI EN 14255-2:2006 per il visibile e l’infrarosso;
•UNI EN 14255-4:2007 sulla terminologia e le grandezze da utilizzare per
le misurazioni.
È anche utile ricordare la pubblicazioni ICNIRP “Guidelines on limits of exposure to
broad-band incoherent optical radiation (0,38 to 3 mm)” pubblicata su Health
Physics, September1997, Vol. 73, N.3 e scaricabile dal sito dell’ICNIRP:
www.icnirp.org/documents/broadband.pdf
60
5.09 - Quali fonti sono utilizzabili per la valutazione
del rischio ?
Altre norme che trattano la valutazione e la misura in ambiti specifici sono:
UNI EN 12198-1:2009 / UNI EN 12198-2:2009 / UNI EN
12198-3:2008 per le radiazioni emesse dal macchinario;
CEI EN 62471:2009 per la valutazione della sicurezza
fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade
Allo stato attuale i riferimenti per le misurazioni delle radiazioni laser sono
le norme CEI-EN 60825-1:2009 fascicolo 9891 (anche denominata
“nuova classificazione”) e CEI-EN 60825-1 fascicolo 4405 R (anche
denominata “vecchia classificazione”).
UNI EN ISO 11553-1:2009 / UNI EN ISO 11553-2:2009 sui requisiti di
sicurezza per macchine laser e laser portatili.
UNI EN ISO 11554:2008 sui metodi di prova per determinare la
potenza e l’energia di fasci laser ad onda continua e ad impulsi.
61
Rischi indiretti (sicurezza)
Oltre ai rischi per la salute dovuti all’esposizione diretta alle
radiazioni ottiche artificiali esistono ulteriori rischi indiretti,
quali:
sovraesposizione a luce visibile: disturbi
temporanei visivi, quali abbagliamento,
accecamento temporaneo;
rischi di incendio e di esplosione innescati dalle
sorgenti stesse e/o del fascio di radiazione;
e ulteriori rischi associati alle apparecchiature/lavorazioni che
utilizzano ROA quali contatti con superfici calde, rischi di
natura elettrica ….
62
ESEMPI DI SORGENTI NON COERENTI* potenzialmente
rischiose: richiedono valutazione specifica
IR
VISIBILE
UV
•
•
•
•
Riscaldatori radianti
Forni di fusione metalli e vetro
Lampade per riscaldamento a incandescenza, a scarica, ad arco
Dispositivi militari per la visione notturna
•
•
•
Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici,
al mercurio …)
Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica) /
estetico
luce pulsata –IPL (Intense Pulsed Light)–
Saldatura
•
•
•
•
•
•
•
Sterilizzazione
Essiccazione inchiostri, vernici
Fotoincisione
Controlli difetti di fabbricazione
Lampade per uso medico (es.: fototerapia dermatologica) e/o estetico
luce pulsata –IPL–
Saldatura ad arco / al laser
•
* Alcune delle sorgenti di cui sopra emettono non solo nella
63
banda di riferimento, ma anche in quelle vicine
64
Sorgente
Arco elettrico
(saldatura elettrica)
Possibilità di sovraesposizione
Molto elevata
Note
Le saldature ad arco elettrico (tranne quelle a
gas) a prescindere dal metallo, possono
superare i valori limite previsti per la
radiazione UV per tempi di esposizione
dell’ordine delle decine di secondi a distanza
di un metro dall’arco. I lavoratori, le persone
presenti e di passaggio possono essere
sovraesposti in assenza di adeguati
precauzioni tecnico-organizzative
foto
65
Sorgente
Lampade germicide per
sterilizzazione e disinfezione
Possibilità di sovraesposizione
Elevata
Note
Gli UVC emessi dalle lampade
sono utilizzati per sterilizzare
aree di lavoro e locali in
ospedali, industrie alimentari e
laboratori.
foto
66
Sorgente
Possibilità di sovraesposizione
Note
foto
Lampade per
fotoindurimento di polimeri,
fotoincisione, “curing”
Media
Le sorgenti UV sono usualmente
posizionate all’interno di
apparecchiature, ma l’eventuale
radiazione che può uscire
attraverso aperture o fessure è
in grado di superare i limiti in
poche decine di secondi
67
Sorgente
Possibilità di sovraesposizione
Note
foto
“Luce Nera” usata nei dispositivi
di test e controllo non distruttivi
(eccetto lampade classificate nel
gruppo “Esente” secondo CEI
EN 62471:2009)
Media - Bassa
Il rischio è riconducibile all’emissione di
UVA associata alla radiazione visibile.
Lampade UVA sono utilizzate in dispositivi
quali quelli dedicati al controllo e
all’ispezione dei materiali o per il
controllo delle banconote; analoghe
sorgenti sono usate nei locali per
intrattenimento quali discoteche, pub e
nei concerti.
68
Sorgente
Lampade/sistemi LED per
fototerapia
Possibilità di sovraesposizione
Elevata
Note
La radiazione UV utilizzata per le
terapie in dermatologia e la
“luce blu” utilizzata per la
fototerapia dell’ittero neonatale
supera, nel caso del paziente, i
limiti di esposizione.
foto
69
Sorgente
Lampade ad alogenuri metallici
Possibilità di sovraesposizione
Bassa /
Elevata se visione diretta
Note
Sono utilizzate nei teatri, in
ambienti vasti (es.:
supermercati) e aperti per
l’illuminazione esterna e
possono superare sia i limiti per
gli UV che per la radiazione
visibile e in particolare per la
“luce blu” per visione diretta
della sorgente
foto
70
Sorgente
Fari di veicoli
Possibilità di sovraesposizione
Bassa / Elevata se visione
diretta
Note
Possibile sovraesposizione da
luce blu per visione diretta
protratta per più di 5-10 minuti:
potenzialmente esposti i
lavoratori delle officine di
riparazione auto
foto
71
Sorgente
Lampade scialitiche da sala
operatoria
Possibilità di sovraesposizione
Bassa /Elevata se visione diretta
Note
Per talune lampade i valori limite
di esposizione per luce blu
possono essere superati in 30
minuti in condizioni di visione
diretta della sorgente
foto
72
Sorgente
Lampade abbronzanti
Possibilità di sovraesposizione
Media – Elevata
Note
Le sorgenti utilizzate in ambito
estetico per l’abbronzatura
possono emettere sia UVA che
UVB, i cui contributi relativi
variano a seconda della loro
tipologia Queste sorgenti
superano i limiti per i lavoratori
per esposizioni dell’ordine dei
minuti.
foto
73
Sorgente
Possibilità di sovraesposizione
Note
foto
Lampade per usi particolari
eccetto lampade classificate nel
gruppo “Esente”
Media – Elevata
Lampade fluorescenti non per
illuminazione generale quali quelle
utilizzate in acquari e terrari.
Queste lampade presentano
elevate irradianze UVB che
possono portare a sovraesposizioni
in pochi minuti, soprattutto a
distanze ravvicinate.
74
Sorgente
Possibilità di sovraesposizione
Lampade per uso generale e
lampade speciali classificate nei
gruppi 1,2,3 ai sensi della norma
CEI EN 62471:2009
Bassa-Media-Elevata in relazione
alla classificazione
Note
Inclusi sistemi LED
foto
75
Sorgente
Apparecchiature con sorgenti
IPL per uso medico o estetico
Possibilità di sovraesposizione
Elevata - Molto
elevata
Note
Emissioni di radiazioni ottiche
potenzialmente molto superiori
ai valori limite anche per pochi
secondi
foto
76
Sorgente
Riscaldatori radiativi a lampade
Possibilità di sovraesposizione
Medio-basso
Note
Emissioni di radiazioni infrarosse
potenzialmente superiori ai
valori limite
foto
77
Sorgente
Corpi incandescenti quali
metallo o vetro fuso ad esempio
nei crogiuoli dei forni di fusione
con corpo incandescente a vista
e loro lavorazione
Possibilità di sovraesposizione
Note
Elevata–Molto elevata
foto
Nel corso della colata e in
prossimità dei crogiuoli le
esposizioni a IRB-IRC possono
superare i valor limite per tempi
di esposizione dell’ordine di
pochi secondi.
78
ESEMPI DI SORGENTI LASER
• Applicazioni mediche e mediche per uso estetico
• Telecomunicazioni, informatica
• Lavorazioni di materiali (taglio, saldatura, marcatura
e incisione)
• Metrologia e misure
• Applicazioni nei laboratori di ricerca
• Beni di consumo (lettori CD e bar code …) e
intrattenimento (laser per discoteche e concerti …)
79
80
Tabella riassuntiva dei requisiti di sicurezza per diverse tipologie di Laser
Classe 1
Classe
1M
Classe 2
Classe
2M
Classe 3R
Classe 3B
Classe 4
Descrizione
classe
Sono sicuri
nelle
condizioni
di funzionafunzionamento
ragionevolragionevolmente
prevedibili,
Sono sicuri
nelle
condizioni
di funziofunzionamento
ragionevolragionevolmente
prevedibili,
ma possono
essere
pericolosi
se
l'operatore
impiega
ottiche
Sicuro per
breve
esposizioni
agli occhi;
Sicuri per
breve
esposizioni
a occhio
nudo;
possono
essere
pericolosi
se l'utente
impiega
ottiche
Rischio di
lesioni è
relativamen
te bassa, ma
può essere
pericoloso
per uso
improprio
da parte di
personale
inesperto
Sono
normalnormalmente
pericolosi
nel caso di
esposizione
diretta del
fascio
Sono
pericolosi
per l'occhio e
la pelle;
rischio di
incendio
Area
controllata
Non
richiesta
LocalizLocaliz-zata
o delimitata
(chiusa)
Non
richiesta
LocalizLocaliz-zata
o delimitata
(chiusa)
delimitata
(chiusa)
Delimitato e
protetto da
interblocco
Delimitato e
protetto da
interblocco
Coman-do
a chiave
Non
richiesto
Non
richiesto
Non
richiesto
Non
richiesto
Non
richiesto
Richiesto
Richiesto
81
Tabella riassuntiva dei requisiti di sicurezza per diverse tipologie di Laser
Classe 1
Classe 1M
Classe 2
Classe 2M
Classe 3R
Classe 3B
Classe 4
FormaFormazione
all’
all’utilizzo
Seguire le
istruzioni
del
produttore
RaccoRaccomandata
Seguire le
istruzioni
del
produttore
RaccoRaccomandata
Richiesta
Richiesta
Richiesta
DPI
(occhiali)
Non richiesti
Non
richiesti
Non
richiesti
Non
richiesti
Possono
essere
necessari a
seguito di
valutazione
del rischio
Richiesti
(per
operatore e
paziente
eventuale
accomaccompagnatore)
Richiesti
(per
operatore e
paziente
eventuale
accomaccompagnatore)
Misure di
prevenprevenzione
Non
necessarie
per il
normale
utilizzo
Evitare di
modificare
la messa a
fuoco o la
collimacollimazione ottica
del fascio
Evitare di
fissare il
fascio
Evitare di
fissare il
fascio e
evitare di
modificare
la messa a
fuoco o la
collimazion
e ottica del
fascio
Evitare
l’esposizion
e diretta
dell’
dell’occhio
Evitare
l’esposizion
e diretta
dell’
dell’occhio
e della pelle.
Evitare
riflessioni
accidentali
del fascio
Evitare
l’esposizion
e diretta e
diffusa
dell’
dell’occhio
e della pelle.
Evitare
riflessioni
accidentali
del fascio
82
Misure di sicurezza classe 4
Definizione e delimitazione zona laser controllata
•
•
Segnali di avvertimento
Cartelli di avvertimento
• Evitare assolutamente le riflessioni speculari
Impossibilità che il raggio venga trasmesso fuori
dall’area controllata
Requisiti macchinario/installazione
• Chiave di comando, per un utilizzo dell’apparecchio
solo dalle persone autorizzate
• Arresto di fascio automatico in caso di radiazione
eccedente i livelli prestabiliti
83
PROTEZIONE PERSONALE
• a) Funzionamento solo in zone controllate
•
•
•
dagli operatori
b) Evitare assolutamente riflessioni speculari
c) Far terminare il fascio su un materiale atto a
disperdere calore e riflessione
d) Indossare le protezioni oculari
84
ZLC: requisiti strutturali
• All’ingresso di ogni via di accesso alla
zona controllata deve essere apposto un
sistema di segnalazione luminosa che,
collegato direttamente ai dispositivi di
attivazione del fascio, ne possa
segnalare lo stato di funzionamento.
85
Laser Classe IV: requisiti
• Arresto del fascio o attenuatore. Gli
apparecchi Laser di classe 4 devono
essere muniti di un attenuatore o arresto
del fascio, facente parte dell’apparecchio
in modo permanente, in grado di evitare,
quando l’apparecchio è in attesa di
funzionare, l’uscita di radiazione che
superi livelli di potenziale pericolo per le
persone presenti
86
Regolamenti sicurezza
• Deve essere vietato l’uso di
anestetici, disinfettanti o solventi
infiammabili (solo laser in classe
IV). Deve essere istituita una
procedura idonea a che il
responsabile o i preposti
sorveglino sull’applicazione di tale
divieto
87
Procedure di sicurezza
• I ferri chirurgici devono essere ricoperti di materiale
antiriflettente (satinati) che elimini il problema di
accidentali diffusioni.
• Se nel campo operatorio o nelle immediate prossimità è
necessaria la presenza di materiale plastico o gomma,
questi devono essere ricoperti di materiale
ignifugo. Alternativamente possono utilizzarsi scotch
metallici antiriflettenti, ovvero garze bagnate. Nel caso di
tubi endotracheali, si consiglia l’impiego di tubi in
gomma ignifuga con anima in acciaio flessibile.
88
Procedure di sicurezza
•
•
Tutto il personale autorizzato ad accedere alla zona
controllata dovrà ricevere adeguata formazione
sui rischi associati all’impiego
dell’apparecchiatura, sulle norme di sicurezza e
comportamentali da seguire all’interno della zona
controllata, e sull’impiego dei dispositivi di protezione
individuale.
Tutto il personale che ha accesso alla zona laser
controllata deve indossare occhiali di protezione
appositamente designati e dotati di caratteristiche
adeguati in relazione alle caratteristiche della
radiazione laser emessa.
89
DPI: occhiali di protezione LASER
90
Esempi di danni oculari da laser
91
Rassegna infortuni con laser
92
Principali cause degli incidenti laser
• Occhiali protettivi (disponibili) non usati
• Scorretta scelta degli occhiali
• Occhiali danneggiati
• Malfunzionamento/scorretto uso
strumentario
93
94
95
96
97
98
99
Etichettatura occhiali
100
101
102
Cosa non fare mai
• Non usare mai occhiali di protezione Laser
(singola lunghezza d’onda) per sistemi a
luce pulsata!!! (occorrono occhiali specifici
per lunghezza d’onda multipla)
103
d.Lgvo 81/2008
CONTROLLI SANITARI
…A cura del medico competente
Periodici (annuali)
per operatori Laser in classe 4 (ed
eventualmente 3B in funzione esiti
valutazione rischio
Controlli sanitari eccezionali per esposizioni
accidentali al di sopra dei VLE
104
d.Lgvo 81/2008
CONTROLLI SANITARI PERIODICI
…
• con particolare riferimento a soggetti
particolarmente sensibili…
105
….. Misure di tutela a seguito della
valutazione dei rischi
106
Art. 217. Disposizione miranti ad eliminare o a ridurre i rischi
2. In base alla valutazione dei rischi di cui all'articolo 216, i
luoghi di lavoro in cui i lavoratori potrebbero essere esposti
a livelli di radiazioni ottiche che superino i valori di azione
“limite di esposizione” devono essere indicati con
un'apposita segnaletica. Dette aree sono inoltre identificate
e l'accesso alle stesse è limitato, laddove ciò sia
tecnicamente possibile.
3. Il datore di lavoro adatta le misure di cui al presente
articolo alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi
particolarmente sensibili al rischio.
107
DELIMITAZIONE DELLE ZONE
Segnaletica
di pericolo
Segnaletica
di
prescrizione
108
Misure procedurali ed
addestramento lavoratori
• Controllo accessi per soggetti con
controindicazioni (a partire da Zona 1)
• Modalità corrette di lavoro ai fini riduzione
del rischio
• Idoneità per lavoratori che operano in
Zona a rischio ROA e controlli sanitari
periodici
109