trentino terra di confine

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TRENTINO, TERRA DI CONFINE
Trento - Il Duomo 1890 – 1900 (http://www.catinabib.it)
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SITUAZIONE POLITICA
All i izio dell XI se olo il Trentino era parte del Sacro Romano
Impero. In questo periodo il SRC istituisce alcuni Stati
ecclesiastici nel territorio.
In Trentino – Alto Adige viene istituito il Principato Vescovile
di Trento corrispondente alla Provincia Autonoma di Trento e
ad una parte della Provincia Autonoma di Bolzano (la
restante parte era Principato Vescovile di Bressanone).
Dopo l istituzio e del P i ipato, la fa iglia dei Co ti del
Ti olo iu is e i u u i a o tea gli odie i Ti olo aust ia o
e Trentino – Alto Adige. I Conti governano la Contea
riducendo il Vescovo solo ad u immagine. Questa
situazione rimane fino alla fine del 1700.
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Fine 1700 / Inizio 1800: Napoleone,
alleato con i bavaresi, tenta di invadere
il Tirolo e i tirolesi, guidati da Andreas
Hofer, si oppo go o. L i vasio e
definitiva avverrà nel 1809 e come
conseguenza il Trentino con Alto Adige
e Tirolo austriaco è annesso al Regno
di Baviera.
Per tentare di fermare l’i vasio e
francese i tirolesi accesero su tutte le
montagne dei fuochi, simbolo
dell’aiuto chiesto al “acro Cuore di
Gesù. La tradizione permane fino ad
oggi anche se ha assunto un significato
diverso.
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SITUAZIONE POLITICA
1814/15: Con il Congresso di Vienna e dopo varie
i su ezio i i t e te ito i ito a o all i pe o
austroungarico che provvede a istituire
nuovamente la Contea del Tirolo (la capitale è
Merano).
1861: con l’U ità d’Italia il Trentino diventa linea
di o fi e t a l i pe o aust ou ga i o e il ‘eg o
d Italia.
1914 – 1918: I Trentini combattono la guerra
elle file dell ese ito Aust o-Ungarico.
Alla fine della guerra la Contea del Tirolo cessa
di esistere. Tirolo centrale e Tirolo meridionale
diventano italiani.
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IRREDENTISMO TRENTINO
Risorgimento: in Trentino nascono associazioni
antiaustriache che mirano alla totale autonomia del Trentino
per poi annetterlo al eg o d Italia.
U ità d’Italia: i vista dell U ità al u i t e ti i aiuta o
Garibaldi nella sua spedizione.
1866: il diso di e ausato dagli i ede tisti po ta l i pe ato e
Francesco Giuseppe a voler eliminare ogni traccia di lingua
italiana in Trentino.
II metà 1800: continua lotta contro gli ideali tirolesi con
eventi simbolo della spaccatura linguistica. Come simbolo
della spaccatura linguistica ma anche culturale, nel 1896, a
Trento fu eretta la statua di Dante Alighieri, grande poeta
italiano, a significare che Trento era una città italiana e di
lingua italiana, mentre a Bolzano la statua a Walther von der
Vogelweide, poeta tedesco, fu eretta per gli stessi motivi.
La maggior parte del
popolo trentino è
fedele all i pe o
austroungarico
Alcide De Gasperi è fedele all Aust ia a vuole
l auto o ia e la li gua italia a i T e ti o.
Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa vogliono
he il T e ti o sia a esso al ‘eg o d Italia.
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EMIGRAZIONE
Nella seconda metà del
1800, molti trentini
emigrano vista la
mancanza di lavoro.
Emigrano principalmente
in America e lavoreranno
nel settore industriale.
Gli USA cominciavano ad
affermarsi come potenza
mondiale.
I trentini fondano nuove
città in Brasile e in Bosnia
e Erzegovina. Ancora oggi
si parla il dialetto trentino.
Tra il 1870 e il 1900
moltissimi trentini
emigrano in altri Paesi.
Nel 1913/14 blocco
dell’e igrazio e dato dalla
chiamata alle armi da
pa te dell i pe o.
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I FORTI IN TRENTINO
Lavarone
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NASCITA DEI FORTI
3 ONDATE DI COSTRUZIONE:
1) 1859 – 1866 : il Trentino divenne area di confine con
il Regno d Italia. In questo periodo furono costruite
u e ose tagliate a difesa dei valichi: Strino, Riva
del Garda, Bus de Vela, Doss di Sponde e Rocchetta.
Nel 1867-1871 sorse lo sbarramento di Civezzano, a
protezione della città-fortezza di Trento.
2) 1890-1900 : gli austriaci rafforzarono le tagliate
stradali e vennero costruiti ulteriori forti: Corno in
Valle del Chiese, gli sbarramenti di Tenna e Colle
delle Benne in Valsugana, di Paneveggio e Moena in
Val di Fiemme e Fassa, di Pieve di Livinallongo, di
Landro in Val di Sesto.
3) 1904 - 1914 : furono erette le fortificazioni di Tonale,
Presanella, Pejo, Carriola, Garda; fu progettata la
i tu a di a iaio he doveva dife de e la
Valsugana, gli Altipiani e la Vallagarina, ma nel 1914
solo i forti di Folgaria, Lavarone e Luserna erano stati
portati a termine.
FORTE BUS DE VELA
FORTE PEJO
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3. Pejo
4. Tonale
5. Mero
6. Strino
7. Presanella
8. Rocchetta
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FRONTE NORD/OCCIDENTALE
FORTE STRINO
È il primo dei forti aust ia i ealizzati ell alta
Val Vermiglio.
Realizzato dagli austriaci tra il 1860 e il 1861 a
quota di 1.538 m s.l.m.. Costruito a scopo di
controllo sulla strada tra Vermiglio e il Passo
del Tonale. Nella Prima guerra mondiale la
fortezza venne disarmata in quanto ormai
inadeguata.
La struttura ha una pianta a forma di
semicerchio, articolata su due livelli. Sul
primo livello presentava tre postazioni,
mentre al secondo livello quattro, posizionate
verso la strada del passo del Tonale e la val
Vermiglio. Vennero inoltre costruiti a sud il
forte Presanella, a nord il forte Mero e il forte
Saccarana.
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FORTE MERO
Esso non si presentava come una struttura difensiva permanente, ma aveva il grande pregio
della "posizione". Costruito a 1838 m. di quota, aveva il dominio assoluto, visivo e di tiro del
ghiacciaio del Presena. Dal Forte infatti, furono chiaramente individuati gli alpini del
Battaglione Alpino Morbegno che, il 9 giugno 1915, furono mandati al macello alla
improbabile conquista del Presena. Quel combattimento viene ricordato come il primo
scontro nella storia sui ghiacciai. Dopo un anno dall'inizio della guerra, nel 1916, esso fu
centrato in pieno dalle artiglierie italiane e reso inservibile. Venne poi adibito ad ospedale
da campo "avanzato" per la linea del Tonale.
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FORTE BARBADIFIORE
Forte Barbadifiore sorge su
un roccione a 1600 metri
di quota nei pressi di Pejo
Fonti, sul fianco destro della
valle di Pejo.
Fu progettato da Maximilian
Freuer come opera integrativa
della cintura dei forti del
Tonale e realizzato tra il 1906
ed il 1908 con lo scopo
di impedire un aggiramento da parte italiana attraverso la forcella di Montozzo e la
val del Monte.
Si trattava di una "blockhaus", ovvero di una caserma difensiva costruita in
calcestruzzo, rinforzata da scudi verticali corazzati. Durante il conflitto non svolse
alcun ruolo di rilievo in quanto situato in posizione più arretrata rispetto alle linee
del f o te. Negli a i 0 il fo te ve e de olito pe e upe a e il ate iale
ferroso.
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FRONTE SUD/OCCIDENTALE
FORTE CORNO – VALLI DEL CHIESE
FORTE LARINO – VALLI DEL CHIESE
Era quello della Valle del Chiese la più esposta a intrusioni dal Bresciano. I più a
nord erano i forti che bloccavano l'accesso al Tionese. Quelli a sud si collegavano ai
campi trincerati che arrivavano alla Val di Ledro e al Rivano.
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FRONTE MERIDIONALE
FORTE NAGO
Era formato da due corpi l'uno sopra e
l'altro sotto la vecchia strada tra Nago e
Torbole. Fu tra i primi a essere costruiti, tra
il 1860 e il 1862. Aveva due ordini di
cannoniere 8 sopra e 6 sotto che battevano
ogni strada convergente su Nago,
compresa quella della Maza proveniente
da Arco. Quattro cannoni da 90 mm i pezzi
principali. Proprietà demaniale in affitto.
Facilmente raggiungibili, l'inferiore
addirittura sulla strada per Torbole.
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FRONTE SUD/ORIENTALE
E' quello degli altopiani di Folgaria e Lavarone. Fu la base d'appoggio per la famosa
offensiva della Strafexpedition del 1916. Fu il più impegnato nei primi mesi della
guerra 1915/1918. Era la zona curata con più attenzione e ricca di novità tecnologiche.
Aveva alle spalle un sistema quanto mai articolato di servizi che andava dalla stazione
di Trento sino quella di Caldonazzo da dove un sistema di teleferiche di risalita
assicurava i rifornimenti in quota.
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Martedì 28 luglio 1914 – La chiamata alle armi
Il p o la a dell I pe ato e F a es o Giuseppe
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Partenza per la Galizia alla stazione di Trento
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Dove?
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• 1914  chiamata generale alle armi. Molti
soldati trentini partono per la Russia.
• Settembre  i russi occupano Leopoli e
raggiungono il fiume San
• Novembre  i ussi ip e do o l ava zata
verso ovest, con enormi perdite (994.000
uomini)
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Militari di Vermiglio in Galizia
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La guerra dei
pidocchi
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• 1915  offensiva austriaca. Il fronte russo
viene sfondato per 40 km e i russi si ritirano da
Leopoli.
• Estate 1916  controffensiva russa. Gli
austriaci si ritirano per circa 100 km. Ad agosto
la Russia si ritira per scarsità di risorse
• 1917  offensiva russa nei Carpazi orientali.
L’Austria vince anche contro la Romania. La
Russia firma l’armistizio.
• 3 marzo 1918  pace di Brest – Litovsk.
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Il fronte del Tonale
La doga a di Passo del To ale all’ i izio del
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Il Tonale
• Allo scoppio delle ostilità i comandi militari
non erano preparati ad affrontare una guerra
tipicamente “alpina’’; andavano perciò
studiate nuove strategie capaci di adattarsi ad
esigenze sempre più diversificate.
• Gli italiani costruirono due linee principali: il
Fronte del Montozzo e lo Sbarramento del
Tonale, entrambi a scopo difensivo.
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• 24 maggio 1915 Con la Dichiarazione di guerra
all’Impero austrongarico gli eserciti schierarono i
rispettivi reparti: gli alpini per gli italiani e gli
Standschuetze per gli austriaci.
• 5 luglio  Gli austriaci attaccarono e colsero di
sorpresa il presidio italiano del lago di Campo.
• Le truppe italiane, pur subendo gravi perdite,
riuscirono a respingere l'attacco, costringendo gli
avversari a ritirarsi sulle posizioni di partenza.
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• Il 15 luglio l'attacco si spostò al Rifugio Giuseppe
Garibaldi e i difensori italiani riuscirono, anche
stavolta, a resistere.
• Il 25 agosto fu ripreso l'attacco contro le creste di
Monticelli
• l'attacco verso il ghiacciaio Presena fu, sia il 14
settembre che il 30 ottobre, un fallimento;
• il regno d'Italia subì una sconfitta anche il 23
settembre, quando, sul fronte del Montozzo, gli
austriaci ripresero il Torrione d'Albiolo.
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• Per tutto l'inverno, a causa anche del clima, le
azioni militari si calmarono e non si registrarono
combattimenti.
• Nel novembre 1918 dopo una lunga guerra di
posizione, sanguinose avanzate e una grave
sconfitta a Capo etto, l ese ito italia o sfo dò le
linee austro-ungariche.
• Il
ove
e ve
e fi
ato l a
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istizio.
VITTIME
TRENTINE
.5 furo o le vitti e tre ti e tra le file dell’esercito
austro-ungarico, alle quali si sommano 50 morti trentini
arruolati co e volo tari ell’esercito italia o. Migliaia
furono i feriti/mutilati.
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La popolazione civile
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La popolazione civile
Dopo l e t ata i gue a
dell Italia
Sfollamento di circa 75000
persone
Moravia
Boemia
molti da Vermiglio
Più di 2000 persone non
tornarono
Donne: lavandaie
cuoche
trasporto feriti
costruzione strade
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Mittendorf
MITTENDORF
«la prima forma di lager che si ricordi»
Le condizioni
di vita erano
pessime, il cibo
scarseggiava.
Il 47,5% degli internati trentini morti qui
per denutrizione avevano meno di 10 anni
Gli abili al
lavoro vennero
mandati nelle
fabbriche.
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KATZENAU
«landa dei gatti»
Si trova a Linz in Austria
Ospitò fino a 3500
persone tra questi
1754 erano Trentini
Tra il 1915
e il 1918
sospettati di sentimenti filoitaliani
175 nonesi
83 solandri
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Internati politici di Vermiglio
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Katzenau - Distribuzione del rancio
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Elenco degli internati solandri a Katzenau
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Elenco degli internati della Val di Non a Katzenau
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Profughi in Italia
Dopo il 1915, 35.000 Trentini che abitavano
nelle zone occupate dall ese ito italiano,
furono, in maniera graduale, evacuati in Italia,
sparsi in ogni regione, dal Piemonte,
all A uzzo, alla Sicilia.
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LA CONTA DEI DECEDUTI
Il bilancio per il Trentino fu di
circa:
 10.000 morti,
 14.000 feriti,
 12.000 prigionieri,
 75.000 sfollati in Austria,
 35.000 nel resto d'Italia.
In ricordo di tutti i caduti don
Antonio Rossaro fece costruire
nel 1924, con il ferro fuso delle
macchine belliche, la Campana
dei Caduti situata sul colle di
Miravalle a Rovereto.
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perché SOLO ORA
Perché le cifre dei deceduti sono state calcolate solo recentemente?
Un conteggio più preciso di quei morti, sarebbe stato più facile negli anni
a ridosso della guerra, ma ciò, in un Trentino inserito nello stato dei
vincitori, fu proibito a chi si accingeva a farlo. Il Trentino infatti aveva
o attuto pe l i pe o aust ou ga i o e ui di o t o l Italia; e o a he
il T e ti o è dive tato pa te dell Italia o gli è o esso o ta e il
numero di soldati che sono morti per combattere e quindi per uccidere
soldati italiani.
«Essi, sia pur quali inconsci strumenti, hanno usato le armi
contro la patria".
Per essi venne anche proibito il termine "caduti" in quanto questa
parola "desta il concetto di morti per la patria".
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MONUMENTI
Scopo in Italia: commemorazione e ost uzio e i u ottica del vincitore.
Scopo in Trentino: evitare che i soldati fossero dimenticati.
Circolare del 1922: I o u e ti crea o grave
detri e to dell’estetica del paese, perta to verrà
vietata el odo più assoluto l’i augurazio e di
monumenti dei quali non sia intervenuta
l’approvazio e o o sia o state fatte le
odificazio i ordi arie .
Circolare del 1923: Ai morti combattendo sotto
bandiera austriaca basta un pietoso ricordo nei
campi santi, senza cerimonie solenni. I caduti per
causa nazionale italiana devono invece essere
ricordati con ben distinto e separato monumento
che ne esalti la memoria. Questi monumenti
dovrebbero essere eretti sulle pubbliche piazze ed
inaugurati con solennità .
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Taio, monumento dedicato a
Silvio Vois, volontario
dell ese ito italia o
Le circolari saranno anche volte a determinare la
tipologia di parole usate. Ve so gli a i 0 le s itte
saranno brevi e lineari come «caduti», poi sempre
più elaborate.
Ruffrè a pietosa ricordanza dei suoi cari
spenti in guerra ai quali fu negato il
sublime conforto di morire combattendo
per la patria .
De o pietosa e te ricorda i suoi figli
morti nella guerra mondiale combattendo
elle file dell’oppressore
4.
Ossario del Tonale. All'interno sono
depositate le ossa dei caduti della
Prima Guerra Mondiale.
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Malosco
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CIMITERI
Il sacrario militare di Trento è un cimitero di guerra che si trova all'interno
del cimitero monumentale.
Il sacrario raccoglie
3.202 caduti della
prima guerra
mondiale, provenienti
da 34 cimiteri di
guerra della provincia
di Trento e 1.580 di
questi caduti sono
ignoti.
Il cimitero militare di
Moena venne aperto
nella primavera estate
del 1915. Accoglie
salme dei caduti vittime
di u epide ia di tifo
addominale. In totale
262 tombe.
Nel cimitero militare di Ossana vennero sepolti molti soldati che morirono a
causa di tifo, meningite o polmonite, oltre a cento e più, uccisi dalla valanga,
il 13 dicembre del 1916. Nel corso degli anni 30 le salme sono state trasferite
al Sacrario di Castel Barco a Rovereto
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A Pinzolo venne realizzato dagli austriaci nel 1916
un Cimitero Militare dove ospitare i caduti della
Grande Guerra. Vi vennero sepolti ben 298
militari. Le croci sono tutte di legno e ciascun
tumulo è circondato da sassi e coperto di terra
con un fiore piantato davanti alla croce.
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Vermiglio distrutta
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Pizzano distrutto
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Pizzano e Casalina distrutte
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Pizzano un cumulo di macerie
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SITUAZIONE POLITICA
Con il Trattato di Saint Germain il Trentino entra a far parte del regno d'Italia
trovandosi in uno stato assolutamente centralizzato. Pur in questa situazione di
assoluto centralismo il Trentino, consapevole del suo autogoverno, chiese a Roma
uell auto o ia he gli e a stata egata da Vie a.
• Aboliti gli statuti delle maggiori città come Rovereto e Trento.
• Vengono unificati piccoli comuni della Provincia.
• Viene istituita la figura del podestà.
Conferenza di pace di Parigi
Al u i aspetti dell o di a e to as u gi o ve go o
mantenuti come il Libro Fondiario.
Il regime fascista estese il proprio controllo al sistema
cooperativo Trentino, con le casse rurali, i caseifici
sociali, le famiglie cooperative di consumo, i consorzi
di bonifica e le cantine sociali, inquadrandolo nel
sistema corporativo.
A Trento vengono uniti alcuni paesi di lingua tedesca.
Il fascismo soffocò le autonomie del Trentino che
diventerà autonomo solo nel 1948.
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Situazione economica primo dopoguerra
La guerra aveva interrotto lo sviluppo economico del Trentino:
• Co ti ue e uisizio i dell ese ito es. hotel ,
• Blocco industria manifatturiera e turistica,
• Agricoltura impoverita rispetto al sud
L i te a o ga izzazio e ilita e vie e essa al lavo o e i po hi esi si
costruiscono baracche, si ristrutturano 4000 case, 6 ospedali, chilometri di
strade.
• Prima della guerra i trentini avevano investito più di 342 milioni di corone
nella Monarchia asburgica, e oltre 180 milioni di titoli che andarono persi.
Nel 1919, la conversione della corona austriaca in lire diventa obbligatoria.
Tutti i Trentini che avevano depositi in denaro in banche austriache (260
milioni circa) furono costretti a riscuotere tali somme che erano in corone,
convertendole in lire. Questo cambio però causò u enorme perdita di
denaro per i Trentini. 1 Corona, che in realtà valeva quasi 0, viene convertita
a 60 centesimi di lira. Le perdite saranno enormi, il cambio è tuttavia
superiore a quanto valesse la Corona austriaca, fu un cambio equo per una
moneta che ormai non aveva quasi nessun valore, ma disastroso per chi
aveva qualche risparmio. 5 AFM A Anno scolastico 2014- 2015
FONTI
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Canfora Luciano, 1914, Sellerio, 2006
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http://www.trentinograndeguerra.it
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www.museodellaguerra.it
http://www.catinabib.it
www.primaguerra.it
www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it
www.storiaxxisecolo.it
http://www.turismo-sociale.com/centenario-della-grande-guerra-musei-e-forti-in-trentino/
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