Cap 4 libro- le origini della mindustrializzazione

Cap 4 libro- le origini della industrializzazione
Scansione temporale : fine 18esimo secolo- inizio 19 esimo secolo.
Il termine rivoluzione non deve suggerire repentinità di cambiamento ma deve indicare un processo irreversibile e
radicale.
Questo sviluppo economico si trae in un periodo di tempo breve, ed è caratterizzato da una crescita gradualmente
accelerata che pian piano si libera dal vincolo della pressione demografica.
In questo periodo si ha un radicale passaggio dall’economia artigianale a quella industriale fondata sull’elemento di
base: la fabbrica
Lo Sviluppo dell’industria e dei servizi va a discapito dell’agricoltura, ma questo crea la creazione di nuovi strati sociali
e dell’era dell’industria, a cui si attribuisce di far nascere l’era contemporanea.
In quest’epoca la società europea esce dalla penuria alimentare e dalla povertà.
Questa nuova società, con questa nuova situazione economica fomenta quella che gli storici chiamano “ideologia di
progresso”.
Domanda essenziale: perché la rivoluzione industriale nasce proprio in Inghilterra?
Alla fine del 600’ l’Inghilterra si basa su un economia agricola al massimo e la popolazione inglese vive all’80% di
agricoltura e l’attività industriale si limita al settore tessile a conduzione famigliare.
La base dunque di questo ciclo economico è l’autoconsumo.
La situazione geografica è caratterizzata da ampli spazi e popolazione diversa non agevolano gli scambi.
Thomas Robert Malthus: leggi naturali immodificabili dell’equilibrio fra popolazione e disponibilità delle riserve.
Quali sono i fattori del mutamento in Inghilterra allora?
-Commercio sviluppato
-Aumento demografico della popolazione
-Forme particolari di organizzazione politica
Commercio
Nel 18esimo secolo il commercio inglese viene rafforzato su scala mondiale, questo grazie a una marina militare e
commerciale sviluppata.
Vie di comunicazione in aumento.
Caratterizzate da pedaggi e privatizzazione degli appalti, il che rappresenta un incentivo alla
manutenzione e al miglioramento della rete viaria.
Aumento dei canali navigabili
Parliamo di 3200 km di canali alla fine del 18esimo secolo, e questi canali rappresentano il mezzo per
il traffico di materiali pesanti come il ferro e il carbone.
Rivoluzione agricola
La rivoluzione agricola serve da mezzo principale per la rivoluzione industriale, in quanto non solo in un primo
momento avvia questo processo industriale, ma lo mantiene in un secondo grazie al soddisfacimento del fabbisogno
alimentare della popolazione crescente e la formazione di un mercato interno, e anche da un massiccio esodo dalle
campagne che consente lo sviluppo del proletariato industriale.
Rivoluzione demografica
La situazione nel 18esimo secolo:
1740 : 6 milioni di abitanti
1830: oltre 14 milioni di abitanti.
In questo periodo c’ è un forte aumento della natalità causato da due fattori: abbassamento dell’età di matrimonio e
l’aumento dei matrimoni. I raccolti sono favorevoli e quindi c’è una maggiore disponibilità alimentare.
In questo processo storico vediamo come la rivoluzione industriale coincide con il cambiamento di struttura sociale ed
economica e come la crescita demografica viene sostenuta da questa rivoluzione industriale, grazie a una mano d’opera
che esce dal ciclo dell’autoconsumo e che diventa mercato/domanda poiché diventa sempre più dipendente al bisogno
di soddisfarsi.
Sistema politico
In Inghilterra, nel 700’ il sistema politico è determinante per la crescita economica del paese, ed è un sistema politico
caratterizzato da una serie di elementi che lo rendono elastico e costante allo stesso tempo.
Stabilita politica
Rafforzamento del ruolo del Parlamento
Vivacità della società civile
Società colta e dinamica.
Dobbiamo pero tener conto che questi elementi non sono altro che fattori che hanno agevolato la rivoluzione
industriale, e che i veri fattori “base” di quest’epoca di espansione sono le innovazione tecnologiche e la progressiva
introduzione del sistema di fabbrica, entrambi elementi di rottura che segnano il vero e proprio avvio della rivoluzione
industriale.
Il Progresso tecnologico è dato da nuove invenzioni ( che di per sé non costituiscono il vero ruolo determinante) e dalla
trasformazione economica. Il ruolo veramente importante in questo progresso non sta tanto nell’invenzione ma nel
bisogno espresso dall’apparato produttivo.
Schumpeter (1883-1950): invenzione [scoperta di una tecnica] [-]
Innovazione [ applicazione della tecnica] [+]
Si passa quindi da un progresso scientifico caratterizzato da scoperte sporadiche a una fase segnata da un flusso
continuo di innovazioni.
Quali sono i settori toccati da cambiamenti tecnologici?
-
Importante sviluppo dei macchinari e utensili a generazione di forza motrice.
Soprattutto nel settore tessile ( filatura meccanica, telaio meccanico)
-Cronologicamente uscirono i macchinari a vapore per primi, poi con la tecnica di Colt si ebbe la possibilità di
usare i grandi giacimente di cui si disponeva come forza principale di carburazione.
Le invenzioni di questo periodo non furono il risultato dell’applicazione di ricerche scientifiche accurate, ma soluzione
pratiche ( per lo piu da parte di amatori e inventori) a problemi concreti.
Analisi delle industrie piu importanti dell’epoca
Industria del cotone:
Fu la prima attività che si avvalse dei mutamenti nelle tecniche e nei sistemi organizzativi, e che in un primo periodo,
grazie a una crescita vertiginosa traina l’espansione dell’economia britannica.
I fattori di sviluppo
Mancanza nel settore di forti tradizioni consolidate, meno resistenza alle nuove tecniche di produzione
Costi limitati, non richiedeva forti investimenti di capitale fisso e rapida remunerazione dei capitali
Ampia disponibilità di mano d’opera poco qualificata ( elementarità delle manovre)
Allargamento della domanda di mercato, grazie a un incremento della popolazione e a un ceto medio
nascente.
Industria del ferro:
La progressiva meccanizzazione dipendeva da investimenti in nuove attrezzature e macchinari costruiti prevalentemente
in ferro.
Grazie a questo si riuscì ad affrontare la domanda introducendo nuove tecnologie nel processo di produzione.
I fattori di sviluppo:
Condizioni iniziali favorevoli, settore con alta concentrazione produttiva e lavoro salariato
Introduzione della ghisa, un minerale di cui l’Inghilterra è paticolaremente ricca e che permette
aumentare i ritmi di produzione
Fabbrica e trasformazione sociale
L’avvento dei nuovi sistema di fabbrica trasformò i metodi di produzione.
Col nuovo sistema di fabbrica l’operaio diventa un mano che lavora, e che ha nella fabbrica il suo unico impiego.
Nasce una diversa struttura del lavoro, grazie a un sistema di divisione del lavoro che rende più tecnico il processo
produttivo
La fabbrica diventa un nuovo genere di prigione, l’orologio diventa un nuovo genere di carceriere
Lo sviluppo delle città
Il sistema di fabbrica trasforma anche l’organizzazione territoriale del lavoro e ridisegna l’immagine topografica e
architettonica delle città.
Con questo nuovo sistema nasce un proletariato industriale che ha una formazione lenta e progressiva
1/ il sistema legislativo vigente proteggeva quelle classi sociali agricole tenendoli nelle campagne.
2/ In questo senso alcune manovre di politica economica non favorirono lo sviluppo fiorente stagnando cosi il tasso di
crescita industriale (Speenhamland system-1975-).
3/ resistenza dei lavoranti a domicilio,artigiani e contadini che non accettavano facilmente i nuovi ritmi di lavoro e le
nuov tecnologie.
Ma le condizioni di vita di questa fascia sociale di operai era allo stremo, fatiscente e scadente con un livello di
alimentazione di puro sostentamento con 16 ore di lavoro giornaliero e con donne e bambini posti in situazioni di lavoro
assurde.
Queste condizioni fecero nascere il luddismo la prima forma di protesta sociale – Ned ludd nel 1779 distrugge un telaio.
Il luddismo prendeva come forma di lotta la distruzione delle macchine, ma questa era anche una forma di protesta verso
le decisioni di politica governativa dei primi anni 800, improntata alla repressione di ogni fermento e di ogni spinta
associativa dei ceti subalterni.
Problemi e prospettive della società industriale
All’inizio l’economia europea era essenzialmente agricola e l’agricoltura era tecnicamente arretrata. I cambiamenti
introdotto in questo sistema erano solo perfezionamento di utensili o tecniche gia esistenti.
L’arretratezza dell’agricoltura era anche dovuta:
1/ ristrettezza e frammentazione del mercato
2/ trasporti lenti
3/ gran numero di barriere doganali
tutto cio impediva a una parte consistente della produzione agricola di entrare nel circolo di un mercato mondiale o
anche solo nazionale.
1816-17: prima crisi economica
1846-47: seconda crisi
ENTRAMBE CAUSATE DA CATTIVI RACCOLTI
accanto a questo fattori di arretratezza operavano fattori di sviluppo.
1/aumento della popolazione , in mezzo secolo cresce del 50%, dovuta principalmente al calo della mortalità
2/allargamento del mercato
3/progresso scientifico: Garnot termodinamica
Gaus calcolo delle probabilità
Farada campi magnetici
Liebig chimica organica (concimi)
4/ uso delle nuove macchine a vapore come strumento di locomozione e di trasporto.
Ma solo dopo il mezzo secolo 800 ci fu un vero boom delle ferrovie, ritardo dovuto a tempi prolungati necessari per
progettare e costruire le ferrovie.
L’industrializzazione dell’Europa continentale
Nei paesi dell’europa continentale l’affermazione dell’industria moderna centralizzata e ad alta concentrazione fu lenta e
molto progressiva.
Gl’investimenti erano ancora attaccati alla terra, tradizionalmente ritenuti piu sicuri.Il basso livello dei prezzi non
assicurava un profitto adeguato, e i salari erano troppo bassi per assorbire i prodotti industriali.
I primi nuclei industriali si instaurano nel settore tessile e meccanico nel tardo 1815 e avviene in zone privilegiate
dell’europa alpina, dove cresce la borghesia e declina la proprietà terriera , e dove la conformazione geografica aiuta
questo sviluppo: presenza di risorse idriche e di terre fertili.
Un’accellerazione si verifica nel 1830.
1/ miglioramento della situazione economica generale (aumento dei redditi)
2/ avvento della ferrovia: impulso ai lavori pubblici e decollo delle industria meccanica e siderurgiche
Primato del Belgio in Europa continentale dovuto
1/ ai suoi stretti rapporti con la Gran Bretagna.
2/ ricchi giacimenti carboniferi
L’industrializzazione lenta della Francia
1/ struttura rurale francese caratterizzata dalla media e piccola proprietà contadina.
Il ritardo tedesco
Grave ritardo per numero di macchine e quindi nella produzione e ritardo ancora piu grave nel settore tessile.
Fattori a favore dello sviluppo nazionale fu completata l’unione doganale, e si afferma anche una prestigiosa scuola
scientifica, si sviluppa una rete ferroviaria e si instaura un educazione di livello superiore.
L’impero asburgico
Vi era una precondizione favorevole a uno sviluppo industriale he si traduceva in un’amministrazine efficiente, una
buona rete stradale e un educazione discretamente buona.
Ma le aristocrazie terriere ostacolarono in modo importante una sviluppo industriale nascente accanto ai particolarismi
nazionali che spesso si traducevano in barriere doganali.
La formazione della classe operaia
Classe sociale: termine definito in rapporto al ruolo svolto nel processo produttivo
Nel 800 nasce il termine proletario o il proletariato che si contrappone in termine alla borghesia, o il borghese che è
colui che detiene i mezzi di produzione.
La classe operaia in Inghilterra:
In Inghilterra il confronto sociale era tra imprenditori e salariati e soprattutto nasce un ceto borghese imprenditore e che
sempre di piu cerca di diventare mezzo di produzione.
1850 il sistema di capitali era detenuto da una svariata categoria di produttori tra cui vi erano comprese anche le piccole
e medie imprese , artigianali che assorbivano la maggioranza della manodopera.
La gran Bretagna passa per un processo di riformismo borghese e soprattutto per un processo di organizzazione di
classi, specialmente la classe operaia, che cosi facendo riesce a migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro
rendendo il lavoro piu “socialmente accettabile”
Dopo le prime forme di protesta sociale (il luddismo)
Nel 1824 vengono legalizzate le associazioni operiaie, creando cosi le Trade Unions che in se sono le prime forme
sindacali.
In Europa continentale tutto questo processo è molto piu lento.
Cap5- le origini della politica contemporanea
Lo stato e i suoi strumenti
Durante l’epoca napoleonica lo Stato aveva raggiunto livelli di efficiente amministrazione, accanto alla scomparsa dei
privilegi per la Chiesa e dei ceti, con la codificazione di norme giuridiche e con il monopolio della forza legittima.
L’intinerario dell’Inghilterra fu diverso in quanto era assente una forma di burocrazia tendenzialmente stabile e una
forma di codificazione.
Al di fuori dell’Inghilterra lo Stato moderno assunse la forma dello Stato burocratico-amministrativo e il sistema di
potere tradizionale venne sostituito da un sistema di potere legale. L’amministrazione e il suo personale dirigente , la
burocrazia, rappresentavano le ossa e i muscoli dell’organismo statale.
Con lo Stato francese napoleonico nasce un valido strumento per il controllo dei fenomeni sociali: la statistica; che viene
usata per prima nel censimento delle popolazioni europee fin dal 1846 in belgio.
Nel corso del 800, queste forme di governi amministrativi attuate da veri e propri tecnici entra in scontro con i sistemi
rappresentativi dei partiti politici.
Da sudditi a cittadini
Si avviano i nuovi sistemi politici rappresentativi fondati su diritti civili e politici e sul parlamento.
Con la rivoluzione francese si passa dai sudditi ai cittadini.
Nelle monarchie costituzionali la sovranità non apparteneva piu a un principe o monarca ma insieme al popolo e ai suoi
rappresentativi.
Nei regimi repubblicani la sovranità apparteneva al popolo.
Grande atto di questo periodo storico sono le costituzioni, che definisce il patto che regge una comunità
Grazie a questo passo decisivo nasce la concezione dello Stato di diritto (separazione dei poteri e assoluta superiorità
della legge)
Le forme di governo europee nell’ottocento erano il governo costituzionale ( responsabilità del primo ministro davanti
al re) e il governo parlamentare (responsabilità dell’esecutivo davanti al parlamento) ma nel corso del secolo si afferma
la forma parlamentare.
Liberalismo e democrazia
Liberalismo: termine dell’inizio ottocento che designa un orientamento ideale fondato su una visione del mondo
basandosi sulla libertà- cultura illuministica (Locke e Montesquieu).
Momenti storici liberali furono il parlamentarismo britannico, la rivoluzione americana o l’89 franceseLiberalismo:Libertà d’opinione
Principio rappresentativo
Divisione dei poteri
Difesa dell’individuo
Elite di governanti : coloro che per posizione sociale o istruzione o per ricchezza erano maggiormente interessati al bene
comune.
Democrazia: ha come cardine ideale la sovranità popolare cioe governo di tutto il popolo ( pensiero Rousseauista /
rivoluzione francese)Forma di governo ideale era la Repubblica e il canale legittimo di espressione era un’assamblea eletta a suffraggio
universale.
Obbiettivi comuni di entrambi i pensieri : costituzione, parlamento elettivo, garanzia delle liberta fondamentali.
John Stuart Mill (inglese) contesta l’ottimismo implicito nelle tesi liberiste e sostiene l’intervento dei pubblici poteri a
favore delle classi disagiate.
Tocqueville Nel suo libro la democrazia in america -1835-1840 scritto dopo il suo viaggio in america ha una lucida
analisi della società moderna; la democrazia è il frutto di un processo inarrestabile e per lui il prevalere delle tendenze
democratiche ed egualitarie rischiava di appiattire le diversità, di fronte a questo pericolo bisogna incanalare le tendenze
democratiche con gl’istituti del pluralismo liberale, la separazione dei poteri, la liberta di stampa e le autonomie locali.
L’idea di nazione
Nasce un nuovo concetto politico che sorge dal bisogno di identità locale e dalla rivendicazione di indipendenza
nazionale. Nel 700 l’identità nazionale era un sentimento sfumato e non chiaro, ci si identificava prima dalla professione
religiosa, poi dalla regione di appartenenza e poi dalla nazione.
L’idea moderna di Nazione nasce con Rousseau e con la sua concezione dello stato come espressione di un popolo, di
una comunità i cittadini capace di esprimere una volontà generale.
Il vero sentimento nazionalista nasce con la cultura romantica tedesca del 700-800 e a esaltarla in quanto comunità
naturale e a vedere in essa il principio basilare di ogni organizzazione sociale e politica.
Due concezioni diverse di nazionalismo
Nazionalismo conservatore
Nato in paesi che avevano una lunga storia unitaria era espressione degli interessi generali della società al di là e al di
sopra dei diritti individuali.
Nazionalismo democratico
Nei paesi in cui l’indipendenza andava conquistata o riconquistata (Polonia, Grecia, Italia) il sentimento patriottico
assumeva quasi automaticamente una connotazione rivoluzionaria.
Cattolicesimo politico e cattolicesimo sociale
La chiesa della restaurazione
Dopo la crisi del periodo rivoluzionario la Chiesa si chiude nella difesa della propria tradizione e dei propri dogmi in
radicale rottura con le posizioni dell’illuminismo e con gl’ideali democratici e liberali.
De Maistre: vuole il ritorno della monarchia e sottomissioni dei monarchi al Papa.
In contrasto a questo movimento di una chiesa tradizionalista nasce anche un movimento cattolico liberale per il quale lo
Stato doveva non solo rispettare i diritti della chiesa, ma anche mantenere un carattere cristiano alla sua legislazione pur
assicurando piena libertà alle altre confessioni .
1832 il papa Gregorio 16 emana l’enciclica Mirari vos in cui condanna duramente ogni apertura liberale, e in risposta
nascono delle associazioni liberale cattoliche di stampo assistenzialistico –Ozanam inaugura una corrente , quella del
cattolicesimo sociale- destinata a svilupparsi in europa.
Il pensiero socialista
In risposta al diffondersi dell’industrializzazione in Europa nasce il pensiero socialista
·
superare i mali e le ingiustizie del capitalismo industriale ( in particolare quelli inerenti alla condizione
operaia) , non era sufficiente la pratica delle riforme dall’alto, né tanto meno il ricorso alla carità e alle
iniziative filantropiche.
·
Mettere sotto controllo i processi produttivi in modo da orientarli verso il soddisfacimento dell’intera
collettività.
Il socialismo originario nasce nei primi anni dell’800 e si riferisce costantemente alla nuova realtà dell’industrialismo.
Autori e ideatori del socialismo
Robert Owen: promotore delle Trade Unions ebbe un ruolo fondamentale nella storia del movimento operaio inglese e
mondiale
Saint-Simon: Aristocratico nato nell’ancien regime (1760) teorizza l’avvento di una nuova società senza parassitismo e
governata dai tecnici e dai produttori.
Fourier: inizio anni 30, utopia radicalmente anti-industriale che mirava non solo ad assicurare un equa distribuzione
delle risorse, ma anche a risolvere il problema della felicità individuale attraverso una nuova concezione del lavoro.
Fourier pensa una società organizzata in tante piccole comunità autosufficienti dal punto di vista economico
Cabet e Blanqui: Cabet- rigidamente collettivista
Blanqui – comunista che per 40 anni cerca di studiare il modo di abbattere il sistema borghese tramite
l’insurrezione che avrebbe consegnato il potere nelle mani del popolo.
Louis Blanc: capostipite del socialismo riformista: i mali del capitalismo potevano essere risolti dall’intervento dello
Stato nelle cose economiche, specialmente con la creazione degli ateliers sociaux per combattere la disoccupazione e
soppiantare progressivamente le imprese private.
Negli anni 30-40 il socialismo inizia la sua diffusione anche in Germania
Si diffonde principalmente nei ceti intellettuali e artigiani e soprattutto all’estero, la Lega comunista affida l’incarico di
stendere il suo manifesto pragmatico a due intellettuali: Karl Marx e Friedrich Engels
Nasce un pensiero scientifico socialista e il materialismo storico
Il Capitale di Marx ha una concezione materialistica e dialettica della storia, vista come un susseguirsi di lotte di classi.
Marx identifica le “sovrastrutture” da abbattere che altro non sono che maschere per permettere lo sfruttamento delle
classi operaie.
Cap 6 Restaurazione e Rivoluzioni
La restaurazione e i suoi limiti
Con la sconfitta di Waterloo di Napoleone nel 1815 comincia l’età della restaurazione, ossia la ricostruzione del vecchio
ordine Europeo infranto prima dall’ondata delle rivoluzioni e poi dalle invasione delle armate francesi.
Restaurazione puntava alla restaurazione dei sovrani, delle gerarchie sociali, degli ordinamenti pre-rivoluzionari, dei
modi di governare tipici dell’Ancien Regime.
Ma questo era un programma irrealizzabile perché vi erano stati troppi cambiamenti nell’epoca rivoluzionaria.
Napoleone porta in Europa grandi cambiamenti in campo giuridico, civile ed economico e i nemici della rivoluzioni per
la prima volta si vedono obbligati a giustificare le loro scelte politiche.
La nuova restaurazione si pone quindi piu come compromesso tra antico e nuovo sistema.
La volontà restauratrice si manifestò piu decisamente nel campo delle relazioni internazionali.
Per capire i processi torniamo al 1814 quando, dopo il crollo dell’Impero napoleonico e la firma del primo trattato di
Parigi con la Francia, le potenze vincitrici si erano riunite a Vienna per decidere i destini dell’Europa.
Il congresso di Vienna e il nuovo assetto europeo (1814-1815)
1 novembre 1814- 9 giugno 1815
Il congresso di Vienna fu il piu importante e affollato consesso di sovrani e governanti che mai si fosse visto in Europa.
I protagonisti principali
Metternich (MAE austriaco)
Talleyrand (Francia)
La Francia non venne umiliata per evitare il ripetersi di esperimenti di rivoluzioni e la maggiore precauzione presa dai
vincitori consistette nel costruire una barriera protettiva ai confini della Francia.
Il nuovo equilibrio europeo fu realizzato in base a criteri settecenteschi
Scompartono molti residui del passato ( sacro romano impero) e i maggiori Stati si modellano sul modello di Stato
moderno.
Centro e Nord Europa soprattutto.
Espansione della Prussia e della Russia, i paesi di lingua tedesca passano da 360 a 39 compresi Prussica e Germania e si
riuniscono in una confederazione germanica presieduta dall’imperatore d’Austria.
L’impero Asburgico si afferma sotto la guida di Metternich come fulcro dell’equilibrio continentale e esce dal congresso
piu forte e piu compatto.
L’italia cambia poco tranne un rafforzamento dell’egemonia austriaca.
La Gran Bretagna rafforza il suo ruolo di potenza marittima con l’acquisto del porto di Malta e il Capo di Buona
speranza.
Restaurato l’ordine in Europa i capi delle grandi potenze cercarono do approntare gli strumenti diplomatici e militari atti
a garantire la conservazione degli equilibri interni e internazionali usciti dal congresso di Vienna.
·
·
La santa alleanza nata nel settembre dall’iniziativa dello Zar Alessandro I, testo improntato di connotazioni
cristiane ecc…
Novembre 1815 nasce la quadruplice alleanza ( Gran Bretagna, Austria, Russia e Prussia) che imponeva una
stretta sorveglianza sulla Francia.
Nasce cosi il concerto Europeo:Dialogo costante fra le grandi potenze europee che assicura all’Europa un 40ennio di
pace.
La restaurazione politica
Ovunque in Europa si ebbe un assestamento degli equilibri interni in senso conservatore e si ha una rinnovata alleanza
fra il potere temporale dei sovrani e il potere religioso delle Chiese.
In Gran Bretagna nel 1815 schiacciante prevalenza dell’ala destra del partito conservatore che teneva un politica di
governo favorevole ai proprietari terrieri legati al clero, pregiudicando la classe operaia, che ogni volta che insorgeva
veniva duramente repressa.
Nell’Europa continentale si ha un trionfo dell’assolutismo settecentesco depurato dalla componente laica e anticlericale
tenendo una politica estremamente aspra verso il liberalismo. Questo soprattutto nei paesi che furono dominati dalla
Francia Napoleonica.
In Francia la restaurazione “morbida” vide Luigi 18esimo che promulga la cosiddetta Charte Octroyee, una sorte di
graziosa concessione del sovrano ai suoi sudditi. Ma questa dava pochi poteri alle camere sia uno scarso potere
restrittivo alla legge elettorale.
Gli “ultras”, ossia gli emigrati dalla Francia che si aspettavano la ripresa dei loro possedimenti e degli usi feudali al loro
ritorno si trovarono delusi in quanto in Francia si rinunciò a punire i sostenitori di Napoleone.
In Italia
La restaurazione dei vecchi Stati e delle vecchie dinastie comportò un arresto o quanto meno un rallentamento di quel
processo di sviluppo civile.
·
Nel regno di Sardegna Re Vittorio Emanuele I abrogo in blocco la legislazione napoleonica, epurò la pubblica
amministrazione, ristabilì il controllo della Chiesa sull’istruzione e riportò in vigore le discriminazione contro
le minoranze religiose.
·
Nello Stato della Chiesa papa Pio VII si scontrava con la linea di pura restaurazione teocratica sostenuta
dall’ala intransigente del collegio cardinalizio. Finisce per prevalere dopo il 1822.
·
Regno di Napoli: Linea moderata del primo ministro Luigi de Medici che voleva la riconciliazione tra i
fedelissimi de le re e gli uomini del decennio murattiniano dovette misurarsi con re Ferdinando I. Lo stato fu
unificato dal punto di vista amministrativo quando assunse il nome di Regno delle due Sicilie.
Le cose andavano meglio nei territori amministrati direttamente dall’Austria e negli Stati minori del centro
Nord.
·
In Toscana il granduca Ferdinando III e si suoi ministri si riallacciarono alla miglior tradizione dell’assolutismo
illuminato (progresso dell’agricoltura- dibattito politico tollerante)
·
Il lombardo-veneto: Miscela di autoritarismo e buona amministrazione caratterizzavano il dominio Austriaco
sul Lombardo-veneto
- Regione economicamente piu avanzata d’Italia - ampie zone di agricoltura moderna condotta con criteri
capitalistici - nuclei industriali - Rete ferroviaria e comunicazioni interne - sistema di istruzione avanzato - vivace
attività politica e culturale
Gli aspetti sociali della restaurazione
La Restaurazione non interruppe completamente quel processo di crescita della borghesia e di emancipazione dei vincoli
feudali che la rivoluzione francese aveva accelerato, ma questo processo divenne piu lento e contrastato.
Nei paesi che avevano conosciuto la dominazione Napoleonica le aristocrazie avevano ripreso i posti chiave del governo
anche se non rioccuparono i posti chiavi sociali. Le garanzie del cittadino introdotte dalla legislatura napoleonica furono
mantenute.
Vi era anche un notevole ritardo del processo di emancipazione nelle aree arretrate ( situazione simil feudali) in Europa
dell’est e vaste aree del continente.
Molto diversa era la situazione in Francia e nei paesi vicini passati attraverso la dominazione napoleonica, Germania
occidentale, Paesi Bassi e Italia Settentrionale dove la rivoluzione antifeudale si era compiuta in modo irreversibile.
Le masse rurali stavano generalmente male anche dopo la rivoluzione.
La fine dei rapporti feudali agevolò anche in modo significato la formazione di una massa di lavoratori non piu legati
alla terra e pronta a spostarsi verso i centri urbani e verso le nuove opportunità di lavoro offerte dall’industria.
La Cultura del Romanticismo
Con la restaurazione si afferma in tutta Europa la cultura romantica.
Cultura che si opponeva al razionalismo settecentesco e agli schemi canonici del classicismo e che esaltava la
spontaneità dei sentimenti ,la creatività personale i valori della tradizione e la nazione.
Cospirazioni e società segrete
A partire dagli anni 20, l’ordine imposto all’Europa e al mondo dal congresso di Vienna fu seriamente minacciato da
una rete di cospirazioni e società segrete di stampo democratico e liberale che tra di loro comunicavano a livello
internazionale.
Queste sette e società diventarono strumento delle opposizioni in Europa diventando vere e proprie sette reazionarie.
Le piu importanti erano :
La Carboneria (presente in Italia e Spagna)
Los Comuneros
Adelfi
Filadelfi
La base di queste sette erano principalmente nuclei di studenti, intellettuali e militari ( che avevano serviti eserciti
nell’epoca napoleonica), i quali oltre a dare a queste una organizzazione efficiente e spietata avviarono nel 1820 la
prima ondata rivoluzionaria che scosse l’Europa.
I moti del 20-21 in Spagna e in Italia
L’ondata rivoluzionaria partì dalla Spagna. In parallelo con le rivoluzioni sudamericane che re Ferdinando cerco di
soffocare con l’invio di truppe e fu incoraggiata dalle due gravi crisi agricole del 1816-1817.
· Il 1 gennaio 1820 alcuni reparti pronti a partire si ribellarono.
La ribellione si propaga fino ad obbligare il re a chiamare la costituzione liberale del 1812.
Si costituisce cosi un regime liberale fragile ( divisione di radicali e moderati e ostilità del re)
·
Espansione dell’attività rivoluzionaria e reazione a catena.
·
Moti militari iniziano nell’estate del 1820 nel Regno delle due Sicilie e in Portogallo dove re Giovanni VI fu
costretto in agosto a concedere una costituzione simile a quella spagnola.
·
1 luglio rivolta a Nola nel regno delle due Sicilie ma fu una rivolta debole dovuta alla divisione tra radicali e
moderati.
·
15 luglio 1820 scoppia la rivoluzione a Palermo e nascono sentimenti separatisti.Il governo di Napoli reagisce
inviando in Sicilia un corpo di spedizione, al rivolta fu domata in pochi giorni
·
La Federazione Italiana si ribella in Lombardo-Veneto e vuole la cacciata degli austriaci e la formazione di un
regno costituzionale indipendente in Italia settentrionale. I capi delle organizzazioni vengono arrestati subito
nell’ottobre 1820
·
In Piemonte dopo esitazioni dovute soprattutto ai contrasti fra democratici e gli elementi moderati il moto
scoppia nel marzo 1821.Vittorio Emanuele I abdica in favore del fratello Carlo Felice, il quale si allea le truppe
lealiste che con l’aiuto di contingenti austriaci sconfissero a Novara i rivoluzionari di Santarosa.
Le preoccupazioni dei conservatori fanno nascere i congressi di Trappau e Lubiana, e fu Metternich, fuclro e centro del
congresso di Vienna, a volere e a richiedere l’intervento militare in Italia, venendo cosi a richiedere una serie di
repressioni forti nei confronti dell’insurrezione.
Dal 1823 la situazione si stabilizza e i conservatori ritornano ad assumere i ruoli precedenti causa la scarsa unità delle
forze rivoluzionarie e la loro carenza sul piano dell’organizzazione e soprattutto di un’assoluta mancanza di legami con
le masse popolari.
L’indipendenza greca
Comincia nel 1821 e si protrae per quasi un decennio e fu l’unica tra le rivoluzioni degli anni 20 a concludersi con
sostanziale successo e da rivolta passa ad essere una vera e propria guerra di popolo con lo scopo di liberarsi dalla
presenza Turca.
In realtà l’antico Impero ottomano faticava sempre piu a tenere uniti i suoi vastissimi possedimenti.
Sempre piu problematico per il governo Turco era il controllo dei popoli balcanici (greci,serbi,macedoni,albanesi,
bulgari,romeni) qui mancava anche il legame religioso visto che il grosso della popolazione era formato da cristiani
ortodossi.
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1815 i Serbi cacciano i turchi e si conquistano un ampia autonomia.
1821 Insorgono i Greci che sovlegano un ruolo chiave nella vita economica dell’Impero ottomano
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Forte e sanguinosa repressione Turca che si inimica le potenze della Sacra Alleanza.
Consenso di opinione pubblica internazionale alla rivoluzione greca
1827 il governo Turco con quello Egiziano del pasha Mohammed Ali danno una svolta ai combattimenti
luglio 1827 intervento europeo e pace di Adrianopoli (1829) e creazione del Regno di Grecia
La rivoluzione di luglio in Francia e le sue conseguenze
Fra il 1830 e il 1831,l’Europa fu traversata da una nuova ondata rivoluzionaria.
L’ispirazione ideale e le forze che si fecero promotrici di questi moi erano simili a quelle dei moti del 20’21.Cio che
cambiava era il paese epicentro; la Francia, questo moto si concluse con la cacciata dei Borboni.
Prima dei moti
Divenuto re nel 1824, Carlo X aveva subito varato una serie di provvedimenti che miravano a rafforzare il ruolo del
clero e ad accrescere il peso dell’aristocrazia.
Contro la politica di Carlo X si schierarono i democratici, gl’intelletuali liberal-democratici ma anche la grande
borghesia degli affari e della finanza e un’ala consistente della stessa aristocrazia.
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Colpo di Stato di Carlo X che emana quattro ordinanze che sospendevano la liberà di stampa,scioglievano la
camera appena eletta, modificavano la legge elettorale e convocavano nuove elezioni.
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Insurrezione il 27,28,29 luglio 1830 costringe Carlo ad abbandonare la Capitale
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Ascesa al potere di Luigi Filippo di Orelans
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Cacciata dei Borboni e varata la nuova costituzione che ricalcava le linee della Carta del 14, vittoria dei
moderati francesi
Con questi fatti la Francia cessa di essere pilare dell’ordine conservatore e proclama la sua ostilità a ogni intervento
straniero nelle vicende interne ad altri paesi.
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Primo scossone in Belgio, 25 agosto 1830 insurrezione a Bruxelles- conferenza Franco Inglese riconosce
l’indipendenza Belga ( questa è una violazione intesa del Congresso di Vienna)
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Insurrezione in Italia- repressa nel marzo 1831 dagli austriaci
Insurrezione in Polonia –repressa nel febbraio 1831 dai Russi.
Le Monarchie liberali
Monarchia liberale francese
Pur essendo nata da un’insurrezione popolare il regime orleanista si resse su una base di consenso ristretta e precaria.
La monarchia di luglio finì per identificarsi strettamente con i valori e con gl’interessi dell’alta borghesia degli affari,
che costituivano pero uno strato estremamente sottile della società francese.
Ministro Guisot impronta una rigida politica conservatrice.
Opposizione: gruppi democratico-repubblicani collegati a sette e gruppi piu o meno clandesitini di stampo socialista. Il
governo di Orlean era costretto a fronteggiare una lunga serie di agitazioni e di veri e propri tentativi insurrezionali.
Monarchia liberale inglese
Fra la metà degli anni 20 e degli anni 40 si consolida definitivamente anche se con limiti e contrasti il sistema liberale
inglese.
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1832 legge del giugno allarga il corpo elettorale di oltre il 50%, il sistema resta comunque censitario ma era il
piu avanzato in Europa
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1833 legge sulle fabbriche dieci ore di lavoro orario massimo per i ragazzi sotto i diciotto anni e a otto per i
bambini sotto i dodici
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1834 la legge sui poveri affidava le istituzioni ed enti locali l’assistenza ai bisognosi.
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1838 scritta la Carta del popolo dalle Trade Unions in cui chiedevano il suffragio universale maschile la
garanzia della segretezza del voto e una nuova riforma dei collegi elettorali ( obbiettivi mai raggiunti)
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1846 abolito il dazio sul grano per rimuovere difficoltà di commercio e per recuperare dopo la crisi agricola in
Irlanda.
Monarchie autoritarie
Monarchia russa
Con l’avvento del nuovo zar Nicola I nel 1825 si apri in Russia un duro autoritarismo. Repressione sanguinosa dei
“decabristi”.
Monarchia Austriaca
In questi anni l’impero asburgico incominciava a soffrire del suo maggiore male; le spinte autonomistiche delle diverse
componenti etniche ( croati,cechi, sloveni ,polacchi , italiani e greci)
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1834 completata l’unione doganale tedesca degli stati della confederazione germanica, ma il nazionalismo
economico di List invoca non solo l’abolizione di dazi doganali tra Stati germanici, ma anche di proteggere con
dazi elevati la produzione nazionale dalla concorrenza estera.
Gli equilibri internazionali dopo il 1830
Nel decennio 1830-1840 l’equilibrio europeo fu condizionato soprattutto dall’intesa fra le due potenze liberali.
Rottura di questa intesa si verifica con gl’interessi contrastanti sulla questione d’oriente, da allora la politica estera
francese di Guizot si avvicina a quella Austriaca.
Cap 7 Le Americhe
Le due rivoluzioni americane
La lotta fra restaurazione e rivoluzione si combatte anche sul territorio americano.
Le colonie spagnole e portoghesi portavano a compimento la loro lotta per l’indipendenza col progetto di creare una
grande unione di Stati liberamente associati da un vincolo federativo ( progetto non realizzabile per la diversità delle
condizioni ereditate dalla monarchia spagnola e quella portoghese).
Gli Usa riuscivano nel loro intento dando nascita a una futura potenza
L’indipendenza dell’America Latina
Alla fine del 700 ruolo economico importante nell’economia mondiale, non solo di metalli preziosi ma anche agricola.
La spinta indipendentista non venne dagli Indios o i ceti locali ma dai criollos desiderosi di liberarsi dal controllo dei
funzionari governativi inviati dall’Europa.
L’occasione si presenta con l’invasione di Napoleone della Spagna.
1808 le colonie vengono governate da giunte nate con lo scopo di sopperire a un nuvo potere ma diventano centri di
rivendicazione indipendentista.
1811 la Giunta di Caracas sotto la guida di Francisco Mirando proclama l’indipendenza della Repubblica del Venezuela.
In Messico ( caso a parte) la rivolta assume subito la faccia di una guerra sociale e fu guidata dai Sacerdoti Hidalgo e
Morelos
1814-15 arresto dei processi di rivoluzioni in coincidenza con la restaurazione Spagnola.
1816 Ripresa del conflitto grazie all’appoggio logistico della Gran Bretagna che allo stesso tempo in Europa si oppone
per un intervento Europeo a sostegno della Monarchia Spagnola.
Seconda fase dei conflitti
Simon Bolivar assume la guida della rivolta in Venezuela e in Nueva Granata, ossia l’attuale Colombia.
1817 ripetute sconfitte spagnole che si ritirano sempre piu a sud
1819 Indipendenza della Repubblica di Gran Colombia
terza fase dei conflitti
1820 rivoluzione liberale in Spagna interrompe l’afflusso di truppe in Latino America
Appoggio inglese sempre piu consistente agli insorti latino americani
1821 Il Messico si costituisce Impero, i paesi dell’america centrale si riuniscono in una federazione delle province unite
dell’America Centrale.
1822 Indipendenza del Brasile
1823 Appoggio USA, Monroe si oppone a ogni intervento armato europeo sul continente americano
1824 sconfitta degli Spagnoli ad Ayachuco in Perù, cacciata degli spagnoli da quasi tutta Latino America
L’America latina dopo l’Indipendenza
Ben presto l’Indipendenza si rivela una gran delusione.
1820 Scissione della Gran Colombia nelle repubbliche di Venezuela, Colombia e Ecuador
La Federazione centroamericana si scisse dopo molti anni di lotte interne.
L’economia latino americana era stata improntata a servire quella Europea ostacolando lo sviluppo di un mercato
interno e la crescita di una borghesia saldamente radicata nella realtà locale.
Immutati o addirittura aggravati risultarono anche gli squilibri sociali ereditati dall’età coloniale.
L’arretratezza dei rapporti sociali incise negativamente sulla stabilità delle istituzioni rappresentative.
Scoppiarono una serie di conflitti interni che fecero emergere sempre di piu i capi militari, depositari di un potere reale
e fatalmente portati ad assumere la parte di arbitri fra le fazioni in lotta.
Lo sviluppo degli Stati Uniti: la frontiera e la democrazia
All’inizio del 800 gli USA occupavano solo una striscia della costa atlantica.
Espansione territoriale ad OVEST e uno sviluppo rapidissimo dell’agricoltura soprattutto nei nuovi territori dell’ovest e
gli stati del Nord avevano visto crescere nuclei di grande industria moderna.
Eccezionale sviluppo dovuto a :
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Un fattore geografico . enormi spazi disponibili.
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Le ondate del 700 sempre piu numerose di pionieri e le popolazioni dei pionieri tendevano a essere sempre piu
dinamiche e vivaci.
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La tendenza verso la democrazia era uno dei caratteri costativi della società americana, che non aveva trovato
nel suo espandersi, tradizioni feudali radicate.
La storia politica degli USA
Fino agli anni 20, la scena politica fu dominata dal contrasto tra federalisti e repubblicani.
I federalisti esprimevano gli interessi e i valori della borghesia urbana e avevano il loro capostipite nello stesso
Washington.
I repubblicani, espressione soprattutto degli agricoltori del Sud invocavano una politica liberista e difendevano
l’autonomia degli Stati, il loro maggiore esponente era Thomas Jefferson.
L’espansione territoriale degli USA
Nella prima meta dell’80 lo sviluppo territoriale degli USA si svolse secondo due linee direttrici.
L’una verso ovest era la naturale spinta colonizzatrice dei pionieri
L’altra verso Sud, derivava invece da una strategia di espansione perseguita da tutti i governi dell’Unione,a prescindere
dalle loro tendenze politiche.
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1803 acquisto delle Lousiana dalla Francia
1812 guerra contro l’Inghilterra per prendere il Canada ( persa)
1823 Dottrina Monroe L’america agli americani per affermare il ruolo di potenza emergente e garante
dell’equilibrio continentale
1824 compimento delle liberazioni delle colonie latinoamericane senza intervento Europeo
1845-48 Guerra col Messico per il Texas che si conclude con una vittoria per gli USA
1848 acquisto della California dove piu tardi furono scoperti giacimenti auriferi importanti.
Cap 8 Il risorgimento Italiano
Risorgimento e storia d’Italia
Metà dell’800 l’Italia conosce un processo graduale di riscoperta della propria identità nazionale.
Questo processo fu definito come il “Risorgimento” una definizione che ne sottolineava il carattere di rinascita culturale
e politica di riscatto.
Per la verità in Italia era assente una tradizione statale visto che l’Italia era stata unita politicamente solo ai tempi
dell’Impero Romano.
Eppure anche se mancava la storia di Uno Stato un’idea dell’Italia in quanto comunità linguistica, culturale e religiosa e
in parte economica.
Con la Restaurazione e con lo stabilirsi di un’egemonia austriaca su tutta la penisola, la situazione dell’Italia peggiorò
sotto molti punti di vista: la lotta per gli ideali e democratici poteva ora coincidere con quella per la liberazione dal
dominio straniero.
Nei moti del 20-21 la questione nazionale fu pressoché assente, nei moti che ebbero luogo dieci anni dopo nelle regioni
del centro-Nord, l’assenza di una visione unitaria risulto ancora in modo evidente.
Spunta Giuseppe Mazzini per elaborare una nuova concezione che aveva il suo punto centrale proprio nella
rivendicazione dell’unità e dell’indipendenza nazionale.
I moti del 1831
L’origine dei moti si rifà dopo la rivoluzione del luglio 1830 in Francia.
Francesco IV, duca che sperava di profittare di un eventuale sommovimento politico per diventare sovrano di un Regno
d’Italia centro-settentrionale.
Si ritrae presto e quando l’insurrezione è pronta fa arrestare i capi della congiura riuniti in casa di Ciro Menotti.
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La rivolta scoppia il 4 febbraio a Bologna e si estende a tutti i centri principali delle legazioni Pontificie.
Dalle Legazioni il moto dilaga nel Ducato di Parma e in quello di Modena
Rispetto ai moti del 20-21 le insurrezioni dell’italia centro-settentrionale presentarono alcuni caratteri di novità.
Oltre ai militai questa volta si mossero anche i ceti borghesi appoggiati dall’aristocrazia liberale, sostenuti anche da una
non trascurabile mobilitazione popolare.
La coordinazione delle singole insurrezioni cittadine in moto unitario con al costituzione di un Governo delle province
Unitario col compito di marciare verso Roma.
Fallimento dei moti furono dovuti a contrasti locali e divisioni politiche tra moderati e radicali e il disimpegno del
regime orleanista in difesa delle rivoluzioni italiane.
L’esercito Asburgico entra negli Stati pontifici e sconfigge a Rimini le forze degli insorti.
Mazzini e la giovine Italia
Dopo tutte le sconfitte dell’insurrezioni in Italia centro-settentrionale entra in crisi irreversibile la carboneria.
I fallimenti erano principalmente dovuti :
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La necessità di affidarsi all’appoggi di sovrani che poi si rivelavano regolarmente inaffidabili o traditori.
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La fiducia riposta eccessiva in interventi stranieri - carenza d’iniziativa propria
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Assenza di una direzione unitaria, capace di agire in un prospettiva nazionale.
All’inizio degli anni 30 nasce una reale istanza unitaria con Giuseppe Mazzini (1805- ) che credeva fermamente nel
principio di associazione.
Nel pensiero di Mazzini la Nazione intesa come identità culturale e spirituale prima di etnica e territoriale era la cellula
fondamentale attraverso cui si sarebbe realizzato il sogno di un umanità libera e affratellata.
Mazzini affrontava il discorso sociale difendendo il diritto di proprietà come base dell’ordine sociale e considerava
pericolose le teorie che collettivizzassero e rompessero l’unità del popolo.
Programma politico di Mazzini era molto chiaro:
l’Italia doveva rendersi indipendente e darsi una forma di governo unitaria e repubblicana e la sola via per fare cio era
l’insurrezione di popolo.
Caratteristico apostolato di Mazzini era il legame inscindibile fra teoria e prassi, o tra “pensiero e azione”.
Nasce l’organizzazione politica segreta guidata da Mazzini “La giovine Italia “ nel ‘31.
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Tentativi falliti nel Regno di Sardegna, Savoia (nel tentativo ebbe parte anche Garibaldi)
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Mazzini passa per la sua Tempesta del dubbio e poi si riprende per ricostruire la “Giovine Italia”
L’evoluzione degli Stati
Nel decennio 1830-40 si ha in Italia una continuità col periodo della Restaurazione.
Stato della Chiesa: Pontificato di Gregorio XVI (1831-46) che blocca ogni riforma e ogni iniziativa di progresso
economico
Il Regno di Sicilia: Ferdinando II si cateterizza per l’impegno nella repressione delle rivolte e del separatismo
siciliano.
Regno di Sardegna: limitato spiraglio con Carlo Alberto, innovazioni nella struttura istituzionale: codici civili e penali,
nel 43 un nuovo codice commerciale
Granducato di Toscana: pratica di governo illuminante e tollerante, ma neanche qui gli anni 30 furono portatori di
grandi novità. Anzi la stretta imposta dall’Austria al granduca Leopoldo II ebbe l’effetto di impedire ogni sviluppo
liberale.
In questo periodo ci sono in Italia dei timidi segnali di risveglio come il congresso dei scienziati accompagnati da un
quadro economico incoraggiante (anni 40), pur sempre caratterizzato da notevole arretratezza in Europa.
40-46 avvio della reale costruzione di una rete ferroviaria in Italia
Si ripropone il progetto di una unione doganale italiana
Progressi del sistema bancario
Sviluppo della marina mercantile e l’incremento generale del commercio internazionale.
Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo
Nel corso degli anni 40 il dibattito politico italiano si arrichì di nuove voci.
Nasce un orientamento moderato che cercava soluzioni gradualistiche tali da non comportare l’uso della violenza, e che
cerca di conciliare la causa liberale e patriottica con la religione cattolica.
Una corrente cattolico-liberale esisteva gia in Italia nell’epoca della Restaurazione con Alessandro Manzoni.
Prende corpo una scuola di pensiero che fu poi definita neoguelfa e che suscito la nascita della corrente piu estremista ,
la corrente neoghibellina.
Neoguelfismo
1843-Vincenzo Gioberti: identifica una missione spettante al popolo italiano identificando questa missione col
magistero della Chiesa. La soluzione da lui proposta era una confederazione fra gli Stati italiani, fondata sull’autorità
superiore del Papa e sulla forza militare del Regno di Sardegna.
1844 Cesare Balbo: auspica la formazione di una lega (doganale e militare) ma si poneva il problema della presenza
Asburgica, che consiglia di risolvere diplomaticamente.
1846 Giacomo Durando: ipotizza la divisione dell’Italia in tre Stati retti da regimi costituzionali.
L’elemento comune era dunque l’ipotesi federalista
Il Fallimento dei moti del 45 nelle legazioni pontificie a ispirare un reale pensiero moderato.
D’Azeglio denuncia le iniziative insurrezionali giudicate dannose alla nazione.
In Lombardia nasce una corrente federalista democratica e repubblicana.
Carlo Cutaneo porta avanti il suo progetto con il “Politecnico” che punta sulle riforme politiche e sullo sviluppo
economico all’interno dei singoli (insistenza sul liberismo doganale, delle vie di comunicazione e dell’istruzione
pubblica) per arrivare a una Confederazione repubblicana sul modello degli Stati Uniti o la Svizzera
Il biennio delle riforme
Nel biennio 1846-47 il moto riformatore conobbe un improvvisa accelerazione. Evento decisivo elezione nel
giugno1846 di Pio IX.
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Pio IX concede l’amnistia ai prigionieri politici nomina Gizzi suo segretario (pensiero liberale di Gizzi)
Estate 1847 crea una consulta di Stato e una guardia civica
Attenua il controllo sulla stampa
Luglio 47 Metternich manda delle truppe nelle legazione Pontificie, e la mobilitazione patriotica si intensifica in Italia.
Carlo Alberto offre il suo appoggio al Papa e l’Inghilterra critica la politica Austriaca.
Fra l’estate e l’autunno del 47 dilagano in Italia i moti riformatori, accompagnandosi in molti casi a tumulti a sfondo
sociale.
Cap 9 le rivoluzioni del 1848
Una rivoluzione Europea
1848 diventa sinonimo di “sconvolgimento improvviso e radicale”.
Eccezionale fu l’estensione geografica dei moti e anche la rapidità con cui il moto si diffuse in tutta Europa continentale
(tranne che in Russia –arretrata- e Inghilterra – modello politico elastico pronto a resistere a spinte-)
Fattori principali
· 1846-47 l’Europa attraversa una fase di crisi, prima nel settore agricolo poi in quello industriale e commerciale.
· L’azione consapevole svolta dai democratici di tutta Europa
I moti del 48 si collegano a quelli del 1820-21
· Simile contenuto delle richieste : libertà politiche e democrazia
· Spinta verso l’emancipazione nazionale
· Dinamica simile : dimostrazioni popolari che poi sfociano in scontri armati.
Novità dei moti del 48
· Intervento delle masse popolari e emergere degli obbiettivi sociali accanto a quelli politici.
· Massiccia partecipazione dei ceti popolari urbani che rende questi moti la nascita del conflitto sociale descritto
da Marx nel suo Manifesto dei comunisti.
Il 48 è anche l’anno ufficiale di nascita del movimento operaio e addirittura è stato scelto come anno frontiera tra età
moderna e età contemporanea.
La rivoluzione di Febbraio in Francia
1830, il regime monarchico di Luigi Filippo era sicuramente uno dei regimi europei meno oppressivi.
Ma la maturazione economica civile e culturale rendevano sempre piu intollerabile questo regime e la politica
ultramoderata di Guizot.
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Si coalizza un vasto fronte di opposizione e la lotta per la riforma elettorale (suffragio universale - unico
principio di sovranità popolare-)
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22 febbraio 1848, il regime proibisce un banchetto politico, mobilitazione degli studenti e manifestazione di
protesta. Repressione fallita la Guardia Nazionale si unisce ai manifestanti
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24 febbraio si depone Luigi Filippo e subentra un governo provvisorio che annuncia prossime elezioni a
suffragio universale
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entusiasmo rivoluzionario, due socialisti e due rappresentanti dei lavoratori nel governo provvisorio
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Si pronuncia il “diritto al lavoro” e la nascita degli Ateliers Nationaux. Gli operai degli ateliers furono adibiti
ai lavori pubblici.
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Elezioni di aprile, l’elettorato rurale si rivela molto piu conservatore di quello urbano. Avvento dei
Repubblicani moderati che diventano l’ossatura del nuovo governo. Un mese dopo chiusura degli Ateliers
Nationaux.I giovani disoccupati devono arruolarsi.
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23 giugno oltre 50.000 persone in piazza, ricompaiono le barricate. Il generale Cavaignac attua una dure e
sanguinosa repressione
La rivolta dei lavoratori parigini dava corpo allo spettro del comunismo, tutta la borghesia viene attraversata da un
riflusso conservatore.
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Il governo emana una nuova costituzione democratica, un Presidente della Repubblica eletto direttamente dal
popolo per 4 anni e un’unica Assemblea legislativa eletta anch’essa a suffragio universale
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10 dicembre elezioni presidenziali, vittoria schiacciante della destra con Luigi Napoleone Bonaparte, la Francia
cessa di essere irradiazione rivoluzionaria in Europa.
La rivoluzione nell’Europa Centrale.
Il moto rivoluzionario iniziato a Parigi alla fine di febbraio si propagò nel giro di poche settimane a gran parte
dell’Europa nascente da una serie di questioni e di tensioni che il congresso di Vienna aveva lasciato irrisolte.
Lo scontro principale fu combattuto tra la borghesia liberale e le strutture politiche dell’assolutismo.
Primo episodio insurrezionale ha luogo a Vienna.
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Manifestazione di lavoratori e studenti duramente repressa dall’esercito. Gli ambienti di corte sono costretti a
sacrificare il cancelliere Metternich, uomo simbolo della restaurazione e che rimase al potere per 40 anni
ininterrotti e che si rifugia all’estero
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Precipita la situazione nelle province dell’Impero e nella vicina confederazione germanica. Nella primavera del
48 il grande impero plurinazionale sembrava sull’orlo del collasso.
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I Patrioti ungheresi profittano del caos e creano un governo nazionale per agire in totale autonomia da Vienna e
viene eletto un nuovo parlamento a suffragio universale. A luglio Kossuth inizia a preparare un proprio esercito
nazionale.
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A Praga in aprile viene formato un governo provvisorio
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Ma il 12 giugno scontri tra la popolazione e l’esercito fornirono alle truppe imperiali il pretesto per un
intervento. Il congresso slavo fu disperso e il governo ceco sciolto d’autorità.
La sottomissione di praga dimostrava che la fedeltà e l’efficienza dell’esercito non erano state intaccate dalle
insurrezioni.
Il governo si sente abbastanza forte da attuare una politica contro i separatisti ungheresi servendosi abilmente delle
profonde rivalità che dividevano gli slavi dai magiari.
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Per salvare l’Ungheria scoppiano nuove insurrezioni a Vienna, ma vengono duramente represse, si depone
Ferdinando I e sale sul trono Francesco Giuseppe nel 1849 e scioglie d’autorità il reichstag.
L’insurrezione di Berlino
Le grandi manifestazioni popolari iniziate a Berlino il 18 marzo 1848 costrinsero il re Federico Guglielmo IV di Prussia
a concedere la libertà di stampa e a convocare un Parlamento prussiano (landtag).
Intanto ero erano sfociate le sommosse.
Nasce una costituente tedesca eletta a sufragio universale che avrebbe avuto la sua sede a Francoforte sul Meno.
Ma questa Assemblea di Francoforte dipendeva fortemente da quanto accadeva nello Stato piu importante, la Prussia.
Ma proprio in Prussia il movimento liberale-democratico conobbe un rapido declino.
L’Assemblea di Francoforte era comunque divisa dalla contrapposizione fra “grandi tedeschi”- unione di tutti gli Stati
germanici intorno all’austria imperiale- e “piccoli tedeschi”- Stato Nazionale piu compatto.
1849 una delegazione dell’Assemblea si reca a Berlino per offrire al re di Prussica la corono imperiale, ma quest’ultimo
la rifiuta.
Il rifiuto di Federico Guglielmo segno la fine della Costituente di Francoforte.
La rivoluzione in Italia e la prima guerra di indipendenza.
Primo e fondamentale obbiettivo comune a tutte le correnti politiche era la concessione di costituzioni fondate sul
sistema rappresentativo.
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12 gennaio 1848 sollevazione di Palermo legata ai movimenti separatisti.Ferdinando II di Borbone annuncia il
29 gennaio la concessione di una Costituzione nel Regno delle due Sicilie.
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Prima Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana infine lo stesso Pio IX si decisero di concedere le
costituzioni, anche se avevano tutte un forte carattere moderato e ispirate a quella francese del 1830
La piu importante, quella di Carlo Alberto dell’8 febbraio prevedeva una camera dei deputati, un senato di nomina regia
e una stretta dipendenza del governo dal sovrano.
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Scoppiano le rivoluzioni in Francia e nell’impero Asburgico dando l’iniziativa ai democratici che riportano in
primo piano la questione nazionale
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Venezia 17 marzo, liberazione dei detenuti politici, tra cui Daniele Manin. Il 23, il governo provvisorio
presieduto da Manin proclamava la costituzione delle Repubblica Veneta.
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Milano 18 marzo “le cinque giornate milanesi”, borghesi e popolani fianco a fianco contro le truppe di
Radetsky.Carlo Cattaneo presiede il “consiglio di guerra”. Il 22 marzo Radetsky ritira le sue truppe tra
Lombardia e Veneto.
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23 Marzo, il Piemonte di Carlo Alberto dichiara la guerra all’Austria:
1. La pressione congiunta dei liberali e dei democratici
2. la Tradizionale aspirazione della monarchia Sabauda ad allargare verso est le sue frontiere
3. Il timore che il Lombardo Veneto diventasse un centro di agitazione repubblicana
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Preoccupati del diffondersi dell’agitazione democratica e patriottica che minacciava la stabilità dei loro troni
Ferdinando II di Napoli, Leopoldo II di Toscana e Pio IX decisero di unirsi alla guerra antiaustriaca
La guerra piemontese sembra quindi trasformarsi in una guerra d’indipendenza nazionale e federale.
Ma l’illusione dura poco.
Carlo Alberto porta avanti una guerra propria e punta all’annessione del Lombardo Veneto suscitando l’irritazione dei
democratici e la diffidenza degli altri sovrani.
Pio IX si trovava in una posizione imbarazzante avendo dichiarato guerra a una grande potenza cattolica che da li a
poco tempo ritira le sue truppe seguito dal granduca di Toscana.
Carlo Alberto rimane a combattere la sua guerra.
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Il 23-25 luglio a Custoza, presso Verona le truppe di Carlo Alberto furono nettamente sconfitte e si ritirarono
oltre il Ticino. Il 9 agosto fu firmato l’armistizio con gli Austriaci.
Lotte democratiche e restaurazione conservatrice.
Dopo la sconfitta del Piemonte, a combattere contro l’Impero asburgico restavano solo i democratici italiani e
ungheresi.
Tuttavia nell’autunno del 48 la situazione in Italia era ancora abbastanza fluida. La Sicilia restava sotto il controllo dei
separatisti.
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A Venezia Manin aveva proclamato la repubblica.
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In toscana il granduca fu costretto a creare un ministero democratico
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A Roma in novembre viene ucciso il primo ministro pontificio ( moderato) in un attentato, Pio IX lascia Roma
e si rifugia sotto la protezione di Ferdinando di Borbone. Nella Capitale presero sopravento i gruppi
democratici.
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1849 in Tutti gli Stati Pontifici si tengono elezioni a sufragio universale per l’Assemblea Costituente. Fra gli
eletti c’erano anche Mazzini e Garibaldi.
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20 Marzo 1849 Carlo Alberto schiacciato dalle pressioni e le intransigenze austriache riprende i combattimenti.
Ma le truppe Lombarde vengono pesantemente schiacciate da Radetsky il 22-23 marzo. La sera stessa Carlo
Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Ritorno degli austriaci. Liberato il fronte sabaudo gli austriaci s’impegnano al ripristino dell’equilibrio.
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A Brescia viene pesantemente repressa un’insurrezione ( le dieci giornate di Brescia)
Venezia resiste per 5 mesi a un vero e proprio assedio, e cede per fame.
In maggio Ferdinando di Borbone riprende il controllo della Sicilia
Gli austriaci occupano il territorio delle Legazione Pontificie e pongono fine alla Repubblica toscana
Luigi Napoleone Bonaparte interviene a Roma rispondendo all’appello di Pio IX. L’Assemblea Costituente resiste
eroicamente e il 4 luglio prima di annunciare la resa approva il testo della Costituzione destinato a diventare un
documento simbolo della politica democratica.
Opere maggiori dell’Assemblea Costituente
-furono aboliti i tribunali ecclesiastici
-confisca dei beni del clero
-varato un progetto di riforma agraria che prevedeva la concessione di parte dei fondi confiscati in affitto perpetuo alle
famiglie piu povere.
Le cause della sconfitta democratica : profonde fratture che attraversavano al loro interno le forze del cambiamento e
della rivoluzione, dividendo sempre piu le correnti democratico-radicali dai gruppi liberal-moderati.
La Francia dalla seconda Repubblica al Secondo Impero
Portato al potere da una coalizione di conservatori, clericali e moderati ex orleanisti, Luigi Napoleone Bonaparte mostrò
subito una durezza
Elezioni del 49 portarono nella nuova Camera una solida maggioranza clerico-conservatrice.
Si accelerano i tempi di interventi militari nella repubblica Romana e il 13 durante una manifestazione poco vivace il
governo attua una dura repressione contro l’opposizione manifestante.
Ma i gruppi conservatori guardavano con sospetto a un eccessivo rafforzamento del suo potere personale.
Nel luglio del 51’, la camera respinse la proposta di allungare il mandato presidenziale a 10 anni.
Pochi mesi dopo Napoleone mette in atto un colpo di Stato con l’appoggio dell’esercito.
Il 2 dicembre viene sciolta la camera d’autorità.
Nel dicembre 1852 Luigi Napoleone assume il nome di Napoleone III col diritto di trasmettere i suoi titoli imperiali ai
suoi eredi.
Cap 10.Società borghese e movimento operaio
La borghesia Europea
Le rivoluzioni del 48-49 si erano concluse con un totale fallimento.
Le istituzioni rappresentative erano state quasi ovunque cancellate o soffocate dal ritorno dei metodi assolutistici.
Faceva pero riscontro un processo di profondo mutamento della società: l’ascesa della borghesia.
Nel ventennio successivo al 48 la borghesia conobbe una stagione di crescita e affermazione, riesce a presentarsi come
portatrice e depositaria degli elementi di novità e trasformazione e far valere le su idee e la sua influenza: il merito
individuale- la libera iniziativa- la concorrenza- l’innovazione tecnica.
La borghesia comprendeva una trasversale sociale che andava dagli artigiani e dai contadini- piccoli proprietari ai
grandi magnati dell’industria e della finanza, insomma quell’area dai confini non ben definibili che gia allora indicata
come ceto medio o piccola borghesia.
Stile borghese : abbigliamento curato e accorto, case funzionali ma decorate e valori tradizionali, come l’austerità, la
moderazione, la propensione al risparmio.
La borghesia si basava su una struttura familiare patriarcale basata sull’autorità del capo famiglia e la subordinazione
della donna, proprio perché credeva in una società aperta, dove nulla era garantito a priori, il borghese aveva bisogno di
un retroterra sicuro e doveva armarsi di quei saldi principi morali senza i quali la caduta sarebbe stata inevitabile.
L apovetà era un peccato in quanto segno di debolezza e di colpevolezza per non saper risparmiare.
Ottimismo borghese e cultura positiva
Il borghese europeo della seconda metà dell’800 era altresì animato da una robusta fede nel progresso generale
dell’umanità - questo poggiava sullo sviluppo economico e le scoperte scientifiche –
Nasce da questa fede il positivismo che comincia ad affermarsi verso la metà del secolo e poi improntera una lunga
stagione della cultura occidentale.
Positivismo : fu dapprima un indirizzo filosofico che considerava la conoscenza scientifica come la sola valida –
Auguste Comte, padre della sociologiaFra i maggiori esponenti del pensiero positivista e il rappresentante piu tipico troviamo Charles Darwin che formula la
teoria dell’evoluzione – la natura è soggetta a un incessante processo evolutivo, guidato da un meccanismo di
selezione naturale, che determina la sopravivenza degli individui meglio attrezzati per reagire alle sollecitazioni
dell’ambiente e la scomparsa degli elementi piu deboli o meno adatti.
La teoria dell’evoluzione si pone in chiaro contrasto con la tradizione cattolica o sulle credenze religiose sulla creazione
divina dell’uomo, ma allo stesso libera l’uomo da ogni forma di condizionamento sopranaturale.
Ma il principio di selezione naturale poteva essere utilizzato per consacrare il diritto del piu forte nei rapporti fra gli
individui e le classi- Darwinismo socialeFatto sta che il positivismo contribuì potentemente ad alimentare la fiducia nel progresso dell’umanità.
Lo sviluppo economico.
A partire dalla fine degli anni 40 superata la crisi del 46-47, l’economia europea conobbe una fase di forte espansione.
Boom industriale : tra il 1850 e 1873 il boom si fonda essenzialmente sullo sviluppo dei settori siderurgico e meccanico,
grazie soprattutto alla diffusione delle macchine- macchine a vapore, filatoi e telai meccanici, combustibili minerali
(carbon coke).
I costi crescenti degli impianti e l’accresciuta concorrenza danno un forte impulso all’aumento delle dimensioni delle
imprese e verso le concentrazioni aziendali. Si moltiplicano le SPA grazie a una riduzione dei rischi degli investimenti.
L’eccesso di fiducia crea due crisi di sovrapproduzione del 57-58 e del 66-67 entrambe di breve durata e cmque non
intaccarono la fiducia degli investitori.
I fattori sviluppo :
1.
2.
3.
4.
5.
La rimozione dei vincoli giuridici – abrogate leggi inciampo, come quelle che proibivano il prestito a interesseperfezionata la disciplina dei brevetti e si diffonde l’uso della moneta e degli assegni.
trionfo di libero scambio- fitta rete di trattati commerciali
scoperta di nuovi giacimenti nell’Europa continentale di minerali ferrosi e soprattutto carbone
nascita di banche che sostengono iniziative di ampio respiro con finanziamenti a lunga durata
sviluppo dei mezzi di trasporto- primo tra tutti l’affermazione del treno e sviluppo della rete ferroviaria.
La rivoluzione dei trasporti e dei mezzi di comunicazione
La rivoluzione dei trasporti non ebbe solo conseguenze di ordine economico, ma influenzò significativamente abitudini
e modi di pensare della gente comune.
Boom delle costruzioni ferroviarie – anni 60, estensione ferroviaria mondiale era di 110.000km, ritmo costantemente
crescente.
1854 inaugurata prima linea transalpina, ma gli sviluppi piu spettacolari si ebbero negli USA, dove lo sviluppo della
ferrovia accelerarono in modo notevole la conquista dei territori dell’est.
1860 introduzione dell’elica al posto della ruoto nei battelli a vapore che prende il sopravvento
Inizia anche la rivoluzione delle comunicazioni specialmente con la nascita del telegrafo-aumento della velocità delle
notizie vertiginosoDa allora diventa possibile concludere istantaneamente affari e transazioni finanziari con paesi lontani.
Sviluppo del settore giornalistico- Reuter.
La citta moderna
In quest’epoca storica siamo davanti a uno sviluppo dei grandi centri urbani – processo storico chiamato urbanesimoLo sviluppo industriale, che creava nuove occasioni di lavoro e la contemporanea rivoluzione dei trasporti alimentano
un imponente flusso migratorio dalla campagna alla città.
Per secoli la pianta delle città era stata definita dalle cinte murarie, ma con la nuova struttura la forma della città si
rendeva del tutto indipendente dagli antichi condizionamenti di origine militare e si modellava sempre piu sulle esigenze
della produzione e dei traffici.
Punti di riferimento essenziali erano stazioni ferroviarie, la borsa, i centri commerciali, i tribunali e nelle capitali i
palazzi ministeriali.
I ceti popolari espulsi dai centri storici andavano ad addensarsi nelle grandi periferie e i quartieri residenziali borghesi,
che erano situati in zone piu verdi e piu aerate e cominciavano ad essere provvisti di acqua corrente e di impianti di
riscaldamento centralizzato.
Si fanno sempre piu importanti gl’interventi dei poteri pubblici in quasi tutte le grandi città europee. Ristrutturazione,
illuminazione e trasporti urbani si moltiplicano.
Napoleone III attua la ristrutturazione di Parigi con Haussman, rimuovendo vicoli stretti e ampliando spazi creando
boulevard, con lo scopo di ampliare la circolazione e rendere difficili i moti.
L’intervento sempre piu sistematico dei pubblici poteri statali e municipali; lo sviluppo di piu ampi apparati burocratici
per il governo delle città; la creazione di nuovi corpi di polizia piu numerosi e piu “professionali”, specializzati nei
problemi della convivenza urbana.
La grande città tendeva a perdere l’aspetto caotico.
Il mondo delle campagne
In questo periodo storico erano i lavoratori della terra a costituire il grosso della popolazione attiva.
In Gran Bretagna da una popolazione agricola formata in buona parte da lavoratori salariati a caso limite della Russia
con i suoi venti milioni e piu di servi della gleba, liberati solo nel 1861.
In Europa continentale vigeva una realtà molto differenziata.
Con la fine della feudalizzazione in buona parte di Europa Orientale la privatizzazione della terra ando a vantaggio dei
grandi latifondisti.
L’emancipazione significò semplicemente il passaggio dalla condizione di servi a quella di braccianti senza terra e non
sempre comportò la rottura dei vincoli di subordinazione degli antichi signori.
Dappertutto comunque gli agricoltori occupavano i gradini inferiori della scala sociale e versavano in condizioni di
notevole disagio.
La novita stava nel fatto che lo sviluppo economico e la rivoluzione offrivano ai lavoratori della terra maggiori
possibilità di allontanarsi dal luogo di origine.
Questo funge da acceleratore per l’emigrazione industriale.
Il proletariato urbano e il movimento operaio dopo il 48’
Con lo sviluppo della grande industria e la decadenza della piccola impresa artigiana, il proletariato di fabbrica venne
pero assumendo sempre maggiore consistenza.
Gli operai godevano di un certo vantaggio rispetto ai lavoratori della terra. I salari nell’industria erano mediamente
superiori a quelli del settore agricolo. Ma per altri aspetti la vita dell’operaio non era migliore e quella del lavoratore
agricolo.
Nelle città l’operaio era a contatto con le manifestazioni esteriori di vita borghese, e in essa il lavoratore smarriva i
tradizionali punti di riferimento culturali e religiosi.
Cominciò cosi a maturare all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro, una nuova coscienza di classe unita alla spinta ad
associarsi per mutare questa condizione.
Le prime forme di associazione operaie si rivolgevano soprattutto ai lavoratori piu evoluti e meglio pagati e si
dedicavano piu al mutuo soccorso fra i soci che alle lotte rivendicate contro i datori di lavoro.
Anni 50-60’ si sviluppano in GB le TradeUnions, sviluppo coronato nel 1868 dalla costituzione del Trade Unions
Congress che riuniva i delegati di tutti i maggiori sindacati e che rappresentò da allora il nucleo base del movimento
sindacale operaio britannico.
Il pensiero del movimento operaio si divide in due correnti:
Blanqui: comunismo insurrezionista –giacobinoProudhon: federalismo a sfondo anarchico- filone libertario e autonomistico francesePer motivi analoghi le dottine di Proudhon ebbero una certa fortuna anche in Italia e influenzarono i primi teorici
socialisti in Italia (Pisacane, Ferrara). In quell’epoca le società di mututo soccorso italiane subivano soprattutto
l’influenza di Mazzini.
In Germania Ferdinand Vassalle, intellettuale brillante che basava le sue concezione socialiste su una teoria dello
sfruttamento capitalistico simile all’analisi Marxista, ma diversamente da lui, credeva nella possibilità per i lavoratori di
conquistare lo Stato borghese e di trasformarlo dall’interno attraverso il suffragio universale. Nel 1863 crea una
Associazione generale dei lavoratori tedeschi e rappresentò il primo importante esempio di partito operaio organizzato
su scala nazionale.
Marx e il capitale
In esilio a Londra Marx dedicò gran parte del suo tempo allo studio dell’economia politica: l’analisi economica divenne
sempre piu la base fondamentale del suo “socialismo scientifico”. Nasce “Il Capitale” una descrizione delle leggi e dei
meccanismi su cui si fonda il modo di produzione capitalisitico, e una previsione circa i suoi futuri sviluppi e
un’indicazione dei compiti che spettano al nuovo soggetto rivoluzionario; il proletariato industriale.
Nel capitale. Teoria del valore-lavoro
Il lavoro stesso è una merce e come tale vine comprato e venduto sulla base del valore-lavoro che esoo contiene.La
differenza fra il valore del lavoro e il valore del prodotto- differenza di cui si appropria il capitalista- è detta plusvalore.
Sono le stesse leggi della produzione capitalistica a determinare la crisi finale del sistema secondo Marx e non bisogna
fare altro che aspettare la crisi inevitabile.
La novità nella teoria Marxista sta nella sua base scientifica (che meglio si accordava con la mentalità positivistica allora
dominante) e grazie ad essa penetro profondamente nella cultura del movimento operaio fino a diventare,alla fine del
secolo, la dottrina “ufficiale” del movimento operaio.
L’Internazionale dei lavoratori marxisti e anarchici
Il movimento operaio avverte presto l’esigenza di un collegamento internazionale.
La prima occasione per soddisfare questa esigenza fu offerta nel 1862 dalla visita di una delegazione di lavoratori
francesi all’Esposizione universale di Londra.
Si mettono d’accordo per dar vita a un’organizzazione permanente di coordinamento aperta ai rappresentanti di altri
paesi, nace l’Associazione internazionale dei lavoratori. Un emissario di Mazzini rappresentava le società operaie
italiane.
Obbiettivo della prima Internazionale era quello dell’emancipazione economica della classe operaia il cui grande fine
deve essere subordinato come mezzo ogni movimento politico.
Questa prima Internazionale fu un evento capitale piu per il suo significato simbolico che per i suoi effetti pratici e
divenne cosi un punto di riferimento ideale oltre che uno spauracchio per i governi conservatori.
Fino alla fine degli anni 60, il dibattito ai vertici dell’Internazionale vide contrapporsi da un lato i socialisti veri e propri
dall’altro i proudhoniani.
Tramontata la stella proudhoniana nasce un quella di Michail Bokunin.
-
Lo Stato era assieme alla religione lo strumento di cui si servivano le classi dominanti per mantenere la stra
grande maggioranza della popolazione in condizioni di inferiorità economica e intellettuale, compito era di
liberare le masse dall’influenza nefasta della religione per poi condurle all’assalto del potere statale.
Il comunismo si sarebbe instaurato spontaneamente come l’ordine piu consono alle esigenze naturali delle masse.
Nasce all’interno della Prima Internazionale un forte contrasto tra Anarchici di Bakunin e comunisti di Marx, il
quale riesce a far trasferire gli organi centrali dell’Internazionale a New York, lontano dall’Europa, determinando
la morte dell’Internazionale e piu a lungo termine quella degli Anarchici di Bakunin.
Il mondo Cattolico di fronte alla società borghese
Anche il mondo cattolico assunse un atteggiamento duramente critico nei confronti di una civiltà che si basava su
presupposti laici e individualistici.
Capofila di questa crociata ideologica fu Papa Pio IX che scottato dalle esperienze del 48-49 si preoccupò
soprattutto di riaffermare la piu rigida ortodossia dottrinaria.
·
1864 Enciclica “Quanta Cura” nella quale accomunava il liberalismo, la democrazia, il socialismo e
l’intera civiltà moderna e il “Sillabo” -degli errori del secolo- dove erano raccolti in ottanta proposizioni
tutti i principi basilari della tradizione illuministica
·
Sorpresa e scalpore in tutta Europa, Napoleone III proibisce la diffusione del documento in quanto
imbarazzante e altamente nocivo alla causa delle convivenza tra Chiesa e Stato.
·
1870 Pio IX fa proclamare il dogma dell’infallibilità del Papa.
·
Quando nel settembre 1870 le truppe italiane entrarono in Roma, nessuno dei governi europei si mosse per
salvare il potere temporale del Papa.
Cap11 L’Unità d’Italia
La seconda restaurazione
In Italia dopo il fallimento delle rivoluzioni del 1848-1849. Le conseguenze di questa “seconda restaurazione” furono
gravi, non solo in termini di mancata evoluzione delle strutture politiche, ma anche per ciò che concerneva lo sviluppo
economico soffocato dalla miopia dei dirigenti.
Lombardo Veneto: Fu sottoposto a un regime di occupazione militare cui si accompagnò un inasprimento della gia forte
pressione fiscale.
L’Impero Asburgico vide cosi allargarsi il fossato di risentimento e di incomprensione che separava la monarchia dalle
popolazioni italiane.
Stato Pontificio: Riorganizzato secondo il vecchio modello teocratico assolutistico. Democratici e liberali furono
perseguitati e il potere restò nelle mani di una ristretta oligarchia di prelati.
Regno delle Due Sicilie: Il ritorno al sistema assolutistico fu integrale e la repressione durissima. In campo economico la
politica dei Borboni fu improntata da un gretto conservatorismo e alti dazi doganali. I settori piu sacrificati furono cosi
quelli dell’istruzione e delle opere pubbliche.
L’arretratezza economica e sociale e la durezza della repressione fecero del Regno delle Due Sicilie una specie di
modello negativo agli occhi dell’opinione pubblica liberale europea.
L’esperienza liberale in Piemonte e l’opera di Cavour.
Ben diversa fu la vicenda politica del Piemonte Sabaudo dove potè sopravvivere l’esperimento costituzionale inaugurato
con la concessione dello Statuto Albertino. Il regno di Vittorio Emanuele II comincio con un duro scontro fra la
monarchia e la Camera elettiva.
Agosto 49 conclusa la pace di Milano che imponeva al Piemonte pesanti risarcimenti a l’Austria la camera la rifiuta (la
pace de milano k’ haiii capitttoo).
Viene sciolta la camera, e il re in un comunicato chiede una camera piu moderata, e riesce.
Il governo D’Azeglio potè cosi portare avanti l’opera di modernizzazione dello Stato.
Tappa fondamentali sono le leggi Siccardi che pone fini ai privilegi principali del clero e adegua la legislazione
ecclesiastica del Piemonte a quella degli altri Stati cattolici Europei.
Nelle file della maggioranza liberal-moderata nasce la figura di un leader: Camillo Benso di Cavour.
Nato nel 1810 cavour si forma in un contesto aristocratico e conservatore.
Cosmopolitismo culturale e intraprendenza borghese furono le due componenti decisive nella formazione di Cavour
1847-48 decide di dedicarsi alla vita politica, l’ideale politico di Cavour era quello di un liberalismo moderato.
Era convinto che la tendenza verso un maggiore allargamento delle basi dello Stato dovesse essere attuata con gradualità
e incanalata in un sistema monarchico costituzionale.
Il liberalismo cavouriano aveva quindi un appiglio moderno e piu pragmatico.
1850 Cavour entra a far parte del gabinetto d’Azeglio
1852 si dimette d’Azeglio e Cavour viene incaricato di formare il nuovo governo, promuove un accordo tra l’ala piu
progressista della maggioranza moderata e la componente piu moderata della sinistra democratica, cioe il connubio.
In questo modo potè allargare le basi parlamentari del suo governo e rendere piu incisiva la sua azione riformatrice in
campo politico ed economico.
Assunse una linea decisamente libero-scambista, e fra il 51 e il 54 fu abolito il dazio sul grano.
Diede un fortissimo impulso alle opere pubbliche a costo di alzare la pressione fiscale, ma soprattutto furono sviluppate
le ferrovie. Questo sviluppo non solo ebbe effetti positivi sul commercio ma servi da stimolo all’industria siderurgica e
meccanica.
Le condizioni delle classi subalterne non conobbero pero miglioramenti sostanziali, il tasso di analfabetismo si
mantenne elevato, ma il Piemonte poteva vantare un bilancio quanto mai lusinghiero, un’agricoltura in fase di
espansione e di modernizzazione, un’industria che poneva il Piemonte all’avanguardia, un sistema di credito potenziato
e riorganizzato, una rete di trasporti efficiente e collegata in Europa tramite il traforo del Frejus.
Il Fallimento dell’alternativa repubblicana
Le sconfitte del 48-49 non avevano mutato nella sostanza la strategia di Mazzini e dei mazziniani, piu che mai convinti
che l’unità italiana sarebbe scaturita da un moto insurrezionale.
Dopo un fallimento dei moti nel 1853 Mazzini resta convinto che fosse dovuto alle carenze di organizzazione, crea
allora il Partito di Azione, quasi a sottolineare il carattere di puro strumento di battaglia.
Ferrari e Pisacane introducono per primi il tema del socialismo in Italia entrambi nel 1851. Entrambi sostenevano che la
lotta per l’indipendenza nazionale avrebbe avuto successo solo se avesse potuto legare a sé le classi popolari.
1857 Pisacane fa parte della spedizione di Sapri che fu un totale fallimento e per evitare di essere catturato dal nemico si
suicida.La spedizione di sapri inasprisce il dissidio gia in atto fra i democratici e coincide con la nascita di un
movimento indenpentista filo piemontese leader Manin.
Manin propone la collaborazione di tutte le forze democratiche alleate tra di loro per un futuro governo dell’Italia
intorno all’unica forza in grado di raggiungere l’obbiettivo : la monarchia di Vittorio Emanuele II.
1857 il movimento si da il nome di Società Nazionale, a essa aderiscono autorità e soprattutto Giuseppe Garibaldi.
Con la creazione di questo movimento la politica Cavouriana si trovo a disporre di una nuova importantissima carta.
La diplomazia di Cavour e la seconda guerra indipendentista
Prima preoccupazione di Cavour nei primi anni di governo di Cavour fu quella di avvicinare il Regno sabaudo
all’Europa piu moderna e piu sviluppata.
1855 primo passo verso questa direzione: Il Piemonte risponde positivamente all’invito rivoltogli dalla Francia e
Inghilterra di associarsi alla guerra contro la Russia. Parte la spedizione di La Marmora di 18000 uomini per la Crimea.
Il Piemonte siede cosi sul tavolo dei vincitori nella conferenza di Parigi nel 1856 e solleva la questione italiana davanti a
un consenso internazionale.
Il Piemonte si presenta quindi come portavoce delle istanze di rinnovamento di tutta la nuova borghesia italiana e come
strumento garante contro ogni sbocco non rivoluzionario delle tensioni che si manifestavano nella penisola..
Era dunque necessario mantenere viva l’agitazione patriotica appoggiando la Società nazionale, e assicurarsi l’appoggio
dell’unica grande potenza interessata ; La Francia di Napoleone III.
Un attentato fallito di matrice Mazziniana convince Napoleone a intervenire in aiuto del Piemonte e si tiene un accordo
segreto tra Napoleone e Cavour nel 1858 nella città di Plombieres.
Premessa indispensabile per la riuscita dei progetti di Cavour era comunque la guerra contro l’Austria ed era necessario
che la guerra apparisse provocata dall’impero Asburgico.
Fu lo stesso Impero Asburgico a dare il casus belli inviando il 23 apile 1859 un secco ultimatum al Piemonte.
Dopo una serie di scontri contro gli austriaci che di fronte alle forze congiunte di Cavour, Napoleone e Garibaldi si
vedono costretti a ritirarsi fino a Costoza, Napoleone decise di interrompere la campagna e accordarsi con gli Austriaci
in un armistizio l’11 luglio a Villafranca.
· Pressione dell’opinione pubblica
· Minaccia di un intervento germanico in ausilio dell’Austria
· La nuova situazione che si era venuta a creare nell’Italia centro settentrionale che vanificava il progetto
stabilito a Plombieres
La notizia dell’armistizio suscito lo sdegno dei democratici e colse di sorpresa Cavour che rassegna le dimissioni e fu
sostituito dal generale La Marmora.
Le insurrezioni nell’Italia centro settentrionale.
A differenza di quanto accadde nei moti del 48, i moti furono saldamente controllati dai moderati e dagli uomini della
società nazionale.
Ma ben presto Napoleone III accetta il fatto compiuto e firma la pace di Zurigo. Cavour torna a capo del governo nel
gennaio 1860.
Nel marzo dello stesso anno le popolazioni di Emilia, Romagna e Toscana vengono chiamate a scegliere tramite
plebiscito fra l’annessione al Piemonte e la creazione di regni separati e si pronunciano in maniera schiacciante per la
soluzione unitaria.
Garibaldi e la spedizione dei mille
Il Piemonte allargava quindi i suoi confini verso la Lombardia e l’Italia centrale e si avviava a diventare uno Stato
nazionale.
I democratici non soddisfatti soffiavano sulla fiamma rivoluzionaria e tornava d’attualità l’idea di una spedizione di
volontari nel Regno delle Due Sicilie.
Era la Sicilia in stato di latente rivolta a offrire un terreno favorevole per un iniziativi rivoluzionaria.
Due mazziniani siciliani concepiscono il progetto e Crispi convince Garibaldi ad assumere il comando della spedizione.
Organizzano anche una rivolta che scoppia nel 1860 a Palermo.
Il 5 e 6 maggio i mille di Garibaldi prendono il largo a Quarto presso Genova e sbarcano a Marsala con due navi
sequestrate.
Il 15 maggio primo contatto con un contingente borbonico che anche se in sovranumero si ritira dallo scontro.
Galvanizzati dal successo inaspettato i volontari puntano su Palermo rinforzati da una serie di manovre belliche
sporadiche tenute nelle campagne dai contadini siciliani contro i contingenti borbonici.
Il regno sabaudo con il ministro Cavour rivedono con entusiasmo l’inaspettato successo della spedizione e mandano
rinforzi.
Fra giugno e luglio sbarcano 15000 unità di rinforzo per Garibaldi, che subito si muove all’attacco delle truppe
borboniche, che si erano concentrate nella parte nord dell’isola.
Nel giro di poche settimane l’impresa garibaldina aveva assunto le dimensioni di una vera e propria epopea.La rapidità
con cui si era verificato il collasso borbonico costrinse Cavour e i moderati italiani a rivedere frettolosamente la loro
strategia.
L’intervento piemontese e i plebisciti
Garibaldi profittando della benevola neutralità della flotta inglese, riusci a sbarcare in Calabria e poi risalì rapidamente
la penisola senza che l’esercito borbonico, ormai in via di disgregazione, fosse in grado di opporgli un efficace
resistenza.
Il 7 settembre Garibaldi fece il suo ingresso trionfale a Napoli.
Napoli liberata richiava di trasformarsi in un quartier generale dei democratici e diventare base per una spedizione nello
Stato Pontificio.
Non restava per il governo piemontese altra scelta se non quella di prevenire l’iniziativa garibaldina con un intervento
militare.
Le truppe regie varcarono i confini dello Stato della Chiesa, invasero l’Umbria e le Marche e sconfissero l’esercito
pontificio nella battaglia Castelfidardo.
Cocente sconfitta per le truppe borboniche a Vellurno permettendo alle truppe sabaude la marcia verso il Mezzogiorno.
A Garibaldi non restò che attendere l’arrivo dei piemontesi per cedere loro ogni responsabilità nel governo delle
province liberate.
Il 17 marzo 1861 il primo parlamento nazionale eletto su base rigorosamente censitaria proclamava Vittorio Emanuele
II re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della nazione”.
Le ragioni dell’unità
In Italia l’unità non fu solo il prodotto dell’iniziativa militare e diplomatica di uno Stato e dell’azione di un uomo
politico geniale.
Essa fu preparata da un ampio moto d’opinione pubblica che coinvolse gli strati sociali piu attivi e piu dinamici, seppur
minoritari : intellettuali, studenti e anche una borghesia produttiva e desiderosa di creare mercato nazionale.
Fu grazie ai suoi progressi economici e al suo modello istituzionale avanzato che il Piemonte potè conquistare un ruolo
egemone cui non avrebbe potuto aspirare in virtu della sua sola forza militare e riusci a coinvolgere nel suo disegno di
espansione le stesse formazioni democratiche.
In italia lo Stato nazionale nacque dalla combinazione di un’iniziativa dal basso e dall’alto.
Fattori internazionali:
L’unità non sarebbe stata raggiunta senza l’aiuto di una serie di circostanze favorevoli a livello internazionale: la
benevola neutralità della Gran Bretagna, l’isolamento del regno delle due sicilie e dello stesso Impero Asburgico,
l’appoggio di Napoleone III nella guerra del 59.
Cap 12 L’Europa delle grandi potenze
La lotta per l’egemonia continentale.
– nel ventennio 1850-70- la scena europea fu dominata da una incessante instabilità principalmente dovuta dal tentativo
della Francia di Napoleone III di riaffermare la posizione di massima potenza continentale, rovesciando il sistema uscito
dal congresso di Vienna e contrapponendosi all’Impero Asburgico.
La crescita della prussia e la sua aspirazione a riunire intorno a sé un grande stato nazionale tedesco costituivano una
minaccia intollerabile per la Francia.
L’esito di questo scontro segnò una svolta decisiva nella politica europea elevando la Germania a ruolo di maggiore
potenza continentale, di garante di un nuovo equilibrio e di fulcro di un sistema di alleanze tutto mirato all’isolamento
della Francia sconfitta.
La Francia del secondo Impero e la guerra in Crimea
Il secondo Impero inauguro un modello politico di nuovo genere che fu detto Bonapartismo , in cui l’omaggio formale
alla sovranità popolare legittimava in realtà un potere fondato sulla forza delle armi.
Napoleone III univa la pratica del paternalismo e la ricerca del consenso popolare. Oltre al sostegno delle campagne
l’imperatore cerco quello della borghesia urbana, del mondo delle finanze e dell’industria.
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Sviluppo bancario senza precedenti
Iniziative finanziarie trovano sbocco nello sviluppo dell’industria
Grandi opere pubbliche e ristrutturazione di Parigi svolsero la funzione di motore dello sviluppo.
Aspetto importante del secondo impero fu quello tecnocratico: la tendenza cioe ad affidare sempre maggior potere ai
tecnici.
La tradizione bonapartista impose a Napoleone III a non trascendere dalla vocazione bellicistica, fattore che comporto
una politica estere aggressiva e che trova sfogo nella questione di Oriente.
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Novembre 1853 la Russia apre le ostilità contro l’impero Ottomano.
Ai successi in campo della Russia si contrappongono insieme la Francia e l’Inghilterra.
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Estate 1854 una flotta franco inglese entra nel mar nero e sbarca nell’isola di Crimea e prende sotto assedio
Sebastopoli.
1855 caduta di Sebastopoli
Ne deriva il congresso di Parigi che conferma la neutralità del Mar Nero. In questo congresso la Francia accrebbe il suo
prestigio svolgendo un ruolo da protagonista batendosi contro l’ostilita austriaca.
Il secondo appoggia allora i movimenti nazionali che lottavano contro l’equilibrio del congresso di Vienna.
·
1858 alleanza col Piemonte, ma il colpo non riesce a Napoleone che si ritrova un Italia unita dopo la guerra
contro l’Austria.
Il declino dell’Impero asburgico e l’ascesa della Prussia.
Dopo la tempesta del 48-49, lo stato plurinazionale degli Asburgo d'Austria tentò di riorganizzarsi negli anni 50 sulla
base del vecchio sistema assolutistico.
il centralismo amministrativo fu rafforzato e la burocrazia sempre più germanizzata.
Questo centralismo burocratico contribuiva a esasperare il problema fondamentale della monarchia asburgica: la
coesistenza all'interno dell'impero di diverse nazionalità.
I pilastri della monarchia diventarono i contadini e la chiesa con la quale Francesco Giuseppe creò un'alleanza sancita
nel 1855 da un concordato fra l'impero e la santa sede.
La monarchia sacrificò le esigenze della borghesia produttiva e l'impero manco in sostanza l'appuntamento con lo
sviluppo economico degli anni 50 e 60, senza però riuscire a mantenere il ruolo di primissimo piano che aveva prima del
48 il concerto delle potenze europee.
Fu così la Prussia a riproporre con autorità alla candidatura alla guida della nazione tedesca e all'egemonia sul centro
Europa. Si affidava a una forza trainante del suo sviluppo industriale e all'integrazione della sua economia unita fin dal
mille 834 in una lega doganale e da cui invece era esclusa all'Austria.
Nasce il problema del potenziamento dell'esercito all'inizio degli anni 60 quando il nuovo sovrano Guglielmo I cercò di
far approvare dal parlamento un progetto di riforma delle forze armate. La maggioranza liberale del parlamento
prussiano si oppose però al progetto.
Guglielmo primo decide di sfidare il parlamento apertamente.
1862 Otto Von Bismarck, tipico esponente dei Junker, viene nominato cancelliere. Salendo al potere si impegna a
realizzare il progetto di riforma dell'esercito a prescindere dal consenso del parlamento.
In pochi anni l'uso spregiudicato della forza unita alla abilità diplomatica consente alla Prussia di realizzare
l'unificazione tedesca e di passare dalla posizione di ultima fra le cinque grandi potenze europee a un indiscussa
egemonia sul continente.
Il primo ostacolo è costituito dall'Austria. Nel giugno 1866, la guerra si scatena ma dura soltanto tre settimane.
Giocavano a favore dei prussiani la perfetta organizzazione dell'esercito guidato dal generale Von Moltke nella nuova
tattica di guerra di movimento tipica della macchina militare tedesca.
Fine agosto la firma della pace di Praga, il veneto viene ceduto l'Italia che si era alleata con la Prussia. Viene sciolta la
vecchia confederazione germanica. Nasce una nuova confederazione della Germania del nord presieduta da Guglielmo
I.
3 settembre 1866 dopo la firma della pace di Praga il parlamento prussiano ratifica le spese effettuate dal governo senza
l'approvazione della camera. In pratica la borghesia liberale accetta di collocarsi in una posizione subalterna nei
confronti della monarchia e dell'aristocrazia terriera.
La guerra franco-prussiana e l’unificazione tedesca
Uscita trionfatrice dallo scontro con l’Austria la Prussia di Bismarck poteva realizzare l’ultima fase del suo programma:
l’unificazione di tutti gli stati della defunta confederazione Germanica, tranne l’Austria in un grande Reich.
1868 il trono di Spagna rimane vacante in seguito a un colpo di Stato. Il governo provvisorio spagnolo offre la corona a
un parente del re di Prussia.
La Francia spaventata reagisce on fermezza tanto da indurre il principe a declinare la corona.
Lo scoppio di uno scandalo diplomatico che vide coinvolto l’ambasciatore francese accese la miccia dell’opinione
pubblica infuocata che travolse anche l’imperatore.
· 19 luglio 1870 La Francia dichiara guerra alla Prussia.
La Francia si dimostra militarmente inferiore e nella sconfitta di Sedan lo stesso imperatore cade prigioniero dei
tedeschi.
·
18 gennaio 1871 Guglielmo I viene incoronato imperatore tedesco, unità calata dall’alto, attuata in seguito a
una guerra combattuta fuori dai confini nazionali, grazie all’iniziativa di uno statista geniale e dispotico.
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28 gennaio 1871, dopo una serie di cocenti sconfitte il governo parigino abbandona la capitale e si firma
l’armistizio di Bismarck.
Pesante indennità di guerra, occupazione territoriale e la cessione dell’Alsazia e la Lorena.
Quest’umiliazione nazionale fa nascere in Francia un Revanscismo nei confronti della Germania, che precederà l’epoca
di tensioni che sfociano nella grande guerra.
La comune di Parigi
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Primavera del 1871, in assenza del governo la Francia dovette affrontare una drammatica crisi interna.
Parigi aveva vissuto la caduta del governo come un’occasione rivoluzionaria.
Adolphe Thiers ( moderatissimo) diventa capo del governo provvisorio, ma gestisce male il trattato con Bismarck,
scatenando uno scontro durissimo tra la Francia rivoluzionaria e quella moderata.
La capitale fu cosi lasciata a se stessa e indotta a riconoscersi nell’unica struttura organizzata a rimasta nella città: La
guardia nazionale, controllata da elementi dell’ala sinistra piu accesa.
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1871 nasce la Comune
la Comune assume ben presto i tratti di un’esperienza radicalmente rivoluzionaria e diventa il piu radicale esperimento
di democrazia diretta che mai si fosse tentato in Europa.Ma comunque il governo rivoluzionario parigino non si
caratterizzò in senso strettamente socialista.
La comune fu presto isolata e non riusci a provocare un moto generalizzato che coinvolgesse anche i piccoli centri e
campagne.
Thiers rientra nella capitale con un nuovo esercito abbastanza forte da riconquistare la capitale.
Durissima repressione governativa che duro con immutata durezza anche dopo la caduta delle ultime resistenze.
Nasce un nuovo clima internazionale che si basa sui principi fondamentali della cultura liberal democratica ottocentesca
come il diritto alla nazionalità e la libertà dei popoli – ideologia della forza e della pura politica i potenzaEppure il ventennio dopo caratterizzato da un lungo periodo di pace. Compiutesi i processi di unificazione tedesca e
italiana la carta politica europea assunse un aspetto piu definito e stabile.
Per il possesso delle colonie quasi tutte le potenze europee si impegnarono in conflitti talvolta lunghi e sanguinosi: ma si
trattava di guerre combattute lontano.
Dopo la vittoria sulla Francia e la proclamazione del Reich gli obbiettivi della politica tedesca mutarono radicalmente e
Bismarck divenne il custode del nuovo equilibrio europeo.Suo scopo era impedire che la Francia potesse uscire dal suo
isolamento diplomatico per stipulare un’alleanza con un'altra grande potenza.
La germania riuscì a legare a se le altre due potenze maggiori- Russia Austria e Ungheria e l’Italia.
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Patto dei tre imperatori 1873: Germania Russia Austria, patto essenzialmente difensivo per la tutela degli
equilibri conservatori all’interno dei singoli Stati.
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Primavera 77 la Russia entra in guerra contro la Turchia e la sconfisse dopo che quest’ultima invadesse le
popolazione slave dei balcani. Trattato di Santo Stefano che sancisce l’egemonia indiscussa della Russia sui
Balcani provocò pero l’immediata reazione dell’Austria e dell’Inghilterra.
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Convocazione del congresso di Berlino 1878
o Serbia e Montenegro mantengono l’indipendenza
o Bulgaria conserva l’indipendenza
o Bosnia e Erzegovina furono dichiarate autonome affidate a amministrazione Austriaca
o La GB ottiene l’isola di Cipro (strategica per il canale di Suez)
Nasce una nuova stabilità diplomatica che pero era fragile. Fra l’Italia e l’Austria c’era sempre in sospeso la questione
del Trentino e della Venezia Giulia.
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1885 una serie di contrasti fece salire di nuovo alta la tensione fra i due imperi e mise in crisi il patto dei tre
imperatori. Bismarck sceglie allora la strada degli accordi bilaterali, mantenendo salda l’alleanza con l’impero
Asburgico ma stipulando un patto di non aggressione segreto con la Russia
La Germania Imperiale
I 25 stati che componevano l’Impero avevano propri governi e propri parlamenti.Le grandi scelte politiche erano di
competenza del governo centrale, presieduto da un cancelliere e responsabile di fronte all’imperatore anziché di fronte
al Parlamento.
Il potere legislativo era esercitato da una Camera (Reichstag) eletta a suffragio universale e da un consiglio federale
(Bundersat).Ma la camera elettiva aveva poteri limitati per condizionare il potere esecutivo concentrato nelle mani del
cancelliere e dell’imperatore.
Il potere del cancelliere si fondava su un solido blocco sociale imperniato sull’alleanza fra il mondo industriale e
bancario e l’aristocrazia terriera e militare, blocco rinsaldato dalla politica protezionistica di Bismarck dopo il 1879.
Nella Germania Imperiale c’era comunque una dialettica politica vivace e in germania si svilupparono prima che altrove
nuovi e forti movimenti politici di massa.
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1871 Il Centro, partito d’ispirazione cattolica, che diede a Bismarck dura lotta. Negli anni 18772-75 Il Reich
emana delle misure per non solo affermare il carattere laico dello Stato ma anche porre sotto sorveglianza
l’attività del clero cattolico. Ma queste misure non fecero altro che rafforzare la posizione del Centro nel
parlamento.
Bismarck desiste dalla sua politica anticlerica nel 1887 a causa anche dell’ascesa del partito socialdemocratico
(nato nel 1875)
Il Reich emana delle leggi contro le tendenze sovvertitrici, ma elabora anche una nuova legislazione sociale per
levare consensi al parito social democratico.
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1889- assicurazioni obbligatorie per gli operai contro infortuni sul lavoro, malattie e vecchiaia.
Questa nuova legislazione si collegava su una corrente di riformismo conservatore. Ma in realtà le leggi Bismarckiane si
inquadravano nello stesso disegno autoritario di prima, dando soddisfazione ad alcune delle esigenze piu sentite dalla
classe operaia e al tempo stesso rifiutando di riconoscere legittimità alla sua rappresentanza organizzata.
La politica di Bismarck si inspirava piu al modello paternalistico della Francia che a quello liberalista inglese.
Nel tempo l’affermazione socialdemocratica sanci il fallimento della politica bismarckiana nei confronti del movimento
operaio ed ebbe non poca parte nel provocare l’allontanamento dal governo dell’onnipotente cancelliere.
La terza Repubblica in Francia
Dopo i segni della guerra civile, la Francia non tardò a rivelare segni di ripresa.
Nel luglio del 72’, l’assemblea nazionale decise l’introduzione del servizio militare obbligatorio.
Alla fine degli anni 70 la Francia gia aveva recuperato gran parte del suo prestigio internazionale. Piu che sulla vitalità
dell’economia la ripresa si fondò sul patriottismo dei contadini e della piccola borghesia, che sopportarono una
durissima pressione fiscale, sull’organizzazione bancaria efficiente che consenti di utilizzare il risparmio nazionale come
base dell’espansione imperialistica.
Assai piu travagliato fu il processo di stabilizzazione politica, i membri dell’Assemblea nazionale, incaricata di redigere
la nuova Costituzione erano in maggioranza favorevoli alla restaurazione della monarchia.
Ma lo schieramento monarchio era diviso e nell’estate del 1875 la costituzione della terza Repubblica nacque ( sistema
prevalentemente presidenziale)
1875-76 successo travolgente dei repubblicani che riuscirono a capovolgere la tendenza conservatrice e ad assicurarsi
una solida maggioranza.
A dominare la scena nei primi anni di vita della Repubblica furono i repubblicani dell’ala moderata i cosiddetti
opportunisti – solido legame con l’elettorato medio, impiegati,commercianti e piccoli agricoltori che avevano una solida
aspirazione al progressoFu comunque sotto la guida dei repubblicani-moderati che la Francia poté consolidare le sue istituzioni democratiche.
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1884 approvate tre leggi di notevole importanza
Liberta di associazione sindacale
Ampliazione delle autonomie locali
introduzione del divorzio
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80-85 l’istruzione elementare viene resa obbligatoria e gratuita e posta sotto il controllo statale, mentre le
università e gli istituti superiori gestiti dal clero furono privati del diritto di rilasciare titoli legali di studio
I gruppi clericali e conservatori erano sempre forti e potevano contare sull’appoggio di larga parte del clero e dei quadri
dell’esercito: altissimi instabilità dei governi e mancanza di schieramenti politici aggravata.
Un altro male storico della Terza repubblica era la corruzione diffusa nelle alte sfere del potere.
L’Inghilterra vittoriana
Nel periodo successivo al 1848, la Gran Bretagna visse una lunga stagione di stabilità politica e di tranquillità sociale.
Era la piu progredita fra le grandi potenze europee, era il centro commerciale e finanziario cui facevano capo i traffici di
tutti i continenti. Possedeva un impero coloniale gia vasto. Aveva infine le istituzioni piu libere d’Europa.
Il ventennio 1846-66 caratterizzato dalla presenza quasi ininterrotta dei liberali al governo segnò un ulteriore
consolidamento del sistema parlamentare che subordinava la vita di un governo alla fiducia parlamentare e faceva di
quest’ultimo l’arbitro indiscusso della vita politica.
Il sistema parlamentare non era pero sinonimo di democrazia: vigeva il sistema bicamerale- molti poteri spettavano
ancora alla camera Alta, ossia la camera dei Lords, alla quale si accedeva per diritto ereditario o per nomina regia.
Furono proprio i conservatori sotto Benjamin Disraeli, ad assumere l’iniziativa di una riforma elettorale piu avanzata di
quella proposta da Gladstone (leader dei liberali).
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1867 varata nuova legge che aumentava di quasi un milione la consistenza del popolo elettorale.
1868 elezioni, ritorno di Gladstone al potere, sotto questo governo che sarebbe rimasto in carica fino al 1874
l’Inghilterra conobbe un periodo di incisive riforme, che investirono i piu importanti settori della vita sociale.
1872 abolita la pratica del voto palese
1874 ritorno al potere di Disraeli.
La stagione delle riforme non fu interrotta dall’entrata del governo di Disraeli, che diede una decisa priorità alla politica
coloniale, in particolare al consolidamento dei possedimenti indiani.
Sotto il suo governo furono approvati importanti provvedimenti in materia di assistenza ai lavoratori e le Trade Unions
poterono giovarsi della caduta di numerose restrizioni al diritto di sciopero.
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1884 ritorno di Gladstone e riforma elettorale che allargo ancora il corpo elettorale, comprendendovi la
maggioranza dei lavoratori agricoli.
Il ministero liberale dovette dedicare buona parte delle sue energie alla questione irlandese.
Gladstone tento dapprima la strada della riforma agraria che migliorava i contratti d’affitto e garantiva i piccoli fittavoli
del rischio di espulsione dal loro fondo.
Poi nel 1886 Gladstone si rende conto che non è sufficiente e presenta in Parlamento il suo progetto di Home Rule
( autogoverno) questo provoca la caduta del governo nel 1886.
La Russia di Alessandro II
Fra le grandi potenze Europee il primato dell’arretratezza spettava indubbiamente all’Impero russo. Oltre 20 millioni di
contadini erano soggetti alla servitù della gleba: erano cioè legati alla terra che coltivavano e subordinati personalmente
ai proprietari cui erano tenuti a fornire un canone in denaro o in contributo in lavoro sulle terre padronali.
L’impero russo era fondamentalmente privo di istituzioni rappresentative ed era governato da un gigantesco apparato
burocratico-poliziesco, responsabile dei suoi atti solo di fronte allo zar.
A questo immobilismo istituzionale faceva singolare riscontro l’eccezionale livello di vita intellettuale.
Sulla questione dei rapporti con la cultura occidentale, gli intellettuali russi si divisero principalmente in due correnti.
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Occidentalisti: vedevano nell’adozione dei modelli politici e culturali occidentali il mezzo piu idone per
risollevare le sorti della nazione russa.
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Slavofili: si richiamavano contro il razionalismo e l’individualismo della cultura occidentale alle tradizioni dei
popoli slavi alla religione ortodossa, alle antiche istituzioni comunitarie radicate nella società russa.
Alessandro II inizio il suo regno concedendo un’amnistia ai detenuti politici e varando una serie di riforme che avevano
scopo di introdurre elementi di modernizzazione nella burocrazia, nella scuola, nel sistema giudiziario e nell’esercito.
Ma la sua vera riforma fu l’abolizione della servitù della gleba. I contadini ebbero cosi la possibilità di riscattare le terre
che coltivavano e di trasformarsi cosi in piccoli proprietari..
Ma l’abolizione della servitù della gleba deluse coloro che avrebbero dovuto beneficiarne. Agli entusiasmi che avevano
accompagnato l’inizio della riforma subentrò ben presto nelle campagne un clima di delusione e mal contento.
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1863-64 insurrezione polacca per reclamare una più ampia autonomia, repressa militarmente in un bagno di
sangue.
Si accentua con questo evento principalmente la frattura fra il potere statale e la borghesia colta.
Nascono due pensieri anti-statali.
Nichilismo: individualismo anarchico e radicalmente pessimista
Populismo: compiere opera di educazione culturale e di proselitismo politico fra le masse.
Cap 13 I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
Un paese in costante espansione: la popolazione era in costante aumento grazie soprattutto all'ininterrotto flusso
migratorio proveniente dall'Europa. La produzione agricola progrediva con ritmi che non avevano uguali al mondo,
contemporaneamente la regione del nord-est conosceva un rapido e tumultuoso sviluppo industriale.
Negli Stati Uniti consistevano tre diverse società, corrispondenti a diverse zone del paese:
Il nord-est industrializzato: selle delle prime colonie britanniche e nucleo originario dell'unione. Era la zona più
progredita, più ricca, e più industrializzata, dove sorgevano i maggiori centri urbani e dove si concentravano i commerci
con l'Europa. Improntata a un capitalismo imprenditoriale.
Il sud-est e l'economia delle piantagioni: società agricola e profondamente tradizionalista, fondava la sua economia
sulle grandi piantagioni di cotone basata sulla manodopera costituita in gran parte da schiavi neri. Al di sopra un centro
di grandi proprietari una ristretta minoranza, che però dominava la vita politica e sociale e forniva i migliori ufficiali
all'esercito federale.
La società del west: liberi agricoltori e allevatori di bestiame che popolavano gli Stati dell'ovest, basata dagli
insediamenti isolati di pionieri, questa società restava legata all'etica nei valori della frontiera: l'iniziativa individuale,
l'indipendenza, l'uguaglianza delle opportunità.
Il contrasto fra nord e sud era basato sull'idea stessa della schiavitù, che si rendeva incompatibile con la filosofia di un
capitalismo moderno e con la sua esigenza di disporre di una manodopera mobile di un mercato interno in espansione.
Negli anni 40 e 50 lo sviluppo industriale si allargò in nuovi settori, diminuì l'importanza della produzione cotoniera nel
complesso dell'economia americana e si allentò il rapporto di dipendenza reciproca che aveva fino allora legato i due
sistemi. Contemporaneamente si fecero più strette relazioni fra il nord-est industriale e l'ovest agricolo.
Lo scontro sulla questione della schiavitù fece sentire i suoi effetti anche in campo politico. La scena è stata dominata
da due grandi partiti formatisi sulla base di coalizione fra grandi gruppi di interesse.
Il partito democratico, erede della tradizione di Jefferson, s’ispirava agli ideali di democrazia liberale e liberismo
economico, di rispetto dell'autonomia dei singoli Stati.
Il partito whig, godeva invece dell'appoggio della borghesia del Nord e si riallaccia alla tradizione del federalismo di
Hamilton nell'invocare un rafforzamento del potere centrale.
Il partito whig, diviso fra una corrente progressista e una conservatrice, si dissolse nel giro di pochi anni. Nacque nel
1854 il partito repubblicano - qualificandosi decisamente antischiavista-.
Nel 1860 il partito repubblicano porta alla presidenza un tipico uomo dell'ovest: Abrahm Licoln.
La guerra di secessione e le sue conseguenze
La vittoria repubblicana nelle elezioni del 60 fu sentita come l'inizio di un processo irreversibile che avrebbe portato alla
vittoria degli interessi industriali di cui le decisioni prese da 11 Stati del sud, di staccarsi dall'unione e di costituirsi in
una confederazione indipendente che ebbe come capitale Richmond in Virginia.
Aprile 1861: le forze confederate attaccarono il piazzaforte di Fort Sumter, nella Carolina del sud, occupata dall'esercito
unionista.
Vi fu un iniziale prevalenza dei sudisti dovuta al miglior addestramento delle forze e alle notevoli capacità del loro
comandante, il generale Robert Lee. Presto però le cose si ribaltarono e la guerra civile americana diventò la prima
guerra totale di logoramento moderna.
Il 9 aprile 1865, quando ormai l’esercito unionista occupava buona parte del sud, i confederati si arresero, e pochi
giorni dopo, il presidente Lincoln cadeva vittima di un attentato per mano di un fanatico sudista.
La vittoria nordista e le innovazioni legislative non valsero a colmare comunque le disuguaglianze sociali nel
dopoguerra, né poterono cancellare i pregiudizi razziali profondamente radicati nella società del sud, sottoposto a un
regime di vera e propria occupazione militare, fu in pratica governato da uomini dell'ala radicale del partito
repubblicano.
Il risultato fu una reazione di rigetto (fu creata allora l'organizzazione paramilitare razzista del Ku Klux Klan) che più
tardi determinò la riscossa del partito democratico negli Stati del sud.
Alla fine degli anni 70 ritorna un'indiscussa supremazia dei bianchi e un regime di segregazione di fatto
Nascita di una grande potenza
La conquista del west viene favorita dalla sviluppo della rete ferroviaria e intorno al 1890, la conquista del west poteva
considerarsi compiuta.
Arriva quindi una fase di impetuoso sviluppo capitalistico reso possibile oltre che dall'abbondanza delle risorse naturali,
anche e soprattutto dall'esistenza di un mercato interno in continua espansione. Per oltre un terzo, questo fu dovuto
all'afflusso di immigranti provenienti dall'Europa, che fornirono braccia per l'industria o contribuirono a completare la
colonizzazione dei territori dell'ovest.
La società americana diventa così un immenso crogiolo dove andranno a fondersi culture, tradizioni, valori ed energie di
tutti paesi del vecchio continente. Pur restando ancora un paese in larga misura agricolo, gli Stati Uniti conobbero in
questo periodo una rapida crescita di grandi centri urbani
Nel 1823 la dottrina Monroe afferma il ruolo degli Stati Uniti come custodi degli equilibri del continente contro
qualsiasi ingerenza esterna, dottrina che fu intesa dai paesi europei soprattutto in senso difensivo.
La Cina, il Giappone e la penetrazione occidentale
Sotto la pressione delle grandi potenze europee ,diverse furono le risposte della Cina e del Giappone: mentre in Cina si
ebbe un aggravamento della crisi interna, in Giappone si ebbe una reazione nazionalista e modernizzante della classe
dirigente che pose le premesse per la nascita di una nuova potenza mondiale.
Cina
La Cina non aveva relazioni diplomatiche con l'esterno. La società cinese, irrigidita e chiusa in se stessa, aveva perso
quel primato scientifico tecnologico di cui aveva goduto fino al 500. Il risultato fu che, al primo drammatico scontro con
l'Occidente, La Cina imperiale entrò in una crisi irreversibile.
Col trattato di Nanchino nel 1842, la Cina dovette cedere alla Gran Bretagna la città di Hong Kong, situata su un'isola
prospiciente al porto di Canton, e aprire al commercio straniero altri quattro porti, fra cui Shangai.
Giappone
A fare da battistrada furono questa volta gli Stati Uniti, che nel 1854 inviarono una squadra navale nelle acque
giapponesi e chiesero formalmente allo shogun il libero accesso nei porti e l'apertura di relazioni commerciali. Lo
shogun fu costretto a firmare nel 1858 una serie di accordi commerciali.
La firma dei trattati ineguali del 58 suscitò in tutto il paese un'ondata di risentimento nazionalistico, che fu guidata dai
grandi feudatari e da una parte dei samurai e s'indirizzò contro lo shogun. Reazione tradizionalista – la restaurazione
Meijì- non si bloccò solo a frenare la penetrazione occidentale. Ben più ampi erano gli scoppi di quel gruppo di
intellettuali, militari, e funzionari, tutti provenienti dal ceto dei samurai, che assunsero i posti chiave del governo una
volta rovesciato lo shogun.
Nel giro di pochi anni, senza violenti sommovimenti sociali, il Giappone compiva la transizione dal sistema feudale allo
Stato moderno basandosi sull'istruzione elementare di massa, unificazione della moneta, la creazione del sistema fiscale
moderno,l’organizzazione di un esercito nazionale basato sulla coscrizione obbligatoria. L'industria si sviluppò
praticamente da zero, grazie al massiccio investimento di capitali statali è alla rapidissima importazioni di tecnologia
straniera. Non meno rapida fu la crescita delle infrastrutture: ferrovie, comunicazioni telegrafiche, organizzazione
bancaria.
Quella che si compì in Giappone dopo il 1868 fu una vera e propria rivoluzione dall'alto e soprattutto senza che fosse
messo in pericolo il potere dell'aristocrazia terriera e della casta militare.
cap 14 La seconda rivoluzione industriale
il capitalismo a una svolta: concentrazioni, protezionismo, imperialismo
trasformazione dell’economia:
· cambiamento nei rapporti fra i vari settori della produzione e quelle fra i poteri statali e l’economia nel suo
insieme;
· cambiamento nei rapporti economici internazionali,la Gran Bretagna perde il suo tradizionale primato.
1873:calo dei prezzi dovuto alle trasformazioni organizzative e alle innovazioni tecnologiche, non si tratta dunque di
una vera propria recessione, ma piuttosto di un rallentamento dei ritmi di crescita globale.
Alla fine degli anni 70 incomincia il declino dei valori della libera concorrenza: nascita delle holfings, dei cartelli e
dei trusts soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, qualche volta fino a determinare in qualche caso un regime di
monopolio.
Un ruolo decisivo fu svolto dalle istituzioni finanziarie sono le grandi banche potevano assicurare gli imponenti e
costanti flussi finanziari necessari alla nascita e alla crescita dei colossi della siderurgia e della meccanica, della chimica
e dell’elettricità.
Fra banche e imprese si viene così a creare uno stretto rapporto di compenetrazione: le banche controllavano quote
rilevanti dei partiti a azionari delle industrie, ma d’altro canto i magnati dell’industria sedevano spesso nei consigli di
amministrazione delle banche (capitalismo finanziario).
Con il declino dei principi liberisti i governi delle grandi e piccole potenze vennero man mano allargando l’area dei loro
interventi: sostegno diretto alla grande industria, inasprimento delle tariffe doganali, ritorno al protezionismo
(Bismarck).
Nell’ultimo decennio del secolo industrie tedesche statunitensi riuscirono a superare quelle inglesi nella produzione di
acciaio e si assicuravano un vantaggio decisivo in settori nuovi e strategicamente importanti come il chimico e
l’elettrico.la corsa ai nuovi mercati assume proporzioni macroscopiche: tanto da costituire uno dei tratti distintivi di
quella fase della storia del capitalismo cominciata negli anni 70 e ancora oggi comunemente identificata con l’età
dell’imperialismo.
la crisi agraria e le sue conseguenze
Inghilterra: largo anticipo sugli altri paesi sulla rivoluzione agricola;
Germania: conquista in questo periodo un’indiscussa supremazia in Europa nel campo delle innovazioni tecniche
applicate all’agricoltura;
Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, in minor misura la Francia, i paesi scandinavi.
Ma in Europa orientale e in buona parte dell’area mediterranea recitazione era molto diversa:
persistenza del latifondo di origine feudale e delle antiche gerarchie sociali,povertà dei coltivatori indipendenti,colture
estensive basate essenzialmente sullo sfruttamento del lavoro umano.
L’agricoltura europea resta la frenata da questi colossali squilibri. Negli Stati Uniti si andava invece sviluppando una
nuova agricoltura (tecniche avanzate, terre ricche, basso prezzo di acquisto della terra e relativa facilità di accesso al
credito).
Grazie all’avvento della nuova tecnologia i prezzi dei prodotti agricoli calarono bruscamente. Il che, se avvantaggiò ai
consumatori delle città, provocò il declino e la rovina di molte aziende agricole piccole e grandi: e quindi
disoccupazione fame e miseria crescente  aumento delle conflittualità nelle campagne + emigrazione verso i paesi di
oltre oceano soprattutto gli USA.
In risposta i governi europei finirono per imboccare la strada del protezionismo. questi interventi riuscirono a tamponare
parzialmente gli effetti della crisi, tenendo in vita molte aziende; ma ebbero costi economici e sociali molto elevati. I
dazi doganali non impedirono, inoltre, un generale declino del settore agricolo nel complesso dell’economia europea, e
diminuì parallelamente la percentuale degli addetti all’agricoltura sulla popolazione attiva.
scienza tecnologia
esempi tra il 1870-1900:
· scoperta di hertz sulle onde elettromagnetiche
· Guglielmo Marconi : esperimenti di telegrafia
La vera novità di questo periodo non consistette tanto nelle conquiste della scienza, quanto nell’applicazione su sempre
più larga scala delle scoperte. Scienziati di grande prestigio misero i loro studi disposizione dell’industria, che applicò in
modo sistematico i risultati delle loro scoperte e ne moltiplicò immediatamente gli effetti pratici.
1. Edison
2. Siemens
3. Dunlop
4. Bayer
le nuove industrie
industrie “giovani”:
· chimica:la chimica abbracciava una grandissima varietà di produzioni grazie ad essa nasce l’alluminio di
esplosivi al centro e altri elementi che costituirono stimolanti potenti per le nuove industrie.
· acciaio: fu usato per le rotaie delle ferrovie, al posto del ferro, e per le corazze delle navi da guerra, per gli
utensili domestici e per le macchine industriali, che divennero più leggeri precise e potenti.
l’elettricità svolge nella seconda rivoluzione industriale quel ruolo trainante che cent’anni prima, in Inghilterra, era stato
svolto dall’industria del cotone e poi da quella meccanica. sviluppo strano nel settore farmaceutico, nuove applicazioni
della chimica (Alfred Nobel, la soda caustica e l’acido solforico, conservazione degli alimenti).
motori a scoppio ed elettricità
inizio 900:
· si cominciarono a produrre autovetture a motori sufficientemente veloci e affidabili;
· anni 40-50 sì ha la prima applicazione su vasta scala dell’elettricità con lo sviluppo della telegrafia via filo,
nascono dinamo, batterie, motori elettrici. L’invenzione decisiva per lo sviluppo dell’industria elettrica fu la
lampadina a filamento incandescente, ideata da Edison nel 1879.
· nascono così negli anni 80 le prime grandi centrali termiche azionate da motori a vapore, capaci di fornire
energia elettrica e interi quartieri urbani e destinate soprattutto l’illuminazione privata. A fine secolo
l’illuminazione diventa pubblica.
· altri esempi: il telefono, 1871 (Meucci);il grammofono;cinematografo (fratelli Lumière).
le nuove frontiere della medicina
sotto l’impulso della cultura scientifica positivista e delle trasformazioni sociali legate all’industrializzazione
all’urbanesimo,anche la medicina subì un’evoluzione profonda.
· diffusione delle pratiche igieniste e la conseguente adozione di efficaci strategie di prevenzione e contenimento
delle malattie epidemiche;
· sviluppo della microspia ottica, che consentì di identificare microrganismi responsabili di alcune malattie
infettive;
· progressi della chimica, in particolare della farmacologia (farmaci più forti e drastici e l’anestesia);
· nuova ingegneria sanitaria, che rese possibile, con la costruzione dei grandi policlinici, l’osservazione
sistematica del malato.
Il boom demografico
progressi della medicina  allungamento della vita: sconfitta delle epidemie e delle eucaristie.
L’aumento della popolazione europea fu quasi del 60% in cinquant’anni senza contare coloro che si erano trasferiti in
nord America.
Questo vistoso aumento della popolazione era dovuto essenzialmente alla caduta della mortalità ed era accompagnato da
una progressiva riduzione della natalità.
cap 15 Imperialismo e colonialismo
La febbre coloniale
Negli ultimi decenni del secolo XIX, la tendenza delle potenze europee a espandersi su scala planetaria, a costruire
imperi coloniali conobbe una forte accellerazione.
Se questa era rimasta legata soprattutto l'iniziativa dei privati, la nuova espansione venne assunta sempre più come
l'obiettivo di politica nazionale da parte dei governi. Alla penetrazione commerciale subentrò un disegno più sistematico
di assoggettamento politico e di sfruttamento economico.
I fattori economici che stavano all'origine di questo mutamento erano numerosi complessi:
•c'era la spinta dell'accaparramento di materie prime a basso costo;
•La ricerca di sbocchi commerciali;
•La ricerca di investimenti ad alto profitto nei territori oltremare;·
Le motivazioni politico-ideologiche:
Affondavano le loro radici in una mescolanza di nazionalismo e di politica di potenza, di razzismo e di spirito
missionario. Quindi una vocazione imperiale delle singole nazioni si aggregò a quello di una missione nel mondo della
civiltà europea nel suo complesso- " il fardello dell'uomo bianco"Accanto a questi motivi di fondo vi era anche la necessità di prevenire di controbattere le iniziative di potenze
concorrenti, senza che ciò corrispondesse a un piano di conquista prestabilito. Il risultato fu comunque che il mondo
intero risultò spartito in imperi e zone di influenza fra le maggiori potenze.
Colonizzatori e colonizzati
Quasi tutte le conquiste coloniali furono segnate dall'uso sistematico e indiscriminato della forza contro le popolazioni
indigene. Vennero messe a coltura nuove terre, introdotte nuove tecniche agricole, costruite infrastrutture, avviate
attività industriali e commerciali, esportati migliori ordinamenti amministrativi finanziari. Tutto ciò aveva come
contrappeso un depauperamento di risorse materiali e umane. Anche se comunque si mise in moto un processo di
sviluppo, esso ruotava completamente intorno agli interessi dei colonizzatori. I nuovi paesi passarono cioè dalla povertà
al "sottosviluppo".
L'impatto culturale della colonizzazione:
Nordafrica: se per un verso si opponeva una resistenza più consapevole agli apporti estranei che la presenza
europea inseriva nelle società; peraltro, si finì poi con l'assimilare in qualche misura questi apporti.
Africa sud-centrale: qui l'effetto dell'incontro con la civiltà dei colonizzatori fu dirompente, interi sistemi di
vita, diritti e di credenze, di costumi e di valori entrarono rapidamente in crisi. In molti casi, in cui mancava una
tradizione scritta, ne rimasero a malapena le tracce.
Sul piano politico però l'espansione coloniale finì con il favorire la formazione o il risveglio di nazionalismi locali, ad
opera soprattutto di nuovi quadri dirigenti che si formavano nelle scuole europee e che assorbivano gli ideali
democratici e principi di nazionalità.
L'espansione in Asia
Novembre 1869: inaugurazione il Canale di Suez (abbreviando di parecchie settimane i collegamenti marittimi fra
l'Europa l'Asia)--> nuovo impulso alla corsa verso oriente.
Tre direttrici principali:
•consolidamento della dominazione inglese in India
•penetrazione della Francia nella penisola indocinese
•avanzata dell'impero russo verso l'Asia centrale e l'estremo oriente
·
India britannica:
•fu a lungo governata e amministrata da una compagnia privata, la compagnia delle Indie (diretta emanazione
del governo inglese. Offriva ampi sbocchi di mercato per i manufatti provenienti dalla Gran Bretagna, verso la
quale esportava grandi quantità di te e di cotone.
•L'economia restava fondata sull'agricoltura poverissima e arretrata.
•Il potere statale era in mano ai Moghul ma era totalmente carente o assente: senso di appartenenza alla casta o
alla comunità locali che prevaleva su qualsiasi legame con l'autorità centrale.
•1857 : "rivolta dei Sepoys"-ammutinamento dei reparti indigeni dell'esercito.
1858 soppressa la compagnia delle Indie-diretta amministrazione della corona
britannica rappresentata da un viceré.
1876 coronamento della regina Vittoria proclamata imperatrice dell'India.
Indocina francese:
L'indocina era a maggioranza buddista, era divisa in una serie di regni, tutti gravitanti nell'orbita dell'impero cinese.
•
1862: le persecuzioni contro i missionari forniscono alla Francia il pretesto per l'intervento militare.
Conquista della parte meridionale del regno dell'Annam e imposto un protettorato alla Cambogia.
• 1883-85: guerra con la Cina, conquista di tutto l'Annam.
• 1885-87: occupazione del regno di Birmania
• 1893: assicurato il controllo del Laos
Siberia russa:
La colonizzazione della Siberia fu realizzata soprattutto sotto la spinta il controllo dell'autorità statale dei primi
cinquant'anni dell'800 a Siberia vide più che raddoppiata la sua popolazione e notevolmente incrementato le attività
produttive e commerciali.
• 1891: Avviata la costruzione della ferrovia Transiberiana (percorso di oltre 9000 km).
Intanto nell'area del Pacifico si andavano affacciando due nuove potenze con ambizioni egemoniche: il Giappone e gli
Stati Uniti.
•
1894: guerra cino-giapponese.
Clamorosa sconfitta della Cina che dovette rinunciare a ogni influenza sulla Corea e cedere al Giappone e vari
territori, fra cui l'isola di formosa.
In Cina nasce ammonimento armato in una società segreta a carattere paramilitare nota come movimento dei
"boxers".
Le origini dell'imperialismo americano
Gli Stati Uniti d'America non potevano seguire il modello del colonialismo all'europea senza tradire i valori base su cui
avevano costruito la loro storie di nazione.Potevano praticare una storta di imperialismo informale fondata
essenzialmente sulle esportazioni di merci e capitale.
L'espansionismo statunitense si esercito in due direzioni:
-verso il Pacifico
-verso l'America Latina:
1895: intervento a Cuba
1898: una corazzata americana nel porto dell'Avana fu affondata dalla Spagna, ne scaturì una guerra e la Spagna
fu rapidamente sconfitta sia nelle Antille sia nel Pacifico. La Spagna dovette cedere Portorico e l'intero
arcipelago delle Filippine. Gli Stati Uniti si assicurarono così un vasto dominio in Asia orientale.
1898: annessione delle isole Hawaii.
La spartizione dell' Africa
Nel 1370 i paesi europei controllavano appena 1/10 del continente africano. Avviata la colonizzazione, la decadenza
delle antiche civiltà africane fu evidente.
Primi atti della nuova espansione:
•1869: inaugurazione il Canale di Suez
•1881: occupazione francese della Tunisia
•1882: occupazione inglese dell'Egitto
anni 70 : primi tentativi di modernizzazione che avevano finito però, causa la scarsezza di risorse proprie e l'inefficienza
di amministrazioni corrotte, col dissestare le finanze dei due paesi.
Si scatena comunque la corsa la conquista dell'Africa nera.
•1884: Conferenza di Berlino
In seguito a un contrasto dal Portogallo il Belgio che rivendicano entrambi il Congo fu convocata la
conferenza di Berlino per iniziativa di Bismarck. Il principio adottato fu quello della effettiva
occupazione. Questo principio lasciava in realtà larghi margini di incertezza ed ebbe anche l'effetto di
accelerare la corsa all'occupazione dei territori ritenuti di qualche interesse economico o strategico. In
concreto venne riconosciuta la sovranità del Belgio sul Congo.
Fu attuata anche una ripartizione: alla Francia l'attuale Repubblica del Congo. Alla Germania venne
riconosciuto il protettorato sul Togo e sul Camerun. L'Inghilterra ebbe il controllo del Basso Niger.
All'inizio del 900, da spartizione dell'Africa era pressoché completa. Restavano indipendenti l'impero Etipopico e,
ancora non per molto, la Libia e il Marocco.
Il Sudafrica e la guerra anglo-boera.
L'imperialismo europeo si scontrò con un nazionalismo locale anch'essa di origine europea, provocando un inedito
conflitto coloniale fra due popoli bianchi cristiani. Discendenti degli agricoltori olandesi, i boeri erano caduti sotto la
sovranità del Inghilterra, e per sfuggire a questa sovranità attuarono un grande esodo dando nascita alle repubbliche
dell'Orange (1845) e del Transvaal (1852).
Ma la scoperta di importanti giacimenti di diamanti nel Transvaal alla fine degli anni 60 risvegliò l'interesse della Gran
Bretagna.
Cecil Rhodes, politico e uomo d'affari, presidente padrone della British South Africa Company costituì il motore per
questo processo di espansione coloniale e si andò a contrastare direttamente con gli interessi dei Boeri .
Inizia così un conflitto lungo e sanguinoso anglo-boero, e anche dopo l'arrivo degli inglesi i boeri attuarono una
guerriglia che fu violentemente repressa.
1910: dando vita all'unione sudafricana inglesi e boeri avrebbero trovato un terreno concreto di collaborazione nello
sfruttamento delle immense risorse del paese.
Cap. 16 Stato e società nell'Italia unita
L'Italia nel 1861
L'Italia era abitata da circa 22 milioni di abitanti. Erano in pochi a sapere leggere e scrivere. Pochissimi facevano uso
corrente della lingua italiana. Era un dei paesi con il maggior numero di città. Il 70% della popolazione attiva era
agricola. Più del 20% della superficie del paese era occupato da terre incolte o da terrnei paludosi infestati dalla malaria.
Tra il 700' e l'800' al Nord si sviluppano nuove aziende agricole moderne, condotte con criteri capitalistici e
impeigavano soprattutto manodopera salariata.
In tutta l'Italia centrale dominava invece la Mezzadria. La terra era divisa in poderi, prevalentemente di piccole e medie
dimensioni ( pagamento dei contadini del canonce in natura dovuto al padrone).
Al sud è ancora forte l'impronta del latifondo: grandi distese, pe rlo più coltivate a grano, con la popolazione concentrata
in pochi e grossi borghi rurali ( forti tracce dell'ordinamento feudale).
• Bassissimo livello di vita nelle campagne;
• assenza di un sistema di communicazione rapide fra le varie parti della penisola;
• assenza di una presenza politica nel mezzogiorno;
La Classe dirigente: Destra e Sinistra
6 giugno 1861: morte di Cavour, i suoi successori si attennero alla sua politica rispettosa delle libertà costituzionali e
insieme energicamente accentratrice.
Destra Storica:
Il nucleo centrale era costituito da piemontesi (La Marmora, Sella, Lanza), cioè dalla vecchia maggioranza della camera
subalpina. Si aggiungono i gruppi moderati lombardi ed emiliani, e poi quelli toscani.
I membri di questa sezione partitica formavano un gruppo abbastanza omogeneo, venicano per lo più da famiglie di
proprietari terrieri ed erano spesso di origine aristocratica. In realtà piu che una vera e propria destra si tratttava di un
gruppo centro moderato: La vera destra si era autoesclusa dalle istituzioni del nuovo Stato.
Gli uomini della Destra storica si distinsero per onestà e per rigore ,tanto da costituire, da questo punto di vista, un
esempio mai più ripetuto nella storia dell'Italia Unita.
La Sinistra:
Esclusi i mazziniani e in genere in repubblicani intransigenti che rifiutarono di partecipare all'attività politica ufficiale.
La sinistra era composta dalla vecchia sinistra piemontese (Depretis), quei patrioti mazziniani o garibaldini ( da Crispi a
Benedetto Carioli). Era essenzialmente formata dai gruppi piccolo e medio borghese delle città e comprendeva anche
gruppi di operai e artigiani del Nord, esclusi dall'elettorato.
Non bisogna dimenticare che si tratta di un classe dirigente molto ristretta, di un “paese legale” assai poco
rappresentattivo del “paese reale”.
Risultava esasperato il carattere oligarchico e personalistico della vita politica: la lotta politica si imperniava su singole
personalità più che su programmi definiti.
Lo Stato accentrato, il mezzogiorno, il brigantaggio
La preoccupazione quasi ossessiva dell'unità da salvare contro nemici veri o presunti condizionano pesantemente le
scelte politiche dei primi governi post unitari. Nacque un modello di Stato accentrato molto vicino a quello napoleonico:
basato cioè su ordinamenti uniformi per tutto il regno e sulla rigida gerarchia di funzionari dipendenti dal centro.
Leggi unificatrici di La Marmora(valendosi dei poteri straordinari conferitigli dallo stato di guerra con l'Austria):
•legge Casati: creazione di un sistema scolastico nazionale-principio dell'istruzione elementare obbligatoria;
•legge Rattazzi: affida il governo dei comuni ha un consiglio eletto a suffragio ristretto e a un sindaco di
nomina reggia.
•Legge di unificazione amministrativa ( governo Riccasoli)
·
Nel mezzogiorno il malessere antico delle masse contadine si sommò una diffusa ostilità verso il nuovo ordine politico,
che non aveva portato nessun mutamento radicale nella sfera dei rapporti sociali.
Estate 61: fenomeno del brigantaggio, composto principalmente da ex militari borbonici, cospiratori legittimisti italiani
e stranieri. I governi post unitari reagirono con spietata energia a questo nuovo fenomeno attuando delle forti
depressioni militari il grande brigantaggio fu sconfitto nel giro di pochi anni.
Sempre nel mezzogiorno una mancata realizzazione delle secolari aspirazioni contadine la proprietà della terra aiutarono
quest' ostilità verso il nuovo Stato,che reagì con una legge del 1866: ma quest'operazione non servì a migliorare la
situazione dei piccoli proprietari e dei contadini senza terra, che non erano in grado di concorrere all'acquisto di fondi, e
si risolse in un rafforzamento delle grandi proprietà.
La politica economica: i costi del unificazione
•Un'informazione dei sistemi monetari e fiscali diversi
•rimozione delle barriere doganali
costruzioni di un'efficiente rete di comunicazioni stradali e ferroviarie
Molto rapido fu lo sviluppo delle vie di comunicazione: in particolare della rete ferroviaria che nel primo decennio
unitario passò da poco più di 2000 km a circa 6000 km, collegando fra loro le principali città italiane.
Grazie all'intensificazione degli scambi tutto il settore agricolo conobbe i progressi abbastanza significativi in termini di
incremento produttivo. Ma gli effetti negativi della scelta liberista furono sentiti soprattutto dai pochi nuclei
industrializzati del mezzogiorno, inesorabilmente cancellati dalla brusca caduta dei dazi protettivi.
Questi processi rappresentavano comunque un fattore di modernizzazione dell'apparato produttivo.
Inoltre lo sviluppo agricolo degli anni 60 e 70, legata all'abbattimento delle barriere doganali, rese possibile una sia pur
limitata aumento di capitali, che consentirono a loro volta la realizzazione delle cosiddette infrastrutture indispensabili
per il successivo sviluppo industriale.
Ma complessivamente non era un paese molto più ricco di quanto non fosse al momento del unificazione, e aveva
addirittura perso terreno nei confronti dei paesi più progrediti. Responsabile principale di questo fu la durissima politica
fiscale, dettata dalla necessità di coprire i costi del unificazione.
•Estate 1868. Tassa sul macinato, si trattava in pratica di una tassa sul pane cioè sul consumo popolare per
eccellenza.
•1869 prime agitazioni sociali: scoppiati senza alcun coordinamento un po'in tutto il paese, in molti contro la
tassa sul macinato assunse dimensioni preoccupanti soprattutto nelle campagne pagane.
Il completamento dell'unità
durante i primi tempi dell'unità, la rivendicazione di Roma capitale era stata solennemente proclamata da Cavour in una
delle prime sedute del Parlamento. La sinistra restava fedele all'idea della guerra popolare e vedeva nella lotta per la
liberazione di Roma l'occasione per un rilancio dell'iniziativa democratica.
Furono odiati i tentativi di conciliazione, che però si scontrarono contro l'intransigenza di Pio IX,
•giugno 1862: Garibaldi torna in Sicilia e rilancia pubblicamente il progetto di una spedizione contro lo Stato
Pontificio. Ma Napoleone III feci capire di essere decisamente, forse un attacco contro Roma.
•29 agosto 1862: 2000 volontari sbarcati in Calabria sotto il comando di Garibaldi furono intercettati sulle
montagne dell'Aspromonte da ripartire l'esercito regolare. Lo stesso Garibaldi ferito leggermente, fu arrestato
rinchiuso per poche settimane in una fortezza militare.
•Settembre 1864 riannodare le trattative con Napoleone-"La convenzione di settembre"-in base a questa si
impegnavano garantire il rispetto dei confini dello Stato Pontificio, ottenendo in cambio il ritiro delle truppe
francesi del Lazio.Minghetti decideva di trasferire la capitale da Torino a Firenze.
•1866: proposta di alleanza militare di Bismark che si apprestava affrontare la guerra con l'impero asburgico.
Clamorose sconfitte subite a Custoza e a Lissa.
•3 ottobre 1866: pace di Vienna-l'Italia ottenne il solo Veneto, senza la Venezia Giulia e il Trentino. L'ultima
delle guerre d'indipendenza lasciò pesanti strascichi sul piano finanziario è una palese prova di una non ancora
raggiunta coesione nazionale oltre che le brucianti sconfitte militari.
Succede a questi eventi un nuovo tentativo garibaldino ma questa volta il progetto conteneva un elemento nuovo.
L'azione avrebbe dovuto essere appoggiata dagli stessi patrioti romani. Si sperava in tal modo di giustificare il colpo di
mano, presentandolo come un atto di volontà popolare, ed evitare così l'intervento francese. Ma il governo francese
invia un corpo di spedizione nel Lazio. L'impresa era già praticamente fallita, quando il 3 novembre del 67, le truppe
francesi da poco sbarcate a Civitavecchia attaccarono presso Mentana il grosso delle forze garibaldini e le sconfissero
dopo un duro combattimento. Svaniva, nel contempo, ogni presenza e speranza di risolvere la questione romana
d'accordo col papa e con la Francia.
Settembre 1870: il governo italiano, non sentendosi più vincolato dai patti sottoscritti con l'imperatore, decide di
mandare un corpo di spedizione nel Lazio e di avviare contemporaneamente un negoziato col papa per raggiungere una
soluzione concordata. Rifiuto di Pio IX.
20 settembre 1870: presa di Roma. Pochi giorni dopo un plebiscito sanzionava a schiacciante maggioranza l'annessione
di Roma e Lazio.
13 maggio 1871: “legge delle guarentigie”: Il Regno d'italia garantiva al pontefice le condizioni per il libero
svolgimento del suo magistero spirituale. Si attuava largamente il principio di libertà di Chiesa.
Rifiuto di Pio IX, 1874, esplicito divieto pronunciato dalla Curia nella formula non expedit – non è opportuno che i
cattolici partecipino alle elezioni politiche.
La Sinistra al Potere.
Divisioni della Destra ( defezione di uno dei guppi più conservatori, quello Toscano) e ringiovinamento della Sinistra,
veniva emergendo una sinistra giovane e dinamica, espressione di una borghesia moderata.
Mazzini si spegne in solitudine a Pisa nel 1872,
Vittorio Emanuele e Pio IX muoiono nel 1878
Garibaldi muore a Caprera nel 1882.
marzo 1876: giunge al potere un nuovo ceto dirigente, la c.d rivoluzione parlamentare,
Il protagonsita di questa nuova elite di governo è Agostino Depretis, capo del governo per oltre dieci anni, con una
parentesi tra il 78 e l'81.
Il programma della Sinistra era bastao su pochi punti fondamentali: allargamento del sufragio elettorale; riforma
dell'istruzione elementare che ne assicurasse l'effettiva obbligatorietà e gratruità.
Legge coppino 1877
Nuove legge elettorale del 1882: concedeva il diritto di voto a tutti i cittadini che avessero compiuto il ventunesimo
anno di età.
In quest'epoca cresce il numero di alafabeti, e di consequenza, sempre grazie alla nuova legge, accedeva alle unre non
solo la piccola borghesia urbana, ma anche una frangia non trascurabile di artigiani e operai del Nord.
Trasformismo: con questa parola si intende indicare il venir meno delle tradizionali distinzioni ideologiche fra Destra e
Sinistra e nella rinuncia, da parte di quest'ultima, a una precisa caraterizzazione programmatica.
A un modello bipartitico all'inglese, se ne sostituiva un altro basato su un grande centro che tendeva a inglobare le
opposizioni moderate e a emarginare le ali estreme. La svolta moderata di Depretis ebbe come conseguenza il definitivo
distacco dalla maggioranza dei gruppi democratici.
Crisi agraria e sviluppo industriale
Sgravi fiscali e aumento della spesa pubblica: tassa sul macinato abolita nel 1884.
Gli sviluppi registrati dall'agricoltura erano stati piu quantitativi che qualitativi, i settori più avanzati erano le terre
irrigue della pianura lombarda e le colture “specializzate” del Mezzogiorno.
1877 inchiesta agragaria di Jacini: emergeva un quadro drammatico dello stato dell'agicoltura italiana.
Al calo dei prezzi seguì un calo della produzione, con conseguenti gravissimi disagi per tutte le categorie agricole:
aumento della conflittualità nelle campagne, rapido incremento dei flussi migratori verso i centri urbani e soprattutto
verso l'estero.
Fra il 1881 e il 1901, abbandonarono definitivamente l'Italia più di due milioni di persone.
La sinistra anche se reticente inizia a passare da una politica di liberismo a una di protezionismo, un decisa svolta in
senso protezionistico era invocata ormai da quasi tutti gli industriali e dagli stessi propietari terrieri.
1887: svolta protezionistica- nuova tariffa generale, nuovo blocco di potere economico fondato sull'alleanza
dell'industria protetta e i grandi propietari terrieri e sull'intreccio non sempre limpido fra i maggiori gruppi di interesse e
i poteri statali.
Ma i dazi doganali non proteggevano in modo uniforme i doveris comparti produttivi e contemporaneamente contribuì a
tenere in vita, soprattutto nel mezzogiorno, realtà produttive tecincamente arretrate. La tariffa del 87 ebbe infatti come
conseguenza una rottura commerciale, poi degenerata in vera e propria guerra doganale con la Francia.
La politica estera: la triplice alleanza e l'espansione coloniale.
1882: il governo DePretis stipula con la Germania e l'Austria-Ungheria il trattato della Triplice Alleanza.
L'alleanza con gli imperi conservatori di Europa sembrava la più adatta a conferire solidità alle isitituzioni del giovane
Stato e di uscire da una situazione di isolamento diplomatico consequenza del contrasto con la Francia per Tunisi e il
Congresso di berlino del 1878.
La Triplice era una alleanza di carattere difensivo. In concreto, l'Italia veniva coinvolta nel sistema di sicurezza
bismarckiano, ricevendone in cambio la garanzia conto un improbabile aggressione francese.
1887: occasione con il rinnovo della Triplice, l' Italia si garantiva così contro il ripetersi di episodi come quello tunisino
e riaffermava la sua aspirazione a un ruolo di potenza mediterranea --> avvio dell'espansione coloniale / 'episodio di
Dogali ( sterminio di una colonna di 500 soldati nel 1887).
Movimento operaio e organizzazioni cattoliche
Composizione della classe operaia: la maggioranza era costituita da lavoranti di botteghe artigiane e lavoratori a
domicilio.
Fino agli anni 70' l'unica organizzazione operaia era quella delle società di mutuo soccorso: associazioni in parte
controllate dai mazziniani e in parte organizzate da esponenti moderati. Concepite piu come strumenti di educazione del
popolo più che come organismi di lotta.
Fin dagli anni 70' società di miglioramento e leghe di resistenza erano venuti sorgendo in numerosi centri industriali
e avevano dato un forte impulso all'azione rivendicativa dei lavoratori.
• 1881: Andrea Costa elabora un programma completo, impegnandosi nelle lotte di tutti i giorni e dando vita a un vero
e proprio partito. Nasce il Partio socialista rivoluzionario.
• 1882: Il Partito operaio italiano si presentò come un organismo rigidamente calssista, piu federazione di associazioni
operaie che vero e proprio partito politico.
• 1887 e 1893: sorsero le prime federazioni di mestiere a carattere nazionale: furono fondate le prime Camere del
lavoro. Per tutto il movimento di classe si poneva a questo punto il problema di una organizzazione politica unitaria
capace di giudare e coordinare le lotte a livello nazionale.
• 1892: nascita del Partito socialista “ azione del proletariato organizzato in un partito:
1) lotta dei mestieri per i miglioramenti immediati della vita operaia
2) lotta più ampia intesa a conquistare
Personalità storiche:
• Antonio Labriola: filosofo Napoletano, l'unico autentico e originale teorico marxista che allora operasse in Italia.
• Filippo Turati: principale protagonista delle vicende che portarono alla fondazione del Partito socialista italiano.
•
Ull'opposto versante politico non meno preoccupante era l'atteggiamento della massa dei cattolici militanti che
costituivano ugualmente una forza eversiva nei confronti delle istituzioni unitarie di cui non riconoscevano la legittimità.
• 1874: convenio di venezia nasce l'Opera dei congressi, saldamente controllata dal clero, essa ebbe il compito di
convocare periodicamente congressi delle associazioni cattoliche operanti in Italia.
• 1878: si intravedono i primi segni di apertura con l'avvento al soglio pontificio di papa Leone XIII.
La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
Crispi accentuò le spiente autoritarie e repressive, ma si fece promotore di un'opera di riorganizzazione e di
razionalizzazione dell'apparato statale che non aveva precedenti se non nei primi anni dell'unità e che certo non fu priva
di aspetti positivi.
A causa di queste azioni repressive si crea un inasprimento dei rapporti fra la maggioranza crispina e i gruppi
dell'estrema sinistra democratica.
Politica estera di Crispi: affermazione del ruolo dell'Italia come grande potenza--> rafforzamento della Triplice alleanza
e, all'interno di essa, sul consolidamento dei legami dell'Impero tedesco. Consequenza di questo rafforzamento fu un
inasprimento della guerra doganale con la Francia.
L'opposizione a Crispi si basava sulle sue ambizioni coloniali: la colonizzazione risultava troppo costosa per il bilancio
dello Stato in un momento di grave crisi economica.
Giolitti, i fasci siciliani e la Banca romana
In politica finanziaria, Giolitti mirava a una più equa ripartizione del carico fiscale che risparmiasse i ceti disagiati e
colpisse con aliquote più alte i redditi maggiori.
Nel periodo in cui fu Presidente del Consiglio il ministri degli Interni si astenne da misure preventive o
indiscriminatamente repressive nei confronti del movimento operaio e delle organizzazioni popolari.
Tra il 92-93 in Sicilia nasce un vasto movimento di protesta sociale: Fasci dei lavoratori. Interpretavano soprattutto la
protesta popolare contro le tasse troppo pesanti e contro il malgoverno e chiedevano per i contadini terre da coltivare e
patti agrari più vantaggiosi.
Scandalo della Banca di Roma: Una successiva inchiesta parlamentare rivelò il pericoloso intreccio che legava il mondo
politico e giornalistico agli ambienti della speculazione edilizia e bancaria.
Giolitti fu accusato di aver coperto le irregolarità ( le accuse in se non erano prive di fondamento ma furono
politicamente manovrate dallo stesso Crispi per sbarazzarsi di Giolitti).
Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua
1893: Crispi al potere
1896: riforma bancaria
1894: stato d'assedio proclamato in Sicilia- dura e sanguinosa repressione militare.
Crispi vara una legislazione anti socialista e fortemente persecutoria verso i movimenti operai, ma gli effetti non sono
quelli sperati. Anzi le organizzazioni socialiste ebbero un incremento di risorse per il reclutamento dei suoi numeri.
Si spiega cosi la decisione di attenurare l'originaria intransigenza in materia elettorale e di ammettere limitate alleanze
con i partiti progressisti.
1° marzo 1896: un operazione militare mal preparata in Etiopia ( Adua) crea la distruzione di un esercito di sedicimila
uomini dalle sovverchianti forze abissine, lasciando sul terreno quasi la metà dei suoi effettivi.
Impopolarità del colonialismo e caduta del governo Crispi.