La Riserva Naturale Augusta Bagiennorum La Riserva Naturale Augusta Bagiennorum è stata istituita per tutelare le peculiarità archeologiche dell'antico insediamento romano; si localizza principalmente in corrispondenza della Frazione Roncaglia, a NE rispetto alla città di Bene Vagienna, estendendosi per 213 ettari. La Riserva si sviluppa su un'area di pianura, compresa tra gli altopiani di Magliano Alpi ad E-SE e di Salmour ad W-NW, caratterizzata da un ambiente di tipo prettamente agricolo. Tale pianura è costituita da depositi alluvionali principalmente ghiaioso-sabbiosi depositati, in un periodo di tempo compreso tra 300.000 e 80.000 anni fa, dal Torrente Pesio, che un tempo solcava questa zona e che, in seguito alla cattura da parte del Tanaro avvenuta più a monte, ha cambiato direzione di scorrimento sino ad assumere l'andamento attuale. (Biancotti, 1979) Antica direzione di scorrimento del Torrente Pesio Area della Riserva La Riserva è caratterizzata da un tipico ambiente di pianura coltivata, con colture a carattere prevalentemente cerealicolo e aree a pascolo per il foraggio del bestiame. Sporadicamente sono presenti zone coltivate a pioppeti, utilizzati dall'uomo per la produzione del legname. Ben pochi sono gli elementi naturali ancora presenti in quest'area, un tempo completamente boscata: l'uomo nel corso dei secoli ne ha infatti profondamente modificato l'aspetto a causa dello sfruttamento agricolo. Lungo le rive dei fossati è possibile osservare esemplari di Salice bianco (Salix alba), alto sino a 15 m, caratterizzato da una corteccia grigia screpolata e da una chioma di rami lunghi di colore grigioargenteo e olivaceo sui quali sono poste foglie a lamina lanceolato-acuminata, seghettate ai margini e più lucide di sopra. Sporadicamente è inoltre possibile riscontrare alberi di media altezza come la Farnia e il Ciliegio selvatico (Prunus avium), alto sino a 20 m, a tronco eretto e cilindrico con corteccia lucida sfaldantesi in strisce orizzontali, di colore da rosso bruno a grigio-cinerea, con una chioma di rami robusti sui quali sono poste foglie a lamina sottile ovato-oblunga doppiamente dentata ai margini e acuminata all'apice. Per quanto concerne la fauna, si segnala la presenza di mammiferi quali il Cinghiale, la Lepre comune e la Volpe. Il Cinghiale (Sus scrofa) è un animale lungo sino a 180 cm, caratterizzato da un corpo robusto, il collo corto e le zampe corte e sottili. La pelliccia è folta e setolosa; sul muso presenta un grugno lungo e conico, con zanne prominenti incurvate verso l'esterno e verso l'alto nei maschi. Si nutre principalmente di vegetali (bulbi, tuberi, ghiande) ma talvolta anche di piccoli animali. La Lepre comune (Lepus capensis) è un mammifero di lunghezza 50-65 cm, caratterizzato da un mantello di colore marrone giallastro, tranne le punte delle orecchie che sono nere; la coda è bianca inferiormente e nera superiormente. Si nutre principalmente di vegetali (erbe e bulbi). La Volpe (Vulpes vulpes) è un animale dal muso aguzzo, con lunghe orecchie larghe ed erette; la coda è folta e presenta solitamente la punta bianca. Il mantello è generalmente rosso scuro, anche se la colorazione può variare; il collo, il ventre e la parte interna delle zampe sono invece bianchi. Si nutre di piccoli roditori, conigli, uccelli, insetti, lombrichi, uova, carogne e persino rifiuti. Tra gli uccelli si segnala la presenza della Cornacchia, del Corvo e del Fagiano. La Cornacchia (Corvus cornix) è un uccello di colore nero cenere con un becco grigiastro, caratterizzato da penne rigonfie alla base delle zampe. Si nutre di uova, carogne, rane, molluschi, insetti e vegetali. Il Corvo (Corvus frugilegus) è un animale di colore nero con riflessi iridescenti violaceo-purpurei, caratterizzato da un becco robusto e appuntito. Si nutre di vegetali (granaglie, frutta, semi), insetti, piccoli animali, carogne, uccelletti e uova. Il Fagiano (Phasianus colchicus), spesso allevato e cacciato, è un uccello con uno spiccato dimorfismo sessuale tra maschio e femmina. La femmina ha infatti un colore bruno-marroncino, mentre il maschio ha una colorazione sgargiante molto varia, con il ventre e la coda bruno-giallastri, il dorso nero con striature chiare, il collo e la testa verde scuri, la zona attorno agli occhi rossastra, la presenza di una striscia bianca sul collo. Si nutre principalmente di semi e granaglie. Tra gli anfratti delle case e sotto i tetti è inoltre possibile riscontrare la Rondine (Hirundo rustica), un uccello caratterizzato da un colore blu metallico scuro nelle parti superiori del corpo, fronte e gola castane, parte bassa della gola blu scura e parti inferiori bianco crema. La coda è forcuta ed è più lunga nei maschi. Si nutre principalmente di insetti che cattura in volo. L'area di salvaguardia Adiacente alla Riserva è stata istituita un'area di salvaguardia di 383 ettari, che si estende dalla città di Bene Vagienna sino ad oltre il paese di Lequio Tanaro. Si sviluppa da una quota massima di 343 m s.l.m. ad una minima di 244 m s.l.m. Tale area di salvaguardia è localizzata in corrispondenza ad un tratto della piccola valle del Torrente Mondalavia, un corso d'acqua che ha profondamente modificato la morfologia della zona incidendo l'antica pianura alluvionale del Torrente Pesio. Lungo le scarpate molto acclivi, specialmente in prossimità dei corsi d'acqua, è possibile osservare grazie a numerosi affioramenti rocciosi le peculiarità geologiche di questa zona. In generale si possono osservare tre litotipi appartenenti alla seguente successione stratigrafica, che ci permettono di ricostruire la storia geologica dell'area: 1. Il più antico è rappresentato da marne siltose di colore grigio-azzurro piuttosto omogenee denominate, secondo la letteratura ufficiale, "Marne di Sant'Agata Fossili". Si tratta di rocce povere di fossili; al loro interno è stata tuttavia individuata la presenza di foraminiferi, piccoli organismi unicellulari marini classificabili nel Regno dei Protisti. Queste rocce derivano dalla deposizione di sedimenti calcareo-terrosi in ambiente marino, ad elevate profondità (circa 200 m sotto il livello del mare), e sono riferibili ad un periodo di tempo compreso tra 11,3 e 6,5 milioni di anni fa (Miocene superiore), quando tutta la Pianura Padana era ricoperta da un esteso bacino marino. 2. Al di sopra di queste rocce si sono depositati strati di gesso, noti in letteratura sotto il termine di "Formazione gessoso-solfifera", costituiti da gesso cristallizzato con una particolare forma detta "a coda di rondine". Vi sono presenti numerosi fossili, tra i quali si ricordano le valve di ostrica, i resti di molluschi lacustri e i resti di vegetali. I gessi si sono depositati durante il cosiddetto periodo "Messiniano" (Miocene superiore), compreso tra 6,5 e 5,1 milioni di anni fa, quando il bacino del Mar Mediterraneo si trovò isolato a causa della chiusura dello Stretto di Gibilterra, cosicché la massa d'acqua evaporò depositando i sali contenuti in essa sul fondo marino originando così coltri di gesso e salgemma. 3. Al di sopra dei gessi si sono successivamente depositati strati di argille siltose di colore grigioazzurro, che presentano un elevato contenuto fossilifero, costituito essenzialmente da foraminiferi e da molluschi sia bivalvi (ostriche) sia gasteropodi. Queste rocce si sono formate successivamente alla riapertura dello Stretto di Gibilterra, quando il bacino mediterraneo si riempì nuovamente di acqua proveniente dall'Oceano Atlantico. Si tratta infatti di rocce di ambiente marino profondo (tra 50 e 200 m al di sotto del livello del mare), databili in un periodo di tempo compreso tra 3,3 e 2 milioni di anni fa (Pliocene superiore). Dove la scarpata è più dolce le rocce del substrato sono state ricoperte da una coltre di materiali detritico-colluviali, per effetto della degradazione del substrato da parte degli agenti esogeni (acqua, vento). L'area di salvaguardia è localizzata in una valle con versanti ricoperti di boschi frammisti ad aree coltivate. L'ambiente, poco disturbato dall'uomo, è caratterizzato principalmente da pioppeti coltivati e boschi misti di latifoglie. Si tratta di tipici boschi umidi e freschi dominati da alberi quali Pioppo bianco, Farnia, Olmo, e più sporadicamente Noce, Tiglio e Ontano nero. Il Pioppo bianco (Populus alba) è un albero alto sino a 30 m, a tronco eretto con corteccia bianca e liscia. Le foglie hanno una lamina ovata o ellittico-allungata, dentata ai margini, grigia di sotto. La Farnia (Quercus robur) è alto sino a 45 m, a tronco robusto con corteccia grigia, liscia e lucida in gioventù, nerastra e fessurata da adulto. Le foglie sono a lamina a margine liscio largamente obovata, con 5-7 paia di lobi. L'Olmo (Ulmus campestris) è un albero alto sino a 30 m, con tronco diritto a corteccia grigiobruna liscia da giovane e screpolata da adulto. Le foglie hanno lamina ellittica, acuminata all'apice e doppiamente dentato-seghettata ai margini. Il Noce (Juglans regia) è alto sino a 15 m; presenta un tronco robusto con corteccia liscia e grigia che si fessura con l'età. Le foglie sono ellittiche, intere ai margini, acute o acuminate all'apice. Il Tiglio (Tilia cordata) è un albero alto sino a 20 m, a tronco grosso con corteccia liscia e bruna da giovane, screpolata e nerastra da adulto. Le foglie sono a lamina sub-rotonda, acuminata all'apice e seghettata ai margini. L'Ontano nero (Alnus glutinosa) è alto sino a 20 m, dalla corteccia bruno-verdognola liscia e lucida; le foglie sono a lamina ovatoellittica, doppiamente e irregolarmente dentata ai margini. Il sottobosco arbustivo è invece costituito principalmente da Nocciolo, Sambuco, Biancospino e Prugnolo. Il Nocciolo (Corylus avellana) è un arbusto ramificato sin dalla base, con corteccia bruna o rossiccia, liscia e lucida; le foglie sono a lamina sub-rotonda acuminata all'apice, con margine doppiamente dentato. Il Sambuco (Sambucus nigra) presenta una corteccia verde da giovane e grigia e screpolata da adulto; le foglie sonno ellittiche o oblunghe, irregolarmente seghettate ai margini e acuminate all'apice. Il Biancospino (Crataegus oxyacantha) è alto sino a 5 m ed è costituito da rami spinosi di colore bruno-rossastro; le foglie hanno una lamina a forma subromboidea, lobata, a margine dentato. Il Prugnolo (Prunus spinosa) è un arbusto spinoso alto 2,5 m; la corteccia è bruno-rossastra finemente incisa, le foglie sono piccole ed ellittiche, dentate sul bordo. Tra i mammiferi, oltre a quelli già citati nella sezione riguardante la Riserva, si segnala la presenza del Tasso, del Ghiro, del Moscardino, del Riccio europeo occidentale, dello Scoiattolo e di altri animali divenuti ormai rari in queste zone come il Capriolo, la Donnola e Faina. Il Tasso (Meles meles) è caratterizzato da un mantello grigio con strisce nere longitudinali lungo i lati della testa, che ha invece una colorazione bianca. Le zampe e il ventre sono neri, mentre la coda è grigia. Si nutre di lombrichi, piccoli animali (arvicole, talpe, conigli, rane, larve e carogne) e vegetali (bulbi, frutta, nocciole, ghiande). Il Ghiro (Glis glis) è un animale con un mantello di colore grigio; presenta un anello più scuro attorno all'occhio. E' dotato di una lunga coda folta. Si nutre principalmente di frutti secchi e semi. Il Moscardino (Muscardinus avellanarius), di comportamento simile al Ghiro, è un mammifero di piccola taglia caratterizzato da un dorso brunoarancio, mentre il ventre è più chiaro. Si nutre principalmente di nocciole e noci. Il Riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus), molto diffuso, presenta un mantello di colore marrone grigiastro, un muso affusolato, zampe e coda corte. Il dorso è ricco di spine, con funzione difensiva. Si nutre di insetti, anellidi, lumache e altri invertebrati. Lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris) è un mammifero caratterizzato da un mantello estivo di colore marrone rossastro con ventre bianco e un mantello autunnale di colore marrone grigiastro. Presenta una coda lunga e folta. Si nutre di semi di alberi, germogli, tuberi e funghi. Il Capriolo (Capreolus capreolus) è un ungulato dal tipico mantello estivo di colore marrone rossastro con la parte posteriore scura e mantello invernale di colore marrone grigiastro con un evidente posteriore bianco. E' privo di coda; il maschio presenta corna a tre punte sul capo. Si nutre di arbusti come rovi e mirtilli e fogliame di caducifoglie. La Donnola (Mustela nivalis) è un mammifero dal mantello marrone chiaro con petto e ventre bianchi. La coda è corta; il muso è affusolato. Si nutre di arvicole, topi di campagna, ratti, conigli e uova di uccello. La Faina (Martes foina) presenta un mantello marrone scuro con una grossa macchia bianca sul petto, divisa da una linea scura al centro. La coda è lunga e folta. Si nutre di topi, toporagni, uccelli, frutti selvatici e bacche. Tra gli uccelli frequentanti queste zone si ricordano quelli più diffusi come l'Airone Cenerino, la Cinciallegra, la Ghiandaia, il Germano reale, il Martin Pescatore, il Pettirosso, il Picchio rosso maggiore, il Picchio verde e la Poiana. L'Airone cenerino (Ardea cinerea), che frequenta principalmente le zone umide come le rive dei corsi d'acqua, è un uccello dal manto color cenere, con ventre e testa più chiari. Presenta un curioso ciuffo nero sulla testa. Il becco è appuntito. Si nutre di pesci, rane e piccoli mammiferi. La Cinciallegra (Parus major) è caratterizzata da testa e collo di colore nero-bluastri, guance bianche, parti superiori del corpo grigio-blu verdastre e parti inferiori del corpo giallo-citrino, con una stria nera al centro. La coda e le ali sono di un colore cenerino-bluastro, le zampe sono azzurro-grigie. Si nutre di insetti, larve, ragni, molluschi, lombrichi, frutti, gemme e semi. La Ghiandaia (Garrulus glandarius) ha il corpo color bruno- rosato, con una macchia bianca sulle ali; le piume copritrici sono barrate di nero e di blu, il ventre è bianco e la coda è nera. La testa è ornata da una sorta di cresta di piume. Si nutre di ghiande, castagne, nocciole, granaglie, uccelletti, uova, piccoli mammiferi e insetti. Il Germano reale (Anas platyrhynchos) è un anatide dal becco piatto e dai piedi palmati, con un manto di colore marroncino nella femmina; il maschio presenta invece una testa verde brillante e il petto marrone, separati da una linea bianca. Si nutre prevalentemente di piante acquatiche. Il Martin Pescatore (Alcedo atthis) si riscontra nei pressi dei corsi d'acqua, dove si nutre di piccoli pesci, insetti acquatici, molluschi, crostacei, aracnidi e invertebrati vari. E' caratterizzato da una testa grossa, un becco nero robusto lungo e appuntito, le ali e la coda corte, le parti superiori blu-verde metallico, la gola e le macchie laterali del collo bianche, le guance e le parti inferiori del corpo castane. Il Pettirosso (Erithacus rubecula) è un uccello dalla fronte e dal petto arancioni, mentre le parti superiori del corpo sono bruno-olivastre. Si nutre di insetti, piccoli molluschi, frutta e semi. Il Picchio rosso maggiore (Dryobates major) è un uccelo con la parte superiore della testa e il dorso di colore nero, le ali con striature bianche, le piume copritrici inferiori della coda di color carminio. Il ventre e parte inferiore della testa sono invece bianchi senza strie. Si nutre di larve di insetti del legno, ragni, uova di uccelli e frutta. Il Picchio verde (Picus viridis) è distinguibile dal precedente per il dorso verdastro, il ventre giallastro, la testa color cremisi, i mustacchi sia neri che cremisi. Si nutre di larve di insetti del legno, miriapodi, semi e bacche, lombrichi. La Poiana (Buteo buteo) è un grande uccello rapace con ampie ali arrotondate. Il corpo è di colore generalmente bruno con screziature bianche specialmente sulle ali. La femmina è più grande e più scura del maschio. Si nutre di mammiferi di media e piccola taglia, uccelli e altri vertebrati.