Parete Nord Marmolada
Zona Montuosa:
Marmolada, parete nord, Punta Penia (3343m).
Località di partenza:
Passo Fedaia.
Parcheggio:
Parcheggio degli impianti di risalita.
Quota Partenza:
2070.
Quota di arrivo:
3343 m.
Dislivello totale:
1300, 500m la parete.
Tempo di salita:
2h per l'attacco, 2h15 la parete, 30min la cima.
Tempo di discesa:
2h30.
Sentieri utilizzati:
nessuno, inizialmente invece che il 606si sale per le piste, dal rifugio all'attacco
si sta più alti del 606.
Difficoltà:
AD/AD+ 50°, oggi con scarso innevamento e nostra variante in cima, anche
AD+ 60° II roccia.
Possibilità di proteggersi: Fittoni e corpi morti, viti da ghiaccio in caso. Utile il set da ferrata per la
discesa.
Materiale necessario
normale dotazione alpinistica, 2 piccozze.
Caratteristiche salita:
la montagna più frequentata dell'arco alpino ci consente una salita abbastanza
solitaria su una parete non difficile ma comunque severa e costante.
Pericoli oggettivi:
pericolo di scariche sassi, valanghe, cornici all'uscita
Esposizione:
nord.
Periodo consigliato:
quando in condizioni.
Punti appoggio:
Rifugio Pian dei Fiacconi (2626).
Punti di riferimento:
impianti da sci.
Condizioni meteo:
tempo non freddo e soleggiato, vento in quota che scarica neve inconsistente in
parete.
Copertura nevosa:
pestiamo neve sino dalla partenza, ma poca. Piste tirate, poi rocce scoperte
nella seconda metà della parete e nella ferrata.
Condizioni neve:
brutta e scomoda nei tratti poco pendenti e sul ghiacciaio, buona con tratti
ghiacciati in parete, bagnata ma portante in ferrata.
Giudizio sull'ascensione: bell'itinerario che consente di sbizzarirsi per l'uscita.
Cartografia:
Tabacco numero015, 1:25000.
Guida:
informazioni da web.
Ripetizione del:
17/03/2011, Andrea e Marco.
Accesso:
La zona ha un diverso accesso a seconda da dove si provenga. Per noi A22 uscita Egna-Ora, si segue per Val
di Fiemme prima e Val di Fassa poi. Si arriva a Canazei e da li si seguono le indicazioni per Passo Fedaia. Si
percorrere la strada a tratti ciottolosa che passa proprio sulla diga dell' Enel di Passo Fedaia, si sale di
qualche metro con qualche tornante, e si parcheggia alla partenza dell'impianto di risalita.
Descrizione via:
Ci si incammina sulla pista da sci, se ne prendono poi le varie diramazioni in alto fino a giungere al Rifugio
Pian dei Fiacconi, 1h20min. In alternativa si può salire per quello che sarebbe il sentiero, oppure tagliare
direttamente sotto l'impianto o altro, ma le piste restano la modalità più sicura dal punto di vista valanghivo e
di eventuale ravanamento in neve fresca o passata.
Dal rifugio si traversa verso destra, direzione ovest, stando più alti di quello che sarebbe il sentiero 606 che
porta a Forcella Marmolada, ovvero senza perdere quota ma se mai guadagnando qualche metro di quando in
quando. Si arriva così alla base della parete, che sta tra la propaggine della Schiena del mulo e il costone
roccioso che la divide dalla parete nord ovest (vedi cartina), 40min (2h) dal rifugio, a quota 2700 circa.
Da qui si inizia a salire in modo deciso, pendenza sui 40°. La parte iniziale è ampia, ci si trova dentro un
catino dove dritto a noi la parete si alza mostrando qualche roccia (tante nella nostra ripetizione), mentre più
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su verso destra una deviazione porta sulla cresta ovest: quest'ultima rappresenta una possibilità di discesa,
nonché la strada seguita dagli scialpinisti. Anche questo itinerario però presenta le sue difficoltà e non va
sottovalutato.
In 45 min (2h45min) si giunge alle prime rocce, dove noi pieghiamo leggermente verso destra per salire su
una lingua di neve-ghiaccio. Man mano che si sale la pendenza si accentua, e ora saremo sui 45°. Una
mezzoretta (3h15) su neve e poi altre rocce sbarrano la salita dritta davanti a noi: questo è dovuto alla
magrezza di questo inverno. Decidiamo quindi di piegare verso destra per un canalino che si vede esser ben
coperto e salire, nel quale entriamo appena sopra i 3000m. Adesso la pendenza si impenna sui 55° almeno, e
finito il canalino si piega leggermente a sinistra.
Inizia il tratto più impegnativo in quanto la pendenza resta costante sui 55-60°, e rocce affioranti obbligano a
qualche passo di misto, oltre che salire e scendere per muoversi in un piccolo labirinto di possibilità. Dopo
1h (4h15) si esce sulla Schiena del Mulo a pochi metri dall'inizio (o fine) della ferrata della normale estiva, a
quota 3175.
Rientro:
Dopo esser saliti in cima (30min) per godere del panorama, si può decidere se scendere per la cresta ovest e
poi rimettersi nella nord con uno scivolo che riporta sulla parte meno pendente e tutta nevosa, oppure
prendere la normale estiva.
Noi optiamo per quest'ultima, vedendo il cavo scoperto nel primo tratto. Il cavo risulterà scoperto solo per
meno di metà tracciato, per il resto si scende faccia a monte su buona neve nonostante l'irraggiamento solare.
Discesa da non sottovalutare, anche lei si presenta a tratti come un pendio nevoso di 55-60°, a tratti con un
po di roccia e a tratti col cavo scoperto. Finita la ferrata si scende per il ghiacciaio, tenendo la destra dello
stesso, ovvero puntando all'altro lato per evitare una zona crepacciata che sta sotto la Schiena del Mulo. Si
arriva al rifugio Pian dei Fiacconi dopo 2h e per le piste si torna all'auto in un'altra mezzora.
Note:
Le condizioni da noi trovate sono state di neve scarsa sul traverso dal rifugio all'attacco, e su tutta la discesa
dalla fine della ferrata al rifugio, tratti nei quali si andava giù fino al ginocchio. Sulle piste la neve era
pressata e quindi salibile senza problemi. In parete era discreta, a tratti bagnata ma consentiva un buon
gradinamento, a tratti ghiaccio, a tratti farina che obbligava a cambiare direzione. Sulla salita finale anche li
molto variabile.
Siamo usciti per una variante rispetto alla salita sulla nord classica, che invece che prendere il canalino a
quota 3000, dovrebbe puntare su più dritto.
Andrea Pellegrini 2012 IS - Scuola A.Montanari - Cai Carpi
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Foto:
A sinistra il ghiacciaio e la in fondo la cima, a destra Alla base della nord: in rosso la salita percorsa, in
in ombra la nord (si vede lo scivolo nord ovest sci verde la possibilità di discesa per la via scialpinistica
alpinistico)
Il canale preso, ovvero una variante rispetto alla
salita classica
La variante sci alpinistica vista dalla base del canale
Lo scivolo di neve tra le prime roccette e il canale
Partenza del canale
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Parte alta del canale, ormai prossimi all’uscita
Cresta ovest e uscita della via scialpinistica
Discesa per la ferrata, non banale se il cavo non è
scoperto
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