UNIVERSITÀ DI PISA Dipartimento di Scienze della Terra Master di II Livello in Bonifiche sei Siti Inquinati Caratterizzazione idrogeologica Roberto Giannecchini Università di Pisa Dipartimento di Scienze della Terra [email protected] Marco Doveri Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Geoscienze e Georisorse [email protected] UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra UNIVERSITÀ DI PISA Dipartimento di Scienze della Terra Master di II Livello in Bonifiche sei Siti Inquinati Caratterizzazione idrogeologica Programma GIOVEDÌ 4 febbraio 2016 – 14.30-18.30 (R. Giannecchini) Richiami dei concetti di base dell’Idrogeologia. Acquisizione ed elaborazione dei dati idrologici di base. VENERDÌ 5 febbraio 2016 – 9.30-11.30 (M. Doveri) Aspetti idrostratigrafici-strutturali e idrodinamici del sistema acquifero. VENERDÌ 5 febbraio 2016 – 11.30-13.30 - 14.30-16.30 (R. Giannecchini) Caratterizzazione idraulica del “sistema acquifero” (n, K, T, S). VENERDÌ 5 febbraio 2016 – 16.30-18.30 (M. Doveri) Idrochimica e idrologia isotopica a supporto dell’idrogeologia. GIOVEDÌ 11 febbraio 2016 – 14.30-18.30 (M. Doveri) Il modello idrogeologico concettuale. Casi di studio su acquiferi freatici e confinati in mezzi porosi e fessurati/carsici UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra UNIVERSITÀ DI PISA Dipartimento di Scienze della Terra Master di II Livello in Bonifiche sei Siti Inquinati Caratterizzazione idrogeologica Alcuni testi utili TESTI A CARATTERE GENERALE Celico P. (1986) - Prospezioni Idrogeologiche (I-II voll.). Liguori Ed. Civita M. (2005) - Idrogeologia applicata ed ambientale. Ed. Ambrosiana. Cerbini G., Gorla M. (2004) - Idrogeologia applicata. Geo-Graph. Clark I., Fritz P. (1997) - Environmental Isotopes in Hydrogeology. Lewis Publ. CRC Press. Custodio E., Llamas M.R. (2005) - Idrologia sotterranea Vol. I e II. Flaccovio Ed. Davis S.N., De Wiest R.J.M. (1966) - Hydrogeology. Wiley & Sons, New York. Gat J.R. (1981) - Properties of the isotopic species of water: the “isotope effect”. In: Stable Isotope Hydrology (Deuterium and Oxygen-18 in the Water Cycle), J.R. Gat & R. Gonfiantini editors, TECHNICAL REPORTS SERIE NO. 210 , IAEA, Vienna, 7 – 19. Fitts C.R. (2002) - Groundwater science (2002). Academic Press. Freeze A.R., Cherry J.A. (1979) - Groundwater. Prentice-Hall. Fritz P., Fontes J.Ch. (1980) - Introduction. In: Handbook of Environmental Isotope Geochemistry, Vo. 1, Elsevier Amsterdam-Oxford-New York, 1 –19. Marini L., Ottonello (1997) - Atlante degli acquiferi del Comune di Genova. Vol. 1 (Alta Val Bisagno ed Alta Val Polcevera). Pacini Editore, Pisa, 43pp. Todd T.K., Mays L.W. (2005) - Groundwater Hydrology. Wiley. Yurtsever Y., Gat J.R. (1981). Atmospheric waters. In: Stable Isotope Hydrology (Deuterium and Oxygen-18 in the Water Cycle), J.R. Gat& R. Gonfiantini editors, technical reports serie no. 210, IAEA, Vienna, 103–142. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra UNIVERSITÀ DI PISA Dipartimento di Scienze della Terra Master di II Livello in Bonifiche sei Siti Inquinati Caratterizzazione idrogeologica Alcuni testi utili TESTI A CARATTERE SPECIFICO Butteri M., Doveri M., Giannecchini R., Gattai P. (2010) - Hydrogeologic-hydrogeochemical multidisciplinary study of the gravel confined aquifer in the coastal Pisan Plain (Tuscany) between the Arno River and Scolmatore Canal (Tuscany). Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia, Vol. 90, 51-66. Cervi F. Corsini A. Doveri M. et al. 2015. Characterizing the recharge of fractured aquifers: A case study in a flysch rock mass of the Northern Apennines (Italy). Engineering Geology for Society and Territory – Vol. 3: River Basins Reservoir Sedimentation and Water Resources, 563-567 Colombetti A., Nicolodi F. (2007) - Metodi per la determinazione del coefficiente di permeabilità K nel “non saturo”. Geograph. Doveri M. (2008) - Studio idrogeologico e idrogeochimico dei sistemi acquiferi carbonatici nel bacino del Torrente Carrione (Alpi Apuane nord-occidentali). Atti Simposio Stato del Territorio e delle risorse naturali in Toscana, 167-176. Doveri M. et al. (2013). Stable water isotopes as fundamental tool in karst aquifer studies: some results from isotopic applications in the Apuan Alps carbonatic complexes (NW Tuscany). IJEGE, 1,33-50. Doveri M., Mussi M. (2014) - Water isotopes as environmental tracers for conceptual understanding of groundwater flow: An application for fractured aquifer systems in the "Scansano-Magliano in Toscana" area (Southern Tuscany Italy). Water, 6, 2255-2277. Gorla M. (2009) - Idrogeofisica. Dario Flaccovio Editore. Gorla M. (2010) - Pozzi per acqua. Dario Flaccovio Editore. Domenico P.A., Schwartz F.W. (1998) - Physical and chemical hydrogeology. Wiley and Sons. Fetter C.W. - Applied Hydrogeology. McMillian. Ford D., Williams P. (2007) - Karst hydrogeology and geomorphology. Wiley and Sons, 2007. Menichini M., Da Prato S., Doveri M. et al. (2015). An integrated methodology to define Protection Zones for groundwater-based drinking water sources: an example from the Tuscany Region, Italy. Italian Journal of Groundwater, 21-27 Molli G. Doveri M. et al. (in press). Surface-subsurface structural architecture and groundwater flow of the Equi Terme hydrothermal area, northern Tuscany Italy, Italian Journal of Geosciences. Singhal B.B.S., Guphs R.P. (2010) - Applied Hydrogeology of fractured rocks. Springer. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra CICLO IDROLOGICO L’acqua è soggetta in natura ad un ciclo idrologico chiuso che ha come motori l’ENERGIA SOLARE e la FORZA DI GRAVITA’. Essendo un ciclo chiuso, a livello globale l’equazione di bilancio entrate=uscite si può scrivere: P = ETR P = precipitazione ETR = evapotraspirazione UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra BILANCIO IDROLOGICO Se ci si riferisce alle sole aree continentali, l’equazione di bilancio diventa: P = ETR + Ds + I P = precipitazione ETR = evapotraspirazione Ds = deflusso superficiale I = infiltrazione In realtà, in un bilancio idrogeologico, il contributo di I può essere sia in entrata che in uscita: P = ETR + Ds ± I Si definisce: P - ETR = Pe da cui: (precipitazione efficace o disponibilità idrica) idrica Pe = Ds ± I Il calcolo del BILANCIO IDROGEOLOGICO è uno degli scopi principali dell’idrogeologia e permette: - di stimare le disponibilità idriche superficiali e sotterranee; - di avere informazioni preliminari sulla struttura dell’acquifero. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra BILANCIO IDROLOGICO Le operazioni da fare per la valutazione del bilancio sono: 1. definizione del bacino o dell’area di studio 2. definizione del periodo di tempo da considerare 3. valutazione dei parametri di bilancio: - precipitazioni (P) - evapotraspirazione (ETR) - deflusso (Ds) - infiltrazione (I) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra BILANCIO IDROLOGICO bilancioidrologico idrologicodi diun unbacino, bacino,su sunumerosi numerosianni, anni, IlIlbilancio dovrebbechiudersi chiudersiin inparità: parità: PP= =ETR ETR+ +Ds Ds+ +II dovrebbe Senon nonsisichiude chiudein inparità, parità,con conscostamenti scostamentinon nonimputabili imputabiliad aderrori erroridi di Se misuraeeapprossimazioni approssimazioni(e (ese senon noncicisono sonointerventi interventiartificiali, artificiali,quali quali misura prelieviooapporti apportidi diacqua acquada daooverso versobacini bacinicontigui), contigui),allora allora prelievi BACINOIDROGRAFICO IDROGRAFICOnon noncoincide coincidecon conililBACINO BACINO ililBACINO IDROGEOLOGICO,ovvero ovverolo loSPARTIACQUE SPARTIACQUESUPERFICIALE SUPERFICIALEnon non IDROGEOLOGICO, coincidecon conlo loSPARTIACQUE SPARTIACQUESOTTERRANEO SOTTERRANEO coincide (ogeologico, geologico,ooidrogeologico) idrogeologico) (o =ETR ETR+ +Ds Ds± ±II PP= Quindidovrà dovràessere essereindividuato individuatocorrettamente correttamenteililBACINO BACINO Quindi IDROGEOLOGICOmediante medianteopportuni opportunistudi studiidro-strutturali. idro-strutturali. IDROGEOLOGICO UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Esempi di rapporti tra bacini idrografici e idrogeologici perm. imp. A A B B Roccia permeabile Roccia impermeabile UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Esempio: bacino Rio delle Campore (Val Pedogna, LU) (Tesi Banchieri-Vagli, 2009) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Esempio: bacino Rio delle Campore (Val Pedogna, LU) (Tesi Banchieri-Vagli, 2009) Bacino idrografico Bacino idrogeologico 7,55 Km2 4,66 Km2 In un BACINO IDROGEOLOGICO correttamente individuato il bilancio deve chiudersi in parità. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PROPRIETÀ DELLE ROCCE NEI CONFRONTI DELL’ACQUA Poiché l’INFILTRAZIONE è un movimento in discesa libera delle acque nel sottosuolo sotto la forza della gravità, perché ciò avvenga è necessario che la formazione rocciosa abbia dei vuoti (POROSITÀ) e che questi siano attraversabili dall’acqua con una certa velocità (PERMEABILITÀ). POROSITÀ POROSITÀ Rapportotra travolume volumedei deivuoti vuotieevolume volumetotale totaledella dellaroccia. roccia. Rapporto PERMEABILITÀ PERMEABILITÀ Attitudinedella dellaroccia rocciaaalasciarsi lasciarsiattraversare attraversaredall’acqua dall’acqua Attitudine Rappresentala la“conducibilità “conducibilitàidraulica” idraulica”della dellaroccia. roccia. Rappresenta Queste proprietà varieranno e incideranno sulle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo in maniera differente a seconda che si tratti di ROCCIA o TERRENO SCIOLTO. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra POROSITÀ (porosity, n) La porosità può essere PRIMARIA o SECONDARIA. La porosità primaria è di tipo interstiziale, ovvero i vuoti sono lasciati dai granuli che si depositano l’uno sull’altro. La porosità secondaria è caratteristica di tutte le rocce a consistenza più o meno litica. Deriva infatti da fenomeni di fratturazione (per processi tettonici, vulcanici, metamorfici, gravitativi, ecc.), dissoluzione (es. carsismo), ecc., successivi alla formazione della roccia stessa. La porosità di una roccia è il rapporto tra il volume dei vuoti e il volume totale della roccia (%): vv nt 100 vt POROSITÀ TOTALE Per materiali sciolti, la porosità interstiziale dipende da: a) dimensioni relative dei granuli b) forma dei granuli c) disposizione dei granuli d) grado di cementazione Per sistemi a porosità secondaria, la porosità dipende essenzialmente da dimensioni e continuità delle discontinuità e dall’eventuale presenza di riempimento o cementazione. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ (K) Attitudinedi diuna unaroccia rocciaaalasciarsi lasciarsiattraversare attraversaredall’acqua, dall’acqua,sia sia Attitudine sottol’azione l’azionedella dellagravità gravità(verticalmente), (verticalmente),sia siaper perestrazione, estrazione, sotto ovveroper perpompaggio pompaggio(orizzontalmente). (orizzontalmente). ovvero Una roccia, per essere permeabile, deve essere porosa; ma non sempre è vero il contrario. Ad es. un’argilla è estremamente porosa (nt =40-50%), ma i pori sono così piccoli che i fenomeni di igroscopicità, pellicolarità e capillarità impediscono in pratica il passaggio dell’acqua gravifica. La pomice possiede vuoti numerosi e grandi, ma non comunicanti. E’ evidente che non è il concetto di porosità ad essere utile per definire la permeabilità, ma quella che viene definita porosità efficace: POROSITÀ EFFICACE((effective porosity): rapportotra trailil POROSIT À EFFICACE effective porosity ): rapporto volumedei deivuoti vuoticomunicanti comunicantieeililvolume volumetotale totaledella dellaroccia. roccia. volume v v comunicanti ne 100 vt Poiché all’interno delle rocce l’acqua si muove attraverso i vuoti, esiste una stretta relazione tra permeabilità e porosità efficace. efficace UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ ROCCEPERMEABILI: PERMEABILI:rocce roccenelle nellequali qualile leacque acquesisimuovono muovonocon conuna una ROCCE velocitàtale taleda daessere essereutilmente utilmentecaptate. captate. velocità Ghiaia e ciottoli Sabbia grossolana Calcare fratturato Calcare carsificato (Mark Twain Lake, Missouri, USA) Calcare carsificato (Guilin, Cina) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ ROCCE ROCCE IMPERMEABILI: IMPERMEABILI: roccenelle nellequali qualile leacque acque rocce nonhanno hannomovimenti movimenti non significativiper per significativi mancanzadi divuoti vuotidi di mancanza dimensioni dimensioni sufficientementeampie ampie sufficientemente e/ointercomunicanti. intercomunicanti. e/o Argilla Fillade Micascisto a muscovite Granito compatto Argillite UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ Tra rocce estremamente permeabili e rocce pressoché impermeabili esiste una vasta gamma di rocce intermedie… Detrito in blocchi … spetta al geologo il compito di valutarne la “bontà idrogeologica”! Argilla UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ In funzione della tipologia dei meati che conferiscono permeabilità ad una roccia, si possono distinguere tre tipologie di permeabilità: PERMEABILITÀ PERMEABILIT À PRIMARIA PRIMARIA SECONDARIA SECONDARIA perPOROSITÀ POROSITÀ ooper perFESSURAZIONE FESSURAZIONE ooper MISTA MISTA perPOROSITÀ POROSITÀee per FESSURAZIONE FESSURAZIONE CONFRONTO TRA PERMEABILITÀ ASSOLUTA E GRADO DI PERMEABILITÀ La permeabilità può essere espressa in termini relativi o assoluti. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ Come conseguenza del grado di permeabilità, le rocce hanno un diverso comportamento nei confronti dell’acqua, per cui si definiscono: ROCCEIMPERMEABILI IMPERMEABILI ROCCE ACQUIFUGHE: rocce rocce sostanzialmente sostanzialmente prive prive di di porosità, porosità, per per cui cui non non ACQUIFUGHE: ACQUIFUGHE contengonoapprezzabili apprezzabili quantità quantitàdi diacqua acquané nétanto tantomeno menosono sonoin ingrado gradodi di contengono trasmetterla(es. (es.granito granitoeemarmo marmonon nonfessurati); fessurati); trasmetterla ACQUICLUDE: rocce rocce dotate dotate di di porosità porosità (ma (ma con con vuoti vuoti molto molto piccoli), piccoli), per per ACQUICLUDE: ACQUICLUDE cui contengono contengono una una certa certa quantità quantità di di acqua, acqua, ma ma prevalentemente prevalentemente di di cui ritenzioneeequindi quindinon nonsono sonoin ingrado gradodi ditrasmetterla trasmetterla(es. (es.argille); argille); ritenzione ROCCEPERMEABILI PERMEABILI ROCCE ACQUIFERE:rocce roccedotate dotatedi diporosità porositàefficace efficaceeecon conbuona buonacontinuità continuitàdei dei ACQUIFERE: ACQUIFERE poritali talida daconsentire consentireun unbuon buonimmagazzinamento immagazzinamentoeeililpassaggio passaggio pori dell’acqua,sia siaper pereffetto effettodella dellagravità gravitàche cheper perun ungradiente gradientedi dipressione pressione dell’acqua, (es.sabbie, sabbie,ghiaie, ghiaie,rocce roccecarbonatiche carbonatichefratturate); fratturate); (es. ACQUITARDE: rocce rocce aa caratteristiche caratteristiche intermedie intermedie fra fra le le acquifere acquifere ee le le ACQUITARDE: ACQUITARDE acquiclude(es. (es.sabbie sabbiemolto moltofini, fini,limi, limi,rocce roccelitoidi litoidipoco pocofratturate). fratturate). acquiclude UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Si consideri una situazione ideale di un mezzo permeabile per porosità, continuo, omogeneo (granulometria uniforme) e isotropo (senza stratificazioni, K uguale in tutte le direzioni) e con una base impermeabile (es.: sabbia omogenea sopra un livello di argilla). Supponiamo che la sabbia sia completamente asciutta e che inizi a piovere con una intensità inferiore alla capacità di infiltrazione (per inibire il ruscellamento): - l’acqua si infiltrerà inizialmente fermandosi nei vuoti in cui c’è ancora posto per l’acqua di ritenzione; - l’ulteriore acqua aggiunta sarà gravifica per i pori dei livelli superiori (già saturi per l’acqua di ritenzione) e diventa di ritenzione per quelli dei livelli sottostanti; - una volta saturato tutto lo spessore della sabbia relativamente a Cr (Vr/Vt ×100), tutta l’acqua in aggiunta sarà gravifica, che stratificherà a iniziare dalla base impermeabile. Cr : coefficiente di ritenzione Vr : volume di acqua di ritenzione Vt : volume totale della roccia Zona di aerazione (insatura) Sup. freatica Zona di saturazione (satura) (da Civita, 2005) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Si definisce quindi: FALDA FREATICA o FALDA LIBERA: falda la cui superficie superiore (superficie freatica) è libera di muoversi e oscillare in funzione delle condizioni di ricarica e discarica. Sulla superficie freatica la pressione dell’acqua è uguale alla pressione atmosferica. Per questo motivo la superficie freatica è una SUPERFICIE PIEZOMETRICA. PIEZOMETRICA (da Civita, 2005) max Zona di fluttuazione e risorsa rinnovabile Zona di aerazione (non satura) Superficie freatica min Zona di saturazione Riserva permanente Substrato impermeabile UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO FALDACONFINATA CONFINATA(o (oIN INPRESSIONE*): PRESSIONE*):l’acqua l’acquacircola circolatra tradue dueorizzonti orizzonti FALDA impermeabilied edha hauna unapressione pressionemaggiore maggioredi diquella quellaatmosferica. atmosferica.Una Unafalda falda impermeabili confinatain incui cuila lapressione pressionedell’acqua dell’acquaèètale taleda darisalire risalireoltre oltreililpiano piano confinata campagna(ad (ades. es.in inpozzi pozzieepiezometri) piezometri)viene vienedefinita definitaFALDA FALDAARTESIANA. ARTESIANA. campagna Sup. piezometrica Sup. piezometrica Imp. Imp. Perm. Falda confinata Imp. Falda artesiana Perm. Imp. Inserendo un piezometro nella falda in pressione, l’acqua nel tubo risale fino a quando la pressione idrica sostiene il peso della colonna d’acqua, equilibrandosi alla pressione atmosferica. La superficie individuata unendo i livelli dell’acqua in infiniti piezometri in una falda in pressione corrisponde alla SUPERFICIE PIEZOMETRICA, poiché in tutti i suoi punti la pressione è uguale a quella atmosferica. atmosferica *NOTA: I due termini non sono necessariamente sinonimi; in realtà le falde confinate possono anche non essere in pressione. Dipende dalle condizioni di ricarica e di sfruttamento. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO FALDASEMI-CONFINATA: SEMI-CONFINATA:alla allabase baseha haun unacquiclude acquiclude(impermeabile); (impermeabile);al al FALDA tettoha haun unacquitardo acquitardo(permeabilità (permeabilitàmedio-bassa). medio-bassa).In Inquesti questicasi, casi,i ipassaggi passaggi tetto d’acquaacquifero-acquitardo acquifero-acquitardocreano, creano,in incondizioni condizioninon noninfluenzate influenzateda da d’acqua pompaggi,una unasituazione situazioneper percui cuila lasup. sup.piezometrica piezometricadell’acquifero dell’acquifero pompaggi, semiconfinatopuò puòcoincidere coincidereoomeno menocon conla latavola tavolad’acqua d’acquanell’acquitardo. nell’acquitardo.Le Le semiconfinato variazionidi dipressione pressionenell’acquifero nell’acquifero(ricarica/pompaggi) (ricarica/pompaggi)sono sonopiù piùrapide rapidedegli degli variazioni spostamentidella dellatavola tavolad’acqua d’acqua(freatica) (freatica)aacausa causadella delladiversa diversapermeabilità permeabilità spostamenti dellerocce. rocce.Ad Ades. es.un unpompaggio pompaggiodell’acquifero dell’acquiferodetermina determinailildrenaggio drenaggio delle (drenanza)dell’acquitardo, dell’acquitardo,la lacui cuisup. sup.freatica freaticasegue seguecon conritardo ritardo (drenanza) l’abbassamentodella dellasup. sup.piezometrica. piezometrica. l’abbassamento Semi-perm. Sup. piezometrica Acquitardo Perm. Acquifero Falda semi-confinata Imp. Acquiclude UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Tipi di acquiferi e drenanza drenanza ascendente drenanza discendente piezometriche coincidenti (Celico, 1986) a. confinato b. semi-confinato c. libero+ d. semi-libero semi-confinato e. libero La presenza di falde tra loro intercomunicanti, sottoposte a diverso carico piezometrico, favorisce gli scambi idrici dall’acquifero inferiore a quello superiore (caso b) e viceversa (caso c). Il fenomeno è chiamato drenanza (ascendente o discendente). UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Faldasospesa: sospesa:piccola piccolafalda faldalibera libera(freatica) (freatica)sostenuta sostenutada dalenti lenti Falda impermeabili(es. (es.argilla) argilla)presenti presentiin inuna unazona zonadi diaerazione aerazionedi diuna unafalda falda impermeabili libera(es. (es.sabbia). sabbia). libera Falda sospesa sabbia Falda libera argilla (da Pranzini, 2009 mod.) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Esistono anche situazioni complesse, che assumono le definizioni di sistemi acquiferi multifalda e multistrato. Per alcuni autori, i termini sono sinonimi. Altri invece tendono a differenziarli. Per essi, l’acquifero multifalda è costituito da una serie di acquiferi (e falde) effettivamente separate. ACQUIFERO MULTIFALDA acquiclude acquifero ACQUIFERO MULTISTRATO UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO DEFINIZIONI p.c. Soggiacenza: dislivello tra la tavola d’acqua della superficie piezometrica e il piano di campagna. Prevalenza: altezza del livello piezometrico delle falde artesiane rispetto al piano di campagna. sabbia argilla p. c . UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RIPARTIZIONE DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Distinzione falda-acquifero ACQUIFERO = serbatoio FALDA = acqua contenuta nel serbatoio UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LEGGI DELLA CIRCOLAZIONE DELL’ACQUA NEI MEZZI POROSI LEGGE DI DARCY In un mezzo poroso, continuo, omogeneo e isotropo l’acqua si muove sotto la spinta della gravità secondo leggi ben precise; quella fondamentale è la LEGGE DI DARCY (1856). La legge di Darcy è espressa dalle relazioni: Omogeneo isotropo Omogeneo anisotropo Eterogeneo anisotropo Q K A i v K i Q: portata falda A: sezione falda v: velocità acqua dove K è il COEFFICIENTE DI PERMEABILITÀ (hydraulic conductivity), dipendente dalle caratteristiche granulometriche del materiale (per un mezzo granulare) ed è, dimensionalmente, una velocità [m/s]. H i L i, definito GRADIENTE IDRAULICO (hydraulic gradient), è il rapporto fra perdita di carico idraulico e percorso dell’acqua nel mezzo poroso. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LEGGE DI DARCY Nella Legge di Darcy, il rapporto Q/A non corrisponde alla velocità reale vr dell’acqua nel mezzo poroso, ma alla velocità apparente va: infatti, per come è stata ricavata la legge, la sezione A viene considerata interamente, comprendendo sia pori che granuli. Ma l’acqua si muove solo nei vuoti, per cui la vera sezione di flusso sarà la sezione A moltiplicata per la porosità efficace del mezzo: Ar=Aa×ne, da cui Aa=Ar/ne da cui: Sr: sezione reale Sa: sezione apparente ne: porosità efficace Ar Q K Aa i Q K i ne Q K i Ar ne vreale (da Barazzuoli) A Ar K i va ne ne La velocità reale è quindi maggiore di quella apparente considerata da Darcy. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LEGGE DI DARCY La Legge di Darcy, trovata sperimentalmente, ha un supporto anche teorico. Si consideri una massa m di volume unitario di un liquido perfetto (senza attrito interno e senza attrito con il mezzo) in un mezzo poroso, omogeneo e isotropo. Questa massa avrà diverse forme di energia, la cui somma è costante, secondo la Legge di Bernoulli (Celico, 1986): E. cinetica + E. potenziale + E. di pressione = costante 1 mv2 mgh p cost 2 v2 p h cost 2g h p Dividendo ambo i membri per mg= (peso specifico del liquido) si ottiene: Nei mezzi porosi la velocità dell’acqua è molto bassa e può essere ritenuta con buona approssimazione costante, per cui si ha: h: altezza idrica rispetto a un piano di riferimento. P: pressione idrica esistente nel punto ad altezza h. γ: peso specifico dell’acqua. cost p1/ p2/ Se consideriamo due successive posizioni della massa unitaria del liquido nel mezzo poroso, per il principio di conservazione dell’energia, si avrà: h1 p1 h2 p2 h1 h2 Pertanto, nel movimento del liquido le perdite di quota rispetto a un piano di riferimento sono compensate da un aumento della pressione idraulica (le perdite di DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra viceversa). Epot sono bilanciate da aumenti della Epress eUNIVERSITÀ LEGGE DI DARCY Considerando il movimento dell’acqua (liquido non perfetto e quindi dotato di attrito sia interno che con il mezzo) in un mezzo poroso reale, si verifica una perdita di carico h nel passaggio da un punto all’altro: h1 p1/ p1 h2 p2 p1 p2 h h1 h2 h p2/ h1 h2 : peso specifico del liquido h/l: gradiente idraulico; h: perdita di carico piezometrico; l: distanza tra i tubi piezometrici misurata lungo il profilo piezometrico; p1, p2: pressione esistente in corrispondenza dei tubi piezometrici pz1 e pz2; : peso specifico acqua; h1, h2: altezze dal piano di riferimento; UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LEGGE DI DARCY Il movimento dell’acqua in una falda acquifera avviene quindi da punti a potenziale maggiore verso punti a potenziale minore, ovvero secondo il gradiente idraulico i = h/l. Pertanto: unfluido fluidosi simette mettein inmovimento movimentosolo solose setra tradue duepunti puntiesiste esiste un unavariazione variazionedi dicarico caricoidraulico, idraulico,cioè cioèdel dellivello livellopiezometrico piezometrico una h,spostandosi spostandosida dapunti punticon conhhmaggiore maggioreverso versopunti punticon conhhminore. minore. h, Questo significa che: perchél’acqua l’acquanel nelsottosuolo sottosuolopossa possamuoversi, muoversi,la lasuperficie superficie perché piezometricadeve deveessere essereinclinata. inclinata. piezometrica UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LA LEGGE DI DARCY CONDIZIONI DI VALIDITÀ DELLA LEGGE DI DARCY La Legge di Darcy è valida per un mezzo continuo, omogeneo e isotropo, tale cioè da presentare le stesse caratteristiche di porosità e permeabilità in ogni direzione (condizione che può essere ottenuta solo artificialmente e per piccole porzioni di terreno – es. sabbia di granulometria uniforme). E’ inoltre valida in condizioni di mezzo saturo e regime laminare di flusso. (da A. Fileccia) Mezzo continuo: mezzo caratterizzato da una fitta e infinita maglia di vuoti interconnessi. Mezzo omogeneo: caratteristiche costanti nel verso del deflusso delle acque. Mezzo isotropo: caratteristiche costanti nelle tre direzioni dello spazio. Kv Kv Kh Kh Kv Kv Kh Kh omogeneo, isotropo omogeneo, anisotropo Kv Kv Kv Kh Kh Kv Kh Kh eterogeneo, isotropo eterogeneo, anisotropo Un mezzo omogeneo anisotropo può essere trasformato in uno isotropo fittizio, considerando una permeabilità media (Km) e conoscendo i valori di permeabilità orizzontale (Kh) e verticale (Kv). In natura Kh può essere da 2 a 100 volte superiore a Kv. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LA LEGGE DI DARCY CONDIZIONI DI VALIDITÀ DELLA LEGGE DI DARCY I terreni naturali non sono né omogenei, né isotropi, né continui; tuttavia, considerando volumi sufficientemente grandi di un determinato sedimento, senza variazione di facies (es. sabbie di spiaggia, ghiaie fluviali, ecc.), con buona approssimazione il mezzo può essere considerato omogeneo e continuo. Più difficile è considerarli anche isotropi; infatti, i terreni naturali sono spesso dotati di stratificazione, con variazioni granulometriche e di addensamento, e quindi di porosità e permeabilità. Dato però che il movimento dell’acqua nel sottosuolo (in falda) ha una componente orizzontale dominante su quella verticale, si può approssimare che il flusso avvenga in condizioni molto vicine a quelle teoriche. Naturalmente, nei mezzi dotati di porosità secondaria ci si allontana sempre di più dalle condizioni di omogeneità e isotropia, e l’applicazione della Legge di Darcy è più problematica (maggiore è la fratturazione e il numero di superfici di frattura, migliori sono le condizioni). In sintesi: l’insieme delle condizioni di validità della Legge di Darcy può sembrare molto restrittivo, ma nella realtà i casi in cui tale legge non è applicabile sono limitati ai litotipi estremamente eterogenei, agli acquiferi carsici e, in generale, quando la velocità del flusso è molto elevata (ad es. in vicinanza di sorgenti e opere di captazione), favorendo il regime turbolento. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ Permeabilità intrinseca (permeability) Darcy definì la permeabilità riferendosi all’acqua. Quando si considera però un liquido diverso (oli, combustibili, inquinanti, salamoie, ecc.), occorre tener conto che il volume che attraversa una sezione del mezzo nell’unità di tempo dipende anche dalle caratteristiche del liquido. Un più corretto concetto di permeabilità deve essere indipendente dal tipo di liquido, ma deve dipendere solo dalle caratteristiche del mezzo (permeabilità intrinseca). Le proprietà del fluido che influenzano il moto sono la viscosità (µ) e il peso specifico (γ). Per un mezzo dotato di porosità intergranulare, il COEFFICIENTE DI PERMEABILITÀ generalizzato a tutti i liquidi diventa (Davies & DeWiest, 1966): K Cd 2 L’espressione: K: coefficiente di permeabilità. C: fattore di forma (adimensionale): dipende da forma e aggregazione dei grani. d: diametro grani. : peso specifico del liquido (dipende da temperatura, pressione e tenore dei sali). : viscosità del liquido (dipende da temperatura, pressione e tenore dei sali); esprime la resistenza del liquido al moto. 2 Ki C d rappresenta la permeabilità intrinseca (permeability) ed è espressa in m2, cm2 o in darcy (1 darcy = 9,87×10-9 cm2). UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PERMEABILITÀ Permeabilità intrinseca L’espressione Kv Ki corrisponde al COEFFICIENTE DI PERMEABILITÀ sensu latu, ovvero non rappresenta più una costante specifica di un acquifero, ma è una variabile che dipende anche dalle caratteristiche del liquido che lo attraversa. La Legge di Darcy può quindi essere espressa nella forma: (Singhal a Gupta, 1999) Q Kv A i UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra TRASMISSIVITÀ (Transmissivity) Essendo la produttività di un acquifero funzione non solo della PERMEABILITÀ K, ma anche dello spessore della sua parte satura, nei calcoli idrogeologici si tiene spesso conto di un altro importante parametro: la TRASMISSIVITÀ T (m2/s). T=K×h falde libere T = K × s falde confinate in pressione Sup. piezometrica Falda libera Tetto impermeabile h Substrato impermeabile Sup. piezometrica Falda confinata Substrato impermeabile s Il concetto di Trasmissività T = K × h prevede che in teoria un mezzo poco permeabile possa anche essere molto trasmissivo se il suo spessore è sufficientemente grande. In maniera analoga, due acquiferi aventi uguale K possono avere diversa trasmissività se i loro spessori sono diversi. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra COEFFICIENTE D’IMMAGAZZINAMENTO (Storage) Rapporto tra il volume d’acqua liberato o immagazzinato (a seguito di una variazione unitaria del livello piezometrico) in un prisma verticale di materiale acquifero saturo ed il volume del prisma stesso. Il coefficiente di immagazzinamento S è adimensionale e si ottiene da prove di emungimento. In un acquifero a falda libera S ne; in un acquifero a falda confinata S << n (da 100 a 1.000, talora 10.000, volte più piccolo di ne). Nell’acquifero freatico, una caduta unitaria del carico idraulico produce un volume di acqua pari alla porosità efficace ne. Nell’acquifero confinato, la stessa caduta unitaria di carico idraulico produce un volume di acqua inferiore e l’acquifero resta comunque saturo. Ciò perché in un mezzo in pressione c’è più acqua di quella che può contenere ne. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra MOVIMENTI DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Le acque sotterranee sono soggette ad una circolazione molto complessa, in funzione delle caratteristiche idrogeologiche-idrostrutturali degli acquiferi e dei loro rapporti geometrici. Schematicamente, si possono individuare due tipi di movimenti principali, determinati, salvo in presenza di emungimenti, dalla forza di gravità: - sub-verticali. Prevale il movimento verticale rispetto a quello orizzontale e si hanno in prevalenza nella zona di aerazione (movimento discendente dell’infiltrazione, ascendente della capillarità, oscillazioni del livello piezometrico). - sub-orizzontali. Coincidono con il deflusso della falda e comportano il trasferimento di quantitativi d’acqua dalle zone di alimentazione a quelle di recapito. Le acque, una volta raggiunta la zona satura, si spostano secondo percorsi a prevalente componente orizzontale. A grande scala, è possibile distinguere il movimento dato da una serie di tubicini di flusso, di sezione anche molto piccola (filetti idrici), che seguono traiettorie diverse all’interno dei meati intercomunicanti della roccia. A piccola scala, si ha invece una corrente idrica costituita dall’insieme dei filetti idrici che si muove con direzione e verso derivanti dall’insieme di tutte le traiettorie elementari. sup. piezometrica sup. piezometrica Risultante delle traiettorie reali o LINEE DI FLUSSO traiettorie reali o FILETTI IDRICI UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra MOVIMENTI DELL’ACQUA NEL SOTTOSUOLO Il deflusso della falda Se in un punto qualsiasi della massa liquida, al tempo t, le particelle di un filetto idrico che si succedono hanno la stessa velocità, occupano posizioni identiche e hanno la stessa pressione, la falda si muove di moto permanente (anche se la velocità delle particelle cambia lungo la stessa traiettoria). In un acquifero a sezione variabile, dove la corrente idrica si muove di moto permanente, la portata (= volume di acqua che attraversa una sezione normale alla direzione di flusso nell’unità di tempo) non cambia: Q= = SS1vv1 = = SS2vv2 = = cost cost Q 1 1 2 2 Q: portata (m3/s) S1, S2: area delle sezioni 1 e 2 (m2) v1, v2: velocità acqua alle sezioni 1 e 2 (m/s) L’equazione sopra è detta EQUAZIONE DELLA CONTINUITÀ. Da essa si deduce che, anche nelle falde acquifere, la velocità dell’acqua varia in ragione inversa della sezione. (da Celico, 1986) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RAPPRESENTAZIONI IDROGEOLOGICHE In idrogeologia, nelle carte tematiche si può scegliere di rappresentare: 1. CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE DELL DELL’ACQUIFERO 1. ’ACQUIFERO 2. ANDAMENTO ANDAMENTO DELLA DELLA SUPERFICIE SUPERFICIE PIEZOMETRICA PIEZOMETRICA 2. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 1. RAPPRESENTAZIONE DEGLI ACQUIFERI Un acquifero può essere rappresentato mediante carte tematiche che mettano in evidenza: morfologiaeestruttura strutturadel delsubstrato substrato ••morfologia CARTADEL DELTETTO TETTODEL DELSUBSTRATO SUBSTRATO); ); ((CARTA morfologiaeestruttura strutturadel deltetto tetto ••morfologia CARTADEL DELTETTO TETTODELL’ACQUIFERO DELL’ACQUIFERO); ); ((CARTA spessoreeevolume volumedella dellaroccia rocciaserbatoio serbatoio ••spessore CARTADELLE DELLEISOPACHE ISOPACHEDELL’ACQUIFERO DELL’ACQUIFERO)) ((CARTA caratteristichestrutturali: strutturali:faglie, faglie,pieghe, pieghe,lineazioni, lineazioni,fratture, fratture,ecc. ecc. ••caratteristiche caratteristicheidrogeologiche idrogeologiche::permeabilità, permeabilità,trasmissività, trasmissività, ••caratteristiche coefficientedi diimmagazzinamento. immagazzinamento. coefficiente UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 1. RAPPRESENTAZIONE DEGLI ACQUIFERI Esempi: Carta delle isopache dell’acquifero della Piana di Lucca (Nardi et al., 1987) Carta dello spessore della copertura dell’acquifero - Piana di Lucca SE (Autorità Bacino Arno, 2006) Carta della permeabilità assoluta (acquifero in granito – NW India) (Chandra et al., 2008) Carta della Trasmissività in Arabia Saudita (Legchenko et al., 2002) Carta della permeabilità relativa (acquifero in ghiaie pianura costiera pisana) (Butteri et al., 2010) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 2. RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA La superficie piezometrica di una falda può essere ricostruita mediante misure del livello idrico in tutti i punti d’acqua disponibili, ovvero pozzi, piezometri, emergenze della falda naturali (stagni, laghi, fiumi, torrenti, fossi, sorgenti, ecc.) e artificiali (laghi di cava, scavi, canali, ecc.), purché rappresentativi della falda oggetto di studio. La ricostruzione della superficie piezometrica dovrebbe essere effettuata in almeno due periodi dell’anno, corrispondenti ai massimi (MORBIDA) e ai minimi (MAGRA) livelli di falda. Per avere un quadro più accurato e in considerazione della variabilità climatica attuale, potrebbero essere utili più campagne, ad es. bimestrali o trimestrali. A seconda degli scopi (es. verifica idrodinamica finalizzata ad uno studio su contaminanti) potrebbe rendersi utile una campagna mensile. In questo caso potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo di sonde multiparametriche per l’acquisizione in continuo dei livelli piezometrici. La carta di rappresentazione si definisce CARTA DELLE ISOPIEZE o CARTA PIEZOMETRICA. PIEZOMETRICA Per acquiferi liberi viene anche denominata carta delle isofreatiche. isofreatiche UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 2. RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA Freatimetro Sonda multiparametrica UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 2. RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA In sintesi: Incampagna, campagna,mediante mediante In misurefreatimetriche, freatimetriche, misure vienemisurata misuratalala viene SOGGIACENZA. SOGGIACENZA. Successivamente,tutte tuttelele Successivamente, misuredidisoggiacenza soggiacenza misure vannoriferite riferitealalLIVELLO LIVELLO vanno DELMARE, MARE,per percui cui DEL l’elaboratodefinitivo definitivo l’elaborato (cartadelle delleisopieze) isopieze) (carta riporteràdelle delleisolinee isolinee riporterà dellasuperficie superficie della piezometricarispetto rispettoalal piezometrica livellodel delmare. mare. livello B p.c. S F Quota p.c. s.l.m. (Qpc) Quota sup. piez s.l.m. (Qsp) S=F–B Qsp = Qpc – S S: soggiacenza F: profondità della superficie piezometrica misurata da boccapozzo con il freatimetro B: altezza del boccapozzo da p.c. C: profondità del boccapozzo da p.c. Quota p.c. s.l.m. (Qpc) p.c. C S F Quota sup. piez s.l.m. (Qsp) S=F+C Qsp = Qpc – S UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra 2. RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA Censimento punti d’acqua (predisporre una scheda-pozzo per ciascuno) In acquiferi multi-falda bisogna prima accertarsi di quale sia la falda oggetto di studio…! (Piana di Lucca sud-orientale, da Tesi di Laurea Del Sordo-Sartelli, 2008) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Carta delle Isopieze (da Tesi di Laurea Sartelli-Del Sordo, 2008) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA INTERPRETAZIONE DELLA CARTA DELLE ISOPIEZE Le isopieze consentono di analizzare la morfologia della superficie piezometrica ottenuta. In particolare, consentono di: 1. Accertare le direzioni del flusso sotterraneo; 2. Calcolare il gradiente idraulico nei diversi punti della falda; 3. Fare valutazioni su andamento del bedrock impermeabile e sulla permeabilità dell’acquifero; 4. Individuare spartiacque sotterranei e assi di drenaggio; 5. Riconoscere i diversi tipi morfologici di falda; 6. Fare valutazioni su presenza di emungimenti; 7. Verificare i rapporti con i corsi d’acqua; 8. Valutare l’escursione annua della falda. Utilità pratica della carta delle isopieze a) Riconoscere le aree di alimentazione b) Fare valutazioni sulle portate della falda c) Esaminare le oscillazioni piezometriche d) Individuare criticità della superficie piezometrica e) Verificare percorsi di possibili inquinanti UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra f) Ubicare punti di emungimento L’INTRUSIONE SALINA Equilibrio acqua dolce – acqua salata La differenza di densità fra acqua dolce (circa 1,000 gr/cm3) e acqua salata (in media 1,025 gr/cm3) comporta che in prossimità delle coste, in condizioni non influenzate, l’acqua dolce si riversi in mare, mentre quella salata tende a incunearsi al di sotto dell’acqua dolce e a spostarsi verso l’interno. Il fenomeno venne studiato alla fine del ’800 da due studiosi, Ghyben e Herzberg. Interfaccia acqua dolceacqua salata. In realtà non è una linea netta, ma una zona di miscelazione, in cui, andando verso il basso, la salinità aumenta fino al valore dell’acqua di mare. Cuneo salino (Fitts, 2002) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Calcolo della profondità del cuneo salino (relazione di Ghyben-Herzberg) Condizioni di validità: A) flusso d’acqua dolce perfettamente orizzontale e pertanto potenziale costante lungo tutte le verticali; hd Zs=Z B) non esiste flusso d’acqua salata; C) l’interfaccia è assimilabile a un piano, non esistendo zone di miscelazione; D) c’è equilibrio statico di colonne d’acqua a differente densità. A’ γd z hd hd γs γd Se si considerano: d = 1,000 gr/cm3 s = 1,025 gr/cm3 z 40 hd z A hd = quota acqua dolce s.l.m. z= profondità di A sotto il l.m. d = peso specifico acqua dolce ( 1,000 gr/cm3) s = peso specifico acqua salata ( 1,025 gr/cm3) ω = varia tra 33 e 50, con 40 valore più frequente UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra L’INTRUSIONE SALINA L’equilibrio acqua dolce–acqua salata dipende dalla pressione dell’acqua dolce e quindi da tutto ciò che succede nella falda acquifera. Uno degli aspetti che maggiormente influisce sull’avanzamento del cuneo salino sono gli emungimenti nelle zone costiere. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra LE SORGENTI L’emergenza delle acque sotterranee è legata ad una serie di fattori di natura litologica, stratigrafica, tettonica, morfologica che agiscono quasi sempre in maniera interdipendente. Le acque fuoriescono da zone denominate SORGENTI. SORGENTE: punto o zona ristretta della superficie del suolo in corrispondenza della quale si ha la venuta a giorno di acque sotterranee per cause naturali. Una sorgente rappresenta un punto d’intersezione tra la superficie piezometrica e la superficie topografica. Le sorgenti possono essere classificate e seconda di vari aspetti: - Scuola Primaria "Don Lorenzo Milani " - Villachiara (BS) Temperatura Temperatura e chimismo Struttura geologica della zona di emergenza Portata UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Classificazione della struttura geologica della zona di emergenza CLASSIFICAZIONE DI CIVITA (1973) Classe Sottoclasse 1 Sorgenti per limite di permeabilità a b Sorgenti per limite di permeabilità definito Sorgenti per limite di permeabilità indefinito 2 Sorgenti per soglia di permeabilità c d Sorgenti per soglia di permeabilità sovraimposta Sorgenti per soglia di permeabilità sottoposta e Sorgenti per affioramento della piezometrica di falde o reti idriche libere Sorgenti per affioramento della piezometrica di falde o reti idriche in pressione Sorgenti per affioramento 3 della superficie piezometrica f UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Classificazione in base alla portata In base alla portata, Meinzer (1927) propose una classificazione quantitativa, suggerendo un utile indice di variabilità, calcolato in genere su base annua: CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI IN BASE ALLA PORTATA MINIMA ANNUA Meinzer faceva riferimento alla portata media; per ovvii motivi, si preferisce considerare la portata minima. INDICE DI VARIABILITÀ Qmax Qmin Rv 100 Qmed Classe portata minima annua (m3/s) 1 2 3 4 5 6 7 8 - costante > 10 10 ÷ 1 1 ÷ 10-1 10-1 ÷ 10-2 10-2 ÷ 10-3 10-3 ÷ 10-4 10-4 ÷ 10-5 < 10-5 (da Civita, 2005) Rv < 0,25 - subvariabile 0,25 Rv 1,00 - variabile Rv > 1,00 Ai fini del loro utilizzo, sono considerate interessanti le sorgenti ricadenti nelle classi 1-5 e nella 6, purché costanti in base a Rv. UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra I POZZI 1. POZZI SCAVATI A MANO O CON TECNOLOGIA SEMPLICE - pozzi alla romana - pozzi ad anelli - pozzi Norton 2. POZZI A PERCUSSIONE - perforatrici a caduta o a funi - martelli perforatori (rock drill) - perforatrici con martello fondo foro 3. POZZI A ROTAZIONE - distruzione di nucleo - carotaggio continuo - elica 4. POZZI A ROTO-PERCUSSIONE UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra METODI DI PERFORAZIONE DEI POZZI Pozzi scavati a mano (foto web) Pozzo a rotazione a secco (foto: R. Giannecchini) Pozzo Norton (da Pranzini, 2009) Anelli forati prefabbricati (foto: R. Giannecchini) Pozzo a percussione (foto: A. Salvetti) Pozzo a rotazione con fluido di circolazione (foto: R. Giannecchini) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra CONDIZIONAMENTO O COMPLETAMENTO DEI POZZI TUBAZIONE CIECA Dopo aver perforato un pozzo, occorre procedere al suo CONDIZIONAMENTO (o COMPLETAMENTO) definitivo, ovvero a tutte quelle procedure di installazione della tubazione definitiva, di filtri e dreni necessari per garantire la massima efficienza del pozzo. TUBI FILTRO Le modalità di condizionamento cambiano in relazione al metodo di perforazione utilizzato, al tipo di roccia e al tipo di falda. Le operazioni che dovranno essere portate a termine saranno in genere le seguenti: Filtro Johnson Filtro a ponte con finestrature verticali Filtro a fessure verticali studio della della sezione sezione filtrante filtrante -- studio sviluppo oo espurgo espurgo del del pozzo pozzo -- sviluppo cementazione -- cementazione UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra Filtro a fori circolari CONDIZIONAMENTO DEI POZZI Procedura di realizzazione di un pozzo (da Civita, 2005) UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra PROVE DI POMPAGGIO PROVE DI POMPAGGIO Acquifero (aquifer test) - permeabilità Pozzo (well test) - portata specifica - portata critica - trasmissività - coeff.d’immagazzinamento - diffusività D (T/S) - perdita di carico - abbassamenti - raggio d’influenza Geometria e caratteri idrodinamici dell’acquifero Portata ottimale di sfruttamento (portata di esercizio) Condizioni di sfruttamento dell’acquifero UNIVERSITÀ DI PISA - Dipartimento di Scienze della Terra